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L'OSSERVATORE ROMANO - Vaticano

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Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00<br />

L’OSSERVATORE <strong>ROMANO</strong><br />

GIORNALE QUOTIDIANO<br />

Unicuique suum<br />

POLITICO RELIGIOSO<br />

Non praevalebunt<br />

y(7HA3J1*QSSKKM( +$!"!:!=!}<br />

Anno CLII n. 189 (46.135) Città del <strong>Vaticano</strong> domenica 19 agosto 2012<br />

.<br />

È allerta<br />

debito<br />

per Madrid<br />

MADRID, 18. Problemi all’orizzonte<br />

per il Governo di Mariano<br />

Rajoy. Il tasso dei crediti di dubbia<br />

esigibilità delle banche iberiche,<br />

indice di vulnerabilità, a giugno<br />

ha raggiunto il 9,42 per cento<br />

dei prestiti totali (dall’8,96 per<br />

cento di maggio), segnando un record<br />

dal 1962, secondo i dati della<br />

Banca di Spagna. Il presidente<br />

del Governo spagnolo potrebbe<br />

quindi formalizzare molto «presto»<br />

la richiesta a Bruxelles per<br />

un anticipo di trenta miliardi di<br />

euro sui cento concessi per salvare<br />

gli istituti spagnoli, come riferiscono<br />

alcune fonti governative, secondo<br />

le quali «si sta lavorando<br />

in tal senso».<br />

Le banche, spiegano gli analisti,<br />

a causa della crisi in cui è precipitato<br />

il Paese, sono diventate i<br />

principali possessori di immobili<br />

invenduti o occupati da gente che<br />

non riesce più a pagare il mutuo.<br />

L’anticipo del prestito Ue dovrebbe<br />

andare a rafforzare in primis le<br />

casse di Bankia e delle altre casse<br />

nazionalizzate dal Governo, mentre<br />

poi la revisione dei bilanci delle<br />

banche del mese prossimo (condotta<br />

da gruppi quali Pwc, Kpmg,<br />

Deloitte, Ernst&Young) determinerà<br />

l’ammanco effettivo di ognuna.<br />

Fino a questo momento Rajoy<br />

non è espresso sulla possibilità di<br />

un’accelerazione del prestito. Ma<br />

le indiscrezioni sull’imminente arrivo<br />

di una prima tranche di aiuti<br />

hanno fatto guadagnare a Bankia<br />

un altro cinque per cento in Borsa,<br />

dopo l’impennata di ieri con<br />

un più sedici per cento, mentre<br />

Madrid ha archiviato la seduta in<br />

rialzo dell’1,94. Il salvataggio degli<br />

istituti di credito — dicono gli<br />

analisti — potrebbe essere il primo<br />

passo verso un salvataggio in piena<br />

regola della Spagna. Il quarto<br />

nell’eurozona dopo il salvataggio<br />

di Grecia, Irlanda e Portogallo.<br />

Rajoy sembra aver infatti aperto<br />

agli aiuti europei, ossia a un intervento<br />

della Banca centrale europea<br />

con gli acquisti dei titoli di<br />

Stato, quando alla vigilia di Ferragosto<br />

ha dichiarato: «Non abbiamo<br />

ancora deciso, ma lo faremo se<br />

questo sarà ragionevole».<br />

L’Unicef denuncia l’azione messa in atto da gruppi armati nelle zone settentrionali<br />

Bambini nel Mali<br />

reclutati per combattere<br />

BA M A KO, 18. Su più fronti la situazione<br />

nel Mali è critica: dall’instabilità<br />

politica alle violenze, in particolare<br />

nelle zone settentrionali. A rendere<br />

ora il quadro ancor più complesso<br />

e inquietante contribuisce la<br />

denuncia dell’Unicef, secondo cui<br />

gruppi armati attivi nel nord stanno<br />

reclutando bambini per scopi militari.<br />

L’Unicef parla di «fonti attendibili<br />

che hanno stimato in centinaia<br />

il numero dei bambini coinvolti in<br />

azioni di combattimento». Di conseguenza<br />

l’Unicef ha chiesto a tutte<br />

le parti in conflitto di garantire che<br />

i più piccoli siano protetti e che non<br />

partecipino in alcun modo alle ostilità.<br />

Come riferiscono fonti di stampa,<br />

il reclutamento dei ragazzi di<br />

età inferiore a 18 anni è vietato dalla<br />

legge internazionale. Reclutare un<br />

adolescente inferiore a 15 anni costituisce<br />

invece un crimine di guerra e<br />

contro l’umanità. Il mese scorso<br />

l’Unicef ha denunciato che almeno<br />

175 ragazzi, di età compresa tra i dodici<br />

e i diciotto anni, erano affiliati<br />

direttamente a gruppi armati nel<br />

nord, dove a gennaio sono scoppiati<br />

scontri fra le forze governative e i<br />

ribelli tuareg. Si stima che siano oltre<br />

250.000 i maliani che hanno lasciato<br />

il Paese dopo il colpo di Stato,<br />

a marzo, e che siano 174.000 gli<br />

sfollati interni.<br />

Certamente l’attuale instabilità<br />

politica non aiuta a migliorare lo<br />

scenario. Da giorni sono in corso<br />

negoziati che hanno per obiettivo la<br />

formazione di un Governo di unità<br />

nazionale, che abbia poi la capacità<br />

di affrontare adeguatamente la crisi<br />

economica e di trovare le giuste soluzioni<br />

per riportare nel travagliato<br />

territorio ordine e stabilità. Fonti locali<br />

confermano quanto già segnalato<br />

in questi giorni: ovvero, si profila<br />

Ancora sanguinosi combattimenti fra tribù rivali<br />

Le violenze non lasciano il Darfur<br />

KHARTOUM, 18. Le violenze non lasciano<br />

il Darfur, la regione sudanese<br />

teatro da un decennio di un conflitto<br />

civile che ha provocato una delle<br />

maggiori crisi umanitarie tuttora in<br />

atto nel mondo. Fonti locali hanno<br />

riferito che scontri divampati nella<br />

cittadina di Mellit hanno causato<br />

Storia dei tentativi di emanciparsi da uno stereotipo<br />

Barbie, cresci<br />

ieri sei morti e dodici feriti. Si tratta<br />

di violenze legate alla rivalità tra le<br />

comunità Berti e Al Zayadiasi, protrattesi<br />

per tre giorni, fino a quando<br />

un contingente delle forze dell’o rd i -<br />

ne è riuscito a riportare una relativa<br />

calma. I combattimenti fra opposte<br />

tribù residenti nella cittadina sono<br />

GIULIA GALEOTTI A PA G I N A 5<br />

esplosi a due settimane di distanza<br />

dalle violenze e dai saccheggi di alcune<br />

abitazioni ad opera di un<br />

gruppo armato non identificato. Nei<br />

disordini di quei giorni erano morte<br />

quattro persone. In un comunicato<br />

diffuso ieri, la tribù di Al Zayadia<br />

accusa il governatore Osman Kibir<br />

di armare pesantemente gli uomini<br />

della tribù Berti, dopo averli reclutati<br />

per formare una milizia sotto il<br />

suo comando. Nel comunicato, riferisce<br />

«Sudan Tribune», si denuncia<br />

che la tribù Berti starebbe saccheggiando<br />

«le abitazioni altrui nell’impunità».<br />

Il governatore Osman<br />

Kibir ha detto che la situazione a<br />

Mellit è ora sotto controllo e che si<br />

è stabilito di imporre il divieto di<br />

possedere armi da fuoco, eccezion<br />

fatta per le forze regolari.<br />

E nei giorni scorsi si era anche segnalato<br />

il fatto che migliaia di nuovi<br />

profughi stanno lasciando, o comunque<br />

tentano, il Darfur dopo l’insicurezza<br />

venutasi a creare all’indomani<br />

dell’uccisione di un capo distrettuale,<br />

Abdelrahman Mohammed Eissa.<br />

Sarebbero circa 25.000 gli sfollati,<br />

secondo le stime fornite dall’Unamid,<br />

la missione dispiegata congiuntamente<br />

nel Darfur dalle Nazioni<br />

Unite e dall’Unione africana. Inoltre<br />

l’ultimo bollettino dell’ufficio umanitario<br />

dell’Onu (Ocha) ha riferito<br />

di saccheggi e violenze che hanno<br />

avuto per oggetto sia le case degli<br />

sfollati che i loro piccoli commerci.<br />

Di conseguenza almeno 25.000 persone,<br />

l’intera popolazione del campo<br />

di Kassab e della città di Kutum, si<br />

sono viste costrette ad abbandonare<br />

la zona.<br />

un’azione delle forze armate nelle<br />

zone settentrionali.<br />

Una prospettiva formulata dal<br />

Governo di transizione per cercare<br />

di sconfiggere i gruppi armati che<br />

da mesi hanno il controllo delle aree<br />

del nord e che sono considerati parte<br />

della galassia del terrorismo di<br />

matrice fondamentalista islamica.<br />

Sostegno e collaborazione da Cina e Stati Uniti<br />

Brahimi nuovo<br />

inviato dell’Onu in Siria<br />

Lakhdar Brahimi (La Presse/Ap)<br />

DA M A S C O, 18. Il diplomatico algerino<br />

Lakhdar Brahimi è il nuovo<br />

inviato speciale di Onu e Lega<br />

Araba in Siria: lo ha confermato<br />

ieri il portavoce del segretario generale<br />

dell’Onu, Ban Ki-moon.<br />

Brahimi ha preso il posto di Kofi<br />

Annan. «Incontrerò tutti coloro<br />

che vorranno parlare con me — ha<br />

dichiarato Brahimi — sia esponenti<br />

del Governo siriano che dell’opp o-<br />

sizione». Annuniciando la nomina,<br />

Ban Ki-moon ha detto che «la<br />

promozione di una risoluzione pacifica<br />

del conflitto attraverso gli<br />

strumenti diplomatici resta una<br />

priorità assoluta per le Nazioni<br />

Unite; nuovi combattimenti non<br />

faranno che aggravare le sofferenze<br />

della popolazione siriana».<br />

L’inviato delle Nazioni Unite e<br />

della Lega Araba ha ricevuto anche<br />

il sostegno degli Stati Uniti e<br />

Il limite come condizione necessaria<br />

L’uomo ha bisogno<br />

dell’infinito<br />

di AUGUSTO PESSINA*<br />

ciò rappresenti una via etica è un’illusione.<br />

egli Stati Uniti Peter Singer, Uno studio scientifico appena<br />

filosofo dell’università di pubblicato su «BioResearch Open<br />

N Princeton e influente bioeticista<br />

Access» (1, n. 4, agosto 2012) ha dimostrato<br />

(famoso come padre dei di-<br />

ritti degli animali), a sostegno delle che anche dopo 18 anni<br />

dal congelamento le cellule embrionali<br />

tesi abortiste ha scritto sullo<br />

umane mantengono la loro<br />

«Scotsman» del 15 agosto che pluripotenza e potrebbero essere<br />

«l’appartenenza alla specie Homo utilizzate in terapie cellulari. Per<br />

sapiens non è sufficiente per questo viene suggerita la pratica del<br />

conferire un diritto alla vita». Lo<br />

congelamento e del banking di embrioni<br />

umani come una efficace<br />

stesso giorno gli ha fatto eco su<br />

LifeSiteNews.com il rabbino<br />

Bonnie Margulis, uno dei leader<br />

della Religious Coalition for Reproductive<br />

Choice’s del Wisconsin, sostenendo<br />

che togliere il diritto<br />

all’aborto violerebbe la «essenza<br />

stessa dell’essere umano».<br />

Intanto, continuano a essere create<br />

in laboratorio nuove linee cellulari<br />

ottenute da embrioni umani alcune<br />

delle quali perfino finalizzate<br />

a test in vitro per ridurre l’uso di<br />

animali da esperimento. Una coalizione<br />

di importanti finanziatori della<br />

ricerca biomedica e gruppi di pazienti<br />

hanno presentato qualche<br />

mese fa un documento congiunto<br />

per chiedere al Parlamento europeo<br />

di continuare a finanziare le ricerche<br />

con l’uso di cellule embrionali<br />

umane.<br />

Sperimentazioni cliniche che utilizzano<br />

cellule ottenute da embrioni<br />

umani sono ormai in corso in molte<br />

parti del mondo per verificarne sia<br />

la tollerabilità che l’efficacia. Anche<br />

in Italia vi sono sperimentazioni<br />

con cellule embrionali/fetali che, si<br />

sottolinea, sarebbero provenienti da<br />

aborto spontaneo. Ma sperare che<br />

della Cina. «Il mio messaggio è<br />

semplice: Washington è pronta a<br />

sostenere e a garantire una pace<br />

duratura che soddisfi le legittime<br />

aspirazioni del popolo siriano per<br />

un Governo rappresentativo» ha<br />

affermato il segretario di Stato,<br />

Hillary Clinton, in un comunicato.<br />

«La Cina sosterrà gli sforzi di<br />

mediazione politica di Brahimi,<br />

con il quale collaborerà concretamente»<br />

recita una nota diffusa<br />

dal ministero degli Esteri di Pechino.<br />

Intanto, stamane l’emittente<br />

«Al Arabiya» ha riferito che il<br />

vice presidente siriano, Farouq Al<br />

Shara, avrebbe disertato riparando<br />

in Giordania. La notizia è stata<br />

poi smentita da un comunicato<br />

del Governo siriano citato dalla<br />

televisione «Al Manar», del movimento<br />

sciita libanese Hezbollah.<br />

strategia biomedica per le terapie<br />

cellulari su vasta scala.<br />

In questo panorama caratterizzato<br />

da una parossistica corsa ai risultati<br />

e al successo, un’altra voce arriva<br />

dall’Italia, dove a Rimini si apre<br />

il Meeting per l’amicizia tra i popoli<br />

che propone come tema una frase<br />

di don Giussani: «La natura<br />

dell’uomo è rapporto con l’infinito».<br />

A colpire è la semplicità della<br />

proposta: guardarsi al fondo della<br />

propria natura per accorgersi che la<br />

nostra vita aspira a un “di più”.<br />

Perché, come Benedetto XVI ha ripetuto<br />

in Messico e a Cuba, «l’uomo<br />

ha bisogno dell’infinito».<br />

Per fare esperienza di questo bisogno<br />

basta la semplicità del cuore<br />

nel vivere il quotidiano e tanto più<br />

la si scopre dove la propria debolezza<br />

si manifesta. Come ha scritto<br />

Romano Guardini, «l’eterno non è<br />

in rapporto con la vita biologica,<br />

bensì con la persona. La consapevolezza<br />

di questa perennità cresce<br />

nella misura in cui la caducità è<br />

sinceramente accettata. Chi cerca di<br />

schivarla, nasconderla o negarla,<br />

non ne prenderà mai coscienza. Il<br />

contingente lascia trasparire l’assoluto».<br />

La sfida quindi non è superare il<br />

limite con le proprie forze, ma accettarlo<br />

quale condizione necessaria<br />

per scoprire che esiste una relazione<br />

«ultima e misteriosa» che ci definisce.<br />

Questa relazione, dalla quale<br />

nessuna ricerca scientifica, medica,<br />

biologica e neurobiologica potrà<br />

mai prescindere, rende l’essere umano<br />

(compresa la sua struttura biologica)<br />

non riducibile, non manipolabile,<br />

indisponibile.<br />

È stata questa anche la testimonianza<br />

di Jérôme Lejeune, di cui<br />

qualche mese fa a Parigi si è conclusa<br />

la fase diocesana del processo<br />

di beatificazione e al quale proprio<br />

il Meeting dedica una mostra. Un<br />

fondatore della genetica clinica,<br />

scopritore delle cause di varie sindromi<br />

genetiche (tra cui quella di<br />

Down) che, per le sue posizioni, si<br />

è visto negare il premio Nobel. Egli<br />

amava infatti definire ogni uomo<br />

come «unico e insostituibile» proprio<br />

in forza della sua relazione con<br />

l’infinito.<br />

*Università di Milanoc<br />

NOSTRE<br />

INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha nominato<br />

Nunzio Apostolico in Israele e<br />

Delegato Apostolico in Gerusalemme<br />

e Palestina Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor<br />

Giuseppe Lazzarotto, Arcivescovo<br />

titolare di Numana, finora<br />

Nunzio Apostolico in Australia.<br />

In data 18 agosto, il Santo Padre<br />

ha accettato la rinuncia al<br />

governo pastorale dell’A rc i d i o -<br />

cesi di Huê (Vietnam), presentata<br />

dall’Eccellentissimo Monsignore<br />

Etienne Nguyên Nhu<br />

Thê, in conformità al canone<br />

401 § 1 del Codice di Diritto<br />

Canonico.<br />

Provvista di Chiesa<br />

In data 18 agosto, il Santo<br />

Padre ha nominato Arcivescovo<br />

di Huê (Vietnam) Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor<br />

François-Xavier Lê Văn Hông,<br />

finora Vescovo titolare di<br />

Gadiaufala e Ausiliare della medesima<br />

Arcidiocesi.


