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Le Fonti Francescane LEGGENDA PERUGINA - Assisi OFM

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loro in luoghi poverelli, che quando sto altrove; e sopportano con più coraggiosa pazienza le<br />

loro asprezze, quando sentono e sanno che le sopporto io pure ».<br />

Francesco non ebbe invero buona salute, mai; anche mentre visse nel mondo era di<br />

costituzione fragile e delicata, e fu sempre più malato di giorno in giorno fino alla sua morte.<br />

Eppure, costantemente si preoccupava di dare il buon esempio ai fratelli e di togliere ogni<br />

occasione di mormorare contro di lui: « Eccolo, si concede tutto quello di cui abbisogna,<br />

mentre noi peniamo, privi di tutto! ». E così, fosse in salute o fosse infermo, fino al giorno del<br />

suo trapasso volle patire tante privazioni che, se ogni frate ne fosse a conoscenza come noi,<br />

che siamo vissuti assieme a 1ui per un certo tempo fino a che morì, non potrebbero ricordarlo<br />

senza piangere, e sopporterebbero con più serena pazienza necessità e tribolazioni.<br />

Allo spuntar del giorno, Francesco scese dalla torre e andò dal cardinale a raccontargli<br />

quanto gli era accaduto e i discorsi fatti con il compagno. Aggiunse: « La gente ha gran fede<br />

in me e ml crede un sant'uomo, ma ecco che i demoni mi hanno buttato fuori dal mio carcere<br />

». Egli voleva stare recluso nella torre come in un carcere, non parlando che con il suo<br />

compagno.<br />

Il cardinale fu felice di rivederlo; però, siccome lo riguardava e venerava come santo,<br />

accettò la sua decisione di non trattenersi oltre colà. Francesco, accomiatatosi dalI'ospite,<br />

tornò all'eremo di Fonte Colombo presso Rieti.<br />

QUARESIMA SULLA VERNA<br />

1649 93. Una volta che Francesco salì all'eremo della Verna, quel luogo così isolato gli<br />

piacque talmente, che decise di passare lassù una quaresima in onore di san Michele. Vi era<br />

salito prima della festa dell'Assunzione della gloriosa vergine Maria, e contando i giorni da<br />

questa festività fino a quella di san Michele, trovò che erano quaranta. Allora disse: « A onore<br />

di Dio e della beata Vergine Maria, sua madre e di san Michele, principe degli angeli e delle<br />

anime, voglio fare una quaresima quassù ».<br />

Entrato nella cella dove intendeva soggiornare tutto quel periodo, nella prima notte<br />

pregò il Signore di mostrargli qualche segno da cui potesse conoscere se era volontà divina<br />

ch'egli rimanesse sulla Verna. Infatti, Francesco, allorché si fermava in qualche luogo per un<br />

periodo di orazione o andava in giro per il mondo a predicare, sempre si preoccupava di<br />

conoscere il volere di Dio, affine di maggiormente piacergli. A volte egli temeva che, sotto<br />

pretesto di stare isolato per attendere all'orazione, il suo corpo volesse riposare, rifiutando la<br />

fatica di andare a predicare per il mondo, per la salvezza del quale Cristo discese dal cielo. E<br />

faceva pregare quelli che gli parevano prediletti dal Signore, affinché Dio mostrasse loro la<br />

sua volontà, se cioè Francesco dovesse andare per il mondo a evangelizzare il popolo o se<br />

talora dovesse ritirarsi in qualche luogo solitario a fare orazione.<br />

Sul far del mattino, mentre era in preghiera, uccelli di ogni specie volarono sulla cella<br />

del Santo; non tutti insieme però, ma prima veniva uno e cantava, facendo dolcemente il suo<br />

verso, e poi volava via, indi veniva un altro, cantava, ripartiva; e così fecero tutti. Francesco<br />

fu assai meravigliato della cosa, e ne trasse grande consolazione. Ma poi prese a riflettere<br />

cosa volesse significare quell'omaggio, e il Signore gli rispose in spirito: « Questo è il segno<br />

che il Signore ti farà delle grazie in questa cella e ti darà copiose consolazioni ».

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