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Le Fonti Francescane LEGGENDA PERUGINA - Assisi OFM

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enedetta, e le sue parole mi hanno consolata e allietata nel Signore. Inoltre mi incarica di<br />

esortarti e pregarti a suo nome che ci salviamo l'anima rimanendo in casa nostra ».<br />

A quelle parole, per i meriti di Francesco, la grazia di Dio scese subito in cuore a<br />

quell'uomo. Rispose egli con molta delicatezza e bontà, completamente trasformato da Dio: «<br />

Signora, d'ora in poi, nel modo che vorrai, mettiamoci a servire Cristo e salviamoci l'anima,<br />

come ha raccomandato Francesco ». La moglie soggiunse: « Signore, mi sembra bene che<br />

viviamo in castità, virtù che molto piace a Dio e procura una grande ricompensa ». Concluse<br />

l'uomo: « Se piace a te, piace anche a me. In questo e in ogni altra opera buona, voglio unire<br />

la mia volontà alla tua ».<br />

Da quel giorno per lunghi anni i due vissero in castità, facendo generose elemosine ai<br />

frati e agli altri poveri. Non solo i secolari, ma anche i religiosi si stupivano della santità di<br />

quei coniugi, soprattutto perché l'uomo, da mondano che era prima, d'un tratto era divenuto<br />

così spirituale.<br />

Perseverando in queste e in ogni altra opera buona sino alla fine, morirono a pochi<br />

giorni di distanza l'uno dall'altra. E si fece un gran compianto su di essi, per il profumo<br />

emanato dalla loro vita di bontà, lodando e benedicendo il Signore, che aveva largito loro, fra<br />

molte altre grazie, quella di servirlo in intima concordia. Non furono separati nemmeno nella<br />

morte, poiché si spensero l'uno appresso all'altro. E fino ai nostri giorni quelli che li<br />

conobbero li ricordano come dei santi .<br />

UN POSTULANTE IMMATURO<br />

1575 28. Quando ancora nessuno veniva ricevuto nella fraternità senza il consenso di<br />

Francesco, si presentò con altri che aspiravano a questa vita il figlio di un nobile di Lucca.<br />

Francesco allora stava poco bene, e abitava nel palazzo del vescovi di <strong>Assisi</strong>. Mentre i frati<br />

presentavano i nuovi venuti, quel giovane si inchinò davanti a Francesco e scoppiò a<br />

piangere forte, supplicando di essere accettato.<br />

Il Santo lo fissò e gli disse: « Misero e carnale uomo, perché stai mentendo allo Spirito<br />

Santo e a me Carnale e non spirituale è questo tuo pianto ».<br />

Non aveva finito di parlare che irruppero in piazza, a cavallo, i parenti di lui con il<br />

proposito di prendere il giovane e riportarlo a casa. Sentendo egli lo strepito dei cavalli e<br />

guardando i sopravvenuti da una finestra del palazzo, scorse i suoi parenti e subito si<br />

precipitò fuori incontro ad essi. In loro compagnia tornò nel mondo, come aveva previsto<br />

Francesco, illuminato dallo Spirito Santo.<br />

I frati e gli altri presenti ne furono sbalorditi, e magnificarono e lodarono Dio nel suo<br />

Santo.<br />

UN PESCE PRELIBATO<br />

1576 29. Mentre Francesco gravemente malato era ospite nel palazzo del vescovo di <strong>Assisi</strong>,<br />

veniva insistentemente pregato di nutrirsi. Egli rispose: « Fratelli, non ho nessuna voglia di<br />

mangiare. Però, se avessi del pesce squalo, forse ne prenderei ».

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