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4 - Società Chimica Italiana

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Alessandro Pezzini, Daniela Sorgente<br />

dall'alto e non è da lui verificabile. Inoltre in genere gli alunni tendono ad attribuire alle particelle (microscopiche) le<br />

stesse caratteristiche (macroscopiche) della materia (colore, dilatazione, passaggi di stato). A volte sono indotti a<br />

confondersi tra particelle e granelli di polveri. In conclusione, a nostro avviso l'interpretazione della struttura della<br />

materia (particellarità) in definitiva può essere rimandata alla scuola secondaria di secondo grado.<br />

Procedendo con l'esame delle competenze delineate nelle indicazioni per il curricolo proposto, si può notare che fanno<br />

ampio riferimento all'osservazione di aspetti fenomenologici della chimica, mettendo in risalto allo stesso tempo<br />

l’esigenza del coinvolgimento attivo dell'alunno che “descrive”, “esegue”, “interpreta”, “definisce” e “riconosce”,<br />

costruendo così il proprio sapere e apprendendo in modo significativo e ciò è pienamente condivisibile.<br />

Abbiamo visto poi che le “Indicazioni” ministeriali erano criticabili in due caratteristiche: una certa vaghezza che può<br />

lasciare troppo spazio ad una errata interpretazione; una scarsità di indicazioni metodologiche che può causare nel<br />

docente incertezza sul come perseguire la costruzione delle competenze. In questo senso quindi abbiamo proseguito la<br />

lettura del curricolo proposto dalla DD/SCI, evidenziando passaggi che possano dare adito a più di una interpretazione.<br />

Alcune competenze sono accompagnate da elenchi di obiettivi nei quali vengono esplicitati alcuni esempi e poi si lascia<br />

in sospeso con dei puntini: aver completato l'elenco avrebbe evitato che i puntini possano lasciare spazio ad affrontare<br />

concetti o ad utilizzare procedure non adeguate o che in corrispondenza delle competenze vengano formulati obiettivi di<br />

conoscenza e abilità inadeguati.<br />

D’altra parte occorre anche riflettere sul fatto che se tutte le competenze fossero state coniugate in obiettivi di<br />

conoscenza e abilità si ….sarebbe rubato il mestiere agli insegnanti (!): nella scuola dell’autonomia sono gli insegnanti<br />

che devono essere in grado di formulare gli obiettivi in relazione alla progettazione dei propri percorsi didattici.<br />

Si possono fare anche osservazioni, a nostro avviso migliorative, in alcuni punti specifici delle Indicazione per il<br />

curricolo di chimica: la Tab.1 riporta le nostre proposte, con le variazioni evidenziate in corsivo. Riteniamo che alcune<br />

competenze possano essere meglio specificate inserendo elenchi (di volta in volta di proprietà, procedure,<br />

trasformazioni, osservazioni) per una maggiore chiarezza. Inoltre per quanto detto in precedenza crediamo opportuno<br />

rimandare alcune competenze alla scuola secondaria di secondo grado e quindi eliminare nel primo nucleo fondante la<br />

competenza 6 “interpreta gli stati fisici della materia e la formazione di miscele in termini di aggregazione di<br />

particelle” e nel secondo nucleo fondante la competenza 2 “fornisce una prima interpretazione delle osservazioni di<br />

trasformazioni in termini di un modello particellare”.<br />

Inoltre la competenza 1 del primo nucleo fondante che enuncia “l'alunno si rende conto che la materia si presenta sotto<br />

tre stati fisici”, visto il curricolo proposto dalla Commissione Curricoli della Divisione di Didattica della Società<br />

<strong>Chimica</strong> <strong>Italiana</strong> per la scuola primaria, sembra più un prerequisito che una competenza da raggiungere nella scuola<br />

secondaria di primo grado e quindi a nostra avviso non rientra nelle competenze.<br />

Due esempi di percorsi didattici<br />

Al fine di dare concretezza all’utilità di poter seguire suggerimenti fondati presenti su “Indicazioni..” emerse dalla<br />

ricerca didattica, abbiamo voluto qui inserire due esempi di percorsi che si riferiscono alle competenze del curricolo<br />

proposto dalla DD/SCI.<br />

Il primo riguarda le sostanze acide e basiche. La competenza a cui si riferisce riporta: “l'alunno definisce e riconosce<br />

operativamente sostanze acide e basiche, soprattutto con riferimento al quotidiano, facendo uso di indicatori e della<br />

scala di pH come scala di comparazione (colore/numero) tra acidi e basi e sali neutri”.<br />

Il docente, nella costruzione della propria programmazione annuale, declina per prima cosa questa competenza in<br />

termini di conoscenza ed abilità, tenendo ben presente la metodologia da seguire che viene suggerita: l'alunno lavora a<br />

livello sperimentale, concreto e con in riferimento a quanto cade nella propria sfera di esperienza quotidiana. Il docente<br />

quindi non entrerà nel merito del significato microscopico dell'acidità e della basicità delle sostanze riferita a formule e<br />

utilizzerà come punto di partenza sostanze note all'alunno (latte, succo di limone, acidi e basi di uso domestico).<br />

Le conoscenze e le abilità acquisite dall'alunno al termine del percorso sono:<br />

- osserva e descrive le caratteristiche macroscopiche di alcune sostanze acide e basiche (succo di limone, bicarbonato di<br />

sodio);<br />

- utilizza correttamente indicatori della scala di pH distinguendo le sostanze proposte in acide, basiche e neutre;<br />

- esegue neutralizzazioni di sostanze acide e basiche;<br />

- identifica i sali come sostanze formate dall'unione di sostanze acide e basiche;<br />

- fornisce esempi di sostanze acide e basiche e di sali tratte dall’esperienza quotidiana e dal lavoro condotto in<br />

laboratorio.<br />

Il percorso si svolge in più fasi. Nella prima fase il docente indaga sulle conoscenze degli alunni riguardo i concetti di<br />

acido e base. Solitamente, mentre gli alunni hanno un concetto di sostanza acida come di sostanza che è aspra al gusto e<br />

corrosiva verso altre sostanze, non posseggono ancora un concetto di sostanza basica. La situazione problematica da<br />

risolvere è: cosa sono gli acidi e le basi Come si comportano Generalmente i problemi restano aperti e in una seconda<br />

fase il docente invita gli alunni a portare a scuola sostanze di comune utilizzo casalingo (latte, vino, aceto, frutta, verdu-<br />

Ottobre – Dicembre 2009 CnS – La <strong>Chimica</strong> nella Scuola<br />

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