4 - Società Chimica Italiana
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Il curricolo di chimica proposto dalla DDSCI per il triennio non specialistico<br />
Il curricolo di chimica proposto dalla DDSCI<br />
La DDSCI sostiene che “La didattica laboratoriale è considerata oggi la metodologia più adatta per lo studio delle<br />
scienze: abitua ad osservare, ad affrontare situazioni problematiche, a formulare ipotesi, a cercare dati e costrutti<br />
teorici per comprovarne la validità; incoraggia ad argomentare; sviluppa atteggiamenti critici, abitua all’autonomia.<br />
E’ essenziale quindi per sviluppare quelle competenze che possono consentire agli alunni di affrontare con successo gli<br />
studi universitari e di partecipare in modo critico alle scelte sociali ed economiche 3 .” Affermazioni che sostengono le<br />
indicazioni curricolari proposte dall’associazione per la didattica della chimica e che, peraltro, condivido pienamente.<br />
Curricolo verticale armonico. Il curricolo proposto dalla DDSCI si definisce verticale e armonico, due attributi<br />
necessari per uno sviluppo coerente dell’educazione scientifica dalla scuola primaria alla scuola secondaria di primo<br />
grado sino alla secondaria di secondo grado. Affinché l’apprendimento sia significativo il curricolo deve svilupparsi in<br />
senso verticale cioè deve favorire il superamento delle discontinuità inevitabili nel passaggio da un ciclo di studi<br />
all’altro, delle discontinuità tipiche delle fasi di crescita degli allievi dalla fanciullezza all’adolescenza, delle<br />
discontinuità insite nelle discipline (ad esempio, nella chimica gli aspetti sperimentali macroscopici si intrecciano con i<br />
modelli atomico-molecolari e con le teorie e il passaggio dagli uni agli altri rappresenta un importante ostacolo<br />
all’apprendimento).<br />
Un curricolo verticale armonico aiuta a evitare ripetizioni, fratture e contraddizioni, favorisce un insegnamento a<br />
spirale centrato sulle competenze dello studente.<br />
La proposta presuppone che l’insegnamento della chimica venga impartito in tutti i bienni con importanti ambiti<br />
di trasversalità, esprime chiaramente la richiesta/necessità che la chimica dia il suo importante contributo sin dal biennio<br />
dell’obbligo in tutti gli indirizzi tecnici e liceali della scuola secondaria di secondo grado. Ciò è coerente con un<br />
insegnamento delle scienze mirato all’apprendimento di concetti e processi, trasversali e specifici, volti allo sviluppo di<br />
competenze utilizzabili nei contesti personali, sociali e globali (OCSE PISA 2006 4 ).<br />
Sappiamo che in tali contesti la chimica è presente in modo massiccio ma lo schema di riforma ministeriale non<br />
riconosce il suo ruolo formativo e, per di più, non prevede un’area scientifica comune a tutti i bienni dell’obbligo,<br />
rendendo di fatto irrealizzabile la pratica di un curricolo verticale.<br />
Finalità. Le finalità della chimica nel triennio non specialistico concordano con quelle riportate nel Profilo educativo,<br />
culturale e professionale dello studente del futuro liceo, sono centrate sulla consapevolezza critica delle potenzialità e<br />
dei limiti della scienza, sull’autonomia di scelta, sull’uso di modelli risolutivi e sulla consapevolezza dei loro limiti,<br />
sugli strumenti di indagine della complessità del mondo naturale e degli equilibri che li governano.<br />
Nuclei fondanti procedurali trasversali. Ho letto con interesse i nuclei fondanti e vorrei fare alcune osservazioni sui<br />
nuclei fondanti procedurali trasversali proposti dalla Commissione Curricoli della DDSCI (osservazione, descrizione<br />
‘verbale, grafica, simbolica’, lessico specifico, classificazione, analisi, sintesi, misura, modellizzazione,<br />
problematizzazione).<br />
L’elenco proposto potrebbe dare un aiuto maggiore agli insegnanti se fosse accompagnato da esemplificazioni e<br />
precisazioni in ambito chimico. La DDSCI ha al suo attivo numerose pubblicazioni al riguardo e sarebbe utile e<br />
interessante che le indicazioni curricolari elaborate fossero accompagnate da esemplificazioni didattico-metodologiche.<br />
Farò un esempio a proposito dei primi tre nuclei fondanti procedurali.<br />
L’osservazione, la descrizione e l’uso di un lessico specifico fanno sostanzialmente parte delle procedure<br />
scientifico-sperimenali sostenute nell’insegnamento tradizionale, l’elenco precedente non aggiunge altro, non finalizza<br />
tali attività importantissime e non tiene conto delle specificità della chimica.<br />
In chimica, come nelle altre scienze sperimentali, l’osservazione è indispensabile, ma la chimica differisce dalle<br />
altre scienze (fisica, scienze biologiche, scienze della terra) perché l’osservazione praticata dagli studenti, anche se<br />
attenta, mirata e ripetuta non può condurli a formulare i concetti (ad es. il concetto di elemento, composto, reattività<br />
legato alla struttura). Come sostiene Leonello Paoloni nel suo libro Nuova Didattica della <strong>Chimica</strong> 5 :<br />
“La peculiarità della chimica sta nell’essere priva di questa connessione diretta con il dato sensoriale: manca la<br />
possibilità di stabilire su tale base un legame tra proprietà percepite e composizione. Infatti i caratteri percepiti di un<br />
corpo materiale qualsiasi non consentono di stabilire che esso è un aggregato di sostanze pure. Il raggruppamento di<br />
tali caratteri per categorie qualitative non conduce ad associazioni mentali utili per definire i corpi stessi in termini di<br />
composizione e perciò riferibili in qualche modo alla chimica.”<br />
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3. Introduzione al curricolo DDSCI per il triennio non specialistico. http://www.didichim.org/q=node/69<br />
4. Valutare le competenze in scienze, lettura e matematica - quadro di riferimento di PISA 2006 Armando Editore OECD<br />
5. Leonello Paoloni, Nuova didattica della chimica, un progetto per la scuola secondaria, Nuova edizione SCI 2005, pag. 90, 1 a<br />
edizione 1982.<br />
CnS – La <strong>Chimica</strong> nella Scuola Ottobre – Dicembre 2009