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Prof. Albarello - Ordine Regionale dei Geologi di Sicilia

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“- NTC 2008 – Gli approcci non semplificati per il calcolo dell‟azione sismica<br />

nei depositi <strong>di</strong> tipo S1 o S2” – <strong>Or<strong>di</strong>ne</strong> regionale <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong> <strong>di</strong> <strong>Sicilia</strong><br />

Meto<strong>di</strong> geofisici per la caratterizzazione<br />

sismica del sottosuolo<br />

Dario <strong>Albarello</strong><br />

Dipartimento <strong>di</strong> Scienze della Terra – Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Siena<br />

Via Laterina, 8 – 53100 Siena<br />

albarello@unisi.it<br />

Hotel “Gelso Bianco”, Catania, 17 Giugno 2011 – Meto<strong>di</strong> Geofisici per la caratterizzazione sismica del sottosuolo


Le norme tecniche per le costruzioni (NTC_2008) hanno in<strong>di</strong>viduato due<br />

parametri <strong>di</strong>namici come rappresentativi del comportamento <strong>dei</strong> terreni<br />

Ci sono tre elementi informativi:<br />

1. Spessore delle coperture alla scala delle decine <strong>di</strong> metri (classi <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà del substrato <strong>di</strong><br />

riferimento V s >800 m/s e fatta salva la necessità <strong>di</strong> caratterizzare un volume <strong>di</strong> sottosuolo<br />

influenzata e che influenza il manufatto)<br />

2. Vs 30 (classi <strong>di</strong> velocità entro i 30 m)<br />

3. Andamento del valore <strong>di</strong> V s nelle coperture entro i 30 m (qualitativo)<br />

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Quello che la normativa vuole includere è l’effetto <strong>di</strong> risonanza sismica indotta dalla presenza <strong>di</strong><br />

contrasti <strong>di</strong> impedenza sismica nel sottosuolo<br />

Substrato rigido<br />

Se<strong>di</strong>menti<br />

soffici<br />

H<br />

Substrato rigido<br />

L’entità <strong>di</strong> questo effetto (amplificazione FA) e le frequenze implicate (frequenze <strong>di</strong> risonanza n 0 )<br />

<strong>di</strong>pendono dalla geometria della struttura (spessore e andamento della velocità delle onde al <strong>di</strong><br />

sopra del substrato) e dalle sue proprietà meccaniche (rigidezza e densità).<br />

r <br />

bb<br />

FA <br />

<br />

<br />

rs<br />

s <br />

<br />

n<br />

<br />

V s<br />

4H<br />

Teoricamente, né gli 800 m/sec né i<br />

30 m sono rilevanti<br />

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La scala <strong>di</strong> interesse (sia in termini <strong>di</strong> estensione laterale che in profon<strong>di</strong>tà) è<br />

determinata dalla lunghezza d’onda delle onde sismiche potenzialmente<br />

dannose per le strutture esposte<br />

La lunghezza d’onda () è legata alla frequenza <strong>di</strong> vibrazione () ed alla velocità<br />

<strong>di</strong> propagazione (V) dalla relazione:<br />

Esempio:<br />

V = <br />

• Data una velocità me<strong>di</strong>a delle onde S (quelle con maggiori effetti <strong>di</strong>struttivi)<br />

dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> 300 m/sec nel primo sottosuolo<br />

• Se sono <strong>di</strong> interesse e<strong>di</strong>fici con frequenza propria dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> 3 Hz (es. una<br />

palazzina in cemento armato <strong>di</strong> tre piani),<br />

= V / 300 / 3 100<br />

il termine “locale” in<strong>di</strong>ca una scala dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> alcune decine fino a poche<br />

centinaia <strong>di</strong> metri<br />

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Implicitamente, le NTC richiedono che a questa scala <strong>di</strong> interesse, la<br />

stratificazione sismica piano parallela<br />

Vuole <strong>di</strong>re che le variazioni laterali, se presenti, devono essere<br />

trascurabili “localmente” ovvero alla scala della lunghezza d’onda <strong>di</strong><br />

interesse<br />

Per esempio, alla frequenza <strong>di</strong> 2 Hz con velocità delle onde sismiche<br />

dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> 500 m/sec, la lunghezza d’onda <strong>di</strong> interesse è pari a circa<br />

250m<br />

500 m 500 m<br />

Si!<br />

Sito<br />

No!<br />

Sito<br />

D’altro canto, il livello <strong>di</strong> dettaglio con cui è necessario conoscere il<br />

profilo <strong>di</strong>pende allo stesso modo dalla lunghezza d’onda <strong>di</strong> interesse<br />

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Quin<strong>di</strong> le informazioni richieste (area vasta a fronte <strong>di</strong> bassi<br />

livelli <strong>di</strong> precisione) tendano a privilegiare tecniche <strong>di</strong><br />

indagine a carattere estensivo, ovvero caratterizzate da<br />

1. bassi costi <strong>di</strong> esercizio per unità <strong>di</strong> volume esplorato,<br />

2. buona capacità <strong>di</strong> penetrazione a fronte <strong>di</strong> bassi livelli <strong>di</strong><br />

occupazione del suolo<br />

Inoltre, visto che si opera spesso in contesti fortemente<br />

antropizzati, queste metodologie devono essere<br />

caratterizzate da un bassa invasività e applicabili anche in<br />

presenza <strong>di</strong> forti <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> origine antropica (traffico<br />

citta<strong>di</strong>no, attività industriali, ecc.)<br />

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La geofisica può fornire in<strong>di</strong>cazioni utili e a relativamente basso costo per<br />

affrontare problemi <strong>di</strong> questo tipo<br />

Distinguiamo<br />

- meto<strong>di</strong> basati sullo stu<strong>di</strong>o delle modalità <strong>di</strong> propagazione delle onde<br />

sismiche<br />

- meto<strong>di</strong> basati su osservabili <strong>di</strong>fferenti (resistività o densità) solo<br />

in<strong>di</strong>rettamente legati alle proprietà sismiche del sottosuolo<br />

I meto<strong>di</strong> basati sullo stu<strong>di</strong>o del campo d’onde (meto<strong>di</strong> sismici) possono<br />

essere <strong>di</strong>stinti in:<br />

1. Meto<strong>di</strong> in foro (Down-Hole, Cross_Hole, ecc.)<br />

2. Meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> superficie (Rifrazione, Riflessione, MASW, HVSR, ecc.)<br />

Questi ultimi possono essere <strong>di</strong>stinti in meto<strong>di</strong> attivi (a sorgente artificiale)<br />

o meto<strong>di</strong> passivi basati sullo stu<strong>di</strong>o del campo <strong>di</strong> vibrazioni ambientali<br />

In tutti i casi si tratta <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> che richiedono interpretazioni basate<br />

su modelli più o meno approssimati che quin<strong>di</strong> presentano margini<br />

<strong>di</strong> incertezza anche significativi (come peraltro ogni tipo <strong>di</strong> misura)<br />

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Un aspetto che è comune a tutte le tecniche <strong>di</strong> esplorazione <strong>di</strong> tipo geofisico<br />

Si tratta in tutti i casi <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> esplorazione “in<strong>di</strong>retta” delle proprietà<br />

del sottosuolo<br />

In pratica, i valori delle grandezze oggetto dell’indagine (in questo caso il<br />

valore <strong>di</strong> V s all’interno <strong>di</strong> una formazione) vanno dedotte da osservabili<br />

solo in<strong>di</strong>rettamente legati alla grandezza da misurare (velocità apparenti,<br />

curve <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione, ecc.)<br />

Questa deduzione (processo <strong>di</strong> inversione) ha due caratteristiche essenziali:<br />

1. E‟ basata su una scelta “a priori” <strong>di</strong> un modello fisico (per esempio la<br />

presenza <strong>di</strong> stratificazione piano-parallela, ecc.)<br />

2. E‟ intrinsecamente ambigua, nel senso che molte possibili combinazioni<br />

<strong>dei</strong> parametri incogniti possono produrre le stesse osservazioni<br />

Questi due problemi rendono essenziale il contributo<br />

fornito da una lettura in chiave geologica <strong>dei</strong> risultati<br />

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Meto<strong>di</strong> sismici<br />

Si tratta <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> basati sullo stu<strong>di</strong>o della propagazione <strong>di</strong><br />

piccole perturbazioni sismiche: pertanto non sono in grado<br />

<strong>di</strong> determinare il comportamento <strong>dei</strong> terreni in presenza<br />

<strong>di</strong> forti deformazioni del suolo (si assume <strong>di</strong> fatto un<br />

comportamento lineare <strong>dei</strong> materiali)<br />

Il principale vantaggio rispetto ai meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> laboratorio è<br />

quello <strong>di</strong> permettere una valutazione delle proprietà<br />

meccaniche <strong>dei</strong> terreni “in posto” e quin<strong>di</strong> più<br />

rappresentative del loro comportamento in occasione del<br />

terremoto. D’altro canto, per il loro carattere “in<strong>di</strong>retto”<br />

rendono necessarie procedure <strong>di</strong> inversione che producono<br />

spesso risultati non univoci<br />

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Tutte le prove sismiche in posto utilizzano lo stesso tipo <strong>di</strong> osservabile per<br />

la stima delle velocità: ovvero la <strong>di</strong>fferenza <strong>dei</strong> tempi <strong>di</strong> arrivo <strong>di</strong> una<br />

qualche fase sismica (lo stesso “pacchetto <strong>di</strong> energia” anche se non<br />

necessariamente una fase S <strong>di</strong>retta) in punti <strong>di</strong>versi dello spazio<br />

Dt<br />

Distanza<br />

Tempo<br />

Le <strong>di</strong>fferenze fra i <strong>di</strong>versi meto<strong>di</strong> riguardano essenzialmente la posizione <strong>dei</strong><br />

sensori rispetto ai ricevitori, la natura della sorgente <strong>di</strong> energia e la fase<br />

sismica considerata<br />

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In particolare, i meto<strong>di</strong> sismici <strong>di</strong> maggiore utilizzo (che hanno svolto un<br />

ruolo importante nelle attività <strong>di</strong> microzonazione sismica nell’area<br />

aquilana) sono<br />

1. Down-Hole (Metodo attivo in foro su onde S)<br />

2. Cross-Hole (Metodo attivo in foro su onde S)<br />

3. Rifrazione in SH (Metodo attivo da superficie su onde S)<br />

4. MASW (Metodo attivo da superficie su onde Superficiali)<br />

5. HVSR (Metodo passivo da superficie su onde superficiali)<br />

6. ESAC (Metodo Passivo da superficie su onde superficiali)<br />

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Down-Hole<br />

Si tratta <strong>di</strong> misurare i<br />

tempi <strong>di</strong> arrivo delle<br />

onde S generate da una<br />

sorgente posta in<br />

superficie a <strong>dei</strong> ricevitori<br />

tri-<strong>di</strong>rezionali posti a<br />

profon<strong>di</strong>tà crescenti<br />

Ipotesi: il fronte d‟onda e il relativo raggio sismico sono verticali e non<br />

subiranno deviazioni per la presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>scontinuità elastiche solo nel caso <strong>di</strong><br />

sorgente molto prossima al perforo e superfici <strong>di</strong> <strong>di</strong>scontinuità ortogonali<br />

all‟asse del perforo stesso.<br />

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Come in tutte le tecniche geofisiche, la scelta <strong>di</strong> un opportuno<br />

apparato strumentale è essenziale<br />

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Un elemento chiave nell’esecuzione della prova è la corretta esecuzione della<br />

perforazione e l’attrezzatura del pozzo: questa deve garantire un buon<br />

accoppiamento delle pareti del pozzo la terreno (p.es., evitando fenomeni <strong>di</strong><br />

cavitazione) anche in presenza <strong>di</strong> strati con proprietà meccaniche non ottimali<br />

(ghiaie, presenza <strong>di</strong> flui<strong>di</strong> in pressione, ecc.)<br />

L’essiccazione deve essere completata prima dell’esecuzione della prova (quin<strong>di</strong> i<br />

tempi sono relativamente lunghi)<br />

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La misura <strong>di</strong> velocità è legata alla in<strong>di</strong>viduazione <strong>dei</strong> tempi <strong>di</strong> arrivo delle fasi P<br />

ed S ai singoli geofoni (si tratta <strong>di</strong> geofoni a tre componenti)<br />

