STORIA CULTURALE DELLA MUSICA AMERICANA - Paola Carbone

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26 cominciò a proporre pezzi di tipo diverso. Questi brani, in seguito chiamati “inni folcloristici” o “spirituals” bianchi, in apparenza sembrano identici alle composizioni di Billings e dei suoi contemporanei, ma esaminati più da vicino emergono importanti differenze. Le melodie, ad esempio, sono spesso pentatoniche ed assumono le forme delle ballate, dei canti e dei brani per violino e banjo caratteristiche della tradizione orale della regione in cui sono nate. Le origini di questo stile non sono chiare. Forse queste prime raccolte shape-note rispecchiano la polifonia di tradizione orale presente presso gli americani illetterati di origine angloceltica. Le scuole di canto oltre cha l’ Ovest e le zone rurali e montagnose degli Appalachi raggiunsero anche il profondo Sud, che presto produsse le sue prime raccolte shape-note. La più nota fu The Southern Harmony (1835) che contiene inni e anthems di compositori del New England ma anche numerosi “inni folcloristici” basati sulla tradizione melodica della musica anglo-celtica di tradizione orale. Tipico di quest’ultimo genere è New Britain, più noto nel tempo come Amazing Grace, le prime due parole del testo. Continuamente reinterpretato, anche ai nostri giorni, è motivo pentatonico, mancante del quarto e del settimo grado della scala diatonica, “armonizzato” a tre voci, tutte pentatoniche per conto loro. Queste raccolte del Sud e dell’Ovest non solo conservarono, dunque, il repertorio delle vecchie scuole di canto del New England, ma diedero alla luce e svilupparono una nuova e ben distinta tradizione di canti sacri a più voci. Raramente la musica americana rimane stilisticamente “pura” e anche la musica shape note gradualmente assimilò composizioni di stile diverso. Le raccolte shape note integrano, infatti, sia inni del Sud sia rurale che urbano, conservando il loro carattere armonico e triadico, che composizioni tipiche dei camp meetings dei vari movimenti religiosi, estatici e populisti, presenti in America nel tardo Settecento e nel primo Ottocento. I ritornelli di questi canti si basavano spesso su un gioco di echi, ossia di chiamata e risposta, tra il direttore e la congregazione e tra le voci maschili e quelle femminili. Il tardo Ottocento e il primo Novecento videro una grande diffusione di evangelisti, molti dei quali seguirono l’esempio di Dwight L. Moody (1837-1899), che fondò la propria chiesa evangelica e si dedicò alla

27 missione di “salvare la gente per Cristo”. Entrato in collaborazione con il musicista e cantante Ira David Sankey, Moody si dedicò interamente alla predicazione e alla preghiera mentre Sankey, accompagnandosi ad un piccolo organo a canne, interpretava canti che divennero noti come Gospel. Con un’espressione tipica dell’epoca, un convertito alla chiesa di Moody dichiarò che le riunioni evangeliche o revivaliste organizzate in America e in Inghilterra “ridussero di un milione di anime la popolazione dell’Inferno”. Come ogni evangelista di successo degli ultimi due secoli, Moody ridusse i messaggi religiosi al livello personale, offrendo la prospettiva della “salvezza” per tutti, a prescindere dall’educazione religiosa e dall’aver vissuto nel peccato. Analogamente, la musica che accompagnava le sue riunioni revivaliste era accessibile a chiunque le frequentasse, composta nello stile più familiare dell’epoca e di carattere ripetitivo in modo da facilitarne l’assimilazione. Lo stile armonico è interamente triadico, limitandosi generalmente a tre o quattro accordi; i testi parlano del peccato e della salvezza e le strutture somigliano a quelle delle canzoni popolari del tempo. Le riunioni revivaliste di Moody e di centinaia di altri evangelisti si tenevano sia al Sud che al Nord, sia nei centri urbani che nelle zone rurali. I canti che costituivano una parte tanto importante di queste occasioni furono sentite praticamente in ogni regione d’America, anche nella più remota. Alla fine, dunque, scomparve ogni distinzione tra l’innodia urbana e quella rurale. Soltanto i cedi medi e superiori meglio istruiti tendevano ad evitare le religioni estatiche e populiste. Le Gospel Songs finirono per identificarsi con l’esperienza religiosa e musicale delle classi operaie e dei ceti inferiori. Pur accettando i canti gospel, molta gente del Sud restò legata a un repertorio più vecchio, compresi i canti shape note e quelli dei camp meetings. Il Sud era, e continua ad essere, la regione più conservatrice, anche in senso musicale, dell’intero paese. La presenza simultanea di tutti questi stili, e la loro occasionale mescolanza, finì per generare un idioma meridionale nuovo e caratteristico, sia nella musica sacra che in quella secolare. Viene quindi anticipata una tendenza che vedremo svilupparsi negli anni 1920-1930 con gli inizi della musica hillbilly e country-western

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missione di “salvare la gente per Cristo”. Entrato in collaborazione con il<br />

musicista e cantante Ira David Sankey, Moody si dedicò interamente alla<br />

predicazione e alla preghiera mentre Sankey, accompagnandosi ad un<br />

piccolo organo a canne, interpretava canti che divennero noti come<br />

Gospel. Con un’espressione tipica dell’epoca, un convertito alla chiesa di<br />

Moody dichiarò che le riunioni evangeliche o revivaliste organizzate in<br />

America e in Inghilterra “ridussero di un milione di anime la popolazione<br />

dell’Inferno”.<br />

Come ogni evangelista di successo degli ultimi due secoli, Moody<br />

ridusse i messaggi religiosi al livello personale, offrendo la prospettiva<br />

della “salvezza” per tutti, a prescindere dall’educazione religiosa e<br />

dall’aver vissuto nel peccato. Analogamente, la musica che accompagnava<br />

le sue riunioni revivaliste era accessibile a chiunque le frequentasse,<br />

composta nello stile più familiare dell’epoca e di carattere ripetitivo in<br />

modo da facilitarne l’assimilazione. Lo stile armonico è interamente<br />

triadico, limitandosi generalmente a tre o quattro accordi; i testi parlano<br />

del peccato e della salvezza e le strutture somigliano a quelle delle canzoni<br />

popolari del tempo.<br />

Le riunioni revivaliste di Moody e di centinaia di altri evangelisti si<br />

tenevano sia al Sud che al Nord, sia nei centri urbani che nelle zone rurali.<br />

I canti che costituivano una parte tanto importante di queste occasioni<br />

furono sentite praticamente in ogni regione d’America, anche nella più<br />

remota. Alla fine, dunque, scomparve ogni distinzione tra l’innodia urbana<br />

e quella rurale. Soltanto i cedi medi e superiori meglio istruiti tendevano<br />

ad evitare le religioni estatiche e populiste. Le Gospel Songs finirono per<br />

identificarsi con l’esperienza religiosa e musicale delle classi operaie e dei<br />

ceti inferiori.<br />

Pur accettando i canti gospel, molta gente del Sud restò legata a un<br />

repertorio più vecchio, compresi i canti shape note e quelli dei camp<br />

meetings. Il Sud era, e continua ad essere, la regione più conservatrice,<br />

anche in senso musicale, dell’intero paese. La presenza simultanea di tutti<br />

questi stili, e la loro occasionale mescolanza, finì per generare un idioma<br />

meridionale nuovo e caratteristico, sia nella musica sacra che in quella<br />

secolare. Viene quindi anticipata una tendenza che vedremo svilupparsi<br />

negli anni 1920-1930 con gli inizi della musica hillbilly e country-western

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