Angela Caliendo Alterazioni dell'ordine - idee per la rappresenzatione
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<strong>Ange<strong>la</strong></strong> <strong>Caliendo</strong><br />
Questo capitello è di mia propria invenzione…<br />
…riesce benissimo in o<strong>per</strong>a…<br />
Guarino Guarini, Architettura civile, Torino, 1737 1<br />
<strong>Alterazioni</strong><br />
dell’ordine<br />
1 Guarino Guarini, Architettura<br />
civile, Edizioni Il Polifilo, Mi<strong>la</strong>no,<br />
1968, p. 189.<br />
2 Riccardo Florio, Origini evoluzioni<br />
e <strong>per</strong>manenze del<strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssicità in<br />
architettura, Officina Edizioni,<br />
Roma 2004, p. 109.<br />
3 idem, p. 142.<br />
Gli ordini architettonici intesi quale imitazione figurativa<br />
del<strong>la</strong> natura, rappresentano un atto di ibridazione<br />
che vede il chiaro mesco<strong>la</strong>rsi del<strong>la</strong> componente architettonica,<br />
strutturale, metrica, con <strong>la</strong> componente<br />
naturale ed umana. In tal senso, il sistema di proporzionamento<br />
descritto nell’o<strong>per</strong>a di Vitruvio e <strong>la</strong> derivazione<br />
dimensionale delle simmetrie dal dato antropometrico<br />
da cui deriva l’idea di modulo, si connota<br />
quale <strong>per</strong>mutazione destinata a diventare rego<strong>la</strong>.<br />
Il tema degli ordini architettonici è stato da sempre, il<br />
<strong>per</strong>no centrale di tutta <strong>la</strong> trattatistica c<strong>la</strong>ssica, con lo<br />
scopo di dare un fondamento teorico e razionale al<br />
sistema costruttivo attraverso <strong>la</strong> codificazione di elementi,<br />
spazi, misure e re<strong>la</strong>zioni proporzionali. Anche<br />
se Vitruvio, nel De Architectura, par<strong>la</strong> di genera,<br />
dando un differente significato al<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> ordine –<br />
riferendosi all’armonia dell’ordine universale <strong>per</strong><br />
descrivere il concetto di bellezza 2 – fin dal<br />
Rinascimento il termine “ordine architettonico” fu<br />
impiegato dai trattatisti <strong>per</strong> indicare il linguaggio del<br />
principale sistema architettonico di epoca c<strong>la</strong>ssica,<br />
ovvero del tempio, esemplificato attraverso lo studio<br />
del<strong>la</strong> composizione piedistallo-colonna-trabeazione.<br />
È proprio da questo momento, partendo dagli studi<br />
condotti da Leon Battista Alberti 3 , che si avvia un processo<br />
di approfondimento teorico atto al<strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssificazione<br />
ed all’e<strong>la</strong>borazione di regole indicative del<strong>la</strong><br />
maniera di comporre i diversi ordini architettonici.<br />
Ri<strong>per</strong>correndo le tappe fondamentali del<strong>la</strong> evoluzione<br />
dell’ordine, va sottolineato l’anno 1537 quando viene<br />
pubblicato <strong>per</strong> <strong>la</strong> prima volta un volume nel quale lo<br />
studio degli ordini architettonici risulta autonomo e<br />
62
ANGELA CALIENDO<br />
Fig. 1. Hans Blum. L'ordine dorico.<br />
Da: “Des Berühmten Meister H.Bl”<br />
Zurigo, 1550.<br />
Fig. 2. Hans Blum. L'ordine ionico.<br />
Da: “Des Berühmten Meister H.Bl”<br />
Zurigo, 1550<br />
4 Sebastiano Serlio, L'architettura, I<br />
