Prestazioni – Indennità di disoccupazione agricola ... - Inps

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termini. tenuto, altresì, a precisare i presupposti ed i termini per l'esperimento dell'azione giudiziaria. Dal tenore dell'articolo si evince che esso ha attinenza soltanto ad un parte della complessiva pretesa formulata dall'attuale appellato in primo grado: non già quella riguardante la richiesta d'essere (re)iscritto negli elenchi dei lavoratori agricoli del Comune di Potenza, ma quella d'ottenere una "prestazione": l'indennità di disoccupazione agricola speciale per gli anni 1994 e 1995, domandata e non concessa. Invero, nella Gestione prestazioni temporanee ai lavoratori dipendenti, di cui alla rubrica dell'articolo 24 della legge 9 marzo 1989, n. 88, richiamato dal comma 2 dell'art. 47 DPR n. 639/1970 su riportato, sono state fuse, a decorrere dal 1 gennaio 1989, tutte le gestioni - già esistenti - per la disoccupazione involontaria, ivi compresa la Cassa per l'integrazione salariale ai lavoratori agricoli. Per quanto osservato, la (sola) controversia per le prestazioni in predicato (indennità di disoccupazione speciale 1994 e 1995) doveva essere instaurata nei termini di cui al ripetuto art. 47. Quali poi fossero detti termini, lo si ricava dalla lettura dell'art. 46 (Contenzioso in materia di prestazioni) della L. 10 marzo 1989 n. 88, sulla ristrutturazione dell'INPS e dell'INAIL; la norma, così recita: co. 1. Il comitato provinciale decide in via definitiva i ricorsi avverso i provvedimenti dell'Istituto concernenti: (Omissis) d) le prestazioni dell'assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione involontaria; (Omissis) co. 5. Il termine per ricorrere al comitato provinciale è di novanta giorni dalla data di comunicazione del provvedimento impugnato. co.6. Trascorsi inutilmente novanta giorni dalla data della presentazione del ricorso, gli interessati hanno facoltà di adire l'autorità giudiziaria. (Omissis) co. 10. Sono abrogati il numero 1 ed il numero 11 del primo comma dell'articolo 36 e gli articoli 44, 45 e 46 del decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1970, n. 639. In sostanza, posto che il Moles, come risulta nella produzione documentale del fascicolo di parte, presentò in data 22 luglio 1997 (v. data della ricevuta della raccomandata postale) il ricorso - rimasto senza esito (almeno così emerge ex actis) - indirizzato al Comitato Provinciale dell'INPS, avverso la mancata erogazione del trattamento di disoccupazione agricola per gli anni 1994 e 1995, il relativo procedimento amministrativo avrebbe dovuto concludersi (v. art. 47.1, ult. parte, DPR 639/1970) entro novanta giorni; decorsi i quali, il ricorrente avrebbe dovuto (testualmente: gli interessati hanno facoltà di) adire l'autorità giudiziaria, a pena di decadenza, entro il termine di un ulteriore anno (art. 47.2 citato DPR). Il tutto avrebbe dovuto, cioè, avvenire entro il mese di ottobre 1998. Ma tanto non è stato, essendo l'atto introduttivo del giudizio stato depositato soltanto il 2.2.1999 nella Cancelleria della Pretura 4
circondariale di Potenza: l'azione deve essere perciò, in parte qua, dichiarata - giusta rilievo dell'INPS - improponibile. Invero, come emerge dal dato testuale della norma, il termine contemplato dall'art. 47.3 DPR 30 aprile 1970, n. 639 è sicuramente da qualificarsi (proprio in virtù delle sostituzioni mirate, apportatevi dall'art. 4, D.L. 19 settembre 1992, n. 384, conv. in L. 14 novembre 1992, n. 438) come decadenza sostanziale; esso non ammette sospensione né interruzione, ha natura pubblicistica ed è, pertanto, irrinunciabile (cfr. Cass. 10 settembre 1997, n. 8871, INPS c. Rega, Giust. civ. 1998, I, 777; Cass. 1 ottobre 1997, n. 9595, Deidda c. INPS , Giust. civ. Mass. 1997, 1832). Non hanno valore, pertanto, le osservazioni addotte in contrario dall'appellato, laddove ha sostenuto che i termini per la (sola) domanda relativa alle due annate d'indennità di disoccupazione agricola avessero (mera) natura prescrizionale, e che essi fossero "... sospesi durante l'iter amministrativo instaurato a seguito del ricorso prodotto ... nonché al sensi dell'art. 2935 c.c., quando ... non poteva esercitare il proprio diritto essendo venuto meno un presupposto di fatto e di diritto per ottenere la prestazione previdenziale (cancellazione dagli elenchi anagrafici) ...". Invero, posto che il diritto all'indennità in questione, sussistendo le condizioni legislativamente stabilite per l'acquisizione della qualità di lavoratore agricolo, nasce direttamente dalla legge, anziché dal provvedimento amministrativo d'iscrizione negli appositi elenchi, alla decorrenza del termine di cui s'è detto non è d'ostacolo - non configurandosi come circostanze impeditive della possibilità di far valere il diritto stesso (art. 2935 c.c.) - il diniego della prestazione, opposto dall'istituto assicuratore attraverso la contestazione della legittimità dell'iscrizione predetta, o la cancellazione dagli elenchi. Il giudice ha infatti il potere di verificare l'esistenza dei requisiti per il sorgere della citata obbligazione ex lege indipendentemente dall'accertamento compiutone in sede amministrativa (cfr., in materia di diritto all'indennità di maternità, ossia una delle altre prestazioni "temporanee" previste, come quella all'esame, dall'art. 24 L. 9 marzo 1989, n. 88: Cass. civile sez. lav., 26 aprile 1993, n. 4859 Informazione previd. 1993, 664). D. Sfrondato il campo dalle questioni di carattere più squisitamente procedurale, resta da valutare il merito dell'appello, ovviamente nella sola parte della domanda, della quale non è stata dichiarata l'improcedibilità. Orbene, come accennato nell'esposizione, l'ente di previdenza ed assistenza assume che, nella specie, il primo giudice abbia erroneamente ritenuta la sussistenza di un vero e proprio rapporto di lavoro agricolo svoltosi, in occasione delle assunzioni di cui sopra, fra l'appellato e l'Università degli Studi. L'INPS, infatti, sulla scorta delle risultanze di un verbale d'accertamento redatto dai propri ispettori, documento che è stato ampiamente richiamato negli scritti di causa, ma il cui contenuto non è stato confermato dalle dichiarazioni dei suoi estensori (posto che la prova testimoniale è stata - in primo grado - resa soltanto dai soggetti indicati dall'appellato), sostiene l'irregolarità, sin dalle modalità di 5
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