CAP_17
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Ariosto 1474 - 1533<br />
<strong>17</strong><br />
Vita, opera e due frammenti<br />
«E più mi piace posar le poltre<br />
membra, che di vantarle che alli Sciti<br />
sien state, agli Indi, a li Etiopi et oltre. [...]<br />
Chi vuole andare a torno, a torno vada:<br />
vegga Inghelterra, Ongheria, Francia e Spagna;<br />
a me piace abitar la mia contrada»<br />
pigri arti (braccia, gambe)<br />
dagli sciti (popolo dell'Asia centrale)<br />
in giro<br />
veda; Ungheria<br />
quartiere<br />
Satira 3<br />
Ludovico Ariosto (Reggio Emilia, 1474 – Ferrara, 1533) è stato un poeta e commediografo italiano, autore<br />
dell'Orlando Furioso (1516-32). È considerato uno degli autori più celebri del suo tempo e l’ultimo dei grandi<br />
Umanisti. Il suo Furioso era differente dalle opere letterarie precedenti: non è più solo un poema di corte vero<br />
e proprio, ma è la prima opera letteraria di intrattenimento pensata e curata per la pubblicazione a stampa,<br />
cioè per la diffusione presso un pubblico più vasto possibile. Si tratta perciò della prima opera di letteratura<br />
moderna nella cultura occidentale. La sua rima in ottava, definita "ottava d'oro", rappresenta uno dei punti più<br />
alti della letteratura rinascimentale.<br />
Ariosto nelle sue opere lascia di sé l'immagine di uomo amante della vita sedentaria e tranquilla e dell'evasione<br />
fantastica. In realtà, per dovere o per scelta, egli viaggiò molto e dimostrò anche notevoli doti pratiche quando<br />
ottenne incarichi di responsabilità.<br />
L'Orlando Furioso<br />
L'Orlando Furioso è un poema cavalleresco diviso in 46 canti e<br />
scritto in ottave (in 16 anni il poeta scriverà 38.736 versi in totale,<br />
mediamente 105 ottave o 840 versi per canto). Ariosto è un<br />
grande conoscitore della cultura cavalleresca e nel suo poema<br />
riprende la tradizione del ciclo carolingio, ovvero le imprese di<br />
Carlo Magno e dei suoi paladini, e in parte del ciclo bretone,<br />
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ovvero re Artù ed i cavalieri della Tavola Rotonda. Il poema fu pensato come opera di intrattenimento, ed era indirizzato<br />
ad un pubblico di cortigiani e di persone colte, tutte persone che potevano capire gli intrecci tematici.<br />
La lingua<br />
Il Furioso è scritto in una lingua colta ma comprensibile, leggera e spiritosa: è il “fiorentino illustre”, quello della<br />
nobiltà del tempo. In questo modo riesce a rendere il suo poema oggetto di interesse in ambienti signorili diversi:<br />
ne consegue una maggiore circolazione dell’opera. Si potrebbe dire che l'OF fu il primo bestseller della<br />
storia.<br />
Il metro<br />
L‘Orlando Furioso è composto in ottave, strofe di otto endecasillabi, i primi sei a rima alternata e gli ultimi due<br />
a rima baciata (abababcc). E‘ un metro che era stato impiegato fino dal XII secolo nei poemi cavallereschi<br />
franco-italiani e nella poesia narrativa popolare recitata nelle piazze. Con Ariosto, che gli conferisce una grande<br />
eleganza e perfezione formale, diventa il metro narrativo dell’epica.<br />
L’intreccio e la struttura<br />
Personaggi, avvenimenti e luoghi cambiano continuamente; i personaggi si incontrano, si scontrano e si allontanano<br />
senza sosta. Come in un teatro rinascimentale, alcuni entrano ed altri escono dalla scena, si inoltrano<br />
in labirinti, isole sconosciute, foreste magiche e castelli incantati alla ricerca di un altro personaggio o di<br />
