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il geometra bresciano - Collegio Geometri e Geometri Laureati della ...

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IL GEOMETRA<br />

BRESCIANO<br />

Rivista bimestrale<br />

d'informazione<br />

del <strong>Collegio</strong> <strong>Geometri</strong><br />

<strong>della</strong> provincia di Brescia<br />

Il quadro <strong>della</strong> pittrice<br />

prof. Livia Cavicchi, esposto nella sede del <strong>Collegio</strong><br />

<strong>Geometri</strong> di Brescia, sintetizza con efficacia la<br />

multiforme attività del <strong>geometra</strong> nei secoli.<br />

Direttore responsab<strong>il</strong>e<br />

Bruno Bossini<br />

Segretaria di redazione<br />

Carla Comincini<br />

Redazione<br />

Raffaella Annovazzi, Manuel Antonini,<br />

Giuseppe Battaglia, Nadia Bettari, Laura Cinelli,<br />

Alessandro Colonna, Mario Comincini,<br />

Stefania Confeggi, Alfredo Dellaglio,<br />

Giovanni Fasser, Piero Fiaccavento,<br />

Stefano Fracascio, Francesco Ganda,<br />

Francesco Lonati, Guido Maffioletti,<br />

Franco Manfredini, Giuseppe Mori,<br />

Lorenzo Negrini, Patrizia Pinciroli,<br />

Giovanni Platto, Mariangela Scotti, Valeria Sonvico,<br />

Marco Tognolatti, Giuseppe Zipponi<br />

Hanno collaborato a questo numero<br />

Beppe Battaglia, Giuseppe Bertussi,<br />

Fabio Domenico Delbarba, Francesco Cuzzetti,<br />

Guido Lombardi, Franco Robecchi<br />

Direzione, redazione e amministrazione<br />

25128 Brescia - P.le Cesare Battisti 12<br />

Tel. 030/3706411<br />

www.collegio.geometri.bs.it<br />

Editing, grafica e impaginazione<br />

Francesco Lonati<br />

Fotografie<br />

Studio Eden e Francesco Lonati<br />

Concessionario <strong>della</strong> pubblicità<br />

Emmedigi Pubblicità<br />

Via Malta 6/b - 25125 Brescia<br />

Tel. 030/224121 - Fax: 030/226031<br />

Stampa<br />

IGB Group/Grafo<br />

Via A. Volta 21/A - 25010 S. Zeno Naviglio (Brescia)<br />

Tel. 030.35.42.997 - Fax: 030.35.46.20<br />

Di questa rivista sono state stampate copie,<br />

che vengono inviate a tutti gli iscritti dei Collegi di Brescia,<br />

Cremona, Lodi, Mantova, Sondrio.<br />

Sommario<br />

EDITORIALE - Semplificazioni e professionalità<br />

2<br />

INTERVISTA - Una Consulta regionale per<br />

far sentire la voce dei geometri lombardi 4<br />

DALLA CASSA - Il giudizio <strong>della</strong> Corte dei<br />

Conti sul consuntivo 2009 <strong>della</strong> Cassa di<br />

previdenza 10<br />

L’analisi del Censis conferma l’attualità<br />

<strong>della</strong> professione del <strong>geometra</strong> 14<br />

URBANISTICA - Scia: nuova possib<strong>il</strong>ità per e-<br />

seguire un intervento ed<strong>il</strong>izio 16<br />

SCUOLA - Colmare la distanza tra scuola e<br />

mondo del lavoro 20<br />

LEGALE - Il sottotetto e la proprietà dell’ultimo<br />

piano condominiale 24<br />

LEGISLAZIONE - Le nuove regole sulla mediazione<br />

facoltativa e obbligatoria 26<br />

LAVORI DI GEOMETRI - Da San Felice a Gardone<br />

Riviera passeggiando in riva al lago<br />

sospesi sull’acqua 30<br />

AGRICOLTURA & FORESTE - Agriturismo<br />

ed ed<strong>il</strong>izia: poche regole di base 42<br />

L’agricoltura in cerca di riscatto 44<br />

SICUREZZA CANTIERI - Applicab<strong>il</strong>ità del<br />

D.lgs 81/2008 agli studi professionali 46<br />

DAL COLLEGIO DI BRESCIA - Brescia ospita<br />

la XIV Conferenza nazionale di Asita 52<br />

DAL COLLEGIO DI LODI - Autorizzazione<br />

paesaggistica per interventi di lieve entità:<br />

in vigore <strong>il</strong> nuovo regolamento 56<br />

DAL COLLEGIO DI MANTOVA - Due importanti<br />

convegni del <strong>Collegio</strong> di Mantova<br />

su “Sicurezza” e “Pregeo 10” 64<br />

DAL COLLEGIO DI SONDRIO - Alcune considerazioni<br />

sulle nuove norme emanate<br />

negli ultimi quattro mesi 66<br />

I dispositivi individuali di protezione anticaduta<br />

secondo le norme “Uni EN” 68<br />

GEOLOGIA - Geologia e geotecnica nelle<br />

“Norme tecniche per le costruzioni” 74<br />

TEMPO LIBERO - Regolamento del XVI<br />

campionato sci alpino e nordico per geometri<br />

professionisti 80<br />

CULTURA - Gli inediti esami del candidato<br />

Rodolfo Vantini 84<br />

Il Centro Studi San Martino per la storia<br />

dell’agricoltura e l’ambiente 92<br />

Novità di legge 96<br />

La parola agli esperti 98<br />

Aggiornamento Albo 106<br />

N. 5 - 2010 settembre-ottobre<br />

Pubblicazione iscritta al n. 9/75 del registro Giornali<br />

e periodici del Tribunale di Brescia <strong>il</strong> 14-10-1975<br />

Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale<br />

D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n°46)<br />

art. 1, comma 1, DCB Brescia<br />

Associato alI’USPI<br />

Gli articoli firmati o siglati rispecchiano soltanto <strong>il</strong> pensiero dell'Autore e<br />

non impegnano né la rivista né <strong>il</strong> <strong>Collegio</strong> <strong>Geometri</strong>. È concessa la facoltà<br />

di riproduzione degli articoli e delle <strong>il</strong>lustrazioni citando la fonte. Gli articoli<br />

e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 1


EDITORIALE<br />

Bruno Bossini<br />

Semplificazioni<br />

e professionalità<br />

Si assiste da qualche<br />

anno al meritorio<br />

tentativo dello Stato<br />

e <strong>della</strong> Regione Lombardia<br />

di sburocratizzare le<br />

procedure tecniche nell’ambito<br />

delle trasformazioni e-<br />

d<strong>il</strong>izie. L’intenzione, encomiab<strong>il</strong>e,<br />

è quella di rendere<br />

più rapido l’accoglimento<br />

delle richieste del cittadino<br />

riguardo alle autorizzazioni<br />

ed<strong>il</strong>izie, ai permessi a costruire<br />

e al r<strong>il</strong>ascio dei pareri<br />

di competenza (paesistico,<br />

idrogeologico, ecc..) nel<br />

caso in cui le istanze riguardino<br />

terreni o fabbricati<br />

posti in zona di vincolo.<br />

Rientra in questo intendimento<br />

legislativo, l’approvazione<br />

con D.L. n. 78 del 30<br />

luglio 2010 n. 122 <strong>della</strong> cosìddetta<br />

Scia (Segnalazione<br />

Certificata di Inizio Attività)<br />

che dopo alcuni dubbi sulla<br />

sua applicab<strong>il</strong>ità negli ambiti<br />

di trasformazione del<br />

territorio, è ora entrata a tutti<br />

gli effetti nel novero delle<br />

possib<strong>il</strong>ità a disposizione<br />

dei cittadini e dei proprietari<br />

che intendano dare i-<br />

nizio a un cantiere. Al riguardo<br />

a pag. 16 <strong>il</strong> collega<br />

Giuseppe Zipponi, riferendosi<br />

al recento Convegno organizzato<br />

dal <strong>Collegio</strong> su<br />

questo tema, ci offre tutti i<br />

dettagli sull’applicab<strong>il</strong>ità<br />

<strong>della</strong> nuova normativa. In<br />

questa sede, vorrei soffermarmi<br />

però sui pericoli che<br />

spesso i progettisti e i committenti<br />

corrono quando si<br />

apprestano a mettere in atto<br />

procedure semplificate senza<br />

la necessaria professionalità<br />

e senza la precisa conoscenza<br />

di tutti gli aspetti giuridici<br />

che sottendono.<br />

È ciò che avviene per e-<br />

sempio quando <strong>il</strong> professionista<br />

ricorre alla possib<strong>il</strong>ità<br />

di ridurre o annullare i tempi<br />

di approvazione <strong>della</strong> domanda<br />

di trasformazione e-<br />

d<strong>il</strong>izia (come nel caso <strong>della</strong><br />

Scia, che consente l’inizio<br />

dei lavori in contemporanea<br />

con la sua segnalazione all’Amministrazione)<br />

sacrificando<br />

altre certezze non<br />

meno importanti per <strong>il</strong> committente<br />

riguardanti l’intervento<br />

progettuale che sta<br />

per mettere in atto (si pensi<br />

alla responsab<strong>il</strong>ità congiunta<br />

tra <strong>il</strong> progettista e <strong>il</strong><br />

committente in caso di non<br />

conformità delle opere alle<br />

NTA vigenti).<br />

Insomma non sempre la risoluzione<br />

ottimale dei problemi<br />

procedurali coincide<br />

coi tempi “più brevi” e le ragioni<br />

sono molteplici.<br />

Cominciamo col dire che le<br />

norme di semplificazione si<br />

riferiscono a leggi e regole<br />

vigenti; che le semplificazioni<br />

sono state introdotte<br />

per snellire i passaggi più<br />

macchinosi delle leggi e renderne<br />

economicamente più<br />

vantaggiosa e rapida l’applicazione.<br />

Si consideri al riguardo<br />

che le “regole”<br />

vigenti, soprattutto<br />

quelle più complesse,<br />

sono ormai cono-<br />

sciute e consolidate nella<br />

loro applicazione, sia nell’esperienza<br />

di chi deve applicarle<br />

(professionisti), sia di<br />

chi deve farle applicare (gli<br />

uffici amministrativi). E, proprio<br />

perché da tempo abitudinariamente<br />

“fatte proprie”<br />

dagli uffici tecnici,<br />

sono diffic<strong>il</strong>mente modificab<strong>il</strong>i,<br />

soprattutto quando la<br />

loro applicazione richiede<br />

uno sforzo mentale, l’impiego<br />

cioè di quel “buon<br />

senso” che non tutti i responsab<strong>il</strong>i<br />

di procedimento<br />

intendono sforzarsi di esercitare.<br />

In questo caso, diventa fondamentale<br />

per <strong>il</strong> professionista<br />

un’approfondita conoscenza<br />

e dimestichezza sia<br />

<strong>della</strong> normativa già vigente,<br />

sia di quella recentemente<br />

introdotta dalle norme semplificative.<br />

Conoscenze queste che prevedono<br />

una spiccata preparazione<br />

professionale. Oltre<br />

a ciò, nel delicato passaggio<br />

all’applicazione <strong>della</strong> nuova<br />

normativa, <strong>il</strong> professionista<br />

dovrà anche praticare capacità<br />

di persuasione nei confronti<br />

dell’Amministrazione;<br />

così come “chi sta al di là del<br />

banco” dovrà imporsi elasticità<br />

mentale e capacità di a-<br />

nalisi interpretativa delle<br />

nuove norme semplificatorie.<br />

Va anche detto che <strong>il</strong> nostro<br />

sistema legislativo, soprattutto<br />

sui temi urbanistici,<br />

continua a basarsi su aggiustamenti<br />

e abrogazioni successive<br />

del testo nativo di<br />

leggi e decreti che non di<br />

rado trattano argomenti non<br />

direttamente legati a quelli<br />

originari. Tutto ciò non con-<br />

2 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5<br />

L’avv. Mauro Ballerini


EDITORIALE<br />

La nota del Presidente<br />

Consiglio Nazionale e futuro <strong>della</strong> professione<br />

La crisi economica in atto stenta a concludersi con una<br />

significativa ripresa.<br />

La nostra professione, agganciata com’è all’ed<strong>il</strong>izia e alle<br />

attività produttive, ne ha molto risentito, anche se ad allargarne<br />

lo spazio professionale hanno provveduto nuovi ambiti di attività:<br />

la sicurezza cantieri, <strong>il</strong> risparmio energetico, l’acustica<br />

negli edifici ed altre mansioni che <strong>il</strong> <strong>geometra</strong> può liberamente<br />

esercitare.<br />

Nel modo di praticare la nostra professione è finita un’epoca<br />

e ne è comincia un’altra che richiede maggior preparazione<br />

culturale e un di più di qualità professionale.<br />

Proprio in questa direzione <strong>il</strong> Consiglio Nazionale <strong>Geometri</strong><br />

e <strong>Geometri</strong> <strong>Laureati</strong> si sta impegnando molto: lo si nota<br />

specialmente frequentando le assemblee dei Presidenti che rispetto<br />

al passato sono sempre più numerose.<br />

Quasi giornalmente dal Consiglio Nazionale arrivano ai<br />

Collegi o sui tavoli dei Consiglieri Provinciali notizie, proposte,<br />

stimoli, incitamenti a migliorare l’attività professionale del <strong>geometra</strong>;<br />

nelle assemblee dei Presidenti affiorano problemi e proposte<br />

che, oltre ad interessare l’intera categoria, pongono l’accento<br />

su difficoltà e problematiche locali spesso differenti da<br />

regione a regione.<br />

Le assemblee e gli incontri nazionali e regionali, sempre<br />

molto vivi e partecipati, consentono scambi di conoscenze e<br />

di opinioni, necessari per formulare proposte nuove. Senza conoscenze,<br />

infatti, non si può programmare <strong>il</strong> futuro in modo<br />

serio ed efficace. Va dato atto al Consiglio Nazionale <strong>Geometri</strong><br />

di aver predisposto un fitto calendario d’incontri ut<strong>il</strong>i ai Collegi<br />

per esprimere idee e fare analisi e confronti. I corsi di formazione<br />

e aggiornamento che <strong>il</strong> Consiglio propone sono un’ut<strong>il</strong>e<br />

mezzo per migliorare la qualità <strong>della</strong> categoria.<br />

L’impegno assiduo e gravoso del Consiglio Nazionale<br />

sulle competenze professionali dei geometri, purtroppo non<br />

riesce a concretizzarsi a causa degli antagonismi e delle contrapposizioni<br />

<strong>della</strong> politica parlamentare. Lo stallo che ne deriva<br />

non preclude tuttavia l’appoggio e la condivisione che la<br />

categoria esprime al Consiglio Nazionale, del quale riconosce<br />

<strong>il</strong> massimo impegno e la concretezza decisionale.<br />

Il Presidente<br />

geom. Giovanni Platto<br />

o (nel caso <strong>della</strong> Scia, come<br />

già detto) anche al committente.Come<br />

ben si capisce,<br />

applicare le<br />

norme semplificasente<br />

mai, o quasi mai, una<br />

lettura organica e univoca<br />

del testo emendato, con le<br />

conseguenti difficoltà di applicazione<br />

di testi legislativi<br />

sempre poco chiari.<br />

Sui progettisti peraltro pesano<br />

anche diverse responsab<strong>il</strong>ità<br />

sul fronte del loro<br />

mandato: <strong>il</strong> committente<br />

che si affida loro per le scelte<br />

procedurali (Dia/Scia o Permesso<br />

a costruire) e si fida<br />

delle loro capacità tecniche,<br />

non tiene mai conto (o non<br />

vuole proprio tenere conto)<br />

che la responsab<strong>il</strong>ità <strong>della</strong><br />

scelta di una procedura piuttosto<br />

di un’altra può, in alcuni<br />

casi, ricadere anche su<br />

di lui.<br />

Pensiamo solo alle norme<br />

che riguardano la diversa<br />

tempistica di inizio lavori:<br />

nel caso <strong>della</strong> Scia è prevista<br />

dalla data <strong>della</strong> denuncia;<br />

nel caso <strong>della</strong> Dia dal 31°<br />

giorno dalla denuncia e, nel<br />

caso del Permesso a costruire,<br />

solo dopo <strong>il</strong> suo ottenimento.<br />

La scelta di una procedura<br />

piuttosto di un’altra può a-<br />

vere molta r<strong>il</strong>evanza: nel<br />

caso in cui l’Amministrazione<br />

debba per qualunque<br />

ragione (giustificata o meno)<br />

impugnare <strong>il</strong> procedimento<br />

e quindi ritenere <strong>il</strong>legittimo<br />

l’inizio dei lavori, gravi responsab<strong>il</strong>ità<br />

potrebbero essere<br />

imputate al progettista<br />

tive è tutt’altro che fac<strong>il</strong>e:<br />

quindi, pur ribadendo con<br />

forza che un bravo e capace<br />

<strong>geometra</strong> professionista ha<br />

certamente <strong>il</strong> discernimento<br />

per risolvere tutte le problematiche,<br />

ben venga <strong>il</strong> richiamo<br />

che l’avv. Mauro Ballarini<br />

ha espresso al Convegno<br />

sulla Scia suggerendo<br />

cautela e grande attenzione<br />

nell’applicazione <strong>della</strong> nuova<br />

procedura, al fine di non<br />

incorrere in responsab<strong>il</strong>ità<br />

cui potrebbe essere diffic<strong>il</strong>e<br />

rimediare.<br />

Nel dubbio applicativo, al di<br />

là <strong>della</strong> specifica e magari<br />

comprovata capacità del<br />

professionista di decidere, a<br />

mio giudizio vale sempre la<br />

regola maestra di ricorrere al<br />

parere di chi ne sa di più: colleghi<br />

esperti in legislazione<br />

urbanistica, colleghi che abbiano<br />

già sperimentato le<br />

nuove norme e, perché no,<br />

responsab<strong>il</strong>i di uffici tecnici<br />

comunali.<br />

❑<br />

Il geom. Antonio Gnecchi<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 3


INTERVISTA<br />

Una Consulta regionale<br />

per far sentire la voce<br />

dei geometri lombardi<br />

L’argomento non è nuovo, anzi. I colleghi<br />

con i capelli bianchi hanno sentito parlare<br />

almeno una decina di volte in questi ultimi<br />

trent’anni d’una articolazione regionale dei<br />

geometri, ovvero d’un organismo intermedio<br />

tra Collegi provinciali e Consiglio nazionale o<br />

d’una consulta che badasse a tutelare gli<br />

interessi <strong>della</strong> categoria nel sempre più<br />

delicato ambito regionale e, nello stesso<br />

tempo, coordinasse <strong>il</strong> contributo dei lombardi<br />

ai vari organismi nazionali dei geometri.<br />

Periodicamente, ad intervalli più o meno<br />

regolari, questa sorta di Araba Fenice ha<br />

fatto la sua comparsa nell’orizzonte degli<br />

strumenti che la categoria si è data per<br />

cercare di incidere laddove vengono prese le<br />

decisioni più importanti che la riguardano. E<br />

purtroppo va detto che, nonostante la<br />

generosità di molti colleghi, <strong>il</strong> “regionale”<br />

come è stato definito a più riprese, non è<br />

mai veramente decollato.<br />

Eppure l’esigenza d’un organismo di questo<br />

genere c’è ed anzi diviene ad ogni stagione<br />

più evidente. A mano a mano che questo<br />

federalismo, ancora incompleto e spesso<br />

contraddittorio, si fa strada nel nostro Paese,<br />

l’assenza d’una struttura regionale efficiente<br />

dei geometri si è infatti imposta in tutta la<br />

sua urgenza e per certi versi drammaticità.<br />

Così <strong>il</strong> cantiere del “regionale”, soprattutto in<br />

Lombardia, è stato riaperto e con rinnovato<br />

impegno negli ultimi cinque anni si è cercato<br />

di dare sostanza e gambe ad un’idea<br />

largamente condivisa: quella di dare ai<br />

geometri lombardi una voce autorevole e<br />

condivisa per far sentire a tutti i livelli le loro<br />

opinioni. Qualche risultato comincia a<br />

vedersi. Ed è per questa ragione che<br />

abbiamo incontrato ed intervistato <strong>il</strong> collega<br />

Michele Specchio, segretario del <strong>Collegio</strong> di<br />

Monza e Brianza ma, soprattutto, presidente<br />

dal 2009 <strong>della</strong> Consulta regionale dei<br />

Collegi dei geometri <strong>della</strong> Lombardia, dopo<br />

esserne stato dal 2007 <strong>il</strong> tesoriere.<br />

Presidente Specchio, innanzitutto<br />

val forse la<br />

pena cominciare a conoscere<br />

la Consulta, capire cos’è prima<br />

di vedere insieme cosa già fa e soprattutto<br />

cosa potrà fare d’ora in a-<br />

vanti.<br />

«La Consulta regionale è innanzitutto<br />

un’interfaccia tra i<br />

presidenti del Collegi lombardi,<br />

un momento forte di<br />

collegamento per cercare di<br />

portare la voce dei geometri<br />

lombardi ovunque serva e<br />

soprattutto ovunque si<br />

prendano decisioni che interessano<br />

la categoria, sia a<br />

livello regionale sia a livello<br />

nazionale. Un momento di<br />

conoscenza, di colloquio e<br />

di confronto tra i presidenti<br />

che ha anche l’obiettivo di<br />

far contare i geometri lombardi<br />

per quello che pesano<br />

nel panorama nazionale. Va<br />

infatti ricordato che in Lombardia<br />

operano ben 17 m<strong>il</strong>a<br />

geometri liberi professionisti<br />

che versano ad e-<br />

sempio alle Casse <strong>della</strong> nostra<br />

previdenza autonoma <strong>il</strong><br />

40% di tutto quanto viene<br />

versato ogni anno dai geometri<br />

italiani».<br />

Par di capire che c’è l’esigenza diffusa<br />

di avere più voce in capitolo tanto all’interno<br />

<strong>della</strong> categoria quanto<br />

nelle sedi tecniche e politiche che ci<br />

competono, a M<strong>il</strong>ano come a Roma.<br />

Cosa aveva impedito sinora di far nascere,<br />

o meglio rendere concretamente<br />

operativo questa articolazione<br />

<strong>della</strong> categoria<br />

«Ad impedire un’operatività<br />

efficace <strong>della</strong> Consulta nei<br />

decenni passati hanno storicamente<br />

contribuito in<br />

modo determinante alcune<br />

difficoltà di rapporto tra i diversi<br />

Collegi e logiche di<br />

schieramento politico anche<br />

categoriale. Questioni legittime<br />

ovviamente ma che<br />

non hanno consentito negli<br />

anni ai lombardi di contare<br />

per quello che valgono. Ora,<br />

invece, mi pare si possa dire<br />

che c’è una nuova consapevolezza<br />

<strong>della</strong> propria forza e<br />

<strong>della</strong> necessità avvertita da<br />

tutti i presidenti di parlare,<br />

se possib<strong>il</strong>e, magari non con<br />

una sola voce ma almeno<br />

con una sola lingua».<br />

Concretamente la Consultà cos’è<br />

«È presto detto: l’organismo<br />

è giuridicamente costituito<br />

presso <strong>il</strong> <strong>Collegio</strong> di M<strong>il</strong>ano<br />

che in questi mesi ha anche<br />

provveduto a darci un supporto<br />

per quel che attiene<br />

alla segreteria. Della Consulta<br />

fanno parte tutti i presidenti<br />

di <strong>Collegio</strong> <strong>della</strong> re-<br />

4 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


INTERVISTA<br />

Michele Specchio presidente <strong>della</strong><br />

Consulta regionale dei Collegi<br />

geometri <strong>della</strong> Lombardia,<br />

intervistato dal direttore <strong>della</strong> rivista<br />

Bruno Bossini<br />

gione, mentre per statuto <strong>il</strong><br />

presidente <strong>della</strong> Consulta<br />

non è un presidente di <strong>Collegio</strong><br />

(io infatti sono segretario<br />

del <strong>Collegio</strong> di Monza e<br />

Brianza). A far parte dell’ufficio<br />

di presidenza in questo<br />

periodo sono stati chiamati<br />

Fausto Alberti, che è stato<br />

nominato vicepresidente,<br />

Angelo Tavecchio che è segretario<br />

e Marco Tentori tesoriere».<br />

C’è un tesoriere e dunque ci sono risorse<br />

specifiche a disposizione.<br />

«Ovvio giacché non c’è organismo<br />

autonomo legalmente<br />

costituito che possa<br />

funzionare senza una dotazione<br />

finanziaria. Ebbene<br />

ogni <strong>Collegio</strong> contribuisce a<br />

sostenere la Consulta con<br />

una quota fissa ed una proporzionale<br />

al numero degli i-<br />

scritti; con questi versamenti<br />

avremo quest’anno a<br />

disposizione circa 16 m<strong>il</strong>a<br />

euro che sono interamente<br />

destinati alle spese di segreteria,<br />

di rappresentanza<br />

e di organizzazione di incontri<br />

e convegni, dal momento<br />

che l’impegno dei<br />

geometri variamente coinvolti<br />

e assolutamente volontaristico<br />

e gli eventuali rimborsi<br />

spese per le trasferte<br />

sono a carico dei Collegi di<br />

appartenenza».<br />

E queste sono tutte buone notizie,<br />

nel senso che non ci sono carrozzoni<br />

di sorta, non ci sono “cadreghe” particolari<br />

e i colleghi che si impegnano<br />

sono da ringraziare a chiare lettere<br />

perché lavorano in maniera disinteressata<br />

per <strong>il</strong> bene di tutti. Anche<br />

perché <strong>il</strong> lavoro, per quanto si può intuire<br />

è già parecchio e pesa peraltro<br />

principalmente sulle spalle di colleghi<br />

come i presidenti che sono già<br />

oberati di impegni. Come vi siete organizzati<br />

«Proprio per la quantità di<br />

impegni di tutti, ci siamo<br />

dati un sistema di lavoro<br />

molto elastico e informale.<br />

In pratica la Consulta si riunisce<br />

quando serve, cercando<br />

di individuare le esigenze<br />

e di rispondere <strong>il</strong> più<br />

rapidamente possib<strong>il</strong>e.<br />

Spesso la Consulta è pure i-<br />

tinerante, nel senso che può<br />

risultare comodo vedersi a<br />

M<strong>il</strong>ano, in un’altra provincia<br />

lombarda o anche a Roma<br />

magari prima dell’Assemblea<br />

dei presidenti».<br />

Ma in questi mesi quand’è e per<br />

quali problemi vi siete riuniti<br />

«Ci siamo incontrati mediamente<br />

una volta al mese,<br />

magari su sollecitazione di<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 5


INTERVISTA<br />

Michele Specchio<br />

un presidente o per l’emergere<br />

d’un problema.<br />

In questi mesi <strong>il</strong><br />

dialogo ed <strong>il</strong> confronto<br />

tra i presidenti ha riguardato<br />

di volta in<br />

volta, per esempio, i<br />

temi posti all’ordine<br />

del giorno dell’assemblea<br />

nazionale dei presidenti,<br />

le competenze<br />

professionali, la<br />

grande e complessa tematica<br />

<strong>della</strong> formazione<br />

permanente,<br />

l’individuazione di<br />

candidati all’altezza<br />

per una serie di organismi<br />

dentro e fuori la<br />

categoria. E vorrei sottolineare<br />

che non si è<br />

mai trattato di discussioni<br />

teoriche, legate ai<br />

massimi sistemi ed<br />

alle f<strong>il</strong>osofie, ma estremamente<br />

concrete,<br />

spesso capaci di portare<br />

a posizioni condivise<br />

e all’indicazione<br />

di candidati davvero<br />

autorevoli che sono<br />

stati presentati con <strong>il</strong><br />

sostegno di tutta la<br />

forza <strong>della</strong> Lombardia.<br />

E analogamente<br />

stanno facendo le commissioni».<br />

zione ulteriore che porta<br />

professionalità e competenza<br />

al nostro dibattito e<br />

che, a seconda dei temi, si<br />

traduce poi in un indirizzo<br />

per esempio per i geometri<br />

variamente inseriti negli organismi<br />

tecnici, ad esempio<br />

in quelli a carattere regionale,<br />

oppure in una presa di<br />

posizione comune o ancora<br />

nella definizione di un documento<br />

da presentare alla categoria<br />

o ad un convegno».<br />

Possiamo fare qualche esempio<br />

«Certamente. Prima di incontrarti,<br />

proprio qui al <strong>Collegio</strong><br />

di Brescia abbiamo tenuto<br />

ad esempio un incontro<br />

con tutti gli esperti ed i colleghi<br />

indicati dai diversi Collegi<br />

sui temi <strong>della</strong> topografia<br />

per cercare di preparare un<br />

intervento dei geometri<br />

lombardi da leggere al prossimo<br />

incontro internazionale<br />

dell’Asita, le Associazioni<br />

Scientifiche per le<br />

Ovvero<br />

«Accanto alla consulta vera e<br />

propria e con <strong>il</strong> coordinamento<br />

del Comitato di presidenza,<br />

la Consulta ha<br />

scelto di operare, se serve,<br />

anche attraverso commissioni<br />

nelle quali sono chiamati<br />

dai presidenti di <strong>Collegio</strong><br />

gli esperti ed i colleghi<br />

disponib<strong>il</strong>i e preparati su un<br />

determinato problema. Si<br />

tratta di una sorta di articolainformazioni<br />

territoriali<br />

ed ambientali che<br />

si terrà proprio a Brescia<br />

dal 9 al 12 novembre<br />

prossimi».<br />

Ci siete riusciti<br />

«Sì siamo a buon<br />

punto, ci siamo confrontati<br />

ed alcuni elementi<br />

attorno ai quali<br />

far ruotare <strong>il</strong> nostro intervento<br />

all’Asita sono<br />

stati individuati. Ora<br />

resta da scrivere <strong>il</strong> documento<br />

ed abbiamo<br />

dato mandato ad un<br />

paio di colleghi di cominciare<br />

a lavorarci. E<br />

questo schema di lavoro,<br />

provocato dalle<br />

più diverse occasioni,<br />

lo stiamo ut<strong>il</strong>izzando<br />

con commissioni dedicate<br />

appunto a catasto<br />

e topografia, alla certificazione<br />

energetica<br />

ed alle linee guida per<br />

la sicurezza nei cantieri.<br />

Su ciascuno di<br />

questi temni le Commissioni<br />

stanno lavorando<br />

e presto i colleghi<br />

vedranno i frutti,<br />

anche perché la voce u-<br />

nitaria dei geometri<br />

lombardi su queste<br />

problematiche avrà un peso<br />

su alcune decisioni che la<br />

Regione sta prendendo».<br />

Vuoi dire che avete già trovato modo<br />

di far arrivare i frutti dei lavori delle<br />

varie commissioni fino alle ‘stanze<br />

del potere’, ovvero nel palazzo <strong>della</strong><br />

Regione che, pur in carenza di fondi,<br />

vede aumentare ogni giorno le sue<br />

competenze in campo legislativo e di<br />

gestione<br />

«A onor del vero la novità<br />

non è tanto rappresentata<br />

6 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


INTERVISTA<br />

Da sinistra: Armido Bellotti, Bruno<br />

Bossini e Michele Specchio<br />

dal fatto che nostri rappresentanti<br />

siano inseriti nelle<br />

Commissioni di lavoro e nei<br />

tavoli tecnici <strong>della</strong> Regione,<br />

ma che siano stati scelti ed<br />

indicati dalla Consulta dei<br />

presidenti lombardi e soprattutto<br />

possano parlare<br />

sapendo di rappresentare<br />

tutta la categoria in Lombardia,<br />

ovvero tutti i Collegi<br />

e ben 17 m<strong>il</strong>a iscritti».<br />

Ma vediamo nello specifico dove sono<br />

inseriti e a cosa stanno lavorando<br />

questi colleghi<br />

«Gli ambiti sono davvero<br />

molti, ma ne voglio citare almeno<br />

tre. C’è ad esempio in<br />

Regione Lombardia un nostro<br />

rappresentante al tavolo<br />

tecnico per la formulazione<br />

delle linee giuda e per<br />

la definizione <strong>della</strong> corretta<br />

lettera d’incarico al coordinatore<br />

<strong>della</strong> sicurezza in<br />

cantiere, così come ci sono<br />

alcuni colleghi, ciascuno con<br />

specifica competenza, presenti<br />

al tavolo tecnico per la<br />

difesa del suolo e la protezione<br />

civ<strong>il</strong>e (c’è ad esempio<br />

un collega di Sondrio per<br />

frane e slavine) e da questo<br />

tavolo potrebbe anche e-<br />

mergere un iter formativo<br />

specifico per <strong>il</strong> tecnico specializzato<br />

nella difesa del<br />

territorio. C’è poi un altro tavolo<br />

tecnico di grande importanza<br />

che riguarda la certificazione<br />

energetica».<br />

Ed è anche quest’ultimo un ambito<br />

r<strong>il</strong>evante che sta offrendo ai colleghi<br />

importanti occasioni di lavoro in una<br />

branca molto specializzata e di soddisfazione.<br />

«La nostra professione ed i<br />

colleghi che operano in tutta<br />

la regione ancora una volta<br />

hanno dimostrato la grande<br />

versat<strong>il</strong>ità e la capacità di a-<br />

dattarsi rapidamente alle e-<br />

sigenze del mercato. Anche<br />

grazie all’attività dei Collegi<br />

provinciali che hanno organizzato<br />

i corsi per i certificatori<br />

un buon numero di geometri<br />

ha oggi la professionalità<br />

ab<strong>il</strong>itata. Il lavoro nella<br />

commissione regionale si è<br />

indirizzato in particolare ad<br />

allargare maggiormente le<br />

possib<strong>il</strong>ità formative. Concretamente<br />

la Commissione<br />

potrà esprimere un parere e<br />

delineare all’assessore un<br />

indirizzo su come meglio far<br />

fruttare i 300 m<strong>il</strong>a euro che<br />

sono stati stanziati per la formazione<br />

di tutor che a loro<br />

volta dovranno formare i futuri<br />

certificatori. Sempre su<br />

questo versante ed in tema<br />

di indirizzi per i certificatori<br />

sta ad esempio emergendo<br />

una raccomandazione molto<br />

precisa, ovvero che la certificazione<br />

energetica è una<br />

semplice verifica del rispetto<br />

degli standard energetici<br />

e non una nuova valutazione<br />

energetica tout court,<br />

che altrimenti ogni edificio<br />

finirebbe per essere inut<strong>il</strong>mente<br />

valutato per ben due<br />

volte».<br />

Tornando ad un livello più generale<br />

mi par di capire che la Consulta si<br />

stia ritagliando una spazio soprattutto<br />

sul versante dell’indirizzo nella<br />

formazione ed in particolare nella<br />

formazione permanente.<br />

«Forse in tutta la nostra categoria<br />

non c’è ancora la<br />

piena cognizione che è sulla<br />

formazione permanente che<br />

si giocheranno le nostre<br />

chances di sopravvivenza<br />

come professionisti nei<br />

prossimi anni, ovvero sulla<br />

nostra capacità di offrire<br />

sempre la competenza più<br />

avvertita ed aggiornata alle<br />

esigenze del mercato. Toccherà<br />

ai Collegi non solo organizzare<br />

le occasioni di formazione<br />

per gli iscritti, ma<br />

pure certificarne la profes-<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 7


INTERVISTA<br />

Michele Specchio, presidente <strong>della</strong><br />

Consulta dei Collegi lombardi e del<br />

<strong>Collegio</strong> geometri di Monza e<br />

Brianza<br />

personalismi che tengano».<br />

sionalità, nel senso di attribuire<br />

gli ormai ben noti crediti<br />

a ciascun iscritto sulla<br />

base dei corsi frequentati e<br />

dei lavori fatti. E proprio in<br />

questo campo, ovvero nella<br />

garanzia di offrire corsi qualificati<br />

agli iscritti e di certificarne<br />

la qualificazione, i Collegi<br />

più piccoli rischiano di<br />

trovarsi in difficoltà, sia per<br />

la carenza di spazi e di<br />

mezzi, sia l’obiettiva limitatezza<br />

<strong>della</strong> domanda. Perché<br />

non pensare allora che la<br />

Consulta regionale possa<br />

farsi carico di coordinare dei<br />

format formativi condivisi da<br />

esportare poi nelle diverse<br />

realtà, riunendo se serve le<br />

domande di Collegi vicini. E<br />

se questo vale per la cosiddetta<br />

formazione permanente,<br />

non diversamente si<br />

può dire per la formazione<br />

tout court: perche ad esempio<br />

non pensare che dalla Consulta<br />

regionale possa venire<br />

lo stimolo perché alcuni Collegi<br />

vicini possano accordarsi<br />

con la Fondazione dei<br />

geometri italiani per proporre<br />

alla Regione la nascita<br />

in una determinata area di<br />

un Its, in modo che per i corsi<br />

relativi di specializzazione<br />

post secondaria possa essere<br />

individuato l’Istituto<br />

tecnico più adeguato e più<br />

preparato sotto l’aspetto<br />

professionale».<br />

Una prospettiva di lavoro sicuramente<br />

di grande impegno, ma<br />

anche gratificante ed in qualche maniera<br />

persino entusiasmante: <strong>il</strong> passato<br />

però racconta di incomprensioni,<br />

dissidi, polemiche…<br />

«Il passato è passato e la mia<br />

convinzione è che oggi ci<br />

siano condizioni e consapevolezza<br />

nuova. Un punto sicuro<br />

ed intangib<strong>il</strong>e resta ovviamente<br />

l’autonomia assoluta<br />

di ciascun <strong>Collegio</strong> provinciale<br />

nella definizione<br />

<strong>della</strong> propria attività e nella<br />

scelta <strong>della</strong> politica a difesa<br />

<strong>della</strong> categoria che preferisce<br />

adottare. Ma, vista la<br />

gravosità degli impegni e<br />

l’alto livello <strong>della</strong> sfida, i<br />

tempi mi paiono maturi per<br />

una collaborazione più<br />

stretta tra le diverse realtà<br />

periferiche, perché si possa<br />

cercare di risolvere insieme<br />

quello che risulta assolutamente<br />

impossib<strong>il</strong>e affrontare<br />

da soli. E in nome del<br />

bene <strong>della</strong> categoria non ci<br />

sono spirito di campan<strong>il</strong>e o<br />

E ci sono altri ambiti nei quali la collaborazione<br />

tra Collegi attraverso la<br />

Consulta prevedib<strong>il</strong>mente sarà<br />

presto sv<strong>il</strong>uppata Penso ad e-<br />

sempio al web alla rivista di categoria,<br />

ad una definizione codificata<br />

degli standard per la certificazione<br />

dello studio tecnico…<br />

«Sono tutti ambiti di grande<br />

interesse comune e sono<br />

certo potranno trovare una<br />

risposa regionale adeguata.<br />

Per <strong>il</strong> web in verità sta già funzionando<br />

ed anche la vostra<br />

esperienza di giornale <strong>bresciano</strong><br />

che a poco a poco si è<br />

allargato a buona parte<br />

delle altre province lombarde<br />

è un esempio al quale<br />

guardiamo con grande attenzione<br />

e che potrebbe<br />

presto portare a soluzioni<br />

nuove sempre più aggregate<br />

almeno per i Collegi limitrofi».<br />

Guardando fuori dalla nostra Regione,<br />

puoi dirci se l’esperienza <strong>della</strong><br />

Consulta lombarda che ci pare così<br />

ben avviata ha già seguiti in altre regioni<br />

d’Italia<br />

«L’impressione che ho parlando<br />

con i presidenti di un<br />

po’ tutti i Collegi d’Italia è<br />

che l’esigenza sia sentita da<br />

Nord a Sud anche se i livelli<br />

<strong>della</strong> risposta per ora sono<br />

diversi. Al nostro livello mi<br />

pare si stia muovendo solo<br />

l’Em<strong>il</strong>ia Romagna, mentre<br />

altri sono per ora alla lettera<br />

d’intenti. La cosa però non<br />

mi preoccupa: vuol dire che<br />

ancora una volta sarà la Lombardia<br />

a tracciare la strada<br />

per tutt’Italia».<br />

❑<br />

8 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


DALLA CASSA<br />

Il giudizio <strong>della</strong> Corte dei Conti<br />

sul consuntivo 2009<br />

<strong>della</strong> Cassa di previdenza<br />

La Corte dei Conti nell’adunanza del 22 luglio 2010, ha reso pubblico<br />

un suo documento indirizzato ai Presidenti di Camera e Senato<br />

riguardante <strong>il</strong> risultato del controllo eseguito sulla gestione<br />

finaziaria <strong>della</strong> Cassa italiana di previdenza ed assistenza dei geometri liberi<br />

professionisti, st<strong>il</strong>ato dopo averne visionato <strong>il</strong> conto consuntivo dell’esercizio finanziario<br />

