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4 - Società Chimica Italiana

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Appunti a margine delle indicazioni per il curricolo verticale in chimica<br />

Un paio di considerazioni, infine, per ciò che riguarda le attività laboratoriali.<br />

La prima riguarda il fatto che, differentemente dalla precedente versione all'interno dei progetti “Brocca”, nel Liceo<br />

Scientifico ad opzione scientifico-tecnologica non è prevista la figura dell'insegnante tecnico-pratico in affiancamento al<br />

docente di chimica e ciò inevitabilmente crea, dal punto di vista dell'organizzazione e della gestione delle attività<br />

laboratoriali, nuove criticità, che si vanno ad aggiungere a quelle eventualmente generate dalla scarsità della dotazione<br />

strumentale in certi casi riscontrabile in contesti liceali.<br />

L'ultima osservazione, più generale, è relativa alla didattica laboratoriale in senso lato. Penso che ormai si possa senza<br />

dubbio convenire sul fatto che, come ben detto nella presentazione di questo curricolo di chimica per il triennio non<br />

specialistico, essa sia “la metodologia più adatta per lo studio delle scienze” in quanto “abitua ad osservare, ad<br />

affrontare situazioni problematiche, a formulare ipotesi, a cercare dati e costrutti teorici per comprovarne la validità”,<br />

“incoraggia ad argomentare”, “sviluppa atteggiamenti critici, abitua all’autonomia”. Fondamentale mi sembra, però, in<br />

questo contesto, l'attività di progettazione delle esperienze da parte dell'insegnante. Proprio la complessità del reale,<br />

anche nell'osservazione del più apparentemente semplice dei fenomeni, rischia di ingenerare (esperienza personale da<br />

studentessa ai bei vecchi tempi) confusione e frustrazione nel momento in cui se ne chieda un'interpretazione:<br />

elevatissime sono le preconoscenze le doti di astrazione, modellizzazione, originalità di pensiero (vogliamo dire<br />

genialità) messe in gioco dal ricercatore nell'indagine della natura. Ed è qui che si manifesta, ancora una volta,<br />

l'importanza del ruolo dell'insegnante, che fa da mediatore tra la “disciplina scientifica” e la “materia scolastica”, e in<br />

particolare, in questo caso, tra il “laboratorio di ricerca” e il “laboratorio didattico”: cruciale è infatti la professionalità<br />

del docente nel predisporre esperienze “sensate” rispetto alle “potenzialità cognitive” ed ai “concreti bisogni formativi”<br />

citati nell'introduzione, individuando in particolare le variabili da escludere dall'esperimento, in quanto tenute<br />

(artificialmente ma in modo funzionale alla didattica) sotto controllo, e quelle (significative, gestibili, comprensibili) da<br />

lasciare invece alla libera sperimentazione degli studenti e vero, unico oggetto dell'indagine e del tentativo di<br />

interpretazione. Chiaramente la complessità delle esperienze e quindi il numero di variabili lasciate in gioco potranno<br />

essere opportunamente aumentati in proporzione al livello di scolarità degli allievi.<br />

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CnS – La <strong>Chimica</strong> nella Scuola Ottobre – Dicembre 2009

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