28.01.2015 Views

C17. M. PASETTO, N. BALDO Potenziamento strutturale di ...

C17. M. PASETTO, N. BALDO Potenziamento strutturale di ...

C17. M. PASETTO, N. BALDO Potenziamento strutturale di ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

XIII CONVEGNO<br />

NAZIONALE<br />

S.I.I.V.<br />

POTENZIAMENTO STRUTTURALE DI<br />

PAVIMENTAZIONI STRADALI ED<br />

AEROPORTUALI MEDIANTE RETI IN ACCIAIO<br />

COMPOSITE<br />

Marco Pasetto<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Costruzioni e Trasporti - Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Padova<br />

Via Marzolo n. 9, 35131 Padova<br />

Tel: +39 049 8275569 - Fax: +39 049 8275577<br />

E-mail: marco.pasetto@unipd.it<br />

Nicola Baldo<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Costruzioni e Trasporti - Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Padova<br />

Via Marzolo n. 9, 35131 Padova<br />

Tel: +39 049 8275568 - Fax: +39 049 8275577<br />

E-mail: nicola_baldo@libero.it<br />

XIII CONVEGNO NAZIONALE S.I.I.V. – PADOVA – 30/31 OTTOBRE 2003


POTENZIAMENTO STRUTTURALE DI<br />

PAVIMENTAZIONI STRADALI ED AEROPORTUALI<br />

MEDIANTE RETI IN ACCIAIO COMPOSITE<br />

MARCO <strong>PASETTO</strong> - Dipartimento <strong>di</strong> Costruzioni e Trasporti – Università <strong>di</strong> Padova<br />

NICOLA <strong>BALDO</strong> – Dipartimento <strong>di</strong> Costruzioni e Trasporti – Università <strong>di</strong> Padova<br />

SOMMARIO<br />

La memoria illustra i più salienti risultati <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o teorico ed applicativo relativo al<br />

potenziamento <strong>strutturale</strong> <strong>di</strong> pavimentazioni stradali ed aeroportuali me<strong>di</strong>ante reti in<br />

acciaio, anche in soluzioni composite costituite dall’abbinamento con specifiche miscele<br />

bituminose.<br />

Sono state oggetto <strong>di</strong> analisi ed indagine due applicazioni peculiari: il rinforzo <strong>di</strong><br />

fondazioni stradali ed aeroportuali me<strong>di</strong>ante rete in acciaio; l’utilizzo <strong>di</strong> reti abbinate a<br />

slurry seal nella manutenzione <strong>di</strong> sovrastrutture rigide, semirigide e flessibili.<br />

ABSTRACT<br />

1. INTRODUZIONE<br />

La tecnologia stu<strong>di</strong>ata per il potenziamento <strong>strutturale</strong> delle pavimentazioni stradali<br />

ed aeroportuali si caratterizza per l’impiego <strong>di</strong> reti costituite da maglie esagonali<br />

torsionate <strong>di</strong> fili d’acciaio (<strong>di</strong>sponibili in versione “leggera” e “pesante”), le cui<br />

caratteristiche geometriche e costruttive sono sintetizzate in Figura 1 e Tabella 1,<br />

mentre la composizione chimica e le proprietà meccaniche sono riassunte nelle Tabelle<br />

2 e 3 1 .<br />

Figura 1 – Geometria della rete<br />

1 Mesh Track TM , Leon Bekaert S.p.A.<br />

XIII CONVEGNO NAZIONALE S.I.I.V. – PADOVA – 30/31 OTTOBRE 2003 1


Caratteristiche geometriche Rete leggera Rete pesante<br />

a: apertura della maglia, misurata tra due 80 ± 8 80 ± 8<br />

torsioni [mm]<br />

b: lunghezza della maglia [mm] 118 ± 14 118 ± 14<br />

c: intervallo tra i fili piatti torsionali [mm] 245 ± 20 245 ± 20<br />

d: <strong>di</strong>ametro nominale dei fili [mm] 2,45 ± 0,09 2,20 ± 0,09<br />

a 1 : spessore nominale dei fili piatti<br />

3,00 ± 0,05 2,00 ± 0,05<br />

torsionali [mm]<br />

b 1 : larghezza nominale dei fili piatti<br />

7,00 ± 0,20 6,50 ± 0,20<br />

torsionali [mm]<br />

Tabella 1 – Caratteristiche geometriche della rete<br />

Composizione chimica della rete [%]<br />

Elemento<br />

Fili e fili piatti torsionati<br />

C ≤ 0,1<br />

Si ≤ 0,3<br />

Mn ≤ 0,6<br />

P < 0,035<br />

S


30000<br />

25000<br />

20000<br />

15000<br />

10000<br />

E*(MPa)<br />

C. B.<br />

Non tessuti<br />

Rete in fibre <strong>di</strong> vetro<br />

Rete d’acciaio<br />

Bitume<br />

5000<br />

0<br />

- 10<br />

0<br />

10 20 30 40 50<br />

Temperatura (°C)<br />

Figura 2 – Rigidezze assiali <strong>di</strong> materiali <strong>di</strong>versi a confronto<br />

La rete è rinforzata trasversalmente da fili piatti torsionati <strong>di</strong>sposti ad intervalli<br />

regolari che, avendo un’inerzia molto maggiore <strong>di</strong> fili lisci <strong>di</strong> pari sezione,<br />

contribuiscono ad incrementare la già elevata rigidezza.<br />

La particolare geometria (maglie esagonali anziché rettangolari) e la tecnologia <strong>di</strong><br />

giunzione (fili torsionati invece che saldati) favoriscono l’ancoraggio con il materiale<br />

circostante, scongiurando problemi <strong>di</strong> delaminazione. Ne risulta un’elevata<br />

compenetrazione (interlock) fisica e meccanica con gli aggregati lapidei su cui la rete è<br />

posata nel rinforzo delle fondazioni granulari non legate.<br />

Per determinate applicazioni, come la manutenzione <strong>di</strong> pavimentazioni ammalorate,<br />

la rete viene accoppiata ad uno slurry seal appositamente ottimizzato, che oltre a<br />

svolgere una funzione impermeabilizzante e <strong>di</strong> sigillatura delle fessure, garantisce la<br />

perfetta adesione tra gli strati <strong>di</strong> conglomerato bituminoso e la rete stessa.<br />