pagina 2 L’OSSERVATORE <strong>ROMANO</strong><br />

domenica 19 agosto 2012<br />

BRUXELLES, 18. Non si arresta lo<br />

slancio positivo dei mercati europei:<br />

i listini chiudono la settimana traendo<br />

beneficio, soprattutto, dal sostegno<br />

espresso dalla Merkel agli sforzi<br />

della Bce e di Draghi per contenere<br />

la crisi dell’eurozona. Ma buone indicazioni<br />

arrivano anche dall’indice<br />

sulla fiducia dei consumatori americani<br />

calcolato dall’Università del<br />

Michigan, risultato sopra le attese. E<br />

oltreoceano sale anche, a sorpresa, a<br />

luglio il superindice economico statunitense,<br />

che testimonia nei fatti<br />

Effetto<br />

domino<br />

dello scandalo<br />

Lib or<br />

NEW YORK, 18. Gli Stati di New<br />

York e Connecticut hanno chiamato<br />

sette banche, tra cui JP<br />

Morgan Chase e Barclays, a comparire<br />

nell’ambito delle indagini<br />

sulla presunta manipolazione dei<br />

tassi di interesse utilizzati nella<br />

composizione di Libor. Lo ha riferito<br />

una fonte vicina al dossier,<br />

precisando che i sette istituti sono<br />

Citi, Ubs, Hsbc, Rbs e Deutsche<br />

Bank, oltre a Barclays e JP<br />

Morgan. In questa fase, comunque,<br />

le autorità hanno chiesto solo<br />

documenti e non di sentire i dirigenti<br />

bancari coinvolti.<br />

Nel frattempo l’agenzia<br />

Standard&Po or’s ha lanciato<br />

un’allerta sugli utili delle banche<br />

britanniche sulle quali peseranno<br />

una serie di misure e avvenimenti<br />

negativi, tra cui la vicenda dello<br />

scandalo Libor. In un rapporto<br />

l’agenzia rivela come nonostante i<br />

progressi registrati nei risultati semestrali,<br />

a frenare gli utili 2012 e<br />

2013 saranno il rallentamento del<br />

pil della Gran Bretagna e alcuni<br />

«passi falsi» compiuti, come la<br />

manipolazione del tasso Libor,<br />

che «hanno aumentato il generale<br />

disagio verso il settore».<br />

E come segnala «Il Sole 24<br />

Ore», riguardo al caso Libor, si sa<br />

acuendo la tensione fra le authority<br />

per il mancato coordinamento.<br />

Pam Bondi, procuratore generale<br />

dello Stato della Florida, ha spedito<br />

alla banca britannica Loyds e<br />

ad altri tredici grandi istituti nordamericani<br />

ed europei le sue richieste<br />

di consegna di documenti<br />

sullo scandalo della manipolazione<br />

del Libor. «Stiamo attivamente<br />

analizzando la questione» ha comunicato.<br />

Prima era stata la volta,<br />

appunto, degli uffici delle procure<br />

generali degli Stati di New York e<br />

del Connecticut. Si è appreso che<br />

anche Massachusetts e Maryland<br />

stanno esaminando il caso dei tassi<br />

di interesse. Vi sono poi le authority<br />

federali: il dipartimento<br />

della Giustizia, l’Fbi e le commissioni<br />

di vigilanza su mercati e finanza,<br />

comprese le meno note<br />

quali la Commodity Futures Trading<br />

Commission. Il suo presidente,<br />

Gary Gensler, ha proiettato<br />

la sua agenzia, che è la più piccola<br />

fra tutte quelle nazionali,<br />

all’avanguardia riguardo allo scandalo<br />

Libor.<br />

Slancio positivo per i listini europei<br />

L’asse Merkel-Draghi<br />

fa bene alle Borse<br />

una ripresa più sostenuta dell’economia<br />

grazie ai consumi e al mercato<br />

i m m o b i l i a re .<br />

Le parole di Angela Merkel, a<br />

supporto dell’azione di Francoforte,<br />

«hanno rappresentato pura musica<br />

per l’euro» sottolinea Michael Hewson,<br />

analista senior di Cmc Markets.<br />

Proprio sulla moneta unica, ieri<br />

il ministro degli Affari europei<br />

finlandese, Alexander Stubb, ha preso<br />

le distanze dal collega agli Esteri,<br />

Erkki Tuomioja, che aveva sostenuto<br />

che i funzionari finlandesi si sono<br />

preparati a un possibile suo collasso.<br />

La Finlandia è «impegnata al cento<br />

per cento» a sostegno dell’euro, ha<br />

affermato Stubb, chiarendo che<br />

«l’ipotesi del ministro degli Esteri<br />

non riflette la posizione del governo».<br />

I mercati «malgrado le prospettive<br />

economiche per l’Europa rimangano<br />

piuttosto brutte per tutto<br />

il 2013» guardano con un certo interesse<br />

e non poca attesa alla riunione<br />

della Banca centrale europea del<br />

prossimo 6 settembre. «Stanno certamente<br />

puntando tutte le carte —<br />

aggiunge ancora Hewson — sul fatto<br />

che Mario Draghi estragga il proverbiale<br />

coniglio dal cappello».<br />

Milano e Madrid, spesso in questi<br />

mesi sotto la lente, sono i listini che<br />

ieri hanno tratto i maggiori benefici<br />

con Piazza Affari (Ftse Mib più 1,30<br />

per cento) che ha chiuso sui massimi<br />

da aprile. Mentre l’Ibex (più<br />

La sede della Borsa a Francoforte (Ansa)<br />

BE R L I N O, 18. Comincia a prendere<br />

forma concreta il progetto di Unione<br />

bancaria Ue, con una supervisione<br />

della Bce su tutte le banche e<br />

non solo per quelle «sistemiche». E<br />

puntualmente scattano le polemiche.<br />

Berlino è pronta a blindare le<br />

sue casse di risparmio e le banche<br />

cooperative, che controllano circa il<br />

quaranta per cento dei finanziamenti<br />

delle imprese e il cinquanta per<br />

cento dei crediti ai privati.<br />

Ve r t i c e<br />

d’emergenza<br />

dell’Osa sul caso<br />

Assange<br />

WASHINGTON, 18. L’O rganizzazione<br />

degli Stati americani (Osa)<br />

ha stabilito la convocazione di<br />

una riunione di emergenza dei<br />

ministri degli Esteri sullo scontro<br />

diplomatico fra Ecuador e Gran<br />

Bretagna riguardo al caso<br />

Assange. Il vertice è stato fissato<br />

per il 24 agosto a Washington.<br />

La richiesta, in tal senso, è stata<br />

avanzata dall’Ecuardor ed è stata<br />

approvata con 23 voti a favore e<br />

tre contrari (Stati Uniti, Canada<br />

e Trinidad). Cinque le astensioni.<br />

Fonti di stampa riferiscono che il<br />

testo approvato per la convocazione<br />

è stato ammorbidito rispetto<br />

alla richiesta di Quito, che<br />

parlava di trovare «un accordo<br />

sui mezzi da adottare» di fronte<br />

alle «minacce» della Gran Bretagna<br />

contro l’Ecuador e le sue<br />

«sedi diplomatiche» in territorio<br />

britannico.<br />

La versione definitiva — dicono<br />

sempre fonti della stampa internazionale<br />

— chiama i capi delle<br />

diplomazie a discutere della situazione<br />

fra Ecuador e Gran Bretagna<br />

«relativa all’inviolabilità<br />

delle sedi diplomatiche dell’Ecuador».<br />

La tensione fra Londra<br />

e Quito è scoppiata due giorni<br />

fa quando l’Ecuador ha annunciato<br />

la concessione dell’asilo<br />

politico al fondatore di Wikileaks.<br />

La Gran Bretagna ha minacciato<br />

di revocare lo status diplomatico<br />

all’ambasciata che ospita<br />

Julian Assange.<br />

1,94) è risultato il migliore in Europa<br />

sulle prospettive della prima<br />

tranche (trenta miliardi su cento) di<br />

aiuti Ue per il settore bancario e finanziario.<br />

In questo contesto lo<br />

spread tra Btp e Bund, dopo aver<br />

toccato in corso di seduta i 420<br />

punti, ha chiuso in rialzo a 429 con<br />

un rendimento al 5,78 per cento. Il<br />

differenziale della Spagna si mantiene<br />

sotto i cinquecento punti a 495,<br />

col rendimento dei Bonos al 6,44<br />

per cento.<br />

Restano comunque le preoccupazioni<br />

sulla Grecia. Fra marzo e giugno<br />

il debito pubblico del Paese è<br />

aumentato a 303,5 miliardi di euro.<br />

La Commissione europea ha chiarito<br />

ancora una volta che non ha alcun<br />

piano per la divisione dell’e u ro z o n a<br />

o per l’uscita di Atene né si prepara<br />

a farlo.<br />

Secondo gli analisti, la strategia<br />

di Draghi sta funzionando e l’agosto<br />

del temuto crollo della moneta unica<br />

e dello spread alle stelle sta trascorrendo<br />

invece come un mese di<br />

rialzo delle Borse e di ribasso dei<br />

differenziali. Certo il presidente della<br />

Bce non ha ancora superato le<br />

forti resistenze interne, ma la sua<br />

proposta, avanzata già a giugno, di<br />

far passare gli aiuti legandoli a strette<br />

condizioni coincide sostanzialmente<br />

con quella della Germania.<br />

L’annuncio di Draghi di inizio agosto<br />

che la Bce potrebbe comprare titoli<br />

di Stato di breve scadenza per<br />

salvaguardare l’euro ha così fatto virare<br />

gli spread verso un deciso ribasso<br />

con effetti benefici sui listini.<br />

Una sorta di «quasi garanzia» contro<br />

il fallimento e i timori sulla tenuta<br />

della moneta unica dicono ad<br />

esempio gli analisti di Morgan Stanley.<br />

Lo scenario di un crollo<br />

dell’euro avrebbe peraltro effetti nefasti<br />

anche per la Germania in un<br />

momento in cui l’Europa, compresa<br />

la locomotiva tedesca, vede frenare<br />

la sua economia.<br />

Berlino non condivide la proposta di dare all’istituto il potere di supervisione su tutte le banche<br />

Polemiche sul ruolo della Bce<br />

Ma il progetto definitivo sarà discusso nel summit Ue di Cipro<br />

Il controllo centralizzato sui produttori<br />

del carburante che spinge la<br />

locomotiva tedesca «non è fattibile»,<br />

hanno detto esponenti della<br />

Cdu e dei liberali dello Fdp. «Non<br />

ne vedo alcuna necessità» ha affermato<br />

il ministro della Giustizia, Sabine<br />

Leutheusser-Schnarrenberger.<br />

E da Londra, che vuole un approccio<br />

«leggero» e la difesa del ruolo<br />

dell’Eba (l’authority europea che ha<br />

sede proprio in Gran Bretagna),<br />

fonti governative ventilano l’ip otesi<br />

di porre il veto se la supervisione<br />

centralizzata non sarà limitata agli<br />

istituti maggiori.<br />

Nel vertici di fine giugno, tutti i<br />

leader si sono detti d’accordo sul<br />

principio di affidare alla Bce il ruolo<br />

di supervisore unico. Ma ora è<br />

scontro sulla competenze. Dalla<br />

Commissione europea è trapelato<br />

che il progetto di proposta, che i<br />

tecnici Ue stanno finalizzando e che<br />

dovrebbe essere pronto per essere<br />

presentato all’Eurogruppo informale<br />

dell’11 settembre a Cipro, prevede la<br />

supervisione di Francoforte su banche,<br />

grandi e piccole. «Abbiamo già<br />

visto che i rischi sistemici possono<br />

spuntare dagli angoli più inattesi —<br />

ha detto un portavoce Ue — anche<br />

banche mai citate dai media possono<br />

dare rischi sistemici». Altre fonti<br />

europee spiegano che l’idea è quella<br />

di dare alla Bce «il ruolo chiave»<br />

della supervisione, con le autorità<br />

nazionali che «faranno parte del sistema»<br />

e lavoreranno con la Bce.<br />

In Australia la più grande rete<br />

di parchi marini nel mondo<br />

CANBERRA, 18. L’Australia ha annunciato<br />

un gigantesco piano per la<br />

salvaguardia della vita sottomarina.<br />

Il Governo di Canberra creerà, infatti,<br />

la più grande rete di parchi<br />

marini al mondo, che circonderà<br />

l’intero continente coprendo 3,1 milioni<br />

di chilometri quadrati di superficie,<br />

un terzo delle sue acque<br />

territoriali, per proteggere le barriere<br />

coralline e la fauna e flora marine,<br />

limitando l’esplorazione di petrolio<br />

e gas e la pesca commerciale. La rete<br />

aumenterà da 27 a 60 le riserve,<br />

garantendo la protezione di animali<br />

a rischio estinzione. Tra le nuove riserve<br />

marine annunciate, il Canyon<br />

Perth, nel sudovest, e il Mar dei Coralli,<br />

di fronte alle coste del<br />

Queensland. Sebbene siano stati<br />

posti alcuni limiti alle aree dove le<br />

compagnie petrolifere potranno lavorare,<br />

i tratti della costa australiane<br />

saranno ancora aperti alla ricerca di<br />

gas e petrolio. Per questo, l’Australian<br />

Conservation Foundation, pur<br />

dando il benvenuto all’iniziativa, si<br />

è detta preoccupata. L’iniziativa<br />

apre la possibilità che l’industria ittica<br />

reclami un indennizzo di quasi<br />

99,7 milioni di dollari. Secondo<br />

Canberra, invece, la misura riguarderà<br />

solo l’1 per cento della pesca<br />

commerciale nell’Australia.<br />

Mario Draghi, presidente della Bce (Ansa)<br />

Grazie alla flessione della moneta unica<br />

Mai così alte<br />

le esportazioni<br />

dall’e u ro z o n a<br />

BRUXELLES, 18. Boom dell’exp ort<br />

europeo. E l’export italiano cresce a<br />

ritmi tedeschi: più quattro per cento<br />

nei primi cinque mesi. Merito<br />

della flessione dell’euro o colpa della<br />

crisi che rallenta l’import, fatto<br />

sta che per Eurostat a giugno l’eurozona<br />

ha avuto una bilancia commerciale<br />

da record storico: più 14,9<br />

miliardi di euro, frutto di esportazioni<br />

per 161,5 miliardi e importazioni<br />

per 146,6 miliardi. Mai saldo<br />

così alto da quando è cominciata la<br />

raccolta europea dei dati nel 1999.<br />

Il precedente, dieci anni fa: più<br />

13,6 miliardi nel luglio 2002 (ma<br />

con volumi di circa il quaranta per<br />

cento più bassi: 95,9 miliardi di<br />

export, 82,2 miliardi per l’imp ort).<br />

Ed è record anche per il dato destagionalizzato:<br />

più 10,5 miliardi (+9,7<br />

nell’agosto 2002).<br />

Tra gennaio e maggio in Italia le<br />

esportazioni totali sono cresciute<br />

del quattro per cento rispetto allo<br />

stesso periodo del 2011, passando<br />

da 154,7 miliardi a 160,8 miliardi.<br />

Percentualmente, lo stesso incremento<br />

tedesco. Tre volte maggiori<br />

però i volumi in Germania, riuscita<br />

a vendere al resto del mondo prodotti<br />

per 454,8 miliardi. Nel 2011 si<br />

era fermata a 436,2. Spia della crisi<br />

italiana è però la brusca frenata<br />

dell’import: meno cinque per cento<br />

(da 172,9 miliardi a 163,4). Anno su<br />

Emissioni nocive<br />

in netto calo<br />

negli Stati Uniti<br />

WASHINGTON, 18. Con un’inversione<br />

di tendenza, definita sorprendente<br />

dagli esperti, la quantità<br />

di anidride carbonica rilasciata<br />

nell’atmosfera negli Stati Uniti è<br />

scesa ai livelli più bassi degli ultimi<br />

vent’anni. Sul cambiamento di<br />

rotta ha influito l’aumento del costo<br />

della benzina, salito dal 2010 al<br />

2011 del 27 per cento, che ha determinato<br />

un netto calo nei consumi,<br />

e la crescita nell’utilizzo di altre<br />

fonti energetiche, come l’idro elettrico<br />

e l’eolico. E la conseguente<br />

diminuzione dell’uso del carbone.<br />

anno, la bilancia commerciale del<br />

Paese (nonostante la pesantissima<br />

bolletta energetica gonfiata anche<br />

dalle grandi nevicate) è passata da<br />

un saldo passivo di meno 18,2 miliardi<br />

ad appena meno 2,6 miliardi.<br />

E prendendo in esame il solo giugno,<br />

l’export italiano rispetto a<br />

maggio è cresciuto del due per cento,<br />

quello della Germania del 6,6.<br />

Nel complesso, secondo Eurostat,<br />

le esportazioni dell’Eurozona a giugno<br />

sono cresciute, anno su anno,<br />

del dodici per cento (da 143,8 a<br />

161,5 miliardi) e in una prima stima<br />

del primo semestre l’istituto di statistica<br />

europea indica una crescita<br />

dell’otto per cento dell’export (da<br />

851,2 a 921,5 miliardi) a fronte —<br />

stando ai dati — di un import in salita<br />

di appena il due per cento (da<br />

874,2 a 895,3 miliardi).<br />

Valutando i flussi import e<br />

dell’export dell’intera Ue, Eurostat<br />

ha registrato un forte calo delle importazioni<br />

da India (meno dieci per<br />

cento) e Giappone (meno sei per<br />

cento) e una riduzione del deficit<br />

commerciale con la Cina (da meno<br />

62,4 a meno 56,4 miliardi). Se l’euro<br />

in calo sul dollaro può aver dato<br />

una spinta alle esportazioni del settore<br />

manifatturiero (che per l’intera<br />

Ue nei primi cinque mesi sono passate<br />

dal più 90,6 al più 133,8 miliardi),<br />

i dolori arrivano quando si valutano<br />

i costi sul fronte delle importazioni<br />

di energia.<br />

Il saldo per la Ue a ventisette<br />

Paesi — sempre secondo l’E u ro s t a t<br />

— è stato di meno 176,6 miliardi tra<br />

gennaio e maggio di quest’anno,<br />

circa venti miliardi peggio dello<br />

stesso periodo del 2011 (meno 156,8<br />

miliardi). L’euro è stato scambiato<br />

ieri a 1,2334 dollari dopo la chiusura<br />

di Wall Street.<br />

Si cerca<br />

una mediazione<br />

sul caso Ilva<br />

ROMA, 18. Tuttora complessa la vicenda<br />

dell’Ilva, il polo siderurgico<br />

di Taranto, il più grande d’Italia e<br />

d’Europa. «L’Ilva mette a disposizione<br />

146 milioni per l’ambiente»<br />

ha detto ieri il presidente della società,<br />

Bruno Ferrante, ricordando<br />

che l’azienda «sta continuando a<br />

produrre», ma al Governo chiede<br />

certezze. «No a decisioni irrimediabili<br />

perché ci sono ancora molti<br />

tentativi da fare prima di arrivare<br />

allo spegnimento degli impianti»<br />

ha dichiarato il ministro dello Sviluppo,<br />

Corrado Passera, che a Taranto<br />

ieri ha partecipato a un vertice<br />

in Prefettura insieme al titolare<br />

del dicastero dell’Ambiente, Corrado<br />

Clini, secondo il quale non c’è<br />

alcun conflitto con la magistratura.<br />

Tutte le prescrizioni del gip, Patrizia<br />

Todisco, «tranne quella dello<br />

spegnimento degli impianti, saranno<br />

recepite nella nuova autorizzazione<br />

integrata ambientale» ha detto<br />

Clini. Alle trattative del Governo<br />

per mediare tra l’azienda e la magistratura<br />

si aggiunge la protesta dei<br />

cittadini e degli operai di Taranto<br />

che chiedono la tutela della salute e<br />

del lavoro.<br />

Sul fronte della crisi economica,<br />

il presidente del Consiglio, Mario<br />

Monti ha, intanto, lanciato un chiaro<br />

messaggio contro l’evasione fiscale.<br />

In un’intervista al settimanale<br />

«Tempi», ha dichiarato che «l’evasione<br />

fiscale produce un grosso<br />

danno nella percezione del Paese<br />

all’estero». A causa di questo fenomeno<br />

— ha aggiunto Monti — «siamo<br />

in uno stato di guerra». Dal recupero<br />

strutturale dell’evasione fiscale<br />

può arrivare una parte delle<br />

risorse per ridurre la pressione fiscale.<br />

Nel 2011, a fronte di un obiettivo<br />

concordato di otto miliardi di<br />

euro, l’Agenzia delle Entrate ed<br />

Equitalia hanno sottratto alla piaga<br />

dell’evasione la cifra record di 12,7<br />

miliardi di euro.<br />

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domenica 19 agosto 2012 L’OSSERVATORE <strong>ROMANO</strong><br />

pagina 3<br />

Istituita dal presidente Zuma per fare luce sul massacro di minatori a Marikana<br />

