4 - Società Chimica Italiana
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Scienze e linguaggio:<br />
intreccio tra l'educazione scientifica e<br />
l'educazione linguistica nella scuola primaria<br />
Rosarina Carpignano 1 , Giuseppina Cerrato 1, 2 , Daniela Lanfranco 1 , Elisa Meloni 1<br />
1 Gruppo di Didattica <strong>Chimica</strong> dell’Università degli Studi di Torino<br />
2 Dipartimento di <strong>Chimica</strong> IFM – Università degli Studi di Torino<br />
via Pietro Giuria, 7 – 10125 Torino<br />
email: giuseppina.cerrato@unito.it<br />
«Una buona scienza non è altro<br />
che una lingua ben fatta » 1<br />
Riassunto<br />
L’educazione scientifica e l’educazione linguistica sono strettamente correlate: attività linguistiche di vario tipo e<br />
complessità attraversano e influenzano ogni momento dell’apprendimento scientifico, che, d’altra parte, nell’approccio<br />
fenomenologico e laboratoriale è particolarmente fecondo per l’acquisizione di competenze linguistiche a livello di<br />
scuola primaria. In questa ottica l’insegnante si configura insieme come “mediatore dell’apprendimento scientifico” e<br />
“mediatore linguistico”.<br />
In questo articolo si esaminano le funzioni del linguaggio -e anche i possibili ostacoli- nell’apprendimento scientifico e<br />
si mette in luce l’intreccio tra educazione scientifica ed educazione linguistica nei programmi scolastici italiani e<br />
francesi, con particolare riguardo all’importante lavoro operato dalla Commissione Curricoli della DD-SCI e alla<br />
“démarche d’investigation et recherche” della scuola primaria francese.<br />
Introduzione<br />
Per generare un apprendimento significativo, l’insegnamento scientifico, che si rivolge ai bambini della scuola<br />
elementare, deve basarsi sul fare, sull’esperienza, sul pieno utilizzo dei sensi; deve, cioè, coinvolgere la globalità del<br />
soggetto in crescita, la sua “mente” tanto quanto il suo “cuore” ed il suo “corpo”. Ed è proprio il “corpo” la porta<br />
d’accesso che il bambino possiede per conoscere il mondo che lo circonda, e per acquisire quei nuovi saperi scientifici<br />
che lo aiuteranno a comprenderne il funzionamento, le relazioni complesse, le leggi, le problematiche e le sfide attuali.<br />
Parlare di un “approccio laboratoriale” nella Didattica delle Scienze significa proprio affermare l’esigenza di<br />
un’integrazione costante tra il pensiero e l’azione, tra il sapere ed il fare, tra i saperi propri, quelli dei compagni, quelli<br />
formalizzati, e quelli costruiti insieme, nella manipolazione diretta delle cose.<br />
Fare scienze in questa ottica fenomenologica e laboratoriale richiede all’insegnante un nuovo posizionamento, un<br />
nuovo modo di pensare il suo ruolo professionale: se, nella tradizione, il maestro si configurava come principale<br />
“detentore dei saperi disciplinari” da trasmettere alla classe, con un flusso comunicativo uni-direzionale, nella nuova<br />
prospettiva l’insegnante diventa “mediatore”. Il suo compito, infatti, è quello di fare da “ponte” tra ciò che i bambini già<br />
sanno, il “noto”, e le nuove conoscenze da costruire insieme, l’”ignoto”; tra il singolo bambino ed il gruppo; tra gli<br />
allievi ed il mondo dell’esperienza reale.<br />
E’ veramente importante ritrovare queste stesse fondamentali linee di pedagogia didattica nei materiali elaborati dalla<br />
Commissione Curricoli (CC) della DD-SCI 2 . Nel documento relativo alla Scuola Primaria la CC rompe ogni residuo<br />
indugio sul disciplinarismo, ancora così fortemente radicato nel panorama delle Associazioni italiane, e parla<br />
apertamente di “approccio scientifico al sapere” dichiarando che “ i contenuti sono completamente di servizio allo<br />
sviluppo delle abilità di base fondamentali per rendere gli alunni capaci di costruire il proprio sapere “. Il testo dice<br />
anche che detti contenuti “saranno scelti tra quelli che creano meno ostacoli cognitivi, cioè quelli meno carichi di<br />
teoria. L’obiettivo della didattica laboratoriale o comunque della didattica delle scienze alla primaria non è<br />
l’acquisizione da parte dei bambini di contenuti scientifici né del “metodo scientifico” (quasi ce ne fosse uno e uno<br />
solo), bensì l’acquisizione di una soggettività del bambino nel suo stesso processo di apprendimento”.<br />
______________________________<br />
1. DE MAURO T., “Scienza e lingua”, 1996, www.quipo.it/netpaper/demauro1996.html<br />
2. Commissione Curricoli della DD-SCI- Proposta di un curricolo scientifico per la scuola di base. CnS 2, 52 2000.<br />
Ottobre – Dicembre 2009 CnS – La <strong>Chimica</strong> nella Scuola<br />
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