Lo slurry seal adatto per questa applicazione è, in<strong>di</strong>cativamente, costituito da sabbia<br />

(90%), cemento (1 – 1,5%) e un’emulsione bituminosa mo<strong>di</strong>ficata (12%) <strong>di</strong> acqua<br />

(34%), bitume (64%) ed elastomeri (4%). Il cemento serve come catalizzatore nel<br />

processo <strong>di</strong> rottura dell’emulsione, mentre l’emulsione mo<strong>di</strong>ficata con polimeri assicura<br />

elasticità nel tempo.<br />

Il sistema composito così ottenuto 2 , consente <strong>di</strong> combinare l’effetto <strong>di</strong> potenziamento<br />

<strong>strutturale</strong> dato dalla rete metallica, a quello <strong>di</strong> elasticità controllata ed adesione dati<br />

dallo slurry seal, il quale, da un lato riduce l’energia <strong>di</strong> deformazione associata ai<br />

movimenti <strong>di</strong>fferenziali tra la pavimentazione fratturata e la ricarica bituminosa,<br />

dall’altro assicura l’adesione della rete agli strati legati.<br />

2. ANALISI TEORICA<br />

Il sistema in oggetto, nelle due versioni con e senza slurry seal, è stato analizzato<br />

negli aspetti teorici, per mezzo <strong>di</strong> un’analisi tri<strong>di</strong>mensionale agli elementi finiti,<br />

finalizzata alla comprensione del ruolo delle reti metalliche nel rinforzo delle fondazioni<br />

non legate e nella manutenzione delle pavimentazioni ammalorate.<br />

2 Bitufor®, Leon Bekaert S.p.A.<br />

XIII CONVEGNO NAZIONALE S.I.I.V. – PADOVA – 30/31 OTTOBRE 2003 3


Preliminarmente è stata stu<strong>di</strong>ata la <strong>di</strong>stribuzione delle tensioni <strong>di</strong> compressione e<br />

trazione nello strato <strong>di</strong> ricoprimento <strong>di</strong> una pavimentazione bituminosa fessurata. La<br />

Figura 3 mostra come le tensioni <strong>di</strong> compressione (tracce blu) siano localizzate nella<br />

parte superiore del ricoprimento, mentre quelle <strong>di</strong> trazione (tracce rosse) siano<br />

concentrate nella parte inferiore. La tensione <strong>di</strong> trazione risulta massima esattamente<br />

sopra la fessura, dove pertanto risulta opportuno posizionare la rete per un’efficace<br />

azione <strong>di</strong> rinforzo.<br />

Figura 3<br />

La Figura 4, invece, illustra la <strong>di</strong>stribuzione delle tensioni in una sovrastruttura<br />

flessibile soggetta a traffico pesante. L’ampiezza della zona deformata, molto più<br />

piccola nella parte superiore rispetto a quella inferiore, è strettamente connessa con la<br />

capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione dei carichi del pacchetto bituminoso. Nella parte superiore<br />

dello strato si può notare un fenomeno <strong>di</strong> creep, caratterizzato da un refluimento laterale<br />

del conglomerato, mentre nella parte inferiore e fino alla fondazione è possibile<br />

osservare una deformazione, dovuta ad uno spessore del pacchetto non sufficiente a<br />

ridurre le tensioni negli strati inferiori. In casi del genere risulterebbe auspicabile<br />

l’impiego <strong>di</strong> un rinforzo <strong>strutturale</strong> che consenta una migliore <strong>di</strong>stribuzione dei carichi e<br />

la limitazione delle deformazioni.<br />

Figura 4<br />

In Figura 5 è possibile osservare gli effetti della <strong>di</strong>latazione termica in una<br />

pavimentazione fratturata, con rivestimento bituminoso ed interfaccia <strong>di</strong> rinforzo.<br />

L’analisi tri<strong>di</strong>mensionale agli elementi finiti ha consentito <strong>di</strong> calcolare il campo delle<br />

deformazioni locali nell’intorno dell’area fessurata (Figura 6), dove vengono raggiunti i<br />

valori più elevati.<br />

Figura 5<br />

XIII CONVEGNO NAZIONALE S.I.I.V. – PADOVA – 30/31 OTTOBRE 2003 4


Figura 6<br />

Il grafico <strong>di</strong> Figura 7 riporta l’evoluzione della deformazione orizzontale in funzione<br />

della profon<strong>di</strong>tà nel ricoprimento bituminoso, da cui si può notare come la presenza <strong>di</strong><br />

un rinforzo (linea rossa) riesca ad abbattere sensibilmente la deformazione rispetto al<br />

caso <strong>di</strong> una ricarica che ne sia priva (linea blu).<br />

0,0200<br />

0,0180<br />

0,0160<br />

0,0140<br />

0,0120<br />

0,0100<br />

0,0080<br />

0,0060<br />

0,0040<br />

0,0020<br />

0,0000<br />

0 10 20 30 40 50 60<br />

Figura 7<br />

La maggior parte dei programmi per il <strong>di</strong>mensionamento razionale delle<br />

sovrastrutture stradali correntemente usati (come Bisar, Moebius, Noah, Kenlayer) sono<br />

basati sul modello del multistrato elastico lineare, con il quale la pavimentazione viene<br />

schematizzata come una serie <strong>di</strong> strati uniformi ed omogenei, caratterizzati<br />

meccanicamente dal modulo <strong>di</strong> Young e dal coefficiente <strong>di</strong> Poisson. Per date con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> traffico e temperatura la sovrastruttura viene progettata in modo da garantire una<br />

determinata vita utile rispetto alla rotturai per fatica ed ormaiamento.<br />

Un tale approccio risulta valido nell’ambito della realizzazione <strong>di</strong> nuove<br />

sovrastrutture, ma nella manutenzione <strong>di</strong> pavimentazioni ammalorate evidenzia delle<br />

lacune. Da un lato, la presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>scontinuità (fessure o giunti) nella pavimentazione<br />

