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Le Fonti Francescane LEGGENDA PERUGINA - Assisi OFM

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scienza e di libri, ma insegnava loro che si appassionassero a conquistare e possedere la pura<br />

e santa semplicità, lo spirito di orazione e la signora Povertà: virtù che avevano formato i<br />

santi primi frati. Secondo lui, la via più sicura per la salvezza dell'anima era questa.<br />

Non ch'egli disprezzasse e guardasse di mal occhio la scienza sacra; al contrario, egli<br />

venerava con sincero affetto gli uomini dotti che erano nell'Ordine e tutte le persone colte;<br />

tant'è vero che scrisse nel suo Testamento: « Tutti i teologi e coloro che ci comunicano le<br />

parole divine, noi dobbiamo onorarli e venerarli come quelli che ci comunicano spirito e vita<br />

».<br />

Ma prevedendo il futuro, conosceva in virtù dello Spirito Santo e ripetutamente lo<br />

annunziò ai fratelli, che « molti, sotto pretesto di insegnare agli altri, avrebbero abbandonato<br />

la loro vocazione, cioè la pura e santa semplicità, la santa orazione e la nostra signora<br />

Povertà.<br />

E accadrà loro che proprio mentre supponevano di imbeversi di maggior devozione e<br />

accendersi d'amore di Dio con la conoscenza della Scrittura, appunto da qui sarebbero restati<br />

interiormente freddi e quasi vuoti, perché hanno perduta l'occasione di vivere il loro ideale. E<br />

temo che non venga loro tolto anche quello che sembravano avere, avendo tradito la loro<br />

vocazione ».<br />

E' LA PREGHIERA CHE SALVA<br />

1624 71. Diceva ancora: « Ci sono molti frati che giorno e notte mettono tutta la loro<br />

passione e preoccupazione nell'acquistare la scienza, trascurando la loro santa vocazione e la<br />

devota orazione. E annunziando il Vangelo a qualche persona e al popolo, nel vedere o nel<br />

sentire che alcuni ne sono rimasti edificati o convertiti a penitenza, diventano tronfi e<br />

montano in superbia per risultati ottenuti da fatica altrui . Invero, coloro che essi si<br />

illudono d'avere edificato o convertito a penitenza con i loro discorsi, è il Signore che li<br />

edifica e converte grazie alle orazioni dei frati santi, anche se questi ultimi lo ignorano: è la<br />

volontà di Dio, questa, che non se ne accorgano, per non insuperbire.<br />

Questi frati sono i miei cavalieri della tavola rotonda, che si nascondono in luoghi<br />

appartati e disabitati, per impegnarsi con più fervore nella preghiera e nella meditazione,<br />

piangendo i peccati propri e altrui. La loro santità è nota a Dio, mentre talvolta rimane<br />

sconosciuta agli altri frati e alla gente. E quando le loro anime saranno presentate al Signore<br />

dagli angeli, allora Dio mostrerà loro il frutto e il premio delle loro fatiche, cioè le molte<br />

anime salvatesi grazie alle loro preghiere. E dirà:--Figli, ecco, queste anime sono salve in virtù<br />

delle vostre orazioni. Poiché siete stati fedeli nel poco, vi darò potere su molto ».<br />

Così Francesco commentava quella parola della Scrittura: La sterile ha partorito molti<br />

figli, e quella che ne aveva molti si è avvizzita. « La sterile è il religioso fervente, che edifica sé e<br />

gli altri con le sue sante orazioni e virtù ». Ripeteva spesso queste parole ai frati, nelle sue<br />

istruzioni, soprattutto nel Capitolo che si teneva presso la chiesa di Santa Maria della<br />

Porziuncola alla presenza dei ministri e degli altri frati.<br />

Egli ammaestrava tutti i frati ministri e predicatori a bene usare i carismi ricevuti.<br />

Diceva che non dovevano a causa del superiorato o dell'impegno di predicazione tralasciare<br />

a nessun costo la santa devota orazione, I'andare per elemosina e il lavorare con le loro mani

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