Commissione d’inchiesta<br />

in Sud Africa<br />

JOHANNSEBURG, 18. Il presidente<br />

sudafricano, Jacob Zuma, ha istituito<br />

una commissione d’inchiesta per<br />

fare luce sul massacro di due giorni<br />

fa a Marikana, nel nordovest del<br />

Paese, dove la polizia ha ucciso 36<br />

minatori in sciopero dal 10 agosto<br />

per chiedere aumenti salariali e migliori<br />

condizioni di lavoro e di vita.<br />

«Dobbiamo fare chiarezza su quello<br />

che è successo, perciò ho istituito<br />

una commissione d’inchiesta per<br />

scoprire le cause dell’incidente», ha<br />

detto il capo di Stato alla stampa.<br />

La polizia è intervenuta armi in pugno<br />

per disperdere una manifestazione<br />

dei lavoratori della miniera di<br />

In Gabon<br />

scontri<br />

tra manifestanti<br />

e polizia<br />

LIBREVILLE, 18. Violenti scontri<br />

tra polizia e manifestanti sono<br />

stati segnalati ieri a Libreville, capitale<br />

del Gabon, che avrebbero<br />

provocato almeno tre morti e oltre<br />

trenta feriti. I disordini sono<br />

cominciati dopo l’intervento della<br />

polizia per disperdere una manifestazione<br />

indetta dall’opp osizione<br />

nel quartiere di Cocotier, per<br />

reclamare l’apertura di una conferenza<br />

nazionale. Il corteo — ha<br />

fatto sapere il ministero degli Interni<br />

— non era stato autorizzato.<br />

Secondo i resoconti forniti da testimoni<br />

sul posto, la polizia ha<br />

lanciato lacrimogeni sui manifestanti<br />

che avevano eretto barricate<br />

e lanciato pietre in direzione<br />

degli agenti. Le violenze sono<br />

coincise con il ritorno in patria,<br />

dopo quattordici mesi di esilio<br />

volontario in Francia, dell’opp o-<br />

sitore André Mba Obame.<br />

Rimpasto<br />

di Governo<br />

in Uganda<br />

KA M PA L A , 18. Il presidente<br />

dell’Uganda, Yoweri Museveni,<br />

ha operato un mini rimpasto di<br />

Governo, con l’obiettivo di reinserire<br />

in posizioni chiave alcune<br />

personalità coinvolte lo scorso<br />

anno in scandali per corruzione.<br />

Sam Kutesa è tornato ai vertici<br />

della diplomazia del Paese africano,<br />

dopo essersi dimesso in seguito<br />

ad una vicenda di mazzette<br />

multimilionarie. John Nasasira e<br />

Mwesigwa Rukutana, costretti alle<br />

dimissioni con Kutesa, sono<br />

stati reinsediati alle rispettive cariche<br />

agli Affari generali e al Lavoro.<br />

Tutti e tre hanno respinto<br />

le denunce per corruzione e ad<br />

aprile scorso il tribunale ha fatto<br />

decadere i procedimento a loro<br />

carico per un cavillo legale. Il resto<br />

del Governo, nonostante da<br />

mesi si rincorrano voci di faide<br />

interne, è rimasto intatto.<br />

platino di Marikana, a 100 chilometri<br />

da Johannesburg, gestita dalla<br />

multinazionale britannica Lonmin.<br />

«Siamo fortemente impegnati a garantire<br />

che questo Paese resti una<br />

pacifica, stabile, produttiva e prospera<br />

Nazione, che vuole migliorare<br />

la qualità della vita di tutti», ha<br />

concluso il presidente Zuma.<br />

Stamane, intanto, a Marikana regna<br />

una calma apparente. Giornalisti<br />

sul posto hanno confermato che<br />

il luogo del massacro, sorvolato dagli<br />

elicotteri, è tuttora presidiato da<br />

mezzi blindati e setacciato dagli<br />

esperti della polizia scientifica. Il bilancio<br />

di 36 morti e 78 feriti è stato<br />

confermato dalla polizia, che ha<br />

detto di aver sequestrato sei pistole,<br />

almeno una delle quali sottratta a<br />

uno dei due poliziotti uccisi nei<br />

giorni scorsi dalla furia dei minatori<br />

a colpi di machete, spranghe e bastoni.<br />

«Gli agenti hanno dovuto<br />

usare la forza per difendersi da un<br />

gruppo di minatori che li attaccava»,<br />

ha dichiarato durante una conferenza<br />

stampa il capo delle forze<br />

dell’ordine. Secondo il ministero<br />

della Polizia, la sparatoria è stata<br />

breve ma intensa. Le forze dell’o rd i -<br />

ne, ha spiegato il portavoce del ministero,<br />

sembrano aver risposto a<br />

colpi d’arma da fuoco. «Ciò che è<br />

successo non avrebbe dovuto accadere<br />

in democrazia, dove manifestare<br />

è un diritto legale e costituzionale<br />

riconosciuto a ciascun cittadino»,<br />

ha ammesso il portavoce, secondo il<br />

quale, tuttavia, «considerando la volatilità<br />

della situazione, la polizia ha<br />

fatto del suo meglio».<br />

Ma i giornali sono lo specchio<br />

del brutto risveglio del “nuovo” Sud<br />

Africa multirazziale, che credeva di<br />

aver definitivamente archiviato scene<br />

come quelle che troneggiano sulle<br />

prime pagine: poliziotti bianchi e<br />

neri pesantemente armati con giubbotti<br />

antiproiettile, che stazionano<br />

davanti a cadaveri insanguinati riversi<br />

nella polvere. Sulla stampa sudafricana<br />

si è così letto «Bagno di<br />

sangue», «Sterminio», «Eccidio della<br />

miniera», titoli che hanno pesantemente<br />

rievocato il fantasma degli<br />

orrori del passato regime razzista<br />

dell’apartheid. Alcuni esperti hanno<br />

puntato il dito contro gli interessi<br />

minerari della multinazionale britannica<br />

Lonmin, che a Marikana detiene<br />

il 12 per cento della propria<br />

produzione di platino, metallo prezioso<br />

di cui il Sud Africa ha l’80<br />

per cento delle riserve mondiali. «È<br />

ovvio che deploriamo profondamente<br />

queste morti», ha detto il presidente<br />

di Lonmin, Rober Phillimore.<br />

«Ma qui si tratta chiaramente di un<br />

problema di ordine pubblico piuttosto<br />

che di un conflitto sociale», ha<br />

aggiunto. La multinazionale ha comunque<br />

fatto sapere che i minatori<br />

in sciopero saranno licenziati se non<br />

torneranno subito al lavoro.<br />

Attentato suicida a Quetta mentre bande armate seminano il terrore per le strade di Karachi<br />

Quotidiana violenza in Pakistan<br />

Il luogo dell’attentato a Quetta (Afp)<br />

Donne somale a Mogadiscio (Afp)<br />

Amal Abdi Ibrahim e Asha Ahmed Abdalla in corsa per le presidenziali in Somalia<br />

Donne che si candidano<br />

MO GADISCIO, 18. Ci sono anche due donne, Amal Abdi<br />

Ibrahim e Asha Ahmed Abdalla, candidate alla presidenza<br />

della Somalia. È la seconda volta che Asha<br />

Ahmed Abdalla, già esponente del Parlamento somalo,<br />

partecipa alle elezioni presidenziali: nel 2004 fu sconfitta<br />

dall’ex capo dello Stato Abdullahi Yusuf. Dal canto<br />

suo, Amal Abdi Ibrahim, da vent’anni rifugiata in<br />

Finlandia, ha annunciato che, nel caso venisse eletta, si<br />

adopererebbe per le vedove di guerra e le madri sole.<br />

«Le donne — ha sottolineato durante un’intervista alla<br />

televisione finlandese — sono le principali vittime del<br />

ISLAMABAD, 18. Rimane sempre alta<br />

la tensione in Pakistan, dove le violenze<br />

scatenate dai miliziani non accennano<br />

a placarsi. Cinque poliziotti<br />

sono rimasti uccisi in un attentato<br />

suicida, con autobomba, avvenuto<br />

nei sobborghi di Quetta. Altre tre<br />

persone sono rimaste ferite. Riferisce<br />

l’agenzia Ansa che le forze di sicurezza<br />

avevano avuto notizia di un<br />

possibile attentato e hanno cercato<br />

di fermare un’auto sospetta nel sobborgo<br />

di Killi Qambrani. L’attentatore<br />

suicida si è dato alla fuga ed è<br />

stato inseguito e bloccato a colpi<br />

d’arma da fuoco. A quel punto si è<br />

fatto esplodere, uccidendo i cinque<br />

agenti di polizia. Nel frattempo Karachi<br />

si conferma città segnata da ripetute<br />

violenze. La notte scorsa<br />

gruppi armati hanno seminato il terrore<br />

nelle strade uccidendo undici<br />

persone. Lo ha riferito l’emittente<br />

Geo Tv. Si segnala in particolare il<br />

caso particolarmente brutale di un<br />

commando armato che è salito su un<br />

autobus per il trasporto dei passeggeri,<br />

nell’area di Kharadar, e ha ucciso<br />

a bruciapelo una donna. Polizia<br />

e ranger sono entrati in azione, ma<br />

non vi sono stati arresti. Intanto tutti<br />

i negozi dei mercati sulla Sharahe-Pakistan<br />

hanno chiuso i battenti.<br />

Ricorda l’Ansa che dall’inizio<br />

dell’anno le vittime delle violenze<br />

sono oltre mille, e la situazione sembra<br />

peggiorare nonostante il dispiegamento<br />

delle forze di sicurezza. Alla<br />

carneficina si aggiungono i casi di<br />

racket e i sequestri di persona a scopo<br />

di estorsione. Da gennaio più di<br />

venti persone sono state rapite e oltre<br />

duecento uomini d’affari hanno<br />

subito ricatti dalle bande che controllano<br />

i quartieri della città portuale.<br />

Si segnala nel frattempo che in<br />

questi giorni si sono incontrati, a La<br />

Mecca, in Arabia Saudita, i presidenti<br />

di Afghanistan e Pakistan,<br />

Hamid Karzai e Asif Ali Zardari.<br />

L’incontro, informa l’Ansa, è avvenuto<br />

a margine del vertice straordinario<br />

dell’Organizzazione della conferenza<br />

islamica (Oic) per discutere<br />

delle relazioni bilaterali, come pure,<br />

in particolare, degli incidenti militari<br />

che hanno interessato la provincia<br />

afghana di Kunar.<br />

Commentando il lancio di razzi<br />

dal territorio pakistano sul suolo<br />

afghano, si legge in un comunicato<br />

diramato a Kabul, «il presidente<br />

Karzai ha sottolineato che questi attacchi<br />

hanno un impatto estremamente<br />

negativo nei sentimenti degli<br />

afghani e la loro prosecuzione non<br />

sarebbe un bene per il Pakistan».<br />

Prendendo atto di questa dichiarazione,<br />

Zardari, riferiscono le agenzie<br />

di stampa, ha assicurato la controparte,<br />

precisa un comunicato pakistano,<br />

che «Islamabad continuerà a<br />

fare tutto ciò che è nelle sue possibilità<br />

per sostenere la pace, la stabilità<br />

e lo sviluppo socio-economico<br />

dell’Afghanistan». Zardari ha infine<br />

affermato che il Pakistan considera<br />

la pace e la sicurezza dell’Afghanistan<br />

come «la sua stessa pace e sicurezza»,<br />

poiché «un Afghanistan pacificato,<br />

stabile e prospero è anche<br />

nell’interesse del Pakistan».<br />

conflitto e hanno bisogno di aiuto». Entrambe le<br />

candidate si sono dette pronte a guidare il Paese africano<br />

verso l’uscita dalla crisi. E mentre i ritardi nella nomina<br />

dei parlamentari incaricati di eleggere il presidente<br />

della Repubblica impensieriscono gli osservatori internazionali,<br />

dalle associazioni somale per la parità di<br />

genere è arrivato l’invito a rispettare la bozza di Costituzione<br />

appena stilata. In base alla Carta, il 30 per<br />

cento dei seggi del Parlamento di Mogadiscio, ovvero<br />

82 su 275 deputati, devono infatti essere ricoperti dalle<br />

donne.<br />

Combattimenti<br />

senza fine<br />

nell’Assam<br />

NEW DELHI, 18. Decine di migliaia<br />

di persone, originarie dello<br />

Stato nordorientale indiano dell’Assam<br />

(dove da settimane sono<br />

in corso scontri etnici che hanno<br />

provocato più di 80 morti), ma residenti<br />

nel sud, stanno tornando<br />

nella loro zona di origine, temendo<br />

di essere vittime a loro volta di<br />

violenze. Lo riferisce tutta la<br />

stampa indiana. Si tratta di cittadini<br />

emigrati dall’Assam trasferitisi<br />

negli Stati centrali e meridionali<br />

di Maharashtra, Karnataka, Tamil<br />

Nadu e Kerala, ma che ora stanno<br />

affollando le stazioni per salire sui<br />

treni diretti a Guwahati, la capitale<br />

dell’Assam. La questione — rileva<br />

l’Ansa — è stata oggetto di un<br />

dibattito in Parlamento ed il premier,<br />

Manmohan Singh, ha assicurato<br />

che sarà intrapresa ogni<br />

iniziativa per riportare la calma.<br />

Gli incidenti in Assam fra l’etnia<br />

Bodo e gruppi islamici immigrati<br />

(molti dal Bangladesh) sono cominciati<br />

in luglio, in particolare<br />

nel distretto del Bodoland. Scontri<br />

che hanno provocato anche la<br />

fuga di 400.000 persone e la distruzione<br />

di 5.000 case. Il coprifuoco<br />

è stato decretato nelle aree<br />

di Kikrajhar, Chirang, Baksa e<br />

Dhubari, con il dispiegamento<br />

dell’esercito nei punti nevralgici<br />

del conflitto. Le autorità di<br />

Karnataka, dove vive la maggior<br />

parte degli emigrati dal nordest,<br />

hanno affermato di volersi fare carico<br />

della sicurezza, cercando inutilmente<br />

di frenare le partenze.<br />

Allerta caldo<br />

in Germania, Francia e Italia<br />

BE R L I N O, 18. Una nuova ondata di<br />

caldo è prevista nelle prossime ore<br />

in gran parte dell’Europa. Se l’Italia<br />

è alle prese con Caligola, il sesto<br />

potente e vasto anticiclone subtropicale<br />

sahariano di quest’estate, la<br />

Germania attende l’arrivo di<br />

Achim.<br />

Anche i tedeschi affronteranno,<br />

dunque, un fine settimana di fuoco,<br />

il più caldo dell’anno secondo le<br />

previsioni, con temperature che potrebbero<br />

sfiorare i 40 gradi. Da domenica,<br />

nel sudovest del Paese, sono<br />

attesi picchi di 38 gradi, mentre<br />

nel resto della Germania la temperatura<br />

si assesterà sui 30. Solo sulla<br />

costa, dove pure è previsto il sole, il<br />

caldo sarà un po’ più mite: non oltre<br />

i 25 gradi. Per l’occasione, i media<br />

hanno rispolverato i record storici<br />

segnati dal caldo in Germania.<br />

In particolare, è stato ricordato il 27<br />

luglio del 1983, quando nell’Amberg-Gärmersdorf,<br />

in Baviera,<br />

la colonnina di mercurio toccò i<br />

40,2 gradi. Un picco che venne registrato<br />

di nuovo il 9 agosto del<br />

2003, a Karlsruhe e qualche giorno<br />

dopo, il 13, a Friburgo.<br />

Grande caldo in arrivo nel fine<br />

settimana anche in Francia. Lo stato<br />

di allerta è stato proclamato in<br />

una ventina di dipartimenti, concentrati<br />

nel Massiccio centrale, in<br />

Borgogna e soprattutto nel sudovest,<br />

dall’entroterra al confine con la<br />

Spagna, fino a Tolosa e alle aree rurali<br />

circostanti. La situazione, precisano<br />

però alla stampa gli esperti<br />

meteo transalpini, è ben lontana<br />

dalla grave crisi di calura del 2003,<br />

quando la barriera dei 40 gradi fu<br />

raggiunta nei due terzi della Francia<br />

per una settimana di seguito,<br />

provocando anche diverse vittime.<br />

Il Governo di Parigi ha comunque<br />

già predisposto un piano di intervento<br />

per tutelare la salute dei soggetti<br />

più a rischio, soprattutto bambini<br />

e anziani.<br />

Le forze armate potranno far uso delle armi sul territorio in caso di attacchi terroristici<br />

Esteso il ruolo dell’esercito tedesco<br />

BE R L I N O, 18. Il Governo tedesco appare<br />

diviso sul possibile impiego<br />

della Bundeswehr, le forze armate<br />

della Germania, a fini di sicurezza<br />

interna, in particolare in caso di minaccia<br />

terroristica, reso possibile<br />

dalla decisione di ieri del<br />

Bundesverfassungsgericht (Bvg), la<br />

Corte Costituzionale di Karlsruhe.<br />

Il ministro della Giustizia e vice<br />

presidente del Partito liberale (Fdp),<br />

Sabine Leutheusser-Schnarrenb erger,<br />

ha affermato che «la<br />

Bunderepublik è diventata adulta<br />

senza avere la Bundeswehr come<br />

poliziotto di riserva», aggiungendo<br />

che «non tutto ciò che è costituzionalmente<br />

possibile è politicamente<br />

giusto», poiché la separazione di sicurezza<br />

esterna e interna «è e rimane<br />

giusta». Di diverso avviso, invece,<br />

i ministri della Difesa, Thomas<br />

de Maizière (Cdu), e quello degli<br />

Interni, Hans-Peter Friedrich (Csu),<br />

che in una dichiarazione comune<br />

hanno sottolineato come la decisione<br />

dei supremi giudici conferma<br />

«l’essenza della posizione del Governo<br />

tedesco», poiché uno dei<br />

compiti più importanti dello Stato è<br />

quello di garantire la sicurezza dei<br />

cittadini «proprio in casi estremi».<br />

I giudici di Karlsruhe — riferisce<br />

l’agenzia Ansa — hanno così autorizzato<br />

l’esercito ad entrare in azione<br />

con armi militari in caso di avvenimenti<br />

di dimensione catastrofica,<br />

mantenendo comunque il divieto di<br />

abbattimento di un aereo passeggeri<br />

dirottato da terroristi per evitare<br />

un’eventuale catastrofe maggiore.<br />

L’aviazione potrà solo intercettare il<br />

velivolo e sparare colpi di avvertimento<br />

per costringerlo a posarsi al<br />

suolo. Nel 2006, la prima sezione<br />

del Bvg aveva stabilito che non si<br />

possono mettere su due piatti di<br />

una bilancia vite contro vite.<br />

Con la decisione di ieri, il<br />

Bundesverfassungsgericht ha anche<br />

stabilito che l’impiego a fini interni<br />

dell’esercito non può essere deciso<br />

dal ministro della Difesa, ma solo<br />

dal Governo di Berlino.<br />

Riserve sulla decisione dei giudici<br />

sono arrivate da sinistra, con il deputato<br />

socialdemocratico (Spd)<br />

Michael Hartmann che ha apprezzato<br />

il fatto che l’impiego della<br />

Bundeswehr possa avvenire «solo<br />

come ultimo mezzo», mentre per il<br />

verde, Omid Nouripour, la sentenza<br />

odierna è «tutt’altro che una licenza<br />

per l’impiego della Bundeswehr a fini<br />

interni». Fortemente critica la posizione<br />

della sinistra radicale Die<br />

Linke, con la deputata Ulla Jelpke<br />

che ha considerato la decisione della<br />

Corte di Karlsruhe «una modifica<br />

della Costituzione attraverso la porta<br />

posteriore», con l’aggiunta che<br />

ciò potrebbe condurre ad «una militarizzazione<br />

della politica interna<br />

con lo scardinamento dei diritti demo<br />

cratici».<br />

Condannato<br />

ex ministro<br />

ucraino<br />

KI E V, 18. Un tribunale ucraino ha<br />

condannato ieri a due anni di servizio<br />

civile Yuri Lutsenko, l’ex ministro<br />

dell’Interno del Governo di<br />

Yulia Tymoshenko, già condannato<br />

a quattro anni di carcere per<br />

abuso di potere. «La Corte ha riconosciuto<br />

Yuri Lutsenko colpevole<br />

e lo ha condannato per aver<br />

illegalmente prolungato un’inchiesta<br />

della polizia», si legge nella<br />

sentenza dei giudici di Kiev. Secondo<br />

la legge ucraina, questa pena<br />

non cambierà la durata della<br />

sua incarcerazione. La nuova condanna,<br />

infatti, sarà assorbita dalla<br />

sua pena precedente, più severa.<br />

Lutsenko è stato uno dei principali<br />

protagonisti della cosiddetta rivoluzione<br />

arancione del 2004, che<br />

portò al potere i filo-occidentali,<br />

tra cui la stessa Tymoshenko, attualmente<br />

in carcere per una condanna<br />

a sette anni di reclusione.