XIII CONVEGNO NAZIONALE S.I.I.V. – PADOVA – 30/31 OTTOBRE 2003 5


dà origine ad uno stato tenso–deformativo completamente <strong>di</strong>verso da quello <strong>di</strong> una<br />

pavimentazione integra; dall’altro, la presenza <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong> rinforzo compositi non<br />

rende accettabile la loro modellazione come strati uniformi e continui.<br />

Per superare tali limiti è stato sviluppato un nuovo modello tri<strong>di</strong>mensionale <strong>di</strong><br />

progettazione basato su un estensivo stu<strong>di</strong>o parametrico agli Elementi Finiti, in grado <strong>di</strong><br />

includere <strong>di</strong>scontinuità e <strong>di</strong> modellare la rete metallica con le sue reali caratteristiche<br />

meccaniche e geometriche, anche quando questa dovesse risultare combinata con uno<br />

Slurry Seal (come nella seconda opzione analizzata in introduzione).<br />

Poiché la simulazione ed i calcoli relativi ad una particolare sovrastruttura risultano<br />

onerosi da un punto <strong>di</strong> vista computazionale, si è valutato <strong>di</strong> impostare uno stu<strong>di</strong>o<br />

parametrico per estrapolare tavole <strong>di</strong> progetto, poi implementate in un software<br />

applicativo, me<strong>di</strong>ante il quale valutare la riduzione <strong>di</strong> spessore del rivestimento<br />

bituminoso o l’incremento <strong>di</strong> vita utile dato dall’uso della rete.<br />

Per la determinazione dello stato tenso–deformativo nelle sovrastrutture flessibili,<br />

semirigide e rigide soggette a fessurazione si è partiti dall’uso del metodo <strong>di</strong> Burmister,<br />

mentre per le rigide non fessurate, non potendosi mantenere l’ipotesi <strong>di</strong> strato infinito<br />

nel piano orizzontale, si è fatto ricorso al metodo <strong>di</strong> Westergaard.<br />

Il software applicativo (ovvero il co<strong>di</strong>ce elaborato) si articola in due subroutine, una<br />

relativa al rinforzo delle fondazioni, l’altra per la manutenzione delle pavimentazioni.<br />

2.1. Rinforzo delle fondazioni<br />

Il primo co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> calcolo consente <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare una sovrastruttura rinforzata, che a<br />

parità <strong>di</strong> prestazioni rispetto a quella originale, permetta <strong>di</strong> ridurre lo spessore della<br />

fondazione non legata. La riduzione viene determinata con l’ausilio <strong>di</strong> tavole <strong>di</strong><br />

progetto, che variano con il CBR del sottofondo e lo spessore dello strato bituminoso, e<br />

che garantiscono l’equivalenza delle prestazioni in termini <strong>di</strong> resistenza a fatica e<br />

all’ormaiamento, oppure <strong>di</strong> fatica e capacità portante.<br />

Le tavole sono il risultato <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> simulazioni agli elementi finiti relative ad<br />

un ventaglio <strong>di</strong> sovrastrutture flessibili, scelte in modo da coprire il maggior numero<br />

possibile <strong>di</strong> casi pratici e sono implementate in un software applicativo.<br />

Complessivamente sono state analizzate 20 <strong>di</strong>verse geometrie, sintetizzate nella Tabella<br />

4.<br />

La rete, costituita da maglie esagonali torsionate (Figura 8), rinforzate da fili piatti<br />

torsionati <strong>di</strong>sposti ad intervalli regolari per ottimizzare l’ancoraggio, è stata modellata<br />

con la sua reale forma utilizzando il programma SYSTUS della Framasoft.<br />

Fili semplici, fili torsionati e fili piatti torsionati sono stati modellati con elementi<br />

“beam” mono<strong>di</strong>mensionali, caratterizzati dai rispettivi valori <strong>di</strong> area trasversale ed<br />

inerzia.<br />

È stata poi considerata una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> perfetta adesione tra la rete ed il materiale<br />

granulare della fondazione, garantita dall’ottima compenetrazione meccanica derivante<br />

dall’elevata rigi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> ciascuna maglia della rete.<br />

XIII CONVEGNO NAZIONALE S.I.I.V. – PADOVA – 30/31 OTTOBRE 2003 6


Co<strong>di</strong>ce della<br />

struttura<br />

Spessore dello<br />

strato<br />

bituminoso<br />

[mm]<br />

Spessore della<br />

fondazione<br />

[mm]<br />

Spessore della<br />

sottofondazione<br />

[mm]<br />

Modulo del<br />

sottofondo<br />

[MPa]<br />

A100 - B150 - E10 100 150 200 10<br />

A100 - B250 - E10 100 250 200 10<br />

A100 - B400 - E10 100 400 200 10<br />

A100 - B600 - E10 100 600 200 10<br />

A200 - B150 - E10 200 150 200 10<br />

A200 - B250 - E10 200 250 200 10<br />

A200 - B400 - E10 200 400 200 10<br />

A200 - B600 - E10 200 600 200 10<br />

A100 - B150 – E80 100 150 200 80<br />

A100 - B250 – E80 100 250 200 80<br />

A100 - B400 – E80 100 400 200 80<br />

A100 - B600 – E80 100 600 200 80<br />

A200 - B150 – E80 200 150 200 80<br />

A200 - B250 – E80 200 250 200 80<br />

A200 - B400 – E80 200 400 200 80<br />

A200 - B600 – E80 200 600 200 80<br />

Tabella 4 - Geometria delle sovrastrutture analizzate. Il co<strong>di</strong>ce Ax – By – Ez, in<strong>di</strong>ca una<br />

struttura con uno spessore bituminoso <strong>di</strong> x mm, una fondazione granulare <strong>di</strong> y mm ed un<br />

terreno <strong>di</strong> sottofondo con modulo <strong>di</strong> Young <strong>di</strong> z MPa<br />

Figura 8 - Geometria della rete metallica<br />

Per investigare la fatica negli strati bituminosi, è stata messa in relazione la<br />

deformazione sul fondo dello strato d’asfalto con il numero <strong>di</strong> cicli <strong>di</strong> carico<br />

ammissibili, in accordo con la legge <strong>di</strong> fatica <strong>di</strong> Verstraeten-Veverka-Francken (1982):<br />

−1/<br />

a<br />

N = ( ε<br />

asp<br />

/ C)<br />

dove a è la pendenza della curva <strong>di</strong> fatica, C l’intercetta, ε asp la deformazione sul lato<br />

inferiore dello strato bituminoso, N il numero ammissibile <strong>di</strong> cicli <strong>di</strong> carico. Sulla base<br />