libri I-VII e Extraordinario nelle prime<br />
edizioni, a cura di Francesco Paolo<br />
Fiore, Edizioni Il Polifilo, Mi<strong>la</strong>no 2001.<br />
scisso da tutti gli altri argomenti riguardanti i principi<br />
di architettura: si fa riferimento al Quarto Libro de<br />
L’Architettura di Sebastiano Serlio, nel quale vengono<br />
introdotte le “Regole generali…sopra le cinque maniere<br />
degli edifici”, ma si deve sottolineare che l’autore,<br />
nonostante dimostri <strong>la</strong> volontà di definire un giusto calcolo<br />
razionale, <strong>la</strong>scia intendere che molte cose sono<br />
arbitrariamente definite dal “prudente architetto” 4 .<br />
Con Jacopo Barozzi da Vigno<strong>la</strong>, che pubblica nel<br />
1562 il trattato Rego<strong>la</strong> delli cinque ordini d’architettura,<br />
vengono invece decretate salde regole ed impostazioni<br />
circa <strong>la</strong> composizione generale e circa <strong>la</strong> re<strong>la</strong>tiva<br />
e modu<strong>la</strong>re dimensione delle parti che costituiscono<br />
ogni ordine architettonico. L’o<strong>per</strong>a del Vigno<strong>la</strong><br />
è il frutto di anni di ricerche e di analisi sull’architettura<br />
c<strong>la</strong>ssica conosciuta e rappresenta <strong>la</strong> sintesi ragionata<br />
mediata tra il pensiero teorico – a partire dal<br />
modello vitruviano – e lo studio del reale condotto su<br />
molti casi esemplificativi; quest’o<strong>per</strong>a è contraddistinta<br />
da un estremo rigore, quasi a non concedere alcuna<br />
deroga o divagazione nel<strong>la</strong> composizione architettonica<br />
che prevede l’impiego degli ordini, ma tale<br />
idea, testimone <strong>la</strong> storia, sarà destinata a mutare nel<br />
tempo. In tutte le epoche che seguiranno si assisterà<br />
infatti al<strong>la</strong> trasformazione ed al<strong>la</strong> evoluzione creativa<br />
di tali formalismi, attraverso fasi alterne di eccessi e di<br />
rie<strong>la</strong>borazioni inventive.<br />
Gli elementi distintivi degli ordini architettonici rappresentano,<br />
dunque, un codice genetico, quasi un<br />
corredo sintattico, che ne consente il re<strong>la</strong>tivo riconoscimento;<br />
<strong>la</strong> composizione delle parti, le reciproche<br />
simmetrie, si configurano come un dato intrinseco<br />
fortemente impresso nel<strong>la</strong> memoria e nel<strong>la</strong> capacità<br />
<strong>per</strong>cettiva. Ogni alterazione e difformità si prestano<br />
dunque ad essere immediatamente riconosciuti: <strong>la</strong><br />
coesistenza di elementi e caratteri nuovi, differenti ed<br />
63
1.1 LA DIMENSIONE FIGURATIVA<br />
5 Cfr. Giulio Carlo Argan, Retorica e<br />
Architettura, in Studi e note dal<br />
Bramante al Canova, Mario Bulzoni<br />
Editore, Roma 1970, p. 178.<br />
6 Francesco Milizia, Memorie dei più<br />
celebri architetti, Roma 1768.<br />
7 La descrizione delle architetture<br />
guariniane riportata nel testo del<br />
Milizia dimostra che l'autore non<br />
aveva preso reale visione di tale<br />
o<strong>per</strong>e, ma le conosceva solo attraverso<br />
le stampe dei disegni allegati al<br />
Trattato del Guarini.<br />
8 Vitruvio, Alberti, Vigno<strong>la</strong>, Serlio,<br />
Pal<strong>la</strong>dio, etc. Trattato del Guarini.<br />
eterogenei, addizionabili o sostituibili a quelli identitari<br />