pagina 4 L’OSSERVATORE <strong>ROMANO</strong><br />

domenica 19 agosto 2012<br />

di INOS BIFFI<br />

Augustin Pajou, «Blaise Pascal» (1785, Paris, Louvre)<br />

Quando l’itinerario di Dante sta per finire e<br />

il traguardo cui mirava sta per essere raggiunto,<br />

ecco apparire la figura dell’abate cistercense,<br />

il «sene vestito con le genti glorïose»<br />

(P a ra d i s o , XXXI, 59-60). «La conclusione<br />

del poema sacro — scrive Gilson — non è altro<br />

che l’unione dell’anima con Dio, immagine<br />

della visione beatifica». Anche Beatrice<br />

allora «si ritira e lascia al suo posto quest’uomo<br />

che l’amore ha trasfigurato a immagine<br />

di Cristo, Bernardo di Clairvaux» e di<br />

cui la Chiesa celebra la memoria il 20 agosto.<br />

«Nella Divina commedia — è sempre<br />

Gilson a rilevarlo — Beatrice non è né una<br />

causa assolutamente prima né un fine assolutamente<br />

ultimo. Essa è l’inviata dell’a m o re<br />

divino presso Dante («Amor mi mosse, che<br />

mi fa parlare», Inferno, II, 72): tramite la conoscenza<br />

di Dio, è l’amore di Dio, che lo<br />

deve condurre. Essa viene dall’amore e va<br />

all’amore. Ed è il motivo per cui Dante, con<br />

arte mirabile, ha sottolineato in anticipo il<br />

fatto che, dal momento in cui comincia a<br />

sentire i primi ardori dell’amore estatico, comincia<br />

anche a dimenticare Beatrice.<br />

Ben lungi dall’offendersi per questo, Beatrice<br />

piuttosto se ne compiace, perché, simile<br />

alla fede, essa è venuta solo per potersi poi<br />

e c l i s s a re » .<br />

Pubblichiamo in una nostra traduzione<br />

l’articolo Pascal, au hasard et souvent<br />

apparso nell’ultimo numero della rivista<br />

francese «Témoignage chrétien» (n.<br />

3503 del 26 luglio).<br />

Il 19 agosto 1662 moriva a Parigi Blaise Pascal<br />

Scrittore della vertigine<br />

Occorre dimenticare ciò che si crede di sapere sul filosofo alverniate<br />

versione dell’ordine stabilito che noi,<br />

a dire il vero, non abbiamo mai approfondito.<br />

Non rinneghiamo nulla.<br />

Scoprire un Pascal organizzato, un<br />

Pascal nell’ordine, va bene, anche se<br />

quest’ordine non è il suo. A quindici<br />

anni, è sempre meglio che leggere<br />

romanzi per adolescenti, di azione,<br />

suspense, amore, umorismo, trabocchetti,<br />

personaggi doppi, colpi di<br />

scena, libri fatti per intrattenere e<br />

per sapere come va a finire. Scoprire<br />

Pascal nell’ordine, dunque, va bene.<br />

sfrondato, diluito, pettinato, allineato,<br />

ridisegnato, è il Pascal del funesto<br />

Brunschvicg, un curatore che ha<br />

fatto molto torto al più sottile geometra<br />

della salvezza mettendo ordine<br />

nel disordine delle sue note; è il<br />

Pascal dei maestri positivisti del li-<br />

di<br />

A<br />

SÉBASTIEN LA PA Q U E<br />

ceo repubblicano, un Pascal che dipinge<br />

la miseria dell’uomo senza<br />

bbiamo imparato a leggere<br />

Pascal nell’o rd i n e : Dio, ma un Pascal laico, avendo i<br />

lo spirito di geometria e buoni padri delle scuole cristiane<br />

lo spirito di finezza, la sempre fatto un po’ fatica a digerire<br />

sproporzione dell’uomo, l’apologia della religione fatta da<br />

il divertimento, l’amor proprio, questo spaventoso genio — soprat-<br />

Ma arriva il momento in cui bisogna<br />

l’immaginazione («questa parte<br />

dimenticare le impalcature e<br />

ingannevole dell’uomo,<br />

i pilastri, le griglie interpreta-<br />

maestra di errori e di falsità»), Nel tempo i curatori dei suoi scritti tive, le chiavi di lettura, i<br />

i silenzi eterni, la ragione degli hanno nutrito la falsa idea<br />

partiti presi dei curatori, i loro<br />

titoli e sottotitoli e leggere<br />

effetti, la canna pensante, la gloria,<br />

che si trattasse di un autore chiaro<br />

il cuore e le sue ragioni che la ragione<br />

non conosce, la grazia sufficiente, netto e organizzato<br />

spesso, senz’ordine e senza<br />

questo tormentatore a caso e<br />

la verità al di qua dei Pirenei, il Mistero<br />

di Gesù, i due infiniti, i tre or-<br />

Alla sua morte, il 19 ago-<br />

seguito.<br />

Di vero c’è solo la sua lucidità<br />

dini, i quattro lacchè... Senza dimenticare<br />

la scommessa, manipolata<br />

e mal compresa: «Anche se ci<br />

fosse un’infinità di casi di cui<br />

uno solo a vostro favore, avreste<br />

ancora ragione a scommettere<br />

uno per avere due, e sarebbe<br />

illogico, essendo obbligati<br />

a giocare, rifiutare di giocare<br />

una vita contro tre a un<br />

gioco dove, su un’infinità di<br />

casi, ce n’è uno a vostro favore,<br />

tutto gli abominevoli gesuiti, bersagli<br />

privilegiati dell’insolenza gioiosa<br />

delle Lettres provinciales e di tutto il<br />

loro feroce umorismo sulla grazia<br />

sufficiente che non è sufficiente,<br />

«una cosa assolutamente divina, sia<br />

nelle parti serie, sia nella perfetta<br />

canzonatura», come scrive Madame<br />

de Sévigné alla figlia in una lettera<br />

del 23 luglio 1677.<br />

Degli estratti scelti dalle P ro v i n c i a -<br />

sto 1662, lo scrittore alverniate,<br />

nato a Clermont-Ferrand il 19<br />

giugno 1623, ha lasciato dietro di sé<br />

una quantità considerevole di note<br />

disordinate, ritrovate dopo la sua<br />

morte tra le sue carte, che i suoi<br />

amici di Port-Royal hanno decifrato,<br />

corretto, ordinato, selezionato, ricopiato,<br />

curato e stampato in parte nel<br />

1669, poi ufficialmente nel 1670 sotto<br />

il titolo di Pensées de M. Pascal sur<br />

la Religion et sur quelques autress suun’infinità<br />

qualora ci fosse da vincere les, riprodotti da Lagarde & jets. Dopo questa edizione di Port-<br />

di vite infinitamente<br />

Michard, sono bastati a farci gustare Royal, che conviene scoprire nel se-<br />

felici». Questo Pascal in Pascal una gioia infantile di sovcondo<br />

tomo della Pléiade per<br />

cono-<br />

San Bernardo, Dante e l’ultimo traguardo<br />

E Beatrice lasciò il posto a chi fu trasfigurato<br />

«Non possiamo vedere e conoscere<br />

Dio attraverso la teologia<br />

ma attraverso la grazia e la contemplazione»<br />

Così spiegava Pietro Alighieri<br />

«L’episodio di Dante lasciato da Beatrice sta<br />

a significare che non possiamo vedere e conoscere<br />

Dio attraverso la teologia, ma attraverso<br />

la grazia e la contemplazione. Per ciò<br />

viene impetrata dalla Vergine la grazia di vedere<br />

ciò che non è possibile percepire attraverso<br />

le scritture». Come Beatrice s’era fatta<br />

precedere da Virgilio finché la fede non era<br />

ancora necessaria, e si è sostituita a Virgilio<br />

nel momento in cui il lume naturale era di-<br />

Dal 18 agosto al 24 ottobre si potrà eccezionalmente ammirare il pavimento a commesso marmoreo del duomo di Siena<br />

«Il più magnifico<br />

che mai fusse stato fatto»<br />

A partire dal 18 agosto (e fino al 24 ottobre),<br />

la cattedrale di Siena scopre il suo<br />

pavimento a commessi marmorei, «il più<br />

bello (...), grande e magnifico (...) che<br />

mai fusse stato fatto», secondo Giorgio<br />

Vasari. Abitualmente coperto da lastre di<br />

faesite per proteggerlo dal calpestio di fedeli<br />

e visitatori, la scopertura del tappeto<br />

marmoreo permetterà anche di ammirare<br />

le tarsie nell’esagono sotto la cupola, lo<br />

spazio vicino all’altare, i riquadri del<br />

transetto. Uno spettacolo unico, che permetterà<br />

anche la visita intorno all’abside,<br />

con la visione delle tarsie lignee di Fra<br />

Giovanni da Verona e gli affreschi di Domenico<br />

Beccafumi.<br />

Il pavimento del Duomo è frutto di un<br />

complesso programma che si è realizzato<br />

tra il Trecento e l’Ottocento. I cartoni<br />

preparatori per le 56 tarsie furono forniti<br />

da importanti artisti, quasi tutti senesi,<br />

anche se non mancano pittori di altra<br />

provenienza come l’umbro Pinturicchio<br />

(autore nel 1505 del riquadro con il Monte<br />

della Sapienza, che presenta l’eterno<br />

contrasto tra la Fortuna e la Virtù). La<br />

tecnica utilizzata per trasferire l’idea dei<br />

vari artisti sul pavimento è quella del<br />

commesso marmoreo e del graffito. Si<br />

iniziò in modo semplice, raggiungendo<br />

gradatamente una perfezione sorprendente:<br />

le prime tarsie furono tratteggiate sopra<br />

lastre di marmo bianco con solchi<br />

eseguiti con lo scalpello e il trapano,<br />

Avviene nel P a ra d i s o , al canto decimo.<br />

Dante, su invito di Beatrice, si è volto a ringraziare<br />

Dio, Sole degli angeli, e allora, scrive<br />

il poeta, «sì tutto ’l mio amore in lui si<br />

mise, / che Bëatrice eclissò nell’oblio. / Non<br />

le dispiacque, ma sì ne rise, / che lo splendor<br />

de li occhi suoi ridenti / mia mente unita<br />

in più cose divise» (P a ra d i s o , X, 59-63).<br />

Virgilio fino al Paradiso terrestre, poi Beatrice,<br />

infine san Bernardo di Clairvaux. «È lei<br />

— osserva sempre Gilson — che invierà san<br />

Bernardo presso Dante («A terminar lo tuo<br />

disiro, / mosse Beatrice me del loco mio»,<br />

P a ra d i s o , XXXI, 65-66), per condurlo all’estasi<br />

finale, coronamento del suo pellegrinaggio<br />

nell’al di là, fine ultimo del poema sacro<br />

e primizia del fine ultimo dell’uomo.<br />

Essa dunque non può condurre Dante al<br />

termine del suo viaggio. L’intento del poeta<br />

è perfettamente chiaro, e Pietro Alighieri,<br />

commentando l’opera del padre, non si è ingannato<br />

sul significato di questo passo:<br />

riempiti di stucco nero (tecnica chiamata<br />

graffito). Poi si aggiunsero marmi colorati<br />

accostati assieme come in una tarsia lignea<br />

(tecnica chiamata commesso marmoreo).<br />

Nelle tre navate, l’itinerario si<br />

snoda attraverso temi dell’antichità classica<br />

e pagana: la Lupa che allatta Romolo<br />

e Remo, le dieci Sibille, i filosofi che<br />

hanno rifiutato la ricchezza e i piaceri<br />

per meglio conoscere la profondità<br />

dell’animo umano nei suoi rapporti con<br />

la divinità. Nel transetto e nel coro si<br />

narra invece la storia del popolo ebraico,<br />

le vicende della salvezza compiuta e realizzata<br />

da Gesù, costantemente evocato e<br />

mai rappresentato nel pavimento, ma<br />

presente sull’altare verso cui converge<br />

l’itinerario artistico e religioso. I soggetti<br />

sono tratti dal Vecchio Testamento, tranne<br />

la Strage degli Innocenti (Vangelo di<br />

Matteo).<br />

Dopo la visita, si comprenderanno meglio<br />

le parole che Cosima, moglie di<br />

Wagner, scrisse nel suo diario il 21 agosto<br />

1880: «Richard è commosso fino alle lacrime,<br />

dice che è l’impressione più forte<br />

che abbia mai ricevuto da un edificio.<br />

Vorrei ascoltare il preludio di Parsifal sotto<br />

questa cupola! In mezzo a tante<br />

preoccupazioni un momento di felicità:<br />

aver condiviso con Richard questo rapimento,<br />

sentimento di gratitudine verso il<br />

mio destino».<br />

venuto insufficiente (...), essa si<br />

eclissa a sua volta davanti a san<br />

Bernardo nel momento in cui l’op e-<br />

ra preparata dalla conoscenza deve<br />

compiersi per mezzo dell’a m o re » .<br />

San Tommaso d’Aquino nella<br />

Summa Theologiae scrive: «Maggiormente<br />

parteciperà del lume della<br />

gloria, chi possiede maggior carità,<br />

poiché, dove c’è carità più grande, qui maggiore<br />

è il desiderio, e il desiderio, in certo<br />

modo, rende il desiderante idoneo e preparato<br />

a ricevere il desiderato» (I, 12, 6, c).<br />

«Tutto san Bernardo — commenta Gilson —<br />

sta in questa affermazione»; «Nulla di più<br />

cistercense, ma anche nulla di più tomista».<br />

Ancora una volta, Dante è proceduto non<br />

«per fredde allegorie», presentandoci «personificazioni<br />

astratte (...): Giustizia, Fede,<br />

Teologia, Filosofia», ma, «con una prodigio-<br />

sa trovata artistica, un puro colpo di genio»,<br />

«per simboli, cioè per personaggi rappresentativi».<br />

Nel caso di Bernardo per il personaggio<br />

che rappresentava ai suoi occhi la<br />

teologia mistica, o la «mistica unitiva».<br />

L’abate di Clairvaux «è scelto da Dante come<br />

l’espressione più alta della teologia mistica»<br />

(Raul Manselli). E infatti è in un’esp e-<br />

rienza mistica che il cammino di Dante si<br />

consuma.<br />

Ora il poeta può vedere non più unicamente,<br />

come nei due precedenti regni, delle<br />

«ombre vane, fuor che ne l’aspetto» (P u rg a -<br />

torio, II, 79), ma facce umane vere, accese di<br />

carità, fregiate di luce divina, accese del sorriso,<br />

che nasce e perviene dal loro intimo,<br />

facce dignitose e gentili: «Vedëa visi a carità<br />

süadi, / d’altrui lume fregiati e di suo riso, /<br />

e atti ornati di tutte onestadi» (P a ra d i s o ,<br />

XXXI, 49-51).<br />

In particolare egli può ammirare il volto<br />

di Maria, che compare come un sorriso di<br />

bellezza («una bellezza ridente» scriveva<br />

Anna Maria Chiavacci), che si moltiplica in<br />

letizia indefinibile negli occhi degli altri santi:<br />

quel volto che è lo specchio del volto di<br />

Cristo. In nessun viso — dirà il poeta — si riflette<br />

il viso di Gesù come in quello di Maria,<br />

la cui chiarezza — spiegherà Bernardo —<br />

«sola ti può disporre a veder Cristo» (P a ra -<br />

diso, XXXII, 86-87).<br />

La prima edizione delle «Pensées» (1670)<br />

scere tutte le immagini che ci si è<br />

fatti di Pascal da tre secoli e mezzo,<br />

i curatori successivi dei quaderni<br />

dell’Apologie de la Religion chrétienneribattezzata<br />

Pensées hanno di volta in<br />

volta contestato questa selezione e<br />

l’ordine che le era stato dato. Nel<br />

XIX secolo, da Victor Cousin a Léon<br />

Brunschvicg, essi si sono dedicati a<br />

dare delle versioni più scrupolose e<br />

più complete delle annotazioni di<br />

Pa s c a l .<br />

Ma non hanno potuto fare a meno<br />

di presentarle in qualche sorta di<br />

ordine. E facendo questo, hanno nutrito<br />

di Pascal la falsa idea di un autore<br />

chiaro, netto, organizzato, di<br />

cui c’è voluto un secolo per disfarsi.<br />

Lucido, Pascal lo è sicuramente. Ma,<br />

utilizzando incessantemente la figura<br />

dell’anamorfosi, vale a dire il chiaroscuro<br />

su cui convergono gli opposti,<br />

egli taglia i ponti con le false apparenze<br />

del mondo, fedele in questo a<br />

Platone, un pagano che ebbe il dono<br />

di «disporre al cristianesimo». E,<br />

facendo riferimento a Montaigne,<br />

osa affermare che tutto nel mondo è<br />

turbamenti, tormenti, sconvolgimenti<br />

e perenne altalena. In quanto unisce<br />

gli opposti, l’uomo è per lui un mistero<br />

insondabile, una follia. «Gli<br />

uomini sono così necessariamente<br />

pazzi che il non essere pazzo equivarrebbe<br />

a essere soggetto a un altro<br />

genere di pazzia».<br />

Da quel momento, Pascal si avventura<br />

nella foresta fitta e selvaggia<br />

della condizione umana dei percorsi<br />

inediti, che egli lascia per perdersi e<br />

poi ritrova incessantemente. Un<br />

principio del suo pensiero è che esso<br />

non intende mai risultare in una lezione<br />

di morale. Un secolo e mezzo<br />

prima dello Charles Péguy della Note<br />

conjointe sur M. Descartes et la philosophie<br />

cartésienne, uno dei suoi fedeli<br />

lettori, Blaise Pascal, ha sentito<br />

con certezza che tutto ciò che si<br />

guadagnava attraverso la morale — la<br />

legge, i casisti, i gesuiti — era sottratto<br />

alla grazia. Da qui l’apertura alla<br />

voce del cuore, a tutte le energie<br />

dell’invisibile e a tutte le follie<br />

dell’inconscio.<br />

Bisogna dunque dimenticare ciò<br />

che si crede di sapere su Pascal. Bisogna<br />

lasciare i piccoli classici e i<br />

volumi di brani scelti troppo ben<br />

classificati per leggere le Pensées nelle<br />

edizioni moderne — Lafuma<br />

(1948), Sellier (1976), Le Guern<br />

(1977), Kaplan (1982) — i cui autori<br />

hanno rinunciato a ogni idea di piano<br />

fisso per rendere conto del disordine<br />

delle carte manoscritte del 1662.<br />

Si capisce allora che Pascal, chiaro,<br />

netto e organizzato che sia, è un autore<br />

della vertigine.<br />

Quest’uomo è un sovversivo che si<br />

fa gioco delle smorfie dei cortigiani,<br />

dei fasti delle corti e della pompa<br />

romana. Insieme a Sainte-Beuve,<br />

conviene tuttavia sottolineare il «lato<br />

affettuoso di Pascal» che troppo<br />

spesso viene trascurato per insistere<br />

sulla sua supposta cattiveria. Lato<br />

affettuoso, dite voi Ascoltate:<br />

«Niente è più comune delle buone<br />

cose: si tratta soltanto di ravvisarle;<br />

ed è sicuro che sono tutte naturali e<br />

alla nostra portata, e persino conosciute<br />

da tutti. Ma non si sa distinguerle.<br />

Ciò è universale. Non è nelle<br />

cose straordinarie e bizzarre che si<br />

trova l’eccellenza di qualsiasi tipo.<br />

Ci si innalza per arrivarvi e così ci si<br />

allontana. Bisogna abbassarsi il più<br />

delle volte. I migliori libri sono<br />

quelli che coloro che li leggono credono<br />

che avrebbero potuto farli loro.<br />

La natura, che sola è buona, è familiare<br />

e comune».