<strong>di</strong> questa legge, e dei parametri stimati con le prove <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> flessione su 2 punti, è<br />

stato introdotto un fattore <strong>di</strong> equivalenza C r,fat per confrontare il comportamento a fatica<br />

delle <strong>di</strong>verse pavimentazioni, definito come rapporto tra la resistenza a fatica della<br />

generica struttura in esame e quella <strong>di</strong> una struttura <strong>di</strong> riferimento.<br />

N ε<br />

ref 4.76<br />

Cr, fat<br />

= = [ ]<br />

N ε<br />

ref<br />

asp<br />

XIII CONVEGNO NAZIONALE S.I.I.V. – PADOVA – 30/31 OTTOBRE 2003 7


Nel modello <strong>di</strong> calcolo si è ammesso che l’ormaiamento sia <strong>di</strong> natura <strong>strutturale</strong> e<br />

principalmente connesso con l’accumulo <strong>di</strong> deformazioni permanenti negli strati non<br />

legati. Analogamente al caso della fatica, a partire dalla legge <strong>di</strong> Verstraeten-Veverka-<br />

Francken, si è definito un fattore <strong>di</strong> equivalenza C r,rut che consenta <strong>di</strong> confrontare la<br />

resistenza all’ormaiamento delle <strong>di</strong>verse sovrastrutture.<br />

N<br />

= ( 0.011/ ε<br />

soil<br />

)<br />

4.23<br />

dove N è il numero ammissibile <strong>di</strong> cicli <strong>di</strong> carico, mentre ε soil è la deformazione<br />

verticale sulla faccia superiore del sottofondo.<br />

C<br />

=<br />

N<br />

=<br />

ε<br />

ref 4.76<br />

r, rut<br />

[ ]<br />

Nref<br />

ε<br />

soil<br />

Per questi primi due criteri <strong>di</strong> verifica è stata scelta come struttura <strong>di</strong> riferimento la<br />

A200 – B600 – E80, priva <strong>di</strong> rete metallica.<br />

Infine, per quanto riguarda la capacità portante, due strutture sono state considerate<br />

equivalenti se le massime deflessioni verticali del piano viabile, sotto l’azione della<br />

ruota <strong>di</strong> carico, sono uguali.<br />

2.2. Manutenzione delle pavimentazioni<br />

Come per il rinforzo delle fondazioni, anche per la manutenzione delle<br />

pavimentazioni è stato simulato agli elementi finiti un ampio spettro <strong>di</strong> casi stu<strong>di</strong>o,<br />

rappresentativi del maggior numero possibile <strong>di</strong> situazioni pratiche, in modo da<br />

estrapolare delle tavole <strong>di</strong> progetto che risultino un valido supporto nelle applicazioni<br />

progettuali, senza dover modellare ex-novo ogni singola situazione reale. Sono stati<br />

analizzati vari tipi <strong>di</strong> sovrastrutture, <strong>di</strong> ammaloramenti e con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> carico:<br />

complessivamente 19 <strong>di</strong>verse geometrie illustrate nelle Figure 9, 10, 11, 12. Il modello è<br />

stato applicato per simulare ricariche <strong>di</strong> conglomerato bituminoso su fessure o giunti in<br />

pavimentazioni rigide, semirigide, flessibili. Tabella 5 fornisce una panoramica dei casi<br />

stu<strong>di</strong>ati.<br />

Caso <strong>di</strong> fessure trasversali: 40, 60, 80, 100 mm<br />

Caso <strong>di</strong> fessure longitu<strong>di</strong>nali: 60, 90, 120 mm<br />

Interfaccia composita<br />

200 mm<br />

Conglomerato bituminoso<br />

Lastra in conglomerato cementizio<br />

Fessura <strong>di</strong> 5mm<br />

z<br />

Sottofondo<br />

y<br />

Figura 9 - Dilatazioni termiche su pavimentazioni rigide<br />

XIII CONVEGNO NAZIONALE S.I.I.V. – PADOVA – 30/31 OTTOBRE 2003 8


60, 90, 120, 150 mm<br />

200 mm<br />

P = 0.66 MPa<br />

Conglomerato bituminoso<br />

Lastra in conglomerato cementizio<br />

Interfaccia composita<br />

Fessura <strong>di</strong> 5mm<br />

z<br />

Sottofondo<br />

y<br />

Figura 10 - Carichi <strong>di</strong> traffico su pavimentazioni rigide<br />

90, 120, 150, 180 mm<br />

200 mm<br />

P = 0.66 MPa<br />

Conglomerato bituminoso<br />

Conglomerato cementizio magro<br />

Interfaccia composita<br />

Fessura <strong>di</strong> 5mm<br />

z<br />

Sottofondo<br />

y<br />

Figura 11 - Dilatazioni termiche e carichi <strong>di</strong> traffico su pavimentazioni semirigide<br />

60, 90, 120, 150 mm<br />

80 mm<br />

200 mm<br />

200 mm<br />

P = 0.66 MPa<br />

Conglomerato bituminoso<br />

Vecchio conglomerato bituminoso<br />

Fondazione<br />

Sottofondazione<br />

Interfaccia composita<br />

Fessura <strong>di</strong> 5mm<br />

z<br />

Sottofondo<br />

y<br />

Figura 12 - Carichi <strong>di</strong> traffico su pavimentazioni flessibili<br />

Tipologia <strong>di</strong><br />

pavimentazione<br />

Dilatazioni termiche Flessione correlata alla<br />

capacità portante<br />

Taglio correlato a<br />

ce<strong>di</strong>menti della lastra<br />

ammalorata Fessure Fessure Fessure Fessure Fessure Fessure<br />

trasversali longitu<strong>di</strong>nali trasversali longitu<strong>di</strong>nali trasversali longitu<strong>di</strong>nali<br />

Rigida X X X X X X<br />

Semirigida X X X<br />

Flessibile X X<br />

Tabella 5 - Panoramica dei casi stu<strong>di</strong>ati<br />

Le <strong>di</strong>latazioni termiche sono dovute ai carichi termici, mentre le tensioni <strong>di</strong> taglio e<br />

<strong>di</strong> flessione sono indotte dai carichi <strong>di</strong> traffico. Nel caso dei carichi <strong>di</strong> traffico, sono stati<br />

