BRUNO MUNARI, FUTURISMO E OLTRE …. - MunArt

BRUNO MUNARI, FUTURISMO E OLTRE …. - MunArt BRUNO MUNARI, FUTURISMO E OLTRE …. - MunArt

29.01.2015 Views

Ne da notizia il periodico «La Città Nuova» 116 : La mostra di aeropittura Il 2 Marzo, F. T. Marinetti, dell'Accademia d'Italia inaugurerà a Parigi la grande Mostra di Aeropittura Futurista alla «Galerie de La Renaissance», Mostra realizzata per volontà del Conte Sarmiento, collezionista d'arte moderna, e organizzata da Enrico Prampolini. Il Comitato d'Onore è composto da: S. E. Balbo, S. E. Bottai, S. E. Marinetti, S. E. Bodrero e On. Oppo. L'esposizione comprenderà una Mostra personale completa di Enrico Prampolini, con oltre 40 opere di pittura e aeropittura e una Mostra di 29 aeropittori e aeroscultori italiani. Sono rappresentati i seguenti artisti futuristi: Alberti, Alimandi, Ambrosoni, Balla, Benedetta, Andreoni, Bot, Cavigliani, Cocchia, Crali, Depero, Diulgheroff, Dormal, Dottori, Duse, Fillia, Munari, Oriani, Pozzo, Prampolini, Mino Rosso, Saladin, Tato, Marisa Mori, Vignazia, Tullio d'Albisola, Thayaht, Zucco. Vi sarà inoltre una sala contenente le opere futuriste della Collezione Sarmiento, con quadri di Severini, Russolo, Prampolini e Fillia. Questa mostra è attesa ansiosamente nell'ambiente artistico parigino, perché presenta una nuova conquista plastica dovuta all'arte futurista italiana. La Mostra rimarrà aperta 15 giorni durante i quali si organizzeranno conferenze sull'aeropoesia, concerti di musica futurista e manifestazioni. Ne da notizia il periodico «Popolo d'Italia» 117 : Come già annunziato, il 2 marzo avrà luogo alla Galleria de la Reinassance la vernice dell'Esposizione di Aeropittura Futurista. Questa Mostra, oltre una sala personale di Prampolini, conterrà oltre cento opere di ventotto pittori futuristi, tra i quali ricordiamo: Albert, Andreoni, Ambrosi, Benedetta, Caviglioni, Crali, Cocchia, Dottori, Fillia, Munari, Oriani, Pozzo, Tato.[...] Ne da notizia sul periodico «L'Impero» 118 , Francesco Monarchi: Parigi, marzo [...]Balla, Crali, Depero, Dormal, Duse, Fillia, Munari, Oriani, Pozzo, Saladin, si orientano piuttosto alla concezione di Prampolini, di spiritualizzazione della vita aerea. [...]Munari in «Soste aeree», «Vita di cristallo», ed «Infinito aereo» meccanizza lo spazio con forme extra-pittoriche riuscendo a creare delle composizioni astratte suggestive. Nel mese di aprile la rivista «Natura» 119 esce con la copertina disegnata da Munari. Nell'immagine di destra si può vedere il bozzetto preparatorio, in quella di sinistra la copertina della rivista. 1994, Milano. 116In “La Città Nuova” sintesi del futurismo mondiale e di tutte le avanguardie : quindicinale di arte e vita / diretto da Fillia, 25 febbraio 1932,. - Anno 1, n. 2, pag. 7, Torino 117Tratto da “L'esposizione di Pampolini e degli aeropittori futuristi a Parigi” in “Popolo d'Italia”, 26 febbraio 1932. 118Tratto da “L'esposizione di Prampolini e degli Aeropittori Futuristi alla Galerie des Reinassaince” di Francesco Monarchi, in “L'Impero”, 15 marzo 1932. 119In “Natura” n. 4 aprile 1932, Alfieri & Lacroix, Milano 1932.

