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IL SETTORE TESSILE IN ITALIA: FIBRE NATURALI E ... - LaMMA-Test

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Se guardiamo i dati italiani, ci accorgiamo che nell'Italia<br />

prebellica, la produzione globale annua di cotone, juta, lino, canapa<br />

ed abacà era nel quinquennio 1909-1913 in media di 77.800.000<br />

quintali, così suddivisi: 48.000.000 quintali di cotone, 15.300.000<br />

quintali di juta, 7.400.000 quintali di lino, 5.500.000 quintali di canapa<br />

e 1.500.000 quintali d’abacà. Come mostrano questi valori, alla<br />

produzione globale contribuiva il cotone con il 62%, seguito dalla juta<br />

con il 20%, il lino con il 9%, la canapa con il 7% e l’abacà con il 2%. Il<br />

primato del cotone nell’industria tessile era ben saldo.<br />

In Italia il decennio 1920-30 fu importante per lo sviluppo<br />

dell’industria di lavorazione delle fibre tessili naturali. La più grande<br />

fabbrica trasformatrice di canapa greggia nel nostro paese, il Linificio<br />

e Canapificio Nazionale di Milano, nel 1926, a più di cinquant'anni<br />

dalla nascita, disponeva di un capitale sociale di 150.000.000 di lire,<br />

24 stabilimenti distribuiti in varie zone d’Italia, 15.000 operai e<br />

105.000 fusi, e lavorava non solamente la canapa nostrana, ma<br />

anche quella estera, oltre alla juta ed al lino. Naturalmente,<br />

esistevano altre industrie che, pur non essendo di eguali dimensioni,<br />

rivestivano una certa importanza come il Canapificio dei Marchesi Roi<br />

a Vicenza, la manifattura Lombarda Lino e Canapa di Origlio, la S.A.<br />

Filatura di Vimercate, gli Stabilimenti Bender e Martiny che<br />

fabbricavano tubi e cinghie di canapa a Nole Canavese, lo<br />

Spaghificio Castellini di Milano, la Ditta Salvatore D’Antonio di<br />

Bologna, il Canapificio Contese a Cento e quello Anglo- Italiano<br />

Sinza Ferrara, il Canapificio Pepe, la Corderia Napoletana e la<br />

fabbrica di Carmine Pezzullo a Frattamaggiore. Sul finire degli anni<br />

’30 il mercato della canapa e del lino subì un forte declino per una<br />

presenza sempre più marcata del cotone sul mercato. Il cotone era<br />

un buon prodotto con un prezzo molto più basso di quelli di tessuti di<br />

canapa e di lino. I progressi della nuova fibra furono rapidissimi, in<br />

contrasto con quello che succedeva per la canapa, ancorata ai vecchi<br />

sistemi ed incapace di attrarre l’interesse della grande industria. Il<br />

cotone era usato anche nella fabbricazione di quei manufatti, come la<br />

teleria e la biancheria domestica, tradizionalmente occupata dalla<br />

lavorazione della canapa migliore.<br />

Nonostante questa crisi, nel 1941 la diffusione della canapa<br />

superava i 100.000 ettari (più precisamente 102.223) concentrati per<br />

il 58% nell'Emilia, per una produzione di oltre 135.000 t di tiglio, vale<br />

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