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ASPETTI PROGETTUALI ED ESECUTIVI DELLE ... - Harpo spa

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Consolidamento Scarpate<br />

Figura 3<br />

“somma urgenza” a cui possono far seguito interventi mirati basati su<br />

un più approfondito esame dei processi instabilizzanti in atto.<br />

L’efficacia del drenaggio su un pendio può essere facilmente verificato<br />

considerando un modello geotecnico a comportamento rigido-plastico<br />

costituito da un pendio infinito (Figura 3) formato da:<br />

uno strato di terreno superficiale a spessore costante;<br />

un substrato stabile e idealmente impermeabile;<br />

flusso d’acqua con moto di filtrazione piano e parallelo al pendio.<br />

Un tale modello simula abbastanza bene situazioni geologiche in cui<br />

una coltre di terreno superficiale di estensione elevata e pendenza costante,<br />

contraddistinta<br />

da terreni con caratteristiche<br />

idrauliche e<br />

meccaniche pseudoomogenee,<br />

scivola con<br />

meccanismi di rottura<br />

di tipo traslazionale su<br />

un substrato stabile a<br />

bassa permeabilità.<br />

In base al modello di<br />

Figura 3 e considerando<br />

il criterio di rottura<br />

di Mohr-Coulomb, il fattore di sicurezza può essere determinato trascurando<br />

l’effetto sismico mediante la seguente formula:<br />

dove<br />

γ<br />

γ w<br />

= Peso specifico terreno<br />

= Peso specifico acqua<br />

= Angolo di resistenza al taglio efficace<br />

ϕ'<br />

c’ = Coesione<br />

β = Inclinazione pendio<br />

Considerando un terreno puramente attritivo, la formula può essere<br />

così semplificata:<br />

Esaminandola e considerando di drenare uno strato di terreno granulare<br />

di media densità completamente<br />

saturo, il fattore di sicurez-<br />

Dati pendio<br />

Z = h 1 + h w = 6 m za incrementa sensibilmente sino<br />

β = 22°<br />

a circa il 100% in ragione del rapporto<br />

γ w /γ.<br />

ϕ = 14°<br />

γ = 19 kPa<br />

L’esempio sopraesposto evidenzia<br />

γ w = 10 kPa<br />

la grande influenza delle pressioni<br />

Tabella 1 - I parametri di interstiziali sulle condizioni di stabilità<br />

e come un efficace sistema di<br />

progetto<br />

h 1 (m)<br />

6<br />

5<br />

4<br />

3<br />

2<br />

1<br />

0<br />

h w (m)<br />

0<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

6<br />

FS<br />

1.62<br />

1.48<br />

1.34<br />

1.19<br />

1.05<br />

0.91<br />

0.77<br />

drenaggio possa incrementare sensibilmente<br />

il fattore di sicurezza.<br />

A titolo di esempio è di seguito<br />

esposto un caso pratico per un terreno<br />

granulare; ipotizzando i dati di<br />

Tabella 1 e un terreno con porosità<br />

efficace n e prossima alla porosità<br />

n, sono stati calcolati i fattori di sicurezza<br />

al variare della quota di fal-<br />

Tabella 2 - I valori di FS al<br />

variare della quota di falda hw da (Tabella 2).<br />

Inserendo i valori di Tabella 2 in un grafico è possibile fare le seguenti<br />

osservazioni:<br />

La condizione limite di equilibrio teorico (FS≅1) si ha per una falda<br />

posta alla profondità di circa 2 m dal p.c.;<br />

Un abbassamento della falda di 1 m solo porta a un sensibile incremento<br />

di FS, mentre per raggiungere un FS pari a 1.3 l’abbassamento<br />

dovrà essere di circa 2 m.<br />

Figura 4<br />

Da quanto sopra esposto si può osservare che per raggiungere la stabilità<br />

di un pendio costituito da terreni drenabili, non è sempre necessario<br />

abbassare totalmente la falda sino alla potenziale superficie di<br />

rottura ma può bastare in alcuni casi un intervento mirato atto ad abbassare<br />

il piano medio di falda anche di pochi metri.<br />

Per quanto riguarda poi il coefficiente di sicurezza da raggiungere, si<br />

ricorda quanto indicato nel DM 11.03.88: “il valore del coefficiente di<br />

sicurezza sarà assunto dal Progettista e giustificato sulla base delle<br />

considerazioni relative al livello di conoscenze raggiunto e al grado di<br />

affidabilità dei dati disponibili, alla complessità della situazione geologica<br />

e geotecnica, alla esperienza locale su pendii naturali in situazioni<br />

simili, nonché alle conseguenze di un'eventuale frana”.<br />

Il caso sopra esposto è un modello semplificato senza apporti esterni<br />

di acqua e riguarda terreni “drenabili”, cioè terreni in cui la porosità efficace<br />

è pari o prossima al valore della porosità. Nei terreni di natura<br />

argillosa in cui la porosità efficace può essere considerata teoricamente<br />

nulla o nei casi in cui l’apporto di acqua dall’esterno sia superiore alla<br />

permeabilità del terreno, la coltre superficiale rimane permanentemente<br />

satura, ma vi è comunque una riduzione delle pressioni interstiziali e<br />

quindi un incremento degli sforzi efficaci stabilizzanti.<br />

2. Gli aspetti progettuali<br />

Per la progettazione di un sistema di trincee drenanti, al fine di definire<br />

i processi deformativi in atto e le caratteristiche geologiche, geotecniche<br />

e idrogeologiche dell’area, è opportuno partire da uno studio<br />

geologico mirato.<br />

Con i dati ottenuti si costruisce un modello geologico-geotecnico di<br />

comodo in base al quale definire il sistema di drenaggio più idoneo.<br />

Nella prassi progettuale il sistema drenante è realizzato posizionando una<br />

serie di trincee disposte parallelamente lungo la massima pendenza e<br />

coprendo un’area maggiore della zona instabile al fine di raggiungere il<br />

regime idraulico di progetto su tutta l’area di interesse; in casi particolari,<br />

ricollegabili soprattutto allo spessore del substrato impermeabile possono<br />

essere adottate diverse geometrie da valutarsi caso per caso.<br />

In effetti, una delle problematiche principali nella progettazione di un<br />

sistema di drenaggio riguarda la scelta del posizionamento, della distanza<br />

e della profondità delle trincee; diversi studi sull’argomento sono<br />

stati eseguiti negli ultimi decenni sia per analizzare la fase transitoria<br />

sia quella di moto stazionario mediante l’analisi del moto di fil-<br />

STRADE & AUTOSTRADE 6-2004 221

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