Le Fonti Francescane LEGGENDA PERUGINA - Assisi OFM
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guardino assolutamente i frati dal ricevere chiese, abitazioni e ogni altra cosa che sia costruita<br />
per loro, se non sono conformi alla santa povertà che abbiamo promesso nella Regola; e<br />
sempre vi dimorino come pellegrini e forestieri ».<br />
Noi, che eravamo con lui quando compose la Regola e quasi tutti gli altri suoi scritti,<br />
testimoniamo che egli fece inserire nella Regola e negli altri scritti delle prescrizioni alle quali<br />
alcuni frati, soprattutto i superiori, fecero opposizione. Ma proprio le cose che provocarono<br />
contrasti tra i frati e Francesco mentr'egli era in vita, adesso che è morto sarebbero molto utili<br />
a tutta la fraternità. Siccome il Santo temeva moltissimo lo scandalo, accondiscendeva suo<br />
malgrado al volere dei fratelli.<br />
Tuttavia lo udimmo sovente esclamare: « Guai a quei frati che si oppongono a quello<br />
che io so essere volontà di Dio per il maggior bene dell'Ordine, sebbene io mi pieghi di<br />
malincuore alle loro volontà ».<br />
1632 Spesso ripeteva ai suoi compagni: « In questo sta il mio dolore, la mia afflizione: le<br />
indicazioni che con intensa preghiera e riflessione ottengo dalla misericordia di Dio per la<br />
utilità presente e futura della fraternità, e che Dio mi assicura essere conformi al suo volere,--<br />
ecco che alcuni frati le vanificano, fondandosi sull'arroganza e sui lumi della loro scienza,<br />
dicendo:--queste direttive vanno mantenute e osservate, e queste altre no--».<br />
Ma il Santo, come già si è detto, tanto temeva lo scandalo, da permettere che molte<br />
cose si facessero, e si adattava alla volontà dei fratelli, per quanto ciò ripugnasse alle sue<br />
convinzioni.<br />
CONTRO L' OZIOSO CIARLARE<br />
1633 78. Quando Francesco soggiornava alla Porziuncola, soleva ogni giorno dedicarsi<br />
dopo il pasto a qualche lavoro manuale assieme ai fratelli, per schivare il pericolo<br />
dell'oziosità. Egli considerava come nefasto per sé e per i suoi fratelli sciupare, con discorsi<br />
frivoli e inconcludenti, il bene spirituale ottenuto per grazia del Signore durante la preghiera.<br />
Allo scopo di evitare il danno delle conversazioni futili e vuote, stabilì queste regole,<br />
ordinando ai frati di attenervisi:<br />
« Se un frate, mentre è in viaggio o mentre è al lavoro, si lascia andare a parole oziose<br />
o inutili, sarà tenuto a recitare un Padre nostro con le Laudi di Dio al principio e alla fine di<br />
questa orazione. Se il colpevole se ne accusa spontaneamente, dirà per l'anima propria il<br />
Padre nostro e le Laudi; se invece ne viene rimproverato da un fratello, dirà il Padre nostro nel<br />
modo indicato, per l'anima del fratello che lo ha corretto .<br />
Se per caso reagisce al rimprovero rifiutandosi di dire il Padre nostro, reciterà due volte<br />
tale orazione per l'anima del fratello da cui ebbe la riprensione, a patto che consti dalla<br />
testimonianza di quello e magari di un altro fratello che egli ha proferito parole oziose o<br />
inutili. Aggiunga, in principio e in fine della preghiera, le Laudi di Dio a voce alta e chiara, in<br />
maniera che tutti i fratelli presenti possano udire e intendere, e stiano ad ascoltarlo in<br />
silenzio. Se poi un fratello, andando contro la prescrizione, non fosse stato zitto, dirà a sua<br />
volta il Padre nostro con le Laudi di Dio, per l'anima del fratello che stava pregando.<br />
Infine, ogni frate che, entrando in una cella o nell'abitazione o in altro locale, incontra<br />
uno o più frati, deve sempre lodare e benedire il Signore fervorosamente ».