STORIA CULTURALE DELLA MUSICA AMERICANA - Paola Carbone

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27.01.2015 Views

136 (direttore stabile della Filarmonica di New York), pianista e compositore eclettico di ispirazione neoromantica, particolarmente sensibile alla tradizione musicale americana e in particolare al musical. Va detto che il musical ha saputo diventare la colonna sonora di un secolo e dell’occidente. Brodway, la grande e leggendaria arteria dello spettacolo, è stata un laboratorio sociale nel quale i figli d’immigrati da ogni parte d’Europa e del mondo fondevano l’immaginario familiare con l’ottimismo pragmatico del Nuovo Mondo. Le tradizioni dei vari paesi d’origine potevano essere conservate, soprattutto le vene della nostalgia e del sentimentalismo, ma in definitiva erano filtrate dall’ironia e dal distacco dei “nuovi americani”, desiderosi di costruirsi con le proprie mani una cultura autonoma. Il musical ha saputo poi sfruttare le enormi possibilità offerte dall’invenzione del cinema sonoro, che ne diventava la cassa di risonanza. Il musical, a sua volta, con la vivacità narrativa, melodica e coreografica che lo contraddistingue, ha contribuito all’affermarsi di un’industria cinematografica sempre più pervasiva e spettacolare. Inedita miscela di ingenuità e astuzia, meticoloso lavoro artigianale e professionalità massmediatica, il musical ha saputo rappresentare l’anima di un Nuovo Mondo che molto rapidamente sarebbe diventato anche nostro, ossia il mondo contemporaneo. Il soggetto dell’innocenza, e quindi della fanciullezza/adolescenza, è intrinseco alle origini stesse del paese e si rivela cruciale e ricorrente in ogni espressione artistica americana. La presunta “innocenza” dell’americano risiede nel fatto di considerarsi un “nuovo Adamo”: l’europeo, nel Nuovo Mondo, fa proprio il potere di ri-nascere perché si trova a vivere in un mondo tutto da costruire, non ancora contaminato dal potere corruttore della civiltà. Un corollario associato a questo paradigma originario è la concezione di un futuro americano visto come un’Europa rinata o, per usare un’espressione fortunata e convincente, la visione del popolo americano come ultimo “primo” In ambito musicale, gran parte della musica di Ives, ad esempio, parte da ricordi dell’infanzia, dal momento aurorale in cui lo sguardo sul Nuovo Mondo è veramente “nuovo”. Bernstein dedica ai giovani la sua opera di

137 maggior successo – West Side Story (1957) – affidando alle loro enormi potenzialità il superamento dell’odio e della violenza che possono minare la convivenza in una città così complessa e ricca di contraddizioni come New York. West Side Story è un musical particolarmente raffinato , sia dal punto di vista musicale che drammaturgico: non si tratta affatto, come per la commedia musicale convenzionale, di arte d’evasione. Con quest’opera Bernstein ha cambiato radicalmente lo scenario del teatro musicale americano, influenzando le produzioni successive sia in termini strettamente musicali sia per quanto riguarda l’irruzione di contenuti decisamente realistici: immigrazione, integrazione razziale, amore guerra tra gang per il controllo dei quartieri newyorchesi. Si tratta di problematiche irrisolte e quindi ancora oggi attualissime che vengono presentate senza filtri consolatori o assolutori. Il nucleo tematico può essere considerato una versione moderna della storia di Romeo e Giulietta, ambientata in un quartiere di New York – appunto il west side – di forte immigrazione portoricana. Vi sono due bande rivali di giovani, i Jets e gli Sharks, rispettivamente adolescenti newyorchesi e immigrati portoricani; i loro conflitti portano alla ribalta problemi contemporanei di particolare pregnanza e urgenza: problemi razziali, sessuali, politici, socia li ed economici. Uno dei Jets s’innamora di una ragazza portoricana e nel contesto della guerra tra bande viene costretto a commettere un omicidio: il giovane assassinato è il fratello della ragazza. Dopo un episodio immaginario nel quale ci viene detto che in un mondo migliore, anche se ancora lontano, l’amore potrebbe rivelarsi più forte dell’odio, il ragazzo dei Jets viene ucciso a sua volta per rappresaglia. Il conflitto centrale è quello dell’amore giovanile, che non conosce limiti e barriere, e la forza distruttiva delle ipocrisie e pressioni sociali e economiche: l’opera di Bernstein è quindi in qualche modo legata, anche se in modo indiretto, al Porgy and Bess di Gershwin. Trattandosi di un musical, West Side Story mescola il dramma con il balletto: si tratta di un balletto particolarmente originale ed anche per certi versi “violento”, eppure, per il fatto stesso che sia un balletto, lo priva di un certo grado di

136<br />

(direttore stabile della Filarmonica di New York), pianista e compositore<br />

eclettico di ispirazione neoromantica, particolarmente sensibile alla<br />

tradizione musicale americana e in particolare al musical.<br />

Va detto che il musical ha saputo diventare la colonna sonora di un<br />

secolo e dell’occidente. Brodway, la grande e leggendaria arteria dello<br />

spettacolo, è stata un laboratorio sociale nel quale i figli d’immigrati da<br />

ogni parte d’Europa e del mondo fondevano l’immaginario familiare con<br />

l’ottimismo pragmatico del Nuovo Mondo. Le tradizioni dei vari paesi<br />

d’origine potevano essere conservate, soprattutto le vene della nostalgia e<br />

del sentimentalismo, ma in definitiva erano filtrate dall’ironia e dal<br />

distacco dei “nuovi americani”, desiderosi di costruirsi con le proprie mani<br />

una cultura autonoma.<br />

Il musical ha saputo poi sfruttare le enormi possibilità offerte<br />

dall’invenzione del cinema sonoro, che ne diventava la cassa di risonanza.<br />

Il musical, a sua volta, con la vivacità narrativa, melodica e coreografica<br />

che lo contraddistingue, ha contribuito all’affermarsi di un’industria<br />

cinematografica sempre più pervasiva e spettacolare. Inedita miscela di<br />

ingenuità e astuzia, meticoloso lavoro artigianale e professionalità<br />

massmediatica, il musical ha saputo rappresentare l’anima di un Nuovo<br />

Mondo che molto rapidamente sarebbe diventato anche nostro, ossia il<br />

mondo contemporaneo.<br />

Il soggetto dell’innocenza, e quindi della fanciullezza/adolescenza, è<br />

intrinseco alle origini stesse del paese e si rivela cruciale e ricorrente in<br />

ogni espressione artistica americana. La presunta “innocenza”<br />

dell’americano risiede nel fatto di considerarsi un “nuovo Adamo”:<br />

l’europeo, nel Nuovo Mondo, fa proprio il potere di ri-nascere perché si<br />

trova a vivere in un mondo tutto da costruire, non ancora contaminato dal<br />

potere corruttore della civiltà. Un corollario associato a questo paradigma<br />

originario è la concezione di un futuro americano visto come un’Europa<br />

rinata o, per usare un’espressione fortunata e convincente, la visione del<br />

popolo americano come ultimo “primo”<br />

In ambito musicale, gran parte della musica di Ives, ad esempio, parte da<br />

ricordi dell’infanzia, dal momento aurorale in cui lo sguardo sul Nuovo<br />

Mondo è veramente “nuovo”. Bernstein dedica ai giovani la sua opera di

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