Inizio Fase SH<br />

Differenza T1-T2<br />

Effetto delle due<br />

battute sullo stesso<br />

geofono<br />

Inoltre si inoltre tenga presente che a fondo<br />

foro e in presenza <strong>di</strong> un forte rumore antropico<br />

le letture possono essere assi <strong>di</strong>fficoltose per<br />

un cattivo rapporto segnale/rumore<br />

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Z<br />

X<br />

Y<br />

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Analisi <strong>dei</strong> dati<br />

E’ necessario calcolare il tempo verticale o corretto<br />

t v (quello dell’onda che si propaga secondo l’asse del<br />

perforo)<br />

t v<br />

t cos<br />

a<br />

a arctan( d<br />

)<br />

z<br />

L’approssimazione che si effettua trascurando<br />

le deviazioni <strong>dei</strong> percorsi <strong>dei</strong> raggi generate<br />

dalla rifrazione lungo eventuali superfici <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>scontinuità è tanto più accettabile quanto più<br />

deboli sono i contrasti <strong>di</strong> velocità e quanto più<br />

prossima all’asse del perforo la sorgente<br />

energizzante.<br />

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Analisi <strong>dei</strong> dati<br />

I tempi corretti t v vengono<br />

rappresentati graficamente<br />

rispetto alle profon<strong>di</strong>tà z.<br />

Dall’analisi delle<br />

dromocrone (con formule<br />

analoghe a quelle della<br />

sismica a rifrazione) si<br />

determinano le velocità e gli<br />

spessori<br />

t<br />

v(<br />

z)<br />

<br />

z<br />

<br />

j1<br />

<br />

V<br />

i1<br />

j<br />

h<br />

i<br />

<br />

j1<br />

<br />

i1<br />

h<br />

V<br />

i<br />

i<br />

Relazione che esprime il tempo corretto t v(z) per lo strato con vel. V j , spessore h j e con il geofono<br />

alla profon<strong>di</strong>tà z<br />

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Analisi <strong>dei</strong> dati<br />

Le profon<strong>di</strong>tà delle<br />

<strong>di</strong>scontinuità, e quin<strong>di</strong><br />

gli spessori, possono<br />

essere valutate<br />

graficamente<br />

in<strong>di</strong>viduando i valori<br />

<strong>di</strong> z corrispondenti ai<br />

punti d’intersezione<br />

<strong>di</strong> ogni coppia <strong>di</strong><br />

dromocrone<br />

consecutive<br />

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Velocità Intervallo<br />

V<br />

i<br />

<br />

t<br />

z<br />

n<br />

vn<br />

z<br />

t<br />

( n1)<br />

v(<br />

n1)<br />

Le velocità intervallo<br />

permettono la valutazione<br />

del grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>somogeneità<br />

<strong>dei</strong> sismostrati identificati<br />

nella perforazione<br />

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In realtà,l’interpretazione delle prove non è ovvia anche per la presenza<br />

<strong>di</strong> fasi <strong>di</strong>verse dalle semplici fasi <strong>di</strong>rette<br />

Sismografo<br />

Sorgente<br />

Tipi <strong>di</strong> fasi presenti nelle indagini in foro<br />

Falda<br />

1. Onde P ed S <strong>di</strong>rette;<br />

2. Onde P ed S rifratte;<br />

3. Onde P ed S riflesse;<br />

4. Onde dovute a fenomeni <strong>di</strong> interfaccia<br />

(onde <strong>di</strong> tubo)<br />

La presenza <strong>di</strong> una <strong>di</strong>scontinuità cilindrica nel terreno dovuta<br />

alla presenza del foro, rende possibile fenomeni <strong>di</strong> interfaccia<br />

che si propagano lungo l’asse del foro con caratteristiche<br />

<strong>di</strong>pendenti dalla frequenza, dalle proprietà del fluido. Si hanno<br />

in genere onde <strong>di</strong> Stoneley, Pseudo Rayleigh e Airy phase. Le<br />

onde <strong>di</strong> Stoneley si generano all’interfaccia <strong>di</strong> due <strong>di</strong>fferenti<br />

mezzi soli<strong>di</strong> (o <strong>di</strong> un mezzo fluido e uno solido. Nei mezzi<br />

omogenei e infinitamente estesi non presentano carattere<br />

<strong>di</strong>spersivo. sono onde <strong>di</strong> tipo superficiale, evanescenti nella<br />

<strong>di</strong>rezione perpen<strong>di</strong>colare a quella <strong>di</strong> propagazione dell’onda<br />

stessa. Le onde <strong>di</strong> Stoneley sono onde <strong>di</strong> pressione nel tubo<br />

<strong>di</strong>spersive e <strong>di</strong>pendono dalle caratteristiche del fluido, dal<br />

rivestimento del foro e roccia incassante.<br />

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A causa <strong>di</strong> possibili problemi interpretativi, delle incertezze nella lettura <strong>dei</strong><br />

tempi <strong>di</strong> arrivo, <strong>dei</strong> possibili <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> accoppiamento fra le pareti del pozzo e<br />

del mezzo, <strong>dei</strong> danneggiamento indotto dalle perforazioni, le stime <strong>di</strong> V s<br />

sono affette da incertezze significative<br />

Bisogna quin<strong>di</strong><br />

sfatare il “mito”<br />

delle misure<br />

down-hole come<br />

misure “perfette”<br />

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Cross-Hole<br />

Le procedura deve essere<br />

realizzata seguendo il protocollo<br />

ASTM (American Society for<br />

Testing and Materials). In tali<br />

protocolli si trovano le <strong>di</strong>rettive<br />

per l’esecuzione <strong>dei</strong> perfori,<br />

l’acquisizione <strong>dei</strong> dati e la loro<br />

analisi<br />

La sorgente <strong>di</strong> energia e i sensori (3D) vengono posizionati nelle imme<strong>di</strong>ate<br />

vicinanze del terreno da indagare in un foro attrezzato opportunamente<br />

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Anche qui ci sono problemi!<br />

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Come in tutti i meto<strong>di</strong> sismici, la fase del picking delle <strong>di</strong>rette è la<br />

parte più delicata della prova<br />

Caso ideale<br />

Caso in cui sono presenti arrivi rifratti<br />

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Pregi<br />

1. Le tecniche <strong>di</strong> sismica in foro producono misure più <strong>di</strong>rettamente<br />

legate alle caratteristiche <strong>dei</strong> materiali in posto.<br />

2. Permettono <strong>di</strong> valutare eventuali inversioni <strong>di</strong> velocità nell’ambito<br />

del pacco <strong>di</strong> litotipi incontrati nella perforazione.<br />

3. Inoltre, la preventiva conoscenza della stratigrafia permette <strong>di</strong><br />

scegliere il passo <strong>di</strong> misura più idoneo a caratterizzare anche strati <strong>di</strong><br />

debole spessore.<br />

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Problemi<br />

1. Sono misure <strong>di</strong> tipo invasivo, quin<strong>di</strong> relativamente costose (soprattutto nella<br />

configurazione)<br />

2. Richiedono tempi lunghi (perforazione e cementazione del foro): i tempi si<br />

raddoppiano per le prove CH perché la seconda perforazione non deve<br />

perturbare la fase <strong>di</strong> cementazione della prima<br />

3. Sono fortemente influenzate dalle modalità <strong>di</strong> esecuzione della prova<br />

(soprattutto dalle modalità <strong>di</strong> esecuzione <strong>dei</strong> fori e del loro rivestimento e<br />

cementazione): importanti problemi possono insorgere in presenza <strong>di</strong> strati<br />

meno consistenti o in presenza <strong>di</strong> flui<strong>di</strong> in pressione. In questi casi possono<br />

esistere problemi nel realizzare un accoppiamento adeguato fra le parti del<br />

foro e terreno circostante.<br />

4. Il materiale in posto può essere danneggiato nel corso della perforazione<br />

5. Viene richiesta una delicata fase interpretativa<br />

6. La profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> esplorazione nel caso delle prove DH non supera i 50-60 m<br />

7. Problema della rappresentatività<br />

8. Problema delle variazioni laterali<br />

9. Difficoltà <strong>di</strong> applicazione in presenza <strong>di</strong> forte rumore antropico (aree<br />

urbane)<br />

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Meto<strong>di</strong> sismici <strong>di</strong> superficie<br />

Le tecniche <strong>di</strong> indagine sismica da superficie possono<br />

fornire una utile alternativa a questo tipo <strong>di</strong> indagini.<br />

Rispetto ai meto<strong>di</strong> in foro (DH, CH), le misure <strong>di</strong> superficie<br />

hanno un in<strong>di</strong>scutibile vantaggio economico<br />

(occupazione, costi e tempi <strong>di</strong> messa in opera), inoltre<br />

consentono una valutazione “volumetricamente”<br />

rappresentativa del comportamento <strong>dei</strong> materiali in posto<br />

in con<strong>di</strong>zioni non perturbate (per esempio a causa <strong>dei</strong><br />

lavori <strong>di</strong> perforazione)<br />

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Il metodo sismico da superficie più <strong>di</strong>ffuso è quello basato sullo stu<strong>di</strong>o delle<br />

modalità <strong>di</strong> propagazione <strong>di</strong> onde <strong>di</strong> volume (Fasi P e Fasi S) generate da<br />

una sorgente artificiale controllata<br />

Di fatto viene misurata la velocità apparente delle onde che ritornano in<br />

superficie dopo avere attraversato il sottosuolo<br />

Per ricostruire le velocità effettive è necessario determinare il percorso delle<br />

onde misurate alla superficie (ray tracing) e misurare i tempi <strong>di</strong> arrivo delle<br />

onde ad un allineamento <strong>di</strong> sensori (geofoni) <strong>di</strong>sposti a <strong>di</strong>stanze crescenti<br />

dalla sorgente<br />

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La procedura comprende tre fasi<br />

Identificazione delle fasi e costruzione delle<br />

dromocrone<br />

Osservazioni<br />

Interpretazione (Inversione)<br />

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L’ipotesi <strong>di</strong> base (verificata solo nel caso in cui le velocità <strong>di</strong> propagazione<br />

crescano con la profon<strong>di</strong>tà in modo monotono) e che i primi arrivi possono<br />

essere frutto <strong>di</strong> due sole fasi: la fase <strong>di</strong>retta e la fase delle “Head Waves”<br />

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Fase Diretta (rappresentativa delle<br />

velocità <strong>di</strong> propagazione nelle coperture)<br />

Ray Tracing<br />

Head Wave (Rappresentativa delle<br />

velocità <strong>di</strong> propagazione nel substrato)<br />

Le head waves sono la parte<br />

più importante del segnale<br />

ma non la più energetica<br />

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La qualità della misura <strong>di</strong>pende fortemente dal livello <strong>di</strong> rumore<br />

ambientale presente oltre che dalla qualità della strumentazione<br />

Dato che le head waves sono molto deboli energeticamente<br />

(soprattutto quando si lavora in SH) questo pone problemi gravi<br />

all’applicazione del metodo<br />

Inoltre, sfruttando solo parte del segnale (primi arrivi), questo<br />

metodo è efficace solo in situazioni stratigrafiche semplici ed in<br />

particolare in assenza <strong>di</strong> inversioni <strong>di</strong> velocità<br />

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Le head waves <strong>di</strong>ventano un<br />

primo arrivo solo oltre una<br />

<strong>di</strong>stanza x c (detta <strong>di</strong> crossover)<br />

che <strong>di</strong>pende dalla<br />

profon<strong>di</strong>tà h della<br />

variazione <strong>di</strong> velocità e dalle<br />

velocità <strong>di</strong> propagazione<br />

nelle coperture e nel<br />

basamento<br />

x c<br />

<br />

2h<br />

V<br />

V<br />

2<br />

2<br />

V<br />

V<br />

1<br />

1<br />

Per esempio, con valori <strong>di</strong> V s <strong>di</strong> 300 m/sec<br />

nelle coperture e <strong>di</strong> 800 m/sec nel basamento<br />

sismico posto a una profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> 50 metri la<br />

<strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> cross-over è dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> 150m<br />

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Date le premesse, la presenza <strong>di</strong> inversioni <strong>di</strong> velocità non può essere rivelata<br />

da questo tipo <strong>di</strong> prospezione. Quin<strong>di</strong> la vali<strong>di</strong>tà <strong>dei</strong> risultati non può essere<br />

valutata dall’interno della procedura e quin<strong>di</strong> risulta necessario il concorso <strong>di</strong><br />

dati esterni (prove in foro o in<strong>di</strong>cazioni geologiche) per valutare i risultati<br />

ottenuti<br />

La limitazione legata alla eventuale presenza <strong>di</strong> strati a bassa velocità fra strati<br />

a velocità maggiore (inversioni <strong>di</strong> velocità) può essere superata ricorrendo a<br />

procedure <strong>di</strong> analisi tomografica che però risultano piuttosto onerose sul piano<br />

della pratica <strong>di</strong> campagna e della procedura <strong>di</strong> interpretazione<br />

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In generale, le procedure sismiche a rifrazione hanno il<br />

vantaggio della bassa invasività e della buona precisione<br />

nella caratterizzazione della geometria <strong>dei</strong> contrasti <strong>di</strong><br />

impedenza sismica<br />

Tuttavia sono caratterizzate da<br />

1. una bassa capacità <strong>di</strong> penetrazione in rapporto al livello <strong>di</strong><br />

occupazione del suolo<br />

2. <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> applicazione in ambienti caratterizzati da forti<br />

livelli <strong>di</strong> rumore (soprattutto quando si opera in SH)<br />

3. non può operare efficacemente in presenza <strong>di</strong> inversioni <strong>di</strong><br />

velocità nel profilo del sottosuolo<br />

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Parte <strong>di</strong> questi problemi (soprattutto quello delle <strong>di</strong>mensioni dello sten<strong>di</strong>mento<br />

richiesto e della presenza <strong>di</strong> inversioni del profilo <strong>di</strong> velocità) può essere risolto<br />

utilizzando fasi <strong>di</strong>verse rispetto ai soli primi arrivi. Di particolare importanza<br />

risultano in questo senso le fasi riflesse.<br />

Il problema principale <strong>di</strong> questa tecnica è l’identificazione <strong>dei</strong> tempi <strong>di</strong> arrivo <strong>di</strong><br />

queste fasi che si trovano solitamente “immerse” nelle parti finali delle fasi più<br />

veloci (Dirette, Head waves) o coperti dalle onde Superficiali<br />

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Primi arrrivi<br />

Per questo motivo<br />

l’analisi richiede<br />

l’impiego <strong>di</strong> tecniche<br />

<strong>di</strong> elaborazione<br />

numerica complesse<br />

ed il ricorso a co<strong>di</strong>ci<br />

<strong>di</strong> calcolo costosi e<br />

non standar<strong>di</strong>zzati<br />

Arrivi riflessi<br />

Originale<br />

Filtrato<br />

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Se un limite importante della prospezione con le onde <strong>di</strong> volume è lo scarso<br />

contenuto energetico delle fasi sismiche impiegate che ne rende <strong>di</strong>fficile<br />

l’in<strong>di</strong>viduazione, il problema può essere superato dall’impiego delle fasi<br />

sismiche legate alle onde superficiali<br />

Le onde Superficiali sono generate dall’interferenza costruttiva fra onde <strong>di</strong><br />

volume (P ed S) che impattano la superficie libera del terreno. Alla<br />

superficie libera si riconoscono due tipi <strong>di</strong> onde superficiali: le onde <strong>di</strong> Love<br />

e le onde <strong>di</strong> Rayleigh<br />

Caratteristica comune a questo tipo <strong>di</strong> onde è il fatto che la loro ampiezza<br />

<strong>di</strong>minuisce esponenzialmente con la profon<strong>di</strong>tà<br />

Questo implica che l’energia trasportata da queste fasi è confinata in<br />

prossimità della superficie<br />

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Onde <strong>di</strong><br />

volume<br />

Onde <strong>di</strong><br />

Superficie<br />

Dato che si tratta <strong>di</strong> onde “canalizzate”, vincolate a muoversi lungo la superficie<br />

del terreno, sono caratterizzate da una attenuazione assai minore rispetto alle<br />

onde <strong>di</strong> volume, che invece si <strong>di</strong>sperdono all’interno del terreno e solo in minima<br />

parte tornano alla superficie<br />

Si tratta quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> fasi sismiche molto energetiche e facilmente identificabili<br />

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Inoltre le sorgenti poste alla superficie del suolo tendono a produrre una<br />

grande quantità <strong>di</strong> onde superficiali<br />

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Onde <strong>di</strong> Love<br />

Sono generate dall’interferenza costruttiva <strong>di</strong> onde S (SH ovvero onde S<br />

polarizzate orizzontalmente) soggette a riflessioni multiple fra la superficie<br />

del suolo e una superficie in profon<strong>di</strong>tà che separa due materiali a <strong>di</strong>versa<br />

velocità<br />

Sono onde polarizzate linearmente<br />

sul piano orizzontale lungo una<br />

<strong>di</strong>rezione trasversale a quella <strong>di</strong><br />

propagazione<br />

La loro presenza è<br />

con<strong>di</strong>zionata dall’esistenza in<br />

profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> una superficie <strong>di</strong><br />

separazione fra due mezzi con<br />

<strong>di</strong>verse velocità <strong>di</strong><br />

propagazione<br />

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Onde <strong>di</strong> Rayleigh<br />

Sono generate dall’interferenza costruttiva <strong>di</strong> onde P e onde S v (onde S<br />

polarizzate sul piano verticale) incidenti sulla superficie libera del terreno<br />

Sono onde con polarizzazione ellittica su un piano verticale parallelo alla<br />

<strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> propagazione (ground roll)<br />

Se il moto avviene alla superficie<br />

<strong>di</strong> un semispazio, il moto della<br />

particella è retrogrado. In tutto<br />

gli altri casi, il moto è retrogrado<br />

o progrado a seconda della<br />

profon<strong>di</strong>tà e della configurazione<br />

del sottosuolo<br />

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Mentre le onde <strong>di</strong> Love provocano solo movimenti orizzontali, (sono<br />

essenzialmente delle onde SH canalizzate) le particelle investite da<br />

un’onda <strong>di</strong> Rayleigh, si muovono sia in <strong>di</strong>rezione verticale che orizzontale<br />

seguendo una traiettoria ellittica (polarizzazione ellittica)<br />

Moto dovuto alla<br />

componente SV<br />

Superficie<br />

Direzione <strong>di</strong> propagazione<br />

Moto risultante della<br />

particella investita<br />

dall’onda<br />

Moto dovuto alla<br />

componente P<br />

Il rapporto fra le componenti orizzontale e verticali del moto (rapporto H/V o<br />

ellitticità) <strong>di</strong>pende dalle caratteristiche della sorgente e da quelle del<br />

sottosuolo, inoltre varia con la frequenza <strong>di</strong> vibrazione<br />

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Si è detto che l’ampiezza delle onde superficiali (sia Love che Rayleigh)<br />

<strong>di</strong>minuisce esponenzialmente con al profon<strong>di</strong>tà. In realtà la rapi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> questa<br />

attenuazione <strong>di</strong>pende dalla lunghezza d’onda associata<br />

In particolare, all’aumentare della lunghezza d’onda , aumenta la profon<strong>di</strong>tà<br />

della parte interessata dalla perturbazione<br />

Ma la lunghezza d’onda è legata al<br />

periodo T dell’onda me<strong>di</strong>ante la relazione<br />

= V T<br />

Quin<strong>di</strong>, a parità <strong>di</strong> velocità (V), la<br />

profon<strong>di</strong>tà cresce all’aumentare del<br />

periodo e al <strong>di</strong>minuire della frequenza<br />

In pratica, al crescere del periodo,<br />

aumenta la sensibilità dell’onda a<br />

caratteristiche del terreno sempre più<br />

profonde<br />

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Nel caso delle onde <strong>di</strong> Rayleigh, lo strato coinvolto nella propagazione delle<br />

ha uno spessore dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> 0.3-0.5<br />

Quin<strong>di</strong> è ragionevole aspettarsi che, in presenza <strong>di</strong> variazioni delle velocità<br />

<strong>di</strong> propagazione che cambiano con al profon<strong>di</strong>tà, le velocità <strong>di</strong> propagazione<br />

delle onde superficiali cambino in funzione della relativa lunghezza d’onda<br />

o del loro periodo o frequenza (Dispersione)<br />

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L’andamento delle velocità <strong>di</strong> fase<br />

(ma anche delle velocità <strong>di</strong> gruppo)<br />

in funzione della lunghezza d’onda<br />

o della frequenza (o del periodo) è<br />

detta curva <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione<br />

L’andamento della curva <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>spersione fornisce informazioni<br />

sul profilo <strong>di</strong> velocità nel<br />

sottosuolo<br />

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<strong>Prof</strong>on<strong>di</strong>tà (m)<br />

Lunghezza d’Onda (m)<br />

<strong>Prof</strong>on<strong>di</strong>tà (m)<br />

Lunghezza d’Onda (m)<br />

L’effetto della stratigrafia sull’andamento della curva <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione può<br />

essere stu<strong>di</strong>ato me<strong>di</strong>ante procedure <strong>di</strong> tipo numerico<br />

0<br />

Velocità Onde S (m/s)<br />

100 200 300 400 500 600 700 800 900 1000<br />

0<br />

Velocità Onde S (m/s)<br />

100 200 300 400 500 600 700 800 900 1000<br />

20<br />

40<br />

Inversione <strong>di</strong><br />

Velocità<br />

20<br />

40<br />

60<br />

80<br />

100<br />

120<br />

<strong>Prof</strong>ilo Vs<br />

Velocità Onde Rayleigh (m/s)<br />

100 200 300 400 500 600 700 800 900<br />

0<br />

60<br />

80<br />

100<br />

120<br />

<strong>Prof</strong>ilo Vs<br />

Velocità Onde Rayleigh (m/s)<br />

100 200 300 400 500 600 700 800 900<br />

0<br />

50<br />

50<br />

100<br />

100<br />

150<br />

150<br />

200<br />

200<br />

250<br />

300<br />

Curva <strong>di</strong> Dispersione<br />

250<br />

300<br />

Curva <strong>di</strong> Dispersione<br />

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Velocità Onde Rayleigh (m/s)<br />

Velocità Onde Rayleigh (m/s)<br />

<strong>Prof</strong>on<strong>di</strong>tà (m)<br />

Naturalmente, rappresentazioni della<br />

curva <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione in termini<br />

funzione del periodo o della frequenza<br />

sono del tutto equivalenti<br />

0<br />

20<br />

40<br />

60<br />

80<br />

Velocità Onde S (m/s)<br />

100 200 300 400 500 600 700 800 900 1000<br />

Inversione <strong>di</strong><br />

Velocità<br />

100<br />

120<br />

<strong>Prof</strong>ilo Vs<br />

1400<br />

1400<br />

1200<br />

Curva <strong>di</strong> Dispersione<br />

1200<br />

Curva <strong>di</strong> Dispersione<br />

1000<br />

1000<br />

800<br />

800<br />

600<br />

600<br />

400<br />

400<br />

200<br />

200<br />

0<br />

0<br />

0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20<br />

0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3 0.35 0.4 0.45 0.5<br />

Frequenza (Hz)<br />

Periodo (sec)<br />

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Anche l’ellitticità delle onde <strong>di</strong> Rayleigh cambia con la lunghezza d’onda (o<br />

con la frequenza) in rapporto alla struttura del sottosuolo ed in particolare dal<br />

profilo <strong>di</strong> velocità delle onde S<br />

Per esempio, si vede che nel caso <strong>di</strong> uno strato soffice sovrapposto ad un<br />

semispazio, in corrispondenza della frequenza fondamentale <strong>di</strong> risonanza<br />

