IL SETTORE TESSILE IN ITALIA: FIBRE NATURALI E ... - LaMMA-Test
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Con decine di migliaia di imprese, più di 300.000 addetti, e<br />
un’incidenza di circa il 2% sul P<strong>IL</strong> nazionale, il settore tessile è uno<br />
dei settori più importanti dell’industria italiana, con un rilevante peso<br />
nello scenario mondiale. Il tradizionale fattore di successo del tessile<br />
italiano è la capacità di coniugare innovazione, moda, stile creativo<br />
con le tecnologie produttive. Negli ultimi anni il settore tessile italiano,<br />
tuttavia, si trova impegnato da nuovi fronti competitivi: i paesi a basso<br />
costo del lavoro e i paesi ad alti livelli di investimenti che consentono<br />
elevati standard qualitativi. In queste difficili situazioni di mercato, la<br />
vitalità dell’imprenditoria nazionale si deve confermare con nuove<br />
strategie, nuovi prodotti, migliore qualità, flessibilità e<br />
personalizzazione che consentano di valorizzare il settore moda.<br />
L’industria tessile, composta per la stragrande maggioranza da<br />
imprese piccole o piccolissime, si caratterizza per un’elevata<br />
frantumazione del ciclo produttivo tra imprese specializzate nella<br />
lavorazione di diverse fibre/filati in una o più fasi del ciclo medesimo.<br />
Negli anni 70, 80 e primi 90 l’industria tessile italiana ha fortemente<br />
ridimensionato l’occupazione; la concorrenza dei paesi a basso costo<br />
del lavoro e la ricerca di una maggior produttività hanno comportato<br />
grandi ristrutturazioni.<br />
Analizzando i dati per l’anno 2004, infatti, si può notare come il<br />
sistema tessile abbigliamento-moda (TA) Made in Italy continui, per il<br />
terzo anno consecutivo, a perdere posizioni. Il fatturato settoriale è<br />
sceso verso la soglia dei 42,5 miliardi d’euro; si tratta di una flessione<br />
annuale del 1,4%, che va a sommarsi al calo cumulato del 10%<br />
registrato nel biennio 2002-2003. I riflessi di questo pesantissimo<br />
ciclo recessivo sono evidenti sull’occupazione (quasi 24 mila posti di<br />
lavoro persi nel 2004, oltre 66 mila nell’ultimo triennio) ed alla<br />
numerosità delle aziende attive che si è ridotta a meno di 68 mila<br />
unità (di cui oltre il 95% di dimensioni piccole e piccolissime).<br />
L’industria tessile archivia, infatti, il 2004 con un fatturato in calo del<br />
4,1%, i leggeri recuperi che hanno caratterizzato le produzioni laniere<br />
(+1,4%, ma tale risultato arriva dopo un triennio, quello fra il 2001 ed<br />
il 2003, molto negativo) non hanno, infatti, potuto bilanciare i nuovi<br />
pesanti cedimenti che hanno interessato il comparto cotoniero-liniero<br />
e della nobilitazione (-7%). Un ulteriore leggero cedimento (-0,7%) ha<br />
caratterizzato l’industria tessile-serica. A “valle” della filiera, l’attività<br />
dell’industria dell’abbigliamento (maglieria e calzetteria incluse) si è<br />
infine mantenuta stazionaria (+0,5%), ma se si concentra l’analisi<br />
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