Prestazioni – Indennità di disoccupazione agricola ... - Inps

comunque superato, del vecchio fondo agricolo e del rude lavoratore dei
campi, in sostanza, ad attività da svolgere necessariamente su vasti
appezzamenti di terreno, mediante l'utilizzo di "braccia", impegnate in
incombenze molto faticose ed esposte alle intemperie.
Invero, non solo il progresso tecnologico ha, in genere, oramai
profondamente mutato la vecchia tipologia dei lavori in agricoltura, con
il prevalere delle macchine sulla fatica manuale dell'uomo; ma poi, nella
specie, ci si trova di fronte ad ipotesi ancor più caratterizzate, per via
della finalità del lavoro agricolo ad attività di studio.
Come evidenziato anche dalla prova testimoniale acquisita, si tratta - fra
altro - di preparazione di terreni di coltivazione in serre e della cura
di processi vegetativi di piantine, non di piantagioni d'interi
appezzamenti, approntati per la produzione di quantità cospicue di messi.
Per queste ragioni, l'appello dell'INPS deve essere in questa parte
rigettato, e confermata la sentenza impugnata laddove ha riconosciuto il
diritto del ricorrente ad essere iscritto negli elenchi dei lavoratori
agricoli del comune di Potenza relativamente agli anni (e per il numero di
relative giornate lavorative) in cui ha svolto attività alle dipendenze
dell'ente universitario, e, conseguentemente, il diritto dei predetto a
trattenere le indennità di disoccupazione agricola che, per via della
legittima iscrizione, abbia già percepito.
E. Atteso il parziale accoglimento dell'appello, sussistono giusti motivi
per riformare la pronuncia sul punto spese (con l'integrale condanna
dell'INPS) fatta dal primo giudice, e disporre che esse, per entrambi i
gradi, vadano compensate nella quota d'un terzo, dovendosi accollare il
resto all'INPS.
(Omissis)
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