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4 - Società Chimica Italiana

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Riflessioni sul curricolo di chimica<br />

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re, detersivi), e ne propone altre (ammoniaca, acido cloridrico, idrossido di sodio) invitando gli alunni a compiere una<br />

prima esplorazione delle sostanze (ad esempio possono provare la differenza della sensazione che lasciano sulla pelle il<br />

succo di limone e il bicarbonato di sodio disciolto in acqua); in seguito utilizzano un indicatore sulle sostanze che hanno<br />

portato e il docente si occupa della natura delle sostanze pericolose. Alla fine del lavoro arrivano ad una definizione<br />

operativa di acidità e basicità: una sostanza è acida, basica o neutra in base al colore che fa assumere all'indicatore.<br />

In una terza fase gli alunni scoprono che anche le sostanze basiche possono essere corrosive (ad esempio il docente può<br />

trattare con la soluzione di idrossido di sodio la comune carta di alluminio utilizzata in cucina facendo osservare ciò che<br />

accade); che sostanze acide e basiche si neutralizzano a vicenda (gli alunni sperimentano come varia il pH di sostanze<br />

acide se vi si aggiungono sostanze basiche o viceversa, aggiungendo ad esempio bicarbonato di sodio all'aceto); che<br />

sostanze acide e basiche messe insieme formano sostanze che si chiamano sali (il docente può unire un po’ di soluzione<br />

di acido cloridrico con soluzione di idrossido di sodio, inserendo poi in una capsula di porcellana e facendo evaporare si<br />

ottiene cloruro di sodio). Una quarta fase consiste nel chiedere agli alunni di registrare sul loro “diario di bordo” i<br />

risultati delle esperienze giungendo ad una prima concettualizzazione; la discussione con l’insegnante porterà alla<br />

concettualizzazione finale, che viene operata dagli alunni sotto la guida del docente e riportata, se necessario, sul loro<br />

“diario”.<br />

Il secondo esempio riguarda lo studio dei miscugli tra sostanze ed in particolare delle soluzioni.<br />

Si riferisce alla seguente competenza delle “Indicazioni..” della DD/SCI :”(l’allievo) riconosce le soluzioni acquose<br />

dalle miscele eterogenee sulla base della proprietà macroscopica della trasparenza, ne descrive le caratteristiche<br />

osservabili (trasparenza, eventuale colore) e fa uso dei termini solvente e soluto; fa esperienza di alcuni tipi di<br />

soluzione (solido/liquido, liquido/liquido, liquido/gas) e utilizza i procedimenti per separarne alcune (distillazione per<br />

le soluzioni liquido/liquido: evaporazione per le soluzioni solido/liquido; ebollizione per le soluzioni liquido/gas);<br />

esprime la concentrazione di soluzioni in termini di g/g, g/ml, ml/ml e determina la solubilità di alcuni sali come<br />

grandezza caratteristica di una sostanza.” Nel mettere a punto il nostro percorso abbiamo tenuto conto anche del<br />

lavoro di recente pubblicazione2.<br />

La prima fase consiste nel far preparare alcuni miscugli agli alunni fatti con materiali a loro comuni (iniziando da quelli<br />

solido/solido) e chiedendo loro di risepararli riportando la situazione allo stato iniziale. Nel rendersi conto di quanto non<br />

sia banale la consegna saranno approfondite alcune delle tecniche di separazione…in particolare quelle utili al<br />

raggiungimento dell’obiettivo. L’indagine passa dall’evidenziare le caratteristiche osservabili dei vari componenti e se<br />

queste si mantengono o meno nel miscuglio (…si osserva che si mantengono); inoltre si indaga sull’aspetto<br />

quantitativo…possiamo mescolare i componenti in tutte le proporzioni In questa fase gli alunni hanno il compito di<br />

maneggiare direttamente le sostanze e gli strumenti: nel “fare e disfare” impareranno ad eseguire una filtrazione con il<br />

filtro a pieghe, osserveranno la sospensione e la decantazione, separeranno la segatura dalla sabbia utilizzando la<br />

schiumatura e potranno comprendere che qualunque processo di separazione può avvenire se riusciamo ad individuare e<br />

sfruttare caratteristiche specifiche di una sostanza tra le altre. Il ferromagnetismo per separare la limatura di ferro dal<br />

sale con una calamita; il diverso peso specifico della segatura rispetto alla sabbia, tanto che la segatura galleggia e la<br />

possiamo “schiumare”; infine il fatto che il sale che si scioglie nell’acqua lo possiamo separare dalla sabbia e<br />

riottenerlo…. attraverso la vaporizzazione.<br />

Nella seconda fase si amplia l’esperienza considerando miscugli liquido/liquido e liquido/gas. Gli allievi fanno<br />

esperienza che i liquidi non si mescolano tra di loro sempre nello stesso modo studiando miscugli acqua/olio e<br />

acqua/alcool etilico. Dalla discussione emergono i seguenti concetti: mescolando acqua e olio si osserva la formazione<br />

di un miscuglio eterogeneo formato da due liquidi non miscibili, uno di p sp minore che galleggia (olio) e uno di p sp<br />

maggiore sottostante (acqua): si tratta di una sospensione. I due liquidi per agitazione formano quella che si chiama<br />

emulsione , cioè una momentanea miscelazione olio/acqua, che però, lasciando a riposo, riforma il miscuglio che si<br />

aveva in partenza. I due componenti sono chiaramente riconoscibili ad occhio nudo e ognuno mantiene le caratteristiche<br />

macroscopiche proprie. Sotto forma di sospensione potranno essere facilmente separati mediante un imbuto separatore o<br />

per aspirazione del liquido sovrastante. Mescolando acqua e alcol etilico si ottiene una miscela omogenea in cui un<br />

liquido non è più riconoscibile rispetto all’altro: si tratta di una soluzione. Si esaminano le ipotesi avanzate dagli allievi<br />

per controllare se era scaturita la parola “distillazione” come forma di separazione…. Si fa presente che nessuno dei<br />

metodi di separazione fin qui incontrati ( filtrazione, decantazione,…) è in grado di separare i componenti di una<br />

soluzione. Vedremo infine come si possono separare liquidi tra loro miscibili mediante una distillazione.<br />

Infine possiamo avere anche miscele omogenee acqua /gas o più genericamente liquido/gas: un esempio comune sono le<br />

nostre bottiglie di acqua minerale gasata naturale o meno. Si può aggiungere che il gas disciolto nell’acqua è biossido di<br />

carbonio, uguale a quello che emettiamo nella nostra respirazione.<br />

Nella terza fase vengono approfondite le soluzioni a partire da quelle generate da un sale sciolto in acqua. Utilizzando<br />

un sale colorato (per esempio il solfato di rame) iniziamo a scioglierne quantità sempre maggiori nello stesso volume di<br />

acqua. Si traggono le seguenti conclusioni:<br />

______________________________<br />

2. F.Olmi, M.G. Cosenza, A. Pezzini, Di cosa son fatte le cose,CnS -La <strong>Chimica</strong> nella scuola, Anno XXX, n. 4, 2008 , p. 62.<br />

CnS – La <strong>Chimica</strong> nella Scuola Ottobre – Dicembre 2009

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