2009 e le annesse relazioni del Consiglio di Amministrazione e del<br />

<strong>Collegio</strong> dei sindaci.<br />

Ne proponiamo di seguito le “Considerazioni conclusive” dalle quali risulta<br />

che la gestione degli impieghi mob<strong>il</strong>iari e finanziari passa da una perdita nel<br />

2008 di euro 65.529.000 a un ut<strong>il</strong>e nel 2009 di euro 22.829.000 insieme<br />

alle più significative tabelle comparative.<br />

oggetto del<br />

«Nell’esercizio<br />

presente referto<br />

l’analisi delle risultanze<br />

economiche e patrimoniali<br />

evidenzia la sussistenza<br />

di un avanzo economico<br />

(€/mgl 77.855), cui corrisponde<br />

un incremento<br />

<strong>della</strong> consistenza del patrimonio<br />

netto <strong>della</strong> Cassa, per<br />

effetto del risultato positivo<br />

di esercizio, <strong>il</strong> cui valore si<br />

attesta su €/mgl 1.787.056.<br />

Mette conto evidenziare<br />

come <strong>il</strong> risultato economico<br />

<strong>della</strong> gestione 2009 si presenti<br />

assai più favorevole<br />

nel confronto con l’esercizio<br />

precedente in cui <strong>il</strong> risultato<br />

economico d’esercizio era<br />

pari a €/mgl 19.311. È pur<br />

vero, come posto in luce<br />

nella precedente relazione,<br />

che <strong>il</strong> 2008 era contrassegnato,<br />

nel saldo finale, dall’andamento<br />

assai negativo<br />

<strong>della</strong> gestione del patrimonio<br />

immob<strong>il</strong>iare, su cui si<br />

erano riflessi i condizionamenti<br />

dovuti alla crisi dei<br />

mercati finanziari internazionali.<br />

Nel 2009 ancora due sono i<br />

principali fattori, pur di<br />

segno opposto, su cui è necessario<br />

porre attenzione e<br />

che concorrono a determi-<br />

10 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5<br />

nare maggiori ut<strong>il</strong>i sul 2008<br />

per €/mgl 58.544.<br />

Il primo è costituito dal<br />

saldo tra entrate contributive<br />

e prestazioni, che si mostra<br />

in flessione, passando<br />

dai 70,3 m<strong>il</strong>ioni del 2008<br />

(66,3 nel 2007; 57,3 nel 2006)<br />

ai 66,3 m<strong>il</strong>ioni del 2009.<br />

Questo andamento – pur<br />

scontando i significativi interventi<br />

posti in essere dalla<br />

Cassa tra <strong>il</strong> 2007 e <strong>il</strong> 2008 che,<br />

dal lato delle prestazioni i-<br />

stituzionali, ne “rallentano”<br />

<strong>il</strong> trend in incremento dovuto<br />

a fattori demografici ed agli<br />

automatici adeguamenti al<br />

costo <strong>della</strong> vita, e che, dal<br />

lato delle entrate contributive,<br />

ne incrementano <strong>il</strong> gettito,<br />

per effetto dell’aumento<br />

dei minimi e del gettito<br />

autoliquidato – è dovuto<br />

al differente tasso di crescita<br />

delle prestazioni rispetto ai<br />

contributi. Le prime, infatti,<br />

crescono, tra <strong>il</strong> 2008 e <strong>il</strong> 2009,<br />

del 6,7 per cento (in valori<br />

assoluti, dai 340 m<strong>il</strong>ioni del<br />

2008, ai 363 m<strong>il</strong>ioni del<br />

2009), mentre le entrate contributive<br />

aumentano del 4,6<br />

per cento (in valori assoluti,<br />

dai 410 m<strong>il</strong>ioni del 2008 ai<br />

429 m<strong>il</strong>ioni del 2009).<br />

Il secondo fattore è costituito<br />

dall’andamento, invero<br />

positivo, <strong>della</strong> gestione<br />

degli impieghi patrimoniali.<br />

Se, infatti, i redditi e proventi<br />

da immob<strong>il</strong>i presentano,<br />

tra i due esercizi, variazioni<br />

di scarso r<strong>il</strong>ievo, la gestione<br />

degli impieghi mob<strong>il</strong>iari<br />

e finanziari – che nel<br />

2008 aveva registrato una<br />

perdita di oltre 65 m<strong>il</strong>ioni di<br />

euro (che teneva conto degli<br />

accantonamenti al fondo o-<br />

sc<strong>il</strong>lazione titoli) – vede nel<br />

2009 ricavi per 22,8 m<strong>il</strong>ioni,<br />

da ricondurre anche al venir<br />

meno delle perdite ipotizzate<br />

nel precedente esercizio.<br />

Un’attenzione particolare<br />

va, comunque, dedicata ai<br />

consueti indici che rappre-<br />

CONTO ECONOMICO Esercizio 2008 2009<br />

A GESTIONE PREVIDENZIALE:<br />

1) Gestione contributi 426.467.530 434.063.550<br />

2) Gestione prestazioni 338.141.636 360.386.218<br />

Risultato lordo gestione previdenziale (1-2) 88.325.894 73.677.332<br />

B GESTIONE DEGLI IMPIEGHI PATRIMONIALI:<br />

3) Gestione immob<strong>il</strong>iare 9.530.001 10.079.557<br />

4) Gestione degli impieghi mob<strong>il</strong>iari e finanziari -65.528.812 22.829.197<br />

Risultato lordo gestione degli impieghi patrimoniali (3+4) -55.998.810 32.908.753<br />

C COSTI DI AMMINISTRAZIONE:<br />

Totale costi di amministrazione 19.862.094 21.019.893<br />

RISULTATO OPERATIVO (A+B-C) 12.464.990 85.566.193<br />

D PROVENTI E ONERI FINANZIARI 802.628 435.067<br />

E RETTIFICHE DI VALORI DI ATTIVITÀ FINANZIARIE 1.153.834 -182.601<br />

F PROVENTI E ONERI STRAORDINARI 10.780.648 -2.025.454<br />

RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE (A+B+C+D+E+F) 25.202.100 83.792.205<br />

Imposte sui redditi imponib<strong>il</strong>i 5.891.213 5.936.917<br />

RISULTATO NETTO DELL’ESERCIZIO 19.310.887 77.855.288


DALLA CASSA<br />

STATO PATRIMONIALE<br />

ATTIVO 2008 2009<br />

Immob<strong>il</strong>izzazioni 1.374.973.310 1.489.167.149<br />

immateriali 75.547 122.744<br />

materiali 351.736.808 350.283.619<br />

finanziarie 1.023.160.955 1.138.760.786<br />

Attivo circolante 386.502.211 353.129.033<br />

crediti 223.216.223 315.464.277<br />

attività finanziarie non immob<strong>il</strong>izzate 119.597.217 0<br />

disponib<strong>il</strong>ità liquide 43.688.772 37.664.756<br />

Ratei e risconti 2.204.801 1.891.516<br />

TOTALE ATTIVO 1.763.680.322 1.844.187.698<br />

Conti d’ordine 65.153.887 76.213.614<br />

PASSIVO<br />

Patrimonio netto 1.709.201.201 1.787.056.489<br />

riserva rivalutazione immob<strong>il</strong>i 106.615.099 106.615.099<br />

riserva legale 1.583.275.215 1.602.586.102<br />

risultato economico di esercizio 19.310.887 77.855.288<br />

Fondo per rischi ed oneri 0 0<br />

Trattamento di fine rapporto 2.659.709 2.661.882<br />

Debiti 51.819.412 54.469.326<br />

Ratei e risconti 0 0<br />

TOTALE PASSIVO 1.763.680.311 1.844.187.698<br />

Conti d’ordine 65.153.887 76.213.614<br />

sentano l’andamento delle<br />

prestazioni istituzionali in<br />

rapporto al numero degli i-<br />

scritti e alle entrate contributive,<br />

e che esprimono valori<br />

importanti ai fini dell’equ<strong>il</strong>ibrio<br />

economico-finanziario<br />

<strong>della</strong> Cassa.<br />

Il rapporto tra iscritti e pensionati<br />

passa da 3,81 del<br />

2008 a 3,68 del 2009. Ciò per<br />

effetto congiunto del modesto<br />

incremento del numero<br />

degli iscritti (+0,6 per<br />

cento rispetto al 2008) e di<br />

un tasso di crescita del numero<br />

dei pensionati che, tra<br />

<strong>il</strong> 2008 e <strong>il</strong> 2009, aumenta del<br />

4,19 per cento. Può essere di<br />

interesse r<strong>il</strong>evare come <strong>il</strong><br />

tasso di incremento degli i-<br />

scritti nel biennio precedente<br />

(2008-2007) fosse<br />

stato dell’1,1 per cento, a<br />

fronte di una crescita più decisa<br />

del numero dei pensionati,<br />

pari al 4,15 per cento.<br />

Il rapporto tra entrate contributive<br />

e pensioni IVS,<br />

d’altro canto, passa dall’1,19<br />

del 2007 all’1,13 del 2008-<br />

2009: aumenta nel periodo<br />

considerato del 15,33 per<br />

cento l’onere per le pensioni<br />

IVS (dai 303 m<strong>il</strong>ioni del 2007,<br />

ai 349 m<strong>il</strong>ioni del 2009),<br />

mentre le corrispondenti<br />

entrate contributive si incrementano<br />

del 9,07 per cento<br />

(dai 361 m<strong>il</strong>ioni del 2007, ai<br />

394 m<strong>il</strong>ioni del 2009). Un<br />

dato positivo, peraltro, è<br />

rappresentato dall’andamento,<br />

riferito all’ultimo<br />

quinquennio, delle pensioni<br />

di vecchiaia che mostrano<br />

una sostanziale stab<strong>il</strong>izzazione,<br />

con la progressiva<br />

diminuzione del loro<br />

tasso di aumento e <strong>della</strong> relativa<br />

spesa (andamento<br />

che, pur se con modalità<br />

meno lineari, parrebbe potersi<br />

estendere al complesso<br />

delle prestazioni<br />

pensionistiche).<br />

infine, di<br />

copertura del patrimonio<br />

netto agli L’indice,<br />

oneri pensionistici, di 5,73<br />

nel 2007, è di 5,34 nel 2008 e<br />

di 5,20 nel 2009.<br />

La Cassa, come già accennato,<br />

ha adottato, in questi<br />

ultimi anni, una serie complessa<br />

d’interventi sia dal<br />

lato delle prestazioni istituzionali,<br />

sia da quello degli<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 11


DALLA CASSA<br />

impieghi patrimoniali al fine<br />

di assicurare nel tempo gli e-<br />

qu<strong>il</strong>ibri di b<strong>il</strong>ancio e le prestazioni<br />

istituzionali.<br />

Riguardo a tale ultimo prof<strong>il</strong>o<br />

è da dire che, la Cassa si<br />

è dotata di un b<strong>il</strong>ancio tecnico<br />

(al 31 dicembre 2006)<br />

che sv<strong>il</strong>uppa i dati in un arco<br />

di cinquant’anni, dal 2007 al<br />

2056 e che, di recente, è<br />

stato oggetto di integrazione<br />

per tenere conto delle<br />

più recenti misure adottate<br />

per assicurare la stab<strong>il</strong>ità<br />

<strong>della</strong> gestione anche nel<br />

lungo periodo.<br />

Queste proiezioni sono, in<br />

effetti, indicative del miglioramento<br />

<strong>della</strong> sostenib<strong>il</strong>ità<br />

<strong>della</strong> gestione che, non<br />

prima del 2031 vede realizzarsi<br />

un saldo negativo tra<br />

contributi e prestazioni.<br />

Pur tuttavia, anche in relazione<br />

alla validità delle<br />

proiezioni attuariali con riguardo<br />

alle ipotesi adottate<br />

(sv<strong>il</strong>uppo numerico <strong>della</strong><br />

collettività e dei loro redditi,<br />

tasso di rendimento del patrimonio,<br />

tavola di mortalità),<br />

la Corte deve confermare<br />

l’esigenza di un’assidua<br />

vig<strong>il</strong>anza, indispensab<strong>il</strong>e<br />

per l’adozione degli interventi<br />

correttivi che si rivelassero<br />

opportuni e che la<br />

Cassa dovrà ponderare, per<br />

l’adozione di ogni provvedimento<br />

correttivo in esito alla<br />

dinamica entrate/spese,<br />

anche alla luce degli elementi<br />

di conoscenza e valutazione<br />

forniti dai nuovi b<strong>il</strong>anci<br />

tecnici che saranno acquisiti<br />

su base più recente<br />

rispetto a quella del 31 dicembre<br />

2006».<br />

❑<br />

QUADRO ANALITICO E RIEPILOGATIVO DEGLI ONERI PER LE PRESTAZIONI ISTITUZIONALI E DEI PROVENTI CONTRIBUTIVI<br />

2007 2008 2009<br />

PRESTAZIONI<br />

Prestazioni pensionistiche 305.003.182 331.901.261 353.007.076<br />

Indennità maternità 2.341.344 2.647.849 2.767.899<br />

Spese per assistenza sanitaria 3.193.604 4.667.820 4.693.340<br />

Provvidenze straordinarie 277.257 331.138 696.394<br />

Acc. Fondo provv. straord. - - 1.310.373<br />

Maggiorazione L. 140/85 (ex combattenti) 174.682 170.485 161.382<br />

Totale prestazioni 310.990.069 339.718.555 362.636.464<br />

CONTRIBUTI<br />

Contributi soggettivi 226.373.953 241.773.809 251.795.499<br />

Contributi integrativi 134.461.229 130.980.167 141.770.955<br />

Contributi maternità 420.713 1.956.707 2.053.731<br />

Ricongiunzioni, riserve matematiche e altre entrate di natura contributiva 6.972.853 15.562.429 2.948.146<br />

Recupero contributi evasi e relativi interessi 9.105.228 19.740.687 30.348.467<br />

Totale contributi 377.333.976 410.013.802 428.916.798<br />

Saldo contributi/prestazioni 66.343.907 70.295.247 66.280.334<br />

Incidenza % prestazioni/contributi 82,42 82,86 84,55<br />

NUMERO COMPLESSIVO DEGLI ISCRITTI E DEI PENSIONATI E INDICE DEMOGRAFICO<br />

2007 2008 2009<br />

Iscritti 93.487 94.486 95.036<br />

Pensionati* 23.786 24.774 25.811<br />

Rapporto iscritti/pensionati 3,93 3,81 3,68<br />

* Il numero delle pensioni non comprende i dati relativi alle rendite vitalizie e alle pensioni contributive corrisposte in luogo <strong>della</strong> ristrutturazione dei contributi, considerando<br />

le quali <strong>il</strong> rapporto iscritti/pensionati è pari nel triennio 2007-2009, rispettivamente a 3,73, 3,55, e 3,38.<br />

12 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


DALLA CASSA<br />

Gestione degli impieghi mob<strong>il</strong>iari e finanziari 2007 2008 2009<br />

Redditi da impieghi mob<strong>il</strong>iari 34.804 17.971 62.288<br />

interessi e proventi sui titoli in portafoglio 294 167 98<br />

ut<strong>il</strong>i gestioni patrimoniali 32.783* 15.240* 21.030<br />

ut<strong>il</strong>i impieghi fondi mob<strong>il</strong>iari investimento 0 40.704<br />

proventi da impieghi mob<strong>il</strong>iari a breve termine2.027 2.564 456<br />

Interessi e proventi su impieghi finanziari diversi 11 13 299<br />

interessi su prestiti e mutui al personale 11 12 13<br />

altri interessi e proventi 0 0.6 280<br />

ut<strong>il</strong>i da partecipazioni societarie 0 0 0<br />

Prelievi dai fondi osc<strong>il</strong>lazione valori mob<strong>il</strong>iari 13.514 38.422 54.007<br />

Totale redditi e proventi 48.329 56.406 116.594<br />

Costi diretti degli impieghi mob<strong>il</strong>iari e finanziari 5.949 940 429<br />

Perdite degli impieghi mob<strong>il</strong>iari e finanziari 0* 26.860* 13.991<br />

Perdite da impieghi Fondi mob<strong>il</strong>iari investimento 0 50.997<br />

Accantonamento al fondo osc<strong>il</strong>lazione valori mob<strong>il</strong>iari 14.015 94.135 28.349<br />

Totale costi diretti, perdite e accantonamenti di gestione 19.964 121.935 93.765<br />

Risultato gestione degli impieghi mob<strong>il</strong>iari e finanziari 28.365 -65.529 22.829<br />

* Il dato comprende gli ut<strong>il</strong>i/perdite sia <strong>della</strong> gestione GPM, sia <strong>della</strong> gestione dei Fondi mob<strong>il</strong>iari<br />

INCIDENZA DEI COSTI COMPLESSIVI DEL PERSONALE<br />

2007 2008 2009<br />

Spese per gli organi dell’Ente 2.464.508 2.837.439 4.110.789<br />

Costi del personale 8.345.799 8.586.703 8.767.744<br />

Acquisto di beni e servizi diversi 8.212.293 7.762.184 7.436.071<br />

Totale 19.022.601 19.186.327 20.314.604<br />

Percentuale costi per <strong>il</strong> personale su totale costi di funzionamento 43,85 44,75 43,16<br />

AMMONTARE COMPLESSIVO DEGLI ONERI EFFETTIVAMENTE SOSTENUTI DALLA CASSA<br />

2007 2008 2009<br />

Pensioni IVS 302.695 328.812 349.099<br />

Entrate contributive 360.835 372.754 393.566<br />

Rapporto contributi/pensioni 1,19 1,13 1,13<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 13


DALLA CASSA<br />

Simonetta Vescovi<br />

L’analisi del Censis<br />

conferma l’attualità<br />

<strong>della</strong> professione del <strong>geometra</strong><br />

Nel numero 3/2010<br />

<strong>della</strong> rivista avevamo<br />

iniziato a<br />

valutare i risultati dell’indagine<br />

condotta dal Censis<br />

sulla professione del <strong>geometra</strong>,<br />

al fine di tracciare<br />

l’immagine complessiva<br />

<strong>della</strong> nostra professione.<br />

Continuiamo ora ad analizzare<br />

questo documento,<br />

fondamentale per capire le<br />

nuove e future esigenze<br />

<strong>della</strong> categoria. Da esso e-<br />

merge che l’89,9% dei geometri<br />

iscritti alla Cassa<br />

svolge la libera professione,<br />

<strong>il</strong> 6% è anche dipendente<br />

privato, <strong>il</strong> 3% è imprenditore<br />

e <strong>il</strong> 2,1% dipendente pubblico<br />

e svolge saltuariamente<br />

la libera professione.<br />

Se si guarda alle fasce d’età<br />

anagrafica, i dati rivelano<br />

che, in genere, i giovani<br />

hanno un doppio lavoro:<br />

come dipendenti svolgono<br />

infatti anche collaborazioni<br />

e consulenze. Più l’età a-<br />

vanza più la libera professione<br />

diventa l’attività e-<br />

sclusiva, grazie alla raggiunta<br />

stab<strong>il</strong>ità sul mercato.<br />

Il 72,2% degli iscritti alla<br />

Cassa è titolare di studio<br />

professionale; l’8,9% è titolare<br />

associato; solo <strong>il</strong> 12,6% è<br />

collaboratore a partita Iva.<br />

Lo 0,3% è praticante: questo<br />

dato dice non solo che <strong>il</strong> numero<br />

dei praticanti è ancora<br />

molto basso, ma che è necessario<br />

incentivare i giovani<br />

all’ingresso nel sistema<br />

contributivo aiutandoli a<br />

trovare la stab<strong>il</strong>ità lavorativa,<br />

sia nel periodo di praticantato,<br />

sia dopo aver intrapreso<br />

la libera professione.<br />

Ancora: <strong>il</strong> 36,7% degli iscritti<br />

svolge attività di progettazione<br />

e calcolo; <strong>il</strong> 20,5% si occupa<br />

di coordinamenti in e-<br />

d<strong>il</strong>izia; <strong>il</strong> 19,7% di r<strong>il</strong>evazioni<br />

e misurazioni tecnico-informatiche<br />

sul territorio; <strong>il</strong> 7%<br />

svolge attività peritale e valutativa.<br />

La rimanente porzione<br />

pratica attività secondarie<br />

sempre legate alla<br />

professione.<br />

L’attività tipica del <strong>geometra</strong><br />

rimane, come per gli anni<br />

passati, la progettazione<br />

connessa<br />

con attività<br />

secondarie<br />

(coordinamento<br />

e r<strong>il</strong>evazioni).<br />

Se ne<br />

deduce che l’evoluzione<br />

tecnologica<br />

non ha<br />

relegato affatto<br />

la categoria in<br />

settori marginali,<br />

ma anzi<br />

l’ha spinta alla<br />

modernizzazione,<br />

proprio<br />

come <strong>il</strong> mercato<br />

richiede.<br />

Alla domanda<br />

di quali siano<br />

gli strumenti attraverso<br />

i quali i<br />

geometri intendonogarantirsi<br />

una vecchiaia serena, <strong>il</strong><br />

43,1% ha risposto: “continuando<br />

a lavorare”; <strong>il</strong> 26,9%:<br />

“stipulando una polizza<br />

vita”; <strong>il</strong> 23,5% pensa invece<br />

che la pensione erogata<br />

dalla Cassa geometri sarà<br />

sufficiente ad assicurare una<br />

serena vecchiaia. Il 21,7%<br />

non sta facendo nulla, ma<br />

pensa di doversi informare<br />

sulla previdenza integrativa.<br />

Il 52,9% ritiene di essere interessato<br />

a una forma di previdenza<br />

integrativa offerta<br />

dalla Cassa. Suddividendo<br />

quest’ultimo dato in base al<br />

sesso, <strong>il</strong> 60% delle donne<br />

sono favorevoli. Riferito alle<br />

zone geografiche, lo stesso<br />

dato si abbassa al 55,4% per<br />

<strong>il</strong> Nord-Ovest e al 49,9% per<br />

<strong>il</strong> Sud e le Isole.<br />

Volendo ricavare<br />

dai dati sopra e-<br />

sposti un significato<br />

complessivo considerando<br />

<strong>il</strong> momento di incertezza<br />

economica e la lenta ripresa<br />

dalla crisi, si può dire<br />

che la categoria è ben radicata<br />

sul territorio e ha ancora<br />

un buon “peso” nel nostro<br />

Paese. Il futuro non è visto<br />

con incertezza.<br />

❑<br />

14 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


URBANISTICA<br />

Giuseppe Zipponi<br />

Scia: nuova possib<strong>il</strong>ità<br />

per eseguire<br />

un intervento ed<strong>il</strong>izio<br />

Dal 31 luglio di quest’anno esiste una nuova possib<strong>il</strong>ità<br />

per presentare i progetti ed<strong>il</strong>izi ai Comuni:<br />

la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (Scia).<br />

Dopo qualche mese di incertezza sembra chiarita l’applicab<strong>il</strong>ità<br />

<strong>della</strong> norma anche al settore dell’ed<strong>il</strong>izia come risulta<br />

anche dal comunicato di Regione Lombardia dell’8 ottobre<br />

2010 che pubblichiamo integralmente a che riassume le<br />

cinque possib<strong>il</strong>ità per poter eseguire un intervento ed<strong>il</strong>izio<br />

(Permesso, Dia, Scia, Comunicazione asseverata e Comunicazione<br />

normale).<br />

Assistiamo anche a diverse prese di posizione di Associazioni<br />

e Comuni che tendono a ingarbugliare ancora la questione<br />

nonostante l’istituto <strong>della</strong> “Scia” sia da considerarsi<br />

in sostanza una ulteriore semplificazione <strong>della</strong> procedura,<br />

soprattutto per quanto riguarda la possib<strong>il</strong>ità di iniziare immediatamente<br />

i lavori senza attendere permessi o i 30 giorni<br />

<strong>della</strong> Dia.<br />

Naturalmente ogni collega si renderà conto di assumersi<br />

una responsab<strong>il</strong>ità in più nel momento in cui i lavori iniziano<br />

prima che la pubblica amministrazione si sia eventualmente<br />

espressa sulla pratica, ma saprà certamente verificare<br />

prima e con attenzione la conformità delle opere da<br />

realizzare alle norme. Se poi vi fossero dubbi si può comunque<br />

richiedere <strong>il</strong> permesso.<br />

Considerando l’importanza dell’argomento vi aggiorneremo<br />

su eventuali sv<strong>il</strong>uppi e ulteriori chiarimenti. ❑<br />

Comunicato<br />

<strong>della</strong> Direzione:<br />

Segnalazione Certificata<br />

Inizio Attività (Scia)<br />

La legge 30 luglio 2010, n.<br />

122, di conversione del D.L.<br />

n. 78, ha introdotto una nuova<br />

disciplina in materia di<br />

semplificazione che ha posto<br />

da subito dubbi e problemi<br />

per quanto attiene<br />

specificamente al settore<br />

dell’ed<strong>il</strong>izia. Ci si riferisce all'art.<br />

49, commi 4 bis e 4 ter,<br />

inseriti dalla legge di conversione<br />

e per ciò stesso efficaci<br />

a far tempo dal 31 luglio<br />

2010.<br />

Con <strong>il</strong> comma 4 bis <strong>il</strong> legislatore,<br />

“riscrivendo” l’art. 19<br />

<strong>della</strong> L. n. 241/1990, introduce<br />

la “Segnalazione certificata<br />

di inizio attività - Scia”,<br />

in sostituzione <strong>della</strong> “Dichiarazione<br />

di inizio attività<br />

- Dia”; con <strong>il</strong> successivo comma<br />

4 ter, dichiara espressamente<br />

la nuova disciplina<br />

attinente alla «tutela <strong>della</strong><br />

concorrenza» e la qualifica<br />

«livello essenziale delle<br />

prestazioni concernenti i diritti<br />

civ<strong>il</strong>i e sociali», così riconducendola<br />

alla competenza<br />

esclusiva statale.<br />

In risposta ad una richiesta<br />

di chiarimenti urgenti, tempestivamente<br />

formulata da<br />

Regione Lombardia, <strong>il</strong> Ministero<br />

per la Semplificazione<br />

normativa, con un’articolata<br />

nota in data 16 settembre<br />

2010, ha avuto modo di delineare<br />

l’esatto ambito di o-<br />

peratività del nuovo istituto<br />

in campo ed<strong>il</strong>izio. Risolta in<br />

senso positivo la prima importante<br />

questione e cioè<br />

l’applicab<strong>il</strong>ità <strong>della</strong> nuova<br />

disciplina anche all’ed<strong>il</strong>izia,<br />

<strong>il</strong> Ministero ha chiarito che la<br />

Scia può sostituire solo la<br />

Dia “ordinaria”, non anche la<br />

Dia alternativa al permesso<br />

di costruire, particolarmente<br />

estesa nella nostra legislazione<br />

regionale. Questo<br />

importante chiarimento interpretativo<br />

fornito dal Ministero<br />

sostanzialmente fa salvo<br />

<strong>il</strong> regime giuridico in materia<br />

di procedure ed<strong>il</strong>izie<br />

che Regione Lombardia ha<br />

consolidato con successo da<br />

oltre un decennio e che risulta<br />

fondato, come noto,<br />

sull’alternatività pressoché<br />

totale tra permesso di costruire<br />

e Dia.<br />

A seguito delle intervenute<br />

modifiche legislative, come<br />

sopra delineate, sono cinque<br />

le procedure ed<strong>il</strong>izie o-<br />

perative nella nostra Regione<br />

a far tempo dal 31 luglio<br />

2010 per i diversi interventi,<br />

secondo la seguente<br />

articolazione:<br />

1. Permesso di costruire per<br />

tutti gli interventi ed<strong>il</strong>izi,<br />

nonché per i mutamenti di<br />

destinazione d’uso di cui<br />

all’art. 52, comma 3 bis,<br />

<strong>della</strong> L.R. n. 12/2005;<br />

2. Denuncia di inizio attività<br />

(Dia) alternativa al permesso<br />

di costruire di cui al<br />

punto 1), fatta eccezione<br />

per gli interventi di cui al<br />

p.to 3, assoggettati in via<br />

principale a Scia, nonché<br />

per i nuovi fabbricati in<br />

zona agricola e per i mutamenti<br />

di destinazione<br />

d’uso di cui all’art. 52,<br />

comma 3 bis, <strong>della</strong> L.R. n.<br />

12/2005, assoggettati unicamente<br />

al permesso di<br />

costruire;<br />

3. Scia per tutti gli interventi<br />

non previsti dagli artt. 6 e<br />

10 (per quanto, quest’ultimo,<br />

disapplicato in Regione<br />

Lombardia) del<br />

Dpr. n. 380/2001, più precisamente:<br />

16 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


URBANISTICA<br />

Le immagini di questo articolo<br />

riguardano <strong>il</strong> convegno sulla SCIA<br />

organizzato dal <strong>Collegio</strong> geometri di<br />

Brescia, tenutosi alla Camera di<br />

Commercio <strong>il</strong> 7 ottobre scorso<br />

Nella foto in basso, l’avv. Mauro<br />

Ballerini relatore del Convegno<br />

luoghi e degli edifici: i relativi<br />

progetti sono soggetti all’esame<br />

di impatto paesistico<br />

previsto dal P.T.R. (vedi<br />

artt. 35 e ss., Parte 3, Piano<br />

Paesaggistico e DGR. n.<br />

11045/2002). In tal caso, se <strong>il</strong><br />

– interventi di manutenzione<br />

straordinaria non<br />

liberalizzati, ovvero eccedenti<br />

rispetto alla<br />

previsione di cui all’art.<br />

6, comma 2, lett. a) del<br />

Dpr. n. 380/2001,<br />

– interventi di restauro e<br />

di risanamento conservativo,<br />

– interventi di ristrutturazione<br />

ed<strong>il</strong>izia “leggera”,<br />

ovvero non rientranti<br />

nella fattispecie di cui<br />

all’art. 10, comma 1, lett.<br />

c), del Dpr. n. 380/2001;<br />

4. Comunicazione asseverata<br />

per gli interventi di<br />

manutenzione straordinaria<br />

di cui all’art. 6, comma<br />

2, lett. a) del Dpr. n.<br />

380/2001;<br />

5. Comunicazione per le o-<br />

pere di cui all’art. 6, comma<br />

2, lett. b) - c) - d) - e) del<br />

Dpr. n. 380/2001.<br />

Per quanto riguarda specificamente<br />

la nuova disciplina<br />

<strong>della</strong> Scia, applicab<strong>il</strong>e nell’ambito<br />

sopra delineato<br />

(p.to 3), si precisa che, nel<br />

caso di interventi da realizzarsi<br />

in zona soggetta a vincoli<br />

ambientali, paesaggiprogetto<br />

rimane sotto la soglia<br />

di r<strong>il</strong>evanza, alla Scia<br />

dev’essere allegato l’esame<br />

di impatto paesistico, sopra<br />

soglia dev’essere acquisito,<br />

preliminarmente alla presentazione<br />

<strong>della</strong> Scia, <strong>il</strong> giu-<br />

stici o culturali, alla Scia<br />

dev’essere allegato lo specifico<br />

atto di assenso dell’ente<br />

preposto alla tutela del vincolo,<br />

atto di assenso che non<br />

può essere sostituito da<br />

Scia. Si richiama l’attenzione<br />

sugli adempimenti dovuti<br />

nel caso di interventi da realizzarsi<br />

in ambito non sottoposto<br />

a vincolo paesaggistico<br />

e sempre che incidano<br />

sull’aspetto esteriore dei<br />

Comunicazione <strong>della</strong> Commissione Urbanistica<br />

del <strong>Collegio</strong> di Brescia<br />

La Commissione Urbanistica del <strong>Collegio</strong> di Brescia è a disposizione<br />

dei colleghi che volessero segnalare eventuali questioni o problematiche<br />

di carattere generale inerenti <strong>il</strong> loro rapporto con le<br />

pubbliche amministrazioni, Comuni in particolere.<br />

Potranno essere segnalate, per esempio, particolari normative di<br />

piani di governo del territorio (nella loro fase di pubblicazione per<br />

consentire eventuali osservazioni), procedure ritenute particolarmente<br />

complesse, interpretazioni particolari delle normative di settore,<br />

ecc.<br />

Le segnalazioni e le richieste dovranno essere <strong>il</strong> più circostanziate<br />

possib<strong>il</strong>e e dovranno contenere <strong>il</strong> recapito del collega per eventuali<br />

richieste di chiarimento.<br />

La Commissione valuterà la situazione segnalata e proporrà al<br />

<strong>Collegio</strong> eventuali osservazioni o azioni ut<strong>il</strong>i.<br />

Potranno pervenire alla Commissione mediante fax al n. 030306867<br />

oppure via ma<strong>il</strong>: sede@collegio.geometri.bs.it<br />

●<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 17


URBANISTICA<br />

COMMISSIONE URBANISTICA<br />

del 20 ottobre 2010<br />

Sono presenti alla riunione i geometri Italo Albertoni, Corrado Martinelli,<br />

S<strong>il</strong>vano Orio, Dario Pea, Dario Piotti, Stefano Santini, Giuseppe Zipponi<br />

e Bruno Bossini (invitato).<br />

In discussione i seguenti punti all’ordine del giorno:<br />

1. Novità in materia ed<strong>il</strong>izia - S.C.I.A. - discussione e proposta operativa<br />

per i colleghi e i Comuni;<br />

2. partecipazione <strong>della</strong> Commissione e del <strong>Collegio</strong> al procedimento di<br />

formazione delle norme dei P.G.T.;<br />

3. varie ed eventuali.<br />

dizio di impatto paesistico<br />

con parere obbligatorio<br />

<strong>della</strong> Commissione per <strong>il</strong><br />

paesaggio.<br />

Relativamente agli interventi<br />

previsti dalla L.R. n.<br />

13/2009, in materia di r<strong>il</strong>ancio<br />

dell’ed<strong>il</strong>izia, trattandosi<br />

di iniziative contemplate<br />

da una disciplina a-<br />

vente carattere speciale e<br />

derogatorio, la Scia non<br />

trova applicazione, rimanendo<br />

pertanto confermati<br />

gli specifici disposti procedurali<br />

<strong>della</strong> stessa L.R. 13<br />

(art. 2, comma 4; art. 3, comma<br />

8; art. 4, comma 3).<br />

Da ultimo, per quanto riguarda<br />

le Dia ed<strong>il</strong>izie presentate<br />

prima del 31 luglio<br />

2010, quand’anche a tale<br />

Errata-Corrige<br />

data non risultasse decorso<br />

<strong>il</strong> termine di trenta giorni<br />

previsto per l’esercizio del<br />

potere inibitorio dal parte<br />

dell’amministrazione, <strong>il</strong> Ministero<br />

ha chiarito che rimangono<br />

operative, salva la<br />

possib<strong>il</strong>ità per <strong>il</strong> privato di<br />

avvalersi degli effetti <strong>della</strong><br />

sopraggiunta disciplina presentando<br />

per <strong>il</strong> medesimo<br />

intervento una Scia, ovviamente<br />

se l’intervento rientra<br />

tra quelli passib<strong>il</strong>i di Scia<br />

(p.to 3 sopra dettagliato).<br />

Daniele Belotti<br />

Assessore al Territorio e Urbanistica<br />

Bruno Mori<br />

Direttore Generale DG. Territorio<br />

e Urbanistica<br />

Sulla rivista n. 4 luglio-agosto 2010 abbiamo pubblicato un articolo<br />

dal titolo “Interventi di lieve entità per i quali non è necessaria l’autorizzazione<br />

paesaggistica”.<br />

In realtà, come peraltro ben descritto nel testo, la nuova norma Dpr.<br />

139/2010 ha semplificato le procedure inerenti 39 tipi di intervento,<br />

ma per le quali l’autorizzazione paesaggistica è comunque necessaria.<br />

Ci scusiamo per l’errore.<br />

Punto 1)<br />

Novità in materia ed<strong>il</strong>izia - SCIA - discussione e proposta operativa<br />

per i colleghi e i Comuni<br />

Si prende atto <strong>della</strong> necessità di offrire ai colleghi e ai Comuni una propria<br />

interpretazione <strong>della</strong> materia. In attesa di meglio definire <strong>il</strong> tutto si<br />

propone di inviare ai colleghi e pubblicare su “Il <strong>geometra</strong> <strong>bresciano</strong>” la<br />

recente circolare di Regione Lombardia dell’8 ottobre 2010 che viene<br />

giudicata sufficientemente chiarificatrice.<br />

Punto 2)<br />

Partecipazione <strong>della</strong> Commissione e del Colegio al procedimento di<br />

formazione delle Norme dei PGT<br />

Si propone di inviare ai colleghi e pubblicare su “Il <strong>geometra</strong> <strong>bresciano</strong>”<br />

una nota in cui si avvisa che la Commissione è a disposizione per valutare<br />

e proporre eventuali azioni (comprese osservazioni ai Comuni) inerenti<br />

questioni di carattere generale e in particolare <strong>il</strong> procedimento di<br />

formazione dei PGT Piano delle Regole).<br />

La Commissione è interessata a partecipare alla formazione del PGT del<br />

Comune di Brescia, ed eventualmente ad affrontare con Enti sovraccomunali<br />

argomenti di natura generale quale ad esempio le pubblicazioni<br />

per le pratiche ambientali, non obbligatorie per legge ed altre questioni<br />

di interesse <strong>della</strong> categoria.<br />

Punto 3)<br />

Varie ed eventuali<br />

Il geom. Giuseppe Zipponi propone una bozza di modello unico per l’ed<strong>il</strong>izia<br />

che comprenda tutti i procedimenti di competenza del Comune<br />

(permessi, Dia, Scia, Cdu, ecc.). La Commissione valuta favorevolmente<br />

la possib<strong>il</strong>ità di divulgarlo ai colleghi e ai Comuni, ma si riserva di apportare<br />