domenica 19 agosto 2012 L’OSSERVATORE <strong>ROMANO</strong><br />

pagina 5<br />

P a r t i c o l a re<br />

del «Fregio per Palazzo Stoclet»<br />

(1905-1909)<br />

the World, in cui Barbie assume finalmente<br />

le fattezze e l’abbigliadi<br />

I<br />

SANDRO BARBAGALLO<br />

l 2012 è l’anno di Gustav<br />

Klimt, almeno artisticamente<br />

parlando, perché per il<br />

centocinquantesimo anniversario<br />

della nascita ovunque<br />

in Europa lo si sta festeggiando<br />

con mostre e manifestazioni. A<br />

Vienna, ovviamente, dove otto musei<br />

hanno inaugurato esposizioni<br />

in suo onore, ma anche a Londra,<br />

Parigi, Berlino e Barcellona.<br />

In Italia sono state due le mostre<br />

aperte contemporaneamente,<br />

una allo Spazio Oberdan di Milano,<br />

dove erano di scena una serie<br />

di disegni («Gustav Klimt. Disegni<br />

intorno al Fregio di Beethoven»),<br />

l’altra al Museo Correr di<br />

Venezia, dove è stato documentato<br />

il particolare contesto culturale<br />

della Secessione viennese attraverso<br />

raffinati dipinti, disegni,<br />

mobili rari, ma anche preziosi<br />

gioielli («Gustav Klimt nel segno<br />

di Hoffmann e della Secessione»).<br />

Secondo di sette fratelli, Gustav<br />

Klimt nasce a Baumgarten, allora<br />

un sobborgo autonomo alle porte<br />

di Vienna, il 14 luglio 1862 in una<br />

famiglia dalle condizioni economiche<br />

sempre precarie. Il padre<br />

Ernest, infatti, un orafo incisore di<br />

origine boema, non aveva un grande<br />

successo nella sua professione.<br />

Nell’ottobre del 1875, il tredicenne<br />

Gustav supera l’esame di ammissione<br />

alla Scuola di Arti applicate<br />

dell’Imperial-regio Museo austriaco<br />

per l’arte e l’industria. Comincia<br />

così la lunga carriera di<br />

uno degli artisti più amati dal<br />

grande pubblico. Un pittore che<br />

riesce nella propria arte a fondere i<br />

virtuosismi della grande accademia<br />

con le intuizioni di ricerche<br />

d’avanguardia che attraverseranno<br />

tutto il XX secolo.<br />

La formazione presso<br />

la scuola di arti applicate<br />

si ispirava in modo molto<br />

ampio alla tradizione accademica<br />

classica. Infatti<br />

si studiavano non solo<br />

gessi, ma anche modelli<br />

dal vero che potevano essere<br />

utilizzati come personaggi<br />

storici in composizioni<br />

di ispirazione neoclassica.<br />

Eravamo, però,<br />

alla fine dell’Ottocento e<br />

in Francia maturava la<br />

grande rivoluzione impressionista.<br />

Al 1874, infatti,<br />

si fa risalire la prima<br />

mostra degli impressionisti<br />

nello studio del fotografo<br />

Nadar.<br />

Gli impressionisti uscivano<br />

all’aria aperta, volevano<br />

raccontare la vita di<br />

ogni giorno, non volevano<br />

più dipingere né allegorie<br />

né episodi storici né<br />

tantomeno biblici. Invece<br />

Klimt e i suoi compagni<br />

di avventura artistica non<br />

temono di illustrare un<br />

mondo legato al passato<br />

che diventa innovativo,<br />

sebbene sotto la suggestione<br />

del gusto della Secessione<br />

viennese.<br />

All’inizio della sua carriera<br />

Klimt dipinge in modo realistico<br />

con contorni netti che si stagliano<br />

nitidamente sullo sfondo<br />

della tela. Tanto nitidamente che a<br />

Faccia a faccia<br />

con l’artista<br />

Vienna, la città natale del fondatore<br />

della Secessione, si appresta<br />

a vivere gli ultimi mesi<br />

del centenario con una girandola<br />

di esposizioni che porteranno<br />

in mostra, da qui alla fine<br />

dell’anno, circa ottocento opere<br />

dell’artista austriaco. È un’o ccasione<br />

per ammirare anche i lavori<br />

meno conosciuti del pittore<br />

che fu anche grande disegnatore.<br />

Oltre all’esposizione allestita<br />

all’Oberes Belvedere, ricordiamo<br />

ad esempio «Faccia a faccia<br />

con Gustav Klimt», al Kunsthistorisches<br />

Museum, che propone<br />

i dipinti realizzati nel 1890<br />

per lo scalone nord del museo<br />

dall’artista allora ventottenne,<br />

assieme al fratello Ernst e<br />

all’amico Franz Matsch. O ancora<br />

le mostre delle collezioni<br />

del Wien Museum, della Künstlerhaus<br />

e dell’Austrian Theater<br />

Museum.<br />

Celebrato con mostre in tutta Europa il centocinquantenario della nascita<br />

L’anno di Klimt<br />

Il suo iperrealismo fuso con la ricerca geometrica aprì le porte all’astrazione<br />

