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STORIA CULTURALE DELLA MUSICA AMERICANA - Paola Carbone

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spesso sostenuti da strumenti accordali quali il pianoforte, la chitarra o la<br />

fisarmonica. Questo genere di musica segue una via di mezzo tra la<br />

tradizione orale e quella scritta. Molti violinisti popolari erano – e possono<br />

esserlo anche oggi – musicalmente analfabeti e questo non dovrebbe<br />

sorprendere più di tanto se si ricorda che una figura di estrema importanza<br />

per la storia del jazz quale Louis Armstrong pare non fosse in grado di<br />

leggere la musica.<br />

I motivi vengono imparati ad orecchio e allo stesso modo vengono<br />

trasmessi ad altri; a volte si può imparare almeno una parte del proprio<br />

repertorio da collezioni stampate, anche se poi si suona a memoria. Alcune<br />

melodie sembrano essere rimaste sorprendentemente intatte, nell’arco di<br />

due secoli ed anche più, come ad esempio la notissima The Flowers of<br />

Edinburgh. Ad ogni modo il repertorio dei motivi per violino, come quello<br />

delle ballate e delle canzoni di tradizioni orale, cresce in continuazione.<br />

L’identità del compositore viene presto andata perduta, grazie alla<br />

trasmissione della melodia ad altri interpreti: è raro che una melodia venga<br />

collegata al nome del suo autore.<br />

Le melodie per violino della regione appalachiana e di altre zone<br />

meridionali sono assai diverse da quelle diffuse nel resto del paese.<br />

Trattandosi spesso di gighe, le melodie sono in maggioranza pentatoniche.<br />

Le corde più acute del violino servono per la melodia, mentre quelle più<br />

gravi suonano un bordone. L’effetto risultante somiglia al suono di una<br />

cornamusa e il timbro del violino risulta aspro o nasale all’orecchio<br />

abituato al suono di un violino classico.<br />

Anche il banjo era uno strumento d’uso comune nella regione<br />

appalachiana durante l’Ottocento. Introdotto in America dagli schiavi neri,<br />

sul modello di uno strumento di origine africana, il banjo era suonato, fino<br />

all’Ottocento, esclusivamente dai neri d’America. A poco a poco, però,<br />

divenne familiare ed accettabile anche ai bianchi, sebbene dapprima<br />

soltanto tra i ceti inferiori e generalmente in relazione a qualche ambiente<br />

“basso”, evitato dalle persone di gusto e cultura.<br />

Il banjo giunse all’attenzione di una schiera molto più numerosa di<br />

americani negli anni ’30 e ’40 dell’Ottocento nel contesto del minstrel<br />

show – spettacolo di varietà presentato da una compagnia di attori

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