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STORIA CULTURALE DELLA MUSICA AMERICANA - Paola Carbone

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L’aspetto più importante del blues, difficilmente esprimibile<br />

verbalmente, è il profondo significato che ha assunto per i neri d’America.<br />

La gran parte dei testi del blues tratta, in un modo o in un altro, la sfortuna<br />

personale espressa da una profonda sensazione di tristezza (“blue<br />

feeling”), personificata come “Mister Blues”. Cantare o suonare il blues è<br />

sempre stato considerato una sorta di catarsi, di liberazione, appunto dal<br />

“blue feeling”. In effetti questa musica, attraverso il singolo<br />

cantante/interprete, proiettava i problemi e le sofferenze di un intero<br />

popolo sottoposto a discriminazioni e violenze di ogni tipo. Benché il<br />

cantante blues possa protestare contro un destino avverso, di solito non lo<br />

fa da arrabbiato e di rado guarda al cielo per trarne conforto. Canta per<br />

liberarsi del blues: il dichiararlo, esprimerlo diventa già terapeutico, una<br />

liberazione emotiva. La tragedia è anche non raramente mediata dal<br />

distacco ironico.<br />

Il blues ha un legame privilegiato con un simbolismo “nomade”, le cui<br />

icone diventano i segni fisici del movimento: strade, incroci, carri e, in<br />

particolare, treni. Tema così ricorrente nei blues da poter essere definito<br />

una vera e propria ossessione, il treno è sicuramente il mito fondante della<br />

mobilità americana nel corso della prima metà del XX secolo. Il treno<br />

rappresenta una serie infinita di partenze e la speranza di un approdo in un<br />

altrove migliore. Il nero lavorava alla ferrovia e vi viaggiava, spesso come<br />

clandestino, spinto da incalzanti necessità economiche. In effetti tendeva a<br />

muoversi in continuazione perché aveva ben poco, se non nulla, che lo<br />

potesse tenere fermo. Memorabile rimane Honky Tonk Train Blues, dove<br />

la spinta della mano sinistra genera uno slancio enorme, accresciuto dai<br />

ritmi incrociati complessi della mano destra.<br />

Fino agli anni ’20 del Novecento il blues restò una vera musica folk,<br />

diffusa oralmente e patrimonio di un gruppo etnico specifico. Soltanto<br />

negli ultimi anni di questo periodo gli americani bianchi vennero a<br />

conoscenza di questa musica ed iniziarono a stamparla e registrarla,<br />

mettendo in atto un processo di adeguamento e “annacquamento” dei suoi<br />

caratteri più originari. Il city blues nasce quando il distretto malfamato di<br />

New Orleans venne chiuso e i musicisti si trovarono senza lavoro ed<br />

iniziarono una migrazione verso nord: a Memphis, St.Louis e Chicago.<br />

Paragonato a quelle della città del delta, l’ambiente di Chicago è senz’altro

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