eventuali aggiornamenti/modifiche prima di proporlo al Consiglio.<br />

La Commissione si aggiorna, salvo diverse novità, a venerdì 19 novembre,<br />

ore 17.00<br />

Il Verbalizzante<br />

geom. Giuseppe Zipponi<br />

18 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


SCUOLA<br />

Colmare la distanza<br />

tra scuola e mondo del lavoro<br />

Con <strong>il</strong> Convegno del<br />

23 ottobre scorso<br />

organizzato per gli<br />

studenti degli Istituti Tecnico<br />

“Bonsignori” di Remedello<br />

e “Dandolo” di Bargnano<br />

sul tema “L’agricoltura<br />

ieri oggi domani”, <strong>il</strong> nostro<br />

<strong>Collegio</strong> ha inaugurato una<br />

serie di iniziative che lo vedranno<br />

impegnato a incontrare<br />

gli studenti-geometri<br />

su tutto <strong>il</strong> territorio provinciale.<br />

Iniziative e incontri per<br />

condividere con essi gli a-<br />

spetti specifici <strong>della</strong> professione<br />

di <strong>geometra</strong>, polivalente<br />

per natura ma sempre<br />

più definita in diverse aree<br />

di competenza e in diversi<br />

ambiti di specializzazione.<br />

L’idea è quella di instaurare<br />

un rapporto con gli Istituti per<br />

geometri per favorire un proficuo<br />

colloquio con gli studentiaiutandoli<br />

a colmare la<br />

“distanza tra scuola e mondo<br />

del lavoro”, e sostenerli nella<br />

fase delicata tra la fine degli<br />

studi e l’ingresso nel lavoro,<br />

che troppo spesso è invece<br />

“terra di nessuno”.<br />

L’intento è di supportarli<br />

perché possano entrare<br />

nella professione accompagnati<br />

da veri professionisti e<br />

di aiutarli in quel momento<br />

cruciale <strong>della</strong> loro vita affinché<br />

non si trovino soli<br />

senza gli strumenti adeguati<br />

a decidere la strada da intraprendere<br />

(prolungamento<br />

di studi ulteriori, professione<br />

e specifico ambito<br />

professionale, ecc.).<br />

Il tema scelto a Remedello –<br />

considerata la collocazione<br />

del Bonsignori in ambito prevalentemente<br />

agricolo – era<br />

quello di fornire ai ragazzi un<br />

quadro delle possib<strong>il</strong>ità <strong>della</strong><br />

professione in agricoltura.<br />

I due relatori inviati dal <strong>Collegio</strong>,<br />

i geometri Paolo Fappani<br />

e Mario Comincini,<br />

hanno offerto ai circa 150 studenti<br />

presenti due esempi<br />

specifici di realizzazioni ed<strong>il</strong>izie<br />

in ambiente rurale: una<br />

stalla per vacche da latte e<br />

un allevamento suinicolo.<br />

Paolo Fappani, attraverso la<br />

proiezione di slide e di un interessante<br />

f<strong>il</strong>m girato nell’azienda<br />

Zucchi di Orzinuovi,<br />

ha esposto gli aspetti progettuali<br />

di una stalla-modello<br />

di 600 capi da latte con<br />

una produzione annua di 6<br />

m<strong>il</strong>ioni di litri soffermandosi<br />

au particolari costruttivi, sistemi<br />

aereanti, orientamento,<br />

verde esterno, ma<br />

precisando anche tutti gli accorgimenti<br />

per <strong>il</strong> trattamento<br />

<strong>della</strong> mandria, <strong>il</strong> suo<br />

benessere, i suoi movimenti,<br />

i percorsi, le sale<br />

parto e di mungitura, smaltimento<br />

dei reflui e loro trattamento<br />

e riut<strong>il</strong>izzo a ciclo<br />

chiuso nell’ambito aziendale.<br />

Il relatore ha inoltre<br />

fornito notizie sulla produzione<br />

e sui problemi sanitari<br />

degli animali, desunti in<br />

tempo reale attraverso un<br />

apposito software .<br />

Il geom. Fappani ha anche <strong>il</strong>lustrato<br />

<strong>il</strong> progetto di restauro<br />

conservativo residenziale<br />

del complesso limitrofo<br />

alla stalla, costituito dalla<br />

vecchia cascina risalente nel<br />

suo impianto al 1400.<br />

Il geom. Mario Comincini ha<br />

invece <strong>il</strong>lustrato le caratteristiche<br />

tecnico progettuali di<br />

una moderna stalla per 7.000<br />

suini, realizzata alle porte di<br />

Pontevico. Ha esposto le difficoltà<br />

burocratiche per l’approvazione<br />

del progetto derivanti<br />

dalla sua collocazione<br />

dentro <strong>il</strong> Parco dell’Oglio e ha<br />

quindi affrontato i temi <strong>della</strong><br />

tutela ambientale e di impatto<br />

paesistico e logistici,<br />

che impongono tra l’altro rispetto<br />

<strong>della</strong> distanza dall’agglomerato<br />

urbano di 500<br />

metri. Sono stati poi esaminati<br />

i particolari tecnico-costruttivi<br />

(fondazioni, strutture<br />

prefabbricate, tetto, cupola<br />

di aerazione), quelli degli impianti<br />

(pavimento grigliato<br />

per lo smaltimento dei reflui,<br />

box per ingrasso, sala parto,<br />

ecc.). Il collega ha poi, con<br />

l’aiuto di fotografie, proposto<br />

<strong>il</strong> confronto tra <strong>il</strong> vecchio e <strong>il</strong><br />

nuovo insediamento zootecnico<br />

sottolineandone le differenze<br />

sostanziali.<br />

Secondo una logica<br />

di collaborazione<br />

interprofessionale<br />

proposta e realizzata dal nostro<br />

<strong>Collegio</strong> – che sostiene<br />

la tesi secondo la quale solo<br />

attraverso la collaborazione<br />

di tutte le professionalità<br />

che intervengono nella progettazione<br />

e realizzazione di<br />

ogni organismo produttivo<br />

si garantisce la qualità del la-<br />

20 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


SCUOLA<br />

Le fotografie <strong>il</strong>lustrano alcune fasi<br />

del Convegno di Remedello.<br />

Nella foto più grande <strong>il</strong> relatore<br />

geom. Mario Comincini durante la<br />

sua esposizione e (sotto) Giuseppe<br />

Gardoni del Centro Studi San<br />

Martino<br />

Venceslao Boselli, preside dell’Istituto<br />

“Bonsignori” di Remedello<br />

Il secondo, ha <strong>il</strong>lustrato<br />

agli agronomi<br />

<strong>della</strong> “Dandolo” di<br />

Bargnano quale è stato <strong>il</strong><br />

ruolo dell’assistenza tecnica<br />

nel r<strong>il</strong>ancio <strong>della</strong> viticoltura<br />

in Valle Camonica. Partendo<br />

dalle indagini conoscitive e<br />

dalla sintesi dei dati ottenuti,<br />

ha sv<strong>il</strong>uppato e descritto<br />

le problematiche e-<br />

merse con i risultati raggiunti<br />

(15 cantine che immettono<br />

sul mercato vino da<br />

bottiglia fra cui una cooperativa<br />

di 24 soci produttori),<br />

fornendo un’efficace fotografia<br />

di un comparto vitivinicolo<br />

in zona montana.<br />

Il nostro presidente Gio-<br />

voro e l’efficienza produttiva<br />

che da esso deriva – l’invito<br />

al convegno era stato esteso<br />

agli studenti di agraria e agli<br />

agrotecnici. Per questa ragione<br />

erano presenti i rappresentanti<br />

dei Collegi provinciali<br />

dei periti agrari Marcello<br />

Saottini e degli agrotecnici<br />

Sergio Bonomelli.<br />

Il primo ha parlato rivolgendosi<br />

ai futuri periti agrari<br />

(“Bonsignori”) di numeri e<br />

statistiche <strong>della</strong> realtà dei<br />

caseifici bresciani con riferimenti<br />

specifici alla quantità<br />

di latte lavorato annualmente<br />

(10.500 quintali) e<br />

alla sua remunerazione sul<br />

mercato negli ultimi 10 anni,<br />

all’occupazione degli addetti<br />

e all’accorpamento dei<br />

caseifici più piccoli.<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 21


SCUOLA<br />

Il relatore geom. Paolo Fappani,<br />

Ettore Prandini (a destra),<br />

presidente Coldiretti di Brescia e<br />

Marcello Saottini (sotto), presidente<br />

del <strong>Collegio</strong> dei periti agrari di<br />

Brescia<br />

A destra: Sergio Bonomelli,<br />

presidente del <strong>Collegio</strong> degli<br />

agrotecnci di Brescia<br />

vanni Platto ha concluso <strong>il</strong><br />

convegno sottolineando che<br />

«l’agricoltura può continuare<br />

a rappresentare una<br />

grande opportunità professionale<br />

per i nuovi geometri,<br />

e offrire loro anche soddisfazioni<br />

economiche, ma l’approccio<br />

a tale ambito deve<br />

avvenire solo con qualità,<br />

passione e grande preparazione<br />

professionale”.<br />

A tale riguardo <strong>il</strong> nostro <strong>Collegio</strong><br />

intende (questa è stata<br />

la principale motivazione<br />

del convegno presentata<br />

anche alla stampa locale) diventare<br />

la struttura di supporto<br />

per gli studenti in collaborazione<br />

con la Scuola,<br />

facendosi carico, ove è possib<strong>il</strong>e,<br />

anche <strong>della</strong> loro preparazione<br />

tecnica.<br />

❑<br />

22 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


LEGALE<br />

Avv. Francesco Cuzzetti<br />

Il sottotetto e la proprietà<br />

dell’ultimo piano condominiale<br />

Parlerò del sottotetto<br />

d’un edificio<br />

condominiale,<br />

come ripasso di cose note,<br />

sotto due prof<strong>il</strong>i: quello<br />

<strong>della</strong> sua qualificazione, e<br />

quello <strong>della</strong> sua ut<strong>il</strong>izzazione.<br />

Sottotetto è ovviamente<br />

quella parte compresa tra la<br />

copertura del fabbricato e <strong>il</strong><br />

solaio dell’unità immob<strong>il</strong>iare<br />

posta all’ultimo piano<br />

dell’edificio, che può assolvere<br />

alla funzione di protezione<br />

e isolamento dello<br />

stesso oppure, se ne ha le dimensioni<br />

e le caratteristiche<br />

adatte, può essere ut<strong>il</strong>izzato<br />

come vano autonomo.<br />

Il locale sottotetto non<br />

rientra nell’elenco delle<br />

parti comuni ex art. 1117 C.c.,<br />

per le quali c’è la presunzione<br />

legale di proprietà comune,<br />

per cui stab<strong>il</strong>ire se è<br />

tale oppure di proprietà e-<br />

sclusiva del proprietario<br />

dell’ultimo piano è un fatto<br />

interpretativo, sempre che<br />

gli atti e i documenti non facciano<br />

chiarezza sull’appartenenza.<br />

Se nulla da essi si può desumere,<br />

l’interpretazione la dà<br />

la giurisprudenza che valuta<br />

la destinazione funzionale e<br />

obiettiva del sottotetto nel<br />

caso concreto, <strong>il</strong> che comporta<br />

un accertamento sul<br />

fatto che lo stesso svolga una<br />

funzione di camera d’aria<br />

per isolare e proteggere <strong>il</strong><br />

piano più elevato dell’edificio,<br />

nel qual caso va considerato<br />

pertinenza dello<br />

stesso piano e quindi compreso<br />

nella proprietà individuale.<br />

Al contrario esso è da ritenersi<br />

parte comune dell’edificio<br />

se viene accertato che<br />

per le caratteristiche funzionali<br />

risulta oggettivamente e<br />

potenzialmente destinato<br />

all’uso comune o al servizio<br />

d’interessi condominiali.<br />

Non posso qui esemplificare,<br />

ma è ovvio che questi<br />

sono principi che devono<br />

applicarsi ai casi concreti, individuando<br />

quegli elementi<br />

che con logica e coerente<br />

motivazione possono avvallare<br />

l’una o l’altra delle tesi<br />

sostenute.<br />

Una conseguenza di tale accertamento<br />

attiene al diritto<br />

di sopraelevazione che l’art.<br />

1127 del C.c. riconosce al<br />

proprietario dell’ultimo<br />

piano dell’edificio, salvo che<br />

risulti diversamente dal titolo,<br />

subordinandolo a precise<br />

regole.<br />

Anche in riferimento a<br />

questo istituto, c’è un’osc<strong>il</strong>lazione<br />

interpretativa che ri-<br />

guarda <strong>il</strong> significato da dare<br />

all’inciso «nuovi piani e<br />

nuove fabbriche» cui <strong>il</strong> legislatore<br />

ha ricondotto la nozione<br />

di sopraelevazione.<br />

Sarebbe un lungo e articolato<br />

discorso da affrontare, ma<br />

più che altro sul piano esemplificativo,<br />

perché è ovvio<br />

che la valutazione dell’opera<br />

che si intende compiere va<br />

fatta caso per caso, onde vedere<br />

se corrisponde all’incerto<br />

dettato legislativo.<br />

Ricordo ad esempio, la sentenza<br />

<strong>della</strong> Cassazione sez.<br />

unite 16794/2007 la quale ha<br />

affermato che la sopraelevazione<br />

va ravvisata in ogni i-<br />

potesi di realizzazione di o-<br />

pere sopra l’ultimo piano<br />

dell’edificio, che determinino<br />

un incremento <strong>della</strong> superficie<br />

e <strong>della</strong> volumetria,<br />

indipendentemente che da<br />

esse dipenda o meno l’innalzamento<br />

dell’altezza originaria<br />

dello stesso.<br />

Questa sentenza dovrebbe<br />

avere risolto la questione,<br />

ma la nostra aspettativa di<br />

certezza del diritto, viene<br />

delusa quando leggiamo<br />

che la sentenza <strong>della</strong> Cassazione<br />

sez. III 19281/2009 dice<br />

sostanzialmente l’opposto,<br />

ossia che <strong>il</strong> concetto di sopraelevazione<br />

non può prescindere<br />

dall’innalzamento<br />

del fabbricato.<br />

Naturalmente le due tesi a-<br />

vranno la loro brava motivazione<br />

ma, per lo scopo informativo<br />

di questa rubrichetta,<br />

mi fermo qui, non<br />

senza sottolineare l’imbarazzo<br />

in cui molto spesso la<br />

giurisprudenza ci lascia.<br />

❑<br />

24 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


LEGISLAZIONE<br />

Le nuove regole<br />

sulla mediazione facoltativa<br />

e obbligatoria<br />

Il <strong>Collegio</strong> geometri di Brescia è stato invitato a partecipare<br />

al Convegno “I professionisti e la mediazione”<br />

che si è tenuto alla Camera di Commercio <strong>il</strong> 20 ottobre<br />

scorso, durante <strong>il</strong> quale <strong>il</strong> prof. Cesare Vaccà, professore associato<br />

di Istituzioni di diritto privato nell’Università degli<br />

Studi M<strong>il</strong>ano-Bicocca, ha fornito un ampio contributo sull’importante<br />

questione delle nuove regole sulla mediazione<br />

facoltativa e obbligatoria di cui al Decreto legislativo<br />

4 marzo 2010 n. 28.<br />

Era presente, in rappresentanza del <strong>Collegio</strong>, <strong>il</strong> geom. Dario<br />

Piotti e molti altri colleghi.<br />

Riportiamo di seguito <strong>il</strong> punto 3 <strong>della</strong> relazione del prof.<br />

Vaccà insieme con un estratto del decreto sopra citato, con<br />

gli articoli richiamati nella sua relazione. Completeremo <strong>il</strong><br />

decreto (dall’art. 6 al 24) nel prossimo numero <strong>della</strong> rivista.<br />

«3. Mediazione facoltativa ed obbligatoria<br />

nel d.lgs. 4 marzo 2010, n. 28<br />

Il d. lgs. 4 marzo 2010, n. 28 omologa – non senza qualche difficoltà<br />

interpretativa – la mediazione volontaria e quella obbligatoria,<br />

poiché sono comuni le regole delle due modalità<br />

di accesso al procedimento.<br />

L’unica menzione esplicita ai procedimenti “volontari” di<br />

composizione negoziata dei conflitti figura al secondo<br />

comma dell’art. 2 insieme alle esperienze cosiddette di<br />

“conc<strong>il</strong>iazione paritetica”, opportunamente qualificate “negoziazioni<br />

paritetiche”, che nulla hanno in comune con la<br />

conc<strong>il</strong>iazione raggiunta dalle parti con l’aus<strong>il</strong>io del mediatore.<br />

Un riferimento implicito, ma nondimeno significativo, alla<br />

mediazione per scelta delle partu si trova all’articolo 4: <strong>il</strong> legale,<br />

quando gli viene conferito l’incarico, è tenuto ad informare<br />

<strong>il</strong> cliente <strong>della</strong> possib<strong>il</strong>ità di avvalersi <strong>della</strong> mediazione;<br />

inoltre, «informa altresì l’assistito dei casi in cui l’esperimento<br />

del procedimento di mediazione è condizione<br />

di procedib<strong>il</strong>ità <strong>della</strong> domanda giudiziale», sì che può affermarsi,<br />

a contrariis, che l’obbligo di informazione precontrattuale<br />

sulle opportunità dischiuse dalla mediazione sussiste<br />

sempre, anche nei casi in cui ricorrevi non rappresenti<br />

un obbligo.<br />

La formulazione dell’art. 4 induce a ritenere che <strong>il</strong> d.lgs. 4<br />

marzo 2010, n. 28 abbia, in realtà, disciplinato la mediazione<br />

volontaria in generale, rispetto alla quale i casi di obbligatorietà<br />

rappresentano l’eccezione: anche <strong>il</strong> primo comma<br />

dell’articolo 2 del d.lgs. 28 consente analoga lettura, in<br />

quanto l’espressione «chiunque può accedere alla mediazione<br />

per la conc<strong>il</strong>iazione di una controversia […] vertente<br />

su diritti disponib<strong>il</strong>i, secondo le deposizioni del presente<br />

decreto» conferma la valenza generale <strong>della</strong> disciplina, cui<br />

può farsi ricorso in relazione a qualsiasi controversia che non<br />

la precluda; i casi di obbligatorietà rappresentano una cer-<br />

chia ulteriore, ponendosi nella medesima relazione che intercorre<br />

tra norma generale e norma speciale.<br />

Disposizioni quali quella di cui al quinto comma dell’art. 8,<br />

secondo cui dalla mancata partecipazione senza giustificato<br />

motivo al procedimento di mediazione «<strong>il</strong> giudice può desumere<br />

argomenti di prova nel successivo giudizio ai sensi<br />

dell’articolo 116, secondo comma, del codice di procedura<br />

civ<strong>il</strong>e», trovano conseguentemente applicazione non soltanto<br />

nei casi di obbligatorietà dell’esperimento <strong>della</strong> mediazione,<br />

ma altresì ogniqualvolta promuovere ed accettare<br />

la mediazione sia facoltà delle parti in lite.<br />

Ad entrambe le modalità di accesso alla mediazione si riferisca,<br />

sempre implicitamente, <strong>il</strong> terzo comma dell’art. 5 disponendo<br />

che «in ogni caso» la pendenza <strong>della</strong> mediazione<br />

non preclude la concessione dei provvedimenti urgenti e<br />

cautelari e la trascrizione <strong>della</strong> domanda giudiziale: è fatto,<br />

così, riferimento tanto alla mediazione obbligatoria, quanto<br />

a quella facoltativa ed ugualmente deve potersi ritenere<br />

(art. 5, VI comma) dell’interruzione dei termini di prescrizione<br />

e decadenza, in assenza di distinzione fra le due modalità<br />

di accesso alla mediazione.<br />

Art. 1<br />

Definizioni<br />

1. Ai fini del presente decreto legislativo, si intende per:<br />

a) mediazione: l'attività, comunque denominata, svolta<br />

da un terzo imparziale e finalizzata ad assistere due o<br />

più soggetti sia nella ricerca di un accordo amichevole<br />

per la composizione di una controversia, sia nella formulazione<br />

di una proposta per la risoluzione <strong>della</strong><br />

stessa;<br />

b) mediatore: la persona o le persone fisiche che, individualmente<br />

o collegialmente, svolgono la mediazione rimanendo<br />

prive, in ogni caso, del potere di rendere giudizi<br />

o decisioni vincolanti per i destinatari del servizio<br />

medesimo;<br />

c) conc<strong>il</strong>iazione: la composizione di una controversia a seguito<br />

dello svolgimento <strong>della</strong> mediazione;<br />

d) organismo: l'ente pubblico o privato, presso <strong>il</strong> quale<br />

può svolgersi <strong>il</strong> procedimento di mediazione ai sensi<br />

del presente decreto;<br />

e) registro: <strong>il</strong> registro degli organismi istituito con decreto<br />

del Ministro <strong>della</strong> giustizia ai sensi dell'articolo 16 del<br />

presente decreto, nonché, sino all'emanazione di tale<br />

decreto, <strong>il</strong> registro degli organismi istituito con <strong>il</strong> decreto<br />

del Ministro <strong>della</strong> giustizia 23 luglio 2004, n. 222.<br />

Art. 2<br />

Controversie oggetto di mediazione<br />

1. Chiunque può accedere alla mediazione per la conc<strong>il</strong>iazione<br />

di una controversia civ<strong>il</strong>e e commerciale vertente su<br />

26 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


LEGISLAZIONE<br />

diritti disponib<strong>il</strong>i, secondo le disposizioni del presente<br />

decreto.<br />

2. Il presente decreto non preclude le negoziazioni volontarie<br />

e paritetiche relative alle controversie civ<strong>il</strong>i e commerciali,<br />

né le procedure di reclamo previste dalle carte<br />

dei servizi.<br />

Capo II<br />

DEL PROCEDIMENTO DI MEDIAZIONE<br />

Art. 3<br />

Disciplina applicab<strong>il</strong>e e forma degli atti<br />

1. Al procedimento di mediazione si applica <strong>il</strong> regolamento<br />

dell'organismo scelto dalle parti.<br />

2. Il regolamento deve in ogni caso garantire la riservatezza<br />

del procedimento ai sensi dell'articolo 9, nonché modalità<br />

di nomina del mediatore che ne assicurano l'imparzialità<br />

e l'idoneità al corretto e sollecito espletamento<br />

dell'incarico.<br />

3. Gli atti del procedimento di mediazione non sono soggetti<br />

a formalità.<br />

4. La mediazione può svolgersi secondo modalità telematiche<br />

previste dal regolamento dell'organismo.<br />

Art. 4<br />

Accesso alla mediazione<br />

1 La domanda di mediazione relativa alle controversie di<br />

cui all'articolo 2 è presentata mediante deposito di un'istanza<br />

presso un organismo. In caso di più domande relative<br />

alla stessa controversia, la mediazione si svolge davanti<br />

all'organismo presso <strong>il</strong> quale è stata presentata la<br />

prima domanda. Per determinare <strong>il</strong> tempo <strong>della</strong> domanda<br />

si ha riguardo alla data <strong>della</strong> ricezione <strong>della</strong> comunicazione.<br />

2 L'istanza deve indicare<br />

l'organismo, le parti, l'oggetto<br />

e le ragioni <strong>della</strong><br />

pretesa.<br />

3 All'atto del conferimento<br />

dell'incarico, l'avvocato è<br />

tenuto a informare l'assistito<br />

<strong>della</strong> possib<strong>il</strong>ità di<br />

avvalersi del procedimento<br />

di mediazione disciplinato<br />

dal presente<br />

decreto e delle agevolazioni<br />

fiscali di cui agli articoli<br />

17 e 20. L'avvocato<br />

informa altresì l'assistito<br />

dei casi in cui l'esperimento<br />

del procedimento<br />

di mediazione è condizione<br />

di procedib<strong>il</strong>ità<br />

<strong>della</strong> domanda giudiziale.<br />

L'informazione deve essere<br />

fornita chiaramente e<br />

per iscritto. In caso di violazione<br />

degli obblighi di<br />

informazione, <strong>il</strong> contratto<br />

tra l'avvocato e l'assistito<br />

è annullab<strong>il</strong>e. Il documento<br />

che contiene<br />

l'informazione è sottoscritto<br />

dall'assistito e<br />

deve essere allegato all'atto<br />

introduttivo dell'e-<br />

ventuale giudizio. Il giudice che verifica la mancata allegazione<br />

del documento, se non provvede ai sensi dell'articolo<br />

5, comma 1, informa la parte <strong>della</strong> facoltà di chiedere<br />

la mediazione.<br />

Art. 5<br />

Condizione di procedib<strong>il</strong>ità e rapporti con <strong>il</strong> processo<br />

1 Chi intende esercitare in giudizio un'azione relativa ad<br />

una controversia in materia di condominio, diritti reali, divisione,<br />

successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione,<br />

comodato, affitto di aziende, risarcimento del<br />

danno derivante dalla circolazione di veicoli e natanti, da<br />

responsab<strong>il</strong>ità medica e da diffamazione con <strong>il</strong> mezzo<br />

<strong>della</strong> stampa o con altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi,<br />

bancari e finanziari, è tenuto preliminarmente a<br />

esperire <strong>il</strong> procedimento di mediazione ai sensi delpresente<br />

decreto ovvero <strong>il</strong> procedimento di conc<strong>il</strong>iazione<br />

previsto dal decreto legislativo 8 ottobre 2007, n. 179, ovvero<br />

<strong>il</strong> procedimento istituito in attuazione dell'articolo<br />

128-bis del testo unico delle leggi in materia bancaria e<br />

creditizia di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993,<br />

n. 385, e successive modificazioni, per le materie ivi regolate.<br />

L'esperimento del procedimento di mediazione è<br />

condizione di procedib<strong>il</strong>ità <strong>della</strong> domanda giudiziale.<br />

L'improcedib<strong>il</strong>ità deve essere eccepita dal convenuto, a<br />

pena di decadenza, o r<strong>il</strong>evata d'ufficio dal giudice, non<br />

oltre la prima udienza. Il giudice ove r<strong>il</strong>evi che la mediazione<br />

è già iniziata, ma non si è conclusa, fissa la successiva<br />

udienza dopo la scadenza del termine di cui all'articolo<br />

6. Allo stesso modo provvede quando la mediazione<br />

non è stata esperita, assegnando contestualmente alle<br />

parti <strong>il</strong> termine di quindici giorni per la presentazione<br />

<strong>della</strong> domanda di mediazione. Il presente comma non si<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 27


LEGISLAZIONE<br />

applica alle azioni previste dagli articoli 37, 140 e 140-bis<br />

del codice del consumo di cui al decreto legislativo 6 settembre<br />

2005, n. 206, e successive modificazioni.<br />

2 Fermo quanto previsto dal comma 1 e salvo quanto disposto<br />

dai commi 3 e 4, <strong>il</strong> giudice, anche in sede di giudizio<br />

di appello, valutata la natura <strong>della</strong> causa, lo stato<br />

dell'istruzione e <strong>il</strong> comportamento delle parti, può invitare<br />

le stesse a procedere alla mediazione. L'invito deve<br />

essere rivolto alle parti prima dell'udienza di precisazione<br />

delle conclusioni ovvero, quando tale udienza non<br />

è prevista, prima <strong>della</strong> discussione <strong>della</strong> causa. Se le parti<br />

aderiscono all'invito, <strong>il</strong> giudice fissa la successiva udienza<br />

dopo la scadenza del termine di cui all'articolo 6 e,<br />

quando la mediazione non è già stata avviata, assegna<br />

contestualmente alle<br />

parti <strong>il</strong> termine di quindici<br />

giorni per la presentazione<br />

<strong>della</strong> domanda di<br />

mediazione.<br />

3. Lo svolgimento <strong>della</strong> mediazione<br />

non preclude in<br />

ogni caso la concessione<br />

dei provvedimenti urgenti<br />

e cautelari, né la trascrizione<br />

<strong>della</strong> domanda<br />

giudiziale.<br />

4. I commi 1 e 2 non si applicano:<br />

a) nei procedimenti per<br />

ingiunzione, inclusa<br />

l'opposizione, fino alla<br />

pronuncia sulle istanze<br />

di concessione e sospensione<br />

<strong>della</strong> provvisoria<br />

esecuzione;<br />

b) nei procedimenti per<br />

convalida di licenza o<br />

sfratto, fino al mutamento<br />

del rito di cui all'articolo<br />

667 del codice<br />

di proceduraciv<strong>il</strong>e;<br />

c) nei procedimenti possessori,<br />

fino alla pronuncia<br />

dei provvedimenti<br />

di cui all'articolo<br />

703, terzo comma, del<br />

codice di procedura civ<strong>il</strong>e;<br />

d) nei procedimenti di opposizione<br />

o incidentali<br />

di cognizione relativi al-<br />

l'esecuzione forzata;<br />

e) nei procedimenti in camera di consiglio;<br />

f) nell'azione civ<strong>il</strong>e esercitata nel processo penale.<br />

5. Fermo quanto previsto dal comma 1 e salvo quanto disposto<br />

dai commi 3 e 4, se <strong>il</strong> contratto, lo statuto ovvero<br />

l'atto costitutivo dell'ente prevedono una clausola di mediazione<br />

o conc<strong>il</strong>iazione e <strong>il</strong> tentativo non risulta esperito,<br />

<strong>il</strong> giudice o l'arbitro, su eccezione di parte, proposta nella<br />

prima difesa, assegna alle parti <strong>il</strong> termine di quindici<br />

giorni per la presentazione <strong>della</strong> domanda di mediazione<br />

e fissa la successiva udienza dopo la scadenza del termine<br />

di cui all'articolo 6. Allo stesso modo <strong>il</strong> giudice o l'arbitro<br />

fissa la successiva udienza quando la mediazione o <strong>il</strong> tentativo<br />

di conc<strong>il</strong>iazione sono iniziati, ma non conclusi. La<br />

domanda è presentata davanti<br />

all'organismo indicato<br />

dalla clausola, se iscritto nel<br />

registro, ovvero, in mancanza,<br />

davanti ad un altro organismo<br />

iscritto, fermo <strong>il</strong> rispetto<br />

del criterio di cui all'articolo<br />

4, comma 1. In ogni<br />

caso, le parti possono concordare,<br />

successivamente al<br />

contratto o allo statuto o all'atto<br />

costitutivo, l'individuazione<br />

di un diverso organismo<br />

iscritto.<br />

6. Dal momento <strong>della</strong> comunicazione<br />

alle altre parti, la<br />

domanda di mediazione<br />

produce sulla prescrizione<br />

gli effetti <strong>della</strong> domanda<br />

giudiziale. Dalla stessa data,<br />

la domanda di mediazione<br />

impedisce altresì la decadenza<br />

per una sola volta, ma<br />

se <strong>il</strong> tentativo fallisce la domanda<br />

giudiziale deve essere<br />

proposta entro <strong>il</strong> medesimo<br />

termine di decadenza,<br />

decorrente dal deposito<br />

del verbale di cui all'articolo11<br />

presso la segreteria<br />

dell'organismo.<br />

❑<br />

28 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


LAVORI DI GEOMETRI<br />

Da San Felice a Gardone Riviera<br />

passeggiando in riva al lago<br />

sospesi sull’acqua<br />

Presentiamo, in questo servizio, un lavoro concepito e progettato – anche<br />

se non ancora realizzato – dal collega salodiano Enrico Corradi: si tratta<br />

del prolungamento ad est del lungolago di Salò in direzione di Barbarano<br />

e Gardone che, una volta completato, insieme con i tratti già costruiti,<br />

darebbe vita a un percorso pedonale, in parte sospeso sull’acqua,<br />

di grande suggestione congiungente Barbarano a San Felice del Benaco.<br />

Un lavoro, come si può immaginare, di notevole impegno progettuale e<br />

realizzativo, che ha richiesto perizia tecnica e capacità architettonica,<br />

oltre ad approfondite conoscenze del luogo: dai fondali ripari, all’andamento<br />

dei venti, del moto ondoso e delle correnti pelagiche. Conoscenze<br />

che <strong>il</strong> collega progettista ha dimostrato di possedere per lunga esperienza<br />

e frequentazione del luogo, sia come navigato velista, sia come esperto di<br />

storia e sismicità locale, non disgiunte da grande sensib<strong>il</strong>ità e amore per<br />

un paesaggio tra i più affascinanti dell’intero lago.<br />

Tutto ciò a dimostrazione che, quanto a intraprendenza, capacità organizzative<br />

e progettuali, i geometri non sono secondi ad altri tecnici del settore.<br />

Il geom. Enrico Corradi si è diplomato nel<br />

1971 presso l’IstitutoTecnico per geometri<br />

“C. Battisti” di Salò. Ha iniziato a collaborare<br />

con lo studio di architettura Armellini di Salò<br />

nel 1974. Dal 1979 è iscritto al <strong>Collegio</strong><br />

geometri di Brescia e svolge la libera<br />

professione prevalentemente nell’ambito<br />

<strong>della</strong> progettazione generale, <strong>della</strong><br />

progettazione in fase esecutiva e direzione<br />

lavori. Ha realizzato e ristrutturato complessi<br />

alberghieri, partecipando al recupero e al<br />

restauro del patrimonio ed<strong>il</strong>izio storico. Con<br />

l’arch. V. Armellini ha collaborato alla stesura<br />

del P.d.F. di Odolo e di Sulzano e del P.R.G.<br />

di Salò, compreso lo strumento attuativo<br />

(P.P.A.) in particolare per quanto attiene alle<br />

indagini e ricerche sul territorio. Ha altresì<br />

progettato ed eseguito numerosi lavori sia<br />

per conto di enti pubblici sia per enti privati.<br />

30 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1<br />

Abbiamo incontrato<br />

nel suo studio <strong>il</strong><br />

<strong>geometra</strong> Enrico<br />

Corradi per conoscere dati e<br />

notizie circa <strong>il</strong> suo progetto<br />

di percorso pedonale, citato<br />

dal “Giornale di Brescia” e<br />

interessante una porzione<br />

significativa del lago di<br />

Garda. In che consista <strong>il</strong> progetto<br />

del collega è presto<br />

detto: prolungare la esistente<br />

passeggiata San Felice<br />

del Benaco - “Lungolago<br />

Antiche Rive” - “Lungolago<br />

Zanardelli”, innestandovi un<br />

nuovo tratto conclusivo, in<br />

parte sospeso sull’acqua,<br />

fino a Barbarano.<br />

Abbiamo chiesto all’amico<br />

Corradi di <strong>il</strong>lustrarci <strong>il</strong> suo lavoro<br />

inquadrandolo nella<br />

storia complessiva del percorso<br />

S. Felice-Gardone Riviera;<br />

ci ha così ricordato che<br />

nel 1989 si inaugurò a Salò <strong>il</strong><br />

nuovo lungolago Zanardelli,<br />

che sostituì quello ormai obsoleto<br />

realizzato a seguito<br />

del catastrofico sisma del<br />

1901 che, se pur fece solo<br />

una vittima, determinò la distruzione<br />

quasi completa<br />

<strong>della</strong> f<strong>il</strong>a ininterrotta di case<br />

affacciate sul lago a contatto<br />

d’acqua: una cortina di antiche<br />

abitazioni di pescatori<br />

che impedivano la vista del<br />

lago se non per limitatissimi<br />

sbocchi di affaccio.<br />

«Fu Giuseppe Zanardelli –<br />

spiega <strong>il</strong> collega Corradi –, allora<br />

presidente del Consiglio,<br />

a favorire l’abbattimento<br />

delle superstiti casupole<br />

e la costruzione del lugolago<br />

così come lo abbiamo<br />

visto fino a 21 anni fa».<br />

La situazione mutò quando<br />

l’Amministrazione comunale<br />

affidò all’architetto Vittoriano<br />

Viganò (1919-1998),<br />

m<strong>il</strong>anese, ma innamorato<br />

conoscitore del Garda, la sistemazione<br />

urbanistica, architettonica<br />

e paesaggistica<br />

del lungolago, che si voleva<br />

elegante e accogliente come<br />

i tempi turisticamente evoluti<br />

esigevano. L’opera, impegnativa<br />

e costosa, fu unanimemente<br />

apprezzata.


LAVORI DI GEOMETRI<br />

Veduta aerea parziale del golfo di<br />

Salò; planimetria del primo stalcio<br />

dei lavori per la passeggiata a lago;<br />

in basso, una fase <strong>della</strong> costruzione<br />

del pont<strong>il</strong>e di legno nella zona del<br />

rimessaggio Zanca<br />

«L’<br />

esito felice <strong>della</strong><br />

ristrutturazione<br />

del lungolago<br />

Zanardelli – è sempre Corradi<br />

che parla – suscitò nei<br />

salodiani, ma specificamente<br />

nei soci dell’Associazione<br />

culturale “Amici del<br />

Golfo” l’affascinante idea di<br />

prolungare a ovest l’intervento<br />

Viganò fino al cimitero<br />

vantinano e, oltre, fino a San<br />

Felice del Benaco.<br />

Gli “Amici del Golfo” riuscirono,<br />

infatti, nell’anno 2001,<br />

a far inserire in tutti i programmi<br />

elettorali delle formazioni<br />

politiche per l’elezione<br />

del nuovo sindaco,<br />

l’impegno per la realizzazione<br />

del percorso pedonale<br />

fino alla località Mulino.<br />

Tale proposta comprendeva<br />

la progettazione di nuove<br />

spiagge con sistemazione di<br />

quelle esistenti, la riqualificazione<br />

delle aree demaniali<br />

a lago, la salvaguardia e<br />

la tutela delle acque del<br />

golfo».<br />

L’opera venne divisa in più<br />

stralci in modo che la sua<br />

realizzazione risultasse d<strong>il</strong>uita<br />

nel tempo e perciò<br />

meno traumatica per tutte<br />

quelle proprietà private a<br />

confine con le aree demaniali<br />

interessate, temporaneamente<br />

ad esse in con-<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/1- 31


LAVORI DI GEOMETRI<br />

Qui a fianco la fase di preparazione<br />

<strong>della</strong> nuova spiaggia con le barriere<br />

di protezione in lastroni di botticino;<br />

due sezioni <strong>della</strong> spiaggia <strong>della</strong><br />

Conca d’Oro; in basso a destra la<br />

copertura del Rio delle Tavine<br />

cessione. «In sintesi –<br />

spiega Corradi – si trattava di<br />

riportare a disposizione<br />

pubblica una vasta fascia a<br />

lago demaniale denunciandone<br />

apertamente l’occupazione,<br />

in alcuni casi abusiva,<br />

da parte dei privati».<br />

Lo stesso geom. Corradi fu<br />

chiamato dall’Amministrazione<br />

comunale salodiana a<br />

far parte del gruppo di progettazione/direzione<br />

dei lavori<br />

del primo stralcio che<br />

comprendeva anche i tecnici<br />

comunali arch. Anna Gatti, i<br />

geometri Barbara Ghizzi e<br />

Angelo Delmiglio e, per la<br />

parte strutturale, gli ingegneri<br />

Zubani e Mensi dello<br />

studio Techne di Brescia.<br />

Il primo stralcio (2002/2003)<br />

<strong>della</strong> nuova passeggiata<br />

prevedeva l’ampliamento<br />

delle spiagge dalla zona Mulino<br />

(fondo Zette) all’area<br />

occupata dalla stazione di<br />

sollevamento del collettore<br />

32 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


LAVORI DI GEOMETRI<br />

Secondo stralcio: dall’alto,<br />

costruzione del nuovo canale sulla<br />

Piazza Serenissima e <strong>il</strong> pont<strong>il</strong>e del<br />

Porto Canottieri<br />

Il secondo stralcio (anno<br />

2004) ha interessato <strong>il</strong> tratto<br />

compreso tra l’area a lago (ex<br />

parcheggio) fronte ospedale,<br />

porto Canottieri Garda Salò<br />

fino al porto <strong>della</strong> Sirena per<br />

uno sv<strong>il</strong>uppo di circa 300<br />

metri, in attuazione al P. P. Canottieri,<br />

che prevedeva<br />

anche l’ampliamento del<br />

porto.<br />

Con questo secondo stralcio<br />

si è risolto, grazie a una felice<br />

intuizione dell’arch. Perini, <strong>il</strong><br />

passaggio attraverso le aree<br />

portuali in concessione alla<br />

Soc. Canottieri Garda.<br />

«Per mezzo di una passecircumlacuale<br />

di depurazione<br />

Garda Uno per uno sv<strong>il</strong>uppo<br />

di 400 metri circa.<br />

Il progetto seguì lo schema<br />

proposto dal geom. Corradi<br />

e la tipologia costruttiva previde<br />

la realizzazione <strong>della</strong><br />

passeggiata su un r<strong>il</strong>evato in<br />

massi ciclopici posato sul<br />

fondo del lago (profondità 2-<br />

3 metri) opportunamente<br />

scavato in trincea con costipamento<br />

e assestamento.<br />

Il <strong>geometra</strong> Corradi si<br />

addentra a spiegare<br />

dettagli tecnici particolarmente<br />

impegnativi: «Il<br />

fondo del lago in quella zona<br />

– dice – è infatti costituito da<br />

ghiaione, asportato per posare<br />

i massi sulla sottostante<br />

matrice limosa, nella quale<br />

furono affondati fino a rifiuto,<br />

per un migliore ancoraggio<br />

dell’intera scogliera. Per precauzione,<br />

trattandosi di o-<br />

pera spondale soggetta sia a<br />

cedimenti verticali sia all’azione<br />

combinata moto ondoso/correnti<br />

in quella zona<br />

assai frequenti, si decise la<br />

realizzazione di una scogliera<br />

campione per verificarne<br />

sia la stab<strong>il</strong>ità all’azione<br />

verticale sia all’azione<br />

combinata delle lagheggiate<br />

e delle correnti. I risultati furono<br />

positivi. Sulla scogliera<br />

– è sempre Corradi che parla<br />

– sono stati quindi realizzati<br />

riporti di materiale di cava<br />

ad intasamento e chiusura<br />

dei vuoti tra i massi e, a finire,<br />

la stesa di stab<strong>il</strong>izzato rullato<br />

sul quale è stata gettata la<br />

platea per l’ancoraggio <strong>della</strong><br />

pavimentazione in doghe di<br />

larice. Per l’ampliamento<br />

delle spiagge verso lago si è<br />

proceduto a realizzare una<br />

scogliera in lastroni di pietra<br />

(botticino) in due strati sovrapposti<br />

a correre, inghisati<br />

tra loro e affondati a guisa di<br />

una barriera corallina, in<br />

modo da formare un cordone<br />

debolmente deformab<strong>il</strong>e di<br />

contenimento <strong>della</strong> ghiaia<br />

costituente la nuova spiaggia».<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 33


