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4 - Società Chimica Italiana

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Il curricolo verticale di <strong>Chimica</strong>: il caso degli Istituti Agrari<br />

diverse tipologie d'accesso fanno sì che le funzioni legalmente riconosciute al professionista agrario non siano tutte<br />

riferibili alla preparazione effettivamente conseguibile in un corso preuniversitario.<br />

Quindi, competenze professionali che, ad esempio, ci intessano più da vicino come “la consulenza, le stime di consegna<br />

e riconsegna, i controlli analitici per i settori di specializzazione enotecnici, caseari, elaiotecnici ed altri 5 ”, se intese nel<br />

senso di effettuare analisi chimiche strumentali per la caratterizzazione dei prodotti agroalimentari, riguardano i laureati<br />

triennali più che i diplomati considerando che nessuno dei quadri orari attualmente in adozione (vedi tabelle allegate)<br />

consente di raggiungere una preparazione così raffinata nel campo della chimica analitica. nell'istruzione tecnica, questo<br />

è un terreno proprio del perito chimico che, infatti, è la figura costantemente presente nei laboratori di analisi degli<br />

alimenti ai quali si rivolgono le piccole e medie aziende agrarie durante i periodi cruciali delle produzioni e per i<br />

controlli di routine e nei laboratori d'analisi delle grandi aziende dell'agroindustria.<br />

É proprio, invece, del perito agrario svolgere semplici e rapide analisi in campo per effettuare controlli di massima e per<br />

decidere se e quando far svolgere determinazioni analitiche più affidabili oppure per dare avvio a determinate fasi di un<br />

processo produttivo.<br />

Nell'istruzione agraria è presente una discreta varietà di piani di studio, testimonianza dei vari tentativi di riforma della<br />

scuola che si sono succeduti nel tempo ma, di questi, i più diffusi sono il cosiddetto corso ordinario, con o senza PNI, il<br />

più vecchio e il più datato, e il Progetto Cerere, che si distingue per le aree modulari che caratterizzano le curvature<br />

agroterritoriale, agroambientale, agroalimentare della valorizzazione delle produzioni zootecniche.<br />

Osservando tali quadri orari, rimaniamo colpiti dalla estrema frammentazione delle materie sconosciuta ad altri<br />

indirizzi dell'istruzione tecnica; gli insegnamenti d'indirizzo fanno riferimento a ben cinque classi di concorso A012,<br />

A058, A060, A074 e A072 ed anche questa è una situazione singolare.<br />

Per quanto mi concerne, non è in dubbio la necessità di razionalizzare i curricoli eliminando l'attuale dispersione degli<br />

insegnamenti ed anche la non giustificata varietà dei molteplici sottoindirizzi ma su questo tornerò dopo.<br />

84<br />

Le esigenze del curricolo<br />

Dal profilo del perito agrario appena delineato nasce il problema didattico di come organizzare il curricolo verticale di<br />

chimica conciliando l'adeguatezza dei contenuti con l'età ma avendo contemporaneamente la consapevolezza che gli<br />

strumenti e i concetti di base devono essere forniti nei primi tre anni del corso di studio perché il biennio terminale sarà<br />

dedicato allo studio delle tecnologie agroalimentari.<br />

Il biennio dovrà avere carattere formativo ma con un occhio attento a selezionare esempi e problemi dal mondo agricolo<br />

anche perché, specialmente in alcune zone ad alta vocazione agricola, abbiamo allievi già legati alla produzione perché<br />

provenienti da famiglie proprietarie di piccole e medie aziende o comunque impegnate nel mondo rurale.<br />

Tra i nodi concettuali da introdurre precocemente e da sviluppare lungo tutto l'arco del quinquennio c'è sicuramente<br />

quello delle reazioni acido-base.<br />

Altrettanta centralità spetta ai processi elettrochimici collegati ai fenomeni di corrosione dei materiali metallici, a<br />

processi metabolici come respirazione fermentazioni e fotosintesi, alle alterazioni degli alimenti.<br />

Un problema delicato è quello della chimica organica: si tratta infatti di trovare un ragionevole equilibrio tra la necessità<br />

di fornire un quadro concettuale sufficientemente approfondito da mettere l'allievo in grado di riferirsi a modelli che<br />

consentano di fare delle previsioni sulla reattività dei composti organici naturali senza tuttavia inoltrarsi negli aspetti più<br />

astratti dei meccanismi di reazione. Per esemplificare: è necessario che l'allievo colleghi alla presenza dei doppi legami<br />

alle reazioni di addizione per spiegare, ad esempio, la diversa tendenza all'irrancidimento dei lipidi saturi rispetto a<br />

quelli insaturi. Non è affatto necessario entrare nel merito del meccanismo dell'addizione, della teoria dei carbocationi e<br />

via dicendo.<br />

Un'ipotesi per un possibile sviluppo verticale del curricolo di chimica è contenuta nei due quadri: <strong>Chimica</strong> per il biennio<br />

agrario e <strong>Chimica</strong> per il triennio agrario.<br />

Le due ipotesi raccolgono il lavoro della Commissione curricoli per gli indirizzi non specialistici con le<br />

integrazioni/sottrazioni del caso.<br />

Credo sia abbastanza scioccante il “taglio” delle leggi dei gas ma, a parte che questo è un argomento che può essere<br />

incluso nella programmazione di Fisica, va detto che i sistemi che interessano di più nel nostro campo sono le soluzioni<br />

e gli equilibri in soluzione.<br />

nel triennio compare la parte specialistica caratterizzante l'indirizzo agrario e cioè le tecniche agroalimentari e le<br />

industrie agrarie; in entrambi i casi c'è una forte connessione con la chimica analitica. va ricordato ancora una volta che<br />

il perito agrario non ha il compito di scegliere la tecnica più idonea, impostare il metodo di analisi e formulare<br />

protocolli quanto quello di eseguire semplici controlli sul campo mediante strumenti a basso costo (rifrattometro<br />

tascabile, ebulliometro di malligand, lattodensimetro di quevenne, butirrometro di gerber, densimetro di babo, phmetro<br />

portatile) per prendere decisioni agronomiche o per procedere ad incaricare altri ad effettuare analisi. è irrinunciabile,<br />

invece, che conosca i principi su cui si basano gli strumenti per individuare eventuali anomalie e che sia in grado di<br />

______________________________<br />

5. Art.2 Legge 21 febbraio 1991, n. 54<br />

CnS – La <strong>Chimica</strong> nella Scuola Ottobre – Dicembre 2009

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