STORIA CULTURALE DELLA MUSICA AMERICANA - Paola Carbone

STORIA CULTURALE DELLA MUSICA AMERICANA - Paola Carbone STORIA CULTURALE DELLA MUSICA AMERICANA - Paola Carbone

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104 musicale popolare, la banda militare e da concerto, la musica leggera per pianoforte, la canzone, il ballo – assimilarono sempre più elementi di questo stile. Nacque così un’espressione musicale vista, sia nel Nuovo come nel Vecchio Mondo e successivamente nel resto del pianeta, come uno stile non solo caratteristicamente americano, ma come lo stile americano per eccellenza. La Storia: da New Orleans a Chicago e New York Sebbene sia stata contestata da alcuni studiosi recenti l’idea, a lungo sostenuta, che il jazz sia nato a New Orleans ( il termine jazz pare comunque sia nato al Nord con il significato principale di “animare”, “eccitare” con riferimento al ritmo, al movimento), è fuori di dubbio che la maggioranza dei musicisti che ebbero un ruolo importante nel suo sviluppo impararono a suonarlo e si affermarono in questa città, per di più convinti che questo stile di musica avesse avuto origine a New Orleans. La New Orleans di fine Ottocento/inizio Novecento era una città brillante e cosmopolita: un vero e proprio crogiuolo di popoli e tradizioni. Anche i neri, più visibili qui che altrove, godevano di una prosperità relativa, soprattutto la minoranza creola, ossia i discendenti dei mulatti – figli di bianchi e di amanti nere. E’ quindi abbastanza naturale che la musica nera dovesse fiorire in questa città e che la fioritura più ricca avvenisse proprio con l’abolizione definitiva della schiavitù. Se il jazz da una parte era una musica gioiosa, di liberazione e particolarmente effervescente, nello stesso tempo, perfino a New Orleans e quindi ancor prima di arrivare a Chicago e New York e assumere aspetti di aperta ribellione, era anche musica di protesta dei sottoprivilegiati che iniziano a chiedere, in un modo particolarmente vitale, più giustizia, più libertà, più uguaglianza. Fu essenzialmente una musica della vita semplice, della strada, di un quartiere – Storyville – di alcune vie in particolare –

105 Canal Street e Perdido Street – che non godevano certo di buona fama ma dove il divertimento non mancava. Si è accennato al gusto cosmopolita della città: in effetti è necessario ricordare che a New Orleans vi era una mescolanza molto promiscua di francesi, italiani, spagnoli, tedeschi e una sorta di “spruzzo” di anglosassoni, oltre naturalmente ad una vasta popolazione nera con un numero considerevole di caraibici. Tutte queste infiltrazioni portarono alla musica di New Orleans un ritmo più sensuale, fluido e disteso rispetto a quello più frenetico africano e a quello più teso degli spirituals e del blues.Si può dire che la musica afroamericana inserisce anche frammenti del ritmo latinoamericano. In molta musica di Jelly Roll Morton, autodefinitosi “inventore” del jazz e sicuramente re del primo jazz di New Orleans, vi è un’effettiva fusione della tradizione musicale teatrale francese e italiana con il tango e la rumba. Un altro elemento costitutivo del jazz di New Orleans fu la musica militare. In tutto il Sud, fra le vestigia della Guerra Civile, sopravvivevano decrepiti strumenti musicali delle bande militari. I neri se ne appropriarono e con le loro street band imitavano la musica militare, frantumandola ritmicamente e trattando i motivi in un’ eterofonia folk improvvisata. Ad esempio in un pezzo reso famoso sia da Jelly Roll Morton che da Louis Armstrong, Oh, Didn’t he Ramble, la band esegue un pezzo funebre in accordo all’innodia europea in un ritmo militare lento, ma alla fine della cerimonia funebre e avviandosi al banchetto funebre la marcia militare diventa un rag veloce, l’inno diventa un blues e la dance song fa qualche accenno all’opera italiana e francese. Le bande da parata erano così numerose nelle strade della città da causare rivalità accese e spirito di emulazione. Nei parchi, nelle piazze si poteva sentire ragtime, tango, quadriglie, valzer, minuetto. Vi era musica per ogni occasione e ogni gruppo etnico aveva i suoi giorni di festa e al Mardi Gras le celebrazioni erano universali. Tutto questo ci può dare un’idea della varietà della musica che scosse New Orleans nel corso dei primi due decenni del Novecento. Non è un’impresa facile ripercorrere il primo periodo della storia del jazz perché il primo quarto del XX secolo non ha lasciato alcuna

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musicale popolare, la banda militare e da concerto, la musica leggera per<br />

pianoforte, la canzone, il ballo – assimilarono sempre più elementi di<br />

questo stile. Nacque così un’espressione musicale vista, sia nel Nuovo<br />

come nel Vecchio Mondo e successivamente nel resto del pianeta, come<br />

uno stile non solo caratteristicamente americano, ma come lo stile<br />

americano per eccellenza.<br />

La Storia: da New Orleans a Chicago e New York<br />

Sebbene sia stata contestata da alcuni studiosi recenti l’idea, a lungo<br />

sostenuta, che il jazz sia nato a New Orleans ( il termine jazz pare<br />

comunque sia nato al Nord con il significato principale di “animare”,<br />

“eccitare” con riferimento al ritmo, al movimento), è fuori di dubbio che la<br />

maggioranza dei musicisti che ebbero un ruolo importante nel suo sviluppo<br />

impararono a suonarlo e si affermarono in questa città, per di più convinti<br />

che questo stile di musica avesse avuto origine a New Orleans.<br />

La New Orleans di fine Ottocento/inizio Novecento era una città<br />

brillante e cosmopolita: un vero e proprio crogiuolo di popoli e tradizioni.<br />

Anche i neri, più visibili qui che altrove, godevano di una prosperità<br />

relativa, soprattutto la minoranza creola, ossia i discendenti dei mulatti –<br />

figli di bianchi e di amanti nere. E’ quindi abbastanza naturale che la<br />

musica nera dovesse fiorire in questa città e che la fioritura più ricca<br />

avvenisse proprio con l’abolizione definitiva della schiavitù.<br />

Se il jazz da una parte era una musica gioiosa, di liberazione e<br />

particolarmente effervescente, nello stesso tempo, perfino a New Orleans e<br />

quindi ancor prima di arrivare a Chicago e New York e assumere aspetti di<br />

aperta ribellione, era anche musica di protesta dei sottoprivilegiati che<br />

iniziano a chiedere, in un modo particolarmente vitale, più giustizia, più<br />

libertà, più uguaglianza. Fu essenzialmente una musica della vita semplice,<br />

della strada, di un quartiere – Storyville – di alcune vie in particolare –

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