lungo si è pensato che egli si servisse<br />

di modelli fotografici per riuscire<br />

a lavorare anche dopo il termine<br />

delle faticose sedute di posa.<br />

Nel 1897, Klimt dipinge La signora<br />

con cappello piumato ed è la<br />

prima volta che si cimenta in<br />

un’opera che diventa un passaggio<br />

sperimentale. Vediamo infatti che i<br />

«Ritratto di Fritza Riedler» (1906)<br />

contorni cominciano a dissolversi<br />

mentre il velo sul viso crea<br />

quell’effetto intrigante e ambiguo<br />

che sarà la cifra di molte sue opere<br />

successive. Ma l’interesse di quest’opera<br />

è che lo sfondo non ha<br />

più importanza e serve solo a far<br />

risaltare l’incarnato della modella.<br />

C’è un altro artista, Fernand<br />

Khnopff, con cui Klimt procede<br />

nella ricerca, suggestionato dal suo<br />

modo sia di ritrarre la figura umana,<br />

sia dallo stile con cui affronta<br />

la natura, creando quelli che egli<br />

definisce «paesaggi dell’anima». È<br />

molto probabile infatti che si debba<br />

a Khnopff se Klimt incominciò<br />

a dipingere una serie di paesaggi,<br />

realizzati tra il 1899 e il 1901, con<br />

titoli come C re p u s c o l o , Una mattina<br />

allo stagno, Paludi, Riva di lago con<br />

giovani betulle.<br />

Bisogna ricordare che Klimt oltre<br />

a essere un grande pittore era<br />

anche un grande disegnatore che si<br />

esprimeva con una libertà e una<br />

disinvoltura non molto comuni per<br />

i suoi tempi. Sia lui che il suo amico<br />

erano innamorati del movimento<br />

dei preraffaelliti. Non a caso le<br />

loro immagini femminili sono ispirate<br />

a Dante Gabriele Rossetti,<br />

Edward Burne-Jones e Ford<br />

Madox Brown. Quasi che il loro<br />

tipo ideale di femminilità avesse<br />

attraversato un secolo, perfezionandosi<br />

nella loro visione aggiornata.<br />

Ma già nel 1901, con la Giuditta,<br />

Klimt va oltre l’atmosfera evanescente<br />

e romantica dei preraffaelliti<br />

e crea una composizione incredibilmente<br />

innovativa in cui il volto<br />

e il corpo nudo di una sensualissima<br />

donna, appaiono sulla superficie.<br />

L’immagine femminile si forma<br />

sul fondo del quadro quasi a<br />

gnante (1965), la ballerina e la star<br />

del cinema (1988), l’istruttrice di aerobica<br />

(1990) o la fioraia (1999).<br />

Barbie, infatti, tra l’altro, è stata<br />

chirurgo (1973), ambasciatrice per la<br />

pace e rockstar (è stata la front woman<br />

di diverse band, tra le quali<br />

Barbie and the Rockers; 1986); atleta<br />

olimpica (1987), medico (1988),<br />

ufficiale militare (1989), ambasciatrice<br />

dell’Unicef e pilota d’a e re o<br />

(1990), poliziotta (1993), pediatra<br />

(1994), vigile del fuoco (1995), veterinaria<br />

(1996), paleontologa e dentista<br />

(1997).<br />

Una vicenda a parte quella del<br />

rapporto tra l’americanissima Barbie<br />

e la Casa Bianca. Né democratisquarciare<br />

un sipario disegnato<br />

a forme astratte e<br />

dipinto con oro e blu di<br />

Prussia. Riguardo a questo<br />

quadro è interessante<br />

sapere che, essendo stato<br />

dipinto su foglia d’o ro ,<br />

l’asciugatura del collante<br />

sotto le zone brillanti risultò<br />

molto lenta e fece sì<br />

che al momento di presentare<br />

l’opera (il 15 marzo<br />

1901), il quadro non<br />

fosse ancora asciutto. Per<br />

accelerare i tempi Klimt<br />

cercò di fare delle cancellazioni<br />

di pittura, creando<br />

così, ancora di più, un effetto<br />

innovativo. Per<br />

esempio l’apparizione di<br />

parte del volto di Oloferne,<br />

in basso a sinistra.<br />

Splendido contrappunto,<br />

nel colore livido del blu<br />

di Prussia, alla massa dei<br />

capelli di Giuditta.<br />

Se il tema di Giuditta<br />

con la testa di Oloferne<br />

era tra i preferiti dai pittori<br />

della seconda metà<br />

dell’Ottocento, la Salomè<br />

di Oscar Wilde, rappresentata<br />

per la prima volta<br />

a Parigi nel 1896, catalizzò<br />

un nuovo interesse sul<br />

racconto biblico. A<br />

Klimt, in particolare,<br />

l’idea di rappresentare<br />

questo personaggio venne<br />

probabilmente dopo aver visto<br />

l’H e ro d i a d e di Stephane Mallarmé.<br />

Nel 1909, ecco dunque pronta la<br />

sua Salomè, in cui il fondo oro si<br />

apre come una quinta sull’immagine<br />

livida di una donna dai capelli<br />

corvini, nuda fino a mezzo busto,<br />

che trattiene tra le mani adunche<br />

un mantello nero decorato da disegni<br />

geometrici policromi. Anche in<br />

quest’opera, come nella Giuditta,<br />

compare nella parte sinistra in basso,<br />

quasi una visione spettrale, il<br />

volto parzialmente velato del Battista.<br />

Questo quadro rappresenta la<br />

capacità dell’artista di coniugare la<br />

gradevolezza decorativa con la ferocia<br />

del soggetto, creando una<br />

sorta di spiazzamento visivo.<br />

Spiazzamento che raggiunge il suo<br />

colmo con La danzatrice, dal fregio<br />

Stoclet a Vienna (1910-1911).<br />

Sottolineiamo le date di queste<br />

opere, in cui l’immagine della figura<br />

iperrealista si fonde con una ricerca<br />

geometrica che prelude alle<br />

future istanze dell’astrazione. Non<br />

a caso risale al 1909 il primo acquerello<br />

astratto di Kandinsky e<br />

contemporaneamente la rivoluzione<br />

del cubismo francese, del futurismo<br />

italiano, del costruttivismo<br />

russo, che alimenteranno i movimenti<br />

d’avanguardia di tutto un<br />

secolo.<br />

L’evento clou delle celebrazioni<br />

per il centocinquantesimo anniversario<br />

della nascita di Gustav Klimt<br />

ha preso il via lo scorso 12 luglio<br />

all’Oberes Belvedere di Vienna, il<br />

museo che raccoglie la più grande<br />

collezione di opere di Klimt, per<br />

concludersi a gennaio del 2013. Vi<br />

saranno esposti, oltre ai più celebri<br />

dipinti del pittore austriaco, tra cui<br />

il celebre Bacio (1907-1908), Fr i t z a<br />

Riedler (1906) e Judith I (1901), anche<br />

G i ra s o l e (1907) e Fa m i g l i a<br />

(1909-1910), due capolavori da poco<br />

acquisiti al patrimonio del museo<br />

viennese.<br />

Il 14 luglio, poi, compleanno di<br />

Klimt, ci è stata regalata una sorpresa.<br />

È stata infatti ritrovata in un<br />

garage una sua opera giovanile,<br />

raffigurante un cupido che suona<br />

la tromba, che originariamente<br />

adornava il soffitto dello studio<br />

viennese dove Klimt visse tra il<br />

1883 e il 1892. Il dipinto, un affresco<br />

trasposto su tela dopo che venne<br />

trafugato durante i lavori per<br />

l’installazione dell’ascensore nel<br />

palazzo, è stato riconosciuto da un<br />

noto commerciante d’arte viennese,<br />

contattato dall’ignaro proprietario<br />

del garage, che ha così improvvisamente<br />

scoperto il valore di<br />

quell’opera nascosta nel suo locale.<br />

Resta da capire se il proprietario<br />

del garage possa o meno considerare<br />

di sua appartenenza l’op era,<br />

visto che era stata sottratta dal soffitto<br />

dello studio viennese di<br />

Klimt. L’averla infatti rinvenuta in<br />

una sua proprietà non indica necessariamente<br />

che il quadro gli appartenga.<br />

In attesa di saperlo è intanto<br />

visibile nella mostra al Belvedere<br />

superiore.<br />

C’è da dire che non è la prima<br />

volta che un’opera perduta di<br />

Gustav Klimt viene ritrovata. Nel<br />

2003 è stata la volta della tela intitolata<br />

Il toro, mentre nel 2005, durante<br />

la spartizione di un’e re d i t à ,<br />

venne ritrovato un olio su cartone<br />

che raffigurava una suonatrice di<br />

arpa, che apparteneva all’ultimo<br />

periodo dell’artista. Un dipinto<br />

che invece non è mai stato ritrovato<br />

è il Ritratto di Signora (1916) rubato<br />

in circostanze misteriose alla<br />

galleria d’arte moderna Ricci Oddi<br />

di Piacenza nel 1997. Che questo<br />

anniversario ci riservi ancora qualche<br />

sorpresa<br />

Storia dei tentativi di emanciparsi da uno stereotipo<br />

Barbie, cresci<br />

di GIULIA GALEOTTI<br />

Rimane, molto probabilmente, uno<br />

dei giocattoli più criticati e stigmatizzati.<br />

E senz’altro a ragione. Con<br />

le sue forme perfette e irreali, Barbie<br />

— donna-bambolina impossibile<br />

— è divenuta negli anni l’emblema<br />

della perfezione posticcia, della bellezza<br />

plastificata, della bionda vacuità,<br />

autentico anti-modello per le<br />

bambine, reali, in crescita. Né i goffi<br />

tentativi della casa produttrice di<br />

renderla più vera (dal 1997, ad<br />

esempio, il corpo di Barbie è stato<br />

rimodellato per darle un bacino più<br />

ampio), ne hanno mutato l’essenza.<br />

Barbie resta concepita al botulino,<br />

con il suo Dna iscritto nella chirurgia<br />

estetica, prima ancora che la<br />

chirurgia estetica diventasse routine:<br />

dimostrandosi impermeabile a tempo,<br />

mode e rughe, il primo esemplare<br />

risale addirittura al 9 marzo<br />

1959.<br />

Mentre Ruth Handler guardava<br />

la figlia Barbara giocare — narra la<br />

leggenda — realizzò che la bimba<br />

Dati archiviati utilizzando il linguaggio dei cromosomi<br />

Hard disk biologico<br />

Bastano pochi milligrammi di Dna per immagazzinare tutte le<br />

opere della Library of Congress: lo ha dimostrato uno studio,<br />

pubblicato dalla rivista «Science», che apre la strada ai futuri<br />

hard disk biologici, molto più capienti di quelli attuali. I ricercatori<br />

della Harvard Medical School guidati da George Church<br />

hanno utilizzato una stampante a getto d’inchiostro modificata<br />

per spruzzare minuscole particelle di Dna su un chip di vetro. Il<br />

file da trasformare (rinunciando a Moby Dick, si è optato per una<br />

copia dell’ultimo libro di Church) è stato diviso in piccoli blocchi<br />

da 96 bit. Trasferito sul chip, il documento è stato letto con<br />

un sequenziatore del Dna e un computer, in grado poi di copiarlo<br />

su altri chip senza alcun errore. «Il tutto è stabile per almeno<br />

quattrocentomila anni» ha spiegato Church, presentando questo<br />

metodo che permette di immagazzinare molte più informazioni<br />

di qualunque altro sperimentato finora. Secondo i calcoli degli<br />

esperti, pochi grammi di Dna sarebbero sufficienti per immagazzinare<br />

tutti i dati prodotti nel mondo in un anno.<br />

dava alle sue bambole ruoli da<br />

adulti. Ipotizzando che potesse<br />

trattarsi di un’ottima scelta di mercato,<br />

Ruth suggerì l’idea di una linea<br />

di bambole adulte al marito<br />

Elliot, cofondatore della Mattel.<br />

Inizialmente l’idea non lo entusiasmò<br />

affatto, ma la tenacia della<br />

donna ebbe la meglio: prendendo<br />

ispirazione da Barbara, Barbie fece<br />

la sua prima apparizione nei negozi<br />

con costume zebrato e capelli raccolti<br />

in una lunga coda di cavallo.<br />

Da lì, un successo inarrestabile: la<br />

Mattel ha dichiarato che nel pianeta<br />

vengono vendute tre Barbie al<br />

secondo.<br />

Per respingere al mittente le accuse<br />

di giocattolo diseducativo, i<br />

produttori di Barbie le hanno imposto<br />

nella sua storia qualche scelta<br />

politicamente corretta. Ad esempio,<br />

si sono preoccupati di far sapere<br />

che la bellissima non trascorre tutto<br />

il giorno solo a farsi bella per Ken<br />

— oltre, chiaramente, a fare la modella<br />

(1959), l’infermiera e la hostess<br />

(1961), la mamma (1963), l’inseca,<br />

né repubblicana (ma leader indiscussa<br />

del «B Party») Barbie è<br />

stata più volte candidata presidenziale,<br />

mentre nel 2000 è diventata<br />

addirittura presidente degli Stati<br />

Uniti. Con una particolarità interessante:<br />

per il più recente look da<br />

candidata (tailleur rosa con richiami<br />

patriottici blu, bianchi e rossi, disegnato<br />

da Chris Benz) Barbie per la<br />

prima volta dopo mezzo secolo ha<br />

abbandonato gli scomodi tacchi a<br />

spillo optando per la zeppa: un<br />

cambiamento storico che le ha permesso<br />

di restare letteralmente in<br />

piedi da sola.<br />

Né Barbie può e deve essere accusata<br />

di razzismo. Negli anni Ottanta<br />

infatti nasce la serie Dolls of<br />

Barbie candidata alla Casa Bianca<br />

mento caratteristico del Paese che<br />

rappresenta. Compare la prima Barbie<br />

di colore (non la prima bambola<br />

afroamericana prodotta: già nel<br />

1964 c’era stata Julia e poco dopo<br />

Christie), ma la prima bambola con<br />

la pelle nera a chiamarsi Barbie<br />

(poi sono arrivate le Barbie orientali).<br />

Barbie, del resto, ha avuto addirittura<br />

un’amica paraplegica. Nel<br />

1997, infatti, è comparsa Becky,<br />

l’amica biondissima, bellissima e in<br />

carrozzina. A nemmeno un mese<br />

dal lancio, però, risultò l’enorme<br />

gaffe compiuta dalla Mattel: la sedia<br />

a rotelle della signorina, infatti,<br />

non entrava nella casa della celebre<br />

amica (e pare che la barriera architettonica<br />

ne abbia fatto crollare le<br />

vendite).<br />

L’ultima frontiera del politicamente<br />

corretto è notizia<br />

di questi giorni: la Barbie<br />

calva dovrebbe infatti presto<br />

diventare una realtà. Dopo<br />

una campagna su Facebook<br />

e dopo l’iniziale rifiuto della<br />

Mattel («non accettiamo<br />

condizionamenti esterni»), è<br />

stato invece dato il via libera<br />

alla produzione. Barbie bold,<br />

però, non sarà in commercio,<br />

ma verrà donata agli ospedali<br />

pediatrici che ospitano bimbi colpiti<br />

da tumori.<br />

Professioni, colore della pelle, disabilità<br />

e malattia: il cammino di<br />

Barbie parrebbe la dimostrazione<br />

della (parziale) infondatezza di tante<br />

critiche perché, in fin dei conti,<br />

bella anche con anima e senso civico.<br />

Viene però un dubbio: quanti di<br />

noi hanno mai realmente incontrato<br />

queste Barbie sugli scaffali dei negozi<br />

Perché di questa galleria di<br />

politicamente ed educativamente<br />

corretto non v’è traccia alcuna sul<br />

mercato reale Perché — giusto per<br />

commentare la più stretta attualità<br />

— non vendere la Barbie calva che<br />

potrebbe rappresentare una importante<br />

via per rassicurare le bimbe<br />

davanti alle madri sotto chemio<br />

Secondo la Mattel, il novanta per<br />

cento delle bambine americane di<br />

età compresa tra i tre e i dieci anni<br />

possiede almeno una Barbie, facendone<br />

così la bambola più venduta<br />

negli Stati Uniti. Sono dunque innanzitutto<br />

i dati a dimostrare quanto<br />

Barbie potrebbe davvero rappresentare<br />

un potente strumento per<br />

incoraggiare cambiamenti sociali.<br />

Lo diceva anche Alessandro Manzoni:<br />

è giocando che si comincia a<br />

focalizzare chi e cosa si aspira a diventare.<br />

Perché Barbie non decide<br />

di crescere davvero, una buona<br />

volta<br />

Chissà, magari finalmente un<br />

giorno sarà necessaria una nuova<br />

versione della sublime Barbie Girl.<br />

Gli Aqua sono avvertiti.


pagina 6 L’OSSERVATORE <strong>ROMANO</strong><br />

domenica 19 agosto 2012<br />

Numerosi i messaggi tra cui quello del primate anglicano e del cardinale Scola<br />

