Luigi Pirandello
Luigi Pirandello
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<strong>Luigi</strong> <strong>Pirandello</strong><br />
1867 - 1936
La poetica: l’umorismo<br />
crisi del<br />
positivismo<br />
crisi della<br />
ragione umana<br />
generano<br />
crisi della realtà<br />
contrasto tra forma (ciò che appare) e vita (ciò che è):la realtà è<br />
inconoscibile, perché è un perenne mutare dominato dal caso<br />
nell’individuo nella società nell’arte<br />
contrasto tra ciò che<br />
sembriamo e la ciò che<br />
affermiamo di essere; la<br />
personalità della persona<br />
non è univoca, perché<br />
l’anima si muove e si fonde<br />
contrasto tra<br />
istituzioni<br />
storiche e<br />
convenzioni<br />
sociali<br />
si traduce nell’umorismo, cioè la capacità<br />
di cogliere le contraddizioni del reale; è<br />
sentimento del contrario, che scompone,<br />
disordina, discorda.<br />
l’arte diventa specchio per la vita<br />
© Luca Pirola
Romanzi e novelle<br />
lessico pirandelliano<br />
forma = ciò che appare ai sensi<br />
vita = ciò che è reale e vero (inconoscibile<br />
all’uomo che percepisce con i sensi)<br />
maschera = ruolo che ogni individuo<br />
interpreta nella società<br />
tematiche<br />
incidenza del<br />
caso sulla vita<br />
lotta dell’individuo<br />
contro le convenzioni<br />
sociali<br />
inutile ribellione<br />
alla “forma”<br />
incomunicabilità<br />
tra “maschere” e<br />
forme”<br />
disperazione per<br />
una vita sospesa<br />
nel “vuoto”<br />
sconfitta<br />
pazzia, suicidio, solitudine<br />
© Luca Pirola
Il fu Mattia Pascal (1904)<br />
Dopo una gioventù dissipata, Mattia Pascal si trova costretto ad affrontare una vita matrimoniale<br />
che si rivela un inferno e nella quale sente annullata la sua dignità di uomo. Quando dispera di<br />
realizzare una vita autentica, vince una somma esorbitante al casinò; sul treno del ritorno legge sul<br />
giornale che i familiari lo hanno identificato col cadavere di un suicida rinvenuto nel suo podere:<br />
coglie l’occasione per rifarsi una vita, cambiando generalità , vita, connotati. Si trasferisce a Roma,<br />
dove come Adriano Meis, si fa operare l’occhio strabico e si innamora di una ragazza, ma non può<br />
sposarla, né difendersi dai ladri (gli hanno rubato un’ingente somma). Inscena un altro finto<br />
suicidio e ritorna dalla moglie; lei tuttavia si è risposata. Escluso ancora una volta a Mattia Pascal<br />
non rimane che la consolazione di visitare la propria tomba e ritrovare un’identità alla rovescia: “io<br />
sono il fu Mattia Pascal”.<br />
analisi e descrizione del mutarsi della<br />
personalità al cambiare delle circostanze<br />
incongruenza della vita con le sue<br />
forme<br />
senza una forma non è possibile essere<br />
accettati nel consorzio civile<br />
© Luca Pirola
Novelle<br />
raccolta di 32 racconti<br />
piccola follia quotidiana<br />
nevrosi<br />
ingenua fissazione intellettuale<br />
la carriola: l’avvocato di successo, contemplando un paesaggio naturale dal finestrino<br />
del treno, si accorge della vacuità della propria forma, perciò evade da essa,<br />
chiudendosi nel proprio ufficio ogni giorno e facendo “la carriola” con la sua cagnetta.<br />
l’eresia catara: il prof. Bernardino Lamis vede come unico suo scopo di vita l’indagine<br />
sul catarismo; i suoi discorsi si perdono nel remoto passato.<br />
pazzia<br />
esplosione di sofferenza e nausea intellettuale<br />
Soffio: il protagonista ritiene di essere in possesso del magico potere di vita o di morte<br />
perché gli basta soffiare sulle dita unite per far morire le persone. Dopo aver sperimentato il<br />
potere dell’onnipotenza si quieta, ma dopo due settimane vuole dimostrare agli increduli il<br />
proprio dono: non accade nulla, perché il suo “soffio” corrispondeva in realtà alla<br />
contemporanea e casuale diffusione di un morbo mortale.<br />
© Luca Pirola
Uno, nessuno, centomila (1925)<br />
“noi pensiamo di essere uno, ma gli altri come ci vedono Ciascuno a modo suo, e noi non siamo<br />
uno, ma centomila: il che significa essere nessuno” (Vitangelo Moscarda)<br />
Vitangelo Moscarda ha scoperto un giorno, in conseguenza dell’osservazione della moglie, di avere<br />
un naso diverso da come pensava. Di lì comincia il suo male e inizia a chiedere a chiunque come lo<br />
vede; roso dalla disperazione, cerca di rompere le forme che gli hanno imposto gli altri e trovare la<br />
sua vera identità. Dona la casa a un inquilino che aveva sfrattato, regala i suoi beni, mette in crisi il<br />
matrimonio. Un’amica, seguendo le sue fissazioni, impazzisce e tenta di ucciderlo. Ritenuto folle, è<br />
rinchiuso nell’ospizio dei poveri, dove raggiunge la felicità: nel giardino del ricovero cercala vita<br />
“non più in sé, ma in ogni cosa fuori”, negli alberi, nelle nuvole, nel vento ...<br />
l’io senza identità, disgregato, torva<br />
unità al di fuori di sé<br />
© Luca Pirola
opere teatrali<br />
Così è (se vi pare) - 1917 - relatività e inconoscibilità del vero<br />
Sei personaggi in cerca d’autore -<br />
1921 - il rifiuto di una forma non<br />
significa trovarne un’altra<br />
paradosso: è meglio essere<br />
personaggi, definiti di volta in volta<br />
dall’autore, piuttosto che persone<br />
trama: sul palcoscenico di un teatro, dove si sta rappresentando un dramma di <strong>Pirandello</strong>, irrompono sei<br />
personaggi che, rifiutati dall’autore, cercano qualcuno che li rappresenti sulla scena, che dia loro<br />
“consistenza”. Ciascuno di loro (padre, madre, figlio, figliastra, giovinetto, bambina) racconta un torbido<br />
dramma familiare, finché la bambina annega e il giovinetto si spara. Ma questi fatti potevano essere, ma<br />
non sono avvenuti, in quanto l’autore ha rifiutato di dare una forma ai personaggi, perché la forma non<br />
rispecchia la vita.<br />
il dramma dell’individuo è il dramma del personaggio: non c’è più distinzione tra<br />
finzione scenica e realtà: l’individuo non è uno, perciò non può essere rappresentato<br />
Enrico IV - 1922 - simulazione della<br />
pazzia per fuggire all’ipocrisia della<br />
società<br />
assunzione di una maschera<br />
consapevole da contrapporre alle<br />
maschere quotidiane<br />
© Luca Pirola
Stile e linguaggio<br />
stile<br />
Linguaggio<br />
sintassi disarmonica,<br />
c o n t i n u a m e n t e<br />
spezzata da parentesi e<br />
incisi<br />
disarmonico, crudelmente icastico<br />
volutamente deformante per<br />
descrivere il lato grottesco e<br />
tragico dell’uomo moderno<br />
colgono le situazioni di una realtà<br />
lacerata e non descrivibile<br />
© Luca Pirola