IL SETTORE TESSILE IN ITALIA: FIBRE NATURALI E ... - LaMMA-Test
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Motivazioni per una reintroduzione del no-food<br />
L’U.E., con una serie di successivi provvedimenti, sta tentando di<br />
disincentivare la produzione di eccedenze attraverso una serie di<br />
meccanismi fra i quali la riconversione produttiva, per ottenere<br />
materie prime di cui l’Unione è deficitaria, attualmente o in<br />
prospettiva, o materie prime da destinare ad impieghi innovativi. In<br />
tutti i paesi dell’U.E. si assiste ad un fiorire d’iniziative, di ricerche che<br />
riguardano principalmente le filiere dell’amido, dell’energia, delle<br />
fibre, degli oli tecnici, dei coloranti, dei dolcificanti e, in genere, di<br />
materie prime vegetali destinate all’industria. Si tratta di produzioni di<br />
massa, con richiesta industriale di forti quantitativi e perciò<br />
coinvolgenti ampie superfici, o di richieste molto limitate, con forte<br />
valore aggiunto, di particolari produzioni, ricavabili perciò da colture di<br />
nicchia. Alcuni Paesi hanno destinato ampie risorse pubbliche, ma<br />
anche private, ed hanno perciò avviato una fase iniziale di sviluppo<br />
operativo. L’Italia nel settore è ancora alla fase pre-operativa e prenormativa.<br />
Le motivazioni per sviluppare colture non alimentari non<br />
solo sono in sintonia con le direttive e le indicazioni dell’U.E., ma<br />
sono della più completa attualità. D’altra parte ciò appare ben chiaro<br />
dalle prime informazioni su Agenda 2000: si tratta di una vera e<br />
propria rivoluzione che potrà comportare notevoli variazioni nella<br />
redditività di colture tradizionali e quindi rendere interessanti colture<br />
non alimentari. Inoltre gli impegni della Conferenza di Kyoto,<br />
sottoscritti anche dall’Italia, per la riduzione delle emissioni<br />
nell’atmosfera giocano a favore di queste colture. La carta ambientale<br />
sarà forse la carta vincente, sia per la modalità di produzione che, per<br />
le caratteristiche dei prodotti ottenibili offerti al consumatore.<br />
Tutte queste considerazioni possono essere fatte anche per le<br />
colture di specie coloranti perché il consumo di prodotti coloranti di<br />
origine naturale appare complessivamente orientato verso un<br />
progressivo sviluppo che sembra destinato a crescere con tassi tanto<br />
maggiori quanto più velocemente si svilupperà la sensibilità del<br />
consumatore nei confronti degli aspetti salutistici, del rispetto<br />
dell'ambiente e della propria complessiva qualità di vita, alla tutela<br />
ambientale, che i prodotti derivati da sostanze naturali sono in grado<br />
di garantire<br />
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