Le Fonti Francescane LEGGENDA PERUGINA - Assisi OFM
Le Fonti Francescane LEGGENDA PERUGINA - Assisi OFM
Le Fonti Francescane LEGGENDA PERUGINA - Assisi OFM
- No tags were found...
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
1665 108. In altra occasione considerando Francesco l'alta perfezione di frate Bernardo, fece<br />
una profezia alla presenza di alcuni fratelli: « Vi dico che a Bernardo sono stati inviati<br />
demoni dei più grandi e subdoli, per metterlo alla prova. Molte tribolazioni e tentazioni<br />
dovrà subire. Ma il Signore misericordioso, quando Bernardo sarà prossimo alla fine, lo<br />
libererà da ogni pena e prova interiore ed esteriore e adagerà il suo spirito e il suo corpo in<br />
una pace, serenità e dolcezza tale, che tutti i fratelli che lo vedranno e udranno ne saranno<br />
vivamente sorpresi, ritenendo ciò un miracolo. E Bernardo in quella quiete, serenità e<br />
dolcezza intima ed esteriore passerà da questo mondo al Padre ».<br />
1666 I frati che ascoltarono da Francesco questa predizione .vv ispiratagli dallo Spirito<br />
Santo, furono poi molto meravigliati nel constatare che si realizzò alla lettera, punto per<br />
punto. In effetti, durante la malattia che h portò alla tomba frate Bernardo era in tale pace e<br />
serenità di spirito, che non voleva stare coricato. E anche giacendo a letto, preferiva stare<br />
seduto, poiché temeva che il minimo annebbiamento montandogli alla testa, lo portasse a<br />
fantasticare e divagare inceppando così il suo pensiero fisso in Dio. Se talvolta gli capitava<br />
questo, subito si alzava e si scrollava dicendo: « Cos'è stato perché ho pensato così ».<br />
Per rianimarsi era solito aspirare volentieri acqua di rose. Ma approssimandosi alla<br />
morte non ne volle più sapere, per non turbare l'ininterrotta meditazione di Dio, e a chi<br />
gliene offriva, diceva: « Non mi dare impaccio ».<br />
Per morire in maggior libertà, tranquillità e pace, affidò la cura del suo corpo a un<br />
fratello medico che lo assisteva. Gli disse: « Non voglio occuparmi di mangiare e bere.<br />
Pensaci tu. Se mi dài qualcosa, lo prendo; e se no, no ».<br />
Da quando cadde malato, volle sempre aver vicino fino all'ora del trapasso un fratello<br />
sacerdote. E quando gli veniva in mente qualcosa che gli turbava la coscienza, tosto lo<br />
confessava riconoscendosi in colpa.<br />
Dopo la morte, diventò bianco, e il suo corpo rimase flessibile. Sembrava sorridere.<br />
Appariva più bello che da vivo. Quelli che lo guardavano trovavano più piacevole vederlo<br />
così, che non quando era in vita: pareva un santo che sorridesse.<br />
L' ULTIMO SALUTO Dl CHIARA<br />
1667 109. Nella settimana in cui Francesco passò da questa vita, Chiara,--prima pianticella<br />
dell'Ordine delle sorelle e badessa delle Sorelle Povere del monastero di San Damiano in<br />
<strong>Assisi</strong>, emula di Francesco nel conservare intatta la povertà del Figlio di Dio, --era anch'essa<br />
gravemente inferma. E temeva di spegnersi prima del Santo. Affranta, ella piangeva e non<br />
riusciva a darsi pace pensando che non avrebbe più visto Francesco, suo unico padre dopo<br />
Dio, lui che la confortava nello spirito e nel corpo, che l'aveva fondata per primo nella grazia<br />
del Signore. E tramite un frate, Chiara fece conoscere a Francesco questa sua ansietà.<br />
Il Santo, informato della cosa, ne fu tutto commosso, perché amava Chiara e le sue<br />
sorelle con amore di padre, per la vita santa che conducevano e soprattutto perché, con<br />
l'aiuto del Signore, era stato lui a convertirla a Dio con i suoi consigli pochi anni dopo l'arrivo<br />
dei primi frati. La conversione di Chiara aveva procurato molta edificazione non solo alla<br />
comunità dei frati ma alla intera Chiesa di Dio.