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TESI SIMONA MANDINI - Università degli Studi di Ferrara

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cammino in presenza <strong>di</strong> dolore si è <strong>di</strong>mostrata in grado <strong>di</strong> migliorare la tolleranza all’esercizio (14) .<br />

L’idea è che questo tipo <strong>di</strong> esercizio, che comporta una grossa quota <strong>di</strong> ischemia, potrebbe essere il<br />

più efficace nel trattamento della clau<strong>di</strong>catio e che il massimo dolore ad alta intensità può essere<br />

efficace a creare risposte <strong>di</strong> adattamento (12) . L’allenamento produce effettivamente maggior<br />

tolleranza all’esercizio nei pazienti ed è in grado <strong>di</strong> produrre miglioramenti significativi in termini<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> cammino (39) . Queste sessioni ad alta intensità <strong>di</strong> esercizio, non sono però seguite da<br />

adattamenti aerobici, ma piuttosto da <strong>di</strong>sturbi del metabolismo ossidativo, da segnali <strong>di</strong> attivazione<br />

del metabolismo anaerobico e da denervazione del muscolo scheletrico (50) .<br />

Un’ipotesi da inseguire, potrebbe essere quella <strong>di</strong> migliorare la capacità <strong>di</strong> produrre energia per via<br />

aerobica aumentando la concentrazione <strong>di</strong> mitocondri muscolari e la capillarizzazione nelle zone<br />

povere <strong>di</strong> ossigeno. Tali effetti si possono ottenere effettuando un esercizio specifico per tempi<br />

sufficientemente lunghi e ad intensità sottomassimali (51) .<br />

È infatti noto che intensità <strong>di</strong> esercizio elevate, danneggiano la funzione muscolare e la capacità<br />

respiratoria dei muscoli che lavorano (52,53) , ma allo stesso tempo una bassa concentrazione <strong>di</strong><br />

ossigeno locale risulta essere un adeguato ed in<strong>di</strong>pendente stimolo per ilo metabolismo ossidativo<br />

( 54,55) . L’allenamento dovrebbe dunque combinare ’appropriata intensità e durata adeguata <strong>di</strong><br />

esercizio. Gli esperti <strong>di</strong> esercizio riconoscono che ad un’elevata intensità oltre la soglia anaerobica,<br />

il volume <strong>di</strong> allenamento è limitato mentre, in un esercizio svolto intorno alla soglia anaerobica la<br />

relazione intensità-risulta ottimale (56) .<br />

Per tutte queste ragioni, il nostro gruppo ha ipotizzato che la ricerca <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>catore del livello <strong>di</strong><br />

intensità <strong>di</strong> allenamento appropriato per paziente arteriopatico, potrebbe rappresentare uno<br />

strumento strategico per ottimizzare la relazione intensità-durata <strong>di</strong> allenamento. L’in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong><br />

intensità adeguata <strong>di</strong> esercizio è stata determinata per pazienti con patologia coronarica (frequenza<br />

car<strong>di</strong>aca), per i pazienti con patologia polmonare cronica ostruttiva (grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>spnea) e per altre<br />

popolazioni generalmente sane come gli anziani (livello <strong>di</strong> esercizio percepito) (57-59) .<br />

Dunque, l’identificazione <strong>di</strong> un’intensità ideale <strong>di</strong> esercizio potrebbe risultare efficace nel paziente<br />

con arteriopatia periferica e potrebbe essere utilizzata come base per sviluppare meto<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

valutazione ed allenamenti riabilitativi. Il primo passo in questa <strong>di</strong>rezione è stato fatto con la messa<br />

a punto <strong>di</strong> un test, inizialmente in corridoio (20) e recentemente su treadmill (60) con lo scopo <strong>di</strong><br />

determinare la velocità critica <strong>di</strong> cammino dei pazienti AOP, denominata velocità <strong>di</strong> soglia del<br />

dolore (PTS). Questo parametro è risultato utile per definire l’esercizio aerobico sottomassimale e<br />

per valutare gli effetti derivati da tale allenamento.<br />

L’intensità <strong>di</strong> allenamento è infatti un aspetto cruciale nei pazienti AOP dove, camminare alla<br />

normale velocità (90-120 passi/min in base all’età) può risultare un esercizio molto intenso per i<br />

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