XIII CONVEGNO NAZIONALE S.I.I.V. – PADOVA – 30/31 OTTOBRE 2003 9


stu<strong>di</strong>ati sia gli effetti sugli spostamenti <strong>di</strong>fferenziali verticali delle lastre <strong>di</strong><br />

conglomerato cementizio, sia quelli sulla capacità portante.<br />

Come si può notare dalle Figure 9-12, il composito è posizionato sopra le lastre <strong>di</strong><br />

calcestruzzo, oppure sopra 80 mm <strong>di</strong> conglomerato bituminoso ammalorato<br />

(pavimentazioni flessibili).<br />

Sono stati considerati <strong>di</strong>versi spessori del rinforzo, da un minimo <strong>di</strong> 40 mm (per le<br />

pavimentazioni rigide) ad un massimo <strong>di</strong> 180 mm (per le semirigide).<br />

L’interfaccia composita (Figura 13) è stata modellata come una rete <strong>di</strong> fili semplici,<br />

fili torsionati e fili piatti torsionati, annegata nello slurry seal, e caratterizzata con il<br />

proprio reale momento d’inerzia.<br />

Figura 13 - Modellazione tri<strong>di</strong>mensionale agli elementi finiti dell’interfaccia composita<br />

Nel modello si sono fatte le seguenti assunzioni:<br />

• sistema linearmente elastico; ciascun elemento caratterizzato da un modulo <strong>di</strong><br />

Young e da un coefficiente <strong>di</strong> Poisson, entrambi considerati costanti;<br />

• variazioni <strong>di</strong> temperatura considerate per mezzo <strong>di</strong> uno spostamento controllato<br />

sul fondo della fessura (pari ad 1 mm);<br />

• carichi <strong>di</strong> traffico simulati applicando una pressione verticale costante <strong>di</strong> 0.66<br />

MPa (carico equivalente a quello <strong>di</strong> un asse singolo da 100KN);<br />

• rispetto alla fessura, carico <strong>di</strong> traffico posizionato asimmetricamente per le<br />

pavimentazioni rigide e semirigide, simmetricamente per le flessibili;<br />

• superficie <strong>di</strong> contatto quadrata con lato <strong>di</strong> 27.5 cm;<br />

• perfetta adesione tra lo slurry seal e gli altri strati.<br />

Nella Tabella 6 sono riassunte le caratteristiche meccaniche dei materiali considerati.<br />

Materiale Modulo <strong>di</strong> Young (MPa) Coefficiente <strong>di</strong> Poisson<br />

Ricoprimento in<br />

15.000 0,35<br />

conglomerato bituminoso<br />

Vecchio conglomerato<br />

10.000 0,35<br />

bituminoso<br />

Conglomerato cementizio 40.000 0,3<br />

Conglomerato cementizio<br />

20.000 0,35<br />

magro (non fessurato)<br />

Slurry seal 14.000 0,35<br />

Acciaio 210.000 0,30<br />

Fondazione granulare 500 0,5<br />

Sottofondazione sabbiosa 200 0,5<br />

Sottofondo 40 0,5<br />

Tabella 6 - Caratteristiche meccaniche dei materiali<br />

XIII CONVEGNO NAZIONALE S.I.I.V. – PADOVA – 30/31 OTTOBRE 2003 10


Il co<strong>di</strong>ce approntato calcola l’incremento <strong>di</strong> vita utile e <strong>di</strong> capacità portante della<br />

pavimentazione a parità <strong>di</strong> spessore della ricarica bituminosa o, viceversa, la riduzione<br />

<strong>di</strong> quest’ultimo, mantenendo invariate vita utile e capacità portante. Per verificare<br />

l’equivalenza tra una sovrastruttura con interstrato composito ed una priva <strong>di</strong> rinforzo,<br />

sono stati quin<strong>di</strong> utilizzati due criteri: la riflessione delle fessure e la capacità portante.<br />

Per quanto riguarda la riflessione delle fessure, allo stato attuale della ricerca, è stata<br />

stu<strong>di</strong>ata solo la fase <strong>di</strong> innesco del fenomeno fessurativo, per mezzo <strong>di</strong> leggi <strong>di</strong> fatica<br />

che forniscono la relazione tra il numero <strong>di</strong> ripetizioni <strong>di</strong> carico N necessarie per l’inizio<br />

della fessurazione, ed il relativo livello <strong>di</strong> deformazione ε (orizzontale per le azioni<br />

termiche; <strong>di</strong> taglio per le pavimentazioni rigide). Si è posto:<br />

N<br />

= ( C / ε )<br />

−1/<br />

a<br />

dove a è la pendenza della curva <strong>di</strong> fatica, C l’intercetta.<br />

Con questa legge, ed in accordo con i parametri <strong>di</strong> calibrazione ricavati da test <strong>di</strong><br />

flessione <strong>di</strong>namica in laboratorio, è stato possibile definire un fattore <strong>di</strong> equivalenza C r<br />

per confrontare la vita utile a fatica della sovrastruttura, con e senza l’interfaccia<br />

composita.<br />

N ε<br />

4.76<br />

C [<br />

ref<br />

r<br />

= = ]<br />

Nref<br />

ε<br />

A parità <strong>di</strong> spessore della ricarica bituminosa, l’incremento <strong>di</strong> vita utile dato dal<br />

composito risulta pari a: C<br />

r, Composito<br />

/ Cr,<br />

noComposito<br />

.<br />

I confronti eseguiti hanno poi consentito <strong>di</strong> ricavare delle tavole <strong>di</strong> progetto, che<br />

costituiscono il cuore del software applicativo per la progettazione “<strong>strutturale</strong>” degli<br />

interventi manutentivi, basati sull’impiego del composito come interfaccia<br />

antifessurativa e <strong>di</strong> potenziamento <strong>strutturale</strong> delle pavimentazioni ammalorate.<br />

In Figura 14 si riporta una tavola <strong>di</strong> progetto che consente <strong>di</strong> valutare l’incremento<br />

della vita utile legato all’impiego dell’interfaccia composita.<br />

10<br />

Incremento della vita utile<br />

Con Composito<br />

Senza Rinforzo<br />

5<br />

0<br />

40 50 60 70 80 90 100<br />

Spessore del ricoprimento (mm)<br />

Figura 14 - Tavola <strong>di</strong> progetto che esprime l’incremento della vita utile<br />