28 aprile – 10 ottobre Mostra dell'Aeropittura e della pittura dei futuristi italiani nella XVIII Esposizione Internazionale d'Arte Biennale, di Venezia; introduzione in catalogo di Marinetti; sale di Depero e Prampolini; partecipazioni di Ambrosi, Andreoni, Benedetta, Bot, Caviglioni, De Giorgio, Diulgheroff, Dormal, Dottori, Fillia, Marasco, Munari (nella sala 50 espone: Spessori d'atmosfera) 120 , Oriani, Tato, Rosso, Thayaht. Il movimento futurista italiano presenta anzitutto una grande mostra personale di Fortunato Depero[...] e una mostra personale di Enrico Prampolini[...] Il movimento futurista italiano presenta inoltre le opere dei futuristi Balla, Benedetta, Dottori, Fillia, Marasco, Munari, Oriani, Rosso, Tato e Thayaht le cui aeropitture e aerosculture richiamano alla mente le origini ormai lontane della sensibilità aerea. 121 [...] CONSIDERAZIONI SULLA XVIII BIENNALE DI VENEZIA di Gerardo Dottori 122 Ho letto in questi ultimi tempi su vari giornali e riviste italiane, l'opinione di alcuni critici secondo la quale l'arte italiana sta finalmente avviandosi verso l'assestamento definitivo perché gli artisti hanno ritrovato, dopo tanto rivoluzionare, sconfinare, brancolare, «i caratteri dell'arte nostra, quelli veri, tradizionali ed universali» che l'hanno in tutti i tempi resa potente nel mondo. Si tratterebbe di una specie di «unificazione» di tendenze; di un incanalamento di esse entro un dato ordine stilistico, dettato da quei due o tre – più o meno – artisti ufficialmente riconosciuti per capi-scuola: due o tre pastori e un gregge. L'arte italiana, così, sarebbe ridotta, come ognuno capisce, ad una cosa assai monotona e noiosa. Però, visitando la XVIII Biennale, vi accorgete con meraviglia che la cosiddetta unificazione non è un'aspirazione di alcuni burocratici della critica, ma è un fatto avvenuto purtroppo. Se si procederà ancora, come certamente avverrà, per questa via, tra poco esisteranno in Italia due o tre «scuole» alle quali verranno assegnate le molte migliaia di pittori e scultori. E l'arte sarà salva. E non era questo ciò che volevano i critici suddetti […] Un visitatore intelligente del padiglione italiano che non si orientasse subito nel giro delle sale e che incominciasse la visita dalla prima sala a sinistra – che nell'ordine topografico e numerico è la 50esima e l'ultima – avrebbe pregiudicato gravemente la sua vista. La 50esima sala è quella dei Futuristi italiani. Dopo aver veduto questa sala con le 100 opere di Depero, Prampolini, Ambrosi, Andreoni, Benedetta, Bot, Caviglioni, Diulgheroff, Dottori, Fillia, Marasco, Munari, Oriani, Rosso, Tato e Thayaht; 16 pittori e scultori e ognuno una personalità originalissima, inconfondibile, italianissima. Dopo aver veduto questa sala che contiene l'unico gruppo di artisti e di opere che rappresentano veramente l'epoca nostra e l'anticipano con magnifico sforzo di ingegno e di fantasia, il visitatore intelligente, dicevo, che avesse iniziato il giro da questa sala proverebbe ancora più forte la impressione del grigio, monotono e uguale delle altre sale della grande mostra. Ora dicevo ci sono eccezioni e il visitatore intelligente le nota subito.[...] BILANCIO FUTURISTA ALLA 18ª BIENNALE VENEZIANA di Anselmi 123 : …Tra gli altri pittori notammo Bot con un ritratto aviatorio di Balbo, Tato con cinque quadri, dei quali Spiralata e Paesaggio aereo dotati di ottime qualità; quindi Diulgheroff, Munari e Dormal. ... 120Tratto dal catalogo della mostra “XVIII Esposizione Internazionale d'Arte Biennale” , di Venezia, Officine Grafiche Carlo Ferrari, Venezia, pag. 175 121Tratto dal catalogo della mostra ora in “Nuovi archivi del Futurismo” diretti da Enrico Crispolti, pag. 483; op. cit. 122Tratto da “Futurismo”, periodico diretto da Mino Somenzi, anno I, n. 4, pag. , 15-30 luglio 1932, Roma. 123Tratto dalla rivista “Dinamo Futurista”, mensile diretto da Fortunato Depero; febbraio 1933 – XI, anno I° - n. 1; Rovereto Trento; 1933.