LAVORI DI GEOMETRI<br />

Secondo stralcio: a destra, due<br />

immagini dei moli galleggianti; sotto:<br />

planimetria nella quale si notano la<br />

passerella aerea su pali e <strong>il</strong> canale<br />

strutturale del molo foraneo<br />

del porto Canottieri.<br />

«L’opera, già molto complessa<br />

– prosegue Corradi –,<br />

doveva anche affrontare la<br />

realizzazione in acqua di una<br />

nuova struttura di ancoraggio<br />

a terra del molo foraneo<br />

galleggiante, precedentemente<br />

danneggiata<br />

da una forte lagheggiata.<br />

Il progetto, rielaborato dall’ing.<br />

Migliorati, prevedeva la<br />

costruzione di una struttura<br />

metallica reticolare da ancorare<br />

alla diga galleggiante e<br />

da inserire in un pozzo guida<br />

da realizzare a riva alla<br />

profondità di 6/8 metri. Il larella,<br />

con pali di metallo infissi<br />

in acqua e pavimentazione<br />

di massello di larice –<br />

continua Corradi –, la passeggiata<br />

si snoda nello specchio<br />

d’acqua del porto, permettendo<br />

<strong>il</strong> coinvolgimento,<br />

nelle attività sportive <strong>della</strong><br />

società, dei cittadini e dei<br />

turisti da un punto di vista e-<br />

levato, e quindi priv<strong>il</strong>egiato,<br />

senza creare intralci alle attività<br />

agonistiche».<br />

Il progetto esecutivo fu approntato<br />

dall’arch. Anna<br />

Gatti e dal geom. Barbara<br />

Ghizzi (Ufficio LL.PP. comune<br />

di Salò) con la collaborazione<br />

degli architetti<br />

Bordoli e Tonelli di Brescia.<br />

Il progetto delle strutture fu<br />

affidato allo studio Savoldi<br />

Engeneering di Gavardo.<br />

Al geom. Corradi,<br />

nel frattempo direttore<br />

lavori dell’ampliamento<br />

del porto<br />

<strong>della</strong> soc. Canottieri Garda,<br />

veniva affidata la direzione<br />

lavori, e con l’ing. Gianbattista<br />

Migliorati di Brescia<br />

delle opere di completamento<br />

e variante strutturale<br />

P. P. Canottieri comprendenti<br />

<strong>il</strong> canale fronte ospedale,<br />

la passerella che attraversa<br />

<strong>il</strong> porto e <strong>il</strong> rinforzo<br />

voro doveva essere assicurato<br />

da una doppia squadra<br />

di operatori subacquei che a<br />

turno eseguivano la posa del<br />

pozzo guida e i relativi getti<br />

di consolidamento in calcestruzzo».<br />

Il <strong>geometra</strong> Corradi, facendo<br />

tesoro delle sue conoscenze<br />

veliche, del regime dei venti<br />

e del moto ondoso, coordinava<br />

queste operazioni rapportandosi<br />

con le locali stazioni<br />

meteo ed elaborando<br />

le previsioni al fine di prevenire<br />

forti lagheggiate.<br />

Il terzo stralcio (anno 2006)<br />

<strong>della</strong> lunghezza di metri 550<br />

34 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


LAVORI DI GEOMETRI<br />

In questa pagina, particolari<br />

costruttivi del terzo stralcio: le<br />

passerelle sospese su pali, le<br />

passerelle in fase di realizzazione.<br />

In basso: pianta del terzo stralcio<br />

nella zona del Porto Arcangeli<br />

circa andava a completare<br />

l’intero percorso a lago. Volutamente<br />

lasciato per ultimo<br />

per le innegab<strong>il</strong>i difficoltà<br />

tecniche (la vicinanza al<br />

porto Arcangeli, l’attraversamento<br />

<strong>della</strong> foce del Rio<br />

Magri, ed un lungo tratto<br />

completamente a lago su<br />

passerella con pali) e per la<br />

risoluzione del problema del<br />

passeggio pedonale su tratti<br />

demaniali in concessione.<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 35


LAVORI DI GEOMETRI<br />

In questa pagina: immagini del terzo<br />

stralcio: vedute del ponte sul Rio<br />

Magri, la passerella in costruzione e<br />

finita, la foto d’insieme del Porto<br />

Arcangeli. In basso <strong>il</strong> disegno<br />

costruttivo del ponte sul Rio Magri<br />

36 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


LAVORI DI GEOMETRI<br />

Quarto stralcio: due immagini delle<br />

spiagge e del parcheggio e la relativa<br />

pianta in località Cimitero<br />

Il quarto stralcio (anno<br />

2009, 150 metri). Il completamento<br />

<strong>della</strong> passeggiata dal<br />

Mulino al <strong>il</strong> cimitero di Salò<br />

comprendeva la sistemazione<br />

dell’area adiacente a<br />

parcheggio, tutta su proprietà<br />

demaniale. L’incarico<br />

veniva affidato ancora al<br />

geom. Corradi, sia per la progettazione<br />

esecutiva, sia per<br />

la direzione lavori.<br />

«I lavori – spiega Enrico Corradi<br />

– hanno interessato <strong>il</strong><br />

consolidamento strutturale,<br />

alcuni pennelli frangi-onde<br />

con pavimentazione in doghe<br />

di iroko, la ricarica con ridefinizione<br />

del prof<strong>il</strong>o delle<br />

spiagge intercluse con formazione<br />

di percorso pedonale<br />

su ghiaia e muro di protezione<br />

a lago in cemento armato».<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 37


LAVORI DI GEOMETRI<br />

In queste pagine e nella seguente:<br />

progetto preliminare <strong>della</strong><br />

passeggiata a lago di collegamento<br />

tra Via Cure del Lino (Salò) e<br />

Barbarano<br />

Il parcheggio, pre-esistente,<br />

è stato ridefinito con nuovi<br />

cordoli, nuova pavimentazione<br />

e sistemazione del<br />

verde con aiole e piantumazioni<br />

d’alto fusto. Hanno<br />

completato l’intervento un<br />

adeguato impianto di <strong>il</strong>luminazione<br />

dello stesso tipo u-<br />

t<strong>il</strong>izzato per gli altri stralci.<br />

«La nuova passeggiata a<br />

lago ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>e oggi – fa rimarcare<br />

<strong>il</strong> geom. Corradi –<br />

presenta uno sv<strong>il</strong>uppo di<br />

1.400 metri che, sommati al<br />

lungolago Zanardelli (1 km),<br />

portano a un totale generale<br />

di 2 ch<strong>il</strong>ometri e 400 metri; si<br />

consideri inoltre che dal cimitero<br />

di Salò fino al confine<br />

con S. Felice esiste già un<br />

marciapiede a lago e che <strong>il</strong><br />

Comune di S. Felice sta ultimando<br />

quello di raccordo<br />

che condurrà al porto di Portese.<br />

Si può concludere che<br />

già oggi esiste una passeggiata<br />

funzionale collegante<br />

Salò a S. Felice del Benaco».<br />

Eallora, ecco nuovamente<br />

intervenire<br />

gli “Amici del<br />

Golfo” con la proposta di<br />

completare la sopra descritta<br />

passeggiata anche in<br />

direzione di Barbarano e del<br />

Comune di Gardone Riviera;<br />

e <strong>il</strong> nostro amico <strong>geometra</strong><br />

intervenire nuovamente e,<br />

con l’esperienza acquisita in<br />

materia, produrre un suo<br />

nuovo impegnativo progetto.<br />

Ma lasciamo parlare<br />

Corradi: «Il progetto che ho<br />

predisposto prevede di ut<strong>il</strong>izzare<br />

gran parte <strong>della</strong> pedonalizzata<br />

via Cure del<br />

Lino, primo tratto del percorso,<br />

pur molto suggestivo,<br />

che non si trova in fregio al<br />

lago. La si imbocca dall’estremità<br />

est del lungolago<br />

Zanardelli/piazza Carmine e<br />

la si percorre fino al palazzo<br />

Bertazzi, dove un vicolo<br />

pubblico scende perpendicolarmente<br />

in riva al lago. Da<br />

questo punto, tramite una<br />

passerella su pali metallici<br />

parallela alla costa, ma distante<br />

da essa da 6 a 9 metri,<br />

sospesa su un fondale medio<br />

di 3 - 6 metri, si raggiungerà<br />

palazzo Martinengo; è<br />

un percorso straordinariamente<br />

appagante di ben 480<br />

metri. Il turista vi godrà una<br />

visione <strong>della</strong> riva ricca di<br />

giardini, di vegetazione, di<br />

fiori, di colori, tutta nuova,<br />

come la si può cogliere solo<br />

stando in barca; e chi da<br />

terra guarderà <strong>il</strong> lago non<br />

proverà disturbo alcuno: i<br />

parapetti di protezione saranno<br />

infatti di materiale trasparente».<br />

A confine con palazzo Terzi<br />

Martinengo <strong>il</strong> percorso rientrerà<br />

sulla terraferma e, aggirando<br />

<strong>il</strong> palazzo sul suo lato<br />

nord, usufruirà dell’ampio<br />

marciapiede che costeggia<br />

la strada statale 45 per 320<br />

metri.<br />

«Il tratto di aggiramento del<br />

palazzo Martinengo – spiega<br />

ancora Corradi – è stato reso<br />

necessario dalla presenza a<br />

lago di un porticciolo, ma soprattutto<br />

di un pregevole<br />

bosco di cipressi, luogo di nidificazione<br />

di specie protette<br />

(airone cinerino, gabbiano,<br />

cormorano, svasso,<br />

folaga) oltre che dalla conformazione<br />

naturale <strong>della</strong> costa<br />

con bassi fondali sabbiosi e<br />

presenza di piccole spiagge,<br />

luogo ideale per la riproduzione<br />

delle specie ittiche ca-<br />

38 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


LAVORI DI GEOMETRI<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 39


LAVORI DI GEOMETRI<br />

40 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


LAVORI DI GEOMETRI<br />

ratteristiche del lago: una<br />

piccola ma preziosa riserva<br />

naturale che merita tutela e<br />

riservatezza».<br />

«Costeggiando a fianco <strong>della</strong><br />

Gardesana occidentale <strong>il</strong><br />

vecchio muro di pietra che<br />

delimita <strong>il</strong> bosco di cipressi,<br />

si giunge al confine orientale<br />

<strong>della</strong> proprietà Terzi Martinengo<br />

dove ci si riporta nuovamente<br />

in riva al lago per<br />

accedere a un pont<strong>il</strong>e di<br />

circa 26 metri, salvaguardando,<br />

sulla sinistra – fa notare<br />

Corradi –, un bel gruppo<br />

di tassi che affondano le radici<br />

direttamente in acqua».<br />

Da qui, sempre con<br />

la tipologia <strong>della</strong><br />

passerella metallica<br />

sospesa sull’acqua, si<br />

raggiunge, dopo circa 160<br />

metri, la spiaggia delle Rivette<br />

a Barbarano, <strong>della</strong><br />

quale è previsto un ampliamento<br />

con molo di riparo<br />

massiccio in calcestruzzo e<br />

pavimentazione di legno.<br />

Un breve scivolo a scaletta<br />

consentirà <strong>il</strong> varo di piccole<br />

imbarcazioni. Ci sarà anche<br />

la possib<strong>il</strong>ità di costruire un<br />

piccolo locale di ristoro con i<br />

necessari servizi igienici<br />

pubblici.<br />

Dalla spiaggia delle Rivette<br />

di Barbarano si può raggiungere<br />

in breve Gardone Riviera<br />

sul percorso pedonale<br />

esistente.<br />

L’intero percorso sarà <strong>il</strong>luminato<br />

con lampade lineari a<br />

pavimento a luce soffusa<br />

come già realizzato alle Antiche<br />

Rive; piccoli spazi dedicati<br />

alle sedute integrate<br />

con la pavimentazione di<br />

legno permetteranno una<br />

piacevole sosta.<br />

Questo tratto di passeggiata<br />

con uno sv<strong>il</strong>uppo complessivo<br />

di oltre 1000 metri, aggiunto<br />

a quelli già esistenti,<br />

consentirà <strong>il</strong> periplo pedonale<br />

dell’intero golfo salodiano:<br />

<strong>il</strong> sogno fortemente<br />

perseguito dall’associazione<br />

“Amici del Golfo”.<br />

«Ai salodiani e ai turisti – è la<br />

conclusione del collega Corradi<br />

– sarà così consentito di<br />

riappropriarsi di una porzione<br />

di territorio, in parte<br />

degradato, in parte occupato<br />

impropriamente da<br />

privati, restituendolo alla libera<br />

fruizione pubblica».<br />

❑<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 41


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dal consumatore finale.<br />

La multifunzionalità per eccellenza<br />

è riconducib<strong>il</strong>e all’agriturismo<br />

inteso come<br />

«l’attività di ricezione e ospitalità e-<br />

sercitate dagli imprenditori agricoli<br />

di cui all’articolo 2135 del codice civ<strong>il</strong>e,<br />

anche in forma di società di capitali<br />

o di persone, oppure associati<br />

fra loro, attraverso l’ut<strong>il</strong>izzazione<br />

<strong>della</strong> propria azienda in rapporto di<br />

connessione con le attività di coltivazione<br />

del fondo, di s<strong>il</strong>vicoltura e di allevamento<br />

di animali».<br />

L’attività di agriturismo dagli<br />

anni settanta in poi ha avuto<br />

un notevole sv<strong>il</strong>uppo, ma è<br />

solo negli anni ottanta che <strong>il</strong><br />

legislatore ha avvertito la<br />

necessità di regolamentare<br />

la materia, emanando una<br />

legge quadro, la Legge n. 730<br />

del 5 dicembre 1985, norma<br />

poi abrogata dalla Legge 20<br />

febbraio 2006 n. 96 che è la<br />

legge quadro attualmente in<br />

vigore.<br />

In Regione Lombardia la<br />

legge di riferimento è la n. 31<br />

del 2008 avente la finalità di<br />

consentire la permanenza<br />

degli agricoltori sul territorio,<br />

valorizzare <strong>il</strong> patrimonio<br />

rurale e i prodotti tipici<br />

di qualità ed è completata<br />

da un regolamento attuativo.<br />

A tale proposito si precisa<br />

che sussistono due tipologie<br />

di agriturismo quello in<br />

famiglia e quello in azienda<br />

Tabella 1<br />

Agriturismo in famiglia<br />

a seconda del numero di<br />

posti letto e pasti offerti agli<br />

ospiti (vedi tabella n.1). Accanto<br />

all’ospitalità e al ristoro non<br />

dobbiamo dimenticare tutte<br />

le attività che costituiscono<br />

i servizi messi a disposizione,<br />

quali ad esempio<br />

degustazione in azienda<br />

di prodotti tipici locali, attività<br />

sportive o escursionistiche,<br />

didattiche, ecc.<br />

L’attività agrituristica non<br />

potrà mai essere un’attività<br />

autonoma, ma dovrà<br />

sempre essere connessa<br />

con una attività agricola<br />

principale (richiesta di certificato<br />

di connessione), i-<br />

noltre per <strong>il</strong> suo svolgimento<br />

è necessaria la frequentazione,<br />

con esito positivo,<br />

di un corso di ab<strong>il</strong>itazione<br />

per operatori agrituristici.<br />

Altro aspetto fondamentale<br />

sono i parametri da rispettare<br />

nel caso di somministrazione<br />

di pasti: almeno <strong>il</strong> 30%<br />

dei prodotti ut<strong>il</strong>izzati deve<br />

essere ricavato da materie<br />

prime dell’azienda agricola<br />

ed una quota non inferiore al<br />

70% sul totale dei prodotti u-<br />

t<strong>il</strong>izzati deve essere costituito<br />

dall’insieme dei prodotti<br />

aziendali di cui quelli<br />

precedentemente richiamati<br />

e da prodotti direttamente<br />

acquistati da altre aziende a-<br />

gricole o da artigiani alimentari<br />

<strong>della</strong> zona, dove per zona<br />

si intende la provincia di appartenenza<br />

e le province limitrofe<br />

(vedi tabella n.2).<br />

Per quanto riguarda<br />

le strutture per l’accoglienza<br />

gli immob<strong>il</strong>i<br />

rurali esistenti e facenti<br />

parte dell’azienda agricola<br />

possono essere destinati all’attività<br />

agrituristica. I-<br />

noltre, possono essere ut<strong>il</strong>izzati<br />

anche edifici situati<br />

nelle immediate vicinanze,<br />

o addirittura distaccati dal<br />

centro aziendale purché<br />

questi abbiano una destinazione<br />

agricola e sussista un<br />

rapporto di connessione fisica<br />

o funzionale all’attività<br />

agricola dell’azienda. Per<br />

fabbricati aziendali esistenti<br />

si intendono tutti<br />

quelli che già costituiscono<br />

Ospitalità all’interno dell’alloggio Ospitalità in spazi attrezzati Ristoro massimo 40 pasti/giorno<br />

dell’imprenditore agricolo o dei per la sosta dei campeggiatori<br />

fabbricati aziendali<br />

(roulotte, tende, camper)<br />

Max 60 persone al giorno Max 10 persone al giorno<br />

Agriturismo in azienda<br />

Ospitalità in camere o in Ospitalità in spazi attrezzati Ristoro massimo 160 pasti/giorno<br />

unità abitative indipendenti per la sosta dei campeggiatori<br />

Max 60 persone al giorno (roulotte, tende, camper)<br />

Max 60 persone al giorno<br />

l’azienda agricola la momento<br />

<strong>della</strong> richiesta di certificato<br />

di connessione sia<br />

che possiedano i requisiti di<br />

agib<strong>il</strong>ità e abitab<strong>il</strong>ità necessari<br />

per lo svolgimento dell’attività<br />

agrituristica, sia che<br />

richiedano interventi di ristrutturazione<br />

e manutenzione<br />

per poter essere ut<strong>il</strong>izzati<br />

a condizione che la loro<br />

destinazione non comprometta<br />

l’esercizio dell’agricoltura.<br />

È contemplata la possib<strong>il</strong>ità<br />

di ristrutturare gli immob<strong>il</strong>i<br />

rurali destinati all’attività attraverso<br />

interventi di ristrutturazione<br />

ed<strong>il</strong>izia, restauro<br />

conservativo o di miglioramento.<br />

Gli ampliamenti, invece,<br />

sono ammessi solo per<br />

l’adeguamento igienico-sanitario<br />

e tecnico.<br />

Le strutture recettive devono<br />

possedere i requisiti<br />

minimi igienico-ed<strong>il</strong>izi delle<br />

leggi statali e regionali e dal<br />

regolamento comunale di i-<br />

giene ed<strong>il</strong>izio in vigore.<br />

Sia le strutture recettive ad<br />

alloggio o unità abitative sia<br />

le camere devono essere in<br />

42 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


AGRICOLTURA & FORESTE<br />

possesso dei requisiti previsti<br />

per gli alberghi.<br />

I nuovi regolamenti comunitari<br />

(pacchetto igiene)<br />

hanno abolito le vecchie autorizzazioni<br />

sanitarie, che<br />

sono state sostituite da una<br />

dichiarazione del produttore.<br />

È quindi responsab<strong>il</strong>ità<br />

dell’imprenditore garantire<br />

che le strutture siano a<br />

norma; per quanto riguarda<br />

<strong>il</strong> ristoro si consiglia comunque<br />

in fase di progettazione<br />

di richiedere <strong>il</strong> parere<br />

ed<strong>il</strong>izio.<br />

L’imprenditore che decide di<br />

effettuare solamente <strong>il</strong> servizio<br />

di ospitalità, deve a-<br />

dempiere alle disposizioni<br />

previste dal regolamento e-<br />

d<strong>il</strong>izio comunale in merito<br />

agli alloggi in cui intende o-<br />

Tabella 2<br />

Agriturismo in famiglia<br />

ture ed<strong>il</strong>izie già esistenti.<br />

La macellazione di animali<br />

allevati deve avvenire in locali<br />

aziendali o impianti<br />

pubblici o privati autorizzati<br />

a tale scopo dal servizio veterinario<br />

delle Asl competente<br />

per territorio; è consentito<br />

procedere nello<br />

stesso impianto alla macellazione<br />

di animali di specie<br />

diverse, nel rispetto delle<br />

corrette modalità di lavorazione,<br />

anche qualora le<br />

stesse avvengano in momenti<br />

diversi.<br />

Per la preparazione di pasti<br />

e bevande semplici e di<br />

pronto consumo possono<br />

Passaggi interni Prodotti di altre aziende agricole Tutto <strong>il</strong> resto: caffè, zucchero,<br />

dall’azienda agricola o artigiani alimentari <strong>della</strong> agrumi, pasta di semola,<br />

all’agriturismo provincia di appartenenza cacao, cioccolato, …<br />

e di quelle limitrofe<br />

>70%<br />

> 30% < 40%<br />

< 30%<br />

essere ut<strong>il</strong>izzate la cucina<br />

dell’imprenditore e zone di<br />

cotture poste all’esterno<br />

degli edifici.<br />

Inoltre, in merito all’applicazione<br />

dei requisiti strutturali<br />

e laboratori di produzione a-<br />

limentari è ut<strong>il</strong>e ricordare:<br />

l’art 28 del D.p.r. 327/80 in<br />

materia di stab<strong>il</strong>imenti, <strong>il</strong> regolamento<br />

locale di igiene<br />

tipo demanda all’attività di<br />

fissazione dei requisiti per<br />

l’attività di somministrazione;<br />

<strong>il</strong> regolamento<br />

di igiene<br />

tipo in materia veterinaria;<br />

l’ordinanza<br />

del ministero<br />

<strong>della</strong> Sanità<br />

del 3 apr<strong>il</strong>e 2002 in<br />

materia di requisiti<br />

per l’attività di<br />

somministrazione<br />

e vendita su aree<br />

pubbliche.<br />

Aspetti strutturali<br />

costruttivi: le caratteristiche<br />

delle pareti (imbiancatura,<br />

rivestimenti, raccordi, ecc) ,<br />

dei pavimenti (scarichi,ecc),<br />

i rapporti aereo <strong>il</strong>luminanti<br />

(apporto naturale e artificiale),<br />

devono essere funzionali<br />

alla tipologia di attività<br />

che vi si svolge e, comunque,<br />

tali da consentire <strong>il</strong> rispetto<br />

dei requisiti di sicurezza alimentare,<br />

l’altezza dei rivestimenti<br />

<strong>il</strong> loro materiale e le<br />

altre soluzioni con cui ciò<br />

viene garantito dipendono<br />

dalle scelte dell’operatore.<br />

Aspetti organizzativi: la separazione<br />

delle diverse attività<br />

non sempre necessita di<br />

accorgimenti fisici, ma a<br />

spitare i clienti e ai relativi<br />

servizi igienici, nonché garantire<br />

servizi e spazi minimi<br />

previsti dalla legge regionale<br />

16 luglio 2007, n. 15 (Testo u-<br />

nico delle leggi regionali in<br />

materia di turismo).<br />

Per quanto riguarda le attività<br />

di ospitalità in spazi a-<br />

perti, le piazzole devono garantire<br />

l’allacciamento elettrico<br />

e i servizi igienici, che<br />

saranno ricavati, preferib<strong>il</strong>mente,<br />

all’interno di strutvolte<br />

possono essere sufficienti<br />

differenziazioni temporali,<br />

o semplici spazi diversi<br />

pur nell’ambito di un u-<br />

nico ambiente.<br />

Le aziende agrituristiche<br />

hanno l’opportunità<br />

di accedere<br />

a finanziamenti previsti<br />

dal Programma di Sv<strong>il</strong>uppo<br />

Rurale 2007-2013 (Psr)<br />

attraverso la specifica misura<br />

311 A “Diversificazione verso<br />

attività non agricole: Agriturismo”<br />

finanzia gli investimenti<br />

delle strutture aziendali e<br />

l’acquisto di attrezzature<br />

con l’obiettivo di favorire la<br />

diversificazione dell’attività<br />

agricola, produrre beni e<br />

servizi non tradizionalmente<br />

agricoli, incentivare<br />

la permanenza delle popolazioni<br />

rurali nelle aree più<br />

marginali e svantaggiate.<br />

Il settore è di notevole interesse<br />

ed in continua crescita,<br />

tant’è che si registrano<br />

incrementi dell’ordine dell’8%<br />

annuo, un’opportunità<br />

sempre più apprezzata dai<br />

cittadini che riscoprono l’importante<br />

ruolo dell’imprenditore<br />

agricolo.<br />

❑<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 43


AGRICOLTURA & FORESTE<br />

Guido Lombardi<br />

da Giornale di Brescia<br />

L’agricoltura in cerca di riscatto<br />

Qualche luce si vede.<br />

Ma non basta,<br />

e, soprattutto,<br />

i timidi segnali di ripresa<br />

dei mercati devono tradursi<br />

in benefici per tutti gli attori<br />

<strong>della</strong> f<strong>il</strong>iera produttiva.<br />

L’agricoltura bresciana sta<br />

tentando di uscire dalla crisi<br />

e, nelle prime valutazioni<br />

sull’annata agraria 2010, e-<br />

mergono alcuni dati positivi.<br />

Lo ha sottolineato <strong>il</strong> presidente<br />

dell’Unione Provinciale<br />

Agricoltori, Francesco<br />

Bettoni, affiancato dal vicepresidente,<br />

Sergio Visini, e<br />

dal direttore, Annibale Feroldi.<br />

«Buone notizie – ha detto<br />

Bettoni – arrivano sul fronte<br />

<strong>della</strong> ripresa dei prezzi dei<br />

cereali e dei formaggi stagionati,<br />

con possib<strong>il</strong>i ricadute<br />

positive per i redditi degli a-<br />

gricoltori».<br />

Le notizie negative, invece,<br />

permangono, in campo suinicolo,<br />

nel florovivaismo e<br />

nel settore ortofrutticolo. I<br />

produttori di vino, intanto,<br />

cominciano a temere <strong>il</strong> calo<br />

dei consumi, «controb<strong>il</strong>anciato<br />

per ora – ha aggiunto <strong>il</strong><br />

presidente Upa – dall’ottima<br />

qualità dei nostri prodotti».<br />

Resta ancora troppo elevato,<br />

in ogni caso, <strong>il</strong> divario<br />

tra costi e ricavi. Per gli imprenditori<br />

agricoli, i primi<br />

continuano a crescere più<br />

dei secondi, e spesso si produce<br />

in perdita. Questo<br />

vale, in particolare, per <strong>il</strong><br />

settore lattiero-caseario. Il<br />

mercato, in questo caso, è<br />

decisamente positivo, specialmente<br />

sul fronte del<br />

Grana Padano, un prodotto<br />

vincente anche all’estero.<br />

«Ma gli allevatori – ha affermato<br />

Bettoni – non stanno<br />

beneficiando di questo positivo<br />

andamento, e l’intesa<br />

confermata dalla Confagricoltura<br />

e Italatte (per un<br />

prezzo alla stalla di 36,9 centesimi<br />

al litro, ndr) è la più remunerativa<br />

per <strong>il</strong> maggior<br />

numero di produttori». Naturalmente,<br />

l’Upa ha sostenuto<br />

singoli imprenditori<br />

che sono riusciti a strappare<br />

un prezzo più alto, specialmente<br />

grazie al positivo andamento<br />

del Grana.<br />

In netta crescita, a proposito<br />

di mercati internazionali,<br />

anche i prezzi dei cereali, a<br />

causa <strong>della</strong> contrazione<br />

<strong>della</strong> produzione mondiale,<br />

ma anche delle manovre<br />

speculative. «Si tratta comunque<br />

di una situazione<br />

diversa rispetto al 2007 – ha<br />

detto <strong>il</strong> presidente dell’Upa<br />

– grazie al buon livello delle<br />

scorte mondiali, che per i<br />

frumenti si assestano a 181<br />

m<strong>il</strong>ioni di tonnellate, <strong>il</strong> 50%<br />

in più di quelle registrate nel<br />

2007, l’anno del boom dei<br />

prezzi cerealicoli».<br />

Per <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ancio del settore<br />

primario, l’Unione<br />

Agricoltori si<br />

augura anche un’apertura<br />

verso la sperimentazione<br />

degli Ogm, mentre le fonti di<br />

energie rinnovab<strong>il</strong>i vanno<br />

prese in considerazione<br />

solo come complementari<br />

all’attività agricola. La legge<br />

sull’etichettatura d’origine<br />

viene considerata positiva,<br />

«ma occorre maggiore chiarezza<br />

– ha aggiunto <strong>il</strong> presidente<br />

Upa – sui possib<strong>il</strong>i effetti<br />

del provvedimento<br />

quanto ai concetti di “prevalenza<br />

<strong>della</strong> materia prima” e<br />

di “ulteriore trasformazione<br />

sostanziale”: due elementi<br />

che potrebbero aumentare<br />

la confusione, anziché diminuirla».<br />

Infine, <strong>il</strong> mondo agricolo si<br />

prepara a giocare la grande<br />

partita <strong>della</strong> riforma <strong>della</strong><br />

Politica agricola comunitaria,<br />

prevista per <strong>il</strong> 2013.<br />

«Sarà necessario – ha concluso<br />

Bettoni – difendere <strong>il</strong><br />

budget comunitario destinato<br />

all’agricoltura e la quota assegnata<br />

al nostro Paese».<br />

❑<br />

44 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


SICUREZZA CANTIERI<br />

Fabio Domenico<br />

Delbarba Applicab<strong>il</strong>ità del D.lgs 81/2008<br />

agli studi professionali<br />

Il 9 apr<strong>il</strong>e 2008 è entrato<br />

in vigore <strong>il</strong><br />

D.Lgs. 81, denominato<br />

Testo Unico <strong>della</strong> Sicurezza<br />

che sostituisce e a-<br />

broga, tra le altre, la legge<br />

626/94 in materia di tutela<br />

<strong>della</strong> salute e <strong>della</strong> sicurezza<br />

dei lavoratori.<br />

Il comma 1 dell’articolo 3 –<br />

Campo di applicazione – del<br />

nuovo Decreto Legislativo<br />

conferma quanto già dettato<br />

dal D.Lgs. 626/94: «Il presente<br />

decreto si applica a<br />

tutti i settori di attività privati<br />

e pubblici e a tutte le tipologie<br />

di rischi».<br />

Da questa enunciazione si<br />

capisce che non è escluso<br />

dall’applicazione delle<br />

norme in materia di tutela<br />

<strong>della</strong> salute e <strong>della</strong> sicurezza<br />

alcun ambito lavorativo e<br />

che quindi anche gli studi<br />

professionali sono soggetti<br />

alla sua applicazione.<br />

Discriminante per l’applicab<strong>il</strong>ità<br />

del D.Lgs. 81/2008 è la<br />

presenza di altre persone,<br />

oltre al professionista titolare<br />

dello studio, all’interno<br />

del luogo di lavoro: se infatti,<br />

in regime del D.Lgs. 626/94,<br />

si poteva parlare di sicurezza<br />

dei lavoratori solo in<br />

caso di sussistenza di un<br />

contratto di subordinazione,<br />

di qualsiasi natura, tra <strong>il</strong> titolare<br />

dello studio e altre persone<br />

presenti all’interno<br />

<strong>della</strong> struttura, lasciando<br />

quindi dubbi sull’effettivo<br />

dovere di applicazione in<br />

caso di presenza di tirocinanti<br />

e/o collaboratori fam<strong>il</strong>iari,<br />

la nuova norma, modificata<br />

dal D.Lgs. 106/2009, ha<br />

chiarito anche questi aspetti<br />

con l’articolo 2) che contiene<br />

le seguenti definizioni:<br />

a) “Lavoratore” persona che, indipendentemente<br />

dalla tipologia<br />

contrattuale, svolge un’attività<br />

lavorativa nell’ambito dell’organizzazione<br />

di un datore di lavoro<br />

pubblico o privato, con o senza<br />

retribuzione, anche al solo fine<br />

di apprendere un mestiere,<br />

un’arte o una professione, esclusi<br />

gli addetti ai servizi domestici e fam<strong>il</strong>iari.<br />

Al lavoratore così definito<br />

è equiparato: <strong>il</strong> socio lavoratore di<br />

cooperativa o di società, anche di<br />

fatto, […], l’associato in partecipazione[…],<br />

<strong>il</strong> soggetto beneficiario<br />

delle iniziative di tirocini<br />

formativi e di orientamento […],<br />

l’allievo degli istituti d’istruzione<br />

ed universitari e <strong>il</strong> partecipante a<br />

corsi di formazione professionale<br />

nei quali si faccia uso di laboratori,<br />

attrezzature di lavoro in genere,<br />

agenti chimici e fisici e biologici,<br />

ivi comprese le apparecchiature<br />

fornite di video terminali<br />

limitatamente ai periodi in cui<br />

l’allievo sia effettivamente applicato<br />

alla strumentazioni o ai laboratori<br />

in questione, i volontari<br />

del corpo nazionale dei Vig<strong>il</strong>i del<br />

Fuoco e <strong>della</strong> Protezione civ<strong>il</strong>e, <strong>il</strong><br />

volontario che effettua <strong>il</strong> servizio<br />

civ<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> lavoratore di cui al D.Lgs.<br />

