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Le Fonti Francescane LEGGENDA PERUGINA - Assisi OFM

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scatenavano vento e pioggia, come succede in quella stagione. Gli disse: « Fratello, il<br />

maltempo non permette di viaggiare. Vorrei, se ti piace, che tu soggiornassi in casa mia<br />

finché il tempo consentirà di rimetterti in cammino. Io passo gli alimenti ogni giorno a un<br />

gruppo di poveri qui da me; ebbene, tu sarai trattato come uno di loro ». Disse questo il<br />

cardinale, perché sapeva che Francesco, nella sua umiltà, voleva sempre esser trattato come<br />

un poverello, dovunque lo ospitassero, benché fosse di così alta santità che dal Papa dai<br />

cardinali e da tutti i grandi di questo mondo che lo conoscevano era venerato come santo. Il<br />

dignitario aggiunse: « Ti assegnerò una dimora lontana dal palazzo, dove potrai pregare e<br />

prendere i pasti a tuo piacimento ».<br />

Soggiornava allora con il cardinale <strong>Le</strong>one uno dei primi dodici compagni di<br />

Francesco: frate Angelo Tancredi. Questi suggerì a Francesco: « Fratello, qui vicino, nelle<br />

mura della città, sorge una bella torre, molto ampia e spaziosa all'interno, con nove locali a<br />

volta, dove potrai stare appartato come in un eremo ». Il Santo propose: « Andiamo a vederla<br />

». La vide e gli piacque. Tornato dal cardinale gli disse: « Signore, forse resterò presso di voi<br />

alcuni giorni ». Il cardinale ne fu tutto contento.<br />

Angelo allora andò a preparare un alloggio nella torre, in modo che Francesco e il suo<br />

compagno potessero abitarvi giorno e notte, poiché il Santo non intendeva discendere da là<br />

in nessun momento della giornata, finché fosse rimasto ospite del cardinale <strong>Le</strong>one. Lo stesso<br />

Angelo si offrì a Francesco e al compagno di recare quotidianamente il cibo, lasciandolo<br />

fuori, in modo che né lui né altri entrassero a disturbare. Francesco salì dunque sulla torre,<br />

per abitarvi con il compagno.<br />

Durante la prima notte, mentre Francesco si disponeva a dormire, irruppero i demoni<br />

e lo coprirono di botte. Egli chiamò subito il compagno, che stava lontano: « Vieni da me! ».<br />

Quello gli fu vicino d'un balzo. Gli disse il Santo: « Fratello, i demoni mi hanno pestato<br />

duramente. Desidero che tu mi rimanga accanto, perché ho paura di starmene qui solo ». Il<br />

compagno gli fu appresso per l'intera notte. Francesco tremava tutto, come in preda alla<br />

febbre. Durarono svegli entrambi fino al mattino.<br />

Nel frattempo Francesco conversava con il suo compagno: « Perché i demoni mi<br />

hanno battuto Perché il Signore ha dato loro il potere di farmi del male ». Si mise a<br />

riflettere: « I demoni sono i "castaldi" del Signore nostro. Come il podestà spedisce il suo<br />

castaldo a punire il cittadino che ha commesso un reato, così il Signore corregge e castiga<br />

coloro che ama, per mezzo dei suoi castaldi, i demoni, esecutori della sua giustizia. Molte<br />

volte anche il perfetto religioso pecca per ignoranza. Allora, siccome non è consapevole della<br />

sua colpa, viene punito dal diavolo, affinché messo sull'avviso dal castigo, controlli<br />

interiormente ed esteriormente in cosa è consistito il suo fallo e cerchi di individuarlo.<br />

A quelli che il Signore ama teneramente nella vita terrestre non risparmia le punizioni.<br />

Quanto a me, per misericordia e grazia di Dio, non sono conscio di aver commesso peccati<br />

che non abbia scontato confessandomi e facendo penitenza. Di più, la sua misericordia mi ha<br />

largito questo dono: egli durante la preghiera mi dà conoscenza di ogni cosa in cui gli piaccio<br />

o gli dispiaccio. Ma può darsi, secondo me, che il Signore mi abbia punito stavolta mediante i<br />

suoi castaldi per questo motivo: il cardinale è spontaneamente generoso con me, e d'altra<br />

parte il mio corpo ha necessità di avere questi aiuti e io li ricevo con semplicità. Tuttavia, sia i<br />

miei fratelli che vanno per il mondo affrontando la farne e molti disagi, sia gli altri che<br />

dimorano in misere abitazioni e romitaggi, venendo a sapere che dimoro presso un cardinale,<br />

potrebbero aver motivo di protestare contro di me. Noi qui a sopportare ogni sorta di<br />

privazioni, e lui a godersi le agiatezze! Ebbene, io sono tenuto sempre a dare il buon esempio<br />

ai frati; è per questo che sono stato dato ad essi. I frati sono più edificati quando io vivo tra

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