Notizie storiche VILLA RECALCATI.pdf - Provincia di Varese
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NOTIZIE STORICHE<br />
<strong>VILLA</strong> <strong>RECALCATI</strong><br />
IN COMUNE DI VARESE<br />
Villa Recalcati, sede della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Varese</strong> e della Prefettura, costituisce<br />
una delle più importanti testimonianze <strong>di</strong> architettura residenziale settecentesca<br />
italiana, allocata in uno splen<strong>di</strong>do polmone verde in un'area degradante verso il<br />
lago <strong>di</strong> <strong>Varese</strong>.<br />
“Già nel 1682, secondo l'Adamollo, la casa Recalcati <strong>di</strong> Casbeno doveva<br />
avere notevole importanza, pari alle maggiori <strong>di</strong> <strong>Varese</strong>, se fu giu<strong>di</strong>cata degna <strong>di</strong><br />
ospitare la favorita del governatore <strong>di</strong> Milano, conte <strong>di</strong> Melgar, in visita al borgo;<br />
altre notizie del medesimo cronista ci rendono edotti che nel 1718 morivano i<br />
pittori fratelli Gran<strong>di</strong> la cui ultima opera fu la « sala in Casbeno del Sig. Marchese<br />
Gabrio Recalcato », lasciando intendere il livello artistico già raggiunto dalla<br />
medesima.<br />
Ancora nel 1723, facendosi riferimento alle tristi con<strong>di</strong>zioni economiche in<br />
cui versava il borgo, si riferisce che: « Attesa la miseria del Paese, il Sig. Marchese<br />
Gabrio Recalcati un poco alla volta ha comprato tutti li ronchi <strong>di</strong> Casbeno... e ne<br />
va comprando... perché il Sig. Marchese buona parte dell'anno abita qui ». Altri<br />
accenni sono <strong>di</strong>sseminati negli anni successivi, tra cui il ricordo dello stradone <strong>di</strong><br />
fronte alla casa, realizzato nel 1731 finché, con riferimento al 1775, il Grossi<br />
afferma come « Il bellissimo palazzo del Marchese Antonio Recalcati a Casbeno fu<br />
nell'annata ricostruito e abbellito e fu fatto il sontuoso stradone con marciapie<strong>di</strong>,<br />
siepi <strong>di</strong> carpano e colonnette in vivo che al detto palazzo conduce », con una<br />
descrizione che collima con una veduta ad acquerello della metà del XIX secolo.<br />
Discordante è la versione del Marliani che riporta invece la data del 1756 come<br />
inizio della « casa Recalcati in Casbeno, avendo quasi tutte atterrate le case civili<br />
che prima in buona parte v'erano », attribuendo pure i fregi al Magatti, e<br />
l'architettura ai Gran<strong>di</strong>. Di questi avvenimenti fu testimonio <strong>di</strong>retto l' Adamollo<br />
fino al 1746, quando morì, mentre il Grossi, che ne continuò la cronaca, nacque<br />
nel 1779, quando la villa Recalcati già aveva assunto l'aspetto definitivo e perciò<br />
la cronaca Adamollo, Grossi può essere ritenuta sicuramente atten<strong>di</strong>bile fino al<br />
1731 e dubbia per la data del 1775. D'altra parte anche la versione del Marliani<br />
suscita qualche perplessità, se non altro per l'attribuzione dell'architettura ai<br />
Gran<strong>di</strong>, che furono pittori e per <strong>di</strong> più morirono nel 1718; portando quin<strong>di</strong> alla<br />
conclusione che l'una e l'altra notizia siano riportate e <strong>di</strong> seconda mano, e da non<br />
potersi quin<strong>di</strong> accettare neppure come le date d'inizio, l'una, e <strong>di</strong> completamento<br />
dei lavori, l'altra. È necessario perciò abbandonare per il momento la traccia<br />
cronistica per rifarci ad un esame della struttura e degli spazi dell'e<strong>di</strong>ficio, analisi<br />
peraltro resa estremamente complessa dalle sovrapposizioni ottocentesche e dagli<br />
interventi recentissimi, che richiederebbe l'ausilio <strong>di</strong> strumenti che<br />
sconfinerebbero nella scomposizione a strati del monumento.