ed identificativi, consente l’aggiunta di nuovi<br />
modelli mnemonici che diventano nuovamente c<strong>la</strong>ssificabili<br />
e riconoscibili.<br />
A tal proposito l’architettura barocca è densa di processi<br />
di trasformazione e di riformu<strong>la</strong>zioni concettuali<br />
e figurative. La corrispondenza con alcune espressioni<br />
linguistiche, le figure retoriche, è infatti chiaramente<br />
distinguibile nel<strong>la</strong> morfologia stilistica del<br />
barocco: l’impiego degli elementi degli ordini c<strong>la</strong>ssici<br />
ne diventa una metafora, attraverso lo stravolgimento<br />
e <strong>la</strong> mutazione dei caratteri degli elementi di riferimento<br />
originali. Ogni nuovo innesto, ogni contaminazione<br />
creativa, ne caratterizza l’ambiguità stilistica<br />
e geometrica, producendo una nuova figuratività.<br />
Come scrive Argan, «il re<strong>per</strong>torio formale del barocco<br />
è lo stesso di quello codificato dai trattatisti c<strong>la</strong>ssici<br />
del Cinquecento: anzi rappresenta una restrizione<br />
rispetto ai “capricci” ed alle “bizzarrie” del Tardo<br />
Manierismo; solo il Borromini e il Guarini cercano di<br />
modificarlo, ma rimanendo sempre nell’ambito delle<br />
varianti» 5 . Ed è proprio il Guarini che esemplifica,<br />
attraverso le sue o<strong>per</strong>e ed i suoi scritti i fondamenti di<br />
un nuovo linguaggio fondato su di un marcato eccesso<br />
di stravaganze che non gli hanno reso <strong>la</strong> medesima<br />
fortuna dei suoi contemporanei, anzi sono stati<br />
proprio il motivo di una forte critica negativa da parte<br />
dei suoi successori: noto è, appunto, l’attacco del<br />
Milizia nelle sue Memorie degli architetti 6 , pubblicate<br />
nel 1768, nel quale l’autore – conoscendo le o<strong>per</strong>e<br />
architettoniche solo dalle stampe complementari del<br />
trattato guariniano 7 – sostiene, che nonostante egli<br />
fosse dotto in filosofia e matematica e nonostante<br />
avesse letto i migliori autori di architettura 8 , avesse<br />
vaneggiato moltissimo nel<strong>la</strong> realizzazione delle sue<br />
o<strong>per</strong>e. Per molti anni, infatti, è sempre stato conside-<br />
64
ALBERTO SDEGNO<br />
Fig. 3. Dettaglio del<strong>la</strong> tavo<strong>la</strong> XV del trattato<br />
Architettura civile di Guarino Guarini (Edizioni Il<br />
Polifilo, Mi<strong>la</strong>no, 1968); rappresenta <strong>la</strong> trabeazione<br />
e <strong>la</strong> colonna tortile <strong>dell'ordine</strong> corinzio supremo,<br />
denominato dal Guarini “ondeggiante”.<br />
51
1.1 LA DIMENSIONE FIGURATIVA<br />
Fig. 4. Dettaglio del<strong>la</strong> tavo<strong>la</strong> XV del<br />
trattato Architettura civile di Guarino<br />
Guarini (Edizioni Il Polifilo, Mi<strong>la</strong>no,<br />
1968); rappresenta i capitelli <strong>dell'ordine</strong><br />
corinzio supremo, denominato<br />
dal Guarini “ondeggiante”. Nei capitelli<br />
rappresentati si evidenzia l'impiego<br />
di ciuffi di foglie di palme con datteri<br />
– in sostituzione delle foglie<br />
d'acanto – quale sostegno di volute<br />
<strong>la</strong> cui linea curva continua diviene<br />
spezzata; altri capitelli sono composti<br />
di fiori detti Aquileia, oppure di<br />
penne d'uccello, festoni pendenti e<br />
teste di cherubini a<strong>la</strong>ti.
