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Le Fonti Francescane LEGGENDA PERUGINA - Assisi OFM

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UGOLINO BLOCCA IL VIAGGIO IN FRANCIA<br />

1638 82. Giunto a Firenze, Francesco vi trovò Ugolino, vescovo di Ostia, che poi diventò<br />

papa. Egli era stato inviato da Onorio III come legato nel ducato di Spoleto in Toscana,<br />

Lombardia, Marca Trevigiana, fino a Venezia. Il rappresentante papale fu molto felice<br />

dell'arrivo di Francesco.<br />

Quando però ebbe udito da lui che intendeva andare in Francia, gli proibì quel<br />

viaggio: « Fratello, non voglio che tu vada oltralpe, poiché nella curia romana vi sono<br />

numerosi prelati e altri personaggi che nuocerebbero volentieri al bene del tuo Ordine. Io e<br />

altri cardinali che amiamo il tuo movimento, lo proteggiamo di gran cuore e lo aiutiamo,<br />

purché tu non ti allontani da queste regioni ».<br />

Disse Francesco: « Messere, è triste per me rimanere in queste province, dopo che ho<br />

inviato i miei fratelli in regioni lontane e straniere ». Il vescovo replicò con voce di<br />

rimprovero: « E perché hai mandato i tuoi fratelli così lontano a morire di fame e di altre<br />

tribolazioni ».<br />

Gli rispose il Santo con grande slancio di spirito e con tono profetico: « Non pensate,<br />

messere, che il Signore abbia inviato i frati soltanto per il bene di queste regioni. Vi dico in<br />

verità che Dio ha scelto e inviato i frati per il vantaggio spirituale e la salvezza delle anime<br />

degli uomini del mondo intero; essi saranno ricevuti non solo nelle terre dei cristiani, ma<br />

anche in quelle degli infedeli. Purché osservino quello che hanno promesso al Signore, Dio<br />

darà loro il necessario nelle terre degli infedeli come in quelle cristiane ».<br />

Ugolino fu molto ammirato da queste parole, affermando che diceva il vero. Però non<br />

lo lasciò proseguire verso la Francia. Il Santo vi mandò frate Pacifico con altri frati, mentre lui<br />

tornò nella valle di Spoleto.<br />

SERENITA' DEL VERO FRATE MINORE<br />

1639 83. Un'altra volta, avvicinandosi il Capitolo che si sarebbe svolto presso la chiesa della<br />

Porziuncola, Francesco confidò al suo compagno: « Non mi considero un frate minore, se non<br />

ho le disposizioni d'animo che sto per dirti ». E seguitò: « Ecco i frati in gran devozione e<br />

venerazione venire a me, invitandomi alla riunione capitolare. Commosso dalle loro<br />

affettuose insistenze, mi avvio assieme ad essi. Convocata l'assemblea, mi pregano di<br />

annunziare loro la parola di Dio. Mi alzo e predico secondo l'ispirazione dello Spirito Santo.<br />

Finisco il sermone. Supponiamo che allora, dopo averci pensato, concludano<br />

dicendomi: " Non vogliamo che tu regni sopra di noi, perché non sai parlare, sei troppo<br />

semplice, ci vergognamo di avere a capo una persona così incolta e incapace. D'ora in avanti,<br />

non avere la pretesa di chiamarti nostro prelato! ". E così dicendo, mi cacciano,<br />

vilipendendomi.<br />

Ebbene, non potrei considerarmi vero frate minore, se non resto ugualmente sereno<br />

quando mi vilipendono e ignominiosamente mi cacciano via, rifiutandosi di avermi a<br />

prelato, come quando mi onorano e venerano, purché in entrambi i casi il loro vantaggio sia<br />

lo stesso. Se mi allieto per il loro profitto e devozione allorché mi esaltano e onorano (mentre<br />

la mia anima corre pericolo di vana gloria), ancor più mi si addice gioire ed esultare del

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