XIII CONVEGNO NAZIONALE S.I.I.V. – PADOVA – 30/31 OTTOBRE 2003 11


Con riferimento alla capacità portante, le simulazioni agli elementi finiti hanno<br />

<strong>di</strong>mostrato che la presenza del composito migliora la <strong>di</strong>stribuzione dei carichi in<br />

prossimità della fessura (Figura 15).<br />

Il confronto tra le deflessioni <strong>di</strong> sovrastrutture con e senza rinforzo in vicinanza <strong>di</strong><br />

una frattura, ha consentito <strong>di</strong> ricavare ulteriori tavole <strong>di</strong> progetto (Figura 16), che<br />

garantendo l’equivalenza delle prestazioni in termini <strong>di</strong> deflessione me<strong>di</strong>a sotto la<br />

superficie <strong>di</strong> contatto della ruota, permettono <strong>di</strong> quantificare l’incremento della capacità<br />

portante a parità <strong>di</strong> spessore del rivestimento bituminoso o la riduzione quest’ultimo<br />

dovuta al composito.<br />

Tali conclusioni sono valide solo per deflessioni sotto il carico e per un’area <strong>di</strong><br />

contatto in prossimità della frattura. La riduzione <strong>di</strong> spessore del rivestimento che è stata<br />

determinata, non deve essere estrapolata ad aree della sovrastruttura al <strong>di</strong> fuori della<br />

regione fratturata, dove lo spessore va calcolato ancora con i classici meto<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>mensionamento.<br />

1<br />

0<br />

-600 -500 -400 -300 -200 -100 0 100 200 300 400 500 600<br />

-1<br />

-2<br />

-3<br />

Deflessioni (1/100 mm)<br />

Senza Rinforzo - 90mm<br />

-4<br />

Con Composito - 90mm<br />

-5<br />

Senza Rinforzo - 120mm<br />

Con Composito - 120mm<br />

-6<br />

Posizione longitu<strong>di</strong>nale (X=0 è la posizione della fessura) (mm)<br />

Figura 15 - Distribuzione dei carichi in prossimità <strong>di</strong> una fessura<br />

100<br />

95<br />

90<br />

85<br />

80<br />

75<br />

70<br />

65<br />

60<br />

Spessore del rivestimento bituminoso con Composito (mm)<br />

80 90 100 110 120 130 140 150<br />

Spessore del rivestimento bituminoso senza Composito (mm)<br />

Figura 16 - Esempio <strong>di</strong> tavola <strong>di</strong> progetto<br />

XIII CONVEGNO NAZIONALE S.I.I.V. – PADOVA – 30/31 OTTOBRE 2003 12


3. TEST DI LABORATORIO<br />

In laboratorio è stata verificata la capacità del sistema <strong>di</strong> controllare e contenere la<br />

riflessione in superficie delle fratture, me<strong>di</strong>ante test <strong>di</strong> fessurazione termica e prove<br />

<strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> flessione (supportate da BRRC e LRPC d’Autin).<br />

Per quanto riguarda il test <strong>di</strong> fessurazione termica, è stata messa a punto una<br />

specifica apparecchiatura (Figura 17) che consente <strong>di</strong> variare ciclicamente, a passi molto<br />

piccoli, l’ampiezza <strong>di</strong> una <strong>di</strong>scontinuità (fessura o giunto) in una lastra <strong>di</strong> calcestruzzo<br />

con ricarica bituminosa. I campioni sono costituiti da 2 blocchi <strong>di</strong> conglomerato<br />

cementizio separati da un giunto <strong>di</strong> 4 mm e da un rivestimento <strong>di</strong> conglomerato<br />

bituminoso <strong>di</strong> 65 mm con interposti <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> interfacce (non tessuti, reti in acciaio<br />

composite, geo-griglie, SAMI, e tessuti). Data la fragilità delle miscele bituminose alle<br />

basse temperature, il campione è isolato in una cella climatica a –10°C, per riprodurre,<br />

così, le con<strong>di</strong>zioni climatiche più critiche per l’innesco del fenomeno fessurativo.<br />

Riscaldando e raffreddando tubi <strong>di</strong> alluminio fissati alle estremità del campione e<br />

contenenti azoto, viene fatta variare l’ampiezza della fessura (giunto) da 4 a 5 mm e poi<br />

da 5 a 4 mm, simulando con un tale ciclo <strong>di</strong>latazioni e contrazioni termiche del 25%.<br />

L’innesco e la propagazione della fessura nella ricarica sono continuamente monitorati<br />

durante la prova.<br />

I risultati della serie <strong>di</strong> test (Figura 18) hanno evidenziato come tutte le interfacce<br />

riescano a controllare o ritardare, in misura più o meno sensibile la velocità <strong>di</strong> crescita<br />

della fessura; tuttavia, solo la rete in acciaio composita riesce a prevenire la formazione<br />

stessa della fessura.<br />

Figura 17 - Dispositivo per il test <strong>di</strong> fessurazione termica<br />

Figura 18 – Test <strong>di</strong> fessurazione termica<br />

In Figura 19 si riporta lo schema del <strong>di</strong>spositivo del LRPC d’Autin per le prove<br />

<strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> flessione. I campioni sono costituiti da due blocchi <strong>di</strong> conglomerato<br />

bituminoso separati da un giunto (fessura) e da una ricarica d’asfalto <strong>di</strong> 60 mm, con<br />

XIII CONVEGNO NAZIONALE S.I.I.V. – PADOVA – 30/31 OTTOBRE 2003 13


interposta l’interfaccia composita <strong>di</strong> rinforzo. Il campione è sottoposto all’azione <strong>di</strong> un<br />

carico <strong>di</strong>namico verticale applicato al centro con ampiezza <strong>di</strong> 0,2 mm, e <strong>di</strong> un carico<br />

orizzontale agente con la velocità <strong>di</strong> 0,6 mm/h, che va ad aumentare meccanicamente e<br />

con continuità l’ampiezza della fessura. Innesco e propagazione della frattura nel<br />

ricoprimento d’asfalto sono continuamente monitorati durante il test.<br />

Per valutare le capacità antifessurative dell’interfaccia, è stato calcolato un<br />

coefficiente R, denominato tempo residuo, che esprime il rapporto tra il tempo<br />

necessario per l’innesco e la propagazione della fessura nel campione testato e quello<br />

nel campione <strong>di</strong> riferimento (SAMI). Un sistema è classificato inefficace per R


