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Le Fonti Francescane LEGGENDA PERUGINA - Assisi OFM

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Ma ci sono e saranno di quelli che, trattenuti da vergogna e mala abitudine, hanno e avranno<br />

a noia di umiliarsi e abbassarsi a mendicare e adattarsi ad altre umili occupazioni. E mio<br />

dovere istruire con il comportamento i frati che sono e saranno nell'Ordine, affinché siano<br />

senza scusa davanti a Dio, sia in questo che nell'altro mondo.<br />

E quando sono ospite in casa vostra, che siete nostro signore e papa, o nella dimora di<br />

magnati e ricchi, che per amor di Dio mi offrono con molta devozione e anzi mi impongono<br />

la loro ospitalità, io non voglio arrossire di andare alla questua, ma ritenere ciò un titolo di<br />

gran nobiltà, una dignità regale, un onore che mi fa il sommo Re. Egli, Signore di tutti, ha<br />

voluto per slancio di amore diventare il servo di tutti; ricco e glorioso nella sua maestà<br />

divina, è venuto nella nostra umanità povero e disprezzato.<br />

Per questo voglio che i frati presenti e futuri sappiano come godo la più gran<br />

consolazione di corpo e di spirito allorché siedo alla povera mensa dei frati e mi vedo dinanzi<br />

le poverelle elemosine accattate di porta in porta per amor del Signore Dio, che quando sto<br />

alla mensa vostra e di altri personaggi grandi, carica di ogni genere di cibi, sebbene mi<br />

vengano o~erti con sincera devozione. Il pane dell'elemosina è pane santo, santificato dalla<br />

lode e dall'amore di Dio. Quando infatti il fratello va alla questua deve dire: " Sia lodato e<br />

benedetto il Signore Dio! ", e poi soggiungere: " Fateci l'elemosina per amore del Signore Dio<br />

"».<br />

E il vescovo di Ostia, profondamente edificato da questa elevazione del padre santo,<br />

gli rispose: « Figlio, fai quello che ti sembra meglio, poiché il Signore è con te e tu con Lui ».<br />

FRATE MOSCA, IL PARASSITA<br />

1612 62. Fu volontà di Francesco, da lui espressa più volte, che un frate non dovesse stare<br />

lungo tempo senza andare alI'elemosina, per non lasciarsi penetrare dalla vergogna. Più un<br />

frate era stato di condizione elevata nel secolo, più Francesco era edificato e felice nel vederlo<br />

uscire per mendicare e accudire a compiti umili, per il buon esempio che dava. Così si soleva<br />

fare nel tempo antico.<br />

Appunto nei primordi dell'Ordine, quando i frati dimoravano presso Rivotorto, c'era<br />

uno di loro che poco pregava, non lavorava e si rifiutava di andare alla cerca perché si<br />

vergognava: mangiava forte, però.<br />

Considerando una simile condotta, Francesco capì con la luce dello Spirito Santo che<br />

quello era un uomo carnale. E gli rivolse queste parole: « Va' per la tua strada, fratello Mosca!<br />

Tu vuoi mangiare il lavoro dei tuoi fratelli, ma sei ozioso nel servizio di Dio. Sei come il fuco,<br />

che non lavora né raccoglie, e divora il frutto della fatica delle api operose ».<br />

Quel tale se ne andò per la sua strada, senza nemmeno chiedere scusa, da quell'uomo<br />

carnale che era.<br />

BACIA LA SPALLA DEL QUESTUANTE

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