BRUNO MUNARI, FUTURISMO E OLTRE â¦. - MunArt
BRUNO MUNARI, FUTURISMO E OLTRE â¦. - MunArt BRUNO MUNARI, FUTURISMO E OLTRE â¦. - MunArt
- Le Edizioni Metropoli, di Milano, pubblicano il “programma” di Almanacco dell'Italia Veloce, diretto da Marinetti (mai pubblicato). Bruno Munari, Pubblicità a scoppio, bozzetto per L'Almanacco dell'Italia Veloce, Ed. Metropoli, Milano, 1930. L'Almanacco dell'Italia Veloce Per il 1931 era prevista la pubblicazione (poi non realizzata, forse per difficoltà economiche) del volume L'Almanacco dell'Italia Veloce, che avrebbe costituito un vero e proprio monumento dell'immaginazione pubblicitaria futurista, nell'intenzione di essere “presentazione delle idee, degli avvenimenti e dei prodotti commerciali” dell'Italia del tempo. Ne resta lo “specimen” , una raccolta assai notevole e assai varia di proposizioni pubblicitarie futuriste in bozzetti di manifesti di Bruno Munari (2), di Nicola Diulgheroff (2), di Giacomo Balla (1), di Ugo Pozzo (1), di Gerardo Dottori (1), mentre ricorrenti pagine autoreclamizzanti lo stesso Almanacco sono di Diulgheroff medesimo. Marinetti lo presenta nello “speciem” quale opera di “scrittori rallegranti e pittori dalla tavolozza esplosiva” 78 .[...] Pino Masnata pubblica «Anime sceneggiate». Prefazione di F.T. Marinetti, Roma, Edizioni Futuriste di Poesia [stampa: Stab. Tip. Cav. Pietro Salvini - Stradella], copertina illustrata a tre colori di Bruno Munari. Bruno Munari futurista, grafico Nella sua attività di pittore futurista, dallo scorcio degli anni Venti, Munari viene sviluppando anche un particolare impegno nell'ambito della progettazione grafica, della quale i segni sparsi sono ancora in sostanza da rintracciare, e tuttavia emergono con significativa presenza. Nell'ordine della grafica pubblicitaria si possono ricordare almeno i due bozzetti nello “speciem” de L'Almanacco de L'Italia Veloce, che doveva essere pubblicato nel 1931. Mentre nel 1932 è la pubblicazione de Il Cantastorie Campari, con le sue “figurazioni grafiche”. D'altra parte nell'ambito della grafica editoriale si può ricordare almeno la sua presenza nella seconda delle famose “litolatte” di Tullio d'Albisola, L'anguria lirica, edita nel 1933; come i suoi interventi grafici in Il poema del vestito di latte di Marinetti edito nel 1937 79 . Dal 1930 Munari collabora con il mensile “L’Ufficio Moderno” (a partire dal n. 5), il rapporto con il mensile milanese continuerà sino al 1937 80 . L'Almanacco Bompiani[...]Una seconda figura creativa, oltre a Zavattini, fu essenziale per l'Almanacco: Bruno Munari. La prima menzione di Munari è nel numero del 1930 con una caricatura di Orio Vergani. Dal 1933 però, l'artista fu sempre più presente: composizioni fotografiche, inserti speciali, copertine. L'apporto fu continuo e determinante, una creatività visuale modernissima e, ancor oggi, quella di maggiore qualità di tutto l'Almanacco. Il lavoro di Munari con Bompiani fu, si può dire, gomito a gomito. E' noto quanto al presidente piacesse la composizione grafica e come entrasse nel lavoro con forbici e colla. Munari stesso ha raccontato come, una volta, chiamato dall'editore a proporre 78 Tratto dal catalogo “Ricostruzione futurista dell'universo”, …. op. cit., pag. 408. 79 Tratto dal catalogo “Ricostruzione futurista dell'universo”, …. op. cit., pag. 396 80 Tratto da “Bruno Munari illustratore e grafico futurista: 1927-1933” di Luigi Di Corato, in “Il presente si fa storia. Scritti in onore di Luciano Caramel”, a cura di Cecilia de Carli e Francesco Tedeschi, Vita e Pensiero, Milano 2008.
