STORIA CULTURALE DELLA MUSICA AMERICANA - Paola Carbone
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con sezioni di trombe, tromboni, legni e ritmiche; ogni sezione poteva<br />
anche fino a cinque esecutori e alcune orchestre aggiunsero anche degli<br />
archi. Si trattava, senza ombra di dubbio, di una musica a orientamento<br />
strumentale.<br />
Ma la canzone di Tin Pan Alley sopravvisse anche a questo. Il repertorio<br />
delle big bands consisteva quasi interamente di canzoni nella forma ormai<br />
tradizionale della strofa con ritornello, anche se nella prassi esecutiva si<br />
afferma il ritornello di 32 battute. Le big bands avevano uno o più cantanti<br />
e la maggior parte delle esecuzioni alternavano ritornelli vocali e<br />
strumentali. Gli arrangiatori dimostrarono una notevole inventiva<br />
nell’alternare l’importanza data al canto, alle diverse sezioni strumentali e<br />
agli assoli nello spazio di tre minuti imposto dal mezzo discografico. Tra<br />
le big bands più popolari vi fu, soprattutto negli di guerra, quella di Glenn<br />
Miller.<br />
Ormai la canzone di Tin Pan Alley aveva quasi mezzo di secolo di vita,<br />
eppure era sempre abbastanza vitale da poter ancora resistere ad un<br />
ulteriore cambiamento di stile musicale. Man mano che la Seconda Guerra<br />
Mondiale volgeva alla fine lo swing delle big bands perdeva di popolarità.<br />
Sempre più spesso una canzone incisa da uno dei cantanti preferiti del<br />
periodo veniva diffusa con il nome del cantante anziché dell’orchestra che<br />
lo accompagnava: sono i prodromi del divismo anche in ambito musicale.<br />
Il disco più venduto di tutti gli anni ’40 e ’50 – in effetti superò i dieci<br />
milioni di copie – fu Paper Doll inciso dai Mill Brothers nel tardo 1943.<br />
Tipico prodotto di Tin Pan Alley per struttura e contenuto , era quasi<br />
interamente dominato dal canto: i tre cantanti erano accompagnati da una<br />
sezione ritmica influenzata dal jazz e composta da chitarra, pianoforte e<br />
contrabbasso. Si trattava di un cambiamento cruciale rispetto alla qualità<br />
sonora dello swing delle big bands.<br />
Quest’ultime resistettero ancora per qualche anno, perdendo sempre più<br />
terreno a favore dei maggiori cantanti emergenti: Bing Crosby, Perry<br />
Como, Eddie Fisher, Dinah Shore, Doris Day, Nat “King” Cole e Frank<br />
Sinatra. L’immediato secondo dopoguerra fu dominato dal canto, con le<br />
orchestre relegate di nuovo al ruolo di accompagnamento, raramente