ANGELA CALIENDO<br />
9 Cfr. Quatremère de Quincy,<br />
Dizionario storico di Architettura, a<br />
cura di Valeria Farinati e Georges<br />
Teyssot, Marsilio Editori, Venezia<br />
1985. Al<strong>la</strong> voce Bizzarro, l'autore<br />
scrive: “Borromini e Guarini sono<br />
stati maestri del genere bizzarro.<br />
10 L'edizione originale di Architettura<br />
Civile, scritto di Guarino Guarini, fu<br />
pubblicata postuma nel 1737 a cura<br />
di Bernardo Vittone <strong>per</strong> volontà dei<br />
Chierici Rego<strong>la</strong>ri di S. Lorenzo di<br />
Torino, al<strong>la</strong> quale apparteneva lo stesso<br />
Guarini; tale testo, che spazia in un<br />
campo molto ampio delle tematiche<br />
inerenti l'architettura, si presenta<br />
organizzato in cinque trattati: il<br />
primo è dedicato all'architettura in<br />
generale ed ai suoi principi; il secondo<br />
tratta dell'icnografia, ovvero di ciò<br />
che concerne il rilievo di un sito , o di<br />
un edificio, e <strong>la</strong> re<strong>la</strong>tiva rappresentazione<br />
p<strong>la</strong>nimetrica; il terzo trattato<br />
riguarda quel<strong>la</strong> che Guarini definisce<br />
l’ortografia elevata, e nello specifico<br />
tratta del<strong>la</strong> <strong>la</strong> rappresentazione degli<br />
ordini architettonici e delle facciate,<br />
delle scale e delle volte; nel quarto<br />
trattato, invece, l'autore si sofferma<br />
sull’ortografia gettata, ovvero si interessa<br />
di proiezioni ortogonali di cilindri,<br />
sfere, di corpi ellittici e su<strong>per</strong>fici<br />
curve, sempre facendo riferimento<br />
all'impiego nel campo dell'architettura;<br />
il quinto, ed ultimo trattato,<br />
riguarda <strong>la</strong> geodesia.<br />
Ogni trattato è nuovamente suddiviso<br />
in Capitoli, nei quali l’argomento<br />
viene illustrato a sua volta attraverso<br />
le “osservazioni” e, mediante tale <strong>per</strong>sonale<br />
suddivisione, fatta di proposizioni<br />
compatte raggruppate <strong>per</strong> argomenti,<br />
riprendendo una metodologia<br />
strutturale moderna ed europea, l'autore<br />
consente un'agevole lettura del<br />
testo. La pubblicazione più recente<br />
del Trattato, discretamente aggiornata<br />
nel linguaggio, <strong>per</strong> consentirne<br />
una maggiore chiarezza e leggibilità,<br />
è quel<strong>la</strong> edita nel 1968 dalle Edizioni<br />
Il Polifilo, che presenta <strong>per</strong>altro<br />
un'ampia ed accurata introduzione di<br />
Nino Carboneri.<br />
11 Secondo Vitruvio l'ortografia si<br />
definisce: Erecta frontis imago, modiceque<br />
picta rationibus, o<strong>per</strong>is futuri<br />
figura (l’ortografia è l'immagine del<strong>la</strong><br />
facciata, e dell'o<strong>per</strong>a futura disegnata<br />
secondo le proporzioni); Guarino<br />
rato come l’autore dell’architettura dagli arbitri fantastici:<br />
anche Quatremère de Quincy, nel suo Dizionario<br />
di Architettura, nel descrivere il Barocco, lo definisce<br />
come «una gradazione del bizzarro … l’idea del<br />
barocco porta con se quel<strong>la</strong> del ridicolo spinto all’eccesso…..il<br />
Guarini può ritenersi come il maestro del<br />
genere barocco» 9 .<br />
L’attenzione rivolta a Guarino Guarini, contestualmente<br />
all’interesse verso l’arte e l’architettura barocca,<br />
e ad una moderna indipendenza di giudizio, è<br />
andata sempre crescendo, anche se le sue creazioni<br />
rappresentano una scuo<strong>la</strong> partico<strong>la</strong>re ed insolita, difficilmente<br />
inquadrabile, nata dall’ibridazione degli<br />
elementi e delle regole su cui essa stessa si fonda.<br />