(periodo proprio) per le onde S (V s /4H), la componente verticale del moto si<br />

annulla rendendo molto grande il rapporto fra componente orizzontale del<br />

moto e componente verticale (rapporto H/V)<br />

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Con adeguate procedure numeriche è quin<strong>di</strong> possibile stu<strong>di</strong>are l’effetto<br />

della stratigrafia sulla forma dell’ellitticità alle <strong>di</strong>verse frequenze<br />

Copertura soffice (Vs=300 m/s) <strong>di</strong><br />

spessore 30 m su substrato rigido<br />

(Vs=1200 m/s)<br />

<br />

4H<br />

s<br />

1<br />

2. 5<br />

Hz<br />

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Esempio 2<br />

Strato 1: H=30, Vs=300<br />

Strato 2: H=70, Vs=600<br />

Substrato : Vs=1200<br />

s<br />

1 2. 5Hz<br />

4H<br />

s<br />

<br />

2<br />

1.<br />

15Hz<br />

4H<br />

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Si noti che esiste una certa proporzionalità (tutt’altro che lineare) fra<br />

l’entità del rapporto <strong>di</strong> impedenza sismica fra strato risonante e substrato<br />

e l’ampiezza massima della funzione <strong>di</strong> ellitticità<br />

v<br />

1<br />

FA<br />

s<br />

<br />

4H<br />

max<br />

300<br />

2.5Hz<br />

430<br />

r <br />

bb<br />

<br />

<br />

<br />

rs<br />

s <br />

<br />

<br />

<br />

20001200<br />

1800300<br />

<br />

<br />

<br />

4.4<br />

s<br />

v2<br />

1.2Hz<br />

4H<br />

r <br />

bb<br />

FAmax<br />

<br />

<br />

<br />

rs<br />

s <br />

v<br />

1<br />

FA<br />

s<br />

<br />

4H<br />

max<br />

<br />

<br />

<br />

20001200<br />

1900480<br />

300<br />

2.5Hz<br />

430<br />

r <br />

bb<br />

1900600<br />

<br />

<br />

<br />

rs<br />

s 1800300<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

2.6<br />

2.1<br />

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In mezzi stratificati l’interferenza delle onde <strong>di</strong> volume alla superficie può<br />

essere più articolata: le onde Superficiali possono presentare <strong>di</strong>versi Mo<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

propagazione<br />

Questi, a parità <strong>di</strong> frequenza <strong>di</strong> vibrazione, hanno maggiori profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong><br />

esplorazione e quin<strong>di</strong> sarà influenzato da valori <strong>di</strong>versi delle velocità <strong>di</strong><br />

propagazione<br />

Ciascun modo darà quin<strong>di</strong> origine ad una propria curva <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione ed una<br />

propria energia<br />

Nei mezzi con velocità crescenti, il modo fondamentale solitamente è quello<br />

dominante, ma questo non è vero negli altri casi<br />

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In sintesi:<br />

1. Le onde superficiali sono confinate a muoversi lungo al superficie del<br />

terreno: si tratta quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> fasi assai energetiche rispetto alle fasi <strong>di</strong><br />

volume che invece si <strong>di</strong>sperdono nella profon<strong>di</strong>tà del sottosuolo<br />

2. Le onde <strong>di</strong> Superficie mostrano proprietà <strong>di</strong>spersive ovvero hanno<br />

velocità <strong>di</strong> fase che cambiano con la frequenza <strong>di</strong> vibrazione. Inoltre<br />

manifestano caratteristiche <strong>di</strong> propagazione modali, ovvero onde<br />

superficiali alla stessa frequenza si propagano con velocità <strong>di</strong>verse<br />

3. Dato che la profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> esplorazione <strong>di</strong>pende dalla frequenza <strong>di</strong><br />

vibrazione (tramite la relativa lunghezza d’onda), lo stu<strong>di</strong>o delle velocità<br />

<strong>di</strong> fase in funzione della frequenza (curva <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione) fornisce<br />

informazioni sull’andamento nel sottosuolo delle velocità <strong>di</strong> propagazione<br />

delle onde <strong>di</strong> volume (in particolare delle onde S)<br />

4. Anche lo stu<strong>di</strong>o <strong>dei</strong> rapporti <strong>di</strong> ampiezza delle componenti orizzontali e<br />

verticali del moto delle onde <strong>di</strong> Rayleigh (rapporto H/V o ellitticità)<br />

fornisce in<strong>di</strong>cazioni sulle caratteristiche del sottosuolo (rapporto fra<br />

velocità me<strong>di</strong>a delle onde S e spessore delle coperture)<br />

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Virtualmente, le profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> esplorazione raggiungibili <strong>di</strong>pendono dalla<br />

massima lunghezza d’onda misurabile con lo sten<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> sensori<br />

<strong>di</strong>sponibile<br />

Una stima conservativa della profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> esplorazione in<strong>di</strong>ca un valore<br />

pari a circa 1/3-1/2 della massima lunghezza d’onda misurabile<br />

D’altro canto, stime empiriche hanno messo in evidenza che lunghezze<br />

d’onda <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni dell’or<strong>di</strong>ne del doppio della lunghezza massima<br />

dello sten<strong>di</strong>mento sono effettivamente misurabili<br />

Quin<strong>di</strong>, la profon<strong>di</strong>tà massima raggiungibile è dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong><br />

grandezza delle <strong>di</strong>mensioni dello sten<strong>di</strong>memento<br />

Oltre alla maggiore energia delle fasi misurate, questo rappresenta un<br />

ulteriore vantaggio delle tecniche ad onde superficiali rispetto alla<br />

sismica a rifrazione (si ricor<strong>di</strong> che in quel caso le profon<strong>di</strong>tà erano<br />

dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> grandezza da 1/4 o 1/8 delle <strong>di</strong>mensioni dello sten<strong>di</strong>mento)<br />

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I meto<strong>di</strong> basati sullo stu<strong>di</strong>o delle modalità <strong>di</strong><br />

propagazione delle onde superficiali si sviluppano<br />

tutti in due fasi caratterizzate da <strong>di</strong>fficoltà e problemi<br />

<strong>di</strong>fferenti<br />

1. Determinazione della curva <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione (delle onde<br />

<strong>di</strong> Rayleigh o Love) e/o <strong>di</strong> Ellitticità a partire dalle<br />

misure sismiche<br />

2. Inversione delle curva <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione e ellitticità per la<br />

determinazione del profilo <strong>di</strong> Vs nel sottosuolo<br />

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Il primo metodo <strong>di</strong> prospezione basato sull’analisi delle onde superficiali è<br />

stato il metodo SASW (Spectral Analysis of Surface Waves)<br />

L’obiettivo è quello <strong>di</strong> ricostruire la curva <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>spersione delle onde <strong>di</strong> Rayleigh<br />

In pratica, vengono confrontate le<br />

registrazioni effettuate ad una coppia <strong>di</strong><br />

sensori verticali delle onde superficiali<br />

generate da una sorgente artificiale a<br />

<strong>di</strong>verse frequenze (in generale fra 5 e 500<br />

Hz)<br />

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Di fatto vengono determinate le <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> fase fra le<br />

registrazioni ottenute alle due stazioni relative al segnale<br />

generato artificialmente alla sorgente<br />

Differenze <strong>di</strong> fase misurate<br />

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La misura delle <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> fase è assai delicata<br />

Innanzitutto la fase è nota a meno <strong>di</strong> un fattore 2p: quin<strong>di</strong> le <strong>di</strong>verse<br />

misure <strong>di</strong> fase vanno corrette (manualmente) per questo effetto<br />

(unwrapping)<br />

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phase velocity, m/s<br />

Inoltre il segnale va depurato dal possibile<br />

effetto <strong>di</strong> fasi legate alla presenza <strong>di</strong> onde<br />

<strong>di</strong> volume. A questo scopo la misura va<br />

ripetuta con posizioni <strong>di</strong>verse delle<br />

posizioni relative <strong>dei</strong> geofoni rispetto alla<br />

sorgente e <strong>dei</strong> geofoni fra loro<br />

a) b)<br />

600<br />

500<br />

400<br />

300<br />

200<br />

sledge-hammer(3m)<br />

sledge-hammer(6m)<br />

w eight-drop(12m)<br />

w eight-drop(18m)<br />

w eight-drop(30m)<br />

A questo punto le misure<br />

ottenute con le <strong>di</strong>verse<br />

configurazioni vengono<br />

messe insieme per ottenere<br />

una unica curva <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione<br />

100<br />

0 20 40 60 80 100<br />

frequency, Hz<br />

La procedura è molto macchinosa e comunque soggetta a errori <strong>di</strong> interpretazione<br />

(unwrapping)<br />

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Per superare queste <strong>di</strong>fficoltà è stato proposto l’impiego congiunto <strong>di</strong><br />

più geofoni contemporaneamente (metodo MASW ovvero<br />

Multichannel Analysis of Surface Waves)<br />

Signal<br />

Analyzer<br />

Accelerometer<br />

Shaker<br />

Geophones<br />

r<br />

Tutte le tracce vengono analizzate simultaneamente con opportune tecniche <strong>di</strong><br />

analisi spettrale (f-K, Slant-Stack, ecc.) ormai standar<strong>di</strong>zzate<br />

Questo permette <strong>di</strong> semplificare la procedura sperimentale, provvedendo forme<br />

<strong>di</strong> analisi automatica che eliminano il problema dell’unwrapping mauale<br />

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In particolare, utilizzando specifiche<br />

tecniche <strong>di</strong> analisi spettrale risulta<br />

possibile identificare non solo il modo <strong>di</strong><br />

vibrazione fondamentale ma anche gli<br />

eventuali mo<strong>di</strong> superiori presenti e<br />

definirne le relative curve <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione<br />

Queste curve andranno<br />

interpretate ed invertite per<br />

ricavare informazioni utili sul<br />

profilo <strong>di</strong> velocità nel<br />

sottosuolo<br />

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A parità <strong>di</strong> velocità <strong>di</strong> propagazione V R , la lunghezza d’onda <br />

<strong>di</strong>pende dalla frequenza <strong>di</strong> vibrazione considerata<br />

<br />

Quin<strong>di</strong> la massima lunghezza d’onda misurabile <strong>di</strong>pende dalla minima<br />

frequenza osservabile<br />

L’esperienza mostra che le sorgenti<br />

artificiali comunemente <strong>di</strong>sponibili<br />

risultano molto “povere” nel dominio<br />

delle basse frequenze<br />

VR<br />

Questo è dovuto sia alle <strong>di</strong>mensioni<br />

delle sorgenti che dal forte<br />

assorbimento nel campo delle altre<br />

frequenze, tipico degli strati più<br />

superficiali<br />

In pratica, scendere sotto i 10 Hz è<br />

assai <strong>di</strong>fficile e questo implica che<br />

lunghezze d’onda maggiori <strong>di</strong> 40-50<br />

metri (e quin<strong>di</strong> h>30 m) sono<br />

<strong>di</strong>fficilmente utilizzabili con sorgenti<br />

artificiali<br />

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Per superare questo problema, è stata proposta l’applicazione <strong>di</strong> questo<br />

genere <strong>di</strong> approcci allo stu<strong>di</strong>o del campo d’onde presente nel terreno per<br />

cause naturali o antropiche (vibrazioni ambientali)<br />

Si tratta <strong>di</strong> vibrazioni costituite da piccole vibrazioni del terreno<br />

(spostamenti dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> 10 -4 -10 -3 cm, in un intervallo <strong>di</strong> frequenze molto<br />

al <strong>di</strong> sotto della soglia <strong>di</strong> percezione umana) che è possibile osservare<br />

sperimentalmente in qualunque punto della Terra<br />

Le tecniche basate sullo stu<strong>di</strong>o del campo delle vibrazioni ambientali si<br />

definiscono passive perché sono legate all’analisi <strong>di</strong> un campo d’onde<br />

generato da sorgenti non controllate<br />

Questo tipo <strong>di</strong> approccio ha conosciuto negli ultimi anni uno sviluppo molto<br />

accelerato soprattutto per le forti potenzialità applicative nell’ambito della<br />

caratterizzazione <strong>di</strong>namica <strong>dei</strong> terreni<br />

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Le vibrazioni ambientali esibiscono una natura essenzialmente stocastica<br />