Alla fine<br />

del Ramadan<br />

ROMA, 18. Con il via all’alba del 19<br />

agosto, alla tradizionale celebrazione<br />

dell’Id El Fitr, si conclude in<br />

molti Paesi il Ramadan, il mese sacro<br />

che i musulmani dedicano al digiuno<br />

e all’astinenza. Come è stato<br />

per l’inizio, così anche per la fine<br />

sono le autorità religiose ad annunciare<br />

ufficialmente ai fedeli il giorno<br />

esatto, in base all’osservazione nel<br />

cielo della luna nuova che dà origine<br />

al nuovo ciclo del calendario<br />

islamico. In Arabia Saudita, nazione<br />

che, a Medina, ospita la tomba del<br />

profeta Maometto e che con La<br />

Mecca costituisce il riferimento<br />

principale per molti Paesi a stragrande<br />

maggioranza musulmana, le<br />

autorità hanno stabilito che la festa<br />

dell’Id El Fitr cade appunto domenica.<br />

In un comunicato si afferma,<br />

infatti, che non essendo stata notata<br />

la presenza della luna crescente nella<br />

serata del 17 agosto, sabato quindi<br />

è l’ultimo giorno del mese dedicato<br />

al digiuno e all’astinenza.<br />

Anche altri Paesi, come il Qatar e<br />

lo Yemen, hanno annunciato per il<br />

19 agosto l’avvio dell’Id El Fitr, ma<br />

in altre è stato anticipato a oggi. Per<br />

l’occasione i fedeli si recano in moschea<br />

per pregare e si riuniscono<br />

con i familiari per consumare una<br />

colazione, il primo pasto consentito<br />

dopo la fine del mese del digiuno.<br />

In risposta al messaggio di auguri<br />

per la fine del Ramadan, inviato recentemente<br />

dal Pontificio consiglio<br />

per il dialogo interreligioso, il presidente<br />

dell’Unione delle comunità<br />

islamiche d’Italia, Izzedine Elzir, ha<br />

espresso «emozione» per i sentimenti<br />

mostrati nei confronti della<br />

comunità musulmana e ha sottolineato<br />

«il dovere di essere sempre<br />

operai della pace». Un invito a contrastare<br />

le violenze in nome della religione<br />

è contenuto poi in un messaggio<br />

(tradotto in arabo) che il cardinale<br />

arcivescovo di Milano, Angelo<br />

Scola, ha fatto recapitare dai sacerdoti<br />

ai responsabili delle comunità<br />

musulmane della diocesi. «Insieme<br />

— scrive il porporato — dobbiamo<br />

cercare di smentire chi accusa la<br />

religione di fomentare disordini,<br />

guerre, razzismo e inciviltà. Per questo<br />

occorre smascherare chi, strumentalizzando<br />

la fede, spinge i giovani<br />

all’odio e alla violenza verbale,<br />

morale e fisica». Messaggi di auguri<br />

ai musulmani nel mondo sono giunti,<br />

fra gli altri, dal Patriarca di Gerusalemme<br />

dei Latini, Fouad Twal, e<br />

dal primate della Comunione anglicana,<br />

Rowan Williams.<br />

Testimonianze della presenza salesiana fra i musulmani<br />

Lo stesso viaggio<br />

alla ricerca di Dio<br />

ROMA, 18. «Essere obbedienti al<br />

comando del Signore Gesù nel testimoniare<br />

fino agli estremi confini<br />

della terra; credere nel Vangelo<br />

che lievita, purifica e trasforma<br />

tutte le culture; essere fedeli a don<br />

Bosco, che vuole raggiungere con<br />

l’educazione i giovani di tutto il<br />

mondo». Sono le tre profonde motivazioni<br />

indicate nei giorni scorsi,<br />

durante la celebrazione eucaristica<br />

conclusiva, da don Pascual Chávez<br />

Denuncia del Global Council of Indian Christians<br />

Minoranze senza diritti<br />

e laicità disattesa<br />

NEW DELHI, 18. La Costituzione<br />

dell’India sancisce la libertà religiosa,<br />

ma le minoranze spesso non godono<br />

neppure dei diritti di base,<br />

anzi subiscono attacchi ripetuti: a<br />

ribadirlo è il presidente del Global<br />

Council of Indian Christians<br />

(Gcic), Sajan George. Commentando<br />

un recente rapporto sulla libertà<br />

religiosa pubblicato dal Governo<br />

degli Stati Uniti — nel quale l’India<br />

è inclusa nella lista dei Paesi “sotto<br />

osservazione” — il rappresentante<br />

dell’organizzazione ha voluto sottolineare,<br />

in particolare, la preoccupazione<br />

per i tentativi di diffusione<br />

dell’ideologia fondamentalista hindutva<br />

da parte di alcuni gruppi politici<br />

indù. Secondo i dati forniti<br />

dal Gcic, nel 2011 si sono registrati<br />

136 attacchi contro i cristiani, dei<br />

quali 49 hanno interessato lo Stato<br />

del Karnataka.<br />

L’organizzazione osserva che gli<br />

attacchi sono strettamenti legati<br />

all’avvento al potere, in alcuni Stati,<br />

di partiti come ad esempio il<br />

Bharatiya Janata Party, che promuovono<br />

il nazionalismo. Il presidente<br />

del Gcic osserva che la laicità<br />

della nazione viene nei fatti disattesa<br />

dalle forme di emarginazione e<br />

di violenza di cui sono fatte oggetto<br />

le minoranze. Per Sajan George,<br />

a causa di «un crescente nazionalismo»<br />

e anche «dell’incapacità delle<br />

autorità statali a intervenire», si<br />

può infatti affermare che «il carattere<br />

laico della democrazia indiana<br />

è in serio pericolo». La Costituzione<br />

«garantisce la libertà religiosa<br />

ma la realtà è ben diversa» e i cristiani,<br />

specifica, soprattutto in quegli<br />

Stati guidati dai partiti estremisti,<br />

«non godono di tutti i diritti e<br />

di una piena libertà».<br />

Villanueva, rettore maggiore dei<br />

salesiani, ai partecipanti alle giornate<br />

di studio sulla presenza salesiana<br />

tra i musulmani, «una presenza<br />

non sempre facile, ma molto<br />

significativa».<br />

Durante cinque giorni di lavoro<br />

che hanno visto impegnati, a Roma,<br />

nell’ascolto, confronto e programmazione<br />

di itinerari futuri,<br />

una cinquantina dei membri della<br />

famiglia salesiana, è stata tracciata<br />

una nuova road map per i prossimi<br />

cinque anni in uno dei campi di<br />

missione più significativi dei tempi<br />

attuali. L’itinerario è strutturato su<br />

otto temi principali: spiritualità e<br />

motivazione, formazione dei salesiani<br />

e dei laici collaboratori, cammino<br />

educativo-pastorale per i giovani,<br />

dialogo e annuncio, lavoro in<br />

rete, terminologia e comunicazione.<br />

All’incontro, promosso dal dicastero<br />

e dall’ambito per le missioni<br />

dei salesiani e delle Figlie di Maria<br />

Ausiliatrice, sono intervenuti tre<br />

docenti del Pontificio istituto di<br />

studi arabi e d’islamistica: padre<br />

Miguel Ángel Ayuso Guixot, preside<br />

dell’istituto, Francesco Zannini<br />

e padre Maurice Borrmans.<br />

Tra le significative testimonianze,<br />

quella di don Michael<br />

Karikunnel, salesiano dell’India,<br />

missionario in Africa da circa<br />

t re n t ’anni. Attualmente si trova in<br />

Nigeria, teatro in questi ultimi<br />

tempi di sanguinosi attentati alle<br />

comunità cristiane, l’ultimo dei<br />

quali, costato la vita a sedici persone,<br />

è avvenuto a Kogi. Don<br />

Karikunnel spera di poter aprire a<br />

breve una scuola professionale a<br />

vantaggio dei giovani poveri e disoccupati<br />

di Lagos. «La ricerca di<br />

Dio — ha sottolineato — è uguale<br />

per musulmani e cristiani, facciamo<br />

lo stesso viaggio: tutti cerchiamo<br />

la verità e questo è qualcosa<br />

che ci accomuna. Un ruolo fondamentale<br />

lo ha l’educazione: se la<br />

popolazione viene guidata, educata,<br />

diventa capace di pensare in<br />

maniera diversa, di vedere le cose<br />

nella loro interezza. Questo facilita<br />

molto il dialogo».<br />

Don Matteo Di Fiore, salesiano<br />

italiano, da circa quattordici anni<br />

si trova nei Balcani, prima in Albania,<br />

ora in Kosovo; attualmente<br />

è il direttore della presenza salesiana<br />

in Kosovo, composta dall’op era<br />

di Priština e dal recente distaccamento<br />

di Gjilan. «Nel nostro contesto<br />

— ha evidenziato — il noto<br />

detto di don Bosco lo abbiamo riformulato<br />

in “onesti cittadini e<br />

buoni credenti”. Tutti sanno che<br />

noi siamo cristiani, che io sono<br />

prete, salesiano. Lo sanno perché<br />

tutte le nostre strutture comprendono<br />

l’integralità della proposta<br />

del “sistema preventivo”: ragione,<br />

religione, amorevolezza».<br />

Approfondita analisi dell’istituto statunitense Pew Forum Research<br />

Unità e diversità<br />

del mondo musulmano<br />

WASHINGTON, 18. Una grande unità<br />

nei fondamentali principi della fede<br />

ma anche diversità per quanto concerne<br />

la pratica religiosa e l’i n t e r p re -<br />

tazione in materia di dottrina. È la<br />

“fotografia” del mondo musulmano<br />

che emerge da una recente ricerca<br />

pubblicata negli Stati Uniti dal Pew<br />

Forum Research.<br />

Ad Amburgo<br />

feste islamiche<br />

a scuola<br />

e al lavoro<br />

AM B U R G O, 18. Quello di Amburgo<br />

è il primo dei sedici Stati confederati<br />

tedeschi (länder) ad aver<br />

riconosciuto il diritto dei musulmani<br />

al godimento delle loro feste<br />

religiose, a scuola e sul posto<br />

di lavoro. Nei giorni scorsi il<br />

borgomastro della città, Olaf<br />

Scholz, ha annunciato che nelle<br />

scuole cittadine gli studenti di fede<br />

musulmana potranno assentarsi<br />

dalle lezioni per tre festività<br />

religiose all’anno, compresa la<br />

giornata del Ramadan; lo stesso<br />

potranno fare i lavoratori nelle<br />

aziende, anche se dovranno poi<br />

recuperare le ore di lavoro perdute.<br />

L’accordo, che riguarda<br />

130.000 cittadini musulmani e oltre<br />

50.000 aleviti, prevede anche<br />

l’introduzione dell’ora di religione<br />

islamica nelle scuole, alla pari<br />

di quella cattolica e protestante.<br />

Con l’intesa, la comunità musulmana<br />

di Amburgo si impegna al<br />

rispetto della Costituzione tedesca<br />

e dello Stato di diritto. Da<br />

chiarire rimane la questione se<br />

un’insegnante musulmana possa<br />

indossare il velo in classe: «Non<br />

esiste una normativa sull’a rg o -<br />

mento», ha precisato il borgomastro,<br />

confermando che la decisione<br />

è lasciata ai singoli istituti.<br />

Una chiesa a Milano<br />

per i greco-ortodossi<br />

MI L A N O, 18. La comunità greco-ortodossa<br />

di Milano avrà una propria<br />

chiesa, concessa dall’arcidiocesi ambrosiana:<br />

è — come riferisce il sito<br />

Orthodoxie.com — Santa Maria Podone,<br />

un edificio di culto situato in<br />

piazza Borromeo 6, in pieno centro<br />

storico, a pochi passi dal Cordusio.<br />

Si tratta di una delle più antiche<br />

chiese del capoluogo lombardo, essendo<br />

stata fondata durante il nono<br />

secolo. Risulta infatti già consacrata<br />

nell’anno 871, secondo quanto trovato<br />

in un’antica pergamena.<br />

A partire dalla fine della seconda<br />

guerra mondiale, la comunità grecoortodossa<br />

di Milano ha una cappella<br />

situata al primo piano di un edificio.<br />

Il 13 ottobre il nuovo luogo di<br />

culto, dedicato alla Madre di Dio,<br />

verrà inaugurato dal metropolita<br />

Gennadios Zervos, arcivescovo ortodosso<br />

d’Italia e Malta, mentre la<br />

prima liturgia greco-ortodossa avrà<br />

luogo domenica 14 ottobre.<br />

La chiesa ha il nome di Santa<br />

Maria Podone, in quanto il terreno<br />

sulla quale venne edificata fu donato<br />

da un nobiluomo milanese, un<br />

Si tratta di un ampio studio sulle<br />

tradizioni religiose di oltre un miliardo<br />

e mezzo di fedeli distribuiti<br />

nel mondo. L’osservanza dei principi<br />

basilari della fede costituisce il<br />

tratto caratteristico che lega tra loro<br />

le comunità. Si tratta dei cinque pilastri<br />

dell’islam: la pratica del digiuno<br />

durante il mese sacro del Ramadan,<br />

la testimonianza di fede, le<br />

preghiere rituali, l’elemosina canonica<br />

e il pellegrinaggio a La Mecca almeno<br />

una volta nella vita. Sostanzialmente<br />

si tratta dei cinque obblighi<br />

che ogni musulmano è tenuto a<br />

osservare in base alla legge della<br />

sharia. La ricerca, condotta tra il<br />

2008 e il 2012, ha coinvolto trentanove<br />

Paesi che rappresentano circa<br />

il 67 per cento della popolazione<br />

musulmana. Su un campione di<br />

38.000 fedeli, è risultato che tra l’85<br />

e il 100 per cento osserva i principi<br />

fondamentali, assieme alla credenza<br />

negli angeli, nel paradiso, nell’inferno<br />

e nel destino (o predestinazione)<br />

degli uomini.<br />

Differenze anche di rilievo tra le<br />

varie nazioni emergono in riferimento<br />

al livello di impegno religioso dei<br />

fedeli e per quanto concerne l’interpretazione<br />

dottrinale oppure l’accettazione<br />

nei confronti di alcuni movimenti<br />

fondamentalisti o gruppi considerati<br />

eretici. I musulmani si mostrano<br />

divisi soprattutto sul tema<br />

dell’importanza della religione nella<br />

propria vita. Mentre alcune aree del<br />

mondo, come a esempio il sud-est<br />

asiatico o l’Africa subsahariana,<br />

ospitano comunità che esprimono<br />

un forte attaccamento alle proprie<br />

tradizioni, in altre invece — come la<br />

Russia, i Balcani o l’Asia centrale —<br />

la religione gioca un ruolo meno essenziale<br />

nella vita delle persone. Anche<br />

l’aspetto generazionale è preso<br />

in considerazione nello studio. Nel<br />

Vicino Oriente e nel nord Africa i<br />

fedeli con più di trentacinque anni<br />

di età pongono grande enfasi al loro<br />

sentimento e impegno religioso, ma<br />

altrove le realtà sono differenti. Lo<br />

studio rileva, infatti, che in Russia,<br />

al contrario, i giovani musulmani<br />

certo Vuerolfo detto Pedone o Podone,<br />

e nel corso dei secoli ha subito<br />

varie modificazioni. Ad esempio<br />

la cappella fu aggiunta solo nel<br />

1440 ad opera dei Borromeo; il campanile<br />

è cinquecentesco, opera di<br />

Pellegrino Tibaldi. L’edificio è attualmente<br />

in buone condizioni, anche<br />

per recenti lavori di restauro. La<br />

comunità greco-ortodossa di Milano<br />

è composta da circa ottocento famiglie.<br />

Come è noto, il 28 luglio scorso<br />

la Commissione affari costituzionali<br />

del Senato italiano ha dato il via libera<br />

in sede deliberante a un disegno<br />

di legge relativo all’intesa con<br />

l’arcidiocesi ortodossa d’Italia e<br />

Malta, già approvato al Senato e<br />

modificato dalla Camera. L’intesa fu<br />

presentata al Senato l’8 giugno<br />

2010, approvata in prima lettura in<br />

Senato il 12 ottobre 2011 e in prima<br />

lettura alla Camera il 20 giugno<br />

2012. Dopo l’approvazione, traguardo<br />

atteso da oltre quindici anni, il<br />

metropolita Gennadios ha celebrato<br />

un Te Deum di ringraziamento e ha<br />

espresso gratitudine al Governo.<br />

La chiesa di Santa Maria Podone nel cuore del capoluogo ambrosiano<br />

sono più osservanti nelle pratiche<br />

religiose rispetto agli anziani.<br />

La frequentazione delle moschee,<br />

la lettura del Corano e le preghiere<br />

quotidiane appaiono pratiche più<br />

frequenti tra gli uomini che tra le<br />

donne. Questo risulta più evidente<br />

nel centro e nel sud dell’Asia dove<br />

la maggioranza delle donne hanno<br />

dichiarato di non aver mai frequentato<br />

una moschea. Infine, per quanto<br />

concerne la dottrina, in trentadue<br />

Paesi è emerso che la metà circa dei<br />

musulmani ritengono che vi sia soltanto<br />

un unico e corretto modo per<br />

interpretare gli insegnamenti del<br />

l’islam. I fedeli hanno poi opinioni<br />

diverse sui gruppi considerati eretici<br />

come l’Ahmaddiya, presente soprattutto<br />

in Asia, ma in pochi accettano<br />

il movimento come appartenente alla<br />

comunità musulmana.<br />

Governatorato<br />

della Città del <strong>Vaticano</strong><br />

Ufficio delle poste e del telegrafo<br />

Annullo postale speciale<br />

«Meeting per l’amicizia<br />

fra i popoli 2012»<br />

(19 – 25 agosto 2012)<br />

In occasione della partecipazione<br />

dell’Ufficio Filatelico<br />

alla XXXIII edizione del Meeting<br />

per l’amicizia fra i popoli,<br />

che si terrà a Rimini dal 19<br />

al 25 agosto 2012, le Poste<br />

Vaticane porranno in uso uno<br />

speciale annullo, del quale si<br />

riproduce l’i m p ro n t a :<br />

In esso è raffigurata l’immagine<br />

presente sul manifesto<br />

del Meeting con il tema<br />

dell’edizione 2012 «la natura<br />

dell’uomo è rapporto con<br />

l’infinito», frase tratta dal primo<br />

capitolo del libro Il senso<br />

religioso di don Giussani.<br />

Le scritte «RIMINI – MEE-<br />

TING PER L’AMICIZIA FRA I<br />

POPOLI», «LA N AT U R A<br />

DELL’UOMO È RAPPORTO CON<br />

L’INFINITO» E «POSTE VAT I -<br />

CANE 19 – 25 AGOSTO 2012»<br />

completano l’annullo.<br />

Il bozzetto è stato realizzato<br />

dall’Ufficio Filatelico e Numismatico<br />

del Governatorato.<br />

Il materiale filatelico da<br />

obliterare, debitamente affrancato<br />

dai richiedenti, dovrà<br />

pervenire all’Ufficio Obliterazioni<br />

delle Poste Vaticane<br />

entro il 25 settembre 2012.<br />

Annullo postale speciale<br />

«Riccione 2012»<br />

(30 agosto – 1 settembre 2012)<br />

In occasione del convegno filatelico<br />

numismatico di Riccione,<br />

le Poste Vaticane porranno<br />

in uso un annullo speciale,<br />

del quale si riproduce<br />

l’i m p ro n t a :<br />

Nell’annullo è raffigurata la<br />

statua Madonna del Mare<br />

ubicata nel porto di Riccione.<br />

Completano l’annullo le<br />

scritte: «RICCIONE CONVEGNO<br />

F I L AT E L I C O N U M I S M AT I C O » e<br />

«POSTE VAT I C A N E 30 A G O. –1<br />

S E T T. 2012».<br />

Il bozzetto è stato realizzato<br />

dall’Ufficio Filatelico e Numismatico<br />

del Governatorato.<br />

Il materiale filatelico da<br />

obliterare, debitamente affrancato<br />

dai richiedenti, dovrà<br />

pervenire all’Ufficio Obliterazioni<br />

delle Poste Vaticane<br />

entro il 2 ottobre 2012.