Guarino Guarini affronta l’argomento degli ordini<br />
architettonici in molti capitoli del terzo Trattato del<br />
testo autografo Architettura civile 10 , trattato che egli<br />
intito<strong>la</strong> “Del<strong>la</strong> Ortografia Elevata” 11 . Attraverso il<br />
testo egli discorre dei differenti temi che riguardano<br />
gli ordini architettonici, ne elenca il numero e <strong>la</strong> specie,<br />
ne precisa minuziosamente le regole compositive,<br />
in partico<strong>la</strong>r modo di quegli ordini di derivazione<br />
greco-romana, indicando <strong>la</strong> maniera di ornare le facciate<br />
e <strong>la</strong> possibile mesco<strong>la</strong>nza o sovrapposizione di<br />
più ordini differenti tra loro, ma non disdegna, differentemente<br />
dagli altri trattatisti, di introdurre un capitolo<br />
dedicato agli ordini mancanti 12 , riferendosi all’ordine<br />
Gotico, “eccedente di ogni proporzione greca e<br />
romana, e l’At<strong>la</strong>ntico, o Cariatide” 13 .<br />
L’o<strong>per</strong>ato di Guarini consiste in una vera e propria<br />
ibridazione del<strong>la</strong> sintassi degli ordini architettonici: il<br />
punto di partenza resta sempre fissato nel<strong>la</strong> teoria<br />
vitruviana, <strong>per</strong> quanto rivisitata e confrontata con i<br />
trattatisti del Rinascimento, ma, nel rifiuto di regole<br />
restrittive fondate, egli estende il re<strong>per</strong>torio creando<br />
una gamma di combinazioni moltiplicate; ciascun<br />
67
1.1 LA DIMENSIONE FIGURATIVA<br />
Guarini sostanzialmente riprende<br />
tale definizione definendo l'ortografia<br />
elevata come “l'elevazione delle<br />
facciate del futuro edificio, e di loro<br />
ogni simmetria”.<br />
12 ivi, p. 207.<br />
13 crf. Guarino Guarini, op .cit., p.<br />
207.<br />
14 crf. ivi, p. 139.<br />
15 crf. ivi, introduzione di Nino<br />
Carboneri, p. XXV.<br />
16 Cfr. Augusto Caval<strong>la</strong>ri Murat,<br />
Struttura e forma nel trattato architettonico<br />
del Guarini, in Guarino<br />
Guarini e l'internazionalità del<br />
Barocco, Atti del Convegno, Torino,<br />
1968.<br />
17 Cfr. Augusto Caval<strong>la</strong>ri Murat,<br />
Struttura e forma nel trattato architettonico<br />
del Guarini, in Guarino<br />
Guarini e l'internazionalità del<br />
Barocco, Atti del Convegno,<br />
Accademia delle Scienze,Torino<br />
1968.<br />
18 crf. ibidem; Guarino Guarini fa<br />
riferimento soprattutto all'architettura<br />
gotica, <strong>per</strong> <strong>la</strong> quale egli non<br />
nasconde un chiaro interesse e gradimento,<br />
ma in questo caso egli sottolinea<br />
<strong>la</strong> re<strong>la</strong>tività del giudizio del bello<br />
portando come esempio il fatto che<br />
“l'Architettura Romana prima spiacque<br />
ai Goti, e Architettura Gotica a<br />
noi stessi dispiace”, riferendosi ovviamente<br />
ai suoi contemporanei.<br />
18 Crf. Guarino Guarini, op .cit., p.<br />
127; Guarino Guarini fa riferimento<br />
soprattutto all'architettura gotica,<br />
<strong>per</strong> <strong>la</strong> quale egli non nasconde un<br />
chiaro interesse e gradimento, ma in<br />
questo caso egli sottolinea <strong>la</strong> re<strong>la</strong>tività<br />
del giudizio del bello portando<br />
come esempio il fatto che<br />
“l'Architettura Romana prima spiacque<br />
ai Goti, e Architettura Gotica a<br />
noi stessi dispiace”, riferendosi ovviamente<br />
ai suoi contemporanei.<br />
19 Si fa sempre riferimento al testo di<br />
Guarino Guarini, Architettura civile,<br />
edito dalle Edizioni Il Polifilo nel<br />
1968.<br />