Questo implica che lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> fenomeno richiede un approccio<br />

sostanzialmente <strong>di</strong>verso da quello tipico della sismica, molto legato ad una<br />

visione “deterministica” del fenomeno: l’attenzione si sposta dallo stu<strong>di</strong>o delle<br />

singole fasi sismiche a quello delle proprietà me<strong>di</strong>e del segnale<br />

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Le vibrazioni ambientali sono ubique<br />

Se si considerano solo siti posti su roccia e lontano da centri urbani o siti<br />

industriali, le proprietà spettrali me<strong>di</strong>e delle vibrazioni ambientali mostrano<br />

una forma spettrale largamente in<strong>di</strong>pendente dalla posizione.<br />

Quando ci si sposta però vicino ad aree urbane e su se<strong>di</strong>menti la situazione<br />

cambia<br />

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In generale, gli stu<strong>di</strong> condotti hanno messo in evidenza che il rumore ambientale può<br />

essere <strong>di</strong>fferenziato in tre domini <strong>di</strong> frequenza<br />

- Bassa frequenza (1 Hz) – Microtremore<br />

E’ <strong>di</strong> origine essenzialmente antropica (traffico veicolare e pedonale, attività<br />

industriale, ecc.) e talvolta naturale ma a scala locale (vento sugli e<strong>di</strong>fici e le piante,<br />

ecc.); mostra carattere significative variazioni alla scala delle attività antropiche<br />

(giorno/notte, festivi/feriali, ecc.).<br />

- Frequenza interme<strong>di</strong>a (0.5 Hz)<br />

A seconda delle caratteristiche del sottosuolo, sia sorgenti naturali che antropiche<br />

possono con<strong>di</strong>zionare le vibrazioni ambientali, con un livello <strong>di</strong> stazionarietà variabile<br />

da caso a caso<br />

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E’ importante farsi un’idea delle <strong>di</strong>mensioni delle onde alle <strong>di</strong>verse<br />

frequenze (o perio<strong>di</strong>) nel campo delle vibrazioni ambientali<br />

Se immaginiamo velocità delle onde sismiche (onde S per esempio)<br />

dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> 500 e 1000 m/sec si avrà che<br />

Sotto 1 Hz, le lunghezze d’onda <strong>di</strong>ventano rapidamente assai gran<strong>di</strong><br />

Ci si può aspettare che la scala <strong>dei</strong> fenomeni responsabili <strong>di</strong> queste<br />

perturbazioni cresca con la lunghezza d’onda<br />

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Fra le cause principali del rumore in bassa frequenza ci sono le<br />

perturbazioni atmosferiche e le onde marine<br />

Si noti che in bassa frequenza le vibrazioni hanno gran<strong>di</strong><br />

lunghezze d’onda (centinaia o migliaia <strong>di</strong> metri) e quin<strong>di</strong> devono<br />

essere generati da fenomeni a larga scala<br />

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Onda incidente<br />

Mare<br />

aperto<br />

Linea<br />

<strong>di</strong> costa<br />

Onda riflessa<br />

Onda incidente<br />

Onda Riflessa<br />

Onda stazionaria<br />

Secondo una teoria largamente con<strong>di</strong>visa, le onde marine <strong>di</strong> grande lunghezza<br />

d’onda generano vibrazioni ambientali a causa <strong>dei</strong> battimenti generati<br />

dall’interferenza <strong>di</strong> onde oceaniche riflesse dalla linea <strong>di</strong> costa<br />

Questa onda stazionaria funge da percussore sul fondo marino generando treni <strong>di</strong><br />

onde che si propagano all’interno della crosta<br />

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In linea <strong>di</strong> principio, ci si può aspettare che nel campo d’onde<br />

delle vibrazioni ambientali siano presenti tutte le <strong>di</strong>verse fasi<br />

sismiche (onde P, onde S, onde <strong>di</strong> Rayleigh, Love e relativi mo<strong>di</strong><br />

superiori).<br />

Il problema è quello <strong>di</strong> valutare il peso relativo delle <strong>di</strong>verse fasi<br />

nei <strong>di</strong>versi casi, ovvero in funzione della tipologia (me<strong>di</strong>a) delle<br />

sorgenti e delle caratteristiche meccaniche del mezzo attraverso<br />

cui si propagano le perturbazioni elastiche<br />

Dato che, in generale, le onde <strong>di</strong> volume si attenuano più<br />

rapidamente e che la maggior parte delle possibili sorgenti si<br />

trovano alla superficie, ci si può aspettare che un ruolo dominante<br />

sia giocato dalle onde superficiali<br />

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In molti casi, quest’ultima congettura sembra confermata<br />

dalle osservazioni soprattutto per quanto riguarda le<br />

frequenze più basse<br />

Vibrazioni<br />

ambientali<br />

Terremoto<br />

Per esempio, confrontando le ampiezze <strong>dei</strong> segnali misurati in<br />

superficie ed in profon<strong>di</strong>tà<br />

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Informazioni in questo senso possono venire dalla<br />

modellazione numerica<br />

Assumendo che<br />

1. attorno al sito esista una <strong>di</strong>stribuzione uniforme <strong>di</strong> sorgenti puntuali con<br />

ampiezza casuale e in<strong>di</strong>pendenti fra loro orientate con probabilità uniforme<br />

nello spazio<br />

2. che il mezzo sia caratterizzato da eterogeneità <strong>di</strong> tipo 1D (almeno nelle<br />

vicinanze del sito per le lunghezze d „onda relative a ciascuna frequenza)<br />

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Simulazioni numeriche<br />

spettrali mostra una buona correlazione<br />

f s f P<br />

con le frequenze <strong>di</strong> risonanza delle<br />

La posizione <strong>dei</strong> massimi <strong>dei</strong> rapporti<br />

onde S (f S =V S /4H, f P =V P /4H, )<br />

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Relativa importanza delle onde superficiali<br />

Dominano le onde superficiali<br />

Altre fasi sono dominanti<br />

Al <strong>di</strong> sopra della frequenza <strong>di</strong> risonanza delle onde P, le onde superficiali<br />

dominano il campo d’onde (le onde <strong>di</strong> Rayleigh dominano le componenti<br />

verticali e quelle <strong>di</strong> Love le componenti orizzontali)<br />

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Le onde superficiali giocano quin<strong>di</strong> un ruolo importante nel campo <strong>di</strong><br />

rumore ambientale almeno per le frequenze superiori alla frequenza <strong>di</strong><br />

risonanza della copertura<br />

Inoltre, grazie alle molte sorgenti potenzialmente attive, il campo <strong>di</strong><br />

rumore è ubiquitario (anche se con caratteristiche <strong>di</strong>fferenti da sito a<br />

sito) e talvolta molto intenso (si pensi alle aree urbane). Inoltre<br />

presenta una forte componente in bassa frequenza e quin<strong>di</strong> un elevato<br />

contenuto <strong>di</strong> onde superficiali <strong>di</strong> lunga lunghezza d’onda informative<br />

sugli strati più profon<strong>di</strong><br />

Pertanto, lo stu<strong>di</strong>o delle vibrazioni ambientali si presenta come un<br />

importante strumento <strong>di</strong> indagine per la caratterizzazione sismica <strong>dei</strong><br />

terreni anche relativamente elevate (centinaia <strong>di</strong> metri)<br />

Il problema è il carattere irregolare <strong>dei</strong> fronti d’onda che costituiscono<br />

le vibrazioni ambientali, la mancanza una <strong>di</strong>rezione privilegiata che<br />

consenta stime <strong>di</strong> velocità <strong>di</strong> fase con le tecniche standard<br />

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Lo strumento <strong>di</strong> indagine essenziale a questo scopo è l’antenna<br />

sismica. Questa è costituita da un insieme <strong>di</strong> sensori sismici sincronizzati<br />

<strong>di</strong>stribuiti sulla superficie del terreno con geometrie variabili<br />

Le informazioni relative alle caratteristiche del sottosuolo vengono<br />

ottenute a partire da una analisi <strong>di</strong> correlazione fra i segnali registrati dai<br />

<strong>di</strong>versi sensori alle <strong>di</strong>verse frequenze (funzione <strong>di</strong> coerenza)<br />

U-D<br />

N-S<br />

E-W<br />

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La maggiore <strong>di</strong>fferenza rispetto ai meto<strong>di</strong> attivi è che in questo caso, il<br />

fronte <strong>di</strong> propagazione dell’onda misurata a due sensori viene da <strong>di</strong>rezioni<br />

<strong>di</strong>versa (e incognita) quin<strong>di</strong> le velocità <strong>di</strong> fase misurate tramite l’analisi <strong>di</strong><br />

coerenza sono velocità apparenti (sempre maggiori o uguali alle<br />

velocità reali v o )<br />

Lentezza<br />

apparente<br />

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Esaminando le <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> fase su una <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> sensori non<br />

allineati è possibile però identificare la <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> provenienza dell’onda<br />

(q)<br />

Direzione <strong>di</strong><br />

propagazione<br />

<br />

Fronte dell‟onda per la lunghezza<br />

d‟onda ( e periodo T)<br />

Geofoni Verticali<br />

Con sensori verticali nulla si può<br />

<strong>di</strong>re sull’angolo <strong>di</strong> emersione i<br />

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Anche restringiamo l’analisi ai soli fronti d’onda che si<br />

propagano sul piano orizzontale (in realtà per una<br />

<strong>di</strong>agnosi efficace sarebbero necessarie registrazioni su<br />

antenne costituite da sensori tri-<strong>di</strong>rezionali), rimangono<br />

aperti alcuni problemi<br />

1. Quanto bene conosciamo la matrice cross spettrale (e<br />

quin<strong>di</strong> la curva <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione)<br />

2. Come interpretare le velocità <strong>di</strong> fase ottenute<br />

3. Come dedurre dalle misure le caratteristiche del<br />

sottosuolo<br />

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Quanto bene conosciamo la matrice cross-spettrale<br />

Qual è il campo <strong>di</strong> velocità esplorabile<br />

La qualità della matrice cross-spettrale <strong>di</strong>pende dalle modalità <strong>di</strong><br />

campionamento nel tempo (frequenza <strong>di</strong> campionamento, durata delle<br />

registrazioni) e nello spazio (posizioni relativa <strong>dei</strong> sensori)<br />

Queste pongono <strong>dei</strong> limiti alle frequenze effettivamente campionabili e<br />

alle lunghezze d’onda caratterizzabili in modo affidabile<br />

In termini temporali (campo <strong>di</strong> frequenze esplorate) contano due parametri:<br />

il tempo totale della registrazione (T) e la frequenza <strong>di</strong> campionamento ( c ).<br />

La minima frequenza <strong>di</strong>stinguibile è pari a 1/T che è anche la risoluzione<br />

in frequenza della matrice cross spettrale<br />

La massima frequenza osservabile è pari a 2 c<br />

Lunghi intervalli <strong>di</strong> misura (T) permettono anche un buon<br />

campionamento statistico delle caratteristiche me<strong>di</strong>e del campo <strong>di</strong><br />

rumore<br />

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In termini spaziali (campo <strong>di</strong> numeri d’onda esplorato in una data <strong>di</strong>rezione)<br />

contano due parametri: la massima <strong>di</strong>mensione dell’antenna (D max ) e la<br />

minima <strong>di</strong>stanza inter-geofonica (D min ).<br />

In pratica definisce la minima <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> lunghezza d’onda <strong>di</strong>stinguibile ad<br />

una data frequenza e quin<strong>di</strong> la minima <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> velocità apprezzabile<br />

(DV=V 2 / D max ) che <strong>di</strong>pende dalla velocità <strong>di</strong> fase<br />