Villa Recalcati – Vista del cortile d’onore su Piazza Libertà<br />
In realtà, dal grande organismo, che intesse un rapporto vario e in molte<br />
sue parti <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nato con l'ambiente circostante, l'unico spazio che emerge con<br />
decisione, istituendo una precisa e strutturata relazione tra esterno ed interno, è<br />
il cortile d'onore, col suo asse ottico che si prolunga nello stradone antistante,<br />
costituendo il solo esempio completo in <strong>Varese</strong> <strong>di</strong> villa con cortile ad U rivolto ad<br />
abbracciare uno spazio pubblico ed a raccogliere i percorsi, con una chiarezza <strong>di</strong><br />
inten<strong>di</strong>menti che non tutti i gran<strong>di</strong> esempi <strong>di</strong> pianura, piantisticamente analoghi,<br />
<strong>di</strong>mostrano nella conformazione spaziale. Dallo spazio pubblico si passa,<br />
attraverso un primo cancello con pilastrini e statue, in un giar<strong>di</strong>no, la cui parete<br />
<strong>di</strong> fondo è costituita dal colonnato <strong>di</strong> chiusura del cortile; filtrando attraverso<br />
questo elemento il cortile stesso si articola in due sezioni successive: dapprima
tra due ali parallele e prive <strong>di</strong> porticato, che <strong>di</strong>vergono poi nella sequenza<br />
successiva fino ad innestarsi sulla parete <strong>di</strong> fondo che, nella parte centrale, ora<br />
mascherata dalla veranda ottocentesca, ripropone, nel solito porticato, il motivo<br />
della prima interruzione.<br />
Villa Recalcati – Vista sul parco<br />
Un tale accorgimento non cristallizza la percezione visiva con una<br />
scenografia <strong>di</strong> tipo statico, ma seppure sempre riferita al percorso lungo un asse,<br />
<strong>di</strong> tipo <strong>di</strong>namico; le due ali <strong>di</strong>vergenti non sono visibili se non in prossimità del<br />
portico trasparente, oltrepassata la metà del primo cortile aperto, per cui, anche<br />
oltre l'ingresso, si ha la sensazione <strong>di</strong> un corpo <strong>di</strong> fabbrica <strong>di</strong> fondo<br />
completamente staccato dalle ali, con un'assenza <strong>di</strong> rigi<strong>di</strong> collegamenti prospettici<br />
tra il primo ed il secondo porticato, che viene percepito così molto più lontano <strong>di</strong><br />
quanto non sia in realtà. Quando poi, accostandosi ulteriormente alla facciata il<br />
visitatore realizza compiutamente i porticati, come attraverso una fotografia<br />
<strong>di</strong>storta ottenuta con un eccessivo grandangolo, lo spazio si <strong>di</strong>lata<br />
improvvisamente, sia come prospettiva che come <strong>di</strong>mensione fisica, grazie al<br />
vuoto dei portici, immettendo così, tramite un tra, passo decisivo, negli ambienti<br />
più intimi della casa.<br />
La veranda ottocentesca, aggiunta per ampliare la superficie del portico, in<br />
modo da ottenere un più grande atrio, ha mo<strong>di</strong>ficato grandemente una simile
possibilità <strong>di</strong> percezione, sia perché maschera la ricorrenza delle tre arcate,<br />
togliendo per chi è fuori la sensazione <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà prospettica, sia perché<br />
invade, con un corpo banale, lo spazio raccolto dalle ali <strong>di</strong>vergenti, con un danno<br />
ancor maggiore, perché annulla il senso dell'unità della casa che si realizza, quasi<br />
<strong>di</strong>remmo si soli<strong>di</strong>fica, in questo spazio; se in genere le massicce ad<strong>di</strong>zioni<br />
ottocentesche non hanno gravemente alterato i rapporti ambientali della casa<br />
settecentesca, pur essendo questa veranda <strong>di</strong> minori <strong>di</strong>mensioni fisiche delle<br />
intere ali aggiunte, travisa il valore del complesso in misura molto maggiore.<br />
Come è noto infatti la casa coi poderi passò dai Recalcati, per ere<strong>di</strong>tà, a don<br />