un oggetto, si perdono e si ritrovano quando meno se lo aspettano in una giostra di avvenimenti. Eppure la<br />
struttura dell'OF non è disordinata: ogni personaggio è seguito costantemente dall‘autore, in modo che tutti i<br />
personaggi formino alla fine un intreccio complesso ma preciso, una „tela di ragno" che tiene sempre sveglia<br />
l‘attenzione di chi ascolta.<br />
Il narratore porta avanti il racconto di più storie contemporanee, interrompendole sul più bello e riprendendole<br />
più avanti. Questo metodo prende il nome francese di entrelacement, cioè intreccio su più piani.<br />
Ogni canto inoltre è introdotto da una premessa in cui la voce narrante, richiamandosi alla trama trattata in quel<br />
canto, fa considerazioni morali sul comportamento umano in generale.<br />
I tre principali fili narrativi:<br />
La guerra mossa dal re africano Agramante contro Carlo Magno in territorio francese per vendicare la<br />
morte del padre;<br />
L’amore di Orlando per Angelica e la ricerca della donna amata. In seguito Orlando, scoperta la relazione<br />
tra lei e Medoro, diventa pazzo. Nel finale, grazie ad Astolfo che recupera il senno sulla luna,<br />
Orlando rinsavisce;<br />
Le vicende amorose tra Ruggiero e Bradamante, con la conversione al cristianesimo di Ruggiero e le<br />
nozze tra i due, dopo lunghe peripezie.<br />
Elementi poetici<br />
Il poema di Ariosto contiene molti elementi della poetica rinascimentale di cui abbiamo già parlato in precedenza:<br />
ricerca di equilibrio, fiducia nei valori umani e gusto della classicità nello stile e nella forma. Il poema è<br />
in continuo equilibrio tra realtà e fantasia, tra realtà e sogno; nessun tema si impone sugli altri.<br />
Il simbolo di questo incrocio tra il mondo reale e quello magico e meraviglioso è l‘ippogrifo, fantasioso incrocio<br />
tra una cavalla e un uccello, con cui Astolfo volerà fino alla Luna per recuperare l'intelletto di Orlando.<br />
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L’uomo centro del poema<br />
Al centro del poema c‘è l‘uomo e la varietà della sua vita, una vita in<br />
continuo movimento e libera da convenzioni: ogni personaggio è quello<br />
che vuole essere fino alle estreme conseguenze (la pazzia, la morte, la<br />
passione totale in amore o in un affetto ecc. Es: Orlando che, ferito nei<br />
sentimenti, libera i suoi istinti più animaleschi). E non è mai l‘intervento<br />
divino a rimettere le cose a posto, ma l‘intervento umano (vedi l'esempio<br />
prima citato di Astolfo che va sulla Luna)<br />
La natura<br />
Cambia continuamente: città, campagne, prati fioriti e deserti, paesi, continenti e pianeti interi scorrono sotto<br />
gli occhi del lettore in apparente disordine; ma la natura costituisce una realtà intimamente unitaria.<br />
I personaggi<br />
Anche i personaggi, sembrano „disordinati“; in realtà tutti insieme, come in un gigantesco affresco, danno un<br />
quadro complessivo della natura umana (cfr. Decameron). I personaggi dell‘O.F., con il loro eroismo e le loro<br />
debolezze, riflettono un aspetto tipico dell‘uomo. Essi oscillano continuamente tra sentimenti e azioni grandiose<br />
e la più meschina mediocrità. Abbiamo così un Orlando, eroe grandioso, serio e patetico che si trasforma<br />
in un personaggio bestiale, grottescamente volgare quando è pazzo; oppure Angelica, immagine di radiosa<br />
bellezza, che in più di una situazione si rivela calcolatrice, capricciosa, provocante.<br />
Orlando Furioso - Le prime due ottave<br />
Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori,<br />
le cortesie, l’audaci imprese io canto,<br />
che furo al tempo che passaro i Mori<br />
d’Africa il mare, e in Francia nocquer tanto,<br />
seguendo l’ire e i giovenil furori<br />
d’Agramante lor re, che si diè vanto<br />
di vendicar la morte di Troiano<br />
sopra re Carlo imperator romano.<br />
Dirò d’Orlando in un medesmo tratto<br />
cosa non detta in prosa mai, né in rima:<br />
che per amor venne in furore e matto,<br />
d’uom che sì saggio era stimato prima;<br />
[...]<br />
le armi<br />
avvennero; gli arabi<br />
fecero danno<br />
personaggio letterario: comandava tutti i re arabi;<br />
voleva vendicare la morte del padre Troiano,<br />
ucciso da Orlando<br />
allo stesso tempo<br />
impazzì<br />
lui che era un uomo così stimato<br />
<strong>17</strong>.1 Ariosto qui già ci offre una breve sintesi di quello che in seguito leggeremo. Prima di continuare fai una<br />
piccola ricerca: chi era "re Carlo imperator romano"; e cosa sai di Orlando, conosciuto in Francia come<br />
Roldàn e delle sue avventure<br />
Attività<br />
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Continuiamo a leggere. Siamo al punto in cui Orlando<br />
impazzisce: Angelica, bellissima protagonista femminile<br />
contesa tra i più importanti paladini di Carlo Magno, Orlando<br />
e Rinaldo, fugge da loro e in un bosco incontra un<br />
umile soldatino moro, Medoro, ferito e abbandonato dai<br />
compagni in ritirata.<br />
Angelica lo soccorre, lo cura e si innamora di lui. I due<br />
vivono una storia appassionata nella capanna di un pastore<br />
e - come fanno molte volte gli innamorati - scrivono<br />
sugli alberi i loro nomi e all'ingresso di una grotta incidono<br />
la storia della loro passione. Quando Orlando arriva<br />
legge le iscrizioni e i nomi dei due amanti, capisce cosa<br />
è successo e la sua follia si scatena.<br />
Orlando Furioso - Pazzo di gelosia<br />
Tre volte e quattro e sei lesse lo scritto<br />
quello infelice, e pur cercando invano<br />
che non vi fosse quel che v’era scritto;<br />
e sempre lo vedea più chiaro e piano:<br />
ed ogni volta in mezzo il petto afflitto<br />
stringersi il cor sentia con fredda mano.<br />
Rimase al fin con gli occhi e con la mente<br />
fissi nel sasso, al sasso indifferente. [...]<br />
Pel bosco errò tutta la notte il conte;<br />
e allo spuntar de la diurna fiamma<br />
lo tornò il suo destin sopra la fonte<br />
dove Medoro isculse l’epigramma.<br />
Veder l’ingiuria sua scritta nel monte<br />
l’accese sì, ch’in lui non restò dramma<br />
che non fosse odio, rabbia, ira e furore;<br />
né più indugiò, che trasse il brando fuore.<br />
Tagliò lo scritto e ’l sasso, e sin al cielo<br />
a volo alzar fe’ le minute schegge.<br />
Infelice quell’antro, ed ogni stelo<br />
in cui Medoro e Angelica si legge!<br />
Così restar quel dì, ch’ombra né gielo<br />
a pastor mai non daran più, né a gregge:<br />
e quella fonte, già si chiara e pura,<br />
da cotanta ira fu poco sicura;<br />
che rami e ceppi e tronchi e sassi e zolle<br />
non cessò di gittar ne le bell’onde,<br />
fin che da sommo ad imo sì turbolle<br />
che non furo mai più chiare né monde. […]<br />
molte volte<br />
pieno di dolore<br />
andò in giro<br />
il sole<br />
riportò<br />
scolpì; iscrizione funeraria o commemorativa<br />
più nulla<br />
sguainò, tirò fuori la spada<br />
in volo; piccole<br />
tronco<br />
Così quel giorno passò tanto i limiti che quel<br />