ordine vitruviano è triplicato, l’ordine dorico è suddiviso<br />
in “ordine Toscano, secondariamente ordine<br />
Dorico proprio, <strong>per</strong> terzo l’ordine Dorico un poco più<br />
ornato che il Dorico ordinario” 14 . Analogamente l’ordine<br />
ionico è tripartito in ordine ionico primo, secondo<br />
e terzo, due dei quali di sua invenzione con giustificazioni<br />
antropomorfiche 15 ; infine, l’ordine corinzio<br />
inordine primo, secondo ed ordine supremo definito<br />
dal Nostro “ordine ondeggiante”.<br />
Egli e<strong>la</strong>bora un linguaggio arbitrario e complesso,<br />
carico di significati e di creatività, in una costante<br />
ricerca di re<strong>la</strong>zioni tra ragione e fantasia, metodo ed<br />
innovazione. «La cultura estetica vitruviana è, più che<br />
il ceppo, il cespo nel quale Guarini tentò di sfrondare<br />
rami secchi e di innestare numerose fronde verdi e<br />
vive sino quasi a trovarsi in mano una pianta nuova,<br />
adatta cioè ai tempi nuovi e tale da apparire ad un<br />
primo sguardo totalmente originale» 16 .<br />
Coerentemente con un sentimento liberatorio dell’arte<br />
ed una concezione strutturale del gusto 17 , Guarini<br />
non accetta passivamente di fare ricorso a quelle regole<br />
formali utilizzate come consuetudine, ma al tempo<br />
stesso non si pone in una posizione antitetica al<strong>la</strong> trattatistica<br />
c<strong>la</strong>ssica, che <strong>per</strong>altro conosce profondamente.<br />
Proprio nel Trattato egli esplicita che «è ben difficile<br />
sa<strong>per</strong>e quale sia <strong>la</strong> radice di questo diletto», riferendosi<br />
al componimento proporzionale degli ordini<br />
architettonici «che soddisfa l’occhio di chi lo mira»,<br />
ma egli esprime chiaramente il principio del<strong>la</strong> re<strong>la</strong>tività<br />
del<strong>la</strong> bellezza e del gusto: «talvolta veggiamo che<br />
gli uomini cangiano mode, e che quello che prima era<br />
ammirato <strong>per</strong> bello, viene poi aborrito <strong>per</strong> diforme, e<br />
quello che piace a una nazione dispiace all’altra…» 18 .<br />
Le tavole del Trattato, nello specifico quelle numerate<br />
dal XII al XIX 19 , sono organizzate in modo tale da<br />
dedicare almeno una tavo<strong>la</strong> ad ogni ordine architet-<br />
68
ANGELA CALIENDO<br />
Fig. 5. Capitelli <strong>dell'ordine</strong> corinzio<br />
speciale, detto “gallico”, ornati con<br />
l'iris turchino a sostituzione delle<br />
volute e delle foglie; nel<strong>la</strong> foto sono<br />
rappresentati l'esempio realizzato dal<br />
Guarini sul<strong>la</strong> facciata esterna del<strong>la</strong><br />
Cappel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> Sacra Sindone<br />
(Torino). Immagine tratta da:<br />
Augusto Caval<strong>la</strong>ri Murat, Struttura e<br />
forma nel trattato architettonico del<br />
Guarini, in Guarino Guarini e l'internazionalità<br />
del Barocco, Atti del<br />
Convegno, Torino, 1968.<br />
20 crf. Guarino Guarini, op .cit., p.<br />
169.<br />
tonico, fatta eccezione <strong>per</strong> l’ordine ionico e <strong>per</strong> l’ordine<br />
corinzio, <strong>per</strong> i quali esistono altre due tavole<br />
esclusivamente dedicate al disegno dei capitelli.<br />
Effettivamente, mentre <strong>per</strong> il disegno del fusto il<br />
Guarini non si discosta eccessivamente dai modelli<br />
c<strong>la</strong>ssici, escludendo ovviamente quelle che egli definisce<br />
proprie invenzioni, è <strong>per</strong> le restanti parti – ove<br />
spicca l’estrosità compositiva dei capitelli e <strong>la</strong> ricchezza<br />