domenica 19 agosto 2012 L’OSSERVATORE <strong>ROMANO</strong><br />

pagina 7<br />

Documento dei vescovi degli Stati Uniti in vista del Labor Day<br />

Per un’economia<br />

al servizio dell’uomo<br />

WASHINGTON, 18. C’è un aspetto,<br />

fra i tanti della società statunitense,<br />

che preoccupa i vescovi cattolici:<br />

«Milioni di cittadini soffrono per la<br />

disoccupazione e vivono nella povertà,<br />

con i loro bisogni primari che<br />

troppo spesso non vengono soddisfatti.<br />

Questo rappresenta un grave<br />

fallimento economico e morale per<br />

la nostra nazione». È quanto si sottolinea<br />

in un documento pubblicato<br />

in vista della celebrazione, il 3 settembre,<br />

del Labor Day, la festa nazionale<br />

dedicata al lavoro. Il documento<br />

— che reca la firma di monsignor<br />

Stephen Edward Blaire, vescovo<br />

di Stockton e presidente della<br />

Commissione nazionale per la giustizia<br />

e lo sviluppo umano della<br />

Conferenza episcopale — cita come<br />

esempio della difficile situazione i<br />

circa dodici milioni di inoccupati e i<br />

milioni di sottoccupati, oltre ai dieci<br />

milioni di famiglie di lavoratori poveri<br />

e ai quarantasei milioni di cittadini<br />

in generale (sedici costituiti da<br />

minori) che vivono nell’indigenza.<br />

I vescovi chiedono, pertanto, un<br />

sistema economico «rinnovato» che<br />

sia «posto al servizio della persona<br />

piuttosto che ad altro». Da lungo<br />

tempo la Conferenza dei vescovi<br />

cattolici degli Stati Uniti ricorda la<br />

necessità di garantire «rispetto per il<br />

lavoro e i lavoratori» come segno<br />

per una rinnovata economia. In particolare<br />

si punta il dito contro tutte<br />

le forme di sfruttamento che ledono<br />

la dignità delle persone: «Un’economia<br />

— si legge — che permette questo<br />

tipo di sfruttamento e di abuso<br />

richiede la nostra attenzione e la nostra<br />

azione».<br />

I presuli richiamano a tale proposito<br />

il magistero pontificio: «I poveri<br />

in molti casi sono il risultato della<br />

violazione della dignità del lavoro<br />

umano, sia perché ne vengono limitate<br />

le possibilità (disoccupazione,<br />

sotto-occupazione), sia perché vengono<br />

svalutati “i diritti che da esso<br />

scaturiscono, specialmente il diritto<br />

al giusto salario, alla sicurezza della<br />

persona del lavoratore e della sua<br />

famiglia” (Caritas in veritate, 63)».<br />

Pertanto, aggiungono i presuli, «ciascuno<br />

di noi e ogni istituzione dovrebbero<br />

collaborare per dare sostegno<br />

ai lavoratori e creare un’economia<br />

che serva la persona piuttosto<br />

che ad altro».<br />

Già nel passato, in occasione di<br />

un intervento sul bilancio economico<br />

della nazione per il 2013 (Fiscal<br />

Year), era stata indicata al Congresso<br />

come priorità, nell’allo cazione<br />

delle risorse, la scelta a favore delle<br />

fasce sociali più deboli, che includono<br />

famiglie povere, disoccupati, anziani<br />

e bambini. Dal 2011 l’episcopato<br />

aderisce inoltre al “Circolo di<br />

p ro t e z i o n e ”, un’iniziativa ecumenica<br />

lanciata per contrastare i tagli alla<br />

spesa sociale e per sostenere le politiche<br />

d’investimento.<br />

Nel documento si sottolinea che<br />

questa realtà comporta «terribili costi<br />

umani» per milioni di famiglie<br />

che vivono con l’ansia e l’incertezza<br />

nel futuro e si conclude quindi con<br />

il ribadire la necessità di un rinnovamento<br />

del sistema economico, che<br />

ponga i lavoratori e le loro famiglie,<br />

con la loro dignità, al centro dell’attenzione.<br />

Per i vescovi il lavoro è<br />

qualcosa più dello stipendio, in<br />

quanto «contribuisce ad accrescere<br />

le nostre famiglie, a sviluppare il<br />

nostro potenziale, la nostra partecipazione<br />

nella creazione di Dio e a<br />

servire al bene comune».<br />

Nel frattempo, nuove iniziative<br />

per sensibilizzare l’opinione pubblica<br />

sono in corso. Il 15 agosto è stato<br />

attivato, a cura delle Conferenza<br />

episcopale, un nuovo sito che offre<br />

strumenti e risorse per approfondire<br />

il tema della povertà. All’indirizzo<br />

www.povertyusa.org si possono consultare<br />

anche una serie di casistiche<br />

e analisi sul fenomeno. Il responsabile<br />

della campagna cattolica per lo<br />

sviluppo umano dell’episcopato,<br />

Ralph McCloud, ha spiegato: «Siamo<br />

impegnati a fornire contenuti<br />

educativi legati al tema della povertà,<br />

nonché a offrire esempi positivi<br />

su ciò che possiamo fare per affrontare<br />

il problema». L’iniziativa, si<br />

puntualizza, punta anche a raccogliere<br />

proposte e suggerimenti da<br />

parte dei fedeli al fine di arricchire i<br />

contenuti.<br />

La campagna si avvale del forte<br />

contributo fornito dai parrocchiani<br />

nelle varie comunità sparse nel Paese.<br />

In particolare vengono promosse<br />

raccolte di fondi che servono a sostenere<br />

interventi a favore delle fasce<br />

sociali più deboli.<br />

ROMA, 18. «Don Bruno si è fatto<br />

nomade. Ha camminato molto, in<br />

tanti modi. Si è messo in viaggio<br />

con attenzione intelligente e libera,<br />

appassionata e profonda; con una<br />

carità esigente, mai pigra e soddisfatta<br />

di sé, sempre, sempre alla ricerca,<br />

inquieta perché innamorata.<br />

Ha amato quanto Gesù e la Chiesa<br />

stessa il popolo dei rom e dei sinti».<br />

Con queste parole monsignor Matteo<br />

Zuppi, vescovo ausiliare di Roma,<br />

ha ricordato il «grande amico<br />

del popolo rom», don Bruno Nicolini<br />

— morto ieri, a Roma, all’età di<br />

85 anni — durante il rito funebre,<br />

celebrato nella basilica di Santa Maria<br />

in Trastevere.<br />

«In questo giorno — ha detto il<br />

presule nell’omelia, ripercorrendo,<br />

con commossa e introspettiva memoria,<br />

i momenti più significativi<br />

del servizio sacerdotale di don Nicolini<br />

(era stato ordinato nel 1950) —<br />

lo accogliamo in questa casa di<br />

amore, dedicata all’Assunta, dove ha<br />

celebrato, quando i suoi passi si erano<br />

fatti lenti e incerti, negli ultimi<br />

anni, il giorno del Signore. Lo accompagniamo<br />

con molto affetto<br />

nell’ultimo tratto del suo cammino.<br />

Peraltro morto nel giorno della memoria<br />

di san Rocco, santo pellegrino,<br />

che superava anche la frontiera<br />

più difficile, quella che allontana<br />

A Roma i funerali di don Bruno Nicolini morto all’età di 85 anni<br />

Il prete<br />

che si fece nomade<br />

dalla sofferenza e dalla malattia.<br />

Bruno ha cercato di superare la<br />

frontiera del pregiudizio».<br />

Monsignor Zuppi ha ringraziato<br />

«di cuore» la Comunità di<br />

Sant’Egidio perché la casa romana<br />

di accoglienza di via Fabrizi ha permesso<br />

a don Nicolini di «vivere circondato<br />

da attenta sensibilità garantendogli<br />

la protezione necessaria<br />

(che Bruno, uomo integralmente libero<br />

e giustamente ribelle a legami<br />

non scelti, non la scambiasse per costrizione!)<br />

ma pienamente legato ai<br />

sui amici e alle sue passioni». Di<br />

don Nicolini, il vescovo Zuppi ha<br />

ricordato il dialogo con le istituzioni<br />

sempre improntato «alla ricerca di<br />

soluzioni giuste e soprattutto durature<br />

e rispettose della dignità della<br />

persona», anche se — ha evidenziato<br />

— «non possiamo non constatare<br />

come incredibilmente, ed è un’amarezza<br />

e anche una promessa a don<br />

Bruno, la condizione dei rom è ancora<br />

tanto lontana da condizioni<br />

minime di rispetto» a causa di scarsa<br />

determinazione e lungimiranza,<br />

«come se occuparsi di rom sia una<br />

concessione mal sopportata e non<br />

un diritto da garantire».<br />

Don Bruno Nicolini ha dedicato<br />

ai nomadi oltre cinquant’anni della<br />

sua vita. Fin dal lontano 1958, quando<br />

vice parroco a Bolzano, aveva<br />

iniziato a occuparsi dei rom e sinti<br />

nella sua diocesi, e dove aveva fondato<br />

l’Opera Nomadi, perché<br />

«l’amore diventasse anche cultura,<br />

diritto, conoscenza». In seguito istituì<br />

anche il Centro Studi Zingari,<br />

che per anni «ha rappresentato<br />

l’unico punto di riferimento culturale<br />

per una comprensione profonda<br />

della lunga storia del popolo rom in<br />

Europa». Nel 1964 fu chiamato da<br />

Paolo VI per continuare a occuparsi<br />

della pastorale dei rom a Roma, dove<br />

preparò, nello spirito del concilio<br />

<strong>Vaticano</strong> II, il primo grande, “storico”<br />

incontro europeo tra il popolo<br />

rom e Papa Montini (a Pomezia nel<br />

1965). Dalla fine degli anni Ottanta<br />

è stato responsabile per la diocesi di<br />

Roma della cappellania per la pastorale<br />

dei rom e sinti. Aveva partecipato<br />

con grande gioia all’i n c o n t ro<br />

dei rom europei con Benedetto XVI<br />

in San Pietro nel giugno 2011.<br />

Numerosi i messaggi di cordoglio<br />

per la morte di don Nicolini. Il cardinale<br />

vicario Agostino Vallini e il<br />

Consiglio episcopale della diocesi di<br />

Roma ne sottolineano «il generoso<br />

ministero nell’annuncio del Vangelo<br />

alle popolazioni rom e sinti».<br />

«Un uomo delicato nei modi e<br />

forte nello spirito. È facile parlare<br />

degli ultimi, don Bruno si è fatto<br />

ultimo con gli ultimi: ha vissuto con<br />

loro, ha tradotto in pratica le parole<br />

del Vangelo “quello che farete al più<br />

piccolo dei miei fratelli lo avrete fatto<br />

a me”»: Così monsignor Enrico<br />

Feroci, direttore della Caritas di Roma,<br />

che aggiunge: «Con gesti significativi,<br />

più eloquenti di tanti discorsi,<br />

ha rotto le barriere del pregiudizio<br />

e della condanna facile e si<br />

è spinto in avanti perché i rom, i<br />

sinti e i camminanti — tutti coloro<br />

che vengono superficialmente indicati<br />

come nomadi — potessero crescere<br />

nella conoscenza della realtà<br />

umana e anche nella conoscenza del<br />

Va n g e l o ».<br />

Con la morte di don Nicolini —<br />

sottolinea la Fondazione Migrantes<br />

della Conferenza episcopale italiana<br />

— i rom perdono un padre e un<br />

amico, la Chiesa in Italia un pastore<br />

attento a riconoscere e tutelare il<br />

popolo rom, la Migrantes un collaboratore<br />

intelligente fino agli ultimi<br />

incontri degli operatori rom e sinti<br />

nei mesi scorsi». Per monsignor<br />

Giancarlo Perego, direttore generale<br />

della Migrantes, è stato «un protagonista<br />

della nuova stagione conciliare,<br />

aiutando a sentire i rom “di<br />

casa nella Chiesa”». (paolo brocato)<br />

Si conclude in Brasile la Settimana nazionale<br />

La famiglia<br />

patrimonio dell’umanità<br />

BRASÍLIA, 18. Si è conclusa oggi in Brasile la<br />

Settimana nazionale della famiglia, organizzata<br />

dalla Conferenza episcopale sul tema<br />

«La famiglia, il lavoro, la festa». L’evento,<br />

promosso dalla Commissione per la vita e la<br />

famiglia e dalla Commissione nazionale della<br />

famiglia, si svolge ogni anno ad agosto, mese<br />

dedicato alle vocazioni. Per l’occasione, la<br />

Chiesa locale ha preparato un sussidio intitolato<br />

Elezioni municipali 2012. Giunto alla<br />

sedicesima edizione e aggiornato annualmente,<br />

il volume contiene suggerimenti per le celebrazioni<br />

della settimana, nonché riflessioni<br />

sull’importanza della famiglia, della libertà<br />

religiosa, della solidarietà e della necessità di<br />

eleggere candidati che rispettino i valori<br />

chiave del Vangelo come la promozione della<br />

vita umana, la dignità della persona, la<br />

giustizia, la promozione della pace e il buon<br />

governo. Un volume, curato da monsignor<br />

João Carlos Petrini, vescovo di Camaçari e<br />

presidente della Commissione episcopale per<br />

la vita e la famiglia, che mette in evidenza il<br />

dono della presenza di Gesù Cristo nella vita<br />

f a m i l i a re .<br />

La Settimana in Brasile fa idealmente da<br />

ponte al settimo Incontro mondiale delle famiglie<br />

che, come è noto, ha avuto luogo dal<br />

30 maggio al 3 giugno a Milano. Per l’o ccasione,<br />

la Conferenza episcopale ha invitato<br />

tutti i figli della Chiesa e gli agenti della pastorale<br />

a celebrare la famiglia, come «patrimonio<br />

dell’umanità». Tutti coloro che credono<br />

e amano la famiglia — hanno spiegato i<br />

promotori dell’iniziativa — sono invitati a<br />

partecipare ai momenti di incontro e di festa.<br />

La Settimana infatti «ha lo scopo di promuovere,<br />

rafforzare ed evangelizzare la famiglia,<br />

da Gesù Cristo fino alla forza dello<br />

Spirito Santo, come Chiesa discepola, missionaria<br />

e profetica, nutrita dalla Parola di<br />

Dio e dell’Eucaristia alla luce del Vangelo».<br />

Per un’efficace pastorale familiare i promotori<br />

dell’evento auspicano di poter formare<br />

agenti qualificati al fine di trasmettere gli insegnamenti<br />

della Chiesa con semplicità, chiarezza<br />

e precisione, attraverso le diverse realtà<br />

vissute dalle coppie; nonché di promuovere e<br />

rafforzare i legami familiari negli insegnamenti<br />

evangelici indicando la strada per la<br />

soluzione della crisi e dei problemi all’interno<br />

della famiglia. Si cerca di favorire la crescita<br />

della spiritualità familiare in modi differenti<br />

e far sì che genitori e bambini vivano<br />

insieme in un ambiente domestico più favorevole<br />

allo sviluppo della loro vita cristiana.<br />

E, ancora, di unire le forze affinché la famiglia<br />

sia un “santuario della vita”, valorizzando<br />

e tutelando l’essere umano in tutte le sue<br />

fasi, dal concepimento fino alla morte naturale,<br />

contrapponendola alle leggi che contraddicono<br />

questa verità naturale. Fra gli<br />

obiettivi c’è anche quello di motivare il senso<br />

missionario della famiglia, cercando ogni<br />

mezzo per guarire e fortificare questa “cellula”,<br />

fondamento della società, dalla quale deriva<br />

tutto l’organismo sociale.<br />

La Chiesa desidera fornire un sostegno<br />

continuo alle coppie e alle famiglie nelle comunità<br />

e nelle parrocchie, e favorire il ricongiungimento<br />

delle famiglie separate, promuovendo<br />

la partecipazione alle celebrazioni<br />

liturgiche più importanti e aumentando gli<br />

incontri comunitari. Un sostegno che si<br />

estende a tutti coloro che sono impegnati<br />

nella promozione e nella difesa della vita.<br />

Assistenza spirituale alle detenute del carcere turco di Bakirköy<br />

Con il solo conforto<br />

della Bibbia e del rosario<br />

di EGIDIO PICUCCI<br />

Tutto è cominciato dalla lettura di un opuscoletto<br />

distribuito alle donne del carcere<br />

femminile di Bakirköy, città satellite di<br />

Istanbul, per far conoscere diritti e doveri<br />

di chi si trova dietro le sbarre. Leggendolo,<br />

una reclusa scoprì che tra i suoi “diritti”<br />

c’era anche quello di avere un’adeguata assistenza<br />

religiosa, che invece mancava. Ne<br />

parlò con le compagne di cella e insieme<br />

decisero di esporre il caso alle autorità,<br />

chiedendo che si cercasse un sacerdote per<br />

l’assistenza delle detenute cristiane. Occorreva,<br />

come sempre, il permesso delle autorità<br />

di Ankara, che fu chiesto e che fu giustamente<br />

accordato.<br />

Cominciò così la visita al carcere da parte<br />

di padre Gregorio Simonelli, responsabile<br />

della vicina parrocchia di Santo Stefano<br />

a Yeşilköy. Dalle due visite annuali (Pasqua<br />

e Natale), egli è oggi passato a una<br />

visita mensile. «Nel carcere — spiega il religioso<br />

— sono ricoverate oltre mille donne,<br />

duecento delle quali sono cristiane, in gran<br />

parte giovani e alcune con figli, finite dietro<br />

le sbarre per smercio di droga, prostituzione,<br />

furti e reati contro l’ordine pubblico».<br />

Provengono da ogni parte del mondo,<br />

anche se la maggioranza è originaria delle<br />

ex repubbliche sovietiche, seguite da quelle<br />

di origine africana e latino-americana e<br />

seguaci delle religioni o delle sette più svariate.<br />

La catechesi si rivolge ovviamente a<br />

tutte: «Parlo in inglese, aiutato da alcune<br />

religiose della congregazione delle Piccole<br />

sorelle di Gesù de Foucauld e dalle Figlie<br />

della carità che siedono tra le detenute,<br />

traducono le mie parole e raccolgono le loro<br />

richieste».<br />

È inimmaginabile l’interesse con cui tutte<br />

seguono l’insegnamento e il desiderio di<br />

ascoltare la Parola di Dio. «Deluse e offese<br />

dagli uomini, cercano rifugio in Dio — afferma<br />

padre Simonelli — non solo nel momento<br />

della catechesi, ma anche dopo,<br />

quando restano sole. Anzi, soprattutto<br />

quando restano sole, vorrebbero continuare<br />

a sentire la Parola che le conforta. Per<br />

questo chiedono ripetutamente la Bibbia —<br />

osserva — che faccia loro compagnia, che<br />

le sostenga a sopportare la solitudine del<br />

carcere, che le aiuti ad affrettare il processo,<br />

a uscire in qualche modo dalla condizione<br />

penosa in cui vivono, soprattutto se<br />

viene loro tolto il bambino, che dopo i sei<br />

anni non può più restare con loro».<br />

L’unico conforto che hanno è recitare<br />

assieme il rosario. La catechesi dura in genere<br />

due ore, che le detenute vorrebbero<br />

prolungare. Tuttavia, aggiunge l’assistente<br />

spirituale, «non sanno, invece, che non<br />

sempre è facile poter essere presenti tra loro<br />

e che, nonostante le concessioni, occorrono<br />

permessi generalmente concessi all’ultima<br />

ora. Insomma, che non possiamo aiutarle<br />

come vorremmo. E che anche non<br />

abbiamo soldi per farle uscire per continuare<br />

a scontare la pena nei propri Paesi e,<br />

infine, che non sempre possiamo metterci<br />

in contatto con i loro parenti lontani, neppure<br />

con un colpo di telefono».<br />

Non sanno questo, conclude, «ma sanno<br />

che si sta bene con Dio, e questo ci ripaga<br />

della fatica che facciamo per fermarci con<br />

loro, per portare il conforto della vera fede,<br />

che molte ritrovano o trovano per la<br />

prima volta. Io vado volentieri, ma sempre<br />

con una grossa pena nel cuore, soprattutto<br />

perché non riesco a procurar loro una copia<br />

della Bibbia: è impossibile, infatti, trovare<br />

in Turchia una Bibbia in lingue così<br />

diverse». Comunque, evidenzia, «ringrazio<br />

Dio della possibilità che mi concede di poter<br />

“c o n d i v i d e re ” con Lui momenti privilegiati<br />

e che mi ripagano delle difficoltà che<br />

trovo fuori nell’attività quotidiana, con i<br />

pochi cristiani che compongono, ormai, le<br />

nostre comunità cattoliche».


pagina 8 L’OSSERVATORE <strong>ROMANO</strong><br />

domenica 19 agosto 2012<br />

A settembre in Camerun il secondo congresso panafricano organizzato dal Pontificio Consiglio per i Laici<br />

Giovani per una Chiesa giovane<br />

Si terrà dal 4 al 9 settembre prossimi,<br />

a Yaoundé, in Camerun, il secondo<br />

congresso panafricano del<br />

laicato cattolico. È organizzato dal<br />

Pontificio Consiglio per i Laici in<br />

collaborazione con la Chiesa locale,<br />

in continuità con i precedenti<br />

appuntamenti in altri continenti,<br />

l’ultimo dei quali quello tenutosi a<br />

Seoul, in Asia, nel settembre 2010.<br />

L’incontro avrà per tema «Essere<br />

testimoni di Gesù Cristo in Africa<br />

oggi» e per obiettivo il sostegno ai<br />

fedeli laici di quelle terre, in un<br />

momento in cui viene chiesto loro<br />

di «approfondire la vocazione cristiana»,<br />

in vista dell’imminente inizio<br />

dell’Anno della fede.<br />

Ai lavori sono attesi trecento delegati,<br />

provenienti dalle Conferenze<br />

episcopali, dalle associazioni e<br />

Nomina<br />

episcopale<br />

in Vietnam<br />

Una delle nomine di oggi riguarda<br />

la Chiesa in Vietnam.<br />

Fr a n ç o i s - X a v i e r<br />

Lê Văn Hông<br />

arcivescovo di Huê<br />

Nato a Tri Buu, nell’a rc i d i o -<br />

cesi di Huê, il 30 giugno 1940,<br />

dopo gli studi ecclesiastici è<br />

stato ordinato sacerdote il 21<br />

dicembre 1969. Dopo aver ricoperto<br />

l’incarico di parroco e di<br />

responsabile dell’aggiornamento<br />

teologico dei preti dell’a rc i -<br />

diocesi, il 19 febbraio 2005 è<br />

stato eletto alla sede titolare di<br />

Gadiaufala e nominato ausiliare<br />

di Huê. Il successivo 7 aprile<br />

ha ricevuto l’ordinazione episcopale.<br />

dai movimenti diffusi in tutta<br />

l’Africa: una realtà giovane, se si<br />

pensa che la fascia d’età tra i 15 e i<br />

24 anni rappresenta più del 20 per<br />

cento della popolazione africana; e<br />

che il 42 per cento degli abitanti<br />

del continente hanno oggi meno di<br />

15 anni.<br />

Tra i luoghi già scelti per la celebrazione<br />

del congresso, la cattedrale<br />

di Yaoundé e la basilica minore<br />

Regina degli Apostoli di Mvolyé.<br />

Dopo un’analisi della situazione<br />

geopolitica e delle priorità della<br />

Chiesa nel continente, ci si interrogherà<br />

sulla vocazione e sulla missione<br />

dei fedeli, facendo riferimento<br />

alla magna charta dell’ap ostolato<br />

dei laici, l’esortazione apostolica<br />

Christifideles laici (1988), cercando<br />

di cogliere le peculiarità della loro<br />

vocazione in un contesto così particolare<br />

e insistendo sulla necessità<br />

di un’adeguata formazione. Altri<br />

documenti fondamentali di riferimento<br />

sono l’enciclica Redemptoris<br />

missio (1990), le due esortazioni<br />

apostoliche che hanno fatto seguito<br />

ai Sinodi dei vescovi africani,<br />

Ecclesia in Africa (1995) e Africae<br />

munus (2011).<br />

Per quanto riguarda il contesto<br />

ecclesiale, «l’idea guida» sarà quella<br />

della Chiesa «Famiglia di Dio»<br />

e l’attenzione verrà posta sulla corresponsabilità<br />

dei laici nella costruzione<br />

della comunione. In questo<br />

ambito sarà avviata una riflessione<br />

sulla stagione aggregativa e sulla<br />

presenza di nuovi movimenti e co-<br />

I santi martiri ugandesi<br />

munità ecclesiali nel continente.<br />

Particolare attenzione sarà data<br />

all’impegno nei molteplici ambiti<br />

della vita pubblica e per la giustizia,<br />

la pace e la riconciliazione, cui<br />

verrà dedicata per intero l’ultima<br />

giornata dei lavori.<br />

Del resto l’Africa è nel cuore del<br />

pontificato di Benedetto XVI. Lo<br />

dimostrano i due viaggi che egli ha<br />

voluto compiere nel continente, entrambi<br />

collegati alla convocazione e<br />

al successivo svolgimento della seconda<br />

assemblea speciale per l’Africa<br />

del Sinodo dei vescovi: quello in<br />

Camerun e in Angola, dal 17 al 23<br />

marzo 2009, per la pubblicazione<br />

dell’Instrumentum laboris; e quello<br />

in Benin, dal 18 al 20 novembre<br />

2011, per la consegna dell’esortazione<br />

apostolica postsinodale Africae<br />

munus. Nella visione di Papa<br />

Ratzinger il continente africano<br />

non è il grande malato del mondo,<br />

che soffre a causa della povertà<br />

estrema di molti suoi abitanti, delle<br />

guerre che si combattono sul suo<br />

territorio o delle pandemie che uccidono<br />

come e più di un conflitto<br />

armato. Pur senza chiudere gli occhi<br />

su queste realtà, Benedetto XVI<br />

considera il continente africano il<br />

«polmone spirituale dell’umanità»<br />

e ritiene che la sua visione della vita<br />

predisponga «ad ascoltare e a ricevere<br />

il messaggio del Cristo e<br />

comprendere il mistero della Chiesa»<br />

(Africae munus, n. 69). Il messaggio<br />

di Benedetto XVI è esigente,<br />

ma al tempo stesso libera grandi<br />

energie: quelle dei cristiani d’Africa,<br />

cui chiede un impegno a servizio<br />

della riconciliazione, della giustizia<br />

e della pace nel continente,<br />

ma anche della Chiesa universale.<br />

Molte tra le priorità indicate<br />

nell’esortazione apostolica postsinodale<br />

attengono alla sfera secolare<br />

e riguardano quindi, in maniera<br />

speciale i laici, esortandoli a un rinnovato<br />

impegno ecclesiale e civile.<br />

Per questo il Pontificio Consiglio<br />

è impegnato in una fase di approfondimento<br />

del magistero e di<br />

analisi delle sfide, con le quali i fedeli<br />

africani si confrontano in questa<br />

fase storica. Per farlo è stato<br />

convocato un gruppo ad hoc di<br />

esperti che sostengono il dicastero<br />

nella preparazione dell’avvenimento<br />

e a partire dal dicembre 2010 sono<br />

stati coinvolti i rappresentanti<br />

di associazioni e movimenti ecclesiali<br />

presenti nel continente.<br />

Inizio della missione<br />

del nunzio apostolico in Botswana<br />

Monsignor Mario Roberto Cassari, arcivescovo<br />

titolare di Tronto, è arrivato<br />

a Gaborone domenica 22 luglio, attraversando<br />

la frontiera via terra. È stato<br />

ricevuto al confine, da due officiali del<br />

ministero degli Affari esteri e della<br />

cooperazione internazionale, nonché<br />

da sacerdoti della diocesi di Gaborone.<br />

In seguito, è stato accompagnato<br />

alla cattedrale della capitale Christ the<br />

King, dove ha potuto incontrare monsignor<br />

Valentine Tsarnma Seane, ordinario<br />

del luogo, che lo ha ospitato durante<br />

il soggiorno in Botswana.<br />

La stessa sera, nella medesima cattedrale,<br />

gremita di fedeli, il nunzio apostolico<br />

ha celebrato l’eucaristia insieme<br />

con monsignor Seane e il vescovo<br />

emerito, monsignor Boniface Tshosa<br />

Setlalekgosi. Al termine della solenne<br />

celebrazione, ha potuto intrattenersi<br />

con sacerdoti, religiose, religiosi e laici,<br />

attivi nella promettente diocesi.<br />

Lunedì mattina, 23 luglio, il rappresentante<br />

pontificio è stato ricevuto prima<br />

dal vice capo del Protocollo del<br />

ministero degli Affari esteri, Zenene<br />

Sinombe, e poi dal capo del Protocollo,<br />

l’ambasciatore signora Daphne Kadiwa,<br />

che lo ha introdotto al ministro<br />

degli Affari esteri e della cooperazione<br />

internazionale, Phandu T.C. Skelemani,<br />

al quale ha avuto l’onore di presentare<br />

copie delle Lettere credenziali. Il<br />

signor ministro ha voluto evidenziare<br />

il ruolo di primaria importanza che<br />

svolge la Santa Sede nei vari consessi<br />

internazionali e si è detto molto felice<br />

degli ottimi rapporti esistenti tra il suo<br />

Paese e la Santa Sede. Skelemani ha<br />

poi elogiato la Chiesa cattolica del<br />

Botswana per il prezioso contributo<br />

che offre nel campo educativo e formativo<br />

dei giovani e in quello della sanità<br />

attraverso i suoi ospedali, cliniche,<br />

case di riposo, con speciale attenzione<br />

ai malati di Aids.<br />

Nel primo pomeriggio dello stesso<br />

giorno, due officiali del protocollo di<br />

Stato hanno accompagnato il rappresentante<br />

pontificio, con scorta d’o n o re<br />

della polizia, all’ufficio del presidente<br />

della Repubblica del Botswana, il lieutenant-general<br />

Seretse Khama Ian<br />

Khama. Il capo dell’esecutivo era affiancato,<br />

oltre che dal ministro degli<br />

Affari esteri, dal capo del Protocollo di<br />

Stato, dal direttore per l’Europa e le<br />

Americhe del ministero degli Affari<br />

esteri, C. Tshenolo Modise, e da altre<br />

alte autorità civili e militari. Dopo aver<br />

presentato le Lettere credenziali, il capo<br />

dello Stato ha invitato il nuovo<br />

nunzio apostolico ad un cordiale colloquio,<br />

alla presenza delle su citate personalità<br />

e del vescovo di Gaborone.<br />

Il rappresentante pontificio ha trasmesso<br />

al presidente Khama i saluti<br />

beneauguranti di Papa Benedetto XVI<br />

e ha significato l’affetto che il Sommo<br />

Pontefice nutre nei confronti del popolo<br />

del Botswana. Monsignor Cassari,<br />

non mancando di trasmettere al capo<br />

dello Stato gli auguri del cardinale<br />

segretario di Stato di Sua Santità e dei<br />

più stretti collaboratori del Papa, ha<br />

evidenziato che, sebbene la Chiesa<br />

cattolica del Botswana rappresenti una<br />

piccola porzione della popolazione totale,<br />

essa contribuisce molto alla società<br />

con scuole, cliniche e altre opere sociali<br />

indirizzate a persone di ogni credo<br />

e in particolare a favore dei poveri<br />

e bisognosi.<br />

Il capo dello Stato, chiedendo al<br />

nunzio apostolico di ringraziare il<br />

Pontefice e di trasmettergli i suoi deferenti<br />

e rispettosi saluti, ha voluto sottolineare<br />

quanto sia importante l’azione<br />

del Papa e della Santa Sede a livello<br />

mondiale, specialmente nella promozione<br />

della pace, dello sviluppo integrale<br />

della persona umana e del rispetto<br />

dei diritti umani. Ricordando<br />

con viva emozione la visita pastorale<br />

del beato Giovanni Paolo II in Botswana,<br />

nel settembre 1988, il Presidente<br />

si è soffermato sulla preziosa opera<br />

che la Chiesa cattolica del Botswana<br />

mette a disposizione del popolo botswanese.<br />

Dopo questi incontri ufficiali,<br />

il rappresentante pontificio ha avuto<br />

modo, accompagnato sempre dal vescovo<br />

di Gaborone, di visitare gli uffici<br />

diocesani, l’imponente centro pastorale<br />

in costruzione, il seminario minore<br />

Saint Charles Lwanga e il grande<br />

collegio cattolico Saint Joseph dove<br />

studiano oltre 1.600 alunni. Egli ha infine<br />

fatto visita, nella sua residenza, al<br />

vescovo emerito di Gaborone.

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