La minima lunghezza d’onda apprezzabile ( min ) sarà almeno 2D min<br />

La massima lunghezza d’onda apprezzabile ( min ) sarà circa 3D max<br />

In termini <strong>di</strong> velocità 3D max >V> 2D min <br />

D max<br />

D min<br />

D min<br />

D max<br />

Direzione <strong>di</strong><br />

propagazione<br />

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Il problema principale in questo contesto è separare le fasi <strong>di</strong><br />

onde piane coerenti che attraversa l’antenna, dalle fasi non<br />

coerenti (onde non piane o rumore casuale)<br />

Esistono due tecniche fondamentali che si basano su due modelli<br />

del campo d’onde del rumore sismico<br />

1. Procedure f-k (beam-forming, massima verosimiglianza,<br />

MUSIC) ecc. utili in presenza <strong>di</strong> onde piane generate da un<br />

insieme ridotto <strong>di</strong> sorgenti<br />

2. Procedure basate sull’autocorrelazione spaziale (ESAC,<br />

SPAC) sono utili quando il rumore è generato da una<br />

<strong>di</strong>stribuzione uniforme <strong>di</strong> sorgenti (ovvero non esistono<br />

sorgenti dominanti)<br />

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Le procedure f-K sono assai più raffinate e permettono <strong>di</strong><br />

determinare contemporaneamente le <strong>di</strong>rezioni <strong>di</strong> provenienza<br />

<strong>dei</strong> fronti d’onda che in un dato intervallo <strong>di</strong> tempo hanno<br />

attraversato lo sten<strong>di</strong>mento e la loro velocità <strong>di</strong> fase in funzione<br />

della frequenza<br />

Il problema è che richiedono una serie <strong>di</strong> scelte dell’operatore<br />

che con<strong>di</strong>zionano fortemente l’esito della misura<br />

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Ky (1/km)<br />

È possibile stu<strong>di</strong>are la <strong>di</strong>rezionalità del rumore e<br />

valutare la velocità <strong>di</strong> fase alle <strong>di</strong>verse frequenze<br />

50<br />

10 Hz 30 Hz<br />

100<br />

0<br />

0<br />

-100<br />

-50<br />

-50 0 50<br />

Kx (1/km)<br />

Poche sorgenti<br />

-100 0 100<br />

Kx (1/km)<br />

Molte sorgenti<br />

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Le procedure ESAC sono basate sul un risultato <strong>di</strong> Aki (1959)<br />

secondo il quale la funzione <strong>di</strong> correlazione me<strong>di</strong>a fra le<br />

registrazioni <strong>di</strong> un rumore isotropo effettuate su sensori verticali<br />

<strong>di</strong>stribuiti nelle <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>rezioni a parità <strong>di</strong>stanza r da un sensore<br />

centrale, ha una forma nota (Funzione <strong>di</strong> Bessel <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne 0)<br />

La forma <strong>di</strong> questa funzione <strong>di</strong><br />

Bessel ad una data frequenza<br />

ed una data <strong>di</strong>stanza r è<br />

controllata dal valore della<br />

velocità <strong>di</strong> fase<br />

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Si tratta <strong>di</strong> un metodo “robusto” grazie alla regolarizzazione<br />

imposta della applicazione delle funzione <strong>di</strong> Bessel, ma rischia<br />

<strong>di</strong> fornire risultati errati in presenza <strong>di</strong> una sorgente dominante<br />

e quando la misura è effettuata con sten<strong>di</strong>menti lineari<br />

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velocità <strong>di</strong> fase (m/s)<br />

In con<strong>di</strong>zioni ottimali, i due approcci dovrebbero<br />

fornire curve <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione analoghe<br />

1500<br />

1400<br />

1300<br />

1200<br />

1100<br />

1000<br />

900<br />

800<br />

700<br />

600<br />

500<br />

400<br />

300<br />

200<br />

100<br />

0<br />

6 8 10 12 14 16 18 20<br />

frequenza (Hz)<br />

ESAC BF HR<br />

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Velocità Onde Rayleigh (m/s)<br />

<strong>Prof</strong>on<strong>di</strong>tà (m)<br />

In realtà, il metodo ESAC<br />

consente <strong>di</strong> definire la<br />

cosiddetta<br />

curva <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione<br />

effettiva che rappresenta<br />

una combinazione delle<br />

<strong>di</strong>verse curve modali<br />

“pesate” in base al loro<br />

specifico contenuto<br />

energetico nel sito<br />

Nel caso <strong>di</strong> profili<br />

normalmente <strong>di</strong>spersivi la<br />

curva <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione<br />

effettiva coincide con la<br />

curva relativa al modo<br />

fondamentale (quello in<br />

questo caso più energetico)<br />

1000<br />

900<br />

800<br />

700<br />

600<br />

500<br />

400<br />

300<br />

200<br />

100<br />

0<br />

0<br />

10<br />

20<br />

30<br />

40<br />

50<br />

60<br />

70<br />

80<br />

90<br />

100<br />

Curva Modo 0 (M. fondamentale)<br />

Curva Modo 1<br />

Curva Modo 2<br />

Curva Modo 3<br />

Curva Effettiva<br />

Velocità Onde S (m/s)<br />

0 200 400 600 800 1000 1200<br />

<strong>Prof</strong>ilo<br />

normalmente<br />

<strong>di</strong>spersivo<br />

La curva <strong>di</strong> Dispersione<br />

Effettiva coincide con la curva<br />

del Modo Fondamentale<br />

0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20<br />

Frequenza (Hz)<br />

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Velocità Onde Rayleigh (m/s)<br />

<strong>Prof</strong>on<strong>di</strong>tà (m)<br />

In altri casi, per esempio in<br />

presenza <strong>di</strong> inversioni <strong>di</strong><br />

velocità o <strong>di</strong> forti contrasti<br />

<strong>di</strong> impedenza sismica, la<br />

curva <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione<br />

effettiva risulta frutto <strong>di</strong> una<br />

combinazione <strong>dei</strong> <strong>di</strong>versi<br />

mo<strong>di</strong> in funzione della<br />

relativa energia<br />

Un vantaggio è quello <strong>di</strong><br />

non dovere identificare<br />

(come in altri mo<strong>di</strong>) i vari<br />

mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> vibrazione che<br />

possono essere trattati in<br />

modo unitario<br />

1600<br />

1400<br />

1200<br />

1000<br />

800<br />

600<br />

400<br />

200<br />

0<br />

0<br />

10<br />

20<br />

30<br />

40<br />

50<br />

60<br />

70<br />

80<br />

90<br />

100<br />

Curva Modo 0 (M. fondamentale)<br />

Curva Modo 1<br />

Curva Modo 2<br />

Curva Modo 3<br />

Curva Effettiva<br />

Velocità Onde S (m/s)<br />

0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800<br />

<strong>Prof</strong>ilo<br />

inversamente<br />

<strong>di</strong>spersivo<br />

La curva <strong>di</strong> Dispersione Effettiva<br />

coincide con la curva del Modo Fond.<br />

solo per alcune frequenze<br />

0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20<br />

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V elocità <strong>di</strong> fase R ayleigh (m /s)<br />

Finora si è fatto riferimento a <strong>di</strong>stribuzioni <strong>di</strong> geofoni secondo<br />

una configurazione 2D<br />

In realtà sono state proposte metodologie basate sull’impiego <strong>di</strong><br />

sten<strong>di</strong>menti lineari <strong>di</strong> geofoni equispaziati (Metodo ReMi)<br />

1000<br />

800<br />

600<br />

400<br />

200<br />

0<br />

0 5 10 15 20 25 30<br />

Frequenza (H z)<br />

Direzione N-S<br />

1<br />

0.95<br />

0.9<br />

0.85<br />

0.8<br />

0.75<br />

0.7<br />

0.65<br />

0.6<br />

0.55<br />

0.5<br />

0.45<br />

0.4<br />

0.35<br />

0.3<br />

0.25<br />

0.2<br />

0.15<br />

0.1<br />

L’assunzione <strong>di</strong> base è la<br />

presenza <strong>di</strong> un campo <strong>di</strong><br />

rumore isotropo le cui<br />

caratteristiche me<strong>di</strong>e<br />

possono essere rivelate<br />

anche con pochi minuti <strong>di</strong><br />

misura<br />

Elemento chiave è la necessità <strong>di</strong> effettuare una in<strong>di</strong>viduazione<br />

manuale della curva <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione sulla base <strong>di</strong> criteri piuttosto vaghi<br />

(limite inferiore della zona <strong>di</strong> massima coerenza)<br />

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V elocità <strong>di</strong> fase R ayleigh (m /s)<br />

V elocità <strong>di</strong> fase R ayleigh (m /s)<br />

Primo problema!<br />

Possibile Curva <strong>di</strong> Dispersione!<br />

In presenza <strong>di</strong> un campo <strong>di</strong><br />

sorgenti <strong>di</strong> rumore localizzate,<br />

l’uso <strong>di</strong> sten<strong>di</strong>menti lineari<br />

rischia <strong>di</strong> fornire in<strong>di</strong>cazioni che<br />

<strong>di</strong>pendono dalla <strong>di</strong>rezione<br />

relativa fra la sorgente e<br />

l’antenna ReMI<br />

1000<br />

800<br />

600<br />

400<br />

200<br />

0<br />

0 5 10 15 20 25 30<br />

Frequenza (H z)<br />

Direzione N-S<br />

1<br />

0.95<br />

0.9<br />

0.85<br />

0.8<br />

0.75<br />

0.7<br />

0.65<br />

0.6<br />

0.55<br />

0.5<br />

0.45<br />

0.4<br />

0.35<br />

0.3<br />

0.25<br />

0.2<br />

0.15<br />

0.1<br />

L’UNICO MODO PER<br />

RISOLVERE IL PROBLEMA<br />

è RIPETERE LA MISURA<br />

LUNGO UN’ALTRA<br />

DIREZIONE!<br />

1000<br />

Direzione E-W<br />

800<br />

600<br />

400<br />

200<br />

0<br />

0 5 10 15 20 25 30<br />

1<br />

0.95<br />

0.9<br />

0.85<br />

0.8<br />

0.75<br />

0.7<br />

0.65<br />

0.6<br />

0.55<br />

0.5<br />

0.45<br />

0.4<br />

0.35<br />

0.3<br />

0.25<br />

0.2<br />

0.15<br />

0.1<br />

0.05<br />

0<br />

Frequenza (H z)<br />

Nessuna Curva <strong>di</strong> Dispersione!<br />

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Secondo problema!<br />

Quanto è univoca la determinazione della curva <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione dedotta<br />

manualmente<br />

Nei casi in cui il rumore è isotropo, si riesce a <strong>di</strong>mostrare che la curva<br />

ESAC è compatibile con un eventuale picking manuale, con il<br />

vantaggio <strong>di</strong> essere dedotta automaticamente<br />

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1D - Direzione N160<br />

Loc. La Pietra<br />

Firenze<br />

2D - Curva ESAC<br />

1D - Direzione N250<br />

Con solo questo<br />

sten<strong>di</strong>mento 1D,<br />

Curva <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione<br />

poco accurata<br />

2D - Curva ESAC<br />

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In sintesi: quando il campo <strong>di</strong> rumore mostra forti anisotropie, il metodo<br />

ReMi non può essere applicato<br />

Ma la in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> queste anisotropie può essere effettuata solo<br />

ripetendo la misura lungo altre <strong>di</strong>rezioni e confrontando le due curve <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>spersione ottenute<br />

Questo però <strong>di</strong> fatto riduce l’”appeal” del ReMi, legato alla sua praticità<br />

d’impiego (<strong>di</strong> fatto basta una attrezzatura per la sismica rifrazione)<br />

Anche in presenza <strong>di</strong> una campo isotropo, il picking può essere soggetto a<br />

forti ambiguità interpretative che aumentano le incertezze<br />

Queste possono essere risolte agevolmente utilizzando un approccio<br />

“robusto” (p.es. ESAC)<br />

Vale quin<strong>di</strong> la pena <strong>di</strong> ricorrere al ReMi<br />

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Va sottolineata la possibilità <strong>di</strong> integrare misure della curva <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>spersione effettuate con sorgenti controllate e quelle ottenute<br />

da misure <strong>di</strong> vibrazioni ambientali<br />

Misure Passive (FK)<br />

Misure attive (MASW)<br />

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Se il campo delle vibrazioni ambientali è fittamente popolato da onde<br />

superficiali, i rapporti <strong>di</strong> ampiezza fra le componenti orizzontale e verticale<br />

del moto possono fornire in<strong>di</strong>cazioni sull’ellitticità delle onde <strong>di</strong> Rayleigh<br />