decorativa delle cornici – che <strong>la</strong> fantasia del<br />
Maestro trova ampio sfogo, dimostrando <strong>la</strong> reale possibilità<br />
di s<strong>per</strong>imentare nuovi modelli formali, innestando<br />
sovente i diversi elementi tra loro.<br />
Possono essere presi come esempio i capitelli del<br />
secondo e del terzo ordine ionico; il primo è composto<br />
da volute rico<strong>per</strong>te da un gran fogliame, dai quali<br />
occhi esce un cinto gemmato e dalle quali estremità<br />
scendono gemme e <strong>per</strong>le pendenti; il secondo è rico<strong>per</strong>to<br />
di sedici fiori disposti in circolo al di sopra dei<br />
quali crescono quattro volute, disposte secondo le<br />
diagonali del quadrato di base, volute che si piegano<br />
in un solo giro tra le quali sono disposte molte foglie<br />
delle corone im<strong>per</strong>iali o dei gigli 20 .<br />
69
1.1 LA DIMENSIONE FIGURATIVA<br />
21 Simbolo araldico degli Angiò e dei<br />
Valois.<br />
22 Variazioni sul tema vedono l'impiego<br />
dei fiori detti Aquileia, oppure<br />
di penne d'uccello, festoni pendenti<br />
e teste di cherubini a<strong>la</strong>ti in sostituzione<br />
delle volute.<br />
Tali s<strong>la</strong>nci creativi non erano esclusivamente legati al<strong>la</strong><br />
propria capacità inventiva, ma molte volte erano addirittura<br />
legati a specifiche richieste del<strong>la</strong> committenza,<br />
come nel caso dell’ordine gallico – realizzato <strong>per</strong> i<br />
francesi – ibridazione di un capitello corinzio, nel<br />
quale vengono eliminate le foglie d’acanto e le volute<br />
<strong>per</strong> realizzare nuovi apparati decorativi attraverso l’impiego<br />
dell’iris turchino, quale nuova mutazione del<br />
fiordaliso gotico 21 : è di questo capitello che il Nostro si<br />
dichiara come il reale inventore, pregiandosi oltremodo<br />
di un’ottima messa in o<strong>per</strong>a, specialmente <strong>per</strong> <strong>la</strong><br />
carica p<strong>la</strong>stica che se ne riesce ad ottenere. Negli altri<br />
capitelli corinzi, rappresentati nel<strong>la</strong> stessa tavo<strong>la</strong>, si evidenzia<br />
l’impiego di ciuffi di foglie di palme con datteri,<br />
in sostituzione delle foglie d’acanto e di ulteriori<br />
decorazioni floreali che si collegano nell’occhio di una<br />
voluta variamente attorcigliata 22 .<br />
Nel<strong>la</strong> lettura delle parti è possibile cogliere una progressiva<br />
trasformazione e lenta ibridazione dei modelli<br />
fondativi, anche se <strong>per</strong>mane <strong>la</strong> componente natura<br />
Fig. 6. Guarino Guarini. Chiesa di San<br />
Vincenzo (Modena); dettaglio di un<br />
capitello del<strong>la</strong> navata. Immagine tratta<br />
da: A. Caval<strong>la</strong>ri Murat, op.cit.<br />
70
ANGELA CALIENDO<br />
23 crf. Guarino Guarini, op .cit., p.<br />
193.<br />
24 Si vedano, ad esempio, i capitelli<br />
realizzati nel<strong>la</strong> chiesa di San Lorenzo<br />
a Torino: nell'au<strong>la</strong> centrale si trovano<br />
capitelli di ordine Corintio speciale,<br />
adornati con foglie di acanto molle<br />
romano, al di sopra delle quali si sviluppa<br />
una decorazione composta di<br />
fogliame e di frutta; nel<strong>la</strong> stessa au<strong>la</strong>,<br />
ancora, si ritrovano capitelli con volute<br />
rampanti foggiate a piega crestata,<br />
al centro delle quali fuoriescono<br />
teste di Cherubini.<br />
25 Crf. Guarino Guarini, op .cit., p.<br />
175. anche in questo caso Guarino<br />
Guarini, come in altri casi chiaramente<br />
espressi tra le righe del suo trattato,<br />
