Le Fonti Francescane LEGGENDA PERUGINA - Assisi OFM
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1557 12. In altra occasione, il ministro generale volle fosse costruita alla Porziuncola una<br />
piccola casa per i frati del luogo, dove potessero riposare e dire le Ore. A quei tempi infatti<br />
tutti i frati e le nuove reclute dell'Ordine si dirigevano colà, e per questo i frati residenti nel<br />
posto erano molto disturbati quasi ogni giorno. E per la moltitudine che vi affluiva non<br />
avevano un rifugio in cui riposare e dire le Ore, poiché dovevano cedere il posto agli ospiti.<br />
Da ciò derivavano loro molti e continui disagi, giacché, dopo aver duramente lavorato, era<br />
loro quasi impossibile provvedere alle necessità del corpo e alla vita spirituale.<br />
La casa era pressoché ultimata, quando Francesco fu di ritorno alla Porziuncola. Al<br />
mattino egli udì, dalla celletta dove aveva riposato la notte, il chiasso dei frati intenti al<br />
lavoro, e ne restò stupito. Interrogò il suo compagno: « Ma cos'è questo tramestìo Cosa<br />
stanno facendo quei fratelli ». Il compagno gli riferì ogni cosa con esattezza.<br />
Francesco fece chiamare immediatamente il ministro e gli disse: « Fratello, questo<br />
luogo è il modello e l'esempio di tutto l'Ordine. Per tale ragione io voglio che i frati della<br />
Porziuncola sopportino per amore del Signore Dio disturbi e privazioni, piuttosto che godere<br />
tranquillità e consolazioni, affinché i frati che convengono qui da ogni parte riportino nei loro<br />
luoghi il buon esempio di povertà. Altrimenti gli altri sarebbero incitati a costruire nei loro<br />
luoghi, scusandosi: " A Santa Maria della Porziuncola, che è il primo convento, si erigono<br />
abitazioni così. Possiamo costruire anche noi, poiché non disponiamo di una dimora<br />
conveniente " ».<br />
NON ESISTE UNA CELLA « MIA! »<br />
1558 13. Soggiornava in un eremo un frate, uomo di grande spiritualità, al quale Francesco<br />
era intimo amico. Considerando che, se il Santo fosse venuto nel romitaggio, non avrebbe<br />
trovato un ambiente adatto ove raccogliersi in orazione, egli fece apprestare, in un angolo<br />
solitario, ma non lontano dal luogo dei frati, una celletta, dove il Santo potesse pregare a suo<br />
agio quando capitasse colà.<br />
E accadde, che, dopo non molti giorni, giunse Francesco, e quel frate lo condusse a<br />
vedere la cella. Disse il Santo: « Mi pare troppo bella! Se vuoi che ci passi alcuni giorni,<br />
rivestila dentro e fuori con pietrame e rami d'albero ». Di fatto, la celletta non era costruita in<br />
muratura ma in legno. Siccome però il legname era spianato con la scure e l'ascia, appariva<br />
troppo elegante a Francesco. Quel frate la fece dunque arrangiare secondo aveva detto il<br />
Santo.<br />
Quanto più misere e conformi all'austerità religiosa erano le celle e le dimore dei frati,<br />
tanto più volentieri Francesco le guardava, e accettava di venirvi ospitato.<br />
Vi dimorava e pregava da alcuni giorni, quando, una volta che era uscito e si trovava<br />
presso il luogo dei frati, uno di questi, appartenente a quella comunità, venne da Francesco.<br />
Questi gli chiese: « Donde vieni, fratello ». Rispose: « Vengo dalla tua cella». E Francesco: «<br />
Poiché hai detto che è mia, d'ora innanzi ci abiterà un altro, e non io ».<br />
1559 Noi che siamo vissuti con lui, lo abbiamo udito dire a più riprese quella parola del<br />
Vangelo: <strong>Le</strong> volpi hanno la tana e gli uccelli del cielo il nido, ma il figlio dell'uomo non ha dove posare<br />
il capo.