una copertina arrivò in casa editrice con una grande busta e la porse a Bompiani invitandolo ad aprirla. Dentro c'erano decine di tessere colorate, forme geometriche in piano, tutti gli elementi necessari insomma. “Presidente - gli disse - si diverta, componga lei la copertina, i particolari sono miei, l'insieme sarà suo”. Munari poteva permettersi l'impertinenza. 81 [...]Dal '35 al '39 Boggeri lavora con collaboratori esterni, Ricas-Munari, Carboni, Muratore 82 [...] Nella prima metà degli anni Trenta Bruno Munari intraprende una duratura collaborazione con la rivista “L'Ala d'Italia”, da cui nasce un vasto corpus di fotocollage preparatori per le illustrazioni inserite a corredo degli articoli. Tali opere si fondano su uno sperimentalismo innato nella produzione munariana, che già prima del 1930 affronta interessanti contaminazioni fra esperienze fotografiche, cinematografiche e di arte applicata e che dal 1932, sotto lo stimolo delle ricerche di Man Ray e Moholy-Nagy, vede lo sviluppo di immagini – attraverso fotomontaggi e collage – sottratte al controllo della logica e per molti versi confrontabili con le celebri “macchine inutili”, meccanismi non destinati ad alcuna funzione pratica, che Munari realizza nel 1933 83 . “Niente, del resto, è assurdo per chi vola.” 1933 c., fotocollage e inchiostro. Riccardo Ricas 84 ...Inizia nel 1930 la collaborazione con Munari. Assieme aprono uno studio, di cui disegnano gli arredi, assai attivo nel decennio trenta, che non impedirà comunque ad entrambi l'attività autonoma. Ricas+Munari o R+M firmano i loro lavori e si presentano: “La nostra fantasia di artisti è a vostra disposizione per qualsiasi problema pubblicitario, specialmente per i più difficili. Progetti per annunci, pieghevoli a sorpresa, fuochi artificiali, francobolli, affreschi su cranio, fotogrammi, archi di trionfo” [Guida Ricciardi, 1936, p. 336]. Realizzano annunci, pieghevoli e manifesti, stand per Montecatini, Pirelli, Michelin, Tudini-Talenti, Terni, Ducati, Snia, Breda, Fiat, Crippa, Breger, Aeroplani Caproni. Collaborano con lo Studio Boggeri dal 1933, realizzando, con Veronesi, l'opuscolo Linoleum, stampato da G. Modiano, e l'opuscolo per l'antiruggine Max Meyer, entrambi del 1938. Sempre con Munari esegue il dépliant autopubblicitario Tavolozza di possibilità tipografiche e alcune copertine per la rivista “Ala d'Italia”. Dal maggio 1935 (n.5) assumono la direzione artistica della rivista “L'Ufficio Moderno” e sul medesimo numero è pubblicato un testo sulla loro attività. … … con Munari da vita ad alcune performance come quella del “cinema odoroso” al cinema Corso di Milano, quando effluvi odorosi di diversa natura accompagnano la proiezione, o i “concerti di silenzio” tenuti alla radio. A. Bassi Pubblicità studio R+M, pubblicata sulla “Guida Ricciardi 1936” 81 Tratto da “L’Almanacco Letterario Bompiani” di Hilarius Moosbrugger; in “Gli articoli di Maremagnum” pagina web. 82 Tratto da “Lo Studio Boggeri 1933 1981”curato e disegnato da Bruno Monguzzi, pag. 2, Electa, Milano, 1981. 83 Tratto dal catalogo “La collezione Caproni”, 23.11.2007 – 13.01.2008, a cura di Giovanna Nicoletti, pag. 118, Arco, TN; Litografia Stella, Rovereto, 2007 84 “Riccardo Ricas”, tratto da: “Il dizionario del futurismo”, pagg. 963-964, a cura di Ezio Godoli, Vallecchi editore, 2001
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una copertina arrivò in casa editrice con una grande busta e la porse a Bompiani invitandolo ad aprirla.<br />