luogo (la capanna) non darà più ombra e frescura<br />
nè al pastore nè al gregge<br />
così tanta<br />
dalla cima al basso tanto le intorbidò<br />
pulite<br />
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Afflitto e stanco al fin cade ne l’erba,<br />
e ficca gli occhi al cielo, e non fa motto.<br />
Senza cibo e dormir così si serba,<br />
che ’l sole esce tre volte e torna sotto.<br />
Di crescer non cessò la pena acerba,<br />
che fuor del senno al fin l’ebbe condotto.<br />
Il quarto dì, da gran furor commosso,<br />
e maglie e piastre si stracciò di dosso.<br />
Qui riman l’elmo, e là riman lo scudo,<br />
lontan gli arnesi, e più lontan l’usbergo:<br />
l’arme sue tutte, in somma vi concludo,<br />
avean pel bosco differente albergo.<br />
E poi si squarciò i panni, e mostrò ignudo<br />
l’ispido ventre e tutto ’l petto e ’l tergo;<br />
e cominciò la gran follia, sì orrenda,<br />
che de la più non sarà mai ch’intenda.<br />
In tanta rabbia, in tanto furor venne,<br />
che rimase offuscato in ogni senso.<br />
Di tor la spada in man non gli sovenne;<br />
che fatte avria mirabil cose, penso.<br />
Ma né quella, né scure, né bipenne<br />
era bisogno al suo vigore immenso.<br />
Quivi fe’ ben de le sue prove eccelse,<br />
ch’un alto pino al primo crollo svelse:<br />
e svelse dopo il primo altri parecchi,<br />
come fosser finocchi, ebuli o aneti;<br />
e fe’ il simil di querce e d’olmi vecchi,<br />
di faggi e d’orni e d’illici e d’abeti.<br />
[...]<br />
I pastor che sentito hanno il fracasso,<br />
lasciando il gregge sparso alla foresta<br />
chi di qua, chi di là, tutti a gran passo<br />
vi vengono a veder che cosa è questa.<br />
Ma son giunto a qutel segno il qual s’io passo<br />
vi potria la mia istoria esser molesta;<br />
ed io la vo’ più tosto differire,<br />
che v’abbia per lunghezza a fastidire.<br />
fissa<br />
così a lungo rimane<br />
passano tre giorni<br />
fresca, appena iniziata<br />
mosso<br />
parti della corazza<br />
parti della corazza<br />
per finire<br />
posizione<br />
rigido; sedere<br />
una pazzia più grande di questa non si conoscerà<br />
mai.<br />
appannato, oscurato<br />
prendere; venne in mente<br />
ascia<br />
qui fece delle imprese grandissime<br />
con il primo strattone strappò<br />
specie di erbe<br />
betulla; elce<br />
potrebbe; fastidiosa<br />
spostare a più tardi<br />
annoiare<br />
<strong>17</strong>.2 Hai capito quali sono i temi principali (a livello denotativo) Prova ad elencarli<br />
Attività<br />
77
<strong>17</strong>.3 Quali sono gli elementi "rinascimentali" che si notano nei<br />
versi letti<br />
Attività<br />
<strong>17</strong>.4 Puoi comparare la lingua di Ariosto con la lingua di Dante,<br />
Petrarca e Boccaccio Pensi che ci siano delle differenze Se sì,<br />
quali<br />
<strong>17</strong>.5 La gelosia fa bene all’amore<br />
Come hai sicuramente visto la GELOSIA e le sue conseguenze sono il tema principale di queste ottave.<br />
Leggi gli argomenti a favore e quelli contrari; poi in gruppo (minimo due persone) discutetene in generale<br />
e provate a classificare la gelosia di Orlando.<br />
SÌ<br />
1. La gelosia è una componente dell'amore, se non si è gelosi non si ama veramente.<br />
2. Senza la gelosia l'amore assomiglia all'indifferenza.<br />
3. È una prova d'amore: a molti/e piace che il /la partner sia geloso/a.<br />
4. Amare vuol anche dire soffrire.<br />
5. La gelosia può essere normale, accettabile, o di tipo morboso, inaccettabile.<br />
6. Non sempre la gelosia sfocia in comportamenti di tipo possessivo.<br />