28 aprile – 10 ottobre<br />

Mostra dell'Aeropittura e della pittura dei futuristi italiani nella XVIII Esposizione Internazionale<br />

d'Arte Biennale, di Venezia; introduzione in catalogo di Marinetti; sale di Depero e Prampolini;<br />

partecipazioni di Ambrosi, Andreoni, Benedetta, Bot, Caviglioni, De Giorgio, Diulgheroff, Dormal,<br />

Dottori, Fillia, Marasco, Munari (nella sala 50 espone: Spessori d'atmosfera) 120 , Oriani, Tato, Rosso,<br />

Thayaht.<br />

Il movimento futurista italiano presenta anzitutto una grande mostra personale di Fortunato<br />

Depero[...] e una mostra personale di Enrico Prampolini[...] Il movimento futurista italiano<br />

presenta inoltre le opere dei futuristi Balla, Benedetta, Dottori, Fillia, Marasco, Munari,<br />

Oriani, Rosso, Tato e Thayaht le cui aeropitture e aerosculture richiamano alla mente le<br />

origini ormai lontane della sensibilità aerea. 121 [...]<br />

CONSIDERAZIONI SULLA XVIII BIENNALE DI VENEZIA di Gerardo Dottori 122<br />

Ho letto in questi ultimi tempi su vari giornali e riviste italiane, l'opinione di alcuni<br />

critici secondo la quale l'arte italiana sta finalmente avviandosi verso l'assestamento<br />

definitivo perché gli artisti hanno ritrovato, dopo tanto rivoluzionare, sconfinare,<br />

brancolare, «i caratteri dell'arte nostra, quelli veri, tradizionali ed universali» che<br />

l'hanno in tutti i tempi resa potente nel mondo.<br />

Si tratterebbe di una specie di «unificazione» di tendenze; di un incanalamento di esse<br />

entro un dato ordine stilistico, dettato da quei due o tre – più o meno – artisti<br />

ufficialmente riconosciuti per capi-scuola: due o tre pastori e un gregge.<br />

L'arte italiana, così, sarebbe ridotta, come ognuno capisce, ad una cosa assai monotona<br />

e noiosa.<br />

Però, visitando la XVIII Biennale, vi accorgete con meraviglia che la cosiddetta<br />

unificazione non è un'aspirazione di alcuni burocratici della critica, ma è un fatto<br />

avvenuto purtroppo.<br />

Se si procederà ancora, come certamente avverrà, per questa via, tra poco esisteranno in<br />

Italia due o tre «scuole» alle quali verranno assegnate le molte migliaia di pittori e<br />

scultori. E l'arte sarà salva.<br />

E non era questo ciò che volevano i critici suddetti […]<br />

Un visitatore intelligente del padiglione italiano che non si orientasse subito nel giro<br />

delle sale e che incominciasse la visita dalla prima sala a sinistra – che nell'ordine<br />

topografico e numerico è la 50esima e l'ultima – avrebbe pregiudicato gravemente la<br />

sua vista.<br />

La 50esima sala è quella dei Futuristi italiani. Dopo aver veduto questa sala con le 100<br />

opere di Depero, Prampolini, Ambrosi, Andreoni, Benedetta, Bot, Caviglioni,<br />

Diulgheroff, Dottori, Fillia, Marasco, Munari, Oriani, Rosso, Tato e Thayaht; 16 pittori<br />

e scultori e ognuno una personalità originalissima, inconfondibile, italianissima. Dopo<br />

aver veduto questa sala che contiene l'unico gruppo di artisti e di opere che<br />

rappresentano veramente l'epoca nostra e l'anticipano con magnifico sforzo di ingegno<br />

e di fantasia, il visitatore intelligente, dicevo, che avesse iniziato il giro da questa sala<br />

proverebbe ancora più forte la impressione del grigio, monotono e uguale delle altre<br />

sale della grande mostra.<br />

Ora dicevo ci sono eccezioni e il visitatore intelligente le nota subito.[...]<br />

BILANCIO FUTURISTA ALLA 18ª BIENNALE VENEZIANA di Anselmi 123 :<br />

…Tra gli altri pittori notammo Bot con un ritratto aviatorio di Balbo, Tato con cinque<br />

quadri, dei quali Spiralata e Paesaggio aereo dotati di ottime qualità; quindi<br />

Diulgheroff, Munari e Dormal. ...<br />

120Tratto dal catalogo della mostra “XVIII Esposizione Internazionale d'Arte Biennale” , di Venezia, Officine Grafiche Carlo Ferrari,<br />

Venezia, pag. 175<br />

121Tratto dal catalogo della mostra ora in “Nuovi archivi del Futurismo” diretti da Enrico Crispolti, pag. 483; op. cit.<br />

122Tratto da “Futurismo”, periodico diretto da Mino Somenzi, anno I, n. 4, pag. , 15-30 luglio 1932, Roma.<br />

123Tratto dalla rivista “Dinamo Futurista”, mensile diretto da Fortunato Depero; febbraio 1933 – XI, anno I° - n. 1; Rovereto Trento;<br />

1933.

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