1 dicembre 1997, n. 468, e successive<br />

modifiche.<br />

b) “Datore di lavoro” <strong>il</strong> soggetto<br />

titolare del rapporto di lavoro con<br />

<strong>il</strong> lavoratore, o comunque, <strong>il</strong> soggetto<br />

che, secondo <strong>il</strong> tipo e l’assetto<br />

dell’organizzazione nel cui<br />

ambito <strong>il</strong> lavoratore presta la propria<br />

attività, ha la responsab<strong>il</strong>ità<br />

dell’organizzazione stessa o dell’unità<br />

produttiva in quanto esercita<br />

i poteri decisionali e di spesa.<br />

c) “Azienda” è <strong>il</strong> complesso <strong>della</strong><br />

struttura organizzata dal datore<br />

di lavoro pubblico o privato.<br />

«omissis»<br />

Analizzando l’art. 2 del Testo<br />

Unico <strong>della</strong> Sicurezza, si desume<br />

che <strong>il</strong> datore di lavoro,<br />

ove ne ricorrano i requisiti<br />

per ritenerlo tale, ha l’obbligo<br />

di redigere la valutazione<br />

dei rischi aziendali per<br />

iscritto attraverso la comp<strong>il</strong>azione<br />

di un documento<br />

chiamato Documento di Valutazione<br />

dei Rischi (DVR).<br />

Oltre a questo compito <strong>il</strong> datore<br />

di lavoro deve procedere<br />

alla nomina di alcune figure<br />

importanti per poter e-<br />

seguire una corretta valutazione<br />

dei rischi aziendali.<br />

Tali figure sono l’R.S.P.P. (Responsab<strong>il</strong>e<br />

del Servizio di<br />

Prevenzione e Protezione),<br />

<strong>il</strong> medio competente, gli addetti<br />

al primo soccorso, gli<br />

addetti <strong>della</strong> squadra antincendio<br />

e gli addetti <strong>della</strong><br />

squadra per le emergenze e,<br />

qualora vi sia più di un collaboratore<br />

o di un dipendente,<br />

anche l’R.L.S. (Rappresentante<br />

dei Lavoratori<br />

per la Sicurezza). Tali obblighi,<br />

derivano al datore di<br />

lavoro dall’articolo 17 del<br />

succitato D.Lgs. e non sono<br />

delegab<strong>il</strong>i ad altra persona.<br />

Analizziamo ora le singole figure<br />

che devono coadiuvare<br />

<strong>il</strong> datore di lavoro, nella tutela<br />

<strong>della</strong> salute e sicurezza<br />

dei propri dipendenti o collaboratori.<br />

R.S.P.P.: è la persona incaricata<br />

dal datore di lavoro, che<br />

ha la responsab<strong>il</strong>ità del servizio<br />

di prevenzione e protezione<br />

aziendale. Tale compito<br />

può essere svolto dal<br />

datore di lavoro stesso, da<br />

persona interna all’azienda<br />

da lui incaricata o da persona<br />

esterna all’azienda. In<br />

ogni caso l’R.S.P.P. deve aver<br />

seguito dei corsi specifici in<br />

materia di sicurezza sui<br />

luoghi di lavoro, deve essere<br />

in possesso di un diploma<br />

di studio di scuola superiore<br />

o aver partecipato a<br />

corsi specifici che ne attestino<br />

la frequenza e l’apprendimento,<br />

secondo<br />

quanto previsto dall’articolo<br />

32 commi 1,2,3,5 del D.Lgs.<br />

81/08. L’R.S.P.P. comunque,<br />

deve frequentare corsi di aggiornamento<br />

secondo gli indirizzi<br />

definiti dall’accordo<br />

Stato-Regioni. Il datore di lavoro<br />

che decida di svolgere<br />

lui stesso <strong>il</strong> ruolo di R.S.P.P.,<br />

secondo quanto previsto<br />

dall’articolo 34 comma 2 del<br />

TUS, deve frequentare obbligatoriamente<br />

corsi di formazione<br />

<strong>della</strong> durata minima di<br />

16 ore e massima di 48 ore, a-<br />

deguati alla natura dei rischi<br />

presenti nel proprio luogo di<br />

lavoro e derivanti dalla sua<br />

attività lavorativa.<br />

Medico competente: è nominato<br />

dal datore di lavoro,<br />

deve essere specializzato in<br />

medicina del lavoro o in medicina<br />

preventiva dei lavoratori<br />

e psicotecnica, e comunque<br />

deve avere i requisiti<br />

previsti dall’articolo 38<br />

del D.Lgs 81/08; non può essere<br />

<strong>il</strong> proprio medico di famiglia.<br />

Il compito del medico<br />

competente è quello di<br />

predisporre idonei piani,<br />

atti a mantenere la sorveglianza<br />

sanitaria dei singoli<br />

dipendenti. Tali piani devono<br />

contenere la periodicità<br />

<strong>della</strong> visita medica,<br />

nonché gli accertamenti necessari<br />

a tutelare <strong>il</strong> lavoratore<br />

dai rischi ai quali è e-<br />

sposto. La visita medica normalmente<br />

è annuale, gli e-<br />

sami specifici sono elaborati<br />

dal medico in base ai rischi<br />

46 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


SICUREZZA CANTIERI<br />

condo quanto prescritto dal<br />

D.M. 10 marzo 1998. Il corso<br />

di addestramento degli addetti<br />

è definito dal precedente<br />

citato D.M. in 8 ore, diviso<br />

in due moduli, uno puramente<br />

teorico e l’altro pratico.<br />

Attualmente non sono<br />

previsti corsi di aggiornamento<br />

periodici.<br />

Addetti alla gestione delle e-<br />

mergenze: sono lavoratori<br />

designati dal datore di lavoro,<br />

dopo aver sentito <strong>il</strong> parere<br />

del R.L.S. Tali operatori<br />

devono seguire un corso specifico<br />

teorico-pratico a seconda<br />

del tipo di rischio presente<br />

in azienda. La durata di<br />

tale corso non deve essere<br />

inferiore a quella del rischio<br />

incendio, ovvero 8 ore.<br />

Dobbiamo dire tuttavia che<br />

negli studi professionali di<br />

limitate dimensioni (fino ad<br />

un massimo di 5 dipendenti<br />

o collaboratori) la funzione<br />

di addetto al primo soccorso,<br />

antincendio e addetto<br />

alle emergenze, può<br />

evidenziati nel DVR ai quali<br />

sono soggetti i lavoratori (dipendenti<br />

o collaboratori a<br />

qualsiasi tipo ricadenti nella<br />

definizione più ampia di lavoratore<br />

secondo le definizioni<br />

di cui all’articolo 2)<br />

Addetti al primo soccorso:<br />

sono designati dal datore di<br />

lavoro in base alla natura<br />

delle attività ed alle dimensioni<br />

dell’azienda.<br />

Gli studi tecnici, possono ricadere<br />

nella tipologia B e C<br />

previste dal D.M. 15 luglio<br />

2003 n. 388, in funzione del<br />

numero degli addetti, ovvero:<br />

• nel gruppo B ricadono le a-<br />

ziende o unità produttive<br />

con tre o più lavoratori che<br />

non rientrano nel gruppo A;<br />

• nel gruppo C ricadono le a-<br />

ziende o unità produttive<br />

con meno di tre lavoratori<br />

che non rientrano nel<br />

gruppo A;<br />

Gli addetti individuati dal<br />

datore di lavoro, non possono<br />

rifiutare la designazione<br />

se non per giustificato<br />

motivo, come prevede l’articolo<br />

43 del D.Lgs 81/08<br />

comma 3. La durata dei corsi<br />

per entrambe le categorie è<br />

prevista in 12 ore distinte in<br />

due moduli, uno teorico di 8<br />

ore e uno pratico di 4 con<br />

test finale di apprendimento.<br />

L’aggiornamento di<br />

tali addetti è previsto ogni<br />

tre anni.<br />

Addetti all’antincendio:<br />

sono designati dal datore di<br />

lavoro all’interno dell’azienda<br />

in base alla natura<br />

delle attività e alle dimensioni<br />

dell’azienda.<br />

Gli studi tecnici, ricadono<br />

nella tipologia di rischio<br />

considerato medio, seessere<br />

svolta direttamente<br />

dal titolare dello studio, così<br />

come previsto dall’articolo<br />

34 commi 1-1 bis del D.Lgs.<br />

81/08. Lo stesso titolare comunque<br />

deve seguire gli<br />

stessi corsi previsti per le<br />

funzioni che va a svolgere<br />

con la stessa periodicità di<br />

aggiornamento.<br />

R.L.S. (Rappresentante dei<br />

Lavoratori per la Sicurezza):<br />

è nominato dai lavoratori<br />

in tutte le aziende così<br />

come previsto dal articolo 47<br />

comma 2 e 3; egli accede ai<br />

luoghi di lavoro in cui si svolgono<br />

tutte le attività lavorative,<br />

è consultato preventivamente<br />

per la stesura del<br />

DVR, è consultato per la designazione<br />

degli addetti al<br />

primo soccorso, all’antincendio<br />

ed alla squadra e-<br />

mergenza; esercita la sua<br />

funzione secondo quanto<br />

prescritto all’articolo 50 del<br />

D.Lgs. 81/08. Il rappresentante<br />

dei lavoratori per la sicurezza<br />

deve partecipare ad<br />

un corso idoneo <strong>della</strong> durata<br />

minima di 32 ore, di cui 12<br />

specifiche sui rischi presenti<br />

in azienda con test finale di<br />

verifica d’apprendimento, i-<br />

noltre l’aggiornamento periodico<br />

è previsto dalla contrattazione<br />

collettiva nazionale<br />

ogni 2 anni e la sua durata<br />

non può essere inferiore<br />

a 4 ore. Dove non sia eletto<br />

l’R.L.S., lo studio deve appoggiarsi<br />

obbligatoriamente<br />

all’R.L.S.T. (Rappresentante<br />

per la Sicurezza dei<br />

Lavoratori Territoriale) che<br />

ha le medesime funzioni ed<br />

è individuato tra più a-<br />

ziende secondo quanto previsto<br />

dal articolo 48 del<br />

D.Lgs. 81/08.<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 47


SICUREZZA CANTIERI<br />

D.V.R.: è <strong>il</strong> Documento di Valutazione<br />

dei Rischi presenti<br />

nello studio e nelle attività<br />

esterna a esso, e deve contenere<br />

la valutazione di tutti<br />

i rischi presenti nello studio<br />

e riscontrab<strong>il</strong>i anche dalla<br />

sola analisi dei luoghi di lavoro.<br />

Nella sua stesura l’RSPP<br />

deve tenere conto di eseguire<br />

le seguenti operazioni:<br />

a) Una corretta valutazione<br />

<strong>della</strong> scelta delle attrezzature<br />

ut<strong>il</strong>izzate.<br />

b) Una corretta valutazione<br />

<strong>della</strong> scelta delle sostanze<br />

chimiche impiegate<br />

(toner, inchiostri vari,<br />

liquidi per sv<strong>il</strong>uppi eliocopie,<br />

ecc ..).<br />

c) Una corretta sistemazione<br />

dei luoghi di lavoro.<br />

d) Una valutazione che<br />

tenga conto dei rischi derivanti<br />

per la sicurezza dei<br />

lavoratori esposti a particolari<br />

rischi, a quelli correlati<br />

allo stress indotto<br />

dal lavoro-correlato, a<br />

quello riguardante le lavoratrici<br />

in stato di gravidanza<br />

(secondo quanto<br />

previsto dal D.Lgs. 26<br />

marzo 2001, n. 151), e i-<br />

noltre a tutti i rischi connessi<br />

alle differenze di<br />

sesso (maschi/femmine),<br />

all’età anagrafica o alla<br />

provenienza da altri<br />

paesi.<br />

In prima analisi possiamo<br />

dire che una valutazione approssimata<br />

dei rischi presenti<br />

si può ricavare analizzando<br />

la matrice del rischio<br />

ricavata interpolando tra<br />

loro la probab<strong>il</strong>ità che un e-<br />

vento accada P ed <strong>il</strong> danno<br />

prodotto D, secondo la seguente<br />

relazione: R (rischio)<br />

= PxD. La matrice del rischio<br />

è un grafico che ci permette<br />

di capire l’entità e la pericolosità<br />

del rischio generato<br />

da un’attività o da una situazione<br />

presente nei luoghi di<br />

lavoro.<br />

Danno<br />

Probab<strong>il</strong>ità<br />

0 1 2 3 4 5<br />

1 2 4 6 8 10<br />

2 3 6 9 12 15<br />

3 4 8 12 16 20<br />

4 5 10 15 20 25<br />

Risultato Rischio = PxD<br />

Se <strong>il</strong> prodotto PxD genera un<br />

rischio R alto, ci obbliga ad a-<br />

nalizzare molto in dettaglio<br />

la fase lavorativa presa in e-<br />

same o <strong>il</strong> luogo di lavoro che<br />

l’ha generato, ancorché l’attrezzatura<br />

ut<strong>il</strong>izzata.<br />

I valori inserito da assumere<br />

nella matrice di rischio, per<br />

quanto riguarda la probab<strong>il</strong>ità<br />

che un evento accada P<br />

sono:<br />

1 = IMPROBABILE (trascurab<strong>il</strong>e)<br />

non sono noti episodi<br />

al riguardo.<br />

2 = POCO PROBABILE (ma<br />

non trascurab<strong>il</strong>e) sono<br />

noti alcuni casi già verificatisi<br />

3 = PROBABILE quando sono<br />

noti alcuni casi che<br />

hanno fatto seguito ad<br />

un danno<br />

4 = QUASI CERTA quando<br />

sono noti molti casi che<br />

hanno fatto seguito ad<br />

un danno di tipo permanente<br />

5 = SICURA quando si sono<br />

verificati danni per la<br />

stesa causa.<br />

I valori da assumere per<br />

quanto riguarda <strong>il</strong> danno<br />

prodotto D, sono:<br />

0 = non r<strong>il</strong>evante (trascurab<strong>il</strong>e)<br />

1 = lieve infortunio o inab<strong>il</strong>ità<br />

rapidamente reversib<strong>il</strong>e<br />

2 = medio infortunio o inab<strong>il</strong>ità<br />

reversib<strong>il</strong>e<br />

3 = grave infortunio o inab<strong>il</strong>ità<br />

parziale<br />

4 = gravissimo o mortale infortunio<br />

con inab<strong>il</strong>ità totale<br />

o morte<br />

Il risultato del calcolo eseguito<br />

applicando la relazione<br />

PxD definisce un indice<br />

che permette di valutare<br />

<strong>il</strong> rischio presente in<br />

un’azienda che comporta l’identificazione<br />

di tutti i peri-<br />

48 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


SICUREZZA CANTIERI<br />

siderare anche <strong>il</strong> rischio residuo<br />

e trattarlo di conseguenza.<br />

Quando <strong>il</strong> risultato<br />

R, è minimo cioè R = 1, sono<br />

sufficienti istruzioni operative<br />

generiche e normalmente<br />

di buon senso a tenerlo<br />

sotto controllo.<br />

Contenuti del<br />

D.V.R.: nella redazione<br />

del D.V.R.<br />

bisogna esplicitare la descrizione<br />

<strong>della</strong> situazione a-<br />

ziendale, dei processi produttivi,<br />

delle figure presenti<br />

in azienda evidenziando le<br />

relative responsab<strong>il</strong>ità, procedendo<br />

poi ad analizzare<br />

nel particolare i singoli rischi<br />

presenti nello studio ed evidenziati<br />

dalla matrice del rischio,<br />

partendo dai luoghi di<br />

lavoro fino a giungere a valutare<br />

quelli relativi alle macchine<br />

ed attrezzature, a<br />

quelli previsti dal D.Lgs.<br />

81/08 e non trascurab<strong>il</strong>i,<br />

come <strong>il</strong> rischio prodotto dal<br />

rumore (interno ed esterno<br />

allo studio inteso come lavori<br />

di r<strong>il</strong>ievo e di cantierizzazione<br />

di progetti), <strong>il</strong> rischio<br />

proveniente dalle vibrazioni<br />

di macchinari e attrezzature,<br />

<strong>il</strong> rischio chimico<br />

e biologico e comunque tutti<br />

quei rischi che danno origine<br />

obbligatoriamente a<br />

sorveglianza sanitaria (rumore,<br />

vibrazioni, radiazioni<br />

ottiche ambientali elettrosmog).<br />

Per quanto riguarda i rischi<br />

che danno origine a sorveglianza<br />

sanitaria obbligatoria,<br />

sarà cura del medico<br />

competente segnalarli e<br />

coli presenti visib<strong>il</strong>i e non visib<strong>il</strong>i.<br />

Dobbiamo tuttavia fare una<br />

precisazione sul significato<br />

dei vocaboli pericolo e probab<strong>il</strong>ità.<br />

Con la definizione di pericolo<br />

non si deve intendere rischio,<br />

infatti, i due vocaboli<br />

hanno due significati ben distinti<br />

e intendono significare:<br />

1) Pericolo: è la proprietà intrinseca<br />

presente in un materiale,<br />

attrezzatura, metodo<br />

di lavoro che può<br />

creare un danno;<br />

2) Rischio: è la probab<strong>il</strong>ità<br />

che si verifichi un danno di<br />

diversa gravità su cose e persone,<br />

in relazione alle condizioni<br />

dei materiali, attrezzature,<br />

metodi e pratiche di lavoro.<br />

Valutare <strong>il</strong> rischio è quella<br />

procedura sistematica che<br />

permette di identificare i<br />

pericoli presenti e gli eventuali<br />

rischi connessi stab<strong>il</strong>endo<br />

un giudizio di gravità.<br />

La valutazione del rischio<br />

deve essere articolata su<br />

due punti fondamentali:<br />

1) valutazione del rischio<br />

2) determinazione dei provvedimenti<br />

da attuare per<br />

eliminare <strong>il</strong> rischio.<br />

Una volta ottenuti i dati di<br />

rapporto finale è possib<strong>il</strong>e<br />

stab<strong>il</strong>ire i criteri d’intervento<br />

e gli apprestamenti<br />

necessari che serviranno ad<br />

eliminare o meglio attenuare<br />

<strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e i rischi<br />

evidenziati in essa.<br />

Dobbiamo dire però che<br />

non esiste un valore R = PxD<br />

= 0 poiché esiste sempre<br />

una parte di rischio non eliminab<strong>il</strong>e<br />

e imponderab<strong>il</strong>e,<br />

quindi la nostra valutazione<br />

deve essere in grado di conproporre<br />

le idonee alternative<br />

in merito alle procedure<br />

corrette da mettere in atto.<br />

La presente indicazione<br />

circa i contenuti non deve intendersi<br />

come elenco esaustivo,<br />

in quanto la valutazione<br />

dei rischi di ogni singolo<br />

studio varia in funzione<br />

di molteplici variab<strong>il</strong>i quali<br />

numero di addetti, dimensione<br />

dello studio, tipologia<br />

delle attrezzature, tipologia<br />

degli incarichi e luogo di<br />

svolgimento degli stessi.<br />

Si rimandano pertanto i colleghi<br />

ad una attenta e approfondita<br />

lettura del Decreto<br />

Legislativo n. 81/2008<br />

completo dei relativi allegati<br />

e successive modifiche<br />

e integrazioni.<br />

❑<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 51


DAL COLLEGIO DI BRESCIA<br />

Brescia ospita<br />

la XIV Conferenza Nazionale<br />

di Asita<br />

D<br />

al 9 al 12 novembre<br />

2010 si è<br />

tenuta nei padiglioni<br />

<strong>della</strong> Fiera di Brescia<br />

la XIV Conferenza Asita (Associazioni<br />

Scientifiche per le<br />

Informazioni Territoriali ed<br />

Ambientali), la più importante<br />

e consolidata vetrina i-<br />

taliana del mondo <strong>della</strong> geomatica<br />

e delle sue molte-<br />

plici articolazioni: topografia,<br />

cartografia, aerofotogrammetria,<br />

teler<strong>il</strong>evamento,<br />

sistemi informativi<br />

territoriali, infrastrutture di<br />

dati spaziali, geodesia, geotecnologie,<br />

geografia urbanistica.<br />

Brescia è stata scelta come<br />

sede grazie all’importante<br />

ruolo svolto sul territorio na-<br />

52 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


DAL COLLEGIO DI BRESCIA<br />

Nelle due foto di questa pagina, la<br />

delegazione dei geometri bresciani<br />

all’Asita<br />

Nella pagina precedente, la<br />

locandina <strong>della</strong> manifestazione e<br />

vedute degli stand alla Fiera di<br />

Brescia<br />

zionale nella promozione e<br />

nello sv<strong>il</strong>uppo di tecnologie<br />

e progetti realizzati nel<br />

campo <strong>della</strong> geomatica e dei<br />

processi di e-government<br />

ad essa correlati.<br />

La Conferenza si è articolata<br />

in sessioni attraverso le<br />

quali scienziati, docenti e<br />

studenti, tecnici e operatori,<br />

professionisti e aziende di<br />

produzione e di servizi<br />

hanno trovato spazi e momenti<br />

di crescita culturale,<br />

di opportunità comunicative,<br />

di scambio di esperienze,<br />

di domande e di risposte.<br />

Gli appassionati<br />

delle scienze legate alle<br />

informazioni ambientali e<br />

territoriali, i produttori e gli<br />

utenti, pubblici e privati,<br />

hanno potuto cogliere a Brescia<br />

l’occasione, unica e irrinunciab<strong>il</strong>e,<br />

di una visione<br />

aggiornata dell’universo<br />

<strong>della</strong> geomatica.<br />

Nessuna sede, meglio di<br />

Brescia, ha fatto da volano<br />

culturale per <strong>il</strong> miglioramento<br />

dei processi di conoscenza<br />

e governo del territorio;<br />

da Brescia e dalla<br />

Lombardia è partita la sfida<br />

per dare al nostro Paese <strong>il</strong><br />

ruolo che gli compete nel<br />

mondo scientifico.<br />

Nella giornata inaugurale<br />

<strong>della</strong> Conferenza sono stati<br />

proclamati e premiati i vincitori<br />

del premio nazionale<br />

“Licinio Ferretti” (ing. Andrea<br />

Mazzoldi) e consegnati<br />

dei premi delle Associazioni<br />

federate: ricerca e formazione<br />

sono la leva fondamentale<br />

per la crescita dell’economia<br />

e per garantire<br />

sv<strong>il</strong>uppo e futuro.<br />

Da Brescia parte la sfida per<br />

ritrovare lo slancio culturale,<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 53


DAL COLLEGIO DI BRESCIA<br />

La consegna (sotto) del Premio<br />

Ferretti all’ing. Andrea Mazzoldi e<br />

altri momenti <strong>della</strong> mostra convegno<br />

Asita<br />

tecnico e scientifico che ci<br />

porti fuori dalla pervasiva<br />

crisi economica globale.<br />

Informazione geografica e<br />

osservazione <strong>della</strong> Terra per<br />

<strong>il</strong> governo del territorio e la<br />

sostenib<strong>il</strong>ità dell’ambiente<br />

possono essere le parole<br />

chiave <strong>della</strong> crescita e dello<br />

sv<strong>il</strong>uppo.<br />

❑<br />

Il <strong>Collegio</strong> geometri di Brescia, in collaborazione con i Collegi<br />

Lombardi e l’Asita (Federazione italiana delle Associazioni<br />

Scientifiche per le Informazioni Territoriali e Ambientali)<br />

ha organizzato, giovedì 11 novembre dalle ore 14,30 alle<br />

16,30 nella sede di Piazzale Cesare Battisti, 12, <strong>il</strong> corso<br />

“Database topografico Regione<br />

Lombardia”<br />

Il corso, gratuito, ha fruttato ai partecipanti 4 crediti formativi<br />

con <strong>il</strong> 100% <strong>della</strong> presenza.<br />

Le richieste sono state superiori alla capacità ricettiva <strong>della</strong><br />

sala e l’interesse dei presenti altissimo.<br />

54 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


DAL COLLEGIO DI LODI<br />

Alessandro Colonna<br />

Autorizzazione paesaggistica<br />

per interventi di lieve entità:<br />

in vigore <strong>il</strong> nuovo regolamento<br />

sere soggetto a specificazioni<br />

e rettificazioni fondate<br />

su conoscenze, esigenze e<br />

motivazioni di natura tecnica.<br />

La nuova procedura prevede<br />

quindi una semplificazione<br />

documentale, nonché<br />

un accorciamento dei termini<br />

previsti per <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ascio<br />

del provvedimento finale,<br />

quest’ultimo emesso entro<br />

60 giorni dal ricevimento<br />

<strong>della</strong> domanda da parte dell’amministrazione<br />

competente.<br />

Il procedimento in<br />

questione inoltre elimina<br />

l’obbligo dell’acquisizione<br />

del parere delle Commissioni<br />

locali per <strong>il</strong> paesaggio,<br />

a meno che sia diversamente<br />

previsto dalla normativa<br />

regionale (nella regione<br />

Lombardia l’obbligo tuttavia<br />

permane).<br />

L’istanza presentata è corredata<br />

da una relazione paesaggistica<br />

semplificata, redatta<br />

da un tecnico ab<strong>il</strong>itato,<br />

secondo <strong>il</strong> modello di scheda<br />

previsto dal decreto del<br />

Presidente del Consiglio dei<br />

Ministri del 12 dicembre<br />

2005 (a suo tempo rimasta di<br />

fatto inapplicata), nella<br />

quale sono indicate le fonti<br />

normative o provvedimentali<br />

<strong>della</strong> disciplina paesaggistica,<br />

è descritto lo stato<br />

attuale dell’area interessata<br />

dall’intervento, è attestata<br />

la conformità del progetto<br />

alle specifiche prescrizioni<br />

d’uso dei beni paesaggistici,<br />

se esistenti, ovvero documentata<br />

la compatib<strong>il</strong>ità con<br />

i valori paesaggistici e sono<br />

indicate le eventuali misure<br />

di inserimento paesaggistico<br />

previste. Nella relazione<br />

<strong>il</strong> tecnico ab<strong>il</strong>itato attesta<br />

altresì la conformità<br />

del progetto alla disciplina<br />

urbanistica ed ed<strong>il</strong>izia. Il decreto<br />

prevede inoltre in maniera<br />

esplicita che l’istanza,<br />

ove possib<strong>il</strong>e, venga effettuata<br />

in via telematica.<br />

Per quanto concerne la procedura,<br />

sinteticamente <strong>il</strong><br />

decreto prevede che venga<br />

effettuata una verifica preliminare<br />

da parte dell’amministrazione<br />

competente in<br />

merito all’applicab<strong>il</strong>ità <strong>della</strong><br />

semplificazione o, viceversa,<br />

se sussistono le condizioni<br />

per l’assoggettamento<br />

al regime ordinario<br />

piuttosto che all’esonero<br />

dalla necessità di autorizzazione<br />

paesaggistica; negli<br />

ultimi due casi l’amministrazione<br />

ne dà comunicazione<br />

al richiedente.<br />

Qualora l’intervento<br />

rientri nella casistica<br />

<strong>della</strong> “lieve<br />

entità”, la documentazione<br />

risulti completa e laddove<br />

non siano necessari<br />

chiarimenti indispensab<strong>il</strong>i<br />

(per le quali integrazioni<br />

viene fatta richiesta all’utente,<br />

un’unica volta, unitamente<br />

all’avvio del procedimento<br />

concedendo <strong>il</strong> termine<br />

di 15 giorni per l’adempimento),<br />

l’amministrazione<br />

provvede ad effettuare<br />

una verifica <strong>della</strong><br />

conformità dell’intervento<br />

previsto alla disciplina urbanistica<br />

ed ed<strong>il</strong>izia; in caso di<br />

esito negativo, viene data al<br />

richiedente immediata comunicazione<br />

dell’improcedib<strong>il</strong>ità<br />

<strong>della</strong> domanda.<br />

In caso di esito positivo,<br />

l’amministrazione competente<br />

valuta la conformità<br />

Già approvato a<br />

giugno dal Consiglio<br />

dei Ministri, è<br />

stato pubblicato sulla Gazzetta<br />

Ufficiale n.199 del 26 a-<br />

gosto 2010, ed è entrato in<br />

vigore <strong>il</strong> 10 settembre 2010,<br />

<strong>il</strong> Decreto del Presidente<br />

<strong>della</strong> Repubblica 9 luglio<br />

2010 n.139 “Regolamento recante<br />

procedimento semplificato<br />

di autorizzazione<br />

paesaggistica per gli interventi<br />

di lieve entità, a norma<br />

dell’art.146, comma 9, del<br />

decreto legislativo 22 gennaio<br />

2004 n.42 e successive<br />

modificazioni”, applicab<strong>il</strong>e<br />

alle aree ed immob<strong>il</strong>i oggetto<br />

di alterazione dei<br />

luoghi o dell’aspetto esteriore,<br />

sottoposti alle norme<br />

di tutela previste dalla parte<br />

III del codice dei Beni Culturali<br />

e del Paesaggio.<br />

La norma trova immediata<br />

applicazione nelle regioni a<br />

statuto ordinario, mentre<br />

per le regioni a statuto speciale<br />

e le provincie autonome<br />

di Trento e Bolzano è<br />

previsto un lasso di tempo<br />

pari a 180 giorni per l’adeguamento<br />

del proprio ordinamento.<br />

Gli “interventi di lieve entità”<br />

sono elencati nell’allegato<br />

1 al decreto che comprende<br />

39 tipologie abbastanza<br />

circostanziate (vedi<br />

pagg. 12-13 e 14 de “Il <strong>geometra</strong><br />

<strong>bresciano</strong>” n. 4/2010); l’intento<br />

del legislatore sembra essere<br />

stato quello di evitare o<br />

quantomeno ridurre i margini<br />

di interpretazione, e di<br />

fornire con precisione la casistica<br />

specifica <strong>della</strong> qualificazione<br />

<strong>della</strong> “lieve entità”;<br />

tale elenco, tramite decreto<br />

ministeriale, potrà esdell'intervento<br />

alle specifiche<br />

prescrizioni d’uso contenute<br />

nel piano paesaggistico<br />

o nella dichiarazione di<br />

pubblico interesse o nel<br />

provvedimento di integrazione<br />

del vincolo, ovvero la<br />

sua compatib<strong>il</strong>ità con i valori<br />

paesaggistici presenti nel<br />

contesto di riferimento. Se<br />

l’intervento risulta conforme,<br />

la richiesta di autorizzazione<br />

paesaggistica viene<br />

trasmessa alla soprintendenza<br />

(che deve esprimersi<br />

entro 25 giorni, contro i 45<br />

<strong>della</strong> procedura ordinaria),<br />

unitamente ad una motivata<br />

proposta di accoglimento<br />

<strong>della</strong> domanda stessa.<br />

In questa fase si aprono di<br />

conseguenza tre scenari:<br />

1. valutazione positiva da<br />

parte del soprintendente<br />

2. valutazione negativa da<br />

parte del soprintendente<br />

3. mancata espressione da<br />

parte del soprintendente<br />

Nel primo e nel terzo caso<br />

l’amministrazione competente,<br />

nel rispetto degli obblighi<br />

procedurali e delle<br />

tempistiche previste dal regolamento,<br />

procede con <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ascio<br />

dell’autorizzazione<br />

paesaggistica; nel secondo<br />

caso <strong>il</strong> soprintendente a-<br />

dotta <strong>il</strong> provvedimento di rigetto<br />

dell’istanza.<br />

Differentemente rispetto<br />

alla procedura ordinaria, per<br />

la quale vige <strong>il</strong> regime di moratoria<br />

dei 30 giorni, l’autorizzazione<br />

paesaggistica<br />

semplificata assume immediata<br />

efficacia dal giorno del<br />

r<strong>il</strong>ascio ed ha validità per 5<br />

anni.<br />

❑<br />

56 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


DAL COLLEGIO DI LODI<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5 - 57


DAL COLLEGIO DI LODI<br />

58 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


DAL COLLEGIO DI LODI<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5 - 61


DAL COLLEGIO DI LODI<br />

62 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


DAL COLLEGIO DI LODI<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5 - 63


DAL COLLEGIO DI MANTOVA<br />

Due importanti convegni<br />

del <strong>Collegio</strong> di Mantova<br />

su “Sicurezza” e “Pregeo 10”<br />

Afronte delle novità<br />

introdotte al Testo<br />

Unico 81/2008, <strong>il</strong><br />

Consiglio Direttivo del <strong>Collegio</strong><br />

geometri e geometri<br />

laureati <strong>della</strong> provincia di<br />

Mantova ha deliberato di organizzare<br />

una serie di incontri<br />

al fine di chiarire<br />

quanto recentemente emanato<br />

dalla normativa vigente<br />

in tema di Coordinatori <strong>della</strong><br />

sicurezza e Amministratori<br />

di condominio.<br />

La prima giornata di studio si<br />

è svolta lo scorso 5 giugno a<br />

Mantova presso l’auditorium<br />

di Monte dei Paschi di Siena,<br />

alla quale hanno partecipato<br />

circa 150 professionisti.<br />

In quell’occasione relatore<br />

dell’incontro è stato <strong>il</strong> dott.<br />

Francesco Gallo, funzionario<br />

del Ministero del Lavoro - Direzione<br />

provinciale di Mantova,<br />

che con grande disponib<strong>il</strong>ità<br />

ha chiarito e risposto<br />

a ogni quesito posto dai partecipanti<br />

al seminario.<br />

L’incontro è stato <strong>il</strong> primo di<br />

una serie in fase di organizzazione<br />

da parte del <strong>Collegio</strong><br />

geometri <strong>della</strong> provincia<br />

di Mantova: sono infatti<br />

già stati calendarizzati<br />

gli incontri del 13 novembre<br />

e dell’11 dicembre 2010, da<br />

tenersi sempre presso <strong>il</strong> medesimo<br />

auditorium. Per i<br />

programmati incontri si prevede<br />

anche la collaborazione<br />

e l’intervento di altri<br />

enti e istituzioni mantovane,<br />

tra i quali l’Ordine dei consulenti<br />

del lavoro, gli artigiani<br />

ed<strong>il</strong>i dell’UPA, gli ed<strong>il</strong>i<br />

dell’Associazione Industriali<br />

e quelli del CNA, nonché gli<br />

Istituti Tecnici<br />

per geometri<br />

del Mantovano.<br />

Si ringraziano<br />

sin da ora i rappresentanti<br />

e i<br />

funzionari dell’Asl<br />

mantovana,<br />

che da<br />

sempre collaborano<br />

attivamente<br />

con <strong>il</strong><br />

<strong>Collegio</strong> geometri<br />

al fine di<br />

migliorare la sicurezza<br />

sui cantieri ed<strong>il</strong>i.<br />

Il 27 luglio scorso <strong>il</strong><br />

<strong>Collegio</strong> geometri e<br />

geometri laureati di<br />

Mantova ha organizzato una<br />

giornata di studio sul tema<br />

“Chiarimenti sull’ut<strong>il</strong>izzo<br />

<strong>della</strong> procedura Pregeo 10”.<br />

Il seminario svoltosi nella<br />

prestigiosa cornice di V<strong>il</strong>la<br />

Schiarino Lena di Porto Mantovano<br />

ha visto la partecipazione<br />

di numerosi professionisti.<br />

In qualità di relatori<br />

hanno partecipato i componenti<br />

<strong>della</strong> Commissione catasto<br />

geometri Davide Cortesi<br />

e Benedetto Sinigardi,<br />

mentre in rappresentanza<br />

dell’Agenzia del Territorio di<br />

Mantova erano presenti gli<br />

ingegneri Domenico Fernando<br />

Carella, Domenico Di<br />

Noia, Francesco Marino e <strong>il</strong><br />

geom. Angelo Sortino.<br />

In fase di organizzazione, <strong>il</strong><br />

Consiglio Direttivo del <strong>Collegio</strong>,<br />

di concerto con i rappresentati<br />

dell’Agenzia del<br />

Territorio di Mantova, aveva<br />

suggerito agli iscritti di inviare<br />

per tempo alla segreteria<br />

del <strong>Collegio</strong> dubbi,<br />

chiarimenti e quesiti da sottoporre<br />

ai rappresentanti<br />

dell’Agenzia. Tali quesiti<br />

sono poi stati esaminati e<br />

sviscerati durante l’incontro.<br />

Il convegno si è rivelato<br />

molto interessante, sia dal<br />

punto di vista professionale,<br />

sia dal punto di vista pratico.<br />

L’incontro si è rivelato come<br />

un’ulteriore dimostrazione<br />

<strong>della</strong> fattiva e proficua collaborazione<br />

in atto tra l’AdT e<br />

<strong>il</strong> <strong>Collegio</strong> e come importante<br />

occasione di confronto.<br />

La partecipazione al<br />

Convegno ha consentito agli<br />

iscritti presenti di maturare<br />

crediti validi per la formazione<br />

professionale continua.<br />

❑<br />

64 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


DAL COLLEGIO DI SONDRIO<br />

Stefania Confeggi<br />

Alcune considerazioni<br />

sulle nuove norme emanate<br />

negli ultimi quattro mesi<br />

Finalmente l’estate<br />

è finita e solo ora<br />

riesco a concentrarmi<br />

e riflettere sulle<br />

nuove normative che <strong>il</strong> legislatore<br />

ha emanato in questi<br />

ultimi quattro mesi, che<br />

come un temporale estivo,<br />

mi hanno colto di sorpresa e<br />

mi hanno completamente<br />

resa inerme di fronte ai fatti.<br />

Ma andiamo per ordine.<br />

Articolo 5 <strong>della</strong> Legge n. 73<br />

del 22 maggio 2010<br />

Dell’esigenza di introdurre<br />

incisive misure di semplificazione<br />

procedurali dell’attività<br />

ed<strong>il</strong>izia se ne parlava<br />

già nel provvedimento del<br />

1° apr<strong>il</strong>e 2009, redatto a seguito<br />

<strong>della</strong> Conferenza Unificata<br />

tra Stato, Regioni ed<br />

Enti locali, ed ecco che, finalmente,<br />

nel maggio del<br />

2010 viene pubblicata la<br />

legge n. 73 del 22 maggio<br />

2010.<br />

In particolare l’art. 5 <strong>della</strong><br />

legge va a modificare/sostituire<br />

l’art. 6 del Dpr 380/2001<br />

ampliando gli interventi e-<br />

d<strong>il</strong>izi che possono essere e-<br />

seguiti senza atto ab<strong>il</strong>itativo;<br />

di fatto permette di e-<br />

seguire interventi di manutenzione<br />

straordinaria comunicando<br />

per scritto al Comune,<br />

prima di aprire <strong>il</strong> cantiere,<br />

l’inizio dei lavori, allegando<br />

<strong>il</strong> progetto e una relazione<br />

tecnica a firma di un<br />

professionista ab<strong>il</strong>itato. Alla<br />

comunicazione da inviare al<br />

Comune si devono allegare<br />

le autorizzazioni obbligatorie,<br />

i dati identificativi dell’impresa<br />

che effettuerà i lavori<br />

e la dichiarazione del<br />

tecnico di non avere rapporti<br />

di dipendenza con<br />

l’impresa né con <strong>il</strong> committente<br />

asseverando, sotto la<br />

propria responsab<strong>il</strong>ità , che i<br />

lavori sono conformi agli<br />

strumenti urbanistici e che<br />

per essi la normativa statale<br />

e regionale non prevede <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ascio<br />

di titolo ab<strong>il</strong>itativo.<br />

Decreto del Presidente<br />

<strong>della</strong> Repubblica n. 139<br />

del 9 luglio 2010<br />

Dal 1°gennaio 2010 sono entrate<br />

in vigore, dopo un anno<br />

di rinvii, le nuove norme in<br />

materia di procedimento<br />

per <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ascio dell’autorizzazione<br />

