STORIA CULTURALE DELLA MUSICA AMERICANA - Paola Carbone
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Krzysztof Penderecki, Witold Lutoslawski e Gyorgy Ligeti: in effetti<br />
costoro hanno cercato di sfruttare al massimo le possibilità sonore degli<br />
strumenti e hanno esplorato le possibilità compositive offerte dai nuovi<br />
sistemi di notazione, avvicinando quindi i loro interessi di ricerca a quelli<br />
dell’avanguardia americana.<br />
D’altra parte anche numerosi musicisti rock impegnati nelle tendenze più<br />
progressiste degli anni ’70 e ’80 – Brian Eno, David Bowie, Lou Reed e<br />
Frank Zappa – hanno avuto legami diretti con l’avanguardia. Il movimento<br />
“New Wave” di New York, che si è sviluppato dai Velvet Underground<br />
fino ai Talking Heads, è stato plasmato in parte dall’ambiente<br />
dell’avanguardia newyorchese. E certamente anche il free jazz di Ornette<br />
Coleman, di Cecil Taylor e di Miles Davis attinge, anche se con modalità<br />
indirette, alle attività dell’avanguardia.<br />
Avviandoci alla conclusione, si può affermare che al di là dei notevoli<br />
cambiamenti stilistici avvenuti nei primi decenni del XX secolo, è solo a<br />
partire dal Secondo Dopoguerra che la musica ha intrapreso strade<br />
inspiegabili in rapporto a tutto quanto era avvenuto in precedenza. Le<br />
grandi rotture stilistiche nella storia della musica hanno sempre reso<br />
necessarie delle innovazioni nella grafia musicale: i movimenti musicali<br />
radicalmente nuovi non possono infatti essere contenuti in un sistema<br />
grafico concepito per un altro genere di musica. L’avanguardia americana<br />
ha dato inizio ad innovazioni grafiche – viene lasciato spazio<br />
all’indeterminatezza nell’esecuzione, ossia all’interprete viene offerta una<br />
mappa generale del territorio da esplorare, più suggestiva che prescrittivi –<br />
e ad atteggiamenti nei confronti della composizione musicale che hanno<br />
portato a una musica del tutto nuova nella seconda metà del ventesimo<br />
secolo, in America e nel resto del mondo. Per la prima volta, la musica<br />
“classica” americana non rispecchia ciò che succede altrove – ossia in<br />
Europa – ma diventa un modello per i compositori di altri paesi.