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Le Fonti Francescane LEGGENDA PERUGINA - Assisi OFM

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dire: « Vi annunzio, a onore e lode di Dio, che se ognuno di voi si emenderà dai propri<br />

peccati e si convertirà di tutto cuore a Lui con il fermo proposito di perseverare, ho fiducia<br />

nel Signore Gesù Cristo che subito, per la sua misericordia, spazzerà via questi flagelli dei<br />

lupi e della grandine, che da tanto tempo vi tribolano, e vi farà crescere e moltiplicare nelle<br />

cose spirituali e temporali. Ma preannunzio ancora che, se (Dio non lo voglia!) tornerete al<br />

peccato, questo flagello e maledizione ripiomberà su di voi, unitamente a molte altre<br />

sventure più gravi ».<br />

E accadde, per disposizione divina e grazie ai meriti del padre santo, che da quell'ora<br />

cessarono le calamità. Di più, ciò che è grande miracolo, quando la grandine veniva a<br />

devastare le campagne vicine, non colpiva i contigui poderi degli abitanti di Greccio.<br />

Per sedici o venti anni essi videro moltiplicarsi e accrescersi i loro beni spirituali e<br />

temporali. Ma dopo, il benessere generò l'orgoglio. Presero a odiarsi, a fare uso delle spade<br />

fino ad ammazzarsi fra loro, uccidevano di nascosto gli animali, di notte si davano a rapine e<br />

furti, e commettevano molte altre malvagità.<br />

Il Signore, vedendo che le loro opere erano perverse e che non osservavano gli ordini<br />

dati per mezzo di Francesco suo servo, si indignò contro di essi, allontanò la sua mano<br />

misericordiosa, e così ritornò il flagello della grandine e dei lupi, come aveva predetto il<br />

Santo, e molte altre tribolazioni più dure delle antecedenti li colpirono. Infatti, tutto il paese<br />

fu divorato dall'incendio, e gli abitanti perdettero ogni loro avere, salvando soltanto la vita.<br />

I frati e quanti avevano udito il discorso di Francesco, che aveva predetto prosperità e<br />

disgrazie, ammirarono la santità di lui, constatando come ogni cosa si era verificata a<br />

puntino.<br />

PREDICE AI PERUGINI LA GUERRA CIVILE<br />

1583 35. In altra occasione, Francesco predicava nella piazza di Perugia a una grande folla<br />

ivi adunata. Ma ecco dei cavalieri perugini irrompere armati in piazza in groppa ai loro<br />

cavalli, così da sconvolgere la predicazione. E nonostante le proteste degli uomini e delle<br />

donne che ascoltavano attenti il discorso, quegli arroganti non la smettevano.<br />

Francesco allora, rivolgendosi ai disturbatori con animo vibrante, disse: « Udite e<br />

cercate di capire quello che il Signore vi preannunzia per bocca di me, suo servo. E non state<br />

a dire: Quello là è uno di <strong>Assisi</strong>! ». Il Santo disse questo perché tra assisani e perugini c'era un<br />

odio grande. E seguitò: « Il Signore vi ha resi grandi e potenti sopra tutti i vostri vicini. E per<br />

questo motivo dovete essere più riconoscenti al vostro Creatore, e mantenervi umili non solo<br />

davanti a Dio onnipotente, ma anche nei rapporti con i vostri vicini. Purtroppo, il vostro<br />

cuore si è gonfiato di arroganza e, invasati dall'orgoglio e dalla potenza, voi devastate le terre<br />

dei vostri vicini e molti ne ammazzate. Ora io vi dico che, se non vi convertite subito a Dio e<br />

non riparate ai danni compiuti, il Signore, che nessuna ingiustizia lascia impunita, a<br />

maggiore vendetta e castigo e disonore vostro, vi farà insorgere gli uni contro gli altri.<br />

Scoppiata la discordia e la guerra civile, patirete tali tribolazioni quante i vostri vicini non<br />

potrebbero infliggervi ».<br />

Invero, Francesco nelle sue predicazioni non taceva i vizi del popolo che offendevano<br />

pubblicamente Dio e il prossimo. Ii Signore gli aveva dato tanta grazia che tutti quelli che lo<br />

vedevano o udivano, piccoli o grandi che fossero, nutrivano per lui uno straordinario timore

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