Pertanto, il rapporto fra le ampiezze spettrali<br />

me<strong>di</strong>e del rumore ambientale misurato nelle<br />

componenti orizzontali (H) e verticali (V)<br />

del moto è potenzialmente in grado <strong>di</strong><br />

fornire in<strong>di</strong>cazioni sulle caratteristiche<br />

<strong>di</strong>namiche del sottosuolo<br />

HVSR<br />

<br />

<br />

<br />

H<br />

2<br />

i<br />

<br />

2<br />

V<br />

i<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

L’andamento <strong>di</strong> questi rapporti spettrali è<br />

detta funzione HVSR (Horizontal to<br />

Vertical Spectral Ratios) ed è alla base del<br />

cosiddetto “metodo <strong>di</strong> Nakamura”<br />

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Data la possibile importanza <strong>di</strong> questo metodo, esso è stato<br />

oggetto <strong>di</strong> numerose ricerche e <strong>di</strong> almeno due progetti<br />

internazionali in ambito CEE e NATO<br />

Questi hanno avuto come obiettivi la<br />

valutazione delle caratteristiche del metodo e<br />

la messa a punto <strong>di</strong> protocolli <strong>di</strong> misura e<br />

interpretazione<br />

http://nato.gfz.hr/<br />

http://sesame-fp5.obs.ujf-grenoble.fr/SES_Reports.htm#Guidelines<br />

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Per esempio, è stato possibile appurare che il massimo della funzione<br />

HVSR permette in generale <strong>di</strong> identificare correttamente la presenza <strong>di</strong><br />

fenomeni <strong>di</strong> risonanza e la frequenza cui il fenomeno avviene. Tuttavia non<br />

sembra in grado <strong>di</strong> definire l’entità dell’amplificazione indotta sul moto<br />

sismico<br />

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In generale, la misura HVSR viene effettuata con una singola stazione<br />

portatile (tromografo <strong>di</strong>gitale) e consiste nella registrazione delle<br />

vibrazioni ambientali sulle tre <strong>di</strong>rezioni dello spazio ad una singola<br />

stazione <strong>di</strong> misura per una durata <strong>di</strong> qualche decina <strong>di</strong> minuti<br />

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Esempio <strong>di</strong> analisi curva<br />

HVSR<br />

<strong>di</strong> “qualità”<br />

e relativa<br />

analisi <strong>di</strong> “qualità”<br />

0.8 Hz<br />

Intervallo <strong>di</strong><br />

confidenza<br />

1.2 Hz<br />

Stazionarietà<br />

Direzionalità<br />

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Un aspetto importante è la valutazione relativa alla qualità<br />

statistica del risultato<br />

A questo proposito, il progetto SESAME ha a suo tempo<br />

definito una serie <strong>di</strong> criteri <strong>di</strong> carattere empirico<br />

Si tratta<br />

essenzialmente <strong>di</strong><br />

considerazioni <strong>di</strong><br />

tipo statistico sulla<br />

stabilità della<br />

curva, sulle<br />

modalità <strong>di</strong><br />

campionamento,<br />

ecc.<br />

Accanto a questi<br />

criteri ne sono stati<br />

proposti altri volti<br />

a selezionare<br />

misure affidabili<br />

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Nessuno <strong>di</strong> questi criteri è comunque da solo definitivo:<br />

infatti non è detto che curve poco chiare siano<br />

effettivamente prive <strong>di</strong> valore<br />

L’atteggiamento corretto è quello <strong>di</strong> cercare conforto in<br />

misure condotte in punti vicini (in rapporto alla lunghezza<br />

d’onda <strong>di</strong> interesse). Su questa base, nell’ambito delle<br />

attività <strong>di</strong> microzonazione sismica spe<strong>di</strong>tiva nell’area del<br />

terremoto aquilano è stata proposta una classificazione delle<br />

misura sulla base <strong>di</strong> un criterio generale <strong>di</strong> qualità<br />

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In sintesi<br />

Utilizzando antenne sismiche con sorgenti artificiali (MASW) o le<br />

vibrazioni ambientali (ESAC, FK, ecc.), risulta possibile ricostruire la forma<br />

della curva <strong>di</strong>spersione delle onde superficiali (modale o effettiva)<br />

Utilizzando msiure a stazione singola è possibile definire l’andamento<br />

dell’ellitticità (metodo HVSR)<br />

Dato che queste curve hanno una relazione <strong>di</strong>retta con il profilo <strong>di</strong> velocità<br />

nel sottosuolo, è possibile dedurre le caratteristiche <strong>di</strong> quest’ultimo me<strong>di</strong>ante<br />

opportune procedure <strong>di</strong> inversione<br />

Il vantaggio rispetto a meto<strong>di</strong> basati sull’uso delle onde <strong>di</strong> volume è<br />

essenzialmente legato alle maggiori profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> esplorazione a parità <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>mensioni dello sten<strong>di</strong>mento<br />

Inoltre, nella configurazione passiva, hanno il vantaggio <strong>di</strong> poter operare in<br />

presenza <strong>di</strong> forte rumore <strong>di</strong> origine antropica (aree urbane, ecc.) senza<br />

ricorrere a sorgenti <strong>di</strong> energia <strong>di</strong> fatto inutilizzabili in contesti urbani o<br />

comunque caratterizzati da forte vulnerabilità ambientale<br />

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L’interpretazione delle misure passive<br />

Esistono almeno tre livelli <strong>di</strong> interpretazione<br />

1. Livello qualitativo (Microzonazione <strong>di</strong> primo livello)<br />

Si tratta <strong>di</strong> un uso esplorativo a supporto delle attività per la costruzione<br />

del modello geologico, volto a fornire in<strong>di</strong>cazioni qualitative (tipo:<br />

presenza/assenza <strong>di</strong> risonanza, basso/alto contrasto <strong>di</strong> impedenza, <strong>di</strong><br />

un gra<strong>di</strong>ente <strong>di</strong> velocità): è basato su un esame visuale <strong>dei</strong> risultati<br />

ottenuti<br />

2. Livello semi-quantitativo (Microzonazione <strong>di</strong> secondo livello)<br />

Volte ad una prima caratterizzazione quantitativa della situazione<br />

stratigrafica (frequenza <strong>di</strong> risonanza, Vs30, stimato degli spessori<br />

delle coperture): è basato su procedure interpretative semplificate<br />

3. Livello quantitativo (Microzonazione <strong>di</strong> terzo livello)<br />

Stime intensive della situazione locale (profilo delle onde S): è basato su<br />

procedure numeriche <strong>di</strong> inversione<br />

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Il primo livello: indagine esplorativa del territorio comunale<br />

<strong>di</strong> Gubbio<br />

Si <strong>di</strong>stinguono aree caratterizzate dalla presenza o meno <strong>di</strong> fenomeni <strong>di</strong><br />

risonanza nell’intervallo <strong>di</strong> frequenze <strong>di</strong> interesse ingegneristico<br />

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Primo Livello: a piccola scala (Navelli, L’Aquila)<br />

Viene messa in chiara evidenza la <strong>di</strong>fferenza fra una situazione <strong>di</strong><br />

basamento rigido affiorante e sepolto<br />

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Il primo livello: indagine esplorativa del territorio comunale<br />

<strong>di</strong> Mormanno (Cosenza)<br />

In assenza <strong>di</strong> contrasti <strong>di</strong> impedenza sismica significativi, la curva HSR è<br />

“piatta” (non ci sono massimi significativi) e non ci sono variazioni laterali<br />

significative<br />

Anche la curva <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione risulta sub orizzontale (nessun gra<strong>di</strong>ente <strong>di</strong><br />

velocità)<br />

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Il livello semi-quantitativo<br />

Le misure HVSR forniscono una stima <strong>di</strong>retta della frequenza <strong>di</strong> risonanza (o del<br />

periodo proprio) delle coperture<br />

La frequenza <strong>di</strong> risonanza del se<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>pende dallo spessore H del se<strong>di</strong>mento e<br />

dalla velocità “me<strong>di</strong>a” ( V s ) delle onde S nel se<strong>di</strong>mento<br />

ˆ<br />

V s<br />

1<br />

1<br />

4H<br />

Vˆ<br />

s<br />

<br />

4H<br />

T<br />

Vˆ<br />

sT 1<br />

4<br />

Conoscendo lo spessore H del se<strong>di</strong>mento è possibile avere informazioni sulla<br />

velocità “me<strong>di</strong>a” delle Onde S<br />

Alternativamente, conoscendo quest’ultima è possibile definire lo spessore H<br />

dello strato se<strong>di</strong>mentario<br />

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H


A parità <strong>di</strong> velocità me<strong>di</strong>a delle onde S, a frequenze <strong>di</strong><br />

risonanza minori corrispondono spessori maggiori<br />

A) Esempio <strong>di</strong> bedrock sismico a <strong>di</strong>verse profon<strong>di</strong>tà che genera risonanze a<br />

<strong>di</strong>verse frequenze. Caso 1: bedrock a 300 m <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà. Caso 2: bedrock a<br />

20 m <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà. Caso 3: bedrock a 4 m <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà; B) relazione V-f 0<br />

-H<br />

alle me<strong>di</strong>o-alte frequenze; C) relazione V-f 0<br />

-H alle me<strong>di</strong>o-basse frequenze.<br />

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In alcuni casi è possibile formulare ipotesi ragionevoli riguardo al profilo<br />

<strong>di</strong> velocità<br />

Per esempio, nel caso <strong>di</strong> corpi <strong>di</strong> se<strong>di</strong>menti non consolidati, si può<br />

presumere che l’andamento me<strong>di</strong>o del profilo <strong>di</strong> velocità sia controllato<br />

dal carico litostatico<br />

In questo caso, per i mezzi granulari, è ragionevole ipotizzare un<br />

andamento delle Vs con la profon<strong>di</strong>tà H del tipo<br />

V ( H)<br />

V0 (1 H)<br />

s<br />

a<br />

dove V o e a <strong>di</strong>pendono dalle caratteristiche del se<strong>di</strong>mento (granulometria,<br />

coesione, ecc.)<br />

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In questi casi è possibile <strong>di</strong>mostrare che esiste una relazione<br />

<strong>di</strong>retta tra la frequenza <strong>di</strong> risonanza e lo spessore dello<br />

strato soffice<br />

Questa relazione <strong>di</strong>penderà dai due parametri V o e a secondo<br />

la relazione<br />

H<br />

<br />

<br />

1 (1a<br />

)<br />

V0 1<br />

a <br />

1<br />

1<br />

4 ˆ<br />

<br />

1<br />

<br />

Noti per via empirica questi parametri è possibile definire<br />

semplici abachi che permettono <strong>di</strong> stimare (in prima<br />

approssimazione) lo spessore della coltre <strong>di</strong> se<strong>di</strong>menti<br />

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Quin<strong>di</strong> è possibile (in prima approssimazione e a fini esplorativi) definire<br />

un abaco per:<br />

1. stimare la profon<strong>di</strong>tà del contrasto <strong>di</strong> impedenza responsabile degli<br />

effetti osservati<br />

2. Valutare qualitativamente l‟entità <strong>di</strong> questo contrasto<br />

Utilizzando questo strumento, le frequenze <strong>di</strong><br />

risonanza possono tentativamente essere<br />

convertite in spessori permettendo una<br />

identificazione preliminare delle interfacce<br />

risonanti<br />

Questo tipo <strong>di</strong> indagine non sostituisce una<br />

analisi <strong>di</strong> dettaglio ma ha il solo scopo (sotto<br />

stretto controllo geologico) <strong>di</strong> fornire<br />

in<strong>di</strong>cazioni preliminari sulla struttura del<br />

sottosuolo<br />

Centinaia <strong>di</strong> metri<br />

Decine <strong>di</strong> metri<br />

Qualche metro<br />

H/V >3 Alto contrasto<br />

2


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Combinando le stime <strong>di</strong> Vs ottenute e<br />

dalle curve <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione e altri dati<br />

<strong>di</strong>sponibili sulla profon<strong>di</strong>tà del<br />

basamento è per esempio possibile<br />

ricavare relazioni <strong>di</strong>rette fra la frequenza<br />

<strong>di</strong> risonanza e lo spessore delle coperture<br />

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Il sottosuolo <strong>di</strong> Firenze<br />