paesaggistica di cui all’art.159<br />

del D.lgs 42/2004<br />

come modificato dal D.lgs<br />

63/2008 e dall’art. 4 quinques.<br />

La pratica viene presentata<br />

all’ente competente<br />

che, solo dopo un lungo iter<br />

tra commissioni paesaggio e<br />

Soprintendenza <strong>della</strong> durata<br />

di circa 140 giorni, r<strong>il</strong>ascia<br />

<strong>il</strong> provvedimento conclusivo.<br />

66 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


DAL COLLEGIO DI SONDRIO<br />

Forse <strong>il</strong> legislatore si è un po’<br />

“vergognato” <strong>della</strong> suddetta<br />

lungaggine “burocratica” e<br />

così sulla Gazzetta Ufficiale<br />

n.199 del 26 agosto 2010<br />

pubblica <strong>il</strong> Decreto del Presidente<br />

<strong>della</strong> Repubblica<br />

n.139 del 9 luglio 2010 “Regolamento<br />

recante procedimento<br />

semplificato di autorizzazione<br />

paesaggistica per<br />

gli interventi di lieve entità…”<br />

. Nel suddetto decreto<br />

sono elencate 39 tipologie<br />

di interventi che secondo<br />

<strong>il</strong> legislatore possono<br />

essere considerate interventi<br />

di lieve entità, per i<br />

quali ottenere l’autorizzazione<br />

paesaggistica sarà più<br />

veloce (non meno complicato).<br />

Infatti l’Ente competente<br />

dovrà r<strong>il</strong>asciare <strong>il</strong> provvedimento<br />

finale entro 60<br />

giorni dalla data di richiesta,<br />

dopo aver esaminato la pratica<br />

in Commissione paesaggio<br />

e aver ottenuto <strong>il</strong> parere<br />

<strong>della</strong> Soprintendenza.<br />

Articolo 49, commi 4-bis<br />

e seguenti, legge 122<br />

del 30 luglio 2010<br />

Con la modifica dell’art.19<br />

<strong>della</strong> legge 24 gennaio 1990<br />

da parte dell’articolo 49,<br />

commi 4 bis e successivi<br />

<strong>della</strong> legge 122/2010, la dichiarazione<br />

di inizio attività<br />

(Dia) è stata integralmente<br />

sostituita dalla segnalazione<br />

certificata di inizio attività<br />

(Scia) . Tale riforma, a<br />

detta del ministro <strong>della</strong><br />

semplificazione normativa,<br />

«risponde a una logica di riduzione<br />

degli oneri amministrativi<br />

fortemente innovativa<br />

e migliorativa per <strong>il</strong> privato<br />

…». Infatti, con la presentazione<br />

<strong>della</strong> Scia i lavori<br />

<strong>Collegio</strong> geometri di Sondrio<br />

Seduta n. 4 dell’8 apr<strong>il</strong>e 2010<br />

Iscrizioni Albo professionale<br />

Paolo Cotti (1536)<br />

Iscrizioni Registro praticanti<br />

Valentina Rosina<br />

Seduta n. 6 del 12 maggio 2010<br />

Iscrizioni Registro praticanti<br />

Norbert Parolini<br />

Seduta n. 8 dell’8 luglio 2010<br />

Iscrizioni Albo professionale<br />

Gianmario Svanosio (1537) reiscrizione<br />

Iscrizioni Registro praticanti<br />

Andrea Pusterla<br />

Seduta n. 9 del 5 agosto 2010<br />

Iscrizioni Albo professionale<br />

Luca Scaramella (1538)<br />

Iscrizioni Registro praticanti<br />

Claudio Baraiolo<br />

Andrea Giorgetta<br />

Matteo Pra<strong>della</strong><br />

Daniela Duscio<br />

Donato Bonadeo<br />

Luca De Petri<br />

Matteo Pra<strong>della</strong><br />

Seduta n. 10 del 9 settembre 2010<br />

Iscrizioni Registro praticanti<br />

Nicola Trapletti<br />

Valentina Bombardieri<br />

Sara Vaninetti<br />

Cristian Giaggi<br />

Jessica Toniatti<br />

Stefano Giugni<br />

Maurizio Bombardieri<br />

possono iniziare immediatamente,<br />

senza la necessità<br />

di attendere alcun termine o<br />

altro atto ab<strong>il</strong>itativo; sarà <strong>il</strong><br />

professionista a dover asseverare<br />

che gli interventi<br />

sono conformi alle normative<br />

vigenti e a produrre i pareri<br />

o autocertificazioni necessarie.<br />

Dopo aver letto<br />

questo elenco di<br />

nuove norme, alcune<br />

considerazioni mi sorgono<br />

spontanee:<br />

1) Perché <strong>il</strong> legislatore nel<br />

maggio 2010 ha modificato<br />

<strong>il</strong> testo unico dell’ed<strong>il</strong>izia<br />

Dpr 380/2010 e poi,<br />

a distanza di due mesi, ha<br />

introdotto un nuovo procedimento<br />

denominato<br />

Scia<br />

2) Le difficoltà di interpretazione<br />

e attuazione <strong>della</strong><br />

nuove normative sono<br />

determinate da una mia<br />

vecchia concezione <strong>della</strong><br />

materia ed<strong>il</strong>izio/urbanistica<br />

o dal fatto che non<br />

sono scritte in modo<br />

chiaro (vedansi anche le<br />

circolari esplicative e-<br />

messe dallo stesso ministero)<br />

3) Come è possib<strong>il</strong>e che alcuni<br />

interventi su beni<br />

soggetti a tutela ambientale<br />

vengano dichiarati di<br />

lieve entità da un Dpr<br />

senza avere nemmeno la<br />

conoscenza dello stato<br />

dei luoghi ove l’intervento<br />

verrà eseguito<br />

❑<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5 - 67


DAL COLLEGIO DI SONDRIO<br />

Giuseppe Bertussi<br />

I dispositivi individuali<br />

di protezione anticaduta<br />

secondo le norme “Uni EN”<br />

La normativa italiana<br />

in tema di sicurezza<br />

e salute sul<br />

lavoro riporta, al decreto legislativo<br />

3 agosto 2009, n.<br />

106 - Titolo III – capo II, gli articoli<br />

(da 74 a 79) che disciplinano<br />

l’uso dei dispositivi<br />

di protezione individuale,<br />

definiti come «qualsiasi attrezzatura<br />

destinata ad essere<br />

indossata e tenuta dal<br />

lavoratore allo scopo di proteggerlo<br />

contro uno o più rischi<br />

suscettib<strong>il</strong>i di minacciarne<br />

la sicurezza …».<br />

Tali dispositivi, «devono essere<br />

impiegati quando i rischi<br />

non possono essere evitati<br />

o sufficientemente ridotti<br />

da misure tecniche di prevenzione,<br />

da mezzi di protezione<br />

collettiva, da misure,<br />

metodi o procedimenti di<br />

riorganizzazione del lavoro».<br />

Volendo approfondire l’argomento<br />

d.p.i. (dispositivi<br />

di protezione individuali),<br />

con particolare riferimento a<br />

quelli anticaduta, non è comunque<br />

sufficiente esaminare<br />

gli articolo citati nel<br />

Testo Unico, ma dobbiamo<br />

necessariamente riferirci al<br />

decreto legislativo 4 dicembre<br />

1992, n. 475 e alle<br />

norme UNI EN.<br />

Nel decreto legislativo<br />

475/92 troviamo elencati, tra<br />

le altre cose, i requisiti di<br />

conformità dei d.p.i. e la definizione<br />

delle loro categorie.<br />

Da queste, nel caso<br />

dei d.p.i. di III categoria, deriva<br />

l’obbligo per <strong>il</strong> datore di<br />

lavoro di assicurare una adeguata<br />

formazione e, se necessario,<br />

uno specifico addestramento.<br />

Nelle norme UNI EN, elaborate<br />

da Comitati Tecnici<br />

(CEN/TC 160) su mandato<br />

<strong>della</strong> Commissione Europea<br />

e dall’Associazione Europea<br />

di Libero Scambio, troviamo<br />

le caratteristiche e le prove<br />

di collaudo cui sono sottoposti<br />

i dispositivi per poter<br />

essere commercializzati e u-<br />

t<strong>il</strong>izzati nei luoghi di lavoro.<br />

In particolare, quanto segue<br />

si riferisce ai sistemi destinati<br />

a salvaguardare dalle<br />

cadute dal’alto: <strong>il</strong> “sistema<br />

di arresto caduta” e <strong>il</strong> “sistema<br />

di posizionamento e<br />

trattenuta”.<br />

Sistema di arresto caduta<br />

Connettore (primo) UNI EN 362<br />

Cordino UNI EN 354<br />

Connettore (secondo) UNI EN 362<br />

Imbracatura per <strong>il</strong> corpo UNI EN 361<br />

Il sistema di arresto caduta<br />

Il “sistema di arresto caduta”,<br />

così definito dalla<br />

norma UNI EN 363, è composto<br />

da cinque elementi:<br />

quattro classificati come dispositivi<br />

di protezione individuale<br />

(2 connettori, 1 cordino,<br />

1 imbracatura) e uno<br />

come dispositivo progettato<br />

esclusivamente per l’uso con<br />

dpi, chiamato ancoraggio.<br />

Fatta questa premessa, per i<br />

d.p.i. da ut<strong>il</strong>izzare per la prevenzione<br />

delle cadute dall’alto,<br />

le relative norme UNI<br />

EN risultano dalla seguente<br />

tabella:<br />

Si riassumono di seguito alcune<br />

considerazioni invitando,<br />

chi è interessato per<br />

l’attività che svolge in cantiere<br />

(per esempio i colleghi<br />

Coordinatori), ad approfondire<br />

<strong>il</strong> tema anche se le normative<br />

sono a disposizione,<br />

sul sito dell’UNI, solo a pagamento.<br />

Imbracature per <strong>il</strong> corpo<br />

UNI EN 361 (ottobre 2003)<br />

La norma UNI EN 361, definisce<br />

l’ imbracatura per <strong>il</strong><br />

corpo quel componente, di<br />

un “sistema di arresto di caduta”,<br />

che costituisce <strong>il</strong> supporto<br />

per <strong>il</strong> corpo da ut<strong>il</strong>izzare<br />

ai fini dell’arresto ca-<br />

Sistema di posizionamento e trattenuta<br />

Cintura di posizionamento e trattenuta UNI EN 358<br />

Cordino di posizionamento UNI EN 358<br />

duta.<br />

Essa sostiene <strong>il</strong> corpo di una<br />

persona e la tiene sospesa,<br />

sia durante una caduta, che<br />

dopo <strong>il</strong> successivo arresto.<br />

Il sostegno <strong>della</strong> persona avviene<br />

attraverso le cinghie<br />

primarie e le cinghie secondarie.<br />

Le prime, hanno una larghezza<br />

minima di mm 40 e<br />

sono quelle destinate a sostenere<br />

<strong>il</strong> corpo durante la<br />

caduta (le cosiddette bretelle<br />

e i cosciali); le seconde<br />

sono tutte le altre che servono<br />

per completare la vestizione<br />

vera e propria del<br />

d.p.i. (esempio la chiusura<br />

pettorale).<br />

Di norma le cinghie sono costruite<br />

con fettucce in poliammide<br />

o poliestere con<br />

parti metalliche (fibbie ed a-<br />

nello dorsale) in acciaio zincato<br />

o alluminio.<br />

I f<strong>il</strong>i ut<strong>il</strong>izzati per le cuciture,<br />

oltre ad essere di materiale<br />

compatib<strong>il</strong>e con le cinghie,<br />

sono di colore contrastante<br />

per fac<strong>il</strong>itare la verifica “a<br />

vista”.<br />

Altro componente dell’imbracatura<br />

è l’elemento di attacco,<br />

<strong>il</strong> punto cioè dove noi<br />

possiamo eseguire <strong>il</strong> collegamento<br />

con <strong>il</strong> cordino tramite<br />

un connettore (nella<br />

foto gli elementi di attacco<br />

pettorali indicati con le targhette<br />

di colore giallo).<br />

L’elemento di attacco è<br />

sempre identificato con la<br />

lettera “A” e, in una imbracatura,<br />

ne troviamo due: uno<br />

dorsale, costituito dall’anello<br />

chiamato a ”D” perché<br />

ne ricorda la forma; uno pettorale<br />

costituito dall’insieme<br />

di due asole poste direttamente<br />

sulle cinghie<br />

68 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


DAL COLLEGIO DI SONDRIO<br />

Cordino completo di assorbitore e<br />

connettori e Assorbitore di energia<br />

Connettori UNI EN 362<br />

(luglio 2005)<br />

Una volta indossata correttamente<br />

l’imbracatura, l’elemento<br />

che permette fisicamente<br />

i collegamenti imbracatura-cordino,<br />

e cordinoancoraggio,<br />

è <strong>il</strong> connettore.<br />

È un dispositivo metallico<br />

costruito in vari modelli e<br />

forme, con due possib<strong>il</strong>ità di<br />

chiusura: automatica o con<br />

ghiera a vite .<br />

La norma (UNI EN 362) e-<br />

lenca diverse tipologie di<br />

connettori identificati in<br />

classi:<br />

classe B: a chiusura automapettorali.<br />

L’attacco pettorale deve<br />

sempre essere eseguito interessando<br />

tutte e due le a-<br />

sole contemporaneamente.<br />

In commercio si trovano diverse<br />

tipologie, marche e<br />

modelli di imbracature,<br />

dalle più semplici a quelle<br />

più complesse che comprendono,<br />

in alcuni casi,<br />

anche la cintura di posizionamento.<br />

Indipendentemente dal<br />

modello, <strong>il</strong> rispetto alla<br />

norma UNI EN 361 e, per alcuni<br />

casi specifici anche alla<br />

norma UNI EN 358, deve essere<br />

assolutamente rispettato<br />

e certificato.<br />

Cordini UNI EN 354<br />

(ottobre 2003)<br />

Secondo la norma UNI EN<br />

354 <strong>il</strong> “cordino” è quell’elemento<br />

necessario ad eseguire<br />

un collegamento oppure,<br />

un componente compreso<br />

in un «sistema di arresto<br />

caduta».<br />

Per quello che riguarda i materiali<br />

ut<strong>il</strong>izzati per la costruzione,<br />

i cordini sono costituiti<br />

da una corda di fibra<br />

sintetica, da una fune metallica,<br />

da una cinghia oppure<br />

da una catena, anche se<br />

queste due ultime tipologie<br />

si trovano raramente in cantiere.<br />

Le estremità, chiamate “terminali”,<br />

servono per rendere<br />

<strong>il</strong> cordino pronto per<br />

l’ut<strong>il</strong>izzo e possono essere<br />

costituite da un connettore,<br />

da un anello impiombato o<br />

da un cappio cucito. Sono<br />

assolutamente vietati nodi<br />

di qualsiasi genere o altri sistemi<br />

di fortuna.<br />

Il cordino può essere fisso o,<br />

grazie alla presenza del “dispositivo<br />

di regolazione”, di<br />

lunghezza variab<strong>il</strong>e.<br />

In ogni caso , deve avere una<br />

lunghezza massima inferiore<br />

a mt 2,00, compreso i<br />

connettori e l’assorbitore di<br />

energia se previsto.<br />

L’assorbitore di energia<br />

(norma UNI EN 355), elemento<br />

o componente di un<br />

sistema di arresto caduta è<br />

costituito da un involucro di<br />

plastica trasparente contenente<br />

una fettuccia ripiegata<br />

più volte su sé stessa e serve<br />

per assorbire l’energia cinetica<br />

che si sv<strong>il</strong>uppa durante<br />

una caduta dall'alto.<br />

Si ricorda che, già dopo una<br />

caduta libera di cm 60 (sessanta!),<br />

si sv<strong>il</strong>uppa un’energia<br />

cinetica pari a circa<br />

250 kg. Una volta entrato in<br />

funzione <strong>il</strong> sistema di arresto<br />

caduta, con <strong>il</strong> cordino completamente<br />

teso e sotto carico,<br />

l’energia cinetica generata<br />

viene trasmessa al<br />

corpo umano attraverso le<br />

bretelle e, soprattutto, attraverso<br />

i cosciali dell’imbracatura.<br />

Non ci fosse l’assorbitore<br />

di energia, gli effetti<br />

<strong>della</strong> trattenuta dalla caduta<br />

sull’ut<strong>il</strong>izzatore rimasto “appeso”<br />

nel vuoto potrebbero<br />

generare gravi patologie.<br />

Verificata la necessità dell’ut<strong>il</strong>izzo<br />

dell’assorbitore di e-<br />

nergia, in funzione <strong>della</strong> tipologia<br />

delle lavorazioni da<br />

eseguire, per una corretta<br />

valutazione dei rischi dobbiamo<br />

definire la distanza di<br />

arresto. Essa si misura in<br />

metri dalla posizione di i-<br />

nizio caduta alla posizione<br />

finale (equ<strong>il</strong>ibrio dopo l’arresto),<br />

con la sola esclusione<br />

degli spostamenti dell’imbracatura<br />

(circa 15 cm).<br />

In caso di caduta, l’assorbitore,<br />

sollecitato da una e-<br />

nergia cinetica tale da provocarne<br />

la completa apertura<br />

(almeno 250 kg circa),<br />

non deve essere più lungo di<br />

cm 175.<br />

Il dispositivo può essere direttamente<br />

incorporato in<br />

un cordino, senza quindi a-<br />

vere la possib<strong>il</strong>ità di essere<br />

rimosso, oppure può essere<br />

un elemento indipendente,<br />

da collegare al cordino mediante<br />

un connettore.<br />

tica;<br />

classe M: a chiusura con<br />

ghiera a vite che può essere<br />

caricato lungo l’asse<br />

maggiore e minore;<br />

classe T: a chiusura automatica<br />

fissato in modo tale<br />

che <strong>il</strong> carico sia in una direzione<br />

predeterminata;<br />

classe A: a chiusura automatica<br />

, progettato per essere<br />

collegato direttamente ad<br />

uno specifico tipo di ancoraggio;<br />

classe Q: con ghiera a vite<br />

che si chiude mediante<br />

una leva avvitab<strong>il</strong>e, ut<strong>il</strong>izzato<br />

per connessioni a<br />

lungo termine o permanenti.<br />

Nel sistema di chiusura dei<br />

connettori può essere presente<br />

anche una leva, definita<br />

dalla norma semplicemente<br />

come parte del connettore<br />

che può essere spostata<br />

per aprirlo.<br />

La leva può essere :<br />

– a chiusura automatica: in<br />

questo caso si sposta automaticamente<br />

in posizione<br />

chiusa quando r<strong>il</strong>asciata<br />

da qualsiasi posizione<br />

aperta.<br />

– autobloccante: a chiusura<br />

automatica con una funzione<br />

di blocco automatico.<br />

– a blocco manuale: a chiusura<br />

automatica con una<br />

funzione di blocco <strong>della</strong><br />

leva ad azionamento manuale.<br />

Quale che sia la forma o la<br />

classe di appartenenza, è<br />

importante che i connettori<br />

non presentino bordi “vivi”<br />

o sbavature che possano<br />

provocare tagli o altri danneggiamenti<br />

ai cordini.<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5 - 71


DAL COLLEGIO DI SONDRIO<br />

Connettore classe A<br />

Connettore classe B<br />

Connettore classe A<br />

Il posizionamento<br />

e la trattenuta<br />

Parliamo di trattenuta quando<br />

a un lavoratore si impedisce,<br />

tramite l’ut<strong>il</strong>izzo di dispositivi<br />

di protezione individuale,<br />

di raggiungere zone<br />

di lavoro con rischio di caduta<br />

dall'alto.<br />

Si parla invece di posizionamento<br />

sul lavoro quando si<br />

permette al lavoratore di o-<br />

perare, sostenuto da dispositivi<br />

di protezione individuali<br />

messi in tensione, in modo da<br />

impedirne la caduta.<br />

Cintura di posizionamento<br />

sul corpo e di trattenuta<br />

e cordini di posizionamento<br />

sul lavoro UNI EN 358<br />

(luglio 2001)<br />

Per lavorare in posizione<br />

trattenuta e/o di posizionamento<br />

dobbiamo per forza<br />

di cose ut<strong>il</strong>izzare un cordino<br />

di posizionamento sul lavoro<br />

e una cintura di sicurezza.<br />

Il cordino è necessario per<br />

collegare la cintura di sicurezza<br />

a un punto di ancoraggio,<br />

oppure, circondandola,<br />

a una struttura in modo<br />

da ottenere un mezzo di<br />

supporto (esempio tipico:<br />

lavori su pali e tralicci delle<br />

linee elettriche)<br />

Anche <strong>il</strong> cordino di posizionamento<br />

sul lavoro può a-<br />

vere lunghezza fissa o variab<strong>il</strong>e<br />

grazie all’elemento di<br />

regolazione purché abbia<br />

sempre una lunghezza inferiore<br />

ai 2,00 metri compreso<br />

i connettori.<br />

Così come per tutti i cordini,<br />

devono essere soddisfatti i<br />

requisiti <strong>della</strong> normativa<br />

UNI EN 354.<br />

La cintura di sicurezza è <strong>il</strong><br />

supporto per <strong>il</strong> corpo e va indossata<br />

a livello <strong>della</strong> vita in<br />

modo da circondarla.<br />

Essa è progettata in modo<br />

da consentire al lavoratore<br />

di eseguire la propria opera<br />

senza eccessivo disagio ed<br />

essere sempre protetto<br />

contro <strong>il</strong> rischio di una caduta<br />

dall'alto.<br />

Gli elementi di fissaggio e di<br />

regolazione di una cintura<br />

devono essere progettati e<br />

costruiti in modo che,<br />

quando allacciati correttamente,<br />

non possano sganciarsi<br />

o aprirsi involontariamente.<br />

La cintura può essere incorporata<br />

(fissata con cucitura o<br />

no) in una imbracatura per <strong>il</strong><br />

corpo. Nel caso i due dispositivi,<br />

dovranno riportare le<br />

targhette di identificazione<br />

con <strong>il</strong> riferimento alla normativa<br />

di appartenenza (EN<br />

361 per le imbracature; EN<br />

358 per le cinture).<br />

La marcatura,<br />

la conformità CE<br />

e la scadenza dei d.p.i.<br />

Tutti i d.p.i. ut<strong>il</strong>izzati contro<br />

le cadute dall’alto devono<br />

sempre essere accompagnati<br />

dal libretto di uso e<br />

manutenzione e dalla marcatura.<br />

Nel caso di materiale tess<strong>il</strong>e<br />

(cinture, cordini, assorbitori)<br />

dovrà sempre essere<br />

presente, e leggib<strong>il</strong>e, una<br />

targhetta di identificazione<br />

con riportate almeno queste<br />

informazioni:<br />

– nome fabbricante,<br />

– marca/modello e numero<br />

di serie;<br />

– conformità CE;<br />

– data fabbricazione (settimana<br />

o mese e anno)<br />

– normativa di riferimento<br />

UNI EN XXX;<br />

Nel caso dei d.p.i metallici<br />

(connettori) dovranno essere<br />

presenti, di solito sono<br />

serigrafati, almeno le seguenti<br />

informazioni:<br />

- fabbricante;<br />

- conformità CE;<br />

- normativa di riferimento<br />

UNI EN 362;<br />

- portata in kN.<br />

Tra le informazioni presenti<br />

nella marcatura, riveste una<br />

particolare importanza la<br />

data di fabbricazione, tenuto<br />

conto che i d.p.i., costruiti<br />

con materiale tess<strong>il</strong>e,<br />

hanno una scadenza.<br />

È <strong>il</strong> fabbricante che stab<strong>il</strong>isce<br />

la durata in genere si<br />

parla di 5-6 anni, e l’eventuale<br />

obbligo di ritiro per la<br />

verifica dopo la quale, con e-<br />

72 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


DAL COLLEGIO DI SONDRIO<br />

sito positivo, può essere stab<strong>il</strong>ito<br />

un ulteriore periodo di<br />

validità.<br />

tente.<br />

Chiunque può essere un manutentore<br />

competente<br />

purché sia a conoscenza dei<br />

requisiti correnti di ispezione<br />

periodica, delle raccomandazioni<br />

e delle istruzioni<br />

emesse dal fabbricante<br />

applicab<strong>il</strong>i al componente,<br />

al sottosistema o al<br />

sistema pertinente.<br />

Una volta riconosciuti i difetti,<br />

e la loro entità, <strong>il</strong> manutentore<br />

dovrà mettere in<br />

atto tutte le attività per avviare<br />

la correzione.<br />

La necessità di un eventuale<br />

addestramento è stab<strong>il</strong>ita<br />

dal costruttore del d.p.i. (riportata<br />

nel libretto di uso e<br />

manutenzione) soprattutto<br />

nel caso di dispositivi particolarmente<br />

complessi che<br />

richiedono addestramento<br />

specifico (esempio i dispositivi<br />

retratt<strong>il</strong>i UNI EN 360).<br />

Nella confezione del prodotto,<br />

<strong>il</strong> costruttore dovrà inserire,<br />

sottoforma di libretto,<br />

le istruzioni per la<br />

manutenzione e per le ispezioni<br />

periodiche.<br />

Le istruzioni che devono essere<br />

chiare, leggib<strong>il</strong>i e inequivocab<strong>il</strong>i<br />

sono necessarie<br />

per permettere di comprendere<br />

ogni informazione,<br />

anche con l’aus<strong>il</strong>io di schemi<br />

e disegni, ut<strong>il</strong>i per consentire<br />

la manutenzione corretta<br />

e sicura dei DPI.<br />

Tra le informazioni più importanti<br />

che dovranno essere<br />

riportate nelle istruzioni<br />

troviamo:<br />

Manutenzione<br />

a) procedimenti di pulizia;<br />

b) metodologia per l’asciugatura<br />

del prodotto;<br />

c) metodologia per l immagazzinamento;<br />

d) altri procedimenti di manutenzione<br />

(esempio lubrificazione).<br />

Ispezioni periodiche<br />

a) la necessità di eseguire i-<br />

spezioni periodiche regolari<br />

per mantenere in efficienza<br />

<strong>il</strong> d.p.i;<br />

b) la frequenza delle ispezioni<br />

(almeno ogni 12 mesi);<br />

c) la eventuale necessità di<br />

Requisiti generali<br />

per le istruzioni per l’uso,<br />

la manutenzione,<br />

l’ispezione periodica,<br />

la riparazione,<br />

la marcatura<br />

e l’imballaggio UNI EN 365<br />

(febbraio 2005)<br />

La norma UNI EN 365 definisce<br />

la manutenzione come<br />

l’atto di mantenere i DPI in<br />

condizione di funzionamento<br />

sicuro tramite l’esecuzione<br />

di azioni preventive<br />

quali pulizia e immagazzinamento<br />

adeguato.<br />

L’ispezione periodica è invece<br />

un atto da condurre periodicamente<br />

e consiste in<br />

un'ispezione approfondita<br />

dei DPI necessaria per verificare<br />

la presenza di difetti<br />

dovuti a danno o usura.<br />

La manutenzione, operazione<br />

importantissima,<br />

deve essere eseguita solamente<br />

da persona compefar<br />

eseguire le ispezioni a<br />

persona competente;<br />

d) se ritenuto necessario dal<br />

fabbricante, un'istruzione<br />

specificante che le ispezioni<br />

periodiche devono essere<br />

eseguite solo dal fabbricante<br />

o da una persona o organizzazione<br />

autorizzata dal<br />

fabbricante;<br />

e) requisito di controllo<br />

<strong>della</strong> leggib<strong>il</strong>ità delle marcature<br />

del prodotto.<br />

Riparazione<br />

Le istruzioni fornite nella<br />

lingua ufficiale del Paese in<br />

cui l'articolo è in servizio.<br />

Scheda di controllo<br />

Si raccomandazione di tenere<br />

una scheda di controllo<br />

per ogni componente.<br />

Esempio di scheda di controllo<br />

(vedi sotto).<br />

Tesßti consultati:<br />

Decreto legislativo 3 agosto 2009<br />

n° 106, Decreto legislativo 4 dicembre<br />

1992 n. 475, Norme UNI<br />

EN 358, 360, 361, 362, 363, 364,<br />

365.<br />

Scheda di controllo dell’equipaggiamento<br />

Prodotto:<br />

Modello e tipo/identificazione nome commerciale Numero identificativo<br />

Fabbricante Indirizzo Tel. fax e-ma<strong>il</strong><br />

Data di fabbricazione (scadenza) Data acquisto Data primo ut<strong>il</strong>izzo<br />

Altre informazioni<br />

Storia delle ispezioni periodiche e delle riparazioni<br />

Data Ragione dell’immissione Difetti notati Nome e firma Data prevista per<br />

(ispezione periodica riparazioni effettuate <strong>della</strong> persona competente la successiva ispezione<br />

o riparazione)<br />

periodica<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5 - 73


GEOLOGIA<br />

Giovanni Fasser<br />

Geologia e geotecnica<br />

nelle “Norme tecniche<br />

per le costruzioni” *<br />

Aseguito del terremoto<br />

dell’Aqu<strong>il</strong>a,<br />

è stata anticipata<br />

al 1° luglio 2009 l'entrata in<br />

vigore <strong>il</strong> DM 14 gennaio<br />

2008: “Norme Tecniche per<br />

le costruzioni” (abbreviato di seguito<br />

in NTC/08). Il testo definisce<br />

i principi per <strong>il</strong> progetto,<br />

l’esecuzione ed <strong>il</strong> collaudo<br />

di tutti i tipi di costruzione<br />

rispetto alle prestazioni<br />

richieste in termini di<br />

sicurezza, regolare ut<strong>il</strong>izzo e<br />

durab<strong>il</strong>ità.<br />

Le NTC/08 hanno la funzione<br />

di raggruppare e aggiornare<br />

la complessa normativa in<br />

materia [L. 25 novembre<br />

1962, n. 1684; Legge 2 febbraio<br />

1974 n. 64; D.LL.PP. 15<br />

maggio 1985; D.M. 11 marzo<br />

1988; D.P.R. 10 settembre<br />

1990; n. 285; D.M. LL. PP. del<br />

12 dicembre1985; D.M. 4<br />

maggio 1990; D.P.R. 6 giugno<br />

2001, n. 380; D.Lgs 12 apr<strong>il</strong>e<br />

2006, n. 163] secondo un'impostazione<br />

coerente con gli<br />

eurocodici e tenendo conto<br />

<strong>della</strong> valutazione <strong>della</strong> pericolosità<br />

sismica del territorio<br />

nazionale (INGV-SSN).<br />

Le norme precedenti continuano<br />

ad essere vigenti e<br />

cogenti poiché <strong>il</strong> DM 14 gennaio<br />

2008 si applica solo ed<br />

esclusivamente al progetto,<br />

l’esecuzione e <strong>il</strong> collaudo<br />

delle costruzioni, nei riguardi<br />

delle prestazioni loro<br />

richieste in termini di requisiti<br />

essenziali di resistenza<br />

meccanica e stab<strong>il</strong>ità, anche<br />

in caso di incendio, e di durab<strong>il</strong>ità<br />

[punto 1 comma 1° DM<br />

14 gennaio 2008].<br />

* DM Infrastrutture e Trasporti 14 gennaio<br />

2008 - NTC/08<br />

La circolare n. 617 del 2 febbraio<br />

2009, un voluminoso e<br />

articolato documento a cura<br />

del Consiglio Superiore dei<br />

Lavori Pubblici, è stata emanata<br />

allo scopo di trattare in<br />

modo più esauriente gli argomenti<br />

più innovativi e complessi<br />

delle nuove Norme<br />

Tecniche. Le istruzioni forniscono<br />

agli operatori elementi<br />

informativi ed integrazioni,<br />

per ogni corrispondente capitolo<br />

e paragrafo contenuto<br />

delle NTC/08.<br />

Nel Capitolo 6 delle NTC/08<br />

vengono trattati gli aspetti<br />

geologici e geotecnici <strong>della</strong><br />

progettazione delle opere<br />

di fondazione e di sostegno,<br />

gli interventi di miglioramento<br />

e rinforzo di terreni e<br />

degli ammassi rocciosi, le o-<br />

pere in materiali sciolti, la<br />

stab<strong>il</strong>ità dei fronti di scavo e<br />

più in generale del sito in cui<br />

insiste l’opera nel suo complesso.<br />

Nelle stesse, in particolare,<br />

si fa riferimento a<br />

due documenti che competono<br />

alla specifica professionalità<br />

del geologo: la rela-<br />

zione geologica e la relazione<br />

geotecnica, la prima in<br />

forma esclusiva (Sentenza<br />

del Consiglio di Stato 18<br />

marzo 2008-28 novembre<br />

2008 n. 5909) e la seconda in<br />

maniera concorrente con<br />

altre professionalità (Sentenza<br />

del Consiglio di Stato<br />

2002 - DPR 328/01). Per la<br />

geotecnica varrebbe forse la<br />

pena di dire «in collaborazione<br />

con gli altri professionisti<br />

coinvolti nella progettazione»,<br />

come avviene in<br />

genere per le grandi opere.<br />

La relazione geologica (§<br />

6.2.1 NTC/08) esamina i caratteri<br />

geologici generali e<br />

del sito in cui verrà realizzata<br />

l'opera in relazione ai rischi<br />

naturali e all'influenza <strong>della</strong><br />

stessa nel contesto geologico<br />

in cui verrà inserita.<br />

La relazione geotecnica<br />

(paragrafo<br />

6.2.2 NTC/08) contiene<br />

i criteri che hanno o-<br />

rientato la programmazione<br />

delle indagini geotecniche,<br />

con riferimento al volume significativo<br />

(§ 3.2.2), l’interpretazione<br />

dei risultati delle<br />

indagini in sito e/o in laboratorio<br />

e l’elaborazione del<br />

modello geotecnico del sottosuolo<br />

(parametri caratteristici,<br />

come da EC7-EC8), in<br />

riferimento alla tipologia di<br />

intervento e alle modalità<br />

costruttive. Nella relazione<br />

geotecnica sono altresì incluse<br />

le verifiche di sicurezza<br />

(SLU) e l’analisi delle<br />

prestazioni nelle condizioni<br />

di esercizio del sistema o-<br />

pera -terreno (SLE).<br />

Pertanto nelle NTC/08 e<br />

nella circolare n. 617, § 10.1,<br />

al punto 5.1 sono previste le<br />

74 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


GEOLOGIA<br />

seguenti relazioni specialistiche:<br />

1. relazione geologica: indagini,<br />

caratterizzazione e<br />

mo<strong>della</strong>zione geologica<br />

del sito; ha per oggetto la<br />

fattib<strong>il</strong>ità degli interventi<br />

e fornisce elementi indispensab<strong>il</strong>i<br />

per la loro progettazione,<br />

pertanto essa<br />

deve sempre far parte<br />

degli elaborati prodotti<br />

rale, pertanto deve essere<br />

redatta sia nelle fasi preliminare<br />

che avanzate <strong>della</strong><br />

progettazione (livello<br />

“definitivo” o “esecutivo”);<br />

3. relazione sulla mo<strong>della</strong>zione<br />

sismica, concernente<br />

la “pericolosità sismica di<br />

base” del sito di costruzione<br />

e i possib<strong>il</strong>i effetti di<br />

sito dovuti ad amplifica-<br />

rale, quindi necessariamente<br />

legata al modello<br />

geologico di riferimento.<br />

La caratterizzazione geotecnica<br />

del sottosuolo e la ricostruzione<br />

geologica devono<br />

essere reciprocamente coerenti:<br />

<strong>il</strong> professionista incaricato<br />

per la relazione geotecnica<br />

dovrà verificare la presenza<br />

<strong>della</strong> relazione geologica<br />

fra gli elaborati proget-<br />

vono essere commisurate al<br />

contesto geologico (grado e<br />

tipo di pericolosità geologiche<br />

e sismiche) e all'importanza<br />

dell'opera (da o-<br />

pere di modesta entità, ristrutturazioni,<br />

ecc, fino a<br />

grandi opere pubbliche o<br />

private).<br />

Per quanto riguarda<br />

le indagini sia geologiche<br />

che geotecniche<br />

s.s. (come da Dpr<br />

n.380 del 6 giugno 2001 - §<br />

6.2.2 NTC/08) si dovrebbe ricorrere<br />

a laboratori e/o a imprese<br />

specializzate che abbiano<br />

la concessione ministeriale,<br />

ma <strong>il</strong> condizionale è<br />

d'obbligo in attesa che <strong>il</strong> legislatore<br />

sciolga <strong>il</strong> dubbio,<br />

poiché allo stato attuale tali<br />

società sono in numero insufficiente<br />

per coprire anche<br />

solo una parte delle indagini<br />

per i lavori pubblici.<br />

Infine le NTC/08 hanno ereditato<br />

dalla legislazione<br />

precedente una nota che riguarda<br />

«costruzioni o interventi<br />

di modesta r<strong>il</strong>evanza,<br />

che ricadano in zone ben conosciute<br />

dal punto di vista<br />

geologico e geotecnico (§<br />

fin dalle prime fasi dell’iter<br />

autorizzativo e <strong>della</strong><br />

progettazione (es. parere<br />

preventivo, studio di fattib<strong>il</strong>ità,<br />

progetto preliminare,<br />

progetto architettonico,<br />

strumenti urbanistici<br />

esecutivi, ecc.);<br />

2. relazione geotecnica: indagini,<br />

caratterizzazione e<br />

mo<strong>della</strong>zione geotecnica<br />

del volume significativo<br />

di terreno; è strettamente<br />

legata al progetto struttu-<br />

zione sismica locale. Quest’ultima<br />

relazione, non è<br />

presente nel testo delle<br />

NTC/08, ma è specificata<br />

nella circolare n. 617/09. È<br />

annoverab<strong>il</strong>e tra le competenze<br />

specifiche del<br />

geologo, sia per quanto<br />

attiene alle indagini, che<br />

alla loro interpretazione,<br />

poiché richiede un analisi<br />

del suolo e sottosuolo in<br />

stretta relazione con le indagini<br />

geofisiche e <strong>il</strong> contesto<br />

geologico-struttu-<br />

tuali e fare ad essa<br />

puntuale e specifico<br />

riferimento.<br />

Secondo le norme e<br />

la successiva circolare<br />

(C.S.LLPP n.<br />

617/09) sono necessarie<br />

indagini sia<br />

per la relazione geologica<br />

sia per la mo<strong>della</strong>zione<br />

geotecnica.<br />

Le indagini<br />

(come secondo<br />

EC7-EC8, OPCM<br />

3274/03, ecc.) de-<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 75


GEOLOGIA<br />

6.2.2 ultimo comma)» previsto<br />

dalla normativa (solo ai<br />

fini dell’ampiezza delle indagini,<br />

ma non delle analisi<br />

relative al livello di pericolosità),<br />

per i quali è permessa<br />

una semplificazione delle<br />

indagini e dei rielativi elaborati<br />

tecnici, creando<br />

dubbi ed incertezze sul<br />

comportamento da tenere,<br />

anche in contesti che potrebbero<br />

essere a rischio<br />

geologico e/o sismico elevato.<br />

Si ritiene comunque<br />

che debba essere <strong>il</strong> professionista<br />

geologo (in modo e-<br />

sclusivo) a valutare se l'area<br />

è sufficientemente conosciuta<br />

da un punto di vista<br />

geologico e/o geotecnico e<br />

priva di pericolosità da permettere<br />

di evitare le indagini<br />

specifiche richieste per<br />

legge; in ogni caso si ritiene<br />

che sia lo stesso professionista<br />

(oltre al progettista)<br />

che debba dichiarare “sotto<br />

la sua responsab<strong>il</strong>ità” i motivi<br />

tecnici che permettono<br />

di evitare l'esecuzione di indagini,<br />

citando la fonte da<br />

cui hanno ricavato i dati geologici<br />

e geotecnici, non stimati<br />

da prove specifiche.<br />

Un discorso analogo può essere<br />

effettuato per gli “Interventi<br />

sul patrimonio ed<strong>il</strong>izio<br />

esistente “ (cap. 6.10), per i<br />

quali sono previsti una serie<br />

di azioni particolareggiate<br />

da definire in funzione di a-<br />

spetti specifici trattati nella<br />

norma e nella relativa circolare<br />

(semplificazioni e procedure<br />

ad hoc).<br />

Tali problematiche<br />

assumono particolare<br />

r<strong>il</strong>evanza, soprattutto<br />

per gli aspetti geologici<br />

e geotecnici, a causa<br />

delle difficoltà di eseguire<br />

indagini in sito e/o in laboratorio<br />

(soprattutto nei centri<br />

storici) e per la presenza di<br />

un patrimonio ed<strong>il</strong>izio esistente<br />

non adeguato alle attuali<br />

disposizioni normative,<br />

che hanno modificato<br />

le accelerazioni simiche di<br />

riferimento. Rispetto alla r<strong>il</strong>evante<br />

differenza dei valori<br />

di accelerazione sismica di<br />

base (si ricordi a questo proposito<br />

che le zone sismiche<br />

1,2,3,4 non hanno alcuna corrispondenza<br />

con le categorie<br />

I, II, III, IV), si stanno definendo,<br />

a livello nazionale,<br />

appositi programmi di sv<strong>il</strong>uppo<br />

di azioni, a medio ed<br />

a lungo termine, al fine di a-<br />

deguare gli edifici pubblici,<br />

in particolare quelli definiti<br />

strategici, sia a scala nazionale<br />

che a livello regionale,<br />

(rif. Decreto n. 3685/03 del<br />

Capo del Dipartimento<br />

<strong>della</strong> Protezione Civ<strong>il</strong>e,<br />

OPCM/03 e pubbl. su G.U. n.<br />

252 del 29 ottobre 2003) ai<br />

nuovi valori di pericolosità<br />

sismica, al fine di «ristab<strong>il</strong>ire<br />

condizioni di sicurezza» più<br />

accettab<strong>il</strong>i per tali edifici.<br />

Va precisato che fin dal 2003<br />

(rif. OPCM 3274/2003 e<br />

ss.mm.ii.) tutto <strong>il</strong> territorio<br />

nazionale è considerato sismico,<br />

sia pur con diversa intensità<br />

e pericolosità, pertanto<br />

da allora è sempre obbligatorio<br />

eseguire la relazione<br />

geologica e geotecnica<br />

(anche secondo la vecchia<br />

normativa); d'altro<br />

canto, nei territori a bassa sismicità<br />

(Zone 4), è ancora<br />

possib<strong>il</strong>e progettare opere<br />

secondo la vecchia normativa<br />

(si vedano i riferimenti<br />

normativi riportati sotto),<br />

tranne per le opere considerate<br />

strategiche, salvo<br />

norme regionali più restrittive<br />

(Regione Lombardia<br />

d.d.u.o. n.19904/2003). Si ricorda<br />

inoltre che anche nella<br />

vecchia normativa, nelle<br />

zone sismiche, erano comunque<br />

previste la relazione<br />

geologica e geotecnica,<br />

con le rispettive indagini<br />

(DM 11/03/88). Anche se<br />

in alcune regioni (come la<br />

Lombardia), dove ci sono<br />

vaste aree a sismicità molto<br />

bassa, prevale la tendenza<br />

ad adottare la vecchia<br />

norma, appare ut<strong>il</strong>e cercare<br />

di adeguarsi nel tempo alle<br />

NTC/08, in linea con le direttive<br />

europee. Altre valutazioni<br />

o verifiche, specificamente<br />

richieste da norme<br />

Regionali o Comunali (regolamenti)<br />

e/o da procedure<br />

più complesse (ad es. LLPP,<br />

edifici strategici, opere in<br />

sotterraneo, ecc.), che possono<br />

prevedere l’analisi del<br />

quadro geologico già a li-<br />

vello di fattib<strong>il</strong>ità con la previsione<br />

e l’analisi di ipotesi<br />

di intervento alternative (ad<br />

esempio : VIA, VAS - D.lgs.<br />

04/08, impatti paesaggistici -<br />

D.Lgs. 42/04, ecc.) non sono<br />

in contrasto con le NTC/08,<br />

ma complementari ad esse.<br />

Le NTC/08 operano un taglio<br />

netto tra relazione geologica<br />

e geotecnica, nell'intento di<br />

marcare la differenza tra i<br />

due documenti e forse<br />

anche per tenere distinte le<br />

competenze tra <strong>il</strong> geologo e<br />

<strong>il</strong> geotecnico (ingegnere o<br />

geologo). Si intende confermare<br />

<strong>il</strong> fatto che si tratta di<br />

due documenti ben distinti<br />

(ma lo erano già da tempo,<br />

soprattutto per le zone sismiche,<br />

nei LLPP, Legge<br />

109/94 e ss.mm.ii., Dpr n.554<br />

del 21/12/99, OPCM 3274/03<br />

e ss.mm.ii., ecc.), anche se<br />

molti tecnici, sia tra i professionisti,<br />

sia tra le amministrazioni<br />

pubbliche che private,<br />

ancor oggi confondono<br />

la relazione geologica con<br />

quella geotecnica, oppure le<br />

accorpano entrambe nella<br />

“relazione geologica”.<br />

Tuttavia è vero che <strong>il</strong><br />

modello geologico<br />

e modello geotecnico<br />

sono strettamente legati<br />

tra loro ed i confini sono<br />

spesso sfumati. Ad esempio<br />

in alcune disposizioni locali<br />

si impongano nella relazione<br />

geologica valutazioni<br />

e verifiche che ricadono nel<br />

campo <strong>della</strong> geotecnica (si<br />

veda ad es. le verifiche di<br />

stab<strong>il</strong>ità dei pendii richieste<br />

per <strong>il</strong> vincolo idrogeologico,<br />

per la stab<strong>il</strong>ità dei fronti di<br />

scavo o per i cambi di destinazione<br />

colturale); lo stesso<br />

76 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


GEOLOGIA<br />

Terremoto dell’Aqu<strong>il</strong>a 2009<br />

può dirsi per la relazione<br />

geotecnica, per quanto riguarda<br />

alcuni tipi di indagine<br />

o per la definizione<br />

delle condizioni al contorno<br />

in problemi complessi, o ancora<br />

nel metodo osservazionale.<br />

È quindi indispensab<strong>il</strong>e<br />

che chi elabora la relazione<br />

geologica e quella<br />

geotecnica, se non si tratta<br />

dello stesso professionista o<br />

se non vengono effettuate<br />

contemporaneamente,<br />

siano in stretto contatto e<br />

abbiano un linguaggio comune.<br />

Lo stesso discorso<br />

vale, anche se in misura diversa,<br />

tra <strong>il</strong> geotecnico e <strong>il</strong><br />

progettista delle strutture<br />

(soprattutto le fondazioni, le<br />

opere di sostegno, ecc.), che<br />

secondo le NTC/08 devono<br />

comunicare strettamente<br />

per arrivare alle soluzioni<br />

progettuali ottimali, mediante<br />

un processo iterativo,<br />

per approsssimazioni successive.<br />

❑<br />

Allegato: riferimenti normativi<br />

A) La “vecchia” normativa (tensioni ammissib<strong>il</strong>i) sopravvive in<br />

zone di bassa sismicità (zona 4), tranne i casi previsti nel cap.2.7<br />

delle NTC/08 :<br />

• Legge 5 novembre 1971, n. 1086 - Norme per le opere in cemento<br />

armato;<br />

• Legge 2 febbraio 1974, n. 64 - Provvedimenti per le costruzioni<br />

con particolari prescrizioni per le zone sismiche;<br />

• vori Pubblici 11 Marzo 1988;<br />

• Circolare Ministero Lavori Pubblici, 24 Settembre 1988, n. 30483;<br />

• Circolare Ministero Lavori Pubblici, 9 Gennaio 1996, n. 218/24/3,<br />

Legge 2 febbraio 1974, n. 64. Decreto del Ministero dei lavori<br />

pubblici 11 marzo 1988. Istruzioni applicative per la redazione<br />

<strong>della</strong> relazione geologica e <strong>della</strong> relazione geotecnica;<br />

• Decreto Ministero dei Lavori Pubblici 16-1-1996 - Norme tecniche<br />

per le costruzioni in zone sismiche.<br />

• Circolare Ministero Lavori Pubblici, 10 Apr<strong>il</strong>e 1997, n. 65/AA.GG.<br />

