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4 - Società Chimica Italiana

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Un percorso didattico per la 1° classe del Biennio Istituto Tecnico Industriale<br />

Ugualmente importante è possedere i mezzi conoscitivi per distinguere fra una trasformazione chimica o fisica e<br />

relativamente alla trasformazione chimica, ripercorrere storicamente gli aspetti quantitativi che hanno portato alla teoria<br />

atomica, primo approccio rigoroso alla struttura della materia.<br />

Una parte che ho molto apprezzato del lavoro della Commissione Curricoli per il Biennio è la collocazione nella fase<br />

iniziale dell’acquisizione della simbologia chimica. Purtroppo per troppo tempo la proposta di imparare a memoria i<br />

simboli dei più comuni elementi o l’acquisizione del metodo di scrittura dei composti più semplici è stata accolta come<br />

una richiesta assurda, un ritorno al nozionismo per una presunta esaltazione della ricostruzione logica di ogni sapere. La<br />

risposta che offro ai miei allievi è che ogni elaborazione logica, ogni rete concettuale, si regge anche su alcuni nodi che<br />

devono essere trattenuti mnemonicamente. Chi non ha memoria non ha possibilità di concatenare fra loro avvenimenti o<br />

fenomeni. Quando, durante il primo anno del biennio, si arriva a distinguere un elemento da un composto, è quello il<br />

momento per parlare di come per comodità e risparmio di tempo, ogni elemento ha un simbolo che lo individua,<br />

giustificando le scelte che sono state fatte nei secoli attraverso l’etimologia dei simboli.<br />

Forse la denominazione e la simbologia grafica di elementi e composti con cui veniamo in contatto continuamente non<br />

è patrimonio culturale di ogni persona Penso proprio di sì, visto che mi è capitato di sentire qualche anno fa in un<br />

servizio televisivo sull’inquinamento, trasmesso da un’ accreditata rete, attribuirne la responsabilità agli ossidi di ……<br />

sodio! ( Na non dovrebbe essere confuso con N, neanche se il giornalista è un laureato in lettere).<br />

Altrettanto indispensabile è la consapevolezza che in uno schema di reazione viene quasi sempre sottintesa la presenza<br />

dell’energia. Nessuna reazione avviene senza scambi energetici e questo è stato l’aspetto più sfruttato da quando la<br />

specie umana ha scoperto le combustioni. Competenze relative all’energia delle reazioni sono fondamentali a chiunque<br />

per affrontare in modo critico e consapevole il problema dell’approvvigionamento energetico anche da fonti rinnovabili<br />

e a basso impatto ambientale.<br />

Concordo con l’opportunità di rimandare alle classi superiori il tema dell’equilibrio chimico che giudico per esperienza<br />

diretta non facilmente comprensibile neanche in una terza classe di Istituto Tecnico per <strong>Chimica</strong>.<br />

Metodologia Didattica<br />

Contenuti e metodologia didattica sono stati inseriti nello stesso paragrafo per sottolinearne l’inscindibilità.<br />

L’inadeguatezza di uno di questi due aspetti può determinare il fallimento di un progetto didattico di classe.<br />

La metodologia dovrà essere coinvolgente, gli allievi non sono lì ad ascoltare una conferenza dell’insegnante che si<br />

compiace delle sue parole. Spesso la maggior parte di queste viene udita ma non ascoltata.<br />

Da anni sperimento metodologie didattiche che coinvolgano maggiormente gli allievi facendone i soggetti del loro<br />

apprendimento. Ho applicato la “Didattica per progetti”, rivelatasi particolarmente adatta allo sviluppo di percorsi<br />

didattici di approfondimento professionale nel triennio della scuola superiore.<br />

Nel biennio ho utilizzato molto la “Didattica dei concetti” la cui diffusione e applicazione ha creato i presupposti per<br />

l’elaborazione della struttura teorica del Piano Nazionale Insegnare Scienze Sperimentali (ISS) di cui il Ministero<br />

dell’Istruzione si è fatto promotore, su proposta delle associazioni disciplinari AIF (Associazione nazionale Insegnanti<br />

di Fisica), ANISN (Associazione nazionale insegnanti scienze naturali) e DD-SCI, con l’obiettivo ambizioso di<br />

rinnovare radicalmente l’insegnamento delle Scienze nella scuola italiana. Durante gli ultimi due anni scolastici nella<br />

veste di tutor del Piano ISS ho lavorato in attività di ricerca-azione con gruppi di colleghi e di sperimentazione nelle mie<br />

classi, secondo l’impostazione metodologica elaborata per questo progetto ministeriale. Nella didattica dei concetti, il<br />

contesto di senso viene creato dalle aspettative che si generano con un’intervista e la costruzione dei concetti chiave<br />

attraverso l’attività laboratoriale. La declinazione della didattica secondo il Piano ISS risulta molto più agile della<br />

didattica per concetti e crea un clima di maggior coinvolgimento degli allievi. Si basa su alcuni indicatori sui quali<br />

costruire i percorsi didattici:<br />

1. verticalità<br />

2. contesti di senso<br />

3. didattica laboratoriale<br />

4. centralità delle competenze<br />

Altri due si possono considerare come derivati dai precedenti:<br />

modellizzazione<br />

metacognizione<br />

66<br />

Verticalità<br />

Con l’autonomia scolastica si è passati dalla scuola del programma alla scuola del curricolo. Ogni scuola è l’artefice<br />

della sua progettazione curricolare, “elaborando specifiche scelte relative a contenuti, metodi, organizzazione e<br />

valutazione” 2 . Aspetto chiave di questa progettazione è stabilire la scansione dello sviluppo degli argomenti dalla scuola<br />

______________________________<br />

2. da “Indicazioni per il Curricolo” per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo d’istruzione – Ministero della Pubblica Istruzione –<br />

Settembre 2007 Pag. 23<br />

CnS – La <strong>Chimica</strong> nella Scuola Ottobre – Dicembre 2009

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