Lorenzo Rossetti - Giappone per caso
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<strong>Giappone</strong> <strong>per</strong> <strong>caso</strong><br />
coltelli, articoli <strong>per</strong> la casa e ristoranti di sushi, sashimi,<br />
rāmen e vari cibi di strada. Il bazar prosegue all’interno<br />
dell’area mercatale, dove un artigiano sta forgiando nella<br />
sua bottega un coltello d’acciaio deba bōchō (multiuso<br />
da cucina). Tale è la <strong>per</strong>izia nella lavorazione della lama che<br />
conviene sostare ad assistere all’o<strong>per</strong>azione. Il coltello è poi<br />
stato da me acquistato insieme alla pietra <strong>per</strong> l’affilatura. Al<br />
ritorno non sono stati riscontrati problemi alla dogana e non<br />
è neppure stato necessario effettuare la denuncia.<br />
La zona degli espositori del pesce è riconoscibile dai<br />
capannoni con pianta a quarto di cerchio, dove sono assiepati<br />
centinaia di esercenti. Chi ama i generi ittici non sarà di certo<br />
deluso da questo tripudio: che sia d’acqua dolce o salata,<br />
dell’Atlantico o del Pacifico, che siano molluschi o crostacei,<br />
non v’è specie che non sia rappresentata. Il re del mercato è<br />
<strong>per</strong>ò il tonno: si va dai tagli più magri del semplice maguro<br />
fino a quelli più grassi del ricercatissimo toro, che può<br />
arrivare a costare sui 500 euro al chilo (abbiamo visto di<br />
<strong>per</strong>sona confezioni da circa 200 g vendute a 90 €). Si dice che i<br />
giapponesi siano fra i peggiori “predatori del mare” al mondo,<br />
con le loro navi che caricano all’inverosimile le stive frigorifere<br />
<strong>per</strong> poi rientrare alla base qualche settimana dopo. In realtà,<br />
ciò accade sempre meno: l’attuale tendenza dell’industria<br />
ittica giapponese è quella di ridurre l’esposizione in prima<br />
<strong>per</strong>sona, lasciando ai pescatori africani, magrebini e indiani<br />
il compito di trarre nelle rispettive zone le reti con le specie<br />
a rischio, successivamente caricate sugli aerei cargo <strong>per</strong><br />
essere a Tōkyō in ventiquattr’ore o meno. Per questo motivo<br />
è diffusa la battuta che recita: «Sapete qual è il principale<br />
porto di pesca del <strong>Giappone</strong> L’aeroporto internazionale<br />
di Narita!». Il pescato viene trasferito ancora surgelato sui<br />
banchi di vendita, <strong>per</strong> sparire definitivamente sui furgoni<br />
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