- Istruzioni per l’applicazione delle "Norme tecniche per le costruzioni<br />

in zone sismiche" di cui al decreto ministeriale 16 gennaio<br />

1996.<br />

• DPR 6 giugno 2001, n.380: Testo unico dell'ed<strong>il</strong>izia<br />

• Ordinanza <strong>della</strong> Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 3431 del<br />

05 marzo 2005 - Ulteriori modifiche ed integrazioni all'O.P.C.M. n.<br />

3274 del 20 marzo 2003;<br />

• DM 14 09 05 “Norme tecniche per le costruzioni” e ss.mm.ii.;<br />

• D.M. 14 gennaio 2008: Norme tecniche per le costruzioni;<br />

• Circolare 2 febbraio 2009, n. 617 del Ministero delle Infrastrutture<br />

e dei Trasporti approvata dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici<br />

"Istruzioni per l'applicazione delle "Nuove norme tecniche<br />

per le costruzioni" di cui al decreto ministeriale 14 gennaio 2008.<br />

• Circolare 5 agosto 2009 del Ministero delle Infrastrutture e dei<br />

Trasporti approvata dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici,<br />

Nuove norme tecniche per le costruzioni approvate con decreto<br />

del Ministro delle infrastrutture 14 gennaio 2008 “Cessazione del<br />

regime transitorio di cui all'articolo 20, comma 1, del decretolegge<br />

31 dicembre 2007, n. 248”.<br />

• Circolare 11 dicembre 2009 del Ministero delle Infrastrutture e<br />

dei Trasporti approvata dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici,<br />

Entrata in vigore delle norme tecniche per le costruzioni di<br />

cui al decreto ministeriale 14 gennaio 2008. Circolare 5 agosto<br />

2009 - Ulteriori considerazioni esplicative.<br />

B) La “nuova” normativa (stati limite – Eurocodici) è in vigore dal<br />

01/07/2009:<br />

• Ordinanza <strong>della</strong> Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 3274 del<br />

20 marzo 2003 - Primi elementi in materia di criteri generali per<br />

la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative<br />

tecniche per le costruzioni in zona sismica;<br />

• Decreto Ministero dei Lavori Pubblici 11 Marzo 1988;<br />

• Ordinanza <strong>della</strong> Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 3316 del<br />

02 ottobre 2003 - Modifiche ed integrazioni all’O.P.C.M. n. 3274<br />

del 20 marzo 2003;<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 79


TEMPO LIBERO<br />

Regolamento del XVI<br />

campionato sci alpino e nordico<br />

per geometri professionisti<br />

Il campionato di sci alpino e nordico per geometri nel<br />

2011 si terrà in provincia di Brescia, a Ponte di Legno.<br />

Il nostro <strong>Collegio</strong> si è fatto carico di questa impegnativa<br />

manifestazione sportiva; ci auguriamo che gli atleti bresciani<br />

iscritti rispondano in forma massicia all’invito. Il coordinatore<br />

<strong>della</strong> manifestazione nazionale è <strong>il</strong> collega Dario<br />

Piotti (cell. 335.5845061) che è a disposizione per ogni altra<br />

informazione. Per ora, pubblichiamo <strong>il</strong> regolamento <strong>della</strong><br />

manifestazione.<br />

Art. 1<br />

Tutti i partecipanti dovranno<br />

essere iscritti all’albo professionale<br />

per l’anno 2010.<br />

Possono partecipare i pensionati<br />

e i praticanti e in qualità<br />

di “simpatizzanti” i geometri<br />

dipendenti di enti<br />

pubblici e studi professionali,<br />

i fam<strong>il</strong>iari, e gli amici<br />

degli atleti partecipanti.<br />

Art. 2<br />

Le competizioni sono valevoli<br />

per l’assegnazione dei titoli:<br />

Campione italiano assoluto<br />

di sci masch<strong>il</strong>e e femmin<strong>il</strong>e<br />

per le seguenti specialità:<br />

– slalom speciale<br />

– slalom gigante<br />

– fondo tecnica libera<br />

– fondo tecnica classica<br />

– combinata e snowboard<br />

(I “simpatizzanti”, i pensionati e i<br />

praticanti non concorrono all’assegnazione<br />

dei titoli).<br />

Per le specialità individuali<br />

sono stab<strong>il</strong>ite le seguenti categorie:<br />

– Seniores masch<strong>il</strong>e<br />

(nati nel 1975 e seguenti)<br />

– Veterani masch<strong>il</strong>e<br />

• gruppo A1<br />

(nati dal 1965 al 1974)<br />

• gruppo A2<br />

(nati dal 1964 al 1955)<br />

• gruppo A3<br />

(nati nel 1954 al 1945)<br />

• gruppo A4<br />

(nati nel 1944<br />

80 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5<br />

e antecendenti)<br />

– Femmin<strong>il</strong>e<br />

• categoria unica<br />

compreso le praticanti<br />

Le classifiche saranno st<strong>il</strong>ate<br />

per categoria. Per essere valida<br />

ogni categoria deve a-<br />

vere almeno 5 partecipanti.<br />

Art. 3<br />

Per i “simpatizzanti”, verrà<br />

st<strong>il</strong>ata un’unica categoria,<br />

masch<strong>il</strong>e e femmin<strong>il</strong>e. I pensionati<br />

gareggeranno nella<br />

categoria A4; i praticanti gareggeranno<br />

nella categoria<br />

seniores.<br />

Art. 4<br />

Le iscrizioni si perfezionano<br />

con l’invio dell’apposita<br />

scheda alla segreteria<br />

dell’A.S. Geisport c/o <strong>il</strong> Consiglio<br />

Nazionale geometri -<br />

Via Barberini N. 68 - 00187<br />

Roma, oppure al fax n.<br />

06/48.14.026 entro <strong>il</strong> 15 gennaio<br />

2011 accompagnate<br />

dalla quota di iscrizione di<br />

euro 15,00 per ogni gara che<br />

si intende disputare. La copertura<br />

assicurativa verrà<br />

garantita dalla Geosport tramite<br />

<strong>il</strong> pagamento <strong>della</strong> tessera<br />

obbligatoria.<br />

La tessera GEO-SPORT è di<br />

euro 30,00.<br />

Art. 5<br />

Alla gara di slalom gigante e<br />

alla gara di slalom speciale<br />

potranno partecipare un<br />

massimo di 200 atleti. Alla<br />

seconda manche (sia per lo<br />

speciale che per <strong>il</strong> gigante)<br />

prenderanno parte i primi 40<br />

(quaranta) classificati nella<br />

prima. Nel caso siano iscritti<br />

più di 200 concorrenti l’organizzazione<br />

si riserva di predisporre<br />

due tracciati di<br />

slalom, uno riservato ai<br />

“simpatizzanti”, ai pensionati<br />

e ai praticanti.In tale<br />

caso verrà disputata una<br />

sola manche.<br />

La gara di snowboard si articolerà<br />

in un’unica manche,<br />

sul tracciato <strong>della</strong> seconda<br />

manche dello slalom gigante.<br />

La gara di combinata<br />

sarà articolata su due prove,<br />

una di slalom gigante e una<br />

di fondo. Ogni prova assegnerà<br />

ai concorrenti <strong>il</strong> seguente<br />

punteggio: 1 punto al<br />

primo, 2 punti al secondo;<br />

ecc. La classifica verrà quindi<br />

st<strong>il</strong>ata sommando i due punteggi<br />

ottenuti e risulterà vincitore<br />

<strong>il</strong> concorrente che avrà<br />

totalizzato <strong>il</strong> punteggio più<br />

basso, in caso di parità si<br />

conteranno i tempi.<br />

Art. 6<br />

La giuria, che deciderà inappellab<strong>il</strong>mente<br />

su ogni reclamo,<br />

sarà composta da tre<br />

membri designati dall’A.S.<br />

Geosport, da quattro Caposquadra<br />

(o loro delegati) sorteggiati<br />

dalle squadre partecipanti<br />

e dai Giudici di gara.<br />

Il sorteggio dei numeri di<br />

partenza per le gare avranno<br />

luogo presso la sala Convegni<br />

dell’Hotel Mirella in<br />

Ponte di Legno.<br />

Ogni <strong>Collegio</strong>, solo per specialità<br />

alpine, può indicare 3<br />

atleti (teste di serie) che verranno<br />

sorteggiati tra i primi<br />

partenti. L’ordine di partenza<br />

verrà sorteggiato tra<br />

coloro che si saranno iscritti<br />

entro le 18.00 del giorno precedente<br />

la gara.<br />

Eventuali iscrizioni successive<br />

potranno essere accettate<br />

con partenza in coda all’ordine<br />

precedentemente<br />

st<strong>il</strong>ato.<br />

I concorrenti appartenenti a<br />

squadre Nazionali (A-B-C) o<br />

punteggiati Fisi fino a 80<br />

punti dovranno dichiararlo<br />

all’atto dell’iscrizione, pena<br />

l’esclusione dalla classifica<br />

finale e partiranno per ultimi.<br />

Art. 7<br />

L’ordine di partenza per ogni<br />

gara verrà predisposto come<br />

segue:<br />

1- <strong>Geometri</strong> femmin<strong>il</strong>e e<br />

“simpatizzanti”, praticanti<br />

femmin<strong>il</strong>e;<br />

2- <strong>Geometri</strong> masch<strong>il</strong>e (veterani<br />

A4 A3, A2, A1, Seniores,<br />

punteggiati fino a 80);<br />

3- Simpatizzanti, praticanti<br />

masch<strong>il</strong>e.<br />

Art. 8<br />

Le gare si svolgeranno su<br />

percorsi unici per tutte le categorie<br />

(fermo quanto disposto<br />

dall’art. 5).<br />

Il calendario gare prevede:<br />

Giovedì 27 gennaio 2011<br />

ore 10.00: gara di fondo 10<br />

km tecnica libera (anello in<br />

Valbione);<br />

ore 14.00: gara di slalom gigante<br />

valevole per la combinata<br />

(pista omologata<br />

Temù.)<br />

Venerdì 28 gennaio 2011<br />

ore 9.30: gara di slalom spe-


TEMPO LIBERO<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 81


TEMPO LIBERO<br />

ciale 1^ manche (Temù);<br />

ore 11.30: gara di slalom speciale<br />

2^ manche (Temù);<br />

ore 14.30: gara di fondo 5 Km<br />

tecnica classica (Valbione).<br />

Sabato 29 gennaio 2011<br />

ore 9.00: gara di slalom gigante<br />

1^ manche (Temù);<br />

ore 11.30: gara di slalom gigante<br />

2^ manche (Temù)*;<br />

ore 12.30: gara di snowboard<br />

(unica manche);<br />

ore 14.00: gara di fondo 2,5<br />

km tecnica libera valevole<br />

per la combinata (Valbione);<br />

* salvo quanto disposto al punto 5.<br />

Art. 9<br />

È istituito un trofeo che sarà<br />

assegnato a titolo definitivo<br />

al <strong>Collegio</strong> vincitore. Ottengono<br />

i punti i primi 15 classificati<br />

per ogni categoria geometri<br />

(masch<strong>il</strong>e e femmin<strong>il</strong>e)<br />

nelle gare di slalom<br />

speciale, slalom gigante,<br />

fondo tecnica libera, fondo<br />

tecnica classica e snowboard.<br />

Punteggio per assegnazione<br />

trofeo:<br />

1° classificato 30 punti<br />

2° classificato 25 punti<br />

3° classificato 22 punti<br />

4° classificato 19 punti<br />

5° classificato 17 punti<br />

6° classificato 15 punti<br />

7° classificato 13 punti<br />

8° classificato 11 punti<br />

9° classificato 9 punti<br />

10° classificato 7 punti<br />

11° classificato 5punti<br />

12° classificato 4 punti<br />

13° classificato 3 punti<br />

14° classificato 2 punti<br />

15° classificato 1 punti<br />

Il trofeo verrà assegnato al<br />

<strong>Collegio</strong> primo classificato.<br />

A tutti i concorrenti verrà offerto<br />

un gadget di partecipazione.<br />

Saranno premiati:<br />

– nelle prove alpine con la<br />

correzione del tempo in<br />

base agli handicap di età<br />

pari a 0,4% del migliore<br />

tempo per anno:<br />

1° assoluto per ciascuna<br />

gara (campione italiano);<br />

1° classificato per ciascuna<br />

categoria;<br />

2° classificato per ciascuna<br />

categoria;<br />

3° classificato per ciascuna<br />

categoria.<br />

– nelle prove nordiche con la<br />

correzione del tempo in<br />

base agli handicap di età<br />

pari a 1.00% del miglior<br />

tempo per anno:<br />

1° assoluto per ciascuna<br />

gara (campione italiano);<br />

1° classificato per ciascuna<br />

categoria;<br />

2° classificato per ciascuna<br />

categoria;<br />

3° classificato per ciascuna<br />

categoria.<br />

– nella combinata miglior<br />

punteggio<br />

1° assoluto per ciascuna<br />

gara (campione italiano);<br />

1° classificato per ciascuna<br />

categoria;<br />

2° classificato per ciascuna<br />

categoria;<br />

3° classificato per ciascuna<br />

categoria.<br />

– snowboard miglior tempo<br />

1° assoluto per ciascuna<br />

gara (campione italiano)<br />

1° classificato per ciascuna<br />

categoria;<br />

2° classificato per ciascuna<br />

categoria;<br />

3° classificato per ciascuna<br />

categoria.<br />

Nella categoria simpatizzanti,<br />

pensionati e praticanti<br />

verranno premiati i primi tre<br />

classificati (femmin<strong>il</strong>e e masch<strong>il</strong>e)<br />

per ogni gara.<br />

Art. 10<br />

Eventuali reclami dovranno<br />

essere presentati alla giuria<br />

delle persone ab<strong>il</strong>itate,<br />

entro i termini prescritti<br />

dagli artt. 232-307-640 del<br />

RTF, accompagnati dalla<br />

tassa di euro 25,00 che verrà<br />

restituita in caso di accoglimento<br />

del reclamo.<br />

Art. 11<br />

Il Comitato organizzatore<br />

A.S. Geosport dichiara di<br />

aver stipulato assicurazione<br />

per la responsab<strong>il</strong>ità civ<strong>il</strong>e<br />

per rischi derivanti dall’organizzazione<br />

delle gare.<br />

Art. 12<br />

I partecipanti alle gare,<br />

prima dell’inizio <strong>della</strong> manifestazione,<br />

dovranno presentare<br />

<strong>il</strong> certificato di sana<br />

e robusta costituzione r<strong>il</strong>asciato<br />

dal proprio medico<br />

senza <strong>il</strong> quale non avranno<br />

diritto a gareggiare.<br />

Art. 13<br />

Il Comitato organizzatore si<br />

riserva di apportare al presente<br />

regolamento le modifiche<br />

che si rendessero, a<br />

suo insindacab<strong>il</strong>e giudizio,<br />

necessarie. Si riserva inoltre<br />

di annullare singole gare o<br />

l’intera manifestazione in<br />

caso di avverse condizioni<br />

atmosferiche o in mancanza<br />

di neve.<br />

Art. 14<br />

Per quanto non previsto dal<br />

presente regolamento valgono<br />

le norme contenute nel<br />

RFT e nell’agenda dello sciatore<br />

2010/2011.<br />

❑<br />

82 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


CULTURA<br />

Gli inediti esami<br />

del candidato Rodolfo Vantini<br />

Franco Robecchi<br />

Do conto su questa rivista dei geometri bresciani di<br />

un’interessante scoperta archivistica. Tutto<br />

quanto ha a che vedere con i maestri è pregiato,<br />

perché completa <strong>il</strong> quadro di personalità, di epoche, di contesti,<br />

chiarendo le matrici, le cause e gli effetti di qualche fenomeno<br />

emergente. Le personalità emergenti <strong>della</strong> storia<br />

si nutrono ovviamente di un<br />

humus non meno determinante.<br />

Dell’architetto neoclassico<br />

<strong>bresciano</strong> Rodolfo Vantini si<br />

sa molto. È al suo nome,<br />

come raramente capita a<br />

progettisti di fama, che fa<br />

capo la denominazione di<br />

“Vantiniano” del grande e<br />

nob<strong>il</strong>e cimitero <strong>bresciano</strong>,<br />

uno dei capolavori internazionali<br />

del Neoclassicismo.<br />

E si tratta di un Vantiniano<br />

con la V maiuscola, non<br />

come sarebbe per un aggettivo,<br />

che andrebbe scritto<br />

con la minuscola. In Brescia<br />

solo “Il Vanvitelliano” ha lo<br />

stesso onore: <strong>il</strong> salone del<br />

primo piano <strong>della</strong> Loggia, o-<br />

pera, appunto, di Luigi Vanvitelli.<br />

Solo che <strong>il</strong> Vanvitelliano<br />

è un rudere del Vanvitelli,<br />

mentre <strong>il</strong> Vantiniano è<br />

una splendida opera finita e<br />

rifinita. Il Vanvitelli stese un<br />

progetto ampio per la ricostruzione<br />

<strong>della</strong> Loggia e <strong>il</strong><br />

salone è solo <strong>il</strong> primo rustico<br />

abbozzo del lavoro, interrotto<br />

per motivi storico-economici.<br />

Ha ben poco da manifestare<br />

dello splendore<br />

del Vanvitelli. L’opera del<br />

Vantini è, invece, ben documentata<br />

in Brescia. Rodolfo<br />

Vantini è noto per molte sue<br />

opere, ma <strong>della</strong> sua vita non<br />

si conoscevano particolari<br />

che sono molto interessanti<br />

per la conoscenza <strong>della</strong> sua<br />

personalità, particolari che<br />

sono anche assai ut<strong>il</strong>i per conoscere<br />

l’iter di preparazione<br />

di un professionista del primo Ottocento. La storia<br />

<strong>della</strong> preparazione tecnica e dell’autorizzazione amministrativa<br />

all’esercizio <strong>della</strong> professione di ingegnere, architetto<br />

o perito agrimensore, ha vecchie origini. Per quanto si<br />

riferisce al nostro territorio, determinante fu la fase napoleonica<br />

di inizio Ottocento, nonché la successiva fase au-<br />

84 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


CULTURA<br />

A sinistra: la domanda di Rodolfo<br />

Vantini, per l’ammissione all’esame<br />

di ab<strong>il</strong>itazione alla professione di<br />

ingegnere-architetto.<br />

In questa pagina: certificato <strong>della</strong><br />

polizia napoleonica che riconosce <strong>il</strong><br />

Vantini come esente da indagini e<br />

condanne.<br />

striaca. La tradizione tecnica del genio civ<strong>il</strong>e francese, maestro<br />

in Europa, aveva guidato la storia <strong>della</strong> preparazione<br />

scolastica e del riconoscimento del titolo già nel Settecento.<br />

Il d<strong>il</strong>agare napoleonico portò i criteri dell’organizzazione<br />

statale e tecnica francese in mezza Europa, fra cui l’Italia. Ma<br />

non era da meno la rigorosa visione dell’operare tecnico<br />

nell’impero austriaco,<br />

che, ricordo,<br />

fu l’inventrice<br />

del catasto<br />

moderno,<br />

applicato, per<br />

la prima volta,<br />

proprio nella<br />

settecentesca<br />

Lombardia. Fra<br />

la caduta <strong>della</strong><br />

Repubblica Veneta,<br />

nel 1797,<br />

e la caduta napoleonica,<br />

si<br />

ebbe in Brescia<br />

un prevalere<br />

francese, intarsiato,<br />

però da<br />

fugaci incursioni<br />

austriache,<br />

sino al definitivo<br />

prevalere,<br />

nel 1814,<br />

dei Viennesi.<br />

Nel 1805 si era<br />

nel cuore <strong>della</strong><br />

fase francese,<br />

laicista, razionalista,<br />

riformatrice.<br />

Nel marzo<br />

di quell’anno<br />

era stato costituito<br />

<strong>il</strong> Regno i-<br />

talico, che racchiudeva<br />

parte<br />

<strong>della</strong> Lombardia<br />

del Veneto,<br />

dell’Em<strong>il</strong>ia e delle Marche. Tra gli svariati provvedimenti legislativi<br />

che furono emanati in quegli anni, uno, del novembre<br />

del 1805, riguardò proprio l’iter di accesso alla professione<br />

di ingegnere, architetto e perito agrimensore. Si<br />

trattava del Decreto reale del 3 novembre, che prescriveva<br />

un dettagliato quadro di accesso e ammissione alla professione.<br />

Per l’ingresso nel mondo delle professioni tecniche<br />

erano previsti <strong>il</strong> titolo di studio, un apprendistato, svariati<br />

certificati di corretto comportamento, giudiziario e religioso<br />

e un esame di ammissione. Inoltre <strong>il</strong> decreto prescriveva<br />

che <strong>il</strong> candidato mettesse a disposizione <strong>della</strong> pubblica amministrazione<br />

una cauzione, a tutela degli interessi di clienti<br />

del futuro professionista, eventualmente danneggiati da<br />

suoi errori. La<br />

straordinaria e<br />

sorprendente<br />

misura, dà un’idea<br />

di quale<br />

fosse la concezione<br />

<strong>della</strong> responsab<strong>il</strong>ità<br />

personale di un<br />

professionista,<br />

nel 1805. Il provvedimento<br />

rimase<br />

in vigore<br />

anche per tutta<br />

la durata del<br />

successivo ordinamento<br />

statale,<br />

quello austriaco<br />

del Regno<br />

Lombardo-<br />

Veneto, e quindi<br />

si basava su<br />

una visione condivisa<br />

degli ordinamenti<br />

sociali<br />

all’interno<br />

degli stati moderni.<br />

Anche Rodolfo<br />

Vantini dovette<br />

seguire <strong>il</strong> prescritto<br />

procedimento<br />

per essere<br />

ammesso<br />

alla professione<br />

di “ingegnerearchitetto”,<br />

titolo<br />

che gli era<br />

stato r<strong>il</strong>asciato dall’Università di Pavia.<br />

I documenti che qui si presentano sono inediti e riguardano<br />

la pratica di ammissione del Vantini, datata 1813, quando<br />

l’architetto-ingegnere aveva 21 anni. Il Vantini, che si firmava<br />

“ingegnere praticante”, <strong>il</strong> l 5 marzo scriveva: «Quel<br />

genio, che guida per diverse vie gli uomini, che alla gloria si<br />

raccomandano, a me additò percorrere gli studi dell’Archi-<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5 - 85


CULTURA<br />

Dichiarazione dell’ingegnere<br />

Vincenzo Berenzi circa<br />

l’apprendistato di Rodolfo Vantini.<br />

Nella pagina di destra: uno<br />

degli elaborati d’esame di Rodolfo<br />

Vantini.<br />

In basso: un certificato di<br />

ab<strong>il</strong>itazione alla professione tecnica<br />

r<strong>il</strong>asciato in epoca austriaca<br />

tetto e dell’Ingegnere.<br />

Perché animato da tale<br />

voce, sendo io nell’anno<br />

1810 dalla regia Università<br />

di Pavia decorato di laurea<br />

in queste arti liberali, ed a-<br />

vendo a mio credere soddisfatto<br />

a tuttoché prescrive <strong>il</strong><br />

Reale Decreto 3 nov. 1805,<br />

siccome <strong>il</strong> provano i qui uniti<br />

documenti, io domando Sig.<br />

Commissario Prefetto, essere<br />

ammesso agli esami di<br />

pratica acciò possa mercé<br />

l’esperienza (prima maestra<br />

di ogni arte) avvalorare le<br />

poche mie cognizioni ed acquistarne<br />

di nuove e rendermi<br />

ut<strong>il</strong>e con ciò alla Patria ed a me stesso. L’amore con<br />

che Ella protegge i giovani animi ardentissimi di lode, mi<br />

rende certo che di tanto onere me farà degno». Egli accompagnava<br />

quindi la richiesta con vari documenti, fra i quali le<br />

certificazione dei vari periodi di praticantato svolti presso<br />

studi privati e uffici pubblici. Fra gli ingegneri certificatori vi<br />

era Pietro Corbolani, che testimoniava la presenza del Vantini<br />

presso <strong>il</strong> Corpo d’acque e strade del dipartimento, in<br />

due fasi, da giugno a novembre del 1807 e da giugno a novembre<br />

del 1808, così come nel 1809: prima <strong>della</strong> laurea,<br />

quindi. Dal primo giugno 1810 fino al marzo 1812 <strong>il</strong> Vantini<br />

fu praticante presso l’ing. Vincenzo Berenzi. Così scriveva <strong>il</strong><br />

Vantini: «Compiuto avendo <strong>il</strong> corso regolare degli studi di<br />

Matematica teorica nella Regia Università di Pavia ed ottenuto<br />

<strong>il</strong> diploma di Architetto Ingegnere, mi faccio la doverosa<br />

premura di rassegnarle, Sig.r commendatore e barone<br />

prefetto, a norma del decreto reale 3 nov. 1805, art. 8°, che<br />

ho intrapresa la pratica sotto la direzione del facente funzione<br />

d’ingegnere in capo Sig.r Vincenzo Berenzi acciò mi sia<br />

computata a norma del sullodato decreto».<br />

Il Berenzi affermava che <strong>il</strong> Vantini si era impegnato «esercitandosi<br />

nei r<strong>il</strong>ievi de’ tipi, livellazioni, perizie e<br />

capitolati di opere stradali, ponti e ripari ai fiumi,<br />

stime de’ fondi e caseggiati, non che in progetti architettonici<br />

ove si è particolarmente distinto». Ricordo che <strong>il</strong> Berenzi<br />

fu uno stimato architetto <strong>bresciano</strong>, del quale sono rimaste<br />

varie opere. Anche l’ingegner Andrea Caminada certificava<br />

che <strong>il</strong> Vantini aveva svolto un periodo di apprendistato<br />

presso <strong>il</strong> suo studio, dal primo apr<strong>il</strong>e 1812 sino al 4 a-<br />

pr<strong>il</strong>e 1813. Al deposito <strong>della</strong> cauzione provvedeva <strong>il</strong> padre<br />

del giovane architetto, Domenico Vantini, figlio di Bortolo,<br />

di professione “possidente”, egli stesso dedito all’arte e all’architettura.<br />

Domenico<br />

Vantini metteva a disposizione<br />

dell’obbligo di legge,<br />

a favore del figlio, un’ipoteca<br />

sulla propria casa in<br />

Brescia. L’entità del bene<br />

messo a disposizione era di<br />

10.000 lire m<strong>il</strong>anesi, pari a<br />

7675,18 lire italiane, «a favore<br />

di chiunque potesse a-<br />

vere diritto d’indennizzazione<br />

dipendentemente<br />

dalla professione del figlio<br />

Rodolfo, ipotecando a tale<br />

effetto per la somma premessa<br />

la di lui casa in Brescia<br />

nella contrada di S.ta<br />

Brigida al n. civico 500 1/2»:<br />

un tratto dell’attuale Via Trieste.<br />

La polizia e <strong>il</strong> tribunale r<strong>il</strong>asciarono certificati di assenza di<br />

note a carico di Rodolfo, mentre la parrocchia <strong>della</strong> cattedrale,<br />

certificava che <strong>il</strong> giovane architetto, Rodolfo Ferdinando<br />

Giovanni, era nato <strong>il</strong> 17 gennaio 1792 ed era stato battezzato.<br />

Infine si hanno alcune prove d’esame del Vantini, autografe.<br />

Sono interessanti i quesiti, così come le risposte<br />

dell’architetto-ingegnere. Una prova poneva<br />

al candidato la seguente domanda: «Scoperta una sorgente,<br />

come renderla proficua alla irrigazione dei terreni intersecati<br />

da seriole da livello superiore od inferiore a quello <strong>della</strong><br />

sorgente medesima». Il Vantini rispondeva: «Lorché <strong>il</strong> proprietario<br />

di alcun fondo o mercé l’industria sua, o per fortuito<br />

caso, giunge allo scoprimento di alcuna sorgente, nasce tantosto<br />

in lui <strong>il</strong> desiderio di impiegarla alla irrigazione de’ suoi<br />

fondi più bassi <strong>della</strong> sorgente medesima, i quali più abbisognano<br />

del beneficio delle acque, che se ad adempiere<br />

tale suo desiderio si oppon parecchie seriole di livello diverso,<br />

farà allora ricorso ad un esperto Ing.re e questi, fatto<br />

d<strong>il</strong>igente esame <strong>della</strong> località, dovrà osservare se per condurre<br />

l’acqua <strong>della</strong> scoperta sorgente all’innaffiamento di<br />

certi campi giovi più fare in modo che, per vari andirivieni,<br />

si conduca questa al loco prefisso senza incontrare le antiche<br />

seriole ovvero segar queste o mercé di tombotti,<br />

quando sieno quelle di livello superiore a queste, ovvero<br />

farle scorrere al disopra mercé canali di legno ben costrutto<br />

ne’ modi indicati dall’arte e così si intersecheranno agevolmente<br />

colle nuove acque le vecchie seriole e si condurranno<br />

quelle a fert<strong>il</strong>izzare i campi che ne abbisognano, rendendo<br />

più ubertoso e ricco <strong>il</strong> podere. - Rodolfo Vantini».<br />

Si consoleranno molti nostri studenti per <strong>il</strong> linguaggio in-<br />

86 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


CULTURA<br />

certo e per la soluzione a dir poco approssimativa del quesito<br />

da parte di un pure <strong>il</strong>lustre maestro dell’architettura<br />

bresciana e italiana. Non è più approfondita la trattazione<br />

risolutoria di un altro quesito: «Come r<strong>il</strong>evare <strong>il</strong> tipo di un<br />

terreno irregolare». Il Vantini rispondeva: «Sendo dato da<br />

r<strong>il</strong>evare un terreno irregolare egli è mestieri (se egli si può<br />

circoscrivere) r<strong>il</strong>evare da prima <strong>il</strong> perimetro (quando si<br />

faccia uso <strong>della</strong> tavola Pretoriana)<br />

quindi passansi a descrivere<br />

partitamente gli accidenti<br />

ed i riparti interni.<br />

Quando poi si facesse uso<br />

dello squadro, allora, formato<br />

nel mezzo un rettangolo,<br />

si compone <strong>il</strong> rimanente<br />

in trapezi nel modo u-<br />

sato. Se <strong>il</strong> terreno da r<strong>il</strong>evarsi<br />

contenesse a monte<br />

colline egli è mestieri circoscrivere<br />

la base e se in esso<br />

fossero punti inaccessib<strong>il</strong>i<br />

come anco si cercasse l’andamento<br />

<strong>della</strong> ripa oposta<br />

de un fiume presso del<br />

quale si facesse <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo allora<br />

si giunge allo scopo desiderato<br />

mercé i punti d’intersezione.<br />

In generale l’esperto<br />

agrimensore supera<br />

con fac<strong>il</strong>ità tutti gli ostacoli,<br />

che alla di lui operazione si<br />

oppongono e fa <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo di<br />

un fondo irregolare con<br />

quella destrezza con cui lavora nel suolo regolare richiedendosi<br />

in quello più tempo, ma non minore d<strong>il</strong>igenza né<br />

dottrina di questo. - Rodolfo Vantini». Definire genericamente<br />

discorsiva la risposta è generoso, ma, evidentemente,<br />

l’esame era superficiale e non si chiedevano conoscenze<br />

approfondite o concrete.<br />

Il quarto quesito, invece, era così formulato: «Quali avver-<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5 - 89


CULTURA<br />

Sopra: un secondo tema d’esame<br />

dell’architetto-ingegnere Rodolfo<br />

Vantini.<br />

Sotto: Rodolfo Vantini<br />

Nella pagina di destra:<br />

Splendido disegno di Rodolfo Vantini<br />

per la sua Tomba Bonomini,<br />

popolarmente detta Tomba del cane,<br />

sui Ronchi di Brescia.<br />

tenze debbonsi avere per e-<br />

vitare possib<strong>il</strong>mente gli errori<br />

che possono derivare<br />

dagli strumenti». Ci si riferiva<br />

agli strumenti topografici.<br />

L’architetto Vantini così<br />

rispondeva: «Tutti gli istromenti<br />

geodetici sono soggetti<br />

a deviazioni dipendenti<br />

e dalle alterazioni metalliche<br />

e dalle inevitab<strong>il</strong>i<br />

scosse che sono conseguenza<br />

del trasporto che occorre<br />

fare secondo <strong>il</strong> bisogno<br />

tratto tratto di essi:<br />

però apparterrà all’avveduto<br />

Ingegnero, prima di dar<br />

opera alla sua operazione di<br />

campagna, assoggettare a<br />

disamina gl’istromenti che<br />

lui occorrono e quando<br />

questi non sieno esatti rettificarli<br />

con somma accuratezza<br />

mentre da questi dipende<br />

in massima parte <strong>il</strong><br />

buon esito e l’esattezza dell’operato.<br />

Egli è vero però<br />

che ancora con certi istrumenti<br />

inesatti, conoscendone<br />

l’errore si può agire<br />

con esattezza, per esempio,<br />

se un livello non fosse rettificato<br />

si può livellare con<br />

precisione purché si prendano,<br />

per ambe le parti battute,<br />

di eguale distanza, tenendo<br />

cioè discosto dal livello<br />

tanto l’antecedente<br />

quanto <strong>il</strong> conseguente,<br />

perché allora l’errore si e-<br />

qu<strong>il</strong>ibrerà da ambe le parti.<br />

Così pure si potrà colla tavoletta<br />

pretoriana agire d<strong>il</strong>igentemente<br />

quando l’asse<br />

<strong>della</strong> dioptra segni sempre<br />

una linea parallela alla visuale».<br />

Anche qui, la risposta<br />

al quesito è molto<br />

povera e certamente un nostro<br />

studente che rispondesse in questo modo in un compito<br />

dell’esame di maturità sarebbe bocciato. Si ha un bel<br />

dire che la serietà degli<br />

studi era tanto maggiore nei<br />

tempi andati, e soprattutto<br />

in un ambiente di spirito a-<br />

sburgico-teutonico!<br />

Il Vantini è famoso soprattutto<br />

come architetto. Trascuriamo<br />

i quesiti idraulici o<br />

topografici e vediamo come<br />

rispose ad una domanda i-<br />

nerente alle tecniche architettoniche:<br />

«Di quante<br />

forme si costruiscono le<br />

volte». Risposta: «La lunga<br />

pratica nella costruzione<br />

delle volte consolidata dalla<br />

teoria <strong>della</strong> spinta che esse<br />

producono sopra i pulvini e<br />

contro i muri ai quali si appoggiano<br />

lasciò larghissimo<br />

campo agli architetti di immaginarsi<br />

in quante forme<br />

esse possano costruirsi per<br />

coniugare in esse l’eleganza,<br />

la solidità e <strong>il</strong> comodo.<br />

Infatti si costruiscono<br />

volte a schifo, volte a botte,<br />

volte a crociera, volte a lunette,<br />

a tutto sesto, a terzo a-<br />

cuto, a vela, le quali denominazioni<br />

tutte dipendono<br />

dalla varia configurazione di<br />

esse. In generale io concluderò<br />

che moltissime possono<br />

essere le forme delle<br />

volte (benché le più comuni<br />

sieno le da me accennate)<br />

purché l’architetto <strong>il</strong> quale<br />

le costruisce conosca la<br />

teoria dei poligoni inflessib<strong>il</strong>i<br />

e trovi che la risultante<br />

delle due spinte orizzontale<br />

e verticale di esse cada<br />

entro la base del pulvino sul<br />

quale la volta si appoggia.<br />

Non è però che per aver egli<br />

così ampio campo di variare<br />

la forma di esse debba farlo:<br />

poiché non lo costringono le<br />

locali circostanze egli non deve mai dipartirsi dalle forme,<br />

le quali a lui detta <strong>il</strong> buon gusto e la lunga pratica: prima re-<br />

90 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


CULTURA<br />

gola d’ogni arte». Insomma, anche in architettura <strong>il</strong> Vantini<br />

non br<strong>il</strong>lava e se la cavava con poche nozioni accennate. A-<br />

veva solo 21 anni e una laurea che certamente non assomiglia<br />

a quelle, pur declassate di oggi. Se non altro per <strong>il</strong> numero<br />

d’anni di studio. Tuttavia si poteva pretendere qualcosa<br />

di più, anche dal punto di vista linguistico.<br />

Il Vantini ebbe qualche difficoltà di approvazione, ma non<br />

tanto per la pochezza delle sue risposte ai quesiti scritti,<br />

quanto per <strong>il</strong> conteggio dei periodi di apprendistato. Gli si<br />

obiettò che solo i due periodi post laurea potevano essere<br />

presi in considerazione, poiché, per legge, quelli antecedenti<br />

non erano validi ai fini del r<strong>il</strong>ascio <strong>della</strong> licenza professionale.<br />

Tuttavia pare che <strong>il</strong> Vantini superasse le prove e<br />

ottenesse quell’autorizzazione che gli consentì di svolgere<br />

una br<strong>il</strong>lante carriera. Egli dovette solo fare i conti, in seguito,<br />

non più con occhiuti esami formali, ma con gli esami,<br />

che non finiscono mai, del mercato delle professioni e dei<br />

relativi committenti o interlocutori, come le pubbliche amministrazioni.<br />

Non così era per i malcapitati che preferivano ambire<br />

al posto fisso, inseriti negli organici degli uffici<br />

delle Pubbliche costruzioni. Il tema è ampio è<br />

può meritare un articolo a sé. Basti qui citare <strong>il</strong> caso dell’ingegner<br />

Francesco Rinaldini, laureato presso l’Università di<br />

Padova, che, nel 1845, aveva 47 anni ed era “praticante”<br />

presso l’Ufficio delle pubbliche costruzioni di Brescia da 22<br />

anni. Siamo quindi nel Regno Lombardo-Veneto, di stampo<br />

austriaco. L’ingegnere capo scriveva che <strong>il</strong> Rinaldini, ammogliato<br />

con due figli, conosceva la lingua italiana e <strong>il</strong> francese,<br />

aveva “ab<strong>il</strong>ità bastante”, “assiduità lodevole” e “moralità ottima”.<br />

