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Le Fonti Francescane LEGGENDA PERUGINA - Assisi OFM

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chiese il permesso di cucirgliela all'interno della tonaca, sopra lo stomaco e la milza, per<br />

ripararli dal gran freddo. Francesco in ogni tempo della vita da quando cominciò a servire<br />

Cristo fino al giorno della morte, non volle avere né indossare che soltanto una tonaca,<br />

rappezzata quando lo desiderava. Egli dunque rispose:: « Se vuoi che io porti sotto la tonaca<br />

quella pelle, fai cucire di fuori un pezzo di quella stessa pelle, affinché la gente veda bene che<br />

dentro ho una pelliccia ».<br />

Così fu fatto. Ma non la portò a lungo, sebbene gli fosse necessaria per la salute.<br />

UN GUIZZO DI VANITA'<br />

1589 41. Camminava un'altra volta per <strong>Assisi</strong> accompagnato da molta gente. Una vecchietta<br />

poverella gli chiese la elemosina per amore di Dio, e lui le donò all'istante il mantello che<br />

portava sulle spalle. Subito confessò ai presenti di aver provato un sentimento di vanagloria.<br />

Di numerosi altri esempi simili a questi, noi che siamo vissuti con lui e che li abbiamo<br />

visti e uditi, non possiamo far parola, perché sarebbe troppo lungo narrarli per scritto.<br />

L'aspirazione più alta e dominante di Francesco fu quella di non essere mai ipocrita davanti a<br />

Dio.<br />

Benché al suo fisico malato si rendesse necessario un cibo più ricercato, considerando<br />

ch'era tenuto a mostrare sempre il buon esempio ai fratelli e alla gente, per togliere ogni<br />

ragione di mormorare e ogni cattiva impressione, preferiva sopportare l'indigenza<br />

pazientemente e con buona voglia, anziché provvedere alla salute.<br />

Fece così fino alla morte, anche se, trattandosi meglio avrebbe ugualmente lodato Dio<br />

e dato buon esempio.<br />

IL CARDINAL UGOLINO GLI ORDINA DI CURARSI<br />

1590 42. Quando il vescovo di Ostia, che fu poi pontefice, si accorse che Francesco era stato<br />

e seguitava a essere esageratamente duro con il suo corpo, e soprattutto che cominciava a<br />

perdere la vista e non si arrendeva a farsi curare gli rivolse quest'ammonizione, ispirata da<br />

molta pietà e premura: « Fratello non fai bene a rifiutare che ti si curino gli occhi, perché la<br />

tua salute e la tua vita è assai utile per te e per gli altri. Se hai tanta compassione per i tuoi<br />

frati infermi e sempre ti sei preoccupato di loro, non dovresti essere crudele verso te stesso, in<br />

questa tua grave ed evidente necessità. Ti ordino pertanto di lasciarti aiutare e curare ».<br />

Due anni prima di morire, quand'era ormai gravemente infermo e soprattutto<br />

sofferente d'occhi, ebbe dimora presso San Damiano in una celletta fatta di stuoie. Il ministro<br />

generale, vedendolo così sofferente per il male d'occhi, gli comandò di lasciarsi aiutare e<br />

curare. Aggiunse anzi che voleva essere presente di persona quando il medico avrebbe<br />

cominciato il trattamento, per essere più sicuro della cosa e anche per confortarlo, poiché era<br />

pieno di dolori. Ma faceva allora gran freddo, e la stagione non era propizia per avviare la<br />

cura.

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