Dentro c'erano decine di tessere colorate, forme geometriche in piano, tutti gli elementi necessari<br />
insomma. “Presidente - gli disse - si diverta, componga lei la copertina, i particolari sono miei, l'insieme<br />
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esterni, Ricas-Munari, Carboni, Muratore 82 [...]<br />
Nella prima metà degli anni Trenta Bruno Munari intraprende<br />
una duratura collaborazione con la rivista “L'Ala d'Italia”, da<br />
cui nasce un vasto corpus di fotocollage preparatori per le<br />
illustrazioni inserite a corredo degli articoli. Tali opere si<br />
fondano su uno sperimentalismo innato nella produzione<br />
munariana, che già prima del 1930 affronta interessanti<br />
contaminazioni fra esperienze fotografiche, cinematografiche<br />
e di arte applicata e che dal 1932, sotto lo stimolo delle<br />
ricerche di Man Ray e Moholy-Nagy, vede lo sviluppo di<br />
immagini – attraverso fotomontaggi e collage – sottratte al<br />
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celebri “macchine inutili”, meccanismi non destinati ad<br />
alcuna funzione pratica, che Munari realizza nel 1933 83 .<br />
“Niente, del resto, è assurdo per chi<br />
vola.” 1933 c., fotocollage e inchiostro.<br />
Riccardo Ricas 84<br />
...Inizia nel 1930 la collaborazione con Munari. Assieme<br />
aprono uno studio, di cui disegnano gli arredi, assai attivo nel<br />
decennio trenta, che non impedirà comunque ad entrambi<br />
l'attività autonoma. Ricas+Munari o R+M firmano i loro<br />
lavori e si presentano: “La nostra fantasia di artisti è a vostra<br />
disposizione per qualsiasi problema pubblicitario,<br />
specialmente per i più difficili. Progetti per annunci,<br />
pieghevoli a sorpresa, fuochi artificiali, francobolli, affreschi<br />
su cranio, fotogrammi, archi di trionfo” [Guida Ricciardi,<br />
1936, p. 336]. Realizzano annunci, pieghevoli e manifesti,<br />
stand per Montecatini, Pirelli, Michelin, Tudini-Talenti, Terni,<br />
Ducati, Snia, Breda, Fiat, Crippa, Breger, Aeroplani Caproni.<br />
Collaborano con lo Studio Boggeri dal 1933, realizzando, con<br />
Veronesi, l'opuscolo Linoleum, stampato da G. Modiano, e<br />
l'opuscolo per l'antiruggine Max Meyer, entrambi del 1938.<br />
Sempre con Munari esegue il dépliant autopubblicitario<br />
Tavolozza di possibilità tipografiche e alcune copertine per la<br />
rivista “Ala d'Italia”. Dal maggio 1935 (n.5) assumono la direzione artistica della rivista<br />
“L'Ufficio Moderno” e sul medesimo numero è pubblicato un testo sulla loro attività. …<br />
… con Munari da vita ad alcune performance come quella del “cinema odoroso” al cinema<br />
Corso di Milano, quando effluvi odorosi di diversa natura accompagnano la proiezione, o i<br />
“concerti di silenzio” tenuti alla radio.<br />
A. Bassi<br />
Pubblicità studio R+M, pubblicata sulla<br />
“Guida Ricciardi 1936”<br />
81 Tratto da “L’Almanacco Letterario Bompiani” di Hilarius Moosbrugger; in “Gli articoli di Maremagnum” pagina web.<br />
82 Tratto da “Lo Studio Boggeri 1933 1981”curato e disegnato da Bruno Monguzzi, pag. 2, Electa, Milano, 1981.<br />
83 Tratto dal catalogo “La collezione Caproni”, 23.11.2007 – 13.01.2008, a cura di Giovanna Nicoletti, pag. 118, Arco, TN;<br />
Litografia Stella, Rovereto, 2007<br />
84 “Riccardo Ricas”, tratto da: “Il dizionario del futurismo”, pagg. 963-964, a cura di Ezio Godoli, Vallecchi editore, 2001