In questo modo è stata eseguita<br />

una valutazione della topografia<br />

del basamento al <strong>di</strong> sotto della<br />

città <strong>di</strong> Firenze<br />

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Anche per le curve <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione è possibile<br />

effettuate interpretazioni <strong>di</strong> tipo semi-quantitativo<br />

L’idea <strong>di</strong> base è che la velocità delle onde <strong>di</strong> Rayleigh corrispondenti ad una<br />

certa lunghezza d’onda siano rappresentative della velocità me<strong>di</strong>a delle<br />

onde S fino ad una profon<strong>di</strong>tà dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> una frazione <strong>di</strong> .<br />

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Si stanno anche sperimentando meto<strong>di</strong> spe<strong>di</strong>tivi per ottenere una stima<br />

(grossolana) <strong>di</strong> alcuni parametri del sottosuolo (p.es. Vs 30 ) dall’esame<br />

<strong>di</strong>retto della curva <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione<br />

L’idea <strong>di</strong> base è che la velocità delle onde <strong>di</strong> Rayleigh corrispondenti ad una<br />

certa lunghezza d’onda siano rappresentative della velocità me<strong>di</strong>a delle<br />

onde S fino ad una profon<strong>di</strong>tà che è una frazione della lunghezza d’onda<br />

<strong>di</strong> volta in volta considerata<br />

Una procedura potrebbe essere la seguente<br />

1. La curva <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione V R () viene trasformata in una curva V R ()<br />

sfruttando la relazione l=V R /<br />

2. La curva V R () viene trasformata in una curva Vs(h) sfruttando relazioni<br />

del tipo h=0.3 e Vs=1.1V R<br />

3. La curva V s (h) viene interpretata come in<strong>di</strong>cativa della velocità me<strong>di</strong>a delle<br />

onde S fino alla profon<strong>di</strong>tà h<br />

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Frequenza <strong>di</strong> risonanza (HVSR)<br />

Sotto la frequenza <strong>di</strong><br />

risonanza<br />

Vs30 = 1150 m/s<br />

(Naturalmente è<br />

una stima<br />

approssimata!!!)<br />

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Modellazioni numeriche condotte recentemente, hanno per esempio<br />

mostrato che una stima atten<strong>di</strong>bile del valore me<strong>di</strong>o delle onde S fino<br />

30 metri può essere ottenuto per una lunghezza d’onda pari a 40m<br />

Il valore misurato<br />

con il metodo<br />

down-hole è pari<br />

a 180 m/sec<br />

Il valore misurato<br />

con il metodo<br />

cross-hole è pari<br />

a 330 m/sec<br />

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Può essere utile confrontare la qualità delle stime <strong>di</strong> Vs30 ottenute<br />

con meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> questo genere in rapporto a stime <strong>di</strong> riferimento<br />

(Cross-hole)<br />

Si ottengono fluttuazioni<br />

dell’or<strong>di</strong>ne del 20% confrontabili<br />

con quelle del down-hole<br />

Questo fa pensare che tutte le stime <strong>di</strong> Vs30 (anche quelle in foro con il metodo DH<br />

sono affette da incertezze dell’or<strong>di</strong>ne del 10-20 %<br />

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Il Livello quantitativo<br />

Vengono usate procedure <strong>di</strong> inversione numerica basate sull’applicazione <strong>di</strong><br />

meto<strong>di</strong> capaci <strong>di</strong> gestire l’estrema non linearità del problema: non esiste <strong>di</strong><br />

fatto una relazione semplice fra gli osservabili e le caratteristiche<br />

meccaniche del sottosuolo<br />

Le procedure hanno tutte la stessa struttura<br />

1. Dispongono <strong>di</strong> una procedura numerica per la determinazione del profilo<br />

teorico della curva HVSR o del profilo <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione a partire da una<br />

determinata configurazione stratigrafica (risolvono il problema <strong>di</strong>retto). Il<br />

problema <strong>di</strong>retto permette anche <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare i parametri più significativi<br />

2. Costruiscono un parametro <strong>di</strong> confronto fra le “previsioni” dedotte<br />

risolvendo il problema <strong>di</strong>retto per una data configurazione ipotetica con le<br />

osservazioni (costruiscono una funzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>saccordo o misfit)<br />

3. Dispongono <strong>di</strong> una procedura per cambiare le caratteristiche del modello in<br />

funzione delle <strong>di</strong>screpanze fra le previsioni e le osservazioni (Inversione)<br />

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Per esempio, utilizzando i<br />

modelli <strong>di</strong>retti <strong>di</strong>sponibili si<br />

vede che nel caso della<br />

curva <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione<br />

effettiva, i parametri più<br />

influenti sono il valore <strong>di</strong> Vs<br />

e lo spessore del singolo<br />

strato<br />

Parametri per ciascuno strato:<br />

Spessore<br />

Più influenti<br />

VS<br />

VP<br />

Densità<br />

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Una volta scelti i parametri <strong>di</strong> maggiore<br />

interesse si sviluppa una procedura<br />

iterativa<br />

1. Ipotizzo il modello<br />

2. Risolvo il problema <strong>di</strong>retto<br />

3. Calcolo il valore della funzione <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>saccordo<br />

4. Mo<strong>di</strong>fico le caratteristiche del<br />

modello e torno al punto 2<br />

Un metodo è tanto più veloce quanto<br />

meno volte deve compiere<br />

l’iterazione e, soprattutto, quante<br />

meno volte deve risolvere il<br />

problema <strong>di</strong>retto<br />

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L’Inversione può essere eseguita con<br />

<strong>di</strong>versi meto<strong>di</strong>:<br />

• Tentativi ed Errori<br />

• Meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> Ricerca locale:<br />

Minimi Quadrati<br />

• Meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> Ricerca globale: p.es.<br />

Algoritmi Genetici<br />

Si tratta comunque <strong>di</strong> meto<strong>di</strong><br />

onerosi dal punto <strong>di</strong> vista<br />

computazionale (ogni inversione<br />

richiede <strong>di</strong>verse ore su un comune<br />

PC)<br />

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Utilizzando tecniche numeriche adeguate posso quin<strong>di</strong> identificare la<br />

struttura <strong>di</strong> sottosuolo in grado <strong>di</strong> produrre, per esempio la curva HVSR<br />

misurata. Tuttavia queste interpretazioni presentano una marcata<br />

molteplicità <strong>di</strong> soluzioni. Per esempio, ad una stessa curva HVSR possono<br />

corrispondere <strong>di</strong>versi possibili profili <strong>di</strong> velocità<br />

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Ma alle due stratigrafie corrispondono curve <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>spersione per le onde <strong>di</strong> Rayleigh assai <strong>di</strong>fferenti<br />

E’ possibile quin<strong>di</strong> vincolare maggiormente il profilo <strong>di</strong><br />

velocità locale considerando congiuntamente curve <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>spersione e curve HVSR<br />

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Curva <strong>di</strong> Dispersione<br />

Curva HVSR<br />

Attualmente, la ricerca<br />

è de<strong>di</strong>cata allo<br />

sviluppo <strong>di</strong> procedure<br />

numeriche <strong>di</strong><br />

inversione congiunta<br />

<strong>Prof</strong>ilo Vs<br />

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Viste le possibili ambiguità, anche le indagini gravimetriche possono rivelarsi utili<br />

soprattutto per la ricostruzione a larga scala della morfologia delle coperture<br />

Si tratta <strong>di</strong> indagini a basso costo, alta capacità <strong>di</strong> penetrazione e bassissima occupazione.<br />

Anche se forniscono in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> tipo in<strong>di</strong>retto (anche se comunque connesse alle<br />

variazioni <strong>di</strong> impedenza sismica), se guidate da una corretta interpretazione geologica,<br />

possono vincolare gli spessori delle coperture<br />

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Anomalia Gravimetrica (microgal)<br />

Quota (m)<br />

400<br />

200<br />

0<br />

-200<br />

-400<br />

-600<br />

250<br />

-800<br />

-150 -100 -50 0 50 100 150 200 250 300<br />

Distanza lungo il profilo (m)<br />

0<br />

-100 -50 0 50 100 150 200 250<br />

0<br />

-100<br />

-50<br />

-100<br />

-150<br />

Pian del Lago (Si)<br />

-200<br />

-250<br />

Posizione (m)<br />

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300 m<br />

In contesti complessi, anche misure<br />

<strong>di</strong> tipo geolettrico possono rivelarsi<br />

utili per determinare la geometria <strong>di</strong><br />

dettaglio <strong>dei</strong> corpi sepolti<br />

(soprattutto nelle zone <strong>di</strong> margine)<br />

fornendo in<strong>di</strong>cazioni complementari<br />

alle misure passive (sismiche e<br />

gravimetriche)<br />

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CONCLUSIONI<br />

Tutte le misure <strong>di</strong> tipo geofisico richiedono una procedura <strong>di</strong> interpretazione (non<br />

sono misure <strong>di</strong>rette) e questo vale anche per le misure in foro (nonostante si tratti<br />

<strong>di</strong> misure costose e assai invasive)<br />

La misure geofisiche <strong>di</strong> superficie possono fornire in<strong>di</strong>cazioni utili a e costi più<br />

bassi per la caratterizzazione <strong>di</strong>namica <strong>dei</strong> terreni nell’ambito <strong>di</strong> indagini <strong>di</strong><br />

microzonazione sismica<br />

Le tecniche basate sulle onde <strong>di</strong> volume sono in grado <strong>di</strong> fornire in<strong>di</strong>cazioni assai<br />

precise sulla geometria delle interfacce presenti ma hanno profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong><br />

esplorazione limitate (30/40 metri). Il metodo <strong>dei</strong> primi arrivi (sismica a<br />

rifrazione) risulta poi inapplicabile in presenza <strong>di</strong> inversioni <strong>di</strong> velocità<br />

Le tecniche basate sullo stu<strong>di</strong>o delle onde superficiali (soprattutto quelle in<br />

configurazione passiva) sembrano fornire i migliori risultati in termini <strong>di</strong><br />

profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> esplorazione a parità <strong>di</strong> risorse impiegate<br />

Il limite principale <strong>di</strong> queste tecniche è legato alle <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> inversione delle<br />

informazioni risultanti che deve essere effettuata me<strong>di</strong>ante opportune (e<br />

sofisticate) tecniche numeriche<br />

Hotel “Gelso Bianco”, Catania, 17 Giugno 2011 – Meto<strong>di</strong> Geofisici per la caratterizzazione sismica del sottosuolo


In genere i meto<strong>di</strong> basati sull’uso delle onde superficiali sono economici e poco<br />

invasivi<br />

La loro profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> esplorazione <strong>di</strong>pende largamente dal tipo <strong>di</strong> sorgente<br />

utilizzata. Con sorgenti <strong>di</strong> tipo semplice (martello, massa in caduta) è possibile<br />

raggiungere profon<strong>di</strong>tà delle decine <strong>di</strong> metri ma usando le vibrazioni<br />

ambientali è possibile raggiungere profon<strong>di</strong>tà dell’or<strong>di</strong>ne delle centinaia <strong>di</strong> metri<br />

Dato che sfruttano una parte significativa del segnale, sono relativamente poco<br />

sensibili al rumore ambientale<br />

Il problema principale è quello dell’Inversione: infatti le curve <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione<br />

sono legate al profilo <strong>di</strong> velocità delle onde S me<strong>di</strong>ante relazioni complesse e<br />

fortemente non lineari<br />

Esiste tuttavia la possibilità <strong>di</strong> effettuare interpretazioni spe<strong>di</strong>tive caratterizzata<br />

da una accuratezza sufficiente per la maggior parte delle applicazioni pratiche<br />

Comunque i risultati ottenuti siano caratterizzati da forti ambiguità interpretative<br />

e siano in generale poco sensibili ai dettagli della struttura<br />

Inoltre, è applicabile solo in situazioni semplici ovvero in presenza <strong>di</strong> una<br />

stratificazione orizzontale con interfacce piane<br />

Hotel “Gelso Bianco”, Catania, 17 Giugno 2011 – Meto<strong>di</strong> Geofisici per la caratterizzazione sismica del sottosuolo

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