Come non bastasse, anche per essere nominati ,“alunni<br />

gratuiti presso l’Ufficio provinciale delle Pubbliche<br />

Costruzioni”, bisognava inoltre rispettosamente chinare <strong>il</strong><br />

capo e giurare, così: «Avanti all’Onnipotente Iddio [di essere]<br />

in ogni tempo fedele, obbediente e devoto alla<br />

Maestà dell’augustissimo Sovrano Francesco Primo Imperatore<br />

d’Austria, Re d’Ungheria, Boemia, Lombardia e Venezia<br />

non che ai legittimi suoi eredi e successori», promettendo<br />

inoltre di «eseguire con esattezza, zelo ed onore le incombenze<br />

dell’impiego che viene affidato, di conservare <strong>il</strong> più<br />

rigoroso secreto negli affari d’ufficio, di obbedire e portare<br />

<strong>il</strong> dovuto rispetto agli ordini dell’Imperiale Regio Governo<br />

ed all’Autorità da cui immediatamente dipendo». Il candidato<br />

doveva infine dichiarare «di non appartenere ad alcuna<br />

società segreta né nella monarchia dell’augustissimo<br />

Sovrano d’Austria né in alcun altro estero stato» e promettere<br />

«di non farne parte giammai». Anche per lavorare gratis<br />

bisognava essere prostrati ai piedi dell’autorità imperiale e<br />

a 47 anni si poteva ancora essere praticanti: affinità e differenze<br />

rispetto ai tempi nostri, che comprendono anche le<br />

prove modeste di un destinato alla fama nella storia dell’architettura.<br />

Quelle erano prove iniziali, oggi vi sono prove<br />

modeste anche da chi la fama, più o meno meritata, già la<br />

possiede, con relative parcelle stratosferiche.<br />

❑<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5 - 91


CULTURA<br />

Il Centro Studi San Martino<br />

per la storia dell’agricoltura<br />

e l’ambiente<br />

Il Centro Studi San<br />

Martino è un organismo<br />

che studia la<br />

storia dell’agricoltura e le trasformazioni<br />

del territorio, del<br />

paesaggio e dell’ambiente<br />

legate allo sv<strong>il</strong>uppo industriale,<br />

demografico nell’ottica<br />

di una ragionata ecocompatib<strong>il</strong>ità<br />

e sostenib<strong>il</strong>ità.<br />

Grazie a un accordo siglato<br />

con la Fondazione del Castello<br />

di Padernello, <strong>il</strong><br />

Centro Studi San Martino dispone<br />

di una prestigiosa<br />

sede per la propria biblioteca,<br />

ove promuove la creazione<br />

di una emeroteca e di<br />

una mediateca specializzate,<br />

nonché pubblicazioni,<br />

organizzazione di convegni,<br />

di giornate di studio, dibattiti<br />

mediante l’apporto di<br />

studiosi, con lo scopo di inserire<br />

<strong>il</strong> processo di sv<strong>il</strong>uppo<br />

locale nel più generale<br />

quadro dell’evoluzione agricola<br />

e ambientale italiana.<br />

L’intento del Centro Studi<br />

San Martino è quello di ricostruire<br />

la storia dell’agricoltura<br />

e del paesaggio <strong>della</strong><br />

nostra bellissima provincia,<br />

partendo da coloro che<br />

questa storia l’hanno creata,<br />

plasmata con le scelte quotidiane,<br />

solo apparentemente<br />

secondarie, quella<br />

storia che prescinde dalle<br />

statistiche, dalle opinioni i-<br />

nevitab<strong>il</strong>mente parziali,<br />

dalle collocazioni aprioristiche<br />

all’interno di rigide<br />

strutture mentali, ma che<br />

guarda al dato concreto per<br />

trarne <strong>il</strong> significato più<br />

profondo, per capire perché<br />

delle scelte fatte dai nostri<br />

genitori e dai nostri nonni,<br />

scelte che ci hanno preceduto<br />

e che inevitabimente<br />

oggi ci condizionano.<br />

L’obiettivo viene perseguito<br />

attraverso la raccolta di documenti<br />

presso la biblioteca<br />

del Castello di Padernello,<br />

in modo tale da conservare<br />

la memoria storica, per evitare<br />

la distruzione ad opera<br />

dell’incuria del tempo o, più<br />

semplicemente, dalla distrazione.<br />

L’ambizioso progetto di fare<br />

di uno scrigno prezioso come<br />

<strong>il</strong> Castello di Padernello <strong>il</strong><br />

luogo <strong>della</strong> raccolta <strong>della</strong><br />

memoria storica delle famiglie<br />

bresciane necessita, inevitab<strong>il</strong>mente,<br />

<strong>della</strong> collaborazione<br />

di molti, in primis dei<br />

geometri bresciani.<br />

Non si tratta di una tradizionale<br />

biblioteca volta unicamente<br />

alla raccolta dei libri;<br />

bensì <strong>della</strong> prima biblioteca<br />

in itinere, in continua evoluzione,<br />

finalizzata alla costante<br />

raccolta <strong>della</strong> documentazione<br />

proveniente direttamente<br />

dalle famiglie<br />

dei bresciani.<br />

Mi riferisco a quei documenti<br />

che, spesso, sono in<br />

soffitta o in cantina e che racchiudono<br />

le vicende quotidiane<br />

di una famiglia, di alcuni<br />

suoi membri.<br />

Documentazione cartacea e<br />

fotografica che raccoglie in<br />

sé <strong>il</strong> più alto valore storico,<br />

una volta collocata all’interno<br />

<strong>della</strong> più ampia storia<br />

bresciana.<br />

Tanti documenti privati, se<br />

uniti, possono ridar vita ad<br />

un patrimonio di informazioni<br />

preziosissimo altrimenti<br />

irrecuperab<strong>il</strong>e, altrimenti<br />

destinato a scomparire<br />

senza soluzione, altrimenti<br />

destinato a dimenticare<br />

se stesso.<br />

Informazioni che rappresentano<br />

briciole del trascorso<br />

individuale e fam<strong>il</strong>iare che,<br />

debitamente conservate<br />

possono rimanere nel<br />

tempo tramandando l’esperienza,<br />

l’acume, <strong>il</strong> coraggio e<br />

la fatica dei bresciani .<br />

L’oblio che – inut<strong>il</strong>e e devastante<br />

– può avv<strong>il</strong>uppare una<br />

famiglia e tutto ciò che essa<br />

ha fatto e creato, è <strong>il</strong> danno<br />

maggiore e insanab<strong>il</strong>e che<br />

può seguire ad un banale<br />

trasloco o, più semplicemente,<br />

al disinteresse dovuto<br />

alla concentrazione rivolta<br />

al presente o, ancor più<br />

realisticamente, o ad interessi<br />

legittimamente differenti.<br />

Tutto ciò può provocare un<br />

danno irreparab<strong>il</strong>e, cancellando<br />

i risultati di intere vite,<br />

vissute all’insegna del lavoro,<br />

del coraggio, delle difficoltà<br />

che ciclicamente investono<br />

tutti i settori produttivi.<br />

Sono i segmenti<br />

<strong>della</strong> storia individuale<br />

che, raccolti<br />

e catalogati, danno vita alla<br />

storia di tutti noi bresciani.<br />

Ciò che siamo è frutto di un<br />

tessuto di relazioni sociali<br />

che non muoiono e non si<br />

consumano nell’immediato,<br />

ma si srotolano dietro le nostre<br />

spalle spiegando atteggiamenti<br />

e pensieri collettivi<br />

condivisi.<br />

Ciò che siamo, come si e-<br />

volve la nostra società, e-<br />

merge dal confronto con ciò<br />

che alla nostra società non<br />

appartiene, ma che in essa,<br />

comunque, oggi vive.<br />

La nostra storia è lo strumento<br />

oggi più che mai indi-<br />

spensab<strong>il</strong>e per confrontarci<br />

con i fenomeni dell’immigrazione<br />

<strong>della</strong> moderna società,<br />

multietnica e multireligiosa<br />

e, forse per riuscire<br />

nell’auspicata integrazione.<br />

La pacifica convivenza di<br />

culture differenti non può e<br />

non deve significare l’annullamento<br />

delle istanze di un<br />

popolo, ma deve necessariamente<br />

passare attraverso<br />

<strong>il</strong> confronto.<br />

Solo dalla consapevolezza<br />

delle proprie radici, del percorso<br />

compiuto nel tempo,<br />

nasce <strong>il</strong> rispetto per se stessi<br />

e, di conseguenza, <strong>il</strong> rispetto<br />

per gli altri.<br />

Ricordare <strong>il</strong> passato è indispensab<strong>il</strong>e<br />

per capire <strong>il</strong> presente<br />

e consentire, eventualmente<br />

ove necessario,<br />

di intervenire al sostegno di<br />

uno sv<strong>il</strong>uppo agricolo e industriale<br />

che sia compatib<strong>il</strong>e<br />

col terrritorio: non bisogna<br />

fermare lo sv<strong>il</strong>uppo,<br />

bisogna orientarlo nel modo<br />

migliore fornendo opzioni<br />

alternative ad un mero consumo<br />

irrazionale.<br />

La raccolta dei documenti<br />

storici non è, quindi, fine a se<br />

stessa ma, attraverso <strong>il</strong> loro<br />

studio, è proiettata nel futuro<br />

poiché consente la riscoperta<br />

di informazioni, spesso preziose,<br />

di personalità bresciane<br />

di r<strong>il</strong>ievo nazionale e<br />

di lezioni di vita che possono<br />

consentire di evitare errori<br />

compiuti nel passato: anche<br />

quest’aspetto delle finalità<br />

del Centro Studi San Martino<br />

può essere interessante per i<br />

geometri, poiché questa categoria<br />

di tecnici è in possesso<br />

delle conoscenze necessarie<br />

per avvicinarsi nel<br />

modo migliore ai documenti<br />

92 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


CULTURA<br />

Chiunque può diventare sostenitore<br />

del Cantro San<br />

Martino, versando una<br />

quota annuale che consentirà<br />

di far parte dell’Assemstorici<br />

da esaminare.<br />

Inoltre, nell’ottica delle attività<br />

che già fermentano in<br />

seno al Cantro Studi San<br />

Martino, si sta procedendo<br />

ad una pubblicazione divulgativa<br />

che esamina e <strong>il</strong>lustra<br />

gli aspetti delle biotecnologie,<br />

dell’omeostasi biologica<br />

del terreni e, in particolare,<br />

una serie di proposte<br />

per <strong>il</strong> recupero fattib<strong>il</strong>e<br />

delle cascine mediante inserimento<br />

nei PGT locali,<br />

con destinazioni ut<strong>il</strong>i e redditizie<br />

che non ne stravolgano<br />

le originali strutture e<br />

le rendano ancora vive e vivib<strong>il</strong>i<br />

nella moderna società.<br />

Un patrimonio immob<strong>il</strong>iare,<br />

quello delle casine bresciane,<br />

finora sottovalutato,<br />

ma che <strong>il</strong> progetto “Censimento<br />

delle cascine” promosso<br />

dalla Fondazione Civ<strong>il</strong>tà<br />

Bresciana e dalla Provincia<br />

di Brescia, mette in<br />

chiara evidenza.<br />

Un patrimonio immob<strong>il</strong>iare<br />

unico, originale e prezioso<br />

che può essere recuperato.<br />

blea dei sostenitori;<br />

Per informazioni ulteriori rivolgersi<br />

al <strong>Collegio</strong> <strong>Geometri</strong><br />

di Brescia o a Fondazione<br />

Civ<strong>il</strong>tà Bresciana<br />

Onlus, tel. 030.3757267, fax<br />

030.3774365. ❑<br />

Il mondo di B. Bat.<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 95


Novità di Legge<br />

a cura del geom. Alfredo Dellaglio<br />

Finalità <strong>della</strong> rubrica è di contribuire all’informazione sull’emanazione<br />

di leggi, decreti e circolari pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale<br />

<strong>della</strong> Repubblica e sul Bollettino Ufficiale <strong>della</strong> Regione Lombardia.<br />

I lettori <strong>della</strong> rivista che sono interessati ad approfondire i contenuti<br />

delle norme sopra elencate potranno consultare gli organi ufficiali<br />

(GU e BURL) presso <strong>il</strong> <strong>Collegio</strong> dei <strong>Geometri</strong>.<br />

Legge 30 luglio 2010 n.122 (G.U. 30 luglio 2010 n. 176 Supplemento<br />

Ordinario N.174)<br />

Conversione in Legge, con modificazioni del decreto Legge 31<br />

maggio 2010 n.78, recante misure urgenti in materia di stab<strong>il</strong>izzazione<br />

finanziaria e di competitività economica vigore dal 31 luglio<br />

2010).<br />

Stralci:<br />

Disposizioni in materia catastale:<br />

- Attivazione <strong>della</strong> Anagrafe immob<strong>il</strong>iare integrata, costituita e gestita<br />

dall’Agenzia del Territorio entro <strong>il</strong> 1 gennaio 2011;<br />

- Introduzione <strong>della</strong> Attestazione integrata ipotecaria e catastale<br />

- Gestione partecipata delle funzioni catastali da parte dei comuni<br />

- Sanatoria catastale degli immob<strong>il</strong>i non dichiarati o difformi(cd<br />

case fantasma) entro <strong>il</strong> 31dicembre 2010;<br />

- Identificazione catastale degli immob<strong>il</strong>i negli atti pubblici e nelle<br />

scritture private;<br />

- Introduzione <strong>della</strong> Segnalazione certificata di inizio attività”Scia”<br />

- Modifica delle disposizioni sul procedimento amministrativo in<br />

materia di conferenza di servizi;<br />

- Semplificazioni procedurali nei casi in cui siano richieste autorizzazioni<br />

ambientali.<br />

- Installazione di piccoli impianti di distribuzione di gas naturale;<br />

- Ritenuta d’acconto sulle spese soggette a detrazione;<br />

- Differimento al 31dicembre 2010 dell’obbligo di valutazione dei<br />

rischi derivanti da stress lavoro-correlato.<br />

- Limitazione all’uso del contante.<br />

Decreto del Presidente <strong>della</strong> Repubblica 9 luglio 2010 n.139<br />

(G.U. 26 agosto 2010 n. 199)<br />

Regolamento recante procedimento semplificato di autorizzazione<br />

paesaggistica per gli interventi di lieve entità, a norma dell’articolo<br />

146., comma 9 del decreto legislativo 22 gennaio 2004<br />

n- 42 e successive modificazioni.<br />

(dal 10 settembre 2010 è prevista una procedura semplificata<br />

<strong>della</strong> durata massima di 60 giorni per 39 interventi di “lieve entità”<br />

tassativamente individuati).<br />

Decreto legislativo 29 giugno 2010 n.128 (G.U. 11 agosto 2010<br />

n.186 Supplemento Ordinario n.184/L)<br />

Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 apr<strong>il</strong>e 2006 n.<br />

152, recante norme in materia ambientale a norma dell’articolo 12<br />

<strong>della</strong> Legge 18 giugno 2009 n.69.<br />

(in vigore dal 26 agosto 2010)<br />

Legge 13 agosto 2010 n. 129 (G.U. 18 agosto 2010 n. 192)<br />

Conversione in Legge con modificazioni del decreto-Legge 8 luglio<br />

2010 n. 105, recante misure urgenti in materia di energia. Proroga<br />

di termine per l’esercizio di delega legislativa in materia di<br />

riordino del sistema degli incentivi.<br />

96 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


a cura del geom. Alfredo Dellaglio<br />

Autorizzazione paesistica<br />

Ho presentato in Provincia di Brescia una richiesta di autorizzazione<br />

paesistica per dei pannelli fotovoltaici integrati in copertura. Depositata<br />

in Provincia in quanto <strong>il</strong> Comune dell’edificio su cui va installato<br />

l’impianto non mi accettava le autorizzazioni per i pannelli (in contrasto<br />

con le ultime linee guida di dicembre). Valutata la pratica mi è stata<br />

chiesta un’integrazione. Il primo termine di 40 giorni dall’integrazione<br />

è già scaduto, ma l’Amministrazione Provinciale non ha ancora inviato<br />

la relazione <strong>della</strong> Commissione paesaggio alla Soprintendenza. Volevo<br />

capire se è prevista qualche azione a favore del richiedente per<br />

evitare queste perdite di tempo o per oltrepassare <strong>il</strong> ruolo di alcuni uffici<br />

pubblici quando non adempiono ai propri compiti. Ringrazio anticipatamente.<br />

geom. A.N..<br />

Innanzitutto c’è da precisare quanto segue:<br />

1 - gli impianti con potenza non superiore a 20 kW sono considerati<br />

impianti non industriali e conseguentemente non sono soggetti alla<br />

verifica ambientale di cui al Dpr 12 apr<strong>il</strong>e 2006, ai sensi dell’art. 5,<br />

comma 5, Dm 19 febbraio 1997: non necessitano di autorizzazione<br />

<strong>della</strong> Provincia, non seguono la procedura di cui all’art. 12, comma 4,<br />

del Dlgs n. 387/2003, di competenza <strong>della</strong> Provincia, sono assentiti<br />

con Dia;<br />

2 - quelli con potenza superiore a 20 kW ai sensi del Dpp 12 apr<strong>il</strong>e<br />

2006 (All. b, p. 2, lettera c), sono soggetti alla verifica ambientale, necessitano<br />

di autorizzazione <strong>della</strong> Provincia, devono seguire la procedura<br />

di cui all’art. 12, comma 4, del Dlgs n. 387/2003, sono assentiti<br />

mediante permesso di costruire a Dia sostitutiva;<br />

3 - gli impianti fotovoltaici vanno riferiti ai seguenti elementi di valutazione:<br />

codifica dell’impianto, la sua tipologia, la procedura amministrativa<br />

con relativa competenza. Le diverse tipologie di impianti seguono<br />

ora le Linee guida dettate dal Dgr del 25 novembre 2009, n.<br />

8/10622 a cui è seguita la circolare n. 2 del 25 marzo 2010, del Dirigente<br />

Generale regionale di chiarimento <strong>della</strong> Dgr sopra detta;<br />

4 - in base quindi al tipo di impianto, corrisponde una procedura autorizzativa<br />

e la competenza amministrativa. In primo luogo si tratta di<br />

valutare se l’impianto che si intende realizzare sia di competenza del<br />

Comune o <strong>della</strong> Provincia. La Dgr del 2009, riporta chiaramente, per<br />

ogni impianto, i riferimenti normativi, se sono attività ed<strong>il</strong>izia libera, se<br />

sono soggetti a Dia o ad autorizzazione e a chi compete <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ascio dell’eventuale<br />

autorizzazione paesaggistica. Ricordo semplicemente,<br />

non solo per l’interessato, che le codifiche degli impianti, fanno riferimento<br />

a:<br />

– fotovoltaico integrato sul tetto, senza modifica <strong>della</strong> sagoma (Ftv I<br />

1)<br />

– fotovoltaico integrato sul tetto, con modifica <strong>della</strong> sagoma (Ftv I 2);<br />

– fotovoltaico parzialmente integrato aderente al tetto e che rispetta<br />

tutte le condizioni di cui all’art. 11 del Dlgs 115/1998 (Ftv PI 1);<br />

– fotovoltaico parzialmente integrato aderente al tetto che non rispetta<br />

tutte le condizioni di cui all’art. 11 del Dlgs 115/1998 (Ftv PI<br />

2;<br />

– fotovoltaico non integrato ubicato al suolo con potenza inferiore a<br />

20 kW (Ftv NI 1);<br />

– fotovoltaico non integrato ubicato al suolo con potenza superiore a<br />

20 kW (Ftv NI 1).<br />

Se le competenze per <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ascio dell’autorizzazione unica dell’impianto<br />

è <strong>della</strong> Provincia (che costituisce anche autorizzazione all’esercizio<br />

dello stesso), <strong>il</strong> termine massimo per la conclusione del procedimento<br />

non può comunque essere superiore a 180 giorni, riunificando anche<br />

tutti gli atti di autorizzazione, valutazione, pareri, assensi espressi o di<br />

s<strong>il</strong>enzio assenso comunque denominati sia in campo ambientale sia<br />

in campo dell’ed<strong>il</strong>izia, dell’urbanistica, ecc.<br />

A fronte dell’istanza, la Provincia deve comunicare ai sensi e per gli<br />

effetti dell’art. 7 <strong>della</strong> legge 241 del 1990 l’avvio del procedimento<br />

entro 15 giorni, riportando l’indicazione delle eventuali integrazioni<br />

documentali da fornire, comunicando altresì che <strong>il</strong> mancato riscontro,<br />

ovvero la mancata trasformazione delle integrazioni nei termini previsti,<br />

comporta l’improcedib<strong>il</strong>ità dell’istanza per carenza documentale<br />

e la pratica viene archiviata.<br />

Le integrazioni devono pervenire nel termine perentorio di 30 giorni,<br />

pena <strong>il</strong> preavviso di diniego, entro 30 giorni dal ricevimento <strong>della</strong> documentazione<br />

integrativa ritenuta conforme alle indicazioni delle<br />

Linee guida, <strong>il</strong> Rd P convoca la Conferenza dei Servizi e convoca le<br />

amministrazioni competenti al r<strong>il</strong>scio dell’autorizzazione, trasmettendo<br />

ad ognuna copia del progetto delle opere. Nel corso <strong>della</strong> Conferenza<br />

di Servizi possono essere richieste all’interessato integrazioni<br />

progettuali una sola volta ed entro 90 giorni dall’avvio del procedimento,<br />

assegnando al richiedente un congruo termine per la disposizione<br />

degli elaborati.<br />

La Conferenza di Servizi si aggiornerà entro 30 giorni dal ricevimento<br />

delle integrazioni, con una riconvocazione a cura del RdP.<br />

Questa conclude i propri lavori entro 180 giorni dalla comunicazione<br />

di avvio del procedimento.<br />

Due parole anche per quanto riguarda <strong>il</strong> coordinamento di autorizzazione<br />

unica con altri procedimenti.<br />

In relazione alla particolare ubicazione dell’impianto e all’esistenza di<br />

vincoli specifici, sono interessati enti diversi, tra i quali la Soprintendenza<br />

ai Beni Culturali Architettonici e del Paesaggio, nel caso l’intervento<br />

interessi siti soggetti a vincolo paesaggistico ai sensi <strong>della</strong><br />

parte II del Dlgs n. 42 del 2004, ovvero nel caso l’intervento interessi<br />

siti soggetti a vincolo archeologico o architettonico ai sensi <strong>della</strong> parte<br />

II del Dlgs n. 42 del 2004.<br />

Ai sensi dell’art. 80 <strong>della</strong> legge regionale n. 12 del 2005 <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ascio dell’autorizzazione<br />

paesaggistica per impianti oggetto di autorizzazione<br />

unica nelle aree soggette a vincolo art; 142, 143, comma 1, lettera d),<br />

del Dlgs 42/2004, è di competenza dell’Amministrazione Provinciale.<br />

Pertanto, affinché <strong>il</strong> procedimento di acquisizione dell’autorizzazione<br />

paesaggistica sia coordinato con quello dell’autorizzazione unica, entrambi<br />

in capo all’Amministrazione provinciale delle differenti normative<br />

di settore, si riassume quanto segue:<br />

a) la domanda di Autorizzazione Unica deve essere comprensiva <strong>della</strong><br />

domanda di autorizzazione paesaggistica. A tal fine la documentazione<br />

progettuale allegata all’istanza di Autorizzazione Unica deve essere<br />

corredata da una relazione paesaggistica firmata da professio-<br />

98 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


nista ab<strong>il</strong>itato redatta sulla base di criteri di cui alla Dgr n. 2121 del 15<br />

giugno 2006;<br />

b) per tali casi la verifica preliminare riferita all’Autorizzazione Unica è<br />

effettuata anche ai fini dell’autorizzazione paesaggistica. L’eventuale<br />

richiesta di integrazione <strong>della</strong> documentazione ai fini <strong>della</strong> procedura<br />

dell’istanza è pertanto comprensiva delle eventuali integrazioni per la<br />

componente paesaggistica. La comunicazione di avvio del procedimento<br />

dell’Autorizzazione Unica è da intendersi valida anche agli effetti<br />

<strong>della</strong> domanda di autorizzazione paesaggistica;<br />

c) la convocazione <strong>della</strong> Conferenza di Servizi del procedimento di<br />

Autorizzazione Unica, da effettuarsi nei termini già sopra esposti, è inviata<br />

alla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici<br />

un’ultima annotazione che riguarda i pannelli fotovoltaici è contenuta<br />

nel nuovo articolo 5 del Dl n. 40 del 25 marzo 2010, convertito, con<br />

modificazioni, dalla legge n. 73 del 22 maggio 2010.<br />

Tra le attività ed<strong>il</strong>izie libere di cui al nuovo articolo 6 del Dpr n. 380 del<br />

2001, comma 2, lettera d), vi sono anche i pannelli solari, fotovoltaici<br />

e termici, senza serbatoi di accumulo esterno, a servizio degli edifici,<br />

da realizzare al di fuori delle zone di tipo A (centri storici o nuclei di antica<br />

formazione) di cui al Dm 1444 del 1968.<br />

La modifica introdotta con la conversione in legge consente di superare,<br />

per i nuovi interventi ad attività ed<strong>il</strong>izia libera (per altro poche) le<br />

più restrittive disposizioni di cui all’articolo 33 <strong>della</strong> legge regionale n.<br />

12 del 2005.<br />

geom. Antonio Gnecchi<br />

Intervento ed<strong>il</strong>izio in zona agricola<br />

Ho predisposto un progetto di ristrutturazione di un porticato agricolo<br />

per ricavare sei piccoli alloggi a pianta libera da annettere all’attività<br />

agrituristica già esistente di sola ristorazione.<br />

Il fabbricato è stato costruito con pdc precedente per <strong>il</strong> quale era stato<br />

sottoscritto <strong>il</strong> vincolo di inedificab<strong>il</strong>ità e asservimento all’attività agricola<br />

in funzione del rapporto <strong>della</strong> superficie coperta del 10%.<br />

Ora <strong>il</strong> responsab<strong>il</strong>e dell’area tecnica del comune di … dove è sede l’attività<br />

agricola e agrituristica, nulla eccependo sui lavori di ristrutturazione<br />

mi chiede di reintegrare <strong>il</strong> vincolo di inedificab<strong>il</strong>ità e asservimento<br />

alla destinazione agricola anche ai fini volumetrici, equiparando<br />

l’intervento alla residenza. Secondo la mia opinione gli alloggi da destinare<br />

all’attività agrituristica ricettiva costituiscono a tutti gli effetti<br />

«attrezzature e infrastrutture produttive necessarie per lo svolgimento<br />

dell’attività», così come recita l’articolo 59 <strong>della</strong> Legge regionale<br />

12/2005 e pertanto essendo <strong>il</strong> fabbricato porticato esistente già vincolato<br />

ai fini <strong>della</strong> superficie coperta e alla destinazione agricola, nulla<br />

più è dovuto, al massimo potrei reiterare <strong>il</strong> vincolo di «destinazione all’attività<br />

agricola dei nuovi alloggi».<br />

Geom. G.T.<br />

Ai sensi dell’articolo 59 <strong>della</strong> legge regionale n. 12 del 2005 doveva<br />

ed è stato perfezionato l’atto di vincolo di “non edificazione” con <strong>il</strong><br />

quale è stata vincolata l’area aziendale all’attività di agriturismo entro<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5 - 101


<strong>il</strong> limite massimo del 10 per cento <strong>della</strong> superficie aziendale.<br />

Premesso che:<br />

- l’attività agrituristica è qualificata quale attività agricola a tutti gli effetti<br />

secondo la normativa regionale di settore vigente. Ricordo, al<br />

riguardo, che la legge regionale n. 10 del 2007, ha introdotto, in linea<br />

con la disciplina nazionale, la presentazione <strong>della</strong> DAA (dia nella versione<br />

dell’articolo 6, comma 2, <strong>della</strong> legge n. 96 del 2007). La nuova<br />

disposizione subordina l’esercizio dell’attività agrituristica alla presentazione<br />

<strong>della</strong> DAA al comune e non consente la richiesta di autorizzazione.<br />

Gli articoli 6 e 7 dispongono le caratteristiche ed i requisiti<br />

dei locali da ut<strong>il</strong>izzare per l’attività agrituristica. Sostanzialmente<br />

riconosce a questi fabbricati un carattere agricolo nulla r<strong>il</strong>evando<br />

la parte di questi impiegata nell’attività prettamente ricettiva,<br />

quali, ad esempio, le camere, le cucine, le sale da pranzo e di intrattenimento,<br />

etc., senza alcun obbligo di vincolo di destinazione<br />

d’uso. Importante è ribadire che l’ut<strong>il</strong>izzazione agrituristica non<br />

comporta cambio di destinazione d’uso degli edifici censiti come rurali<br />

e nulla r<strong>il</strong>eva la destinazione urbanistica di tali fabbricati. Il<br />

comma 2 dell’articolo 6 ammette la sistemazione degli immob<strong>il</strong>i da<br />

destinare ad uso agricolo attraverso interventi di ristrutturazione e-<br />

d<strong>il</strong>izia, restauro risanamento conservativo o di miglioramento o di<br />

ampliamento necessari all’adeguamento igienico – sanitario e tecnologico.<br />

- L’esercizio ed <strong>il</strong> funzionamento dell’attività agrituristica è subordinato<br />

alle condizioni e ai presupposti contenuti nella legge regionale<br />

n. 10 del 2007 e relativo regolamento di attuazione, non oggetto di<br />

contestazione da parte del comune<br />

- è stato sottoscritto l’atto di vincolo di “non edificazione” ai sensi dell’articolo<br />

59, <strong>della</strong> LR n. 12 del 2005, per destinazioni agricole (sebbene<br />

per funzioni agrituristiche), secondo i parametri ed<strong>il</strong>izi ed urbanistici<br />

produttivi delle zone E dello strumento urbanistico e non<br />

residenziali,<br />

- è stato, altresì, sottoscritto <strong>il</strong> vincolo di asservimento <strong>della</strong> destinazione<br />

dell’immob<strong>il</strong>e al servizio dell’attività agricola, comprensivo del<br />

porticato in parola, ai sensi del successivo articolo 60, stessa legge<br />

regionale.<br />

Il progetto di ristrutturazione ed<strong>il</strong>izia del porticato, pare non abbia sollevato<br />

problemi su chi ha proposto tale intervento né che sia risultato<br />

in contrasto con le previsioni del PRG (o PGT), salvo equiparare l’intervento<br />

alla residenza, per i motivi sopra esposti.<br />

La trasformazione di questo porticato in piccoli alloggi annessi all’attività<br />

agrituristica esistente, interessa una superficie coperta già precedentemente<br />

vincolata, per destinazioni agricole, secondo quanto<br />

precisa la legge regionale 8 giugno 2007, n. 10 e quanto prescrive <strong>il</strong><br />

citato articolo 59 <strong>della</strong> LR 12/05 .<br />

Ne consegue che non si rende necessario un ulteriore vincolo <strong>della</strong><br />

superficie aziendale in base ai parametri residenziali <strong>della</strong> zona E previsti<br />

dal PRG (o PGT) e neppure per destinazioni produttive agricole,<br />

in quanto la superficie del portico era già stata vincolata in precedenza<br />

e le superfici occupate con i nuovi piccoli alloggi sono annessi all’attività<br />

agrituristica, alla quale viene riconosciuto un carattere agricolo,<br />

come più volte ribadito.<br />

Questa condizione, ovviamente, rimane tale fino a modifica <strong>della</strong> situazione<br />

oggettiva degli immob<strong>il</strong>i o di variazioni delle condizioni urbanistiche<br />

dello strumento urbanistico, ovvero dei requisiti e presupposti<br />

dei soggetti titolari dell’attività.<br />

Se, quindi, gli interventi non comportano variazioni <strong>della</strong> superficie<br />

coperta secondo la disciplina urbanistica locale, non è necessario un<br />

ulteriore atto di vincolo “non edificazione” ai sensi dell’articolo 59, LR<br />

n. 12/2005.<br />

Potrebbe, invece, ritenersi necessario un ulteriore atto che preveda <strong>il</strong><br />

mantenimento <strong>della</strong> destinazione dell’immob<strong>il</strong>e al servizio dell’attività<br />

agricola, secondo quanto dispone l’articolo 60 stessa legge.<br />

Francamente, però, non vedo, in questo caso, dove sta la semplificazione<br />

degli adempimenti in quanto, sebbene non necessario <strong>il</strong> vincolo<br />

urbanistico, sia dovuto quello sull’asservimento <strong>della</strong> nuova destinazione<br />

(annessa all’attività agrituristica ed equiparata a quella a-<br />

gricola), che imporrebbe comunque l’obbligo di andare nuovamente<br />

dal notaio a regolarizzare tale condizione.<br />

geom. Antonio Gnecchi<br />

Pagamento <strong>della</strong> sanzione per ritardato<br />

pagamento contributo di costruzione<br />

Il comune di … può richiedere <strong>il</strong> pagamento di euro … di sanzione per<br />

ritardato pagamento del contributo di costruzione relativo alla Dia per<br />

la manutenzione straordinaria fabbricato produttivo di nuovi soppalchi,<br />

per l’insediamento di «laboratorio di design» (allegata determinazione<br />

del dirigente l’Utc, con diffida a dare inizio ai lavori e precedente<br />

comunicazione di chiusura procedimento ai sensi art. 42,<br />

comma 10, legge regionale 12/05, con richiesta di regolarizzazione e<br />

completamento <strong>della</strong> pratica prima dell’inizio lavori, presentando una<br />

serie di documentazioni integrative).<br />

geom. U.V.<br />

Dalla documentazione allegata al quesito non è dato sapere la data<br />

di presentazione <strong>della</strong> Dia, anche se precedente <strong>il</strong> 23 luglio 2010.<br />

L’UTC ha inviato in tale data quella che si definisce la “chiusura del<br />

procedimento” ai sensi dell’articolo 42, comma 10, <strong>della</strong> LR n. 12 del<br />

2005, ritenendo di non dover adottare, nel termine di 30 giorni dalla<br />

data di presentazione <strong>della</strong> Dia l’ordine motivato di non effettuare <strong>il</strong><br />

previsto intervento (articolo 42, comma 9, stessa legge).<br />

A parte <strong>il</strong> fatto che non si capisce come si possano definire interventi<br />

di manutenzione straordinaria la formazione di nuovi soppalchi, pur<br />

all’interno di un insediamento produttivo (aumento di slp), ma ciò è i-<br />

ninfluente per quanto ci interessa.<br />

Partendo quindi dal presupposto che <strong>il</strong> titolo ab<strong>il</strong>itativo (Dia o super<br />

Dia) sia oneroso, doveva essere allegato <strong>il</strong> relativo calcolo del contributo<br />

di costruzione ed effettuare <strong>il</strong> pagamento dello stesso secondo<br />

le modalità previste dalla normativa vigente (articolo 42, comma 2),<br />

mentre la quota degli oneri di urbanizzazione è corrisposta al comune<br />

entro 30 giorni successivi alla presentazione <strong>della</strong> Dia, fatta salva la<br />

facoltà di rateizzazione (articolo 42, comma 3).<br />

102 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


Io non conosco le modalità di pagamento del contributo del comune<br />

di … per cui non posso essere preciso sulle diverse fasi di pagamento,<br />

ma ti posso riassumere come devono essere corrisposti gli oneri di<br />

urbanizzazione (compreso lo smaltimento rifiuti), secondo l’ipotesi<br />

<strong>della</strong> rateizzazione:<br />

- la prima rata degli oneri doveva essere versata entro <strong>il</strong> … , 30 giorni<br />

dalla data di presentazione <strong>della</strong> Dia,<br />

- <strong>il</strong> saldo alla data stab<strong>il</strong>ita dalla delibera comunale<br />

L’importo di euro … corrisponde al 10% di euro … e cioè l’intera<br />

somma degli oneri di urbanizzazione dovuti per gli interventi proposti<br />

con la Dia.<br />

Se la delibera comunale stab<strong>il</strong>isce che l’intero importo degli oneri<br />

debba essere pagato in un’unica soluzione, <strong>il</strong> comune ha ragione; se,<br />

invece, la delibera prevede due o più rate, la prima doveva essere pagata<br />

entro 30 giorni dalla data di presentazione <strong>della</strong> Dia, mentre la<br />

seconda (e/o la terza) alle date stab<strong>il</strong>ite dalla delibera di cui si diceva.<br />

L’articolo 42, comma 2, del Dpr n. 380 del 2001. dispone che i ritardati<br />

pagamenti delle somme dovute nei termini stab<strong>il</strong>iti dai comuni,<br />

comportano l’applicazione delle sanzioni pecuniarie.<br />

Relativamente agli oneri di cui si parla, se l’importo è dovuto in unica<br />

soluzione, come sopra si diceva, <strong>il</strong> comune ha correttamente applicato<br />

la sanzione prevista dalla norma sopra citata (lettera a), entro 120<br />

giorni dalla data di presentazione <strong>della</strong> Dia), tenuto conto che, in caso<br />

di ulteriore ritardo, si applicano anche le successive di cui alle lettere<br />

b) e c).<br />

Diversamente la prima rata doveva essere versata entro 30 giorni, ma<br />

la sanzione del 10% si applica solo all’importo <strong>della</strong> prima quota,<br />

mentre le seconda (e/o la terza) devono essere pagate alle date stab<strong>il</strong>ite<br />

dalla delibera comunale, oltre le quali si applica sulle somme dovute<br />

le sanzioni di cui alla lettera a) (10% nei successivi 120 gg) e<br />

quelle stab<strong>il</strong>ite dalle successive lettere b) e c), dPR 380/2001.<br />

Bisogna quindi verificare come <strong>il</strong> comune di … ha deciso come far pagare<br />

gli oneri di urbanizzazione e solo dopo sarà possib<strong>il</strong>e stab<strong>il</strong>ire se<br />

l’importo <strong>della</strong> sanzione di euro … è giusto o sbagliato e, in tal caso,<br />

mettere al corrente l’UTC dell’errore per l’eventuale correzione <strong>della</strong><br />

soma dovuta per <strong>il</strong> ritardato pagamento <strong>della</strong> rata degli oneri.<br />

geom. Antonio Gnecchi<br />

IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5- 105


Aggiornamento Albo<br />

Iscrizioni all’Albo con decorrenza 18 ottobre 2010<br />

N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza<br />

6042 Maimeri Panizza Fabio Edolo (Bs) 07/01/1985 25050 Sellero (Bs) via Valeriana 23<br />

6043 Bianchi Cristian Edolo (Bs) 20/10/1987 25040 Malonno (Bs) via Miravalle 113<br />

6044 Nicolini Cristian Chiari (Bs) 26/111987 25030 Castrezzato (Bs) via San Rocco 10<br />

6045 Sganzerla Giorgio Brescia 20/03/1974 25020 Azzano Mella (Bs) via dei Pizzi 15/A<br />

Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 29 luglio 2010<br />

N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo<br />

1884 Zanetti Pierino Mazzano (Bs) 01/06/1946 25080 Mazzano (Bs) via Martiri di p.zza Loggia 31 Decesso<br />

Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 7 agosto 2010<br />

N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo<br />

2170 Papis Luciano Brescia 02/05/1946 25128 Brescia via M. Cesaresco 25 Decesso<br />

Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 29 agosto 2010<br />

N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo<br />

5525 Pedezzi Fabio Tirano (So) 04/09/1983 25040 Corteno Golgi (Bs) via S. Giovanni Battista 2-Lombro Decesso<br />

Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 9 ottobre 2010<br />

N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo<br />

1160 Camadini Giovanni Pietro Cedegolo (Bs) 19/06/1928 25135 Brescia via Della Musia 30 Decesso<br />

Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 18 ottobre 2010<br />

N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo<br />

2546 Bagnardi Pietro Brescia 01/12/1939 25124 Brescia via Malta 12 - scala B Dimissioni<br />

106 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/5


memo<br />

AVVISO AGLI ISCRITTI ALL’ALBO<br />

Per consentire <strong>il</strong> periodico aggiornamento dei dati da inserire nell’Albo professionale tutti gli iscritti sono<br />

tenuti a comunicare al <strong>Collegio</strong> ogni variazione d’indirizzo e di recapito telefonico ut<strong>il</strong>izzando esclusivamente<br />

la seguente scheda:<br />

PER AGGIORNARE GLI ELENCHI<br />

DELL’ALBO PROFESSIONALE DI BRESCIA<br />

IL COLLEGIO INVITA I GEOMETRI<br />

A COMPILARE E A RISPEDIRE CON SOLLECITUDINE<br />

QUESTA SCHEDA (ANCHE TRAMITE FAX)<br />

SPETT.LE<br />

COLLEGIO DEI GEOMETRI<br />

DELLA PROVINCIA DI BRESCIA<br />

25128 BRESCIA - PIAZZ.LE C. BATTISTI 12<br />

FAX: 030/306867<br />

IL SOTTOSCRITTO GEOMETRA<br />

cognome e nome ………………………………………………………………………………………….. n. albo …………………………………………... nato <strong>il</strong> …………………………………………<br />

luogo di residenza ………………………………………………………………………………………..<br />

luogo dello studio ………………………………………………………………………………......<br />

cap …………………………… città ……………………………………………………………………... cap ………………………………………………. città …………………………………………....<br />

via ………………………………………………………………………………………………………………………...<br />

via ………………………………………………………………………………………………………………......<br />

P. Iva ……………………………………………………………………………………………………………………<br />

tel. casa ……………………………………………………………………………………………………………. tel. ufficio …………………………………… fax …………………………………………........<br />

cell. ……………………………………………………………………………………………………………………….<br />

e-ma<strong>il</strong> …………………………………………………………………………………………………………....<br />

data ……………………………………………………………………………………………………………………..<br />

firma ……………………………………………………………………………………………………………....<br />

Per l’invio <strong>della</strong> corrispondenza, usare l’indirizzo: ❑ residenza ❑ studio (segnare con una crocetta)<br />

Autorizzi la pubblicazione <strong>della</strong> tua e-ma<strong>il</strong> nel sito Internet del <strong>Collegio</strong> ❑ sí ❑ no (segnare con una crocetta)<br />

Si ricorda inoltre che le modifiche dell’attività svolta dai singoli iscritti, che comportano iscrizioni o cancellazioni alla Cassa di<br />

Previdenza geometri a sensi <strong>della</strong> legge n. 236/90, devono essere comunicati alla Cassa stessa esclusivamente mediante la comp<strong>il</strong>azione<br />

di specifico modello di atto notorio disponib<strong>il</strong>e presso <strong>il</strong> <strong>Collegio</strong>. La segreteria è inoltre attrezzata per fornire tutte le<br />

informazioni atte a evitare che l’iscritto incorra in sanzioni pecuniarie per effetto di tardive od omesse comunicazioni o versamenti<br />

alla Cassa di Previdenza.<br />

108 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2008/5

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