7. "L'occasione fa l'uomo ladro" e la gelosia fa vigilare su possibili tentazioni.<br />
8. Nessuno ne è immune: secondo Freud la gelosia nasce nell'infanzia con la competizione<br />
con il padre o la madre ed i fratelli.<br />
9. La gelosia nasce da un elemento biologico che non si può mutare: chi è sicuro di sé<br />
produce molta serotonina e non soffre di gelosia.<br />
10. A volte è solo un condizionamento culturale: la gelosia è diffusa nelle società basate sulla<br />
proprietà privata.<br />
NO<br />
1. L'amore vero esclude la gelosia perché si basa sulla fiducia e sul rispetto.<br />
2. La gelosia comincia quando finisce l'amore.<br />
3. È una componente dell'amore unilaterale, in quello bilaterale non ha ragione di esistere.<br />
4. Se appare la gelosia vuoi dire che uno dei partner non è realmente innamorato o non<br />
vuole innamorarsi.<br />
5. È tipica delle persone insicure che non credono di valere come individui e pensano che<br />
la persona amata trovi altrove ciò che manca a loro.<br />
6. Le persone gelose vedono negli altri ciò che non possono riconoscere in sé.<br />
7. Spesso nasce dalla distanza fisica o socioculturale tra due persone.<br />
8. Non è una prevenzione contro il tradimento. In realtà non può impedirlo, ma anzi lo stimola.<br />
9. La gelosia può sfociare nell'ossessività e nelle paranoie.<br />
10. È un sentimento barbaro diffuso tra gli uomini: nel 96% dei casi di violenza generati dalla<br />
gelosia le vittime sono di sesso femminile.<br />
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Come hai letto all'inizio, un'altro filo tematico dell'OF è la guerra mossa dal re africano Agramante contro Carlo<br />
Magno in territorio francese per vendicare la morte del padre.<br />
Nelle ottave seguenti si racconta di come i Mori, arrivati alle porte di Parigi, cercano di penetrare nella città<br />
assediata. Un saraceno in particolare, Rodomonte, si lancia da solo nella città come una furia devastatrice e<br />
solo con grande fatica viene fermato da Carlo e i suoi paladini. Leggiamo:<br />
Orlando Furioso- L’assedio di Parigi<br />
Getta il pagan lo scudo, e a duo man prende<br />
la crudel spada, e giunge il duca Arnolfo.<br />
Costui venìa di là dove discende<br />
l’acqua del Reno nel salato golfo.<br />
Quel miser contra lui non si difende<br />
meglio che faccia contra il fuoco il zolfo;<br />
e cade in terra, e dà l’ultimo crollo,<br />
dal capo fesso un palmo sotto il collo.<br />
Uccide di rovescio in una volta<br />
Anselmo, Oldrado, Spineloccio e Prando:<br />
[...]<br />
Rodomonte<br />
nel Mare del Nord, poco a sud di Rotterdam:<br />
Arnolfo quindi è olandese<br />
meglio di quanto non si difenda lo zolfo (che è<br />
infiammabilissimo) dal fuoco.<br />
tagliato in due fino ad un palmo sotto il collo<br />
con un colpo solo. I quattro sono visti come una<br />
massa compatta tagliata a metà dalla terribile<br />
spada.<br />
Getta da’ merli Andropono e Moschino<br />
giù ne la fossa: il primo è sacerdote;<br />
non adora il secondo altro che ’l vino,<br />
e le bigonce a un sorso n’ha già vuote.<br />
Come veneno e sangue viperino<br />
l’acque fuggia quanto fuggir si puote:<br />
or quivi muore; e quel che più l’annoia,<br />
è ’l sentir che nell’acqua se ne muoia.<br />
Tagliò in due parti il provenzal Luigi,<br />
e passò il petto al tolosano Arnaldo.<br />
Di Torse Oberto, Claudio, Ugo e Dionigi<br />
mandar lo spirto fuor col sangue caldo;<br />
e presso a questi, quattro da Parigi,<br />
