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Le Fonti Francescane LEGGENDA PERUGINA - Assisi OFM

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SUO FERVORE NEL RECITARE L' UFFICIO<br />

1651 95. Sebbene soffrisse per molti anni di gravi disturbi di stomaco, milza, fegato e occhi,<br />

era così fervoroso e pregava con tanto raccoglimento, che durante l'orazione non voleva<br />

appoggiarsi al muro o alla parete, ma stava dritto, senza cappuccio sulla testa, e talora in<br />

ginocchio, e passava nella preghiera la maggior parte del giorno e della notte.<br />

Quando andava a piedi per il mondo, sempre si fermava al momento di recitare le ore<br />

liturgiche. Se poi viaggiava a cavallo ( era abitualmente infermiccio), ne scendeva per dire le<br />

ore. E una volta che tornava da Roma, dopo aver soggiornato alcuni giorni presso il cardinale<br />

<strong>Le</strong>one, il giorno stesso che uscì dalla città piovve senza interruzione. Malato com'era,<br />

cavalcava; però, quando volle dire le ore scese da cavallo e stette in piedi al margine della<br />

strada, sotto la pioggia che lo ammollava.<br />

E spiegò: « Se vuol prendere i suoi alimenti in pace e quiete questo corpo che assieme<br />

ai suoi cibi diventerà pasto dei vermi, con quanta maggior pace e quiete non deve l'anima<br />

prendere il suo nutrimento, che è Dio stesso ».<br />

FRATELLO CORPO<br />

1652 96. Diceva: « Il diavolo esulta quando riesce a spegnere o affievolire, nel cuore del<br />

servo di Dio, la tenerezza e la letizia provenienti da una pura preghiera e da altre opere<br />

buone. Chè se il diavolo riesce a penetrare nel cuore del servo di Dio, e questi non se ne sta<br />

all'erta e quanto prima può non affronta ed elimina l'invasore con il pentimento, la<br />

confessione e la penitenza, in breve tempo l'avversario trasformerà un capello in una trave ».<br />

E seguitava: « Il servo di Dio deve soddisfare in modo equilibrato al proprio corpo nel<br />

nutrimento, nel riposo e nelle altre necessità, affinché fratello corpo non trovi da mormorare,<br />

protestando:--Non posso stare dritto, né resistere a lungo nell'orazione, né compiere altre<br />

opere buone, perché non mi procuri ciò che mi abbisogna!--».<br />

Soggiungeva: « Se il servo di Dio provvede saggiamente al proprio corpo con buon<br />

garbo e nella misura del possibile, e fratello corpo si mostra pigro, negligente e sonnolento<br />

nell'orazione, nelle veglie e nelle altre buone opere dello spirito, allora deve castigarlo come<br />

un giumento riottoso e indolente, che vuole, sì, mangiare, ma ricusa di lavorare e portare il<br />

carico.<br />

Se infine fratello corpo, malato o sano, a causa della penuria e ristrettezza non può<br />

ottenere il necessario, quando ne fa richiesta per amore di Dio con rispetto e umiltà al fratello<br />

suo o al prelato, sopporti le privazioni per amore del Signore: e il Signore considererà come<br />

martirio queste rinuncie. E poiché il servo di Dio ha fatto ciò che stava in lui, cioè ha chiesto il<br />

necessario, non pecca, anche se il corpo ne dovesse patire gravi conseguenze ».<br />

LA GIOIA SPIRITUALE

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