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4 - Società Chimica Italiana

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Maria Vittoria Massidda<br />

comunicati stampa del MIUR 2 si traducessero concretamente in adeguati spazi orari.<br />

Il 28 maggio 2009 il MIUR ha reso pubblici gli schemi di riforma dei Tecnici e dei Professionali seguiti, il 12 giugno<br />

2009, dai regolamenti per i Licei. Dal momento che voglio commentare le proposte della DDSCI relative<br />

all’insegnamento della chimica non specialistica nei trienni, limiterò le mie osservazioni ai Licei; infatti nel secondo<br />

biennio e nell’ultimo anno dei Tecnici e dei Professionali la chimica è presente solo come insegnamento specialistico di<br />

indirizzo.<br />

Il quadro è sconfortante.<br />

- La chimica compare come insegnamento autonomo solamente nel Liceo Scientifico con opzione scientificotecnologica,<br />

sono previste 2h settimanali nel 1° e nel 2° anno e 3h nel terzo, quarto e quinto anno. Non c’è<br />

nessun riferimento al laboratorio.<br />

Mentre invece la chimica fa parte del raggruppamento indistinto di Scienze Naturali (Biologia, <strong>Chimica</strong>, scienze della<br />

Terra) nei seguenti licei:<br />

- Liceo artistico: 2h settimanali nel terzo, quarto e quinto anno, nessun insegnamento nel primo biennio;<br />

- Liceo classico: 3h settimanali nel terzo, quarto e quinto anno, nessun insegnamento nel primo biennio;<br />

- Liceo linguistico: 3h settimanali nel terzo anno, preceduto da 2h nel 1° e nel 2° anno;<br />

- Liceo scientifico: 3h settimanali nel terzo, quarto e quinto anno, preceduto da 3h nel 1° e nel 2° anno;<br />

- Liceo musicale e coreutico: nessun insegnamento nel triennio, 2h nel 1° e nel 2° anno;<br />

- Liceo delle scienze umane: 2h settimanali nel terzo, quarto e quinto anno, preceduto da 2h nel 1° e nel 2°<br />

anno.<br />

Da ciò si ricava che lo spazio riservato alla chimica sarà minimo, limitato probabilmente a 66 ore nell’intero<br />

triennio del Liceo artistico, del Liceo classico e del Liceo delle Scienze umane (come dire che per un solo anno gli<br />

studenti faranno 2h settimanali di chimica), mentre nel così detto Liceo scientifico la chimica avrà a disposizione 99 ore<br />

nell’intero triennio (3 ore settimanali confinate in un solo anno, se tutto va bene). Nonostante la dichiarazione “Liceo<br />

Scientifico: è rafforzato l’insegnamento delle materie dell’area scientifica” il liceo scientifico non sarà molto diverso<br />

da quello attuale.<br />

Che delusione! Le affermazioni ministeriali non trovano nessun riscontro nei quadri orari. Senza un monte ore<br />

settimanale adeguato è impossibile raggiungere i risultati di apprendimento citati nel profilo educativo. I risultati di Pisa<br />

2006, commentati dall’INVALSI (il nostro Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di<br />

formazione), vengono ignorati. Nonostante le carenze segnalate nel rapporto nazionale si mantiene invariata la<br />

situazione attuale: nel biennio dei licei la chimica e la fisica non sono considerate materie di base, e, in tre licei,<br />

compreso il liceo classico, manca del tutto l’area scientifica. Lo scoraggiamento è sostenuto ulteriormente dalla<br />

constatazione che la riforma della scuola è accompagnata dai tagli alla spesa mentre dovrebbe essere sostenuta da<br />

investimenti nelle strutture e nella formazione del personale.<br />

Attendevamo un cambiamento nell’insegnamento/apprendimento delle discipline scientifiche nel senso indicato<br />

dalle indagini OCSE PISA, pensavamo che le Indicazioni Nazionali per il Curricolo del MIUR avrebbero potuto<br />

influenzare le didattiche con un messaggio chiaro e convincente seguito da un’adeguata formazione docente. Ma con<br />

questi quadri orario si ha l’impressione che si vogliano addossare sugli insegnanti tutte le responsabilità delle carenze<br />

formative in ambito scientifico nascondendo dietro la sacrosanta libertà di insegnamento le carenze strutturali del futuro<br />

sistema scolastico italiano. Al centro della riforma dovrebbero essere poste le competenze didattico-pedagogiche dei<br />

docenti: le metodologie di insegnamento-apprendimento innovative ed efficaci dovrebbero essere messe in pratica, i<br />

nodi concettuali propri della materia di insegnamento e le difficoltà epistemologiche dovrebbero essere proposti ai<br />

ragazzi nei modi in cui la ricerca didattica suggerisce, nella scuola stessa dovrebbe essere fatta realmente ricerca<br />

didattica come era previsto nel regolamento dell’autonomia scolastica.<br />

Visti i documenti che anticipano la riforma ci si chiede se il Profilo educativo, culturale e professionale dello<br />

studente che accompagna lo schema di riforma sia stato un mero esercizio di scrittura slegato dalle finalità educative.<br />

Da una parte si propongono pochissime ore di insegnamento senza continuità fra la scuola secondaria di 1° grado e la<br />

scuola secondaria di 2° grado (vedi liceo classico) e dall’altra si sostiene una didattica laboratoriale (che richiede tempi<br />

lunghi per essere attuata), si afferma che la didattica laboratoriale è cosa diversa dal laboratorio e come conseguenza<br />

non si introduce l’attività di laboratorio nel liceo scientifico e neanche nel liceo scientifico con opzione scientificotecnologica!<br />

Nonostante sia risaputo che il successo dell’attuale liceo scientifico-tecnologico sta nel fatto che viene<br />

attuato per lo più negli Istituti tecnici dotati di attrezzati laboratori.<br />

______________________________<br />

2. Il Ministero ha presentato la riforma con queste affermazioni:<br />

Liceo Classico: sono rafforzati la lingua inglese e lo studio delle materie scientifiche.<br />

Liceo Scientifico: è rafforzato l’insegnamento delle materie dell’area scientifica. Più matematica e materie scientifiche.<br />

TECNICI : Rafforzamento della cultura scientifica e tecnica attraverso: + Matematica + Scienze e tecnologia + Lingua<br />

Inglese (con possibilità di introdurre insegnamento di 1 disciplina tecnica in lingua inglese)<br />

Centralità dei laboratori. Saranno dei veri e propri centri di innovazione attraverso la costituzione di dipartimenti di<br />

ricerca<br />

Ottobre – Dicembre 2009 CnS – La <strong>Chimica</strong> nella Scuola<br />

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