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Le Fonti Francescane LEGGENDA PERUGINA - Assisi OFM

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1580 33. Diceva Francesco che i frati dovevano avere mense così umili e modeste, affinché i<br />

secolari ne restassero edificati. E se vi era invitato qualche povero, sedesse insieme con i frati,<br />

e non lui per terra e loro in alto.<br />

Papa Gregorio, quando era vescovo di Ostia, venuto al luogo della Porziuncola, entrò<br />

nell'abita~ione dei frati. Andò a vedere il dormitorio, con molti cavalieri, monaci e altri<br />

ecclesiastici del suo seguito. Nell'osservare che i frati si coricavano per terra, su poca paglia,<br />

senza cuscini, con delle misere coperte quasi tutte sfilacciate e a brandelli, si mise a piangere<br />

davanti a tutti e diceva: « Ecco dove riposano i frati. Sventurati noi, che ci permettiamo tante<br />

superfluità. Che sarà di noi ». Sia lui che gli accompagnatori ne rimasero molto edificati. E<br />

non vide in quel luogo nessuna mensa, poiché i frati mangiavano seduti per terra.<br />

Sebbene il luogo della Porziuncola fin dai primordi, quando cioè venne fondato, fosse<br />

il più frequentato dai frati di tutto l'Ordine ( invero, tutti quelli che si facevano frati,<br />

prendevano l'abito a Santa Maria degli Angeli), tuttavia i frati di questa comunità<br />

mangiavano sempre per terra, pochi o molti che fossero. E finché visse Francesco,<br />

conformandosi all'esempio e al volere di lui, prendevano i loro pasti accomodandosi a terra.<br />

VIZI E VIRTU' A GRECCIO<br />

1581 34. Francesco amava l'eremo di Greccio, dove i frati erano virtuosi e poveri, e aveva<br />

una predilezione anche per gli abitanti di quella terra per la loro povertà e semplicità. Perciò<br />

si recava spesso a riposare e soggiornare là, attirato inoltre da una celletta estremamente<br />

povera e isolata, dove il padre santo amava raccogliersi.<br />

Stimolati dall'esempio e dalla predicazione sua e dei suoi frati e ispirati dalla grazia<br />

del Signore, molti abitanti del paese entrarono nell'Ordine. Anche numerose donne vivevano<br />

in verginità, restando a casa propria e indossando un abito religioso. Pur dimorando in<br />

famiglia, esse conducevano vita comunitaria, coltivando la virtù e affliggendo il corpo con<br />

digiuni e orazioni. Alla gente e ai frati esse apparivano, benché giovani e semplici, non come<br />

persone dimoranti nel mondo e a contatto con i familiari, bensì come viventi in comunità di<br />

religiose sante e dedite al servizio del Signore da lunghi anni. A proposito degli uomini e<br />

delle donne di Greccio Francesco soleva dire tutto felice ai frati: « Non esiste una grande città<br />

dove si siano convertite al Signore tante persone quante ne ha Greccio, un paese così piccolo<br />

».<br />

E sovente, quando alla sera i frati di quell'eremo cantavano le !odi del Signore,--ciò che<br />

a quei tempi i frati solevano fare m molti luoghi,--gli abitanti del paese, piccoli e grandi,<br />

uscivano dalle case, si riunivano sulla strada davanti al villaggio, e ad alta voce<br />

rispondevano, a mo' di ritornello, al canto dei religiosi: « Lodato sia il Signore Dio! ». Perfino i<br />

bimbi, che non sapevano ancora ben parlare, al vedere i frati lodavano il Signore come<br />

potevano.<br />

In quegli anni, la popolazione di Greccio era esposta a un grave flagello, che durò<br />

parecchi anni. La zona infatti era infestata da grossi lupi, che divoravano le persone, e ogni<br />

anno campi e vigneti erano devastati dalla grandine. Durante una predica Francesco ebbe a

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