Giuseppe Melzi e poi, per acquisto, a Giovan Battista Morosini, finche nel 1874 fu<br />
trasformata in albergo, col nome <strong>di</strong> hotel Excelsior. Questa destinazione durò fino<br />
al 1931, quando <strong>di</strong>venne sede dell'Amministrazione <strong>Provincia</strong>le. Fu proprio<br />
l'istituzione del grande albergo a dare il tono <strong>di</strong> città turistica a <strong>Varese</strong>,<br />
richiamando gran numero <strong>di</strong> persone <strong>di</strong> ceto elevato, soprattutto attorno alle<br />
riunioni ippiche che, tra le prime in Italia, si svolgevano presso l'albergo; le nuove<br />
necessità naturalmente non potevano non lasciare tracce profonde nel vecchio<br />
organismo: si resero infatti necessari ampliamenti, ammodernamenti e<br />
trasformazioni, corrispondenti al gusto dell'epoca.<br />
La volumetria innanzitutto fu ampiamente alterata e già dal cortile d'onore<br />
si può notare il sopralzo <strong>di</strong> parte dei corpi <strong>di</strong> fabbrica, portati tutti a raggiungere<br />
l'altezza <strong>di</strong> quello centrale che, fino alla metà del secolo XIX, si alzava sopra gli<br />
altri; rimane come documento il risvolto dei cornicioni che si innesta, vano nelle<br />
lesene della parte centrale della facciata e che, attualmente, risultano privi <strong>di</strong><br />
significato costruttivo. Tale sopralzo, unito all'esigenza <strong>di</strong> nuove sale, consigliò un<br />
ampliamento verso nordovest e costrinse ad una completa ristrutturazione della<br />
facciata verso il giar<strong>di</strong>no, il quale così non ha alcuna corrispondenza con la<br />
simmetria e gli assi del cortile, e neppure con la « misura » della casa<br />
settecentesca; della vecchia struttura si conserva probabilmente solo la parte<br />
centrale dello sfondato <strong>di</strong> nordovest, corrispondente alle sale d'onore, mentre le<br />
ali minori appaiono sopraelevate e incorporate nel nuovo complesso che ha come<br />
centro la sporgenza dell'ala orientale, opportunamente ingran<strong>di</strong>ta. Ancora <strong>di</strong><br />
aggiunta più tarda (secolo XX) la veranda a pianterreno nell'ala ottocentesca.
Villa Recalcati – Vista sul parco<br />
I rapporti con il giar<strong>di</strong>no e l'ambiente hanno subito così un profondo<br />
mutamento, anche se non ci è concesso sapere come fosse organizzato ai tempi<br />
dei soggiorni del Parini o del giovane Ver<strong>di</strong>; attualmente il parterre <strong>di</strong> vaga<br />
ispirazione francese ha una continuazione nel parco, non <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> proporzioni,<br />
ridottosi nel tempo, e <strong>di</strong> non precisa impostazione stilistica.<br />
Le medesime considerazioni si riproducono negli ambienti interni:<br />
trasformato il portico centrale, ridotto ad atrio chiuso, <strong>di</strong> cui si legge però<br />
chiaramente la struttura sotto gli stucchi dell'Ottocento, l'unico ambiente<br />
conservatosi intatto è la sala centrale della più antica struttura, in forme<br />
neoclassiche, degli ultimi anni del XVIII secolo, con le salette che la
fiancheggiano. Clima romantico negli altri saloni, con colonne, arcate e<br />
controsoffitti lavorati a stucco, molto simili a quelli della villa Ponti, anche se più<br />
semplici in alcune parti; saloni evidentemente creati per altre esigenze che la<br />
<strong>di</strong>mora in campagna <strong>di</strong> una, sia pur aristocratica, famiglia. Ancor più <strong>di</strong>fficile la<br />
lettura per sezioni cronologiche degli ambienti minori, decisamente trasformati e<br />
adattati prima ad albergo, poi ad e<strong>di</strong>ficio per un'amministrazione pubblica.<br />
Sfrondata idealmente <strong>di</strong> questa pletorica serie <strong>di</strong> aggiunte, la villa si presta<br />
ad una valutazione più precisa dei limiti cronologici <strong>di</strong> esecuzione. La datazione<br />
del 1756 proposta dal Marliani, malgrado le nebulosità e gli equivoci sugli artisti<br />