rivendica <strong>la</strong> paternità di tale riproposizione,<br />
riferendosi al fatto che tale<br />
tipo di ordine non era conosciuto da<br />
greci e romani.<br />
26 Guarino Guarini realizza in Sicilia,<br />
a Messina, <strong>la</strong> facciata del<strong>la</strong> chiesa<br />
dell'Annunziata, distrutta durante il<br />
terremoto del 1908, mentre non esiste<br />
alcun riscontro del<strong>la</strong> realizzazione<br />
del progetto, riportato tra le tavole<br />
de trattato Architettura civile, del<strong>la</strong><br />
Chiesa dei Padri Somaschi , sempre a<br />
Messina.<br />
27 Distrutta.<br />
28 Distrutta.<br />
listica a fondamento del<strong>la</strong> composizione. Sono infatti<br />
molte le variabili prospettate, considerando il fatto<br />
che il Guarini teorizza, e pratica, una libertà estetica e<br />
creativa nel comporre; egli descrive altri ordini, quelli<br />
definiti Composti, ottenibili principalmente dal<strong>la</strong><br />
mesco<strong>la</strong>nza dei tre ordini principali, oppure composto<br />
da due ordini accoppiati, che «si uniscono variamente<br />
in acconcie composizioni» 23 ; realizza inserimenti<br />
decorativi, ispirati al mondo naturale, nuovamente<br />
differenti da quelli descritti nel Trattato 24 , dissolvendo<br />
tutte le tipologie storiche formalmente definite.<br />
Gli inserimenti naturalistici non si limitano al<strong>la</strong> decorazione<br />
dei capitelli, ma investono anche altri elementi<br />
come i fregi e le cornici; non è strano trovare disegni<br />
di animali, fiori e frutta <strong>la</strong>ddove non ci si aspetterebbe:<br />
egli sostituisce i dentelli con pomi, decora riccamente<br />
le cornici con foglie di alloro, conchiglie,<br />
modiglioni e drappi pendenti.<br />
L’ordine nel quale si può individuare il maggior apporto<br />
creativo è di certo l’ordine Corinto supremo,<br />
ondeggiante 25 ; le colonne diventano tortili, conferendo<br />
un senso dinamico a tutte le altre parti del<strong>la</strong> composizione,<br />
dal<strong>la</strong> base alle travi, passando <strong>per</strong> capitelli<br />
e fregi. La cornice ondeggiante descrive una linea con<br />
andamento sinusoidale, sia sul piano orizzontale che<br />
su quello verticale e viene ado<strong>per</strong>ata dal Guarini in<br />
alcune sue architetture: applicata in una cappel<strong>la</strong>,<br />
benché in stucco, a Messina 26 , durante il suo breve<br />
soggiorno (1660-62), in Sant’Anna <strong>la</strong> Reale di<br />
Parigi 27 , s<strong>per</strong>imentando tale soluzione sulle cornici, e<br />
nel<strong>la</strong> chiesa del<strong>la</strong> Divina Provvidenza di Lisbona 28 , ove<br />
si riscontra l’intero sistema ondeggiante sulle colonne,<br />
sui capitelli e sulle cornici.<br />
Guarino Guarini mostra attraverso il disegno dell’insieme<br />
e delle singole parti come anche l’impalcato<br />
architettonico dell’ordine possa essere reinterpretato:<br />
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1.1 LA DIMENSIONE FIGURATIVA<br />
Fig. 7. Miche<strong>la</strong>ngelo Garove. Pa<strong>la</strong>zzo<br />
Asinari di san Marzano (ora<br />
Carpano). Torino<br />
quando <strong>la</strong> rego<strong>la</strong> viene contraddetta, quando il sistema<br />
si modifica e si p<strong>la</strong>sma all’idea, attraverso una<br />
lenta ibridazione dei caratteri originari il modello si<br />
trasforma, viene alterato e <strong>la</strong> mutazione degli elementi<br />
diventa espressione di un nuovo linguaggio che<br />
prende forma nell’architettura.<br />
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