Test <strong>di</strong> pull out (Figura 22), hanno evidenziato un ottimo ancoraggio dei fili piatti<br />

torsionati, per i quali sono stati registrati scorrimenti molto piccoli rispetto ad altri tipi<br />

<strong>di</strong> fili. Un eccellente ancoraggio al conglomerato bituminoso risulta un fattore <strong>di</strong><br />

fondamentale importanza per un’efficace azione <strong>di</strong> assorbimento delle tensioni da parte<br />

della rete.<br />

Inoltre, sistemi <strong>di</strong> rinforzo con elevata risposta al pull out, non solo limitano<br />

l’apertura delle fessure dovute alle azioni <strong>di</strong> trazione, ma generano anche una risposta<br />

rigida in caso <strong>di</strong> azioni taglianti.<br />

2000<br />

Forza (N)<br />

1500<br />

1000<br />

500<br />

0<br />

0 1 2 3 4 5 6<br />

Lunghezza Pull Out (mm)<br />

Fili 3x3.00 mm<br />

Fili 2x3.00 mm<br />

Fili piatti 6.50 x 2.00 mm Tors.<br />

Fili piatti 6.50 x 2.00 mm Tors. Altern.<br />

Figura 22 – Test <strong>di</strong> pull out<br />

4. APPLICAZIONI<br />

La messa in opera della rete <strong>di</strong> rinforzo per fondazioni avviene con estrema<br />

semplicità. Dopo aver adeguatamente livellato il sottofondo, ed avervi fissato<br />

l’estremità del primo rotolo con paletti d’acciaio zincati, è possibile srotolare la rete,<br />

avendo cura <strong>di</strong> non calpestarla con alcun veicolo <strong>di</strong> cantiere, avanzando in retromarcia,<br />

in modo che le curvature della rete siano scariche. Al termine del rotolo, dopo averne<br />

ben stesa la parte finale, si procede col fissarvi in corrispondenza dell’ultima barra piatta<br />

torsionata, i fili terminali del nuovo rotolo.<br />

Per quanto riguarda l’accostamento laterale, è opportuno realizzare sormonti <strong>di</strong> circa<br />

30 cm e che questi non si sovrappongano ai giunti longitu<strong>di</strong>nali della pavimentazione.<br />

L’aggregato va scaricato all’inizio della rete, avendo cura <strong>di</strong> poggiare con le ruote<br />

del mezzo <strong>di</strong> trasporto sempre sull’inerte; è necessario prestare attenzione a non<br />

calpestare le maglie nelle operazioni <strong>di</strong> livellamento e compattazione dello strato <strong>di</strong><br />

fondazione granulare.<br />

Per la formazione delle curve è sufficiente tagliare la rete dall’interno della curva, e<br />

formare la curva stessa me<strong>di</strong>ante sovrapposizioni della rete.<br />

Per la manutenzione <strong>di</strong> pavimentazioni ammalorate, preliminarmente è necessario<br />

spazzolare la superficie stradale per favorire l’adesione della rete alla pavimentazione<br />

preesistente; nel caso <strong>di</strong> pesanti degradazioni superficiali risulta opportuno stendere uno<br />

XIII CONVEGNO NAZIONALE S.I.I.V. – PADOVA – 30/31 OTTOBRE 2003 15


strato <strong>di</strong> regolarizzazione; nel caso <strong>di</strong> buche, queste devono essere riempite e ben<br />

compattate.<br />

In relazione alla tipologia <strong>di</strong> sovrastruttura ed al progetto <strong>di</strong> riqualifica, è possibile<br />

fresare parte della pavimentazione ammalorata. A questo punto è possibile procedere<br />

con lo srotolamento della rete, come per le fondazioni (in modo che le curvature della<br />

rete siano scariche), e al suo appiattimento con un rullo a ruote gommate, per non<br />

mettere in tensione la rete ed evitarne la bombatura.<br />

Le giunzioni in <strong>di</strong>rezione longitu<strong>di</strong>nale possono essere realizzate con o senza<br />

sormonto; nel caso <strong>di</strong> sovrapposizione è opportuno limitarle ad una sola maglia,<br />

<strong>di</strong>sponendo l’inizio del secondo rotolo al <strong>di</strong> sotto della fine del primo.<br />

Per quanto riguarda invece la giunzione laterale, una sovrapposizione <strong>di</strong> 30 cm<br />

favorisce la capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione dei carichi del sistema <strong>di</strong> rinforzo. Deve essere<br />

evitata però la sovrapposizione delle barre piatte torsionale trasversali, per non<br />

incappare in <strong>di</strong>fficoltà nel momento della messa in opera dello slurry seal.<br />

Si tratta, quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong> fissare la prima barra piatta torsionata <strong>di</strong> ogni rotolo<br />

(approssimativamente con un passo <strong>di</strong> 80 cm) con dei chio<strong>di</strong> <strong>di</strong> lunghezza pari a 30 o<br />

40-50 mm, a seconda che la pavimentazione sia <strong>di</strong> calcestruzzo o in conglomerato<br />

bituminoso (alle basse - alte temperature rispettivamente).<br />

Si procede, infine, alla stesa <strong>di</strong> uno slurry seal (17 kg/m 2 ) a base <strong>di</strong> bitumi mo<strong>di</strong>ficati.<br />

Dopo l’ “essiccazione” dello slurry (da 0,5 a 3 ore a seconda delle con<strong>di</strong>zioni<br />

meteorologiche) il <strong>di</strong>segno della rete tende a riapparire, e questo favorisce una buona<br />

penetrazione degli aggregati del conglomerato bituminoso. Le uniche mo<strong>di</strong>fiche da<br />

apportare ad un normale mezzo per la stesa <strong>di</strong> slurry seal sono l’introduzione <strong>di</strong> una<br />

striscia <strong>di</strong> gomma nella parte inferiore della macchina, che permette <strong>di</strong> stendere una<br />

giusta quantità <strong>di</strong> slurry, mentre frontalmente si tratta <strong>di</strong> aumentarne la larghezza per<br />

evitare l’aggancio della rete. Si può concludere l’operazione bitumando per uno<br />

spessore minimo <strong>di</strong> 5 cm. Se il <strong>di</strong>mensionamento lo richiede, si può applicare un altro<br />

strato bituminoso.<br />

Nel caso <strong>di</strong> applicazione <strong>di</strong> uno strato bituminoso su <strong>di</strong> una pavimentazione rigida è<br />

consigliabile rompere le lastre instabili e ricostruirle, per poi eseguire un preforo al fine<br />

