STORIA CULTURALE DELLA MUSICA AMERICANA - Paola Carbone
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Guerra Fredda tendono a normalizzare, tranquillizzare e appiattire tutto.<br />
Ancor prima del rock’n’roll, che arriverà verso la seconda metà degli anni<br />
’50, è il cool jazz ad offrire una musica nella quale i giovani – creati dal<br />
mercato come “classe consumatrice a sé stante – potessero identificarsi. Si<br />
tratta di giovani che tentano di non “conformarsi”, di non accettare regole<br />
e ruoli che la società vuole confezionare per loro. Sono anni in cui essere<br />
cool significa aderire ad una forma “pacifica” di ribellione, incarnata nel<br />
cinema dai visi di Marlon Brando e James Dean e nella letteratura da Jack<br />
Kerouac, che indica la “disaffiliazione” come ultima risorsa dell’individuo<br />
per non soccombere nei valori e nel modello di vita della classe media.<br />
La coppia di artisti bianchi che ha meglio interpretato tutto quanto era<br />
implicito nella definizione di cool jazz è quella costituita da Gerry<br />
Mulligan (sax baritono) e Chet Baker (tromba). Il loro quartetto dei primi<br />
anni ’50 – con contrabbasso e batteria, senza piano – mette in luce la<br />
forza espressiva di Mulligan e il lirismo, profondo e intimo, di Baker, il<br />
“bello e dannato” per antonomasia del jazz bianco, vittima predestinata dei<br />
suoi stessi eccessi: scompare tragicamente nel 1988.<br />
Sul fronte del cool afro-americano è sicuramente da ricordare il “Modern<br />
Jazz Quartet”, con John Lewis al piano, Milt Jacson al vibrafono, Percy<br />
Heat al contrabbasso e Conie Kay alla batteria. Il quartetto propone una<br />
musica rilassata, impegnata mettendo a confronto la storia musicale afroamericana,<br />
ossia il piacere dell’improvvisazione e il confronto con il blues,<br />
con la musica classica, scoprendo sorprendenti affinità formali tra il<br />
contrappunto (arte della sovrapposizione di due o più linee melodiche) e<br />
l’improvvisazione jazzistica. Con il “Modern Jazz Quartet” la musica froamericana<br />
entra nelle sale da concerto, sapendo preservare artisticità e<br />
assenza di compromessi commerciali. Lo stile di questi musicisti era<br />
quello dei professori d’orchestra, allontanandosi molto dall’immagine del<br />
“nero da spettacolo”, accostandosi al mondo dei musicisti classici senza<br />
timori e senza reverenze.<br />
Gli anni ’50 sono decisivi per lo sviluppo e l’affermazione del jazz, sia<br />
per la molteplicità delle strade intraprese, molto diversificate e innovative,<br />
sia perché in questo decennio si compie la definitiva maturazione della<br />
cultura jazzistica. E’ il periodo in cui si forma la percezione definitiva del<br />
jazz come di un genere musicale acquisito nello scenario del Novecento,