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IL SETTORE TESSILE IN ITALIA: FIBRE NATURALI E ... - LaMMA-Test

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L’impiego di indaco naturale ha da sempre caratterizzato la<br />

storia di molte civiltà, non solo per il commercio di tessuti e manufatti<br />

ma anche per le implicazioni socio-culturali che rappresentava. Per<br />

questo, già nel XIII secolo in Europa l’economia agricola ruotava<br />

intorno alla coltura di Isatis tinctoria, il guado, da cui estraeva il<br />

prezioso colorante destinato alle manifatture tessili. Reperti di tessuti<br />

di lino e canapa colorati di blu e risalenti al Neolitico documentano<br />

l'antico uso del guado dal Mar Nero all'Europa, all'India, all'Africa del<br />

Nord, Plinio riporta che gli antichi Britanni, con l'intenzione di incutere<br />

terrore ai nemici, usavano questa pianta per dipingere i loro corpi. Nel<br />

XIV la coltura del guado si estese soprattutto in Normandia e questa<br />

provincia fornì ai tintori di Rouen il blu di Persia, di cui i paesi orientali<br />

erano grandi acquirenti. Le regioni maggiormente rinomate per la<br />

produzione di guado erano la Germania, la Francia e l'Italia dove il<br />

guado divenne quasi indispensabile ai produttori di panni di lana<br />

perché ottenevano un bel colore blu in diverse sfumature fino al nero<br />

con un costo di produzione contenuto. In Toscana tra il 1300 ed il<br />

1500 la lavorazione del guado aveva un ciclo produttivo completo e<br />

autonomo: produzione agricola, raccolta delle foglie nei campi,<br />

macerazione e raffinazione, confezione in pani della materia<br />

colorante, collocazione del prodotto finito in magazzini appositamente<br />

apprestati. Appositi Statuti in quel periodo codificavano con severità<br />

le tecniche di produzione ed i criteri di commercializzazione.<br />

Nella seconda metà del XVIII secolo, con l’introduzione sui nostri<br />

mercati dell’indaco asiatico e di quello americano il blu da guado si<br />

trovò a doverne sostenere la concorrenza. Un breve rilancio del<br />

guado si ebbe nel periodo del Blocco Continentale voluto da<br />

Napoleone, che interruppe momentaneamente le importazioni<br />

d’indaco americano. L’indaco è estratto dalle foglie. Attraverso<br />

processi di macerazione e fermentazione in acqua, si ottiene una<br />

colorazione gialla verdastra; la soluzione, agitata ed ossidata, fa<br />

precipitare i fiocchi d'indaco (indigotina). La colorazione, molto solida<br />

ed insolubile in acqua, ha un vasto campo d'applicazione<br />

principalmente in campo tessile per lana, seta, cotone, lino e yuta,<br />

ma anche per vernici, colori per uso pittorico, cosmetica.<br />

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