<strong>di</strong> assicurare un buon ancoraggio della rete; dopo la posa <strong>di</strong> questa, si applica una<br />

emulsione <strong>di</strong> attacco (± 0,25 kg/m 2 ) per garantire adesione dello slurry al calcestruzzo.<br />

Quin<strong>di</strong> si può procedere alla giunzione della rete.<br />

Per formare le curve, occorre tagliare la rete all’interno della curva, fare la curva<br />

sormontando la rete, togliere il sormonto, fissare con 4 chio<strong>di</strong>/ m 2 .<br />

I sormonti laterali della rete non devono sovrapporsi ai giunti longitu<strong>di</strong>nali della<br />

pavimentazione.<br />

Lo slurry non va applicato in presenza <strong>di</strong> pioggia e basse temperature. Parimenti, non<br />

si deve chiodare il conglomerato bituminoso se la temperatura esterna è superiore a<br />

25°C.<br />

La rete d’acciaio non viene generalmente rimossa dalla pavimentazione una volta<br />

messa in opera, dato che <strong>di</strong>venta un elemento permanente <strong>di</strong> rinforzo della<br />

pavimentazione stessa.<br />

Per la manutenzione, quando il ricoprimento <strong>di</strong> conglomerato bituminoso è pari ad<br />

almeno 5 cm, è possibile fresare lo strato fino ad 1 cm dalla rete; a questo punto si può<br />

optare per una nuova ricarica, con cui ripristinare l’efficienza del rinforzo <strong>strutturale</strong>,<br />

oppure procedere alla rimozione idraulica della rete.<br />

XIII CONVEGNO NAZIONALE S.I.I.V. – PADOVA – 30/31 OTTOBRE 2003 16


Entrambi i materiali, conglomerato bituminoso ed acciaio possono essere separati e<br />

riciclati; <strong>di</strong> conseguenza la miscela bituminosa non viene “contaminata” con materiali<br />

impropri.<br />

Ovviamente, dato che un rotolo largo 4 m non si adatterà mai perfettamente ad una<br />

corsia fresata <strong>di</strong> uguale larghezza, prima della stesa della rete bisogna scarificare sempre<br />

per una larghezza maggiore <strong>di</strong> quella del rotolo <strong>di</strong> circa 20 cm, evitando eventuali<br />

problemi <strong>di</strong> installazione e <strong>di</strong> appiattimento<br />

5. CONCLUSIONI<br />

Grazie ad un’articolata serie <strong>di</strong> test <strong>di</strong> laboratorio (tra i quali una prova meccanica<br />

per la simulazione dell’innesco e della propagazione delle fessure, che ha richiesto la<br />

messa a punto <strong>di</strong> un’apposita apparecchiatura), si è verificato il ruolo dell’interfaccia<br />

nelle pavimentazioni multistrato, verificandone la capacità <strong>di</strong> assorbimento delle<br />

tensioni, <strong>di</strong> contenimento delle deformazioni, <strong>di</strong> incremento della capacità portante, <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>stribuzione dei carichi.<br />

Le analisi sperimentali sono state poste a confronto con stu<strong>di</strong> teorici <strong>di</strong> cui hanno<br />

fornito la validazione.<br />

Ulteriore conferma dell’idoneità della tecnologia si è avuta me<strong>di</strong>ante alcune<br />

applicazioni su strade, anche ad elevato volume veicolare.<br />

6. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI<br />

[1] Bekaert, “Bitufor® : Le système combiné pour la réfection des chaussées en béton<br />

ou en enrobé“.<br />

[2] A. Vanelstraete, D. Léonard, J. Veys. “Structural design of roads with steel<br />

reinforcing nettings”, Atti 4 th RILEM Conference on Reflective Cracking in<br />

Pavements, Ottawa, 2000, pp. 55-67.<br />

[3] A. Vanelstraete, D. Léonard, J. Veys. “Reflective cracking in pavements: research<br />

and practise”, Atti 4 th RILEM Conference, Ottawa, 2000.<br />

[4] BRRC Test Report EP5035/3496 “Design of flexible pavements – Effect of Mesh<br />

Track ® in pavement bases”, Bruxelles1999.<br />

[5] BRRC Test Report EP5035/3544 “Design of overlaid cement concrete pavements<br />

reinforced with Bitufor – Traffic loa<strong>di</strong>ng”, Bruxelles 1998.<br />

[6] BRRC Test Report EP5035/3560 “Design of lean concrete pavements reinforced<br />

with Bitufor”, Bruxelles 1998<br />

[7] BRRC Test Report EP5035/3744 “Design of flexible road pavements reinforced<br />

with Bitufor” – Traffic loa<strong>di</strong>ng, Bruxelles 1998.<br />

[8] BRRC Test Report EP5035/3239 “Development of the simulation model for a<br />

longitu<strong>di</strong>nally cracked pavement reinforced with Bitufor”, Bruxelles 1999.<br />

[9] BRRC Test Report EP 3306/3301 “Thermal cracking on semirigid structures<br />

reinforced with Mesh Track”, Bruxelles 1992.<br />

[10] A. Vanelstraete, L. Francken. “Laboratory testing and numerical modelling of<br />

overlay systems on cement concrete slabs”, da “Reflective cracking in pavements”,<br />

Rilem, E&FN Spon, Londra 1996.<br />

XIII CONVEGNO NAZIONALE S.I.I.V. – PADOVA – 30/31 OTTOBRE 2003 17


[11] BRRC Report CO 7236 “The design of flexible road pavements with Bitufor –<br />

Traffic loa<strong>di</strong>ng, Bruxelles 2000.<br />

[12] BRRC Report EP 5242/3496 “The effect of Mesh Track in pavement bases”, 1999.<br />

[13] Laboratoire Régional Ponts et Chaussées Dossier n. 97-9807-D1 « Système<br />

antifissure Bitufor », CETE, Lyon, 1997.<br />

XIII CONVEGNO NAZIONALE S.I.I.V. – PADOVA – 30/31 OTTOBRE 2003 18

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!