Gualtiero, Satallone, Odo ed Ambaldo,<br />
ed altri molti: ed io non saprei come<br />
di tutti nominar la patria e il nome.<br />
rialzamento sul muro perimetrale del castello<br />
e vuota un secchio di <strong>17</strong> litri con un solo sorso<br />
Moschino fuggiva il più possibile dall'acqua, ma<br />
ci muore dentro; disturba<br />
della Provenza, in Francia<br />
fa uscire l'anima<br />
<strong>17</strong>.6 Il personaggio di Rodomonte è la personificazione della forza, della violenza e del coraggio del<br />
guerriero. A chi associ questo personaggio (cinema, letteratura, poesia)<br />
<strong>17</strong>.7 Dal carattere del personaggio di Rodomonte deriva il termine italiano essere un Rodomonte, che<br />
sta a significare gradasso, bullo, pallone gonfiato, sbruffone.<br />
Attività<br />
<strong>17</strong>.8 Come potresti tradurre questo termine nella tua lingua/nel tuo dialetto<br />
79
Per finire, parliamo di un’arma che fa la sua comparsa sui campi di battaglia nel XV e XVI: l'ARCHIBUGIO.<br />
All’epoca di Ariosto quest'arma veniva considerata frutto dell'ingegno del diavolo, un "abominoso ordigno" capace<br />
di spostare le sorti di una guerra a vantaggio di chi lo possedeva. Ariosto, stravolgendo completamente<br />
la realtà storica, lo inserisce nel IX canto del suo poema: Orlando toglierà dalle mani di Cimosco, re di Frisia,<br />
l'archibugio (il ferro bugio) e dopo aver ucciso il proprietario lo getterà<br />
in fondo al mare, tanto diabolica era la sua origine e tanto<br />
funesto ed efficace era il suo utilizzo in guerra.<br />
Leggiamo la descrizione che Olimpia, contessa d'Olanda, fa a Orlando<br />
della terribile arma che ha ucciso il padre e i suoi fratelli:<br />
Orlando Furioso – l’archibugio<br />
[...]<br />
un ferro bugio, lungo da dua braccia,<br />
dentro a cui polve ed una palla caccia.<br />
Col fuoco dietro ove la canna è chiusa,<br />
tocca un spiraglio che si vede a pena;<br />
a guisa che toccare il medico usa<br />
dove è bisogno d'allacciar la vena:<br />
onde vien con tal suon la palla esclusa,<br />
che si può dir che tuona e che balena;<br />
né men che soglia il fulmine ove passa,<br />
ciò che tocca, arde, abatte, apre e fracassa.<br />
Pose due volte il nostro campo in rotta<br />
con questo inganno, e i miei fratelli uccise:<br />
nel primo assalto il primo; che la botta,<br />
rotto l'usbergo, in mezzo il cor gli mise;<br />
ne l'altra zuffa a l'altro, il quale in frotta<br />
fuggìa, dal corpo l'anima divise;<br />
e lo ferì lontan dietro la spalla,<br />
e fuor del petto uscir fece la palla<br />
circa un metro e mezzo;<br />
si mette<br />
con il fuoco ... si tocca un'apertura, un buco;<br />
come è solito fare;<br />
quando bisogna cauterizzare una ferita;<br />
sparata via, espulsa<br />
simile al tuono e al lampo<br />
come è solito fare il fulmine quando passa<br />
accampamento; in fuga<br />
l'armatura<br />
nell'altra battaglia (uccise) l'altro; in fretta<br />
fuggiva<br />
<strong>17</strong>.9 Secondo te quali sono le invenzioni che hanno cambiato il corso delle guerre, dall'antichità ai giorni<br />
nostri<br />
Attività<br />
<strong>17</strong>.10 Se per un giorno fossi il re/la regina del mondo e potessi decidere di far sparire tutte le armi dal<br />
mondo, lo faresti Pensi che questo cambierebbe il corso della storia Pensi che l'essere umano sarebbe<br />
migliore Esprimi la tua opinione per iscritto (ca. 100 parole) e alla fine esponi il tuo pensiero alla<br />
classe.<br />
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