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IL SETTORE TESSILE IN ITALIA: FIBRE NATURALI E ... - LaMMA-Test

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sull’attività realizzata in Italia (che rappresenta ancora circa l’80% del<br />

totale) si sconta un calo del 1,7%. A livello di sotto-comparti,<br />

nell’industria laniera, i risultati complessivi riflettono soprattutto i<br />

recuperi non marginali che hanno interessato la tessitura cardata,<br />

mentre forti segnali di sofferenza hanno continuato ad interessare il<br />

comparto della filatura, e le produzioni destinate alla maglieria in<br />

particolare. Nell’industria serica, segnali di quasi stabilizzazione sono<br />

venuti sia dalle produzioni destinate alla cravatteria sia a quelle,<br />

dimensionalmente più rilevanti, rivolte all’abbigliamento femminile.<br />

Nel comparto Abbigliamento invece, le differenziazioni di<br />

performance maggiori si sono registrate fra classi di imprese e non<br />

fra i comparti. In particolare, le imprese più strutturate, di dimensioni<br />

medio-grandi, hanno ottenuto i risultati relativamente meno<br />

penalizzanti. Lo scorso anno, le esportazioni complessive di prodotti<br />

T.A. sono aumentate ad un ritmo non superiore all’1%,<br />

confermandosi su livelli inferiori del 10% rispetto al 2001. A livello di<br />

macroprodotti, tale risultato si è ottenuto come sintesi di incrementi<br />

del 2,4% per filati e tessuti, e di una virtuale stagnazione (-0,1%) per i<br />

prodotti di vestiario. I flussi di prodotti T.A. destinati sui mercati U.E.<br />

(a quindici paesi) sono aumentati dell’1,4%, mentre quelli diretti verso<br />

i nuovi membri sono diminuiti del 13% circa. Fuori dalla U.E., risultati<br />

ancora deludenti hanno riguardato le esportazioni dirette negli Stati<br />

Uniti, terzo maggior mercato estero per il sistema moda Made in Italy,<br />

che hanno registrato un nuovo calo (-2,6%); tale calo, tuttavia, riflette<br />

esclusivamente i movimenti sfavorevoli sul fronte dei cambi: se<br />

espresse in dollari, infatti, le esportazioni italiane dirette negli USA<br />

evidenzierebbero un incremento superiore al 7%. Il fattore cambio ha<br />

un ruolo, anche se meno rilevante, nella determinazione dei risultati<br />

ottenuti sul mercato Giapponese (l’ottavo per importanza) molto<br />

deludenti se misurati in euro (-8,5%), ma leggermente meno<br />

penalizzanti (-6% circa) se misurati in Yen.<br />

La Russia si è invece confermata, ancora una volta, il mercato<br />

più dinamico. Anche nel 2004 le esportazioni italiane dirette in quel<br />

paese sono cresciute a tassi a due cifre (+11,2%) connotando il<br />

mercato russo come il decimo maggior sbocco commerciale. Da<br />

segnalare infine il significativo incremento (+5,1%) delle esportazioni<br />

dirette ad Hong Kong. Sul fronte dei flussi in entrata, in particolare, il<br />

2004 è archiviato con incrementi delle importazioni (in valore) del<br />

4,7%, pur in un contesto di domanda ancora riflessivo. Tale risultato<br />

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