STORIA CULTURALE DELLA MUSICA AMERICANA - Paola Carbone
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particolare, è un manifesto fondamentale della nuove estetica jazzistica<br />
cool, una svolta musicale di grande portata. Assieme a John Coltrane<br />
(sassofono tenore), a Julian Adderly ( sassofono alto) e a Bill Evans<br />
(piano), Davis tenta strade radicalmente nuove: propone al gruppo di non<br />
osservare alcuna sequenza armonica ma di partire da un tema, da una<br />
melodia concepita come una scala di note priva di accordi, seguendo una<br />
visione tipica della musica di tradizione non occidentale ( sia africana che<br />
orientale) che spinge l’improvvisazione allo sviluppo di una sequenza di<br />
note in funzione introspettiva e spirituale, avvicinandosi all’atteggiamento<br />
della pittura giapponese in cui il segno viene tracciato senza staccare il<br />
pennello dal foglio e senza sapere quale sarà la direzione presa.<br />
All’inizio degli anni ’60 Davis è pronto per una nuova fase e forma un<br />
quintetto che rimane memorabile nella storia del jazz e con il quale incide<br />
una lunga serie di dischi. Si tratta di un gruppo in cui, al di là del potente<br />
carisma di Davis, tutti i componenti agivano da protagonisti in uno<br />
scambio continuo di suggestioni creative: si tratta di Herbie Hancock<br />
(piano), Wayne Shorter (sassofono tenore), Ron Carter (contrabbasso) e<br />
Tony Williams (batteria).<br />
All’apice della fama – praticamente è tra i jazzisti più famosi del mondo<br />
– continua la progressione innovativa e incide dischi come Nefertiti, Filles<br />
de Kilimanjaro e In a Silent Way che raggiungono un pubblico molto più<br />
vasto di quello del jazz. Si tratta dell’inizio di un’accelerazione<br />
“rivoluzionaria” che lo porterà nel 1969 all’elettrificazione del suo<br />
strumento e più in generale della sua musica fino alla realizzazione, in<br />
compagnia di musicisti come Gorge Benson e Chick Corea, di un disco<br />
epocale come Bitches Brew, imprecisamente definito il manifesto del jazzrock.<br />
In effetti, pur mantenendo una sua rigorosa coerenza, Davis si<br />
avventura in una zona imprecisata, sfumata in cui i termini jazz e rock<br />
tendono a sfilacciarsi, a smussare i confini divisori e quindi a perdere di<br />
significato.<br />
Nelle decadi seguenti ( anni settanta e ottanta) Davis continua a<br />
mescolare funk, rock, avanguardia per poi includere anche il rap e persino<br />
la canzone pop, incidendo album di successo come You’re under Arrest e<br />
Tutu e Time After Time. La strada pionieristica battuta da Miles Davis