operanti, rimane più accettabile che non quella del Grossi; si tratta in realtà <strong>di</strong><br />
una conformazione spaziale realmente <strong>di</strong> tipo più rigido, e arcaico che non il<br />
Palazzo Estense (1765) <strong>di</strong> cui non risente le influenze; e neppure può trattarsi <strong>di</strong><br />
un e<strong>di</strong>ficio posteriore al 1770, quando la sensibilità neoclassica già irrigi<strong>di</strong>va in<br />
schemi più vincolanti le più libere manifestazioni del Barocchetto <strong>di</strong> derivazione<br />
milanese, come nella villa Bossi <strong>di</strong> Azzate (1771). Il cortile d'onore della villa<br />
Recalcati può giustamente -come è stato già rilevato - collocarsi come - tarda<br />
espressione <strong>di</strong> mo<strong>di</strong> del Ruggeri o del Croce, già da qualche anno scomparsi dalla<br />
scena lombarda, ma vivi negli epigoni; fortissime analogie possono avvicinarlo al<br />
castello <strong>di</strong> Brignano: prima fra tutte l'uso del porticato a chiusura del cortile, già<br />
ripreso, seppure con altra forma, nella villa Menafoglio a Biumo; più <strong>di</strong>fficili i<br />
riferimenti stilistici riguardanti l'uso dei corpi minori <strong>di</strong>varicati, probabilmente<br />
suggeriti dalle preesistenti strutture settecentesche. Il risultato costituisce,<br />
comunque, una delle più originali soluzioni date al tema del cortile d'onore, pur<br />
negli schemi abituali delle ville lombarde, che solo le sovrapposizioni successive<br />
hanno impe<strong>di</strong>to <strong>di</strong> leggere in tutta la sua chiarezza.”1<br />
Nel 1931 Villa Recalcati venne acquistata dall'allora "Amministrazione<br />
<strong>Provincia</strong>le <strong>di</strong> <strong>Varese</strong>" costituita con Regio Decreto nel 1927, per essere destinata<br />
a sede propria e della Prefettura, anch'essa <strong>di</strong> nuova istituzione.<br />
Da un punto <strong>di</strong> vista strettamente architettonico e strutturale, il complesso<br />
monumentale <strong>di</strong> Villa Recalcati, sottoposto a tutela ai sensi del Decreto<br />
Legislativo 29 ottobre 1999, n.490, è costituito da un nucleo centrale,<br />
corrispondente all'area <strong>di</strong> ingresso dal centro citta<strong>di</strong>no, formato da due corpi <strong>di</strong><br />
fabbrica su due piani collegati da una struttura a tre archi ellittici, una vera e<br />
propria quinta <strong>di</strong> forma barocca.<br />
I due corpi <strong>di</strong> fabbrica vanno poi ad intersecarsi con il corpo principale e la<br />
splen<strong>di</strong>da facciata e verso il Parco, corpo principale che costituisce il vero e<br />
proprio ambito alberghiero della Villa.<br />
Lateralmente a tali strutture, quasi per gemmazione, troviamo poi tutta una<br />
serie <strong>di</strong> corpi <strong>di</strong> fabbrica, anch'essi assai pregevoli per tipologia architettonica e<br />
<strong>di</strong>mensioni spaziali, che costituiscono un unicum con Villa Recalcati.<br />
1 <strong>Notizie</strong> <strong>storiche</strong> tratte da: S. Langè e F. Vitali, VILLE DELLA PROVINCIA DI VARESE LOMBARDIA 2, Rusconi<br />
Immagini, 1984
I RESTAURI EFFETTUATI<br />
La <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Varese</strong>, proprietaria dell'immobile, ha intrapreso un<br />
progressivo progetto <strong>di</strong> recupero funzionale e <strong>di</strong> restauro architettonico della Villa,<br />
che ha visto nel restauro conservativo delle facciate (1°, 2° e 3° lotto dei lavori),<br />
nel complessivo rior<strong>di</strong>no delle coperture, negli interventi <strong>di</strong> restauro e<br />
valorizzazione del Parco e delle sue pertinenze, nella riqualificazione dei cortili<br />
interni che ha riproposto le trame architettoniche ottocentesche che erano state<br />
nascoste dagli interventi <strong>di</strong> asfaltatura eseguiti negli ultimi decenni e nel restauro<br />
conservativo